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“Dieci fiumi e un oceano” per denunciare l’invasione della plastica

Dal Gange al Niger, dal Mekong al Nilo: la crociata a remi di Alex Bellini sui corsi d’acqua più inquinati del pianeta

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“Ciao, mi chiamo Alex e sono un avventuriero”. Così si presenta Alex Bellini, classe ’78, di professione, leggiamo sempre nel suo blog, “mental training” e “personal coaching”. “Tutti noi – spiega Alex – possediamo le risorse necessarie per fare cose apparentemente impossibili nella nostra vita. Basta solo allenarle o riscoprirle. E trovare la strada per praticarle”.
Un strada che Alex ha imboccato sin da piccolo, quando si arrampicava sulle aspre montagne di quel piccolo paese alpino dove è nato. Poi la sua vita è stata tutta un susseguirsi di avventure. Avventure che lo hanno portato a camminare sulle strade di tutti i continenti e a navigare, per lo più a remi, nei mari e nei fiumi di tutto il mondo. Ricordiamo solo i 33 mila chilometri percorsi a remi nell’oceano Pacifico tra Lima e Sidney, per esempio. Oppure la maratona di 70 giorni e 5 mila e 300 chilometri da Los Angeles a New York. O l’attraversamento del più grande ghiacciaio d’Europa, il Vatnajokull in Islanda, su una slitta.
Tutte avventure che Alex ha vissuto come un percorso di consapevolezza interiore che lo hanno avvicinato all’ambientalismo. Perché imparando a conoscere se stessi, si impara a conoscere, e ad amare, anche questa terra su cui viviamo. E così l’ultima avventura partorita dalla fervida immaginazione di Alex Bellini è una campagna di sensibilizzazione sul problema della plastica che sta asfissiando il pianeta, cominciando dai mari e dai fiumi.
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A Varazze il primo Seabin V5, il “cestino dei mari” per ripulire il Mediterraneo dalla plastica

Il progetto è nato in Australia per bonificare gli oceani dall'inquinamento da detriti plastici


La posa del Seabin V5 nelle acque del porto turistico di Varazze

Scritto per LiguriaNautica - Si chiama Seabin V5, viene dall’Australia e serve a ripulire il mare dalla plastica. In Italia, il primo porto ad installalo sarà quello turistico di Marina di Varazze che ha preceduto sul filo di lana Cattolica e Venezia, pronte a seguire l’esempio della cittadina ligure nei prossimi giorni. Detto in parole semplici, Seabin V5, che potremmo tradurre come “cestino porta-rifiuti del mare“, è una specie di bidone semi sommerso, fissato ad un pontile, che filtra 24 ore su 24 l’acqua marina trattenendone anche i più piccoli detriti plastici. Il Seabin riesce a trattare 25 mila litri d’acqua all’ora, senza causar problemi alla fauna marina, raccogliendo sino a un chilo e mezzo di inquinanti al giorno. Più di mezza tonnellata all’anno. Continua

“Così Moore scoprì il continente di plastica”: intervista esclusiva allo scrittore Nicolò Carmineo – Pt 2

Continuiamo la nostra intervista con lo scrittore Nicolò Carnimeo, autore di “Come è profondo il mare“, edito da Chiarelettere, che ci racconta come ha circumnavigato il continente di plastica

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Il Pacific Trash Vortex visto dal fondale

Scritto per LiguriaNautica - Tu hai visitato il continente di plastica assieme a Charles Moore. Come è stata questa tua esperienza?
“Per un amante del mare come me è stata una esperienza senza dubbio dolorosa. Ma dovevo farlo, proprio per l’amore che nutro verso il mare. Sono salito sul catamarano del comandante Moore e abbiamo circumnavigato l’isola. Ci sono voluti ben 21 giorni per tornare al punto di partenza. Una navigazione estremamente difficile perché era quasi impossibile usare il motore, considerata la quantità di immondizia che si attorcigliava sull’elica. Ci incagliavamo continuamente”.
Di che tipo di rifiuti stiamo parlando?
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“Così Moore scoprì il continente di plastica”: intervista esclusiva allo scrittore Nicolò Carmineo – Pt 1

La nostra intervista a Nicolò Carnimeo

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Nicolò Carnimeo

Scritto per LiguriaNautica - Dalle grandi vetrate della libreria che porta il nome di quell’indimenticabile disegnatore di sogni che è stato Hugo Pratt, c’è una vista talmente bella su San Marco e sulla laguna che non riesci neanche ad immaginare come possa esistere gente capace di vederla solo come un bancomat per cavarne profitti. Ed è proprio qui, nel bel mezzo del Lido di Venezia, che incontriamo Nicolò Carnimeo, venuto a presentare il suo ultimo libro “Come è profondo il mare“, edito da Chiarelettere.
Anche lui rapito da quell’orizzonte che ha rapito me. “Sarà per motivi spirituali o magari di semplice respiro ma non potrei mai vivere in una casa che non abbia almeno una finestra sul mare”, confida. Docente di Diritto della navigazione a Bari, città in cui è nato, scrittore, giornalista, consulente della trasmissione Linea Blu di Rai 1, delegato Wwf per la Puglia e tante altre cose ancora. Ma la qualifica che meglio lo descrive è “innamorato pazzo del mare”. Continua