Endurance

Ritrovato il relitto dell’Endurance, la nave polare di Sir Shackleton

La spedizione è costata 10 milioni di dollari messi a disposizione da un ignoto filantropo
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Il timone ancora intatto dell'Endurance nei fondali del gelido mare di Weddell
E’ una autentica leggenda dei mari quella ritrovata nelle profondità del mare di Weddell dalla spedizione guidata dall’archeologo marino Mensun Bound e dal geografo John Shears.
Il Maritime Heritage Trust, il giornale on line delle isole Falkland che per primo ha dato la notizia al mondo, ha definito il ritrovamento “la ricerca di relitti più impegnativa del mondo”. E l’obiettivo non poteva che essere una delle navi più famose del mondo. Una nave che ha scritto la storia delle esplorazioni polari: il veliero Endurance di Sir Ernest Shackleton.
Il grande esploratore salpò a bordo del suo tre alberi dalla Georgia Australe, ad est delle Falkland, nel dicembre 1914, con 27 compagni di viaggio. Lo scopo della spedizione era quello di attraversare l’immensa calotta glaciale antartica e doppiare il polo sud.
L’Endurance aveva fatto rotta verso la baia di Vahsel, sul lato orientale del Mare di Weddell, la parte meridionale dell’Oceano Atlantico che bagna il continente antartico. Una volta raggiunto il polo sud, la nave avrebbe dovuto i proseguire verso il mare di Ross, dall’altra parte del continente e fare ritorno in patria. Una sorta di giro del mondo ma da nord a sud, invece che da est a ovest.
Un’impresa epica ma destinata a naufragare. Dopo due giorni di navigazione nel mare di Weddell, che lo stesso Shackleton definì “la parte peggiore del peggior mare del mondo”, il veliero fu imprigionato nella morsa dei ghiacci polari. Presto fu chiaro che la nave non avrebbe retto all’urto del ghiaccio che si stringeva sempre più e l’equipaggio dovette trasferirsi sulla banchisa polare con le scorte di cibo e tre scialuppe di salvataggio. Continua