July 2020

Un marinaio di nome Giuseppe Garibaldi – parte 2

L’eroe dei due mondi era un vero uomo di mare. Cesenatico lo celebrerà domenica 2 agosto con una grande festa in cielo, terra e acqua

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Un ritratto di Giuseppe Garibaldi

Nel maggio del 1848 troviamo il nostro eroe dei due mondi a Roma, impegnato a difendere la neonata Repubblica da soverchianti forze nemiche. All’alba del 3 giugno, le truppe francesi comandate dal generale Victor Oudinot assalirono la Città Eterna. I patrioti riuscirono a resistere fino al 1 luglio, quando fu chiaro anche ai più ottimisti che la battaglia ormai era persa. Giuseppe Mazzini parlò all’Assemblea Costituente per spiegare che l’alternativa era tra la resa e la battaglia all’interno dell’Urbe con inevitabili saccheggi e conseguente distruzione del patrimonio storico e artistico.
L’Assemblea scelse la strada di una resa dignitosa ma Garibaldi, pur non contestando la decisione di Mazzini, non era il tipo da consegnare la spada al nemico. La mattina del 2 luglio andò in piazza San Pietro e fece un discorso divenuto celebre. “Io esco da Roma: chi vuol continuare la guerra contro lo straniero, venga con me. Non prometto paghe, non ozi molli. Acqua e pane quando se ne avrà”. Quella sera stessa, il Generale lasciò Roma alla testa di circa 4 mila fedelissimi. L’obiettivo era raggiungere Venezia assediata dagli asburgici e dare man forte a Daniele Manin combattendo per la Repubblica di San Marco.
I garibaldini attraversarono l’Appennino inseguiti dagli eserciti di mezza Europa, tra marce forzate e combattimenti, diserzioni e tradimenti, ma respingendo ogni offerta di
amnistia in cambio della resa. Le avventure del Generale e dei suoi irriducibili sono davvero troppe per poter essere qui riassunte. Arriviamo quindi alla mezzanotte del 1 agosto 1849, quando Garibaldi raggiunse via terra Cesenatico, allora sotto il dominio dello Stato Pontificio. Continua

Un marinaio di nome Giuseppe Garibaldi – parte 1

L’eroe dei due mondi era un vero uomo di mare. Cesenatico lo celebrerà domenica 2 agosto con una grande festa in cielo, terra e acqua

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Una stampa ottocentesca raffigura il generale Garibaldi a pesca

Nel registro dei mozzi di marina di Nizza dell’anno 1821 compare il nome di un ragazzino appena 14enne destinato a diventare famoso nella storia d’Italia e del mondo: Giuseppe Garibaldi. Oggi sono in pochi a sapere che il vero mestiere dell’eroe dei due mondi era quello di marinaio e che, proprio come marinaio, Garibaldi ha trascorso incredibili esperienze paragonabili a quelle vissute a terra quando comandava i Mille o quando combatteva per la Repubblica del Rio Grande del Sud nei grandi fiumi dell’America Latina.
“Le competenze marittime del Generale sono sempre state liquidate nelle biografie in poche righe. In realtà Garibaldi resta sempre e profondamente un marinaio e anche gran parte dei suoi successi militari si debbono alle sue attitudini e competenze nautiche”, racconta a LiguriaNautica Davide Gnola, autore del libro “Diario di bordo del capitano Giuseppe Garibaldi”, pubblicato da Mursia.
Gnola è anche direttore del Museo della Marineria di Cesenatico e l’anima delle celebrazioni in onore dell’eroe dei due mondi che si celebrano ogni anno, la prima domenica di agosto, nella cittadina portuale romagnola con fuochi d’artificio e una sfilata di barche tradizionali d’epoca. “Solitamente – spiega – organizzavamo anche un grande pranzo proprio all’interno degli spazi espositivi del museo ma quest’anno, per l’emergenza Covid, abbiamo dovuto rinunciarvi purtroppo”. La ricorrenza sarà comunque celebrata anche quest’anno e sul sito dell’ufficio turistico di Cesenatico trovate tutto il programma nel dettaglio. Continua

La muta da sub? L’ha inventata Leonardo Da Vinci!

Il grande genio toscano progettò anche un sommergibile ma non volle divulgare nulla per timore delle “male nature delli omini”

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Leonardo con la maschera da sub, disegnato dal writer fiorentino Blub

Non soltanto elicotteri, paracadute e macchine volanti. Tra le invenzioni moderne che furono anticipate dal genio di Leonardo Da Vinci, c’è anche la muta da sub. E con tanto di borse di zavorra, scafandro e due tubi per prendere aria dalla superficie.
Come accadde per altre invenzioni leonardesche, il progetto non fu mai sviluppato ma un prototipo fu realizzato nei primi anni 50 del secolo scorso da uno studioso dell’opera del maestro toscano, Luigi Tursini, che ha seguito scrupolosamente le indicazioni contenute nel Codice Atlantico. Oggi possiamo ammirare il risultato, che sembra uscito da un fumetto steampunk, al Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano, intitolato, non a caso, a Leonardo. Continua

L’animale più velenoso del pianeta è una medusa: uccide più di 70 persone all’anno

Al secondo e al terzo posto altri due animali marini: il serpente di mare e il pesce pietra

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La vespa di mare, tanto bella quanto terribile, è l'animale più velenoso del pianeta Terra

L’animale più velenoso del pianeta? Non è la tarantola, non è nemmeno il cobra. Se volete provare l’emozione di incontrare l’animale con il veleno più letale di tutta la terra, dovete indossare pinne e maschera e tuffarvi in mare. Già, perché l’animale con il veleno più potente, quello in grado di accoppare in meno di in minuto anche un uomo di robusta costituzione, è una medusa. Precisamente la Chironex fleckeri, meglio conosciuta come Vespa di Mare. Ma state tranquilli! Non è una di quelle meduse in cui possiamo imbatterci nel nostro Mediterraneo e che si limitano a secernere un liquido urticante dai tentacoli. Continua