Mary Celeste

Il mistero della Mary Celeste. Parte seconda: le ipotesi

Il 5 dicembre del 1872, al largo della Azzorre, un mercantile incrocia una nave fantasma. Ecco tutte le ipotesi sulla scomparsa dell'equipaggio


I marinai del brigantino Dei Gratia avvistano al Mary Celeste

Come abbiamo visto nella puntata precedente, sono moltissimi gli scrittori, gli esperti di navigazione e gli “indagatori del mistero” che si sono cimentati nel tentare di dare una risposta alla domanda: cosa può aver spinto l’equipaggio ad abbandonare la Mary Celeste in pieno oceano?
C’è chi ha tirato in ballo il
Triangolo delle Bermude, scordandosi che il brigantino le Bermuda non le ha viste manco col cannocchiale! Chi il rapimento da parte di una astronave aliena. Ipotesi questa più difficile da smentire. Chi ancora l’attacco di una piovra gigante, che avrebbe inghiottito tutto l’equipaggio e, come dessert, si sarebbe pappata pure il sestante ed una scialuppa.

IL SOPRAVVISSUTO E IL TUFFO IN MARE
Nel 1913 apparve un diario, scritto da un tale Abel Fosdyk, che si professava amico del capitano Briggs e raccontava di essere stato imbarcato segretamente nella Mary Celeste per fuggire dalla giustizia americana. Secondo Fosdyk le cose sarebbero andate così: Briggs avrebbe scommesso con l’equipaggio di riuscire a nuotare anche vestito e si sarebbe tuffato in acqua per dimostrare la sua tesi, preparando prima uno speciale pontile provvisorio per dare modo alla moglie ed ai marinai di affacciarsi sull’oceano per seguire l’impresa.
Il pontile sarebbe però crollato e un
branco di squali affamati avrebbe fatto il resto, mentre Fosdyk, unico sopravvissuto, riuscì a salvarsi aggrappandosi ad una trave nuotando sino alle coste africane. La cosa più stupefacente è che ci furono dei lettori che credettero a questa improbabilissima versione. Poi qualcuno dimostrò che Abel Fosdyk non era mai esistito e che la notizia era, come diremmo adesso, una fake news creata senza lesinare la fantasia, solo per vendere qualche copia di giornale in più. Continua