Guerra indipendenza

Missione “Re d’Italia” e “Palestro”: l’immersione nei relitti e la leggenda della cassaforte piena d’oro

Oltre un secolo a mezzo dopo la battaglia di Lissa, Davide Ciampalini e il suo team Wse riescono a penetrare ad una profondità di 115 metri nelle stive delle corazzate italiane affondate dalla marina asburgica

Il-relitto-della-Re-dItalia-590x392
Un subacqueo della Wse ispeziona lo scafo della corazzata Re d'Italia

Il sogno si avvera lunedì 28 maggio 2018. La spedizione
World Submarine Exploration è pronta per scendere sino a 115 metri, dove giace il relitto della corazzata italiana. “Dopo gli ultimi controlli alle attrezzature e dopo aver caricato la barca, ci mettemmo in navigazione verso il Re d’Italia”, racconta Davide Ciampalini.
“Il mare era calmo, il tempo buono e il morale alto, anche la trepidazione era elevata, il sogno che stavo aspettando da più di 2 anni si stava per realizzare. Allo stesso tempo -ricorda Davide- cresceva anche la paura che all’ultimo momento qualcosa potesse andare storto, mille pensieri mi passavano per la testa. Dopo circa un oretta di navigazione arrivammo sul punto. Eccoci, ci siamo, questo è lo specchio di mare dove si svolse la battaglia di Lissa e qui sotto a 115 metri di profondità giace da 152 anni la Corazzata Re d’Italia”.
“Era arrivato il momento di fare sul serio -prosegue Ciampalini- ora dovevamo pedagnare il relitto. Alessio e Rolando si misero a prua con il pedagno pilota pronto ad essere lanciato, Veljano al timone ed io insieme a lui controllavamo lo scandaglio. Dopo qualche passaggio per trovare la posizione esatta del relitto, gridiamo ‘Vai! Vai! Butta!’, Ale e Rol gettano così il primo pedagno. Quello più grande, che ci servirà per la discesa, lo gettammo subito dopo, non appena ci fummo sincerati che il primo pedaggio era finito nel posto giusto”.
“Abbiamo indossato le nostre mute in silenzio -spiega Davide- con la massima calma. Eravamo entrati in modalità ‘diver’ e la concentrazione era al massima. È difficile spiegare cosa passasse per la testa di ognuno di noi in quel momento, l’emozione era indescrivibile. In acqua tutti intorno al pedagno, facemmo gli ultimi controlli, ci scambiammo gli ‘ok’ di rito e iniziammo a scendere verso il fondo. Il cuore mi batteva all’impazzata, mi accorsi subito che i miei amici durante la discesa lasciarono a me l’onore di arrivare per primo sul relitto”. Continua

Missione “Re d’Italia” e “Palestro”: la tragica storia delle prime corazzate italiane

Oltre un secolo a mezzo dopo la battaglia di Lissa, Davide Ciampalini e il suo team Wse sono riusciti a scendere ad una profondità di 115 metri ed a penetrare per primi nelle stive delle corazzate italiane affondate dalla marina asburgica durante la terza guerra di Indipendenza

Team-Re-dItalia-590x392
Il team subacqueo che si è immerso nel Re d'Italia

Al lavoro burocratico e quello organizzativo,
Davide Ciampalini affianca, come abbiamo detto nella prima parte dell’articolo, una fitta ricerca d’archivio per sapere tutto quello che si può sapere sulla nave. La fregata Re d’Italia insieme alla cannoniera Palestro e ad altre 10 corazzate, “facevano parete del progetto di rinnovamento e potenziamento della Regia Marina iniziato da Cavour ancor prima dell’unità d’Italia”, racconta Ciampalini.
Inizialmente la Marina italiana era composta dalla fusione della Marina sarda, borbonica, siciliana, toscana e pontificia e possedeva soltanto vascelli in legno. Per rafforzare la flotta furono commissionate 12 nuove corazzate, navi di nuova generazione per l’epoca. Queste avevano lo scafo in legno corazzato da piastre di ferro e disponevano sia di vele che di eliche, erano armate con cannoni in bordata e grossi speroni a prua sotto la linea di galleggiamento. Continua

Missione “Re d’Italia” e “Palestro”: come è nata l’avventura

Oltre un secolo a mezzo dopo la battaglia di Lissa, Davide Ciampalini e il suo team Wse sono riusciti a scendere ad una profondità di 115 metri ed a penetrare per primi nelle stive delle corazzate italiane affondate dalla marina asburgica durante la terza guerra di Indipendenza

La-squadra-di-Davide-Ciampalini-riemerge-dopo-essere-penetrata-nella-corazzata-Palestro-590x392
La squadra di Davide Ciampalini riemerge dopo essere penetrata nella corazzata Palestro

Non ha trovato l’oro, immergendosi ad oltre 100 metri di profondità, dentro le contorte lamiere del Re d’Italia. I
lingotti d’oro che la leggenda racconta siano rinchiusi nella cassaforte del Re d’Italia, e che molto probabilmente – come spiegheremo più avanti – non sono mai esistiti non erano l’obiettivo di Davide Ciampalini, istruttore trimix Utr e team leader del World Submarine Exploration, nonché “relittaro” come pochi altri al mondo. Pinneggiando tra i resti di quella che era stata la prima, orgogliosa, corazzata della Marina Militare dei Savoia, il nostro esploratore subacqueo cercava qualcosa di incomparabilmente più prezioso: l’avventura.
Ho avuto il piacere di conoscerlo all’ultimo Eudi Show che si è da poco svolto a Bologna. Disponibile e sorridente, mi ha raccontato la sua immersione mozzafiato dentro la Re d’Italia e la Palestro, con la semplicità di chi dà per scontato che tutti siano in grado di immergersi con un treno di bombole attaccato al gav e che sorbirsi tre ore di decompressione attaccati ad una fune, in mezzo al blu, sia una cosa da farsi tutte le domeniche. Continua