Quella che va in scena in Qatar non è la festa del calcio ma del capitalismo fossile
22/11/2022EcoMagazine, Global Project![]() |
Una Cop al gusto di Coca Cola
7/11/2022EcoMagazine, Global Project![]() |
Venezia, residenti contro il ticket di Brugnaro: «Serve solo a far schei»
24/09/2022Il ManifestoTURISMO MORDI E FUGGI. Assemblea pubblica alla pescheria di Rialto. Ingresso in città da 2 a 12 euro al giorno: «È incostituzionale, serve invece un tetto alle presenze»
Marianna è nata a Venezia e a Venezia si ostina a vivere nella sua casa a Sant’Aponal, nel cuore del sestiere di San Polo. Il suo appartamento è assediato da B&b e altre locazioni turistiche come un Fort Apache di hollywoodiana memoria: «Ne ho 12 dietro casa, 10 di fianco, 2 in calle di fronte e pure uno sul pianerottolo – spiega – Nelle ore di punta, uscire di casa diventa una impresa da tutti i turisti che ci sono in calle». La sua è una delle tante voci che mercoledì sera, sotto le volte della Pescheria di Rialto, si sono levate per denunciare il malessere di una città malata di overturism. Una malattia che la giunta del sindaco Luigi Brugnaro pretenderebbe di curare imponendo un ticket di accesso alla città. «Ma per limitare l’afflusso di turisti ci vuole un limite e non un prezzo», contesta Marianna.
Stage di Stato
18/09/2022Il Manifesto«Non è una fatalità ma un omicidio. Basta scuola-lavoro»
Scuola-lavoro, muore un altro ragazzo: colpito da una lastra
18/09/2022Il ManifestoMorti bianche L’incidente vicino Venezia. La vittima aveva 18 anni e studiava in un istituto tecnico
Un’altra giovane vittima, un altro studente morto durante uno stage in azienda. L’incidente è accaduto ieri a Noventa di Piave, in provincia di Venezia, verso le 5 del pomeriggio nella ditta Bc Service, specializzata nella lavorazione del metallo. La vittima è Giuliano De Seta, un ragazzo di 18 anni di Ceggia.
Era studente di un istituto tecnico di Portogruaro e seguiva uno stage lavorativo per maturare i crediti per il diploma. Secondo le prime ricostruzioni dei carabinieri, l’incidente è avvenuto poco prima della chiusura dell’azienda: il giovane è rimasto ucciso da una lastra di metallo caduta da un cavalletto che gli ha schiacciato le gambe. Inutili i soccorsi. Il ragazzo è morto pochi minuti dopo. Sul posto è intervenuto anche lo Spisal, il Servizio prevenzione igiene sicurezza ambienti di lavoro dell’Ulss locale, i cui tecnici stanno cercando di mettere a fuoco la dinamica della tragedia.
Venezia, cariche contro l’onda verde
13/09/2022Il Manifesto Fuori concorso Alla 79esima Mostra del Cinema irrompono gli attivisti climatici. Fermati a pochi metri dal Tappeto Rosso. La polizia usa gli idranti: colpita anche una locandina del film Siccità
Cariche, manganellate e idranti sotto i riflettori della 79esima Mostra del Cinema di Venezia. Un imponente cordone di polizia in assetto antisommossa ha impedito alle attiviste e agli attivisti del Climate Camp di raggiungere il Tappeto Rosso e portare la crisi climatica sotto le luci della ribalta.
Tre anni fa un nutrito gruppo di ambientalisti riuscì a occupare la passerella delle Stelle con un’azione alle prime luci del giorno e a resistere sino all’arrivo del corteo del Climate Camp. Nei due anni successivi, la pandemia impedì l’organizzazione del meeting ambientalista che è stato riproposto solo quest’anno, sempre al Lido di Venezia e sempre in concomitanza con la Mostra cinematografica. Cinque giorni densi di dibattiti e incontri, da mercoledì 7 a oggi, domenica 11 settembre, con personalità del calibro di Vandana Shiva, Andreas Malm e Mario Alberto Castillo Quintero dell’Asamblea de pueblos indigenas, organizzato da Rise Up 4 Climate Justice e Fridays For Future Venezia. Centinaia di partecipanti provenienti da tutta Italia e anche da Paesi Europei.
La siccità tra cambiamenti climatici e quotidiane emergenze
25/06/2022EcoMagazineMai così a secco. Il centro e il sud d’Italia sono in allarme rosso. Le Regioni del nord sono già al collasso e si concretizza sempre di più l’ipotesi di un razionamento idrico senza precedenti in queste proporzioni e in aree così vaste. Ma per il Governo la colpa è tutta delle avverse condizioni atmosferiche e di cambiamenti climatici, il ministro della (non) transizione ecologica, Roberto Cingolani, non vuole proprio sentir parlare, impegnato com’è a cercare petrolio e gas, ed a rallentare il passaggio alle rinnovabili. Più comodo invocare l’”emergenza”, concetto utilissimo per giustificare tutti i mancati interventi che ci hanno portati al disastro. E pazienza se il trend era giù intuibile dalle sempre più frequenti siccità che hanno attanagliato il Paese negli ultimi anni, come quella del 2003 o del 2017. I media danno ampio spazio alle preoccupazioni – reali – degli agricoltori, alle dichiarazioni – discutibili – di politici più avvezzi ad agitare paure immaginarie che ad affrontare problemi veri, e ad arcivescovi, come quello di Milano, che fanno il loro mestiere e si affidano alla misericordia divina.
Guerra e pace (e clima)
19/05/2022EcoMagazine, Global ProjectLa Sardegna è presa d’assedio da una esercitazione Nato condotta in clima di guerra mentre le compagnie petrolifere fanno affari d’oro e dei cambiamenti climatici non se ne parla più
Il primo a dare la notizia è stato l’Unione Sarda. Giornale non propriamente di sinistra ma che aveva il vantaggio di giocare in casa e l’onestà di indignarsi proprio come un quotidiano che parla alla gente deve fare. Ben diciassette aree marine sarde, per lo più nel cagliaritano, sono state improvvisamente prese d’assalto da un esercito di 4mila soldati, 65 navi militari tra cui una portaerei Usa, con contorno di elicotteri, carri armati e mezzi anfibi. L’operazione targata Nato e battezzata Mare Aperto è scattata all’improvviso, senza nessun avvertimento alla popolazione dell’isola. Proprio in giorni come questi in cui la Sardegna sta rilanciando la sua offerta turistica, dopo i duri tempi della pandemia. Semplicemente, l’Alto Comando della Nato ha improvvisamente deciso di giocare alla guerra e ha ordinato, senza nessun preavviso, alla Capitaneria di Porto di interdire ai “civili” l’ingresso alle coste e alle aree di mare segnalate.
Il 15 maggio l’Italia va a credito di sostenibilità ambientale
13/05/2022EcoMagazineImmaginate di essere tra i fortunati ad avere uno stipendio fisso. Immaginate che il 10 del mese avete già speso tutto e vi tocca andare a credito. Ecco. Questo è esattamente quello che accadrà all’Italia domenica prossima, 15 maggio. Con l’aggravante che il debito del nostro Paese va ad aggiungersi ai già sostanziosi arretrati maturati negli anni precedenti.
Per noi italiani domenica prossima scatta infatti quello che il Global Footprint Network ha chiamato l’Overshoot Day, traducibile come “il giorno del superamento”. Il giorno cioè in cui un Paese ha esaurito tutte le sue risorse – da quelle idriche a quelle produttive, sino alle emissioni di gas serra —e deve andare a credito. “Se tutti si comportassero come noi italiani – ci avvisa Nicolas Lozito nella sua preziosa newsletter Il Colore Verde -, la Terra inizierebbe già da metà maggio a essere sfruttata oltre le sue capacità di auto rigenerarsi. Per essere considerati sostenibili ci servirebbero quasi tre pianeti”.
Una “barcheggiata” per ribadire il No alle Grandi Navi in laguna
30/04/2022Buttate fuori dalla porta – quella del bacino di San Marco -, le Grandi Navi sono rientrate dalla finestra – quella dei cinque approdi “provvisori” di Marghera e terraferma. Ma, sempre e comunque, dentro una laguna che non è fatta per il gigantismo navale rimangono. I due decreti legislativi e le sentenze della magistratura hanno sottolineato l’incompatibilità di queste enormi ”villaggi turistici galleggianti” con il delicato sistema idrogeologico della laguna, sposando le tesi sostenute dagli ambientalisti in oltre un decennio di lotte. Come se non bastasse, i recenti incidenti avvenuti alle navi da crociera dirette a Marghera – incidenti più che prevedibili in quanto il canale dei Petroli non ha la larghezza sufficiente a governare lo scarroccio della nave in caso di vento sostenuto – dovrebbe aver dimostrato ancora una volta che il gigantismo navale ha chiuso con la laguna. Sembra che se ne siano resi conto le stesse compagnie di navigazione i cui amministratori hanno dichiarato in un articolo del Sole24ore che sono intenzionati ad escludere Venezia dagli itinerari delle loro crociere. Non è certo una presa posizione, la loro, dettata da motivazioni di tutela ambientale, quanto dalla semplice constatazione che un conto è accogliere i turisti alla Stazione Marittima di Venezia e fargli far passerella davanti a San Marco, ed un altro dirottarli a Marghera lungo il canale dei Petroli col serio rischio di finire in secca al primo sventolare di scirocco!
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