Arte

A Cervo l’arte scende sott’acqua grazie alle installazioni di Elena Mazzi

Nella cittadina ligure di Cervo è stato inaugurato il primo museo moderno sommerso del Mar Mediterraneo

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Elena Mazzi si prepara ad accompagnare sott'acqua le sue sculture

Nell’azzurro mare di Cervo, a cinque metri di profondità, tra branchi di colorate castagnole e fluttuanti praterie di posidonia, la pietra prende vita. E se vi state domandando quale magia può donare la vita alla pietra, la risposta è una sola: l’arte. E’ un museo sommerso infatti, quello che dal 11 settembre è stato installato nella cittadina ligure, vicino al Pilone. Quattro grandi spugne che, col trascorrere del tempo, si coloreranno di vita, offrendo ospitalità a tutti gli organismi incrostanti del Mar Tirreno come spugne, alghe, anellidi e tanti altri ancora.
“L’arte – ha commentato l’artista Elena Mazzi, autrice delle opere sommerse – non è didascalica. Realizzando queste sculture ho tenuto conto dei consigli della biologa marina Monica Previati che mi ha fornito preziose informazioni sul mondo marino locale, in modo tale che potessi non soltanto rispettare, come è doveroso, l’ecosistema marino, ma anche fornire un habitat naturale per favorire il proliferare di tante specie animali. Il mio sogno è che adulti e bambini possano nuotare tra le mie opere, osservando forme sconosciute e prendendo coscienza degli organismi che vivono il mare e di come questi possano dar vita ad un ecosistema affascinante e complesso, tutto da scoprire”. Continua

Tutti i tesori del relitto dell’Incredibile a Venezia. Tra realtà, gioco e finzione

Una nave perduta, un inestimabile carico, un racconto tanto "incredibile" da non essere vero, quello proposto dall'artista inglese Damien Hirst

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Un sub recupera Topolino Opera di Damien Hirst

Scritto per LiguriaNautica - Narrano le cronache che l’immensa nave, che mai uguale aveva solcato il Mediterraneo, veleggiasse verso la ricca città di Asit Mayor, colma di tali tesori da suscitare la cieca invidia degli dei.
Cif Amotan, il liberto originario di Antiochia, l’uomo più ricco del suo tempo, aveva chiamato il suo vascello Apistos, che nella lingua dell’epoca significava “Incredibile”. Quindi lo aveva riempito all’inverosimile di gioielli, monete, sculture in marmo, onice, malachite, argento, oro e tanti altri manufatti preziosi come lo scudo del Pelide Achille, nel cui orbe è inscritta la terra, il cielo, il mare e le costellazioni tutte. Tali erano i tesori che il liberto Cif Amotan aveva raccolto in tutta l’Asia Minore per impreziosire il tempio del dio del Sole, che lui stesso aveva fatto edificare nel cuore della superba Asit, la maggiore. Continua