Trucchi e segreti della compensazione (parte 3)

Tutto quello che un subacqueo deve conoscere ed a cui deve prestare attenzione per immergersi in sicurezza, con facilità e senza problemi

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Ad un Ok del compagno di immersione, bisogna sempre rispondere con un altro Ok

Scritto per LiguriaNautica - Ed ora che abbiamo imparato queste manovre, quando le dobbiamo applicare? Appena mettete la testa sott’acqua. La pressione, infatti, aumenta maggiormente nei primi metri che sono quindi i più critici. Qui bisogna compensare più spesso. Non attendete di sentire il fastidio al timpano. A meno che non siate apneisti con l’esigenza di centellinare l’aria, è molto meglio compensare cento volte in più che una sola volta in meno.
Se soffrite di una
irritazione alle tube causata da un raffreddore o da qualche altro motivo (ma in questi casi non dovrebbe neppure saltarvi in mente di andare sott’acqua), è qui che ci si ferma e si rinuncia. Pazienza. Come ho già detto, è capitato a tutti. Non ostinatevi e, soprattutto, non forzate mai la compensazione. E’ una manovra che va fatta con dolcezza. Forzare è inutile, controproducente e pure pericoloso. Questo deve essere chiaro come il sole a mezzogiorno in un deserto e in una giornata senza nubi. Mi sono spiegato? Ve lo ripeto pure: forzare la compensazione è inutile, controproducente e pure pericoloso.
E in risalita? La pressione varia ugualmente. Non dobbiamo compensare un’altra volta l’orecchio medio? No. Ci pensa madre natura. Per fortuna, la tuba di Eustachio è fatta ad
imbuto. Quando la pressione aumenta, dobbiamo spingerci dentro l’aria noi stessi con la Marcante ma quando diminuisce, l’aria in eccesso presente nell’orecchio esce per conto suo, senza che ce ne accorgiamo. E aggiungo “per fortuna” perché, non fosse così, immergersi sarebbe un rischio inaccettabile. Se non compensi in discesa, torni in barca ma se non compensi in risalita, che fai? Torni sul fondo? Per fortuna l’imbuto delle nostre tube è orientato dalla parte giusta e non abbiamo di questi problemi.
Una domanda che fanno sempre gli allievi riguarda la cura che un subacqueo deve avere del proprio orecchio. Fatta salva la doverosa visita all’otorino, prima di iscriversi in un qualsiasi corso sub, non mi risultano attenzioni particolari se non quelle comuni a tutti. Magari evitate di usare quegli inutili, anzi
dannosi, cotton fioc, che non puliscono niente e comprimono il cerume nella parte interna dell’orecchio rischiando di indurire il timpano. Acqua e sapone sono più che sufficienti e un po’ di cerume è fisiologico e protettivo. Io, al massimo, mi sciacquo i padiglioni con un po’ di acqua borica per prevenire infezioni causate dalle acque, mai troppo pulite, della laguna dove mi immergo di solito. Ma anche in questo caso, vi rimando ai consigli, personalizzati alle vostre esigenze, di un buon otorino.
Per ultimo, un piccolo consiglio. Siccome siamo uomini e non macchine, anche la compensazione ha i suoi giri di luna. Capita che ti immergi in perfetta salute ma che le tube non ti rispondano come hanno sempre risposto. Te le senti legnose e fai fatica ad aprirle. Cosa fare in questi casi? Rimani tranquillo, innanzitutto, che a farsi prendere dall’ansia non serve a nulla. Tieni le
pinne verso il basso e la testa in alto, in modo che i polmoni siano soggetti ad una pressione maggiore che la testa. Tira sù il mento e guarda in alto, verso la superficie del mare. Stringi piano il naso, esegui con delicatezza la Marcante Odaglia e intanto agita con decisione la mandibola, come per masticare rumorosamente. Soffia piano piano, senza forzare mai, e vedrai che le tube di Eustachio si apriranno per spalancarti le porte di una magnifica immersione.