I relitti di Sestri Levante

Nelle acque antistanti la "città dei due mari" si trovano alcuni scafi affondati durante la seconda guerra mondiale semplicemente… imperdibili!

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In perfetto assetto di navigazione, la Bettolina attende i subaquei

Scritto per LiguriaNautica - Il mare antistante la bella cittadina ligure di Sestri Levante è stato teatro di sanguinose battaglie durante il secondo conflitto mondiale. Il mare conserva il ricordo di queste tragedie ospitando molti relitti di navi militari interessanti sia dal punto di vista storico che da quello biologico.
Come spesso accade infatti, le lamiere delle navi inabissate sono diventate le casa di molte specie ittiche. Anemoni, spugne e altri organismi incrostanti hanno ricoperto e colorato i relitti, donando loro una nuova vita. Ecco i tre relitti più famosi e frequentati della zona. E diciamo subito che si tratta di immersioni riservate a subacquei esperti.

La Bettolina
La storia della cosiddetta Bettolina la dobbiamo al collega giornalista, nonché apprezzato fotografo, Andrea Ghisotti e al Fanatic Wrecker Claudio Grazioli, che l’hanno ricostruita grazie ad un sapiente studio storico. Il nome vero di questa piccola motonave era Gretha ed era un barcone olandese adibito a trasporto merci. Gretha solcava placidamente i fiumi olandesi quando, nel corso della Prima Guerra Mondiale, fu requisita dai tedeschi che stavano progettando di invadere la Perfida Albione, ovvero l’Inghilterra.
Sfumato il progetto, Gretha, oramai trasformata in una
nave da guerra con tanto di mitraglie contra aeree, fu chiamata Jörn e dirottata a Marsiglia per partecipare alla Seconda Guerra Mondiale, sempre sotto le bandiere germaniche. Portava vettovagliamenti alle truppe del Reich dislocate in Liguria quando, il 12 febbraio del 1944, gli aerei alleati la affondarono, trasformandola nel relitto che oggi giace tra i 26 e i 31 metri.
L’immersione è di
media difficoltà e la nave, ancora in buono stato, è abitata da gronghi giocherelloni ed avvolta in nubi di castagnole che non la lasciano sola neppure per un momento.

Il Kt
Anche il relitto che tutti i sub conoscono come Kt, non si chiamava affatto Kt ma UJ 2216. La sua storia è molto simile a quella della Bettolina. In origine quello che poi divenne un dragamine tedesco era un elegante yacht da crociera, appartenente ad un nobiluomo francese. Il suo vero nome, pensate un po’, era Eros. Dopo l’invasione nazista, la nave fu requisita dalla marina germanica, assegnata alla 22a flottiglia U-Jager dislocata nel porto di Genova e trasformata in nel dragamine e cacciasommergibili UJ-2216.
E proprio come la Bettolina, fu affondata nel corso di un attacco alleato il 13 settembre del 1944, mentre rientrava in porto dopo una missione. La poppa dell’UJ-2216 venne colpita e devastata da una siluro lanciato da una motosilurante alleata e affondò velocemente. Il relitto oggi giace ad una profondità che arriva ai 59 metri.
Si tratta quindi di una immersione da effettuare con il
trimix, adatta ai subacquei tecnici e particolarmente impegnativa anche per la corrente e per la scarsa visibilità. Un amico che ci si è immerso un anno fa, mi ha anche segnalato la presenza di molte reti che avvolgono i resti della zona poppiera.

Il Cargo armato
Con questo nome i subacquei chiamano un peschereccio d’altura francese, battezzato Islande, perché gettava le sue reti nel mare del Nord. Nel corso della sua vita il cargo cambiò molti nomi e passò attraverso varie proprietà. Fu nominato “Cap Nord” e poi “Ginette Le Borgne”, rimanendo comunque, sempre, una nave da pesca. Ma con l’invasione nazista anche questo cargo fu requisito, armato, arruolato di forza nella marina del Führer e trasformato nel dragamine UJ-2207.
Le motosiluranti inglesi posero fine alla sua carriera militare il 19 novembre 1944, affondandolo davanti alla Spezia, mentre faceva da scorta alla nave a vapore trasporto truppe Dominante. E c’è da osservare che la flotta silurante alleata, in quelle acque, faceva il bello e il cattivo tempo, considerato che a poca distanza del nostro cargo armato, si trovano altri due dragamine nazisti, il
Marcella e l’Incomprèse, anch’essi affondati dalle navi da guerra della Royal Navy!
Per quanto riguarda l’immersione, il relitto del Cargo si trova ad una profondità compresa tra i 26 e i 36 metri. La prua rimane la parte meglio conservata della nave, mentre della parte centrale e della poppa, devastate dai siluri, poco rimane se non qualche lamiera contorta. Una grossa spaccatura consente di penetrare agevolmente nelle stive che ora sono tana di
gronghi e aragoste. Come per tutti i relitti, se trovate qualche proiettile o qualche altro possibile souvenir… cercate di resistere alla tentazione di portarvelo a casa e lasciatelo là, così anche i subacquei che verranno dopo di voi lo potranno ammirare!