Trucchi e segreti della compensazione (parte 2)

Tutto quello che un subacqueo deve conoscere ed a cui deve prestare attenzione per immergersi in sicurezza, con facilità e senza problemi

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Un sub dà l'ok. E' giunto sul fonale compensando correttamente

Scritto per LiguriaNautica - Come abbiamo spiegato nel post precedente, tanto agli apneisti quanto ai “bombolari” rimane il problema di riequilibrare la pressione di quella parte dell’orecchio chiamata “medio”. Ma prima di affrontare la questione, per amor di verità, dobbiamo citare anche i seni nasali. Anche queste sono cavità che, dopo un raffreddore o altre irritazioni, potrebbero presentarsi come bolle gassose isolate e darci dei problemi con l’aumento di pressione. Ma il massimo che possono causare, oltre ad un po’ di fastidio, è quello di farci uscire un po’ di muco dal naso. Non sarà una cosa bella da vedere dentro una maschera ma sott’acqua -per fortuna! – non valgono le regole di un pranzo in società.
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L’orecchio medio sta tra il timpano e lea tuba

A creare qualche problema al subacqueo, resta quindi solo l’orecchio medio, che è quello spazio che va dal timpano alla tuba di Eustachio. La tuba è un condotto che collega l’orecchio alla faringe e, di norma, è chiuso. L’orecchio medio forma quindi una bolla d’aria, tra il timpano e la tuba, che si comprime con l’aumento di pressione sino a causare dolore. Lo stesso dolore che affligge i non-subacquei che non sanno compensare in volo, mentre l’aereo prende quota e l’hostess, pazientemente, deve far loro un corso accelerato di manovre di compensazione. Il problema è identico. Soltanto che sott’acqua non ci sono hostess pazienti e dobbiamo sbrigarcela da soli. Bisogna fare in modo di aprire il condotto di Eustachio per riequilibrare il medio orecchio tramite l’aria che abbiamo in bocca e che aspiriamo dall’erogatore.
Per farlo ci sono soprattutto
quattro manovre. Anche se poi, non appena la si impara, si fa sempre l’ultima. Le prime due sono la deglutizione (vai a capire perché ma le hostess conoscono solo questa… e ti danno sempre una caramella da ciucciare) e la Toymbee, nome complicato per dire “deglutizione a naso chiuso”. Qualche volta funzionano pure. Il problema è che il sub in immersione ha sempre la bocca asciutta perché respira aria secca. Non sempre abbiamo qualcosa da deglutire e di portarci sott’acqua le caramelle non ci viene mai in mente! Per gli apneisti, soprattutto quelli che vanno in profondità, la Toymbee è anche sconsigliata perché richiede un sia pur leggero sforzo fisico e relativo consumo d’aria.
Restano le altre due manovre, che sono anche le più efficaci. La prima è la
Valsalva che si esegue chiudendo il naso, la bocca e soffiando come per ripulirsi il naso. Questa è la prima tecnica di compensazione che imparano i principianti ed è più che sufficiente per garantirti l’immersione. Anche in questo caso, la manovra non è adatta agli apneisti di profondità perché implica un aumento della  pressione nel torace che potrebbe ostacolare il ritiro del sangue nel cuore. Ma stiamo parlando di apneisti da record sportivo. Meglio di tutte, sia per chi scende con l’ara che in apnea, è la Marcante Odaglia – o manovra di Frenzel per i subacquei degli altri Paesi – che consiste nel chiudere il naso e spingere in alto e all’indietro la parte più interna della lingua.
Manovra tanto semplice ed efficace quanto… dura da spiegare agli allievi che finiscono sempre par fare un miscuglio con la Valsalva! Capita che un principiante creda di eseguire una manovra ed invece ne faccia un’altra. Va bene. Nessun problema. L’importante è
compensare in un modo o nell’altro e, alla fine, con un po’ di esperienza capisci da solo cosa è meglio per il tuo timpano. Ma c’è un semplice sistema per capire se stai eseguendo la Valsalva o la Marcante Odaglia. Se fai la Valsalva e riesci ad aprire le tube con la bocca aperta… allora stai facendo la Marcante anche se non lo sai! Benissimo così. E’ questa la manovra migliore per accompagnare le tue immersioni. Nel prossimo e ultimo post dedicato alla compensazione, vedremo come e quando applicarla.