La voce che chiama, nel deserto

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24 giugno: Natale di San Giovanni Battista (I secolo dC)

Bottega di Raffaello Sanzio

Non vorrei mettervi ansia, ma tra sei mesi è Natale, avete già pensato cosa regalare a questo e a quest'altro? (c'è un bellissimo libro della Utet, se lo prenotate adesso arriva di sicuro, si chiama Catalogo dei santi ribelli). Che manchino sei mesi lo si capisce dal calendario, e anche dal fatto che oggi si festeggi Giovanni Battista, che secondo il vangelo di Luca è nato sei mesi prima di Gesù: quindi quando i cristiani cominciarono a osservare il Natale di Gesù nel giorno della festa del Sole Vincitore (tre giorni dopo il solstizio d'inverno, quando le giornate ricominciano ad allungarsi), il Natale di Giovanni andò a cadere tre giorni dopo il solstizio d'estate, ovvero quando le giornate cominciano ad accorciarsi. Non solo, ma essendo nato il 24 giugno, Giovanni dev'essere stato concepito tre giorni dopo l'equinozio di autunno, quando secondo Luca l'angelo Gabriele visita l'anziano Zaccaria e gli promette che sua moglie Elisabetta concepirà un bambino che diverrà un profeta (siccome Zaccaria è scettico, Gabriele gli toglie il dono della parola per tutti i nove mesi). Gesù, invece, si sa, viene concepito tre giorni dopo l'equinozio di primavera, il 25 marzo

È abbastanza chiaro che i due personaggi evangelici sono stati incastrati in un sistema di ricorrenze basato sul calendario solare, che lascia tracce nel folklore: nella Figlia di Iorio D'Annunzio riprende l'usanza l'abruzzese per cui le donne che vogliono maritarsi entro l'anno, la mattina del 24 devono svegliarsi presto per vedere nel sole nascente la testa (decapitata) di San Giovanni. Lo stesso Giovanni, ai discepoli che gli chiedono ragione del fatto che Gesù si sia messo a battezzare per i fatti suoi: risponde "Egli deve crescere, e io invece diminuire" (Giovanni 3,30), autorizzando una lettura sincretica; Gesù e Giovanni come due opposte polarità, estate e inverno, acqua e fuoco – anche quest'opposizione è messa in bocca a Giovanni, stavolta dall'evangelista Matteo (3,11): "Io vi battezzo con acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più potente di me e io non son degno neanche di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito santo e fuoco". Sempre in Matteo, Gesù invece definisce Giovanni come nuovo Elia (il profeta rapito in cielo su un carro fiammeggiante), il che potrebbe anche significare che si considera il nuovo Eliseo – il discepolo di Elia che aveva ereditato da lui "il doppio dello spirito". Nel quarto e omonimo vangelo però Giovanni, a domanda diretta dei sacerdoti, nega di essere Elia: uno dei tanti piccoli dettagli dissonanti che i vangeli conservano e che ci fanno sospettare che la situazione fosse molto più complessa. Una cosa curiosa è che quando i sacerdoti gli domandano di definirsi con più precisione, il Battista del quarto vangelo replica con una citazione quasi letterale di un altro vangelo, uno dei rari indizi che abbiamo che il quarto evangelista avesse letto almeno uno degli altri: si definisce infatti "voce di chi chiama nel deserto: preparate la via del Signore". È una citazione da Isaia (40,3), ma è anche il terzo versetto del vangelo di Marco. Diversi commentatori fanno notare che sia Marco sia Giovanni fraintendono Isaia, che non parlava di una "voce nel deserto", ma di una voce che chiede di "preparare la via del Signore nel deserto", ma forse si tratta di commentatori che sanno qualcosa che io non so, di ebraico o di antico greco, perché nella versione latina l'ambiguità c'è, quell'"in deserto" può riferirsi sia a "vox clamantis" sia "parate viam domini"; tutto sta dove metti la punteggiatura, salvo che la punteggiatura l'hanno messa secoli dopo, quindi di che stiamo a parlare. 

I vangeli di Giovanni e Marco hanno in comune anche la caratteristica di saltare tutta la narrativa dell'infanzia e cominciare il resoconto degli avvenimenti dal Battesimo di Gesù da parte di Giovanni. Un episodio che forse per alcuni cristiani delle prime generazioni aveva più importanza di quanta ne abbia adesso – sappiamo che a un certo punto tra le eresie fu incluso l'adozionismo, ossia l'idea che Gesù nasca soltanto uomo, e diventi figlio di Dio solo a partire dal battesimo. Bisogna concedere che l'ipotesi adozionista aveva il pregio di dare un senso a un episodio che altrimenti lascia perplessi: Giovanni battezzava i peccatori per purificarli dai peccati, ma se Gesù è già figlio di Dio, peccati non ne ha. Questa perplessità era già diffusa nel primo secolo, al punto che l'evangelista Matteo la lascia esprimere dal Battista stesso, il quale quando vede Gesù in coda per il battesimo afferma: "Io ho bisogno di essere battezzato da te e tu vieni da me?", al che Gesù risponde: "Lascia fare per ora, poiché conviene che così adempiamo ogni giustizia". Dal che è lecito dedurre che l'episodio del battesimo fosse davvero avvenuto, davanti a testimoni oculari che nessun evangelista poteva smentire, anche se sul significato c'erano interpretazioni diverse. Luca, l'evangelista che più sente la necessità di conciliare le versioni, sostiene che "tutto il popolo" si stesse facendo battezzare, insomma Gesù vi si sarebbe sottoposto non perché ne avesse bisogno, ma per rispetto nei confronti delle usanze e delle leggi del popolo: allo stesso modo sua madre aveva partecipato a una cerimonia di purificazione dopo il parto, benché in quanto vergine non ne avesse realmente bisogno.

Anni più tardi, all'apostolo Paolo capiterà almeno un paio di volte in Asia Minore di imbattersi in predicatori che "conoscono soltanto il battesimo di Giovanni" (Atti 19,2). Siamo ancora in una fase iniziale: i sacramenti non sono ancora stati definiti con chiarezza, eppure appare chiaro che "il battesimo di Giovanni" è qualcosa che gli apostoli di Gesù considerano imperfetto, o perlomeno incompleto: e però qualcuno lo sta diffondendo. Forse quella di Giovanni era una nuova religione, diversa da quella poi rielaborata da Gesù (e in seguito dagli apostoli). Può darsi che Giovanni, descritto dagli evangelisti con l'abbigliamento di eremita del deserto, facesse parte della setta degli esseni: ipotesi che viene spesso buttata lì come se spiegasse tutto, ah sì, gli esseni, laddove a parte il fatto vivessero già nel deserto (forse su suggestione di Isaia) e collezionassero preziosi rotoli noi degli esseni non sappiamo poi tanto. Praticavano il celibato – come Giovanni – e venivano sostanzialmente rispettati (forse persino protetti da Erode) malgrado rifiutassero uno o più testi della Torah. Erano inoltre divisi in sette, e Giovanni avrebbe potuto essere il membro o il fondatore di una di queste. Senz'altro il rito battesimale che praticava nelle acque del Giordano è qualcosa di nuovo, non previsto dai riti giudaici – e questo malgrado il padre Zaccaria appartenesse alla casta sacerdotale dei leviti, anzi fosse discendente di Aronne. La piccola comunità religiosa che ancora oggi si rifà agli insegnamenti di Giovanni – i mandei – pratica il battesimo settimanale per immersione come mezzo di purificazione dai peccati. Sono appena settantamila, sopravvissuti a diverse persecuzioni: vivono in una regione dell'Iran, ma parlano ancora un dialetto aramaico. Che i loro libri riflettano veramente la predicazione originale di Giovanni è un'idea suggestiva, anche se la filosofia di fondo è più simile alla gnosi o al manicheismo sviluppatisi in Medio Oriente nei secoli successivi.

I vangeli ci raccontano come Giovanni accetti di essere un semplice precursore, ma è possibile tra le righe intravedere almeno un momento in cui i battezzati dovettero scegliere: con l’uno o con l’altro. O Giovanni o Gesù. Non dicevano proprio le stesse cose. I discepoli di Giovanni digiunavano, quelli di Gesù no; Giovanni si lascia andare a commenti pericolosi sulla famiglia reale, Gesù cerca di non fare politica (ma poi finisce comunque nei guai). Forse Giovanni era stato il maestro di Gesù (è lui a battezzarlo), ma poi quest’ultimo aveva preso una strada sua, e l’incarcerazione di Giovanni lo mise nella condizione di ereditare un po’ del credito del predicatore rivale, che davvero in questo senso gli aveva aperto la strada. Eppure anche in carcere Giovanni continuò a diffidare del cugino (Luca li considera cugini: ma in nessun altro testo sembrano manifestare alcun tipo di familiarità), mandando i suoi discepoli a chiedere a Gesù se davvero è il Messia. Gesù non si limita a rispondere “sì”, ma invita i giovannei a verificare di persona: come si riconosce un Messia? Cosa dice il profeta Isaia al riguardo? I ciechi recuperano la vista? Fatto. Gli storpi camminano? Fatto. I lebbrosi guariscono? Questo a dire il vero in Isaia non c’è, ma crepi l’avarizia. Eccetera eccetera: i sordi odono, i morti resuscitano…”

“E gli schiavi?”

“Eh?”

“Isaia diceva anche qualcosa sugli schiavi da liberare”.

“Sì, benappunto, vi ho detto che i morti resuscitano”.

“No Isaia non parla di morti, parla di schiavi, schiavi da liberare, insomma la rivoluzione”.

“Siete voi che non capite Isaia, volete sempre buttarla in politica”.

“Sei tu che non vuoi far politica, hai paura di finire come Giovanni, lui sì che si è preso le sue responsabilità…”

“Giovanni lo stimo, ma non avete mica capito, qua si parla di resuscitare i morti, liberarsi dal giogo del peccato originale, altro che schiavi e mica schiavi, questa è un’idea che tra duemila anni ancora ne staranno a parlare”.

“E avranno ancora gli schiavi”.

“E pazienza, i poveri ci saranno sempre…”

“Giovanni non parla così”.

“Che importa di quel che dice Giovanni, tanto la storia la scrivono i vincitori, e il protagonista sarò io, e del vostro Giovanni si parlerà come di uno che non era degno di allacciarmi le scarpe”.

“Noi restiamo con Giovanni”.

“Perfetto, sparite, faccio già fatica a vedervi”.

“Buona resurrezione”.

“Ridete, ridete, ride bene chi ride per ultimo”.

Magari non andò esattamente così, però i giovannei non seguirono tutti Gesù. C’era un formicolio di sette e di bande armate, una vitalità complessa e indisciplinata che i Romani non capirono e che presto o tardi spazzarono via per farci un bel deserto e chiamarlo pace (di Giovanni riparleremo nel giorno in cui si celebra il suo martirio, il 29 agosto).

Comments (4)

La Ballerina della Spada wrote ...
Nelle religioni di origine medioorientale, sovente ha l'acqua un significato mistico di purificazione, penso ad esempio al suo ruolo nel mitraismo.
Il cristianesimo delle origini ha usato il linguaggio suo contemporaneo, anche se col trascorrere dei secoli molti gesti sono diventati via via sempre più simbolici: lo stesso battesimo in origine era un'immersione praticamente totale, scivolando però progressivamente verso il semplice gesto di bagnare la testa.
6/27/2024, 1:31:00 PM

Giovanni wrote ...
Scusa, ho dato per scontato che lo sapessi. Il mikveh è, in breve, il bagno purificatore. Quindi: acqua, purificazione, suona familiare.
6/25/2024, 10:32:00 AM

Leonardo T wrote ...
non saprei, non me ne intendo.
6/25/2024, 9:24:00 AM

Giovanni wrote ...
Come fai notare en passant alla fine, Giovanni è, con Gesù, il solo santo di cui si festeggia nascita e morte.
Dici che il battesimo non ha corrispondenza nell'ebraismo, io lo considero una variante del mikveh, che ne pensi?
6/24/2024, 8:25:00 AM

Il figlio di Dio e i suoi antenati

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24 dicembre: Santi antenati di Gesù

La vigilia del Natale, il martirologio romano celebra gli antenati di Gesù, un concetto abbastanza problematico dal momento che Gesù è considerato, già alla fine del primo secolo, il figlio diretto di Dio. Nozione difficile da conciliare col fatto che le Scritture conservino non una, ma ben due liste di antenati di Gesù: non solo, ma le due liste (una nel vangelo di Matteo, l'altra in Luca) non coincidono. 


Matteo all'inizio del suo Vangelo provvede una lista che va in ordine cronologico da Abramo a Giuseppe, "lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù chiamato Cristo" (ma una variante antica recita proprio "Giuseppe generò Gesù"). Matteo, ex ragioniere col pallino dell'ordine, si ingegna a far tornare i conti anche con gli antenati, che devono essere un numero multiplo di sette: 14 antenati da Abramo a re Davide, 14 antenati da Davide alla deportazione di Babilonia che per qualche motivo è esclusa dal conteggio, 14 dal ritorno da Babilonia a Gesù. I conti in realtà non tornano (qualche nome si è forse perso in traduzione), ma quel che importa davvero è che la figura di Gesù viene solidamente conficcata nel "tronco di Iesse", il capostipite della dinastia dei re di Israele e di Giuda, che Matteo aveva trovato nell'Antico Testamento, anche se forse nella versione che consultava mancava qualche nome. Questo secondo la promessa solenne che Dio aveva fatto a Davide, figlio di Iesse: il tuo trono sarà stabile per sempre. Gesù quindi è davvero il re dei Giudei, il Messia promesso dai profeti. 

Questa catena di discendenti e promesse da mantenere è oggettivamente difficile da conciliare col fatto che pochi versetti dopo Giuseppe appaia un semplice padre putativo, messo dall'angelo davanti a un fatto compiuto: la sua fidanzata è già incinta a causa dello Spirito Santo. Secoli di commentatori hanno rilevato che comunque da un punto di vista legale Giuseppe, riconoscendo il Messia, ne diventa il padre a tutti gli effetti; rimane nel lettore una sensazione di compromesso, come se Matteo volesse tenere il piede in due scarpe: ai cristiani garantisce l'eccezionalità di Gesù, figlio di Dio; agli ebrei ribadisce che si tratta del Messia di stirpe davidica. 

Matteo è così scrupoloso da riportare anche quattro antenate donne (Tamar, Raab, Rut, Betsabea): ha suscitato molte discussioni il fatto che tutte e quattro siano personaggi irregolari, per le origini o per il comportamento (Raab è una prostituta, Tamar si finge tale per necessità, Rut non è ebrea di nascita, Betsabea è sedotta da Davide quando è già moglie di un suo generale). Matteo forse voleva ricordarci che la grazia di Dio può emendare qualsiasi peccato o difetto? Più probabilmente Matteo inserisce queste quattro donne perché sono le uniche che trova nelle Scritture, dove in effetti le donne irreprensibili non lasciano quasi traccia.

La lista di Luca è molto diversa, al punto che non si può escludere che abbia una funzione polemica nei confronti di quella stilata da Matteo – ammesso che Luca la conoscesse. È una lista a ritroso, parte da Gesù, "figlio, come si credeva, di Giuseppe" (quel "come si credeva" mette tutto un po' tra parentesi) e risale di generazione in generazione ben oltre Abramo, fino al primo uomo Adamo, "figlio di Dio", segno che per Luca Gesù, molto più che il Messia ebraico, è il redentore dell'umanità intera. Luca non nega la discendenza da Davide, ma la sua insofferenza per i signori e i nobili lo porta a strapparlo dal ramo del di lui primogenito Salomone, e includerlo invece tra gli eredi di un oscuro fratello di Salomone, Nathan. Da lì in poi quella di Luca è una lista di uomini di cui nulla sappiamo tranne il nome, con qualche occasionale sprazzo di luce (Zorobabele, il leader dei rimpatriati dall'esilio a Babilonia, che compariva anche nella lista di Matteo). Proprio per questo suona in qualche modo più vera, come se Luca l'avesse ripresa da qualche famigliare che sapeva recitarla a memoria: un altro indizio di verosimiglianza è la presenza di nomi ripetuti (tra cui lo stesso "Gesù"), che esistono in tutte le famiglie del mondo tranne in quella descritta nella lista di Matteo. 

Per gli altri due evangelisti omologati, il problema degli antenati di Gesù proprio non si pone. Marco (forse il più antico) comincia col battesimo di Gesù, già adulto, nel Giordano, quasi a confermare la tesi degli adozionisti, che credevano che Gesù fosse nato uomo e fosse diventato figlio di Dio in un secondo momento: col battesimo, appunto. Per Giovanni (senz'altro il più tardo), Gesù è il Verbo di Dio fatto carne: un concetto abbastanza complesso, più neoplatonico che cristiano, ma di fronte al quale l'esistenza di antenati "nella carne" è taciuta come fanno sempre i filosofi coi dettagli che non si adattano alle loro formulazioni. Nei secoli successivi, il successo della visione giovannea creerà qualche imbarazzo ai lettori cristiani dei vangeli: insomma, Gesù è figlio diretto di Dio o è erede della stirpe di Davide? Ogni tentativo di conciliare le due idee si denunciava in quanto macchinoso. Per qualche tempo serpeggiò anche l'idea che Gesù fosse erede di Davide da parte di madre: il che non si può escludere a priori, ma sia Luca sia Matteo mostrano una tradizione patrilineare.

(Buon Natale e buone feste a tutti: nel 2023 mi troverete tutti i giorni sulla pagina fb del Catalogo dei Santi ribelli, e un po' più spesso anche qui, spero).

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Gesù e i suoi fichi

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Santi Giovanni e Bartolomeo (Dosso Dossi) (nessun fico rilevato)
Santi Giovanni e Bartolomeo (Dosso Dossi) (nessun fico rilevato)
24 agosto - San Natanaele apostolo

Natanaele (in ebraico Dio ci ha dato) è un apostolo di Gesù, perlomeno nel vangelo di Giovanni; nelle liste degli altri vangeli non compare, ma è tradizionalmente identificato con Bartolomeo. Natanaele è di Betsaida come gli apostoli Pietro, Andrea e Filippo: quando quest'ultimo comincia a parlargli del nuovo messia arrivato in paese ("Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè nella legge e i profeti: Gesù da Nazaret, figlio di Giuseppe", Gv 1,45), Natanaele risponde sprezzante: da Nazaret non può venire niente di buono. Nazaret era in Galilea, Betsaida nella regione del Golan, entrambe zone molti periferiche per la mentalità giudaica del tempo, centrata sulla città del Tempio, Gerusalemme. Gesù però appena incontra Natanaele reagisce nel modo opposto: lo saluta come un "vero israelita in cui non c'è frode" (1,47). Natanaele perplesso domanda: come fai a conoscermi? La risposta è sibillina: "Prima ancora che Filippo ti chiamasse, ti ho visto sotto il fico" (1,48). Noi lettori non ci capiamo molto: cos'era successo di particolare sotto quel fico? Qualcosa di importante, perché Natanaele reagisce esclamando: "Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d'Israele" (1,49).

I miracoli del quarto vangelo sono un po' diversi dagli altri. Giovanni (se davvero fu lui l'autore) li chiama "segni" e li considera momenti fondamentali in cui Gesù si manifesta come Messia davanti a testimoni credibili. Alcuni studiosi pensano che l'evangelista abbia rielaborato una fonte precedente, il cosiddetto "vangelo dei segni", che avrebbe contenuto alcuni dei miracoli più spettacolari (le nozze di Cana, la resurrezione di Lazzaro). Accanto a questi però ci sono piccoli segni come il riconoscimento di Natanaele, che è il primo miracolo in assoluto e somiglia molto a quello che accadrà più tardi con la Samaritana: Gesù rivela al testimone qualcosa che soltanto lui può sapere. Di fronte a questo riconoscimento, le riserve del testimone crollano di schianto: non possono sussistere dubbi, Gesù è il Messia. Alla professione di fede di Natanaele, Gesù reagisce minimizzando: il meglio deve ancora arrivare. Credi in me solo perché ti ho detto che ti ho visto sotto il fico? "Tu vedrai cose maggiori di queste. In verità, in verità vi dico che vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sul Figlio dell'uomo" (1,50-51). Il primo capitolo finisce così, promettendo effetti speciali e un lieto fine spettacolare, e sappiamo che l'evangelista manterrà. Ma il piccolo interrogativo iniziale non sarà mai risolto: cosa era successo a Natanaele sotto il fico? Cosa sapeva Gesù di lui, che noi forse ignoreremo per sempre?

Il fico è decisamente l'albero più enigmatico dei vangeli. Addirittura è l'unica creatura che Gesù maledice, in uno degli episodi più controversi, Marco 11,12-14. Il giorno prima Gesù è entrato trionfalmente in Gerusalemme: ma siccome ha preso alloggio in un villaggio fuori dalle mura, Betania, ogni giorno gli tocca rientrare, scortato dagli apostoli. La mattina seguente, mentre rientra a Gerusalemme, si scopre affamato e "veduto di lontano un fico", cerca se tra le foglie per caso non ci sia un frutto. Il fico, si sa, è un albero generoso: anche molto prima della stagione, e molto dopo, se si ha pazienza qualcosa si trova. Eppure Gesù in quel singolo fico "non trovò niente altro che foglie", del resto Marco ha cura di annotare che non era ancora stagione. Spazientito, Gesù maledice il fico: "Nessuno mangi mai più frutto da te!" Entrato in città, Gesù manifesta in modo ancora più plateale il suo malumore: si reca nel Tempio e ne scaccia i mercanti con grande scandalo dei farisei (ma la folla sembra ammirarlo). L'indomani, ripassando sulla stessa strada, Pietro fa notare al maestro che il fico maledetto si è seccato. Gesù ne approfitta per spiegare che la fede in Dio può tutto, anche spostare le montagne. Gli apostoli di Marco sono i più perplessi dei quattro vangeli, e in questo caso la loro perplessità è la nostra: se Gesù era in grado di seccare un albero (e spostare una montagna), perché non ha semplicemente trovato un frutto di fico quando gli serviva?

Odifreddi is for boys, Bertrand Russell is for gentlemen (foto del 1954, pubblico dominio).

La maledizione del fico è l'unico vero miracolo eseguito da Gesù con un fine punitivo; in tutti gli altri casi Gesù guarisce, resuscita, salva, riconosce, provvede di beni di prima necessità (o voluttuari, nel caso delle nozze di Cana). Solo in questo caso punisce un essere vivente, il che provocò l'indignazione, tra gli altri di Bertrand Russell che ne parla in Perché non sono cristiano. Per Russell l'episodio dimostrerebbe una certa inferiorità morale dell'uomo Gesù rispetto ad altri maestri dell'umanità come Buddha e, ehm, Socrate. A riprova che la morale è molto meno stabile di quanto si creda; Socrate che per Russell era un uomo più retto di Gesù, oggi si ritroverebbe di nuovo nei guai con le autorità per quel problemino coi minori che già impensieriva gli ateniesi. Oltre a sovrapporre all'episodio del fico una sensibilità ecologica completamente sconosciuta al primo secolo, Russell rifiuta qualsiasi lettura simbolica dell'episodio; inoltre sembra aver voluto trovare il passo evangelico in cui Gesù sembra più capriccioso e vendicativo. Non sorprende che si tratti del Gesù di Marco, il più arrabbiato e il meno conciliante con gli apostoli.

Quel che lascia perplessi i lettori di ogni epoca è che Marco afferma chiaramente che non si trattava della stagione dei fichi, insomma quel che Gesù chiedeva alla pianta era anch'esso un miracolo: o forse è la pianta l'unica, tra le creature di Dio, che rifiuta la grazia di Gesù, il quale può seccarla ma non vuole compiere il prodigio opposto: renderla rigogliosa di frutti se lei non li vuole. Il simbolismo abbastanza ovvio per i lettori del Vangelo (ma non per Russell) è col popolo di Israele, che i profeti avevano più volte descritto come un albero da frutto, una vite o un fico. Gesù dunque sembra voler fornire agli apostoli una parabola mimata, nello stile tipico soprattutto del profeta Ezechiele: gli apostoli dovrebbero imparare qualcosa non dalle parole, ma dalle azioni del Maestro. L'albero di fichi è Gerusalemme: Gesù vi ha cercato invano qualcosa di buono, ma non è evidentemente ancora tempo; non resta che mandare tutto all'aria; non a caso Marco prosegue con la cacciata dei mercanti che porterà i farisei a decidere la morte di Gesù.

Ramo, frutto, seme e fiore del fico, da Wikipedia 

Lo stesso episodio torna in Matteo, molto più stringato (21,18-22) malgrado degli evangelisti Matteo sia il più critico nei confronti del popolo ebraico dal quale pure proveniva. Matteo omette il riferimento alla stagione: nel suo racconto il fico si secca immediatamente dopo la maledizione, e gli apostoli se ne sorprendono subito. Ed eccoci all'eterno dilemma su quale sia il primo vangelo: è Marco che prende da Matteo o viceversa? È Matteo che attenua l'episodio di Marco, ne stempera la lettura antiebraica concentrandosi piuttosto sull'aspetto prodigioso? O viceversa è Marco che legge di un piccolo miracolo in Matteo e decide di trasformarlo in una metafora storico-religiosa?

Sia come sia, né il racconto di Marco né quello di Matteo convincono Luca, che in un Gesù maledicente le piante si rifiuta di credere. Luca non capisce la profezia mimata (che del resto è un unicum in tutti i vangeli) e decide di trasformare l'intero episodio in una parabola (13,6-9): non è più Gesù a cercare i fichi, ma un "padrone" ("Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò"). Ma nemmeno a questo padrone l'ambientalista Luca concede di uccidere la pianta: intercede in suo favore il "vignaiolo": "Padrone, lascialo ancora quest'anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l'avvenire; se no, lo taglierai". Il padrone accetta la proposta; il fico per il momento è salvo. Il che oltre a introdurre un dualismo tra un Dio-padrone stanco di essere tradito e un Cristo-vignaiolo incline all'intercessione, conferma terribilmente i miei sospetti su Luca, l'evangelista mansueto come il bue, quello che cerca in ogni atto o detto di Cristo la pietà, la dolcezza. Il che sarebbe magnifico; non fosse che quando questa pietà e questa dolcezza non le trova, Luca se le inventa. Trasformare in una parabola un episodio della vita di Gesù, attestato in due vangeli (uno dei quali Luca conosceva sicuramente) dimostra una certa disinvoltura con le fonti: a Luca non interessa più se il Cristo originale stava emettendo una sentenza nei confronti di un popolo. Luca ha deciso che il suo Cristo sarà misericordioso: i valori che vuole trasmettere vengono prima della fedeltà ai testi originali.

La maledizione del fico, già completamente stemperata in Luca, scompare in Giovanni: il quarto vangelo del resto è il più diverso dei quattro. Può darsi che l'episodio di Natanaele ne sia un'ulteriore rielaborazione: senz'altro è l'unico passo in cui un fico riveste qualche importanza, e come la maledizione descritta da Marco e Matteo, mantiene un'irrisolvibile ambiguità: cos'è successo sotto il fico? Ora che sappiamo che l'albero può rappresentare il popolo di Israele, possiamo meglio inquadrare il saluto di Gesù al nuovo apostolo: "Ecco un vero israelita in cui non c'è frode". La situazione di Marco e Matteo apparirebbe capovolta: Gesù ha controllato l'albero e ha scoperto almeno un frutto senza difetto. Dunque Israele non merita la distruzione - certo, per autorizzare un'interpretazione del genere, Giovanni deve tenere il fico più distante possibile da Gerusalemme, che al momento della composizione del quarto vangelo era già stata rasa al suolo dai Romani. Sappiamo che il testo è l'espressione di comunità cristiane-ebraiche dell'Asia Minore (Efeso e dintorni) che a differenza dei lettori degli altri tre vangeli avevano mantenuto forti legami con la religione originaria e festeggiavano la Pasqua nella data prevista dalla religione ebraica. Due secoli più tardi, un esegeta proveniente dallo stesso ambito culturale, Afraate il Siriaco, collegherà la maledizione del fico all'episodio della Genesi in cui Adamo, dopo aver peccato disobbedendo a Dio, usa foglie di fico per nascondere la sua oscenità. Seccando il fico, Gesù avrebbe annunciato l'espiazione del peccato originale: dopo di lui non ci sarebbe stata più vergogna, né più bisogno di nascondersi. Tornando a Giovanni, il suo Natanaele forse serve ad affermare il concetto: Dio ci ha dato ancora un frutto; non si è scordato del suo albero prediletto, Israele; non lo ha trovato sterile, non lo ha maledetto, non lo ha seccato.

C'è un'ultima leggenda a cui non si può non accennare parlando di fichi e di Gesù: a un fico si sarebbe impiccato Giuda, il traditore, secondo una tradizione antica ma non attestata nei vangeli ufficiali. Oltre alla simbologia ormai chiarita (il frutto del tradimento penzola dall'albero maledetto), può trattarsi di un tentativo dei primi interpreti di mettere d'accordo due versioni diverse e ugualmente attendibili: secondo Matteo, Giuda si impicca per disperazione quando si rende conto che i farisei hanno intenzione di consegnare Gesù ai Romani per farlo condannare a morte (27,1-10). Luca però ha sentito una versione diversa, e negli Atti degli Apostoli la mette in bocca a Pietro (1,18): "Egli dunque acquistò un campo con il salario della sua iniquità; poi, essendosi precipitato, gli si squarciò il ventre, e tutte le sue interiora si sparsero". Come conciliare un Giuda impiccato con un Giuda squarciato dopo una caduta? Una possibilità è che Giuda avesse scelto per impiccarsi un albero che non avrebbe retto il suo peso: una pianta dai rami fragili, come il fico o un suo parente subtropicale, il sicomoro, che ha rami più spessi ma ugualmente soggetti a spezzarsi con poco sforzo. L'albero in questo caso è già simbolo di qualcos'altro: fragilità, incapacità di tenere fede alla promessa data (anche di reggere il peso della colpa), ipocrisia.

Comments (5)

Anonymous wrote ...
Quando lessi il vangelo (da relativamente piccolo) l'episodio del fico mi rimase estremamente impresso per la sua cattiveria. In particolare mi impressiono' che a Gesù non importo' che la stagione non era quella giusta. Sono contento che anche altre persone si interroghino sul senso di questi passi.
9/5/2021, 5:27:00 PM

Leonardo T wrote ...
Meynet non l'ho letto (rimedierò) ma dovrebbe veramente avere degli argomenti eccezionali per chiudere un dibattito millenario. Nel mio piccolo la priorità marciana mi sembra la più convincente perché il Gesù di Marco è il più enigmatico, insomma il più difficile.
8/27/2021, 2:16:00 AM

Anonymous wrote ...
è Marco che prende da Matteo o viceversa?
é ormai riconosciuto come il vangelo più antico quello di marco ( ultimo studio in merito di roland meynet, il vangelo di marco seconda edizione rivista, 2018, ed peeters ). poi, sì, il famigerato libro dei segni e la fonte q, ma per deduzione e senza verificabili riscontri
8/26/2021, 10:00:00 AM

Anonymous wrote ...
Grazie, questa storia del fico e di Gesu' mi ha sempre incuriosito ma non avevo mai capito la metafora nascosta, che rimette a posto le cose.
8/24/2021, 6:50:00 AM

amaryllide wrote ...
" oggi si ritroverebbe di nuovo nei guai con le autorità per quel problemino coi minori che già impensieriva gli ateniesi. "
Sutor, nec ultra crepidam. La pederastia era ampiamente tollerata ad Atene, quello che gli veniva imputato era di insegnargli cose empie come l'ateismo e la sofistica. La Grecia non era cattotalebana, altrimenti non vi sarebbe mai nata la filosofia.
8/24/2021, 12:59:00 AM

Zaccheo, l'esattore buono

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20 agosto ─ San Zaccheo pubblicano (I secolo) 

Scendi che devi offrirmi 
un pranzo
I pubblicani nelle province Romane erano gli esattori delle tasse; non si trattava, malgrado il nome, di funzionari pubblici, bensì di privati in appalto che le tasse le anticipavano ai Romani, dopodiché avevano il tempo e l'agio di farsele restituire dalla cittadinanza. Era abbastanza ovvio che facessero la cresta, visto che campavano di questo. Siccome per il loro mestiere era necessario disporre di una buona liquidità, era anche probabile che molti di loro tra una campagna fiscale e l'altra esercitassero il lucroso mestiere di prestatori a interesse. Insomma, strozzini e amici delle guardie: non sorprende che la gente li detestasse, e invece Gesù li frequentava. Come le prostitute; ma mentre lo scandalo nei confronti della prostituzione è spesso un'attrazione ammantata di ipocrisia, gli esattori delle tasse la gente li odia davvero, non deve sforzarsi. 

Zaccheo è il pubblicano che si arrampica su un sicomoro, a Gerico, per riuscire a vedere Gesù che è appena entrato in città circondato dalla folla. In mezzo a tanti curiosi, Gesù lo riconosce e lo chiama per nome: "scendi subito, Zaccheo, perché oggi devo fermarmi a casa tua". L'episodio è attestato soltanto nel vangelo di Luca (19,1-10). E qui devo confessare una cosa: sto perdendo un po' la mia fiducia in Luca, man mano che invecchio. Fu il primo evangelista di cui abbozzai un profilo, all'inizio di questa cosa: ne ero entusiasta, era il mio evangelista preferito quasi da sempre (vabbe', la cotta giovanile per Giovanni è uno scotto inevitabile, è un po' come i Pink Floyd). Luca è un vero cronista, scrivevo, Luca fa le ricerche e cerca di organizzare il materiale, di non annoiare il lettore con dettagli inutili. Ma avvertivo anche che Luca è un liberal, con un'attenzione particolare per i deboli, gli oppressi e le donne: un tratto incredibilmente moderno, così moderno che a un certo punto ha cominciato a insospettirmi: è come se Luca riuscisse a trovare in ogni situazione l'angolazione perfetta per me. La santa più importante della cristianità, Maria, è un personaggio di Luca: è lui che racconta l'episodio dell'annunciazione (Matteo fa parlare l'angelo a Giuseppe); e lui che le mette in bocca le sublimi parole del Magnificat. Luca fa dire al suo Gesù: "beati i poveri". Non "beati i poveri in ispirito", come Matteo, no: per Luca devono essere beati i poveri, è di loro il Regno dei Cieli: un luogo dove evidentemente è previsto un minimo di giustizia sociale, Matteo non si poneva il problema, Luca lo inventa. Luca è l'evangelista che sente il bisogno di correggere la parabola dei talenti di Matteo, livellando completamente il budget concesso ai servi: i talenti diventano "mine", dal valore molto più modesto, e il padrone prima di partire li divide tra i servi in parti uguali, modificando così il significato di quella paginetta del vangelo che pare fosse l'unica a interessare davvero Margaret Thatcher. Ma come fa insomma Luca a conoscermi così bene? 

La spiegazione più semplice è che Luca mi conosca perché è lui che mi ha fatto così. L'attenzione per i deboli, l'interesse per le figure femminili che si sforza di far uscire dal cono d'ombra, il sogno della comunione dei beni prospettato negli Atti degli Apostoli, non sono cose moderne che riconosco in Luca: sono cose che Luca ha descritto, ed è anche grazie a lui che duemila anni dopo ne parliamo ancora. Ma le ha descritte dal vero o le ha proprio inventate? Quanto Cristo c'è davvero nel vangelo di Luca, quanto Luca c'è nel Cristo che ci piace?

Insomma dieci anni dopo non lo definirei più uno scrupoloso cronista. Che sia un liberal invece non c'è dubbio, è una cosa che traspare ad ogni confronto con gli altri tre autori e soprattutto con quello dei tre che aveva una vera ossessione per il denaro, al punto che tradizionalmente è identificato con Matteo, l'apostolo che faceva lo stesso mestiere di Zaccheo: ed è una coincidenza molto curiosa. L'episodio di Zaccheo è uno dei non pochissimi esempi in cui Luca sembra non volersi accontentare di quello che gli hanno raccontato su Gesù: come se l'episodio della conversione del pubblicano Matteo non lo convincesse del tutto. Luca la conosce, l'ha riportata (anche se chiama Matteo "Levi", come del resto fa l'altro evangelista Marco), però è come se l'obiezione dei Farisei ("Perché mangiate e bevete con quelli delle tasse e con persone di cattiva reputazione?" lo mettesse in imbarazzo. Eppure il suo Gesù ha la risposta pronta: "Quelli che stanno bene non hanno bisogno del medico; invece ne hanno bisogno i malati. Io non sono venuto a chiamare quelli che si credono giusti, ma quelli che si sentono peccatori, perché cambino vita". Tutto giusto, ma è come se Luca sentisse che non basta, perché il suo Levi dopotutto è una comparsa, non torna più: come può essere sicuro il lettore che la vita l'abbia cambiata davvero? Così, per questa esigenza più didattica che biografica che Luca ha di essere chiaro, di non alimentare dubbi nel suo lettore, ecco che decide di far incontrare al suo Gesù un altro esattore, che la vita l'ha già cambiata: il piccolo Zaccheo, che è un pubblicano, certo, ma il meno esoso di tutti: come spiega al Salvatore a pranzo, "io do la metà dei miei beni ai poveri; e se ho frodato qualcuno, restituisco quattro volte tanto".

Possiamo immaginare le obiezioni che avrebbe mosso Matteo, che il denaro lo conosceva in modo meno astratto di Luca: un pubblicano che desse metà del suo gettito ai poveri, quanto ci metterebbe a fallire? E chissà come erano delicati gli occupanti Romani con i rei di insolvenza. Oppure dovrebbe alzare le tasse a tutti, altra cosa rischiosa e in fin dei conti insostenibile. Cosa significa poi "se ho frodato, restituisco quattro volte tanto": truffi i tuoi debitori e poi ti penti subito? Gesù invece approva tutto: "Oggi la salvezza è entrata in questa casa, poiché anche questo è figlio d'Abramo", e subito dopo racconta la parabola delle mine. Insomma l'episodio di Zaccheo è uno dei tanti in cui Luca sembra non volersi accontentare di quello che gli hanno raccontato su Gesù: sembra volerlo interpretare, spiegare, conciliare con una sua idea di Cristo che poi ha avuto una straordinaria fortuna e tutto sommato è anche la mia idea: e però corrisponde molto di più alle idee di Luca che a quello che su di lui raccontano gli altri tre evangelisti. Questa cosa che Gesù frequentasse la feccia della società, come gli esattori, lo infastidiva: l'unico modo per farla rientrare nel suo quadro di Gesù era immaginare un pubblicano diverso da tutti gli altri, un campione di onestà e generosità.

Zaccheo è l'esattore generoso: molto più raro di una prostituta virtuosa, per cui ammetto di fare un po' più fatica a credere che Gesù l'abbia incontrato davvero. Poi, siccome si arrampica sul sicomoro che è un parente subtropicale del fico, potrebbe essere stato ripreso da Giovanni per creare la figura di Natanaele. Ma di quanto siano importanti (e ambigui) i fichi nei vangeli riparleremo presto.

Comments (7)

Paolo Camillini wrote ...
https://www.ilsussidiario.net/news/cultura/2017/7/25/letture-i-conti-di-zaccheo-il-buon-speculatore-del-vangelo/775252/
8/28/2021, 12:28:00 PM

GMR wrote ...
Mi pare Leonardo ci stia insegnando che Luca è una delle origini della mentalità di sinistra.
8/26/2021, 8:11:00 PM

.mau. wrote ...
Appunto, manovra a tenaglia :)
8/21/2021, 3:39:00 PM

Leonardo T wrote ...
Ma magari Paolo avesse avuto un minimo della sensibilità sociale di Luca, no, sono due personalità molto diverse e forse neanche così complementari.
8/20/2021, 7:34:00 PM

Anonymous wrote ...
Il fico è anche l'albero dove Giuda si impiccó. A questo proposito ti segnalo un bel romanzo a tema, La Gloria, di Giuseppe Berto.
8/20/2021, 2:25:00 PM

.mau. wrote ...
(Ping per ricevere le notifiche, puoi cancellare)
8/20/2021, 10:29:00 AM

.mau. wrote ...
E poi si finisce a fare fichi fichi...

(Poi ho capito che stai tacciando a Luca di essere l'amico di Paolo e quindi avere collaborato con lui nella manovra a tenaglia per creare il cristianesimo)
8/20/2021, 10:27:00 AM

Il poeta preferito di Gesù

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9 maggio – Isaia, profeta e poeta

Sappiamo che Gesù sapeva leggere (Luca 4,16). Conosciamo anche il suo scrittore preferito. Basta ascoltare quel che dice, basta ragionare su quel che fa: Gesù è un lettore di Isaia. Lo conosceva bene, lo citava spesso, a volte forse gli usciva di bocca senza neanche che se ne accorgesse. Si vede che lo aveva letto molto. Un lettore laico e spassionato potrebbe aggiungere: lo aveva letto troppo. Isaia potrebbe avergli fatto l'effetto che Chateaubriand e Balzac facevano a Emma Bovary; potrebbe averlo ridotto nel modo in cui i poemi cavallereschi ridussero Don Chisciotte. I Profeti avevano descritto il mondo, ma ora si trattava di cambiarlo: dopo aver letto Isaia, meditato Isaia, sognato Isaia, il carpentiere di Nazareth a un certo punto decise di vivere Isaia. Questo significava anche vivere poco, cosa di cui forse non si rese conto che in seguito.

Quadri ritrovati Monaco
Don Chisciotte e Sancio Panza 
(Honoré Daumier).

Del resto di che autore ci si poteva appassionare, nella Galilea del primo secolo? Parlando di poesia, la Bibbia non è che ne trabocchi. Qualche salmo ispirato (i migliori assomigliano proprio allo stile di Isaia), qualche proverbio azzeccato, un paio di libri che ancora oggi ci sorprendono (Qohelet, Giobbe), e il resto è prosa. La poesia del resto non era lo scopo iniziale dei redattori e dei compilatori. In principio c'era soprattutto da fare storytelling, world building, mettere insieme un po' di leggende e raccontarle in modo non troppo romanzesco e non troppo infantile, tagliando  le contraddizioni, gli errori di continuity. Poi – siccome si parla di un contratto tra Dio e il suo popolo – c'è tutto il capitolato, le leggi e le norme e persino le risultanze di un censimento. Sono le pagine meno eccitanti, ma danno un tocco di realismo. Ai primi cinque libri, attribuiti a Mosè e chiamati Torah, "insegnamento", seguono i Neviìm, i Profeti, una raccolta che all'inizio sembra voler proseguire il racconto storico. Documentano l'invasione della Terra Promessa (Libro di Giosuè), il successivo periodo anarco-tribale (Libro dei Giudici), la nascita di una monarchia unitaria (Libro di Samuele), il momento di massima gloria con l'erezione del tempio di Salomone, la secessione tra regni di Israele e Giuda, la decadenza e le ripetute sconfitte belliche, fino alla deportazione degli ebrei in Babilonia (Libro dei Re), il vero momento cruciale di tutta la Bibbia: l'esodo al contrario.

Qui si interrompe la storia del passato e comincia quella del futuro. La seconda parte infatti ospita i libri più propriamente profetici: Isaia, GeremiaEzechielei Minori. E anche se questi profeti testimoniano da punti di vista diversi la stessa storia contenuta nella prima parte, la descrivono come se dovesse ancora accadere e i migliori ci restituiscono proprio questa sensazione: che tutto debba ancora accadere. Gli ebrei non sono ancora in Babilonia, i cantori del Tempio devono ancora appendere le cetre alle fronde dei salici. Persino gli Assiri devono ancora devastare il Paese da nord. Tutto è già scritto, eppure tutto deve ancora succedere e attenzione: potrebbe ancora non succedere. Dipende dal Popolo Eletto, nel quale il lettore tende a identificarsi, non fosse altro perché come accade nei romanzi di formazione egli è il prediletto di Qualcuno ma ha un'inveterata tendenza a non seguirlo e cacciarsi nei guai. Se solo smettesse di sacrificare a idoli falsi, se solo riconoscesse il Signore come unico Dio, se solo cominciasse a onorarlo come si onora un buon padre, e rispettasse i suoi insegnamenti... e mentre leggiamo sappiamo che non succederà; non quella volta almeno; ma capiamo anche che stavolta tocca a noi.

Come notava un lettore attento come Girolamo, lo stile di Isaia è così lucido che il suo futuro sembra già un passato. Come ha suggerito qualche critico in seguito, questo potrebbe dipendere banalmente dal fatto che le profezie di Isaia sono profezie post eventum, ovvero scritte (o rieditate) dopo i disastri che illustrano. Questo è probabilmente vero per tante pagine in cui si dà conto delle scorrerie degli Assiri e poi della dominazione Babilonese, e persino del successivo periodo Persiano (c'è persino un cantico in onore di Ciro scià di Persia, liberatore di Israele). Sappiamo che Isaia, chiunque fosse, viveva in un piccolo regno destinato a cadere come un vaso di coccio tra i vasi di ferro del tempo, gli imperi che in una fase di crisi tendevano a estendere il loro controllo sulle zone periferiche. Così succedeva ciclicamente da secoli: poco a est di Gerusalemme si potevano vedere le rovine di misteriose città già millenarie come Gerico; fantasticare sul Dio terribile che doveva averle distrutte e sui peccati immondi che gli antichi cittadini dovevano avere commesso per meritare tanta vendetta. La raccolta di Isaia comincia con uno dei brani più scioccanti, dando voce a un Dio letteralmente stomacato dal fumo di sacrifici che non può apprezzare.

"Sono sazio degli olocausti di montoni e del grasso di giovenchi; il sangue di tori e di agnelli e di capri io non lo gradisco. [...] Smettete di presentare offerte inutili, l'incenso è un abominio per me; noviluni, sabati, assemblee sacre, non posso sopportare delitto e solennità. I vostri noviluni e le vostre feste io detesto, sono per me un peso; sono stanco di sopportarli. Quando stendete le mani, io allontano gli occhi da voi. Anche se moltiplicate le preghiere, io non ascolto. Le vostre mani grondano sangue!" (Isaia 1,11-15).

L'Isaia di Michelangelo, con quei piedoni impressionanti (Cappella Sistina).

Questo Dio deluso e arrabbiato, al lettore della Bibbia ormai è familiare. Eppure nessuno gli ha prestato la voce così bene come il profeta-poeta Isaia, al punto da avvalorare il sospetto che sia lui ad averlo immaginato per primo, nell'VIII secolo avanti Cristo, in un luogo e in un tempo in cui il più rigido monoteismo era ancora in fase di formulazione. Gli idoli di pietra legno e gesso (Isaia 44), sono ancora divinità stimate e adorate da gran parte della popolazione; l'idea di rigettarli come manufatti, distruggerli e imporre un unico Dio non rappresentabile è promossa dalla corte di Gerusalemme, presso la quale l'Isaia storico dovrebbe avere avuto un ruolo ufficiale. Se fosse nato nel 765, avrebbe potuto assistere direttamente o indirettamente alla catastrofe del 722: l'invasione assira che pose termine al Regno di Israele di Samaria e Galilea e alla deportazione delle Dieci Tribù Perdute. In seguito gli assiri si sarebbero spinti fino a Gerusalemme; ma proprio le preghiere di Isaia e del pio re Ezechia avrebbero sgominato l'esercito invasore, causando 185mila morti in una notte (38,36). Se questo dettaglio appare poco verosimile, in compenso gli archeologi hanno scoperto che negli anni seguenti all'invasione Assira la popolazione di Gerusalemme e dintorni crebbe drasticamente, probabilmente perché molti ebrei dei territori occupati a nord si erano riversati a sud. Le distruzioni che Isaia immagina, potrebbe averle viste davvero, o essersele fatte raccontare da qualche profugo. Non sono ancora immaginazioni apocalittiche e macchinose come nei profeti più tardi: sono papiri impestati di lacrime sincere, dolore autentico e autentica angoscia perché Isaia e i suoi seguaci hanno la sensazione che tutto possa succedere di nuovo, se Israele non capisce la lezione.

In quel giorno, sette donne afferreranno un uomo e diranno: "Noi mangeremo il nostro pane, ci vestiremo delle nostre vesti; facci solo portare il tuo nome! Togli via da noi il disonore!" (4,1).

Dopo il ritiro degli Assiri, Isaia fa ancora in tempo ad avvertire re Ezechia che Gerusalemme sarà preda dei Babilonesi (39,5); Ezechia però ormai è anziano e si addirittura si rallegra – tratto dissonante e verosimile – perché ci vorrà ancora qualche generazione e lui non ci sarà più (39,8).

Il profeta invece va avanti, anche se non è più l'Isaia storico (secondo una leggenda il successore di Ezechia, l'empio Manasse, lo avrebbe fatto segare in due nel tronco dove si era nascosto). Metà del suo libro in effetti è da attribuire a una "scuola di Isaia", un seguito di discepoli che condivide col maestro non solo il monoteismo rigoroso e l'angoscia per il futuro, ma anche lo stile. I discepoli riprendono anche il concetto messianico, l'idea che le sorti di Israele dipendano da un prescelto. Il maestro aveva previsto che nascesse da una vergine, lo aveva chiamato Emanuele ("Dio con noi"), (7,14) e lo aveva collegato alla dinastia reale di Giuda (il "tronco di Iesse", padre di David, 11,1). Nei papiri dei successori il Messia diventa una figura più drammatica, assume il titolo di "Servo del Signore" e assume i tratti di una vittima sacrificale. "Si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori e noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato. Egli è stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquità" (53,4-5).

Le profezie del libro si estendono per tre secoli, fino al ritorno degli ebrei da Babilonia consentito dallo scià Ciro il Grande a partire dal 538 aC. E anche in seguito, perché mentre i libri storici fanno il loro tempo, un buon libro di poesia è per sempre: cinque secoli dopo ancora Gesù ci trovava qualcosa di fresco e interessante. Sarebbe mai uscito da Nazareth, avrebbe mai abbandonato la stabile attività di carpentiere, se a un certo punto non si fosse lasciato conquistare dall'idea di un Regno di rettitudine dove l'agnello riposerà col leone? Se in lui non avesse iniziato a serpeggiare il sospetto di essere lui il Servo del Signore, il prescelto che doveva essere schernito e flagellato prima di portare la giustizia sulla terra? Persino quella scelta discutibile di consegnarsi alle guardie del Sinedrio; di farsi processare davanti a un procuratore Romano senza dire una parola a sua difesa, assume un senso se si rilegge Isaia 53. Gesù potrebbe aver semplicemente amato così tanto le profezie di quel libro da decidere di realizzarle – a prezzo della sua vita, certo, i lettori veramente affezionati queste cose le fanno.

E se fosse davvero andata così, questo cosa ci insegnerebbe: che la Bibbia è un equivoco? Un profeta del settimo secolo scrive una serie di messaggi per mettere in guardia politici e credenti da una possibile invasione da nord e sulla necessità di stringersi intorno al monarca di una dinastia blasonata; però li scrive così bene che secoli dopo la gente continua a leggere i suoi versetti completamente decontestualizzati, continua ad aspettare un Messia anche se la stirpe di David si è estinta, e a sognare la caduta di Babilonia – Babilonia nel frattempo è effettivamente caduta, ma Isaia è così bravo a scriverne che speriamo tutti che si riferisca a qualche altra città tronfia e arrogante, speriamo tutti che ancora si realizzi, lo speriamo così tanto che ogni tanto succede, e ogni volta che succede è la prova che Isaia non sbagliava. Il suo libro è una profezia che si autoavvera.

Gabriele "D'Annunzio" Rapagnetta

I poeti hanno spesso ragione. Suona un po' retorico e molto crociano, ma se ci riflettete. Tutto quello che a distanza di secoli riconosciamo come poesia, è sempre qualcosa di talmente lucido che riusciamo a specchiarci. Noi in teoria non abbiamo più nulla in comune con Publio Virgilio Marone, ma agnosco veteris vestigia flammae sappiamo tutti cosa vuol dire, sappiamo tutti che è vero e lo è per tutti noi, e lo sarà ancora per qualche generazione. E se non piangi, di che pianger suoli? Di me medesmo meco mi vergogno. Ô vraiment marâtre Nature. The bustle in a house the morning after death. E l'infinita vanità del tutto. I poeti dicono la verità, tranne ovviamente D'Annunzio. No, in realtà la maggior parte dice sciocchezze (come D'Annunzio), e infatti smettiamo di leggerli, perché dopo un po' le pietre colorate ci stancano, mentre di quelle che ci specchiano non ci liberiamo mai. Per distinguere il diamante dal coccio di vetro, più che occhio e gusto ci vuole tempo, tantissimo tempo. È peggio che piantar datteri: tu verga pure i tuoi versicoli e spera che ogni tanto qualcuno li ristampi, ma già sai che ci vorranno secoli per capire se hai eretto davvero un monumentum aere perennium, o sottoscritto tonnellate di carta da macero.

Isaia ce l'ha fatta. Anche se non avete mai aperto una Bibbia in vita vostra: ugualmente qualche suo verso lo conoscete, e vivete in un mondo cambiato dai lettori di Isaia. Oppure avete visto Matrix, o qualsiasi altra saga che abbia per protagonista il Prescelto, ecco: quella è un'idea di Isaia. Potrebbe essere il poeta più antico che conoscete: se la gioca con Omero. Quest'ultimo è senz'altro un miglior narratore, un più attento osservatore, soprattutto quando c'è da descrivere fatti di sangue cui deve avere assistito direttamente. Isaia è meno trucido: la violenza non lo attira, preferirebbe che i nemici fossero annientati direttamente da Dio nel modo più astratto e pietoso possibile, senza spargimenti di sangue. Insomma non ha fatto il militare, Isaia; ma ci ha regalato in fondo a tanti papiri intrisi d'angoscia l'immagine di un mondo di pace e soprattutto l'ipotesi che quel mondo non sia un ricordo di un passato perduto – come per i Greci e poi per i Romani – ma qualcosa che può ancora avvenire: un seme che darà frutto, un regno di rettitudine.

"Certo, ancora un po' e il Libano si cambierà in un frutteto, e il frutteto sarà considerato una selva. Udranno in quel giorno i sordi le parole di un libro; liberati dall'oscurità e dalle tenebre, gli occhi dei ciechi vedranno. Gli umili si rallegreranno di nuovo nel Signore, i più poveri gioiranno nel Santo di Israele. Perché il tiranno non sarà più, sparirà il beffardo, saranno eliminati quanti tramano iniquità, quanti con la parola rendono colpevoli gli altri, quanti alla porta tendono tranelli al giudice e rovinano il giusto per un nulla" (29,17-22).

È un'idea per cui vivere, anche se spesso si tratta di vivere tragicamente e poco. Ma è un'idea. Isaia l'ha immaginata, Gesù l'ha vissuta, i suoi seguaci hanno continuato a imitarlo per secoli, ed eccoci qui. Babilonia può cadere da un giorno all'altro, Dio lo ha già fatto più volte, può rifarlo. Dipende solo da noi. Il Signore ha già spezzato la verga degli iniqui, il bastone dei dominatori, di colui che percuoteva i popoli nel suo furore, con colpi senza fine, che dominava con furia le genti con una tirannia senza respiro. Riposa ora tranquilla tutta la terra: ed erompe in grida di gioia.

Comments (4)

Michele wrote ...
Grazie per questo articolo davvero interessante e stimolante. A fine lettura mi restano però alcuni dubbi sulle idee sostenute:
- Se Gesù da una parte si ispira a Isaia, dall'altra ha una profonda discontinuità con lui. Quando la gente lo paragona a uno dei profeti non rimane entusiasta da questo avvicinamento. In Gesù ci sono aspetti come la misericordia che supera la giustizia, l'amicizia con i peccatori, la paternità di Dio... che lo differenziano dal libro di Isaia. Per non parlare della sua coscienza della divinità (quando perdona i peccati o si definisce uguale al Padre).
- C'è poi una differenza al contrario con il Trito Isaia nel quale è già presente una vocazione universale di Israele, mentre Gesù quando inizia il suo ministero è convinto che deve rivolgersi soltanto alle pecore perdute del suo popolo.
- Isaia come una profezia che con Gesù si autoavvera: nei racconti della passione non è solo Gesù che si comporta come profetizzato nei canti del Deutero Isaia, ma anche i personaggi intorno a lui: i soldati che si dividono le vesti, i flagellatori, quelli che lo trafiggono. Si tratta di invenzioni letterarie di Giovanni? Ma questo non è così semplice da dimostrare...
Grazie per l'occasione di confronto.
Michele M.
9/11/2021, 9:51:00 AM

Leonardo T wrote ...
Ne hanno letto qualche riga su Pagina3: https://www.raiplayradio.it/audio/2021/05/PAGINA-3-e19d2d9a-4e8c-40b5-8d0b-9bd821a78912.html?wt_mc=2.www.fb.raiplayradio_ContentItem-e19d2d9a-4e8c-40b5-8d0b-9bd821a78912.&wt&fbclid=IwAR1YtHAa-nGVi7Wnp56PCf_G_D7x-k9xE2gqvapqgbhd1DGy8cTv40zD-L0
5/13/2021, 5:23:00 PM

Karmelove wrote ...
Bello fresco e profondo: è stato come svolazzare su una foresta accompagnato dal canto delle cinciallegre.
5/13/2021, 4:35:00 PM

Anonymous wrote ...
Bellissimo post!
5/11/2021, 9:10:00 PM

Cos'è una croce?

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14 settembre - Esaltazione della Croce

Velazquez
[2012]. C'è la mamma di Daniele Luttazzi che si fa il segno della croce con un dito. Il papà la vede e le dice: "sei fortunata che non l'hanno impalato, sennò..." Di questa battuta, che ovviamente deve essere completata da un gesto preciso della mano destra, Luttazzi andava (va?) particolarmente fiero. "Mi piace", diceva, "il fatto che da questo momento in poi non riuscirete più a guardare un crocefisso senza pensarci". Qualche anno fa ci fu un caso un po' penoso di cui forse avete sentito parlare: Luttazzi dovette riconoscere che molte battute di cui si arrogava la paternità non erano farina del suo sacco. Il Cristo impalato però continuò a rivendicarlo, ignorando forse che qualche anno prima Paolo Poli era stato molto più sintetico e brutale: "Se Gesù fosse stato impalato, i Santi dove le avrebbero le stimmate?" Che Luttazzi possa non aver conosciuto la battuta di Poli è quasi probabile; difficile che ignorasse quella (già parecchio diversa) di uno dei suoi numi tutelari, Lenny Bruce: "Se Gesù fosse stato ucciso venti anni fa, i bambini delle scuole cattoliche porterebbero intorno al collo delle piccole sedie elettriche". Dove non è chiaro se Bruce ce l'avesse più coi cattolici o più con la pena di morte, ma questo era forse il bello di Bruce. Il quale a sua volta magari pescava da Heinrich Böll: "È una fortuna per gli esteti che la croce fosse lo strumento di morte abituale in Palestina, altrimenti dovrebbero appendere in camera da letto una ghigliottina o una forca". Böll a sua volta non poteva veramente ignorare quel famoso frammento del Discorso veritiero dove il filosofo Celso (II secolo dopo Cristo) scrive:
E dovunque da loro troverai l’albero della vita, e la resurrezione della carne dall’albero: questo, credo, perché il loro maestro fu inchiodato alla croce ed era di professione carpentiere. Così, se per caso egli fosse stato buttato giù da un dirupo, o spinto in un burrone, o strangolato con un capestro, o fosse stato ciabattino oppure scalpellino o fabbro, al di sopra dei cieli vi sarebbe un... dirupo di vita? O un burrone di resurrezione? O una corda di immortalità, o una pietra beata, o un ferro d’amore, o un cuoio santo? Ma quale vecchia intenta a canticchiare una fiaba per ninnare un bambino non si vergognerebbe di sussurrare cose del genere?
Il salto bimillenario tra Celso e Böll è dovuto - oltre alla mia ignoranza - dal fatto che in mezzo c'è stato un periodo in cui in Europa davvero, scherzare sul crocefisso non era molto consigliabile - meno di quanto lo sia oggi satirizzare su Maometto e la sua barba. Lo stesso Celso non ha avuto molta fortuna: la sua opera ha circolato liberamente finché i cristiani non hanno preso il possesso delle biblioteche, poi è rapidamente scomparsa. I frammenti che ci sono rimasti li ha salvati il suo miglior nemico, Origene, che per confutarlo scrisse un intero trattato, in cui non poteva evitare di citarlo. Se solo la Chiesa avesse avuto più apologeti alla Origene, e meno censori e raschiatori di codici antichi... ma raschiare è un risparmio, confutare è faticoso, insomma, è andata così. 

Un politico italiano in un'apparizione pubblica, ai tempi della prima sentenza.

Che il crocefisso, l'effigie di un cadavere esposta alla venerazione, sia qualcosa di scandaloso non è dunque una scoperta di Luttazzi. Lo era ai tempi di Paolo di Tarso, (1 Corinzi 22-24) lo era tre anni fa quando una signora italo-finlandese rivolse alla Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo più o meno il seguente quesito: mio figlio in Italia è costretto a studiare in una stanza dove è appeso il similacro di un uomo torturato e sanguinante, è legale questa cosa? La Corte in un primo momento disse no, sollevando un polverone che si era già abbondantemente posato quando nel marzo 2011 cambiò idea (il che è sempre sbagliato, parlo per me: il crocefisso appeso non mi dà fastidio, me ne danno di più i giudici che cambiano idea). Nel frattempo in molte aule e luoghi pubblici il simulacro continua a essere esposto con i chiodi e le ferite e tutto quanto. A causa di un bizzarro fenomeno di assuefazione culturale, la maggior parte degli italiani (e dei cattolici in generale, forse) non ci fa caso. Ovvero: facciamo tutti caso a un crocefisso, quando c'è, e magari litighiamo sul suo significato politico-storico-religioso-identitario, ma non lo guardiamo mai veramente per quel che è. Il fatto che descriva, con orripilante realismo, l'aspetto di un uomo torturato a morte, non colpisce quasi mai la nostra attenzione. Bisogna che arrivi Daniele Luttazzi con una battuta (o Paolo Poli, o Lenny Bruce, o chi volete).

In ogni caso io ho una risposta per Luttazzi e per Poli: se in luogo di essere crocifisso - la punizione capitale che veniva inflitta più frequentemente agli schiavi ribelli nelle province romane - Gesù fosse stato impalato, ebbene, i cristiani di oggi farebbero lo stesso identico segno della croce: e i santi continuerebbero a mostrare stimmate alle mani, ai piedi, al costato. Come faccio a saperlo? La domanda è malposta. Chiediamoci piuttosto: come facciamo a sapere che Gesù è stato davvero crocefisso? Siamo sicuri che non sia stato piuttosto impalato, o strangolato, o precipitato in un burrone? In realtà no, non siamo sicuri di nulla. Persino se decidiamo di prendere per buoni i vangeli, ci rimangono ancora ampi margini di dubbio. Ma come, direte, nei vangeli la croce c'è (anzi, ce ne sono tre). Sì, ma qui sta appunto il problema: cosa significa "croce" nei vangeli? Oggi il primo significato a cui associo la parola non è nemmeno religioso, ma geometrico: la croce è l'incrocio di due segmenti, c'è quella latina col braccio basso più lungo, mentre quella greca è un equilatero, eccetera. La Croce Rossa, la Croce del Sud, non ci sono dubbi su cosa sia una croce. Oggi. Ma per i contemporanei di Gesù la parola latina "crux", la parola greca σταυρός, indicavano per prima cosa il più orribile e umiliante dei supplizi capitali. La forma dello strumento di tortura era secondaria: una "crux" poteva avere diverse forme. I pali non avevano necessariamente la forma che vediamo nei dipinti, e non erano necessariamente due: un uomo inchiodato o legato a un solo palo era ugualmente "crocefisso". E i vangeli, anche se parlano di croci, non le descrivono mai. Dunque perché noi ci immaginiamo la croce fatta proprio in un certo modo? Perché ci facciamo il segno della croce proprio in un certo modo? 

Ma li inchiodavano davvero? In Giudea sì: il reperto a destra (I sec. dC) è stato ritrovato in Israele (a sinistra una ricostruzione).



Chiunque abbia discusso un po' con un testimone di Geova conosce l'argomento: Gesù potrebbe benissimo essere stato fissato a un semplice palo di tortura. La croce dei cristiani sarebbe un simbolo pagano preesistente, un idolo riciclato, un mandala.Ipotesi affascinante, ma probabilmente errata. Nel primo secolo dopo Cristo la crocifissione era ormai una procedura standard, che i Romani praticavano più o meno nello stesso modo ovunque gli schiavi dessero problemi. In un primo momento (1) si fustigava il condannato (senza esagerare, altrimenti moriva lì: quando ci si mettevano i Romani ti tiravano fuori le ossa a nerbate); si procedeva quindi (2) a fissare le braccia a un travicello (patibulum), con corde e/o inchiodando i polsi; così conciato (3) lo si conduceva nel luogo dell'esecuzione, spesso su un'altura - e il percorso in salita, col patibulum già attaccato alla schiena, era un'ulteriore tortura - ivi giunti (4) si innalzava il condannato su un palo verticale conficcato al suolo, fino a un'altezza di tre metri, dove il patibulum veniva assicurato al palo medesimo. Infine (5) si legavano (o inchiodavano) i piedi, e si aspettava. Ancor più che una forma di tortura, la croce era un'umiliazione: l'esposizione del moribondo, che poteva durare giorni interi, e spesso proseguiva ben oltre il decesso - le spoglie di solito non venivano sepolte, finivano in discarica. Tuttora non siamo sicuri sul modo in cui i condannati spirassero (dissanguamento? asfissia?); sappiamo che potevano rimanere appesi per giorni e notti. Qualcuno riusciva anche a staccarsi e farla franca. In qualsiasi momento comunque l'autorità poteva decidere di tagliar corto e ordinare agli aguzzini di praticare il crucifragium, ovvero la rottura delle ossa delle gambe. A quel punto i condannati, non potendo più reggersi, morivano soffocati. Fu la sorte dei due ladroni crocifissi con Gesù, il quale invece era già morto quando il legionario incaricato  andò a controllare. I racconti evangelici (piuttosto realistici, eclissi a parte) sono sostanzialmente compatibili con questa procedura standard, il che ci porta a concludere che la forma più probabile della croce sia proprio quella che troviamo appesa nelle aule scolastiche. 

Sullo stendardo di Costantino c'era il Chi-Ro (X+P), non la croce. In epoca precristiana rappresentava ChRonos, il Tempo. Quando l'imperatore apostata, Giuliano, lo fa rimuovere da un monumento allo zio Costantino (360 ca.), il Chi-Ro è già un simbolo cristiano.


Però non possiamo esserne sicuri. Gesù potrebbe essere stato inchiodato (o legato) a una croce di Sant'Andrea, o a una forca, e persino a un palo solo: e anche se è abbastanza improbabile che sia stato impalato nella maniera suggerita da Luttazzi e Poli (un supplizio non attestato presso Romani né Ebrei) immaginiamo per assurdo che un orrore del genere fosse successo: i cristiani hanno avuto più di mille anni per cancellare le evidenze e rimodellare la scena nel modo più scenografico possibile. Alla croce - come la intendiamo oggi - dovevano arrivarci per forza. È la forma più fotogenica, la più adatta ad attirare l'attenzione di chi rimira la pala d'altare: è simmetrica, rigogliosa di simbologie (i quattro punti cardinali) e, come già notava Origene, dietro la maschera di dolore ci mostra un abbraccio. Se non esistesse il crocefisso, insomma, lo avrebbero inventato. E non è da escludere che lo abbiano fatto, magari in un secondo momento. Non siamo nemmeno sicuri che i cristiani riconoscessero nella croce un simbolo cristiano, almeno fino al quarto secolo. Fino a quel momento il segno più spesso associato alla religione di Gesù era l'ichthýs (un pesce stilizzato); anche sotto Costantino viene spesso utilizzato il monogramma Chi-Ro, che sovrappone le prime due lettere della parola Christos. A dire il vero un crocefisso databile nel primo o secondo secolo c'è, ma pone un problema: non è un esattamente un simbolo religioso, anzi: è uno sgorbio osceno. 

"Prega il tuo Dio, Alessameno!"




Siamo sempre a scuola (il Paedagogium, un collegio sul colle Palatino). Pensate, il primo crocefisso a scuola non l'ha messo un prof di religione, ma lo ha inciso con un temperino un ragazzo che voleva sfottere un compagno, Alessameno, dal nome greco e dalla religione esotica. L'intento parodico è evidente nella scelta di raffigurare Gesù con una testa d'asino. I cristiani venivano chiamati confidenzialmente "asini che portano misteri", e venivano spesso accusati di adorare un Dio mezzo uomo mezzo mulo. Il disegnino scolastico più studiato della storia dell'uomo descrive sommariamente una croce proprio come ce la immaginiamo e come la disegnerebbe un ragazzino con un punteruolo, con il dettaglio realistico del predellino per i piedi (che veniva tolto quando si voleva accelerare il decesso). La sgraziata didascalia ("Alessameno venera il suo DIO") suona ai nostri orecchi postmoderni decisamente bullistica. Però anche questa in fin dei conti è una ricostruzione a posteriori: vediamo un crocefisso e lo riconduciamo immediatamente a Gesù, ma a quei tempi si crocifiggeva un po' chiunque; il Dio di Alessameno potrebbe anche essere qualche altra entità asinocefala.  Per vedere un Cristo in croce in una raffigurazione ufficiale dobbiamo aspettare il quinto secolo, quando compare tra i ladroni in una formella della porta lignea della basilica di Santa Sabina a Roma. Ma anche in questo caso - esempio interessante di autocensura - le croci non si vedono: sono del tutto coperte dai corpi dei suppliziati. Come se  piuttosto che un simbolo venerabile fossero ancora un tabù, qualcosa che indubbiamente c'è ma che è meglio non mostrare.

 

 Ancora negli anni di impero di Costantino, il sovrano che promulgò la libertà di culto (313) e forse si convertì e forse no, che forse vide una croce in cielo e forse no, gli schiavi ribelli continuavano a essere appesi a delle croci. La cose andò avanti fino a Teodosio, l'imperatore che nel 380 proclamò il cristianesimo religione di Stato. Fino a quel momento la croce richiamava l'umiliazione, la tortura e la morte. Certo, Costantino aveva raccontato al suo amico e biografo cristiano, Eusebio di Cesarea, di aver visto la croce iscritta nel sole alla vigilia della battaglia decisiva di Ponte Milvio. Il racconto non doveva essere molto convincente, se ne dubitava perfino Eusebio, che avrebbe avuto invece tutto l'interesse a propagarlo con entusiasmo. C'è da dire che di visioni di Costantino ne circolavano tante: in un tempio di Apollo a Treviri avrebbe visto tre X sormontate di alloro, per un totale di 30 (XXX) anni di vittorie; molti suoi legionari adoravano il Dio Mitra e portavano sugli scudi una croce simile al Chi-Ro. Magari Costantino amava modellare la storiella sulla fede del suo interlocutore: ai cristiani raccontava di una croce, ai pagani di Apollo e dell'alloro, se avesse avuto legionari indù gli avrebbe raccontato di quella volta che strinse le mani alla Dea Kalì. Era un dittatore militare che si barcamenava come poteva in un momento di forti tensioni religiose. Non si battezzò che in punto di morte, e chissà quanti altri sacerdoti e santoni ricevette sul medesimo letto. La sua immagine di imperatore cristiano dipende semplicemente dal fatto che mezzo secolo dopo i cristiani avevano vinto, ed erano liberi di raccontare la storia come meglio credevano, coi simboli che credevano.Ancor più che a Costantino, la croce fu associata a sua madre, l'imperatrice Elena, che rispetto al figlio aveva l'indubbio vantaggio di essere riconosciuta come santa. È a lei che viene attribuito il ritrovamento della Vera Croce a Gerusalemme, durante la demolizione del tempio pagano che occupava il luogo del Santo sepolcro. All'inizio il 14 settembre era semplicemente l'anniversario dell'inaugurazione della basilica, nel 335; i primi resoconti in cui compare la croce risalgono a una decina d'anni dopo. La reliquia diviene ovviamente il fulcro dei pellegrinaggi a Gerusalemme, anche se molto presto perde i suoi attributi più preziosi, i chiodi. Già prima di Cristo i chiodi dei crocefissi erano considerati potenti talismani. Quelli della vera croce, trasportati a Costantinopoli, finiscono un po' dappertutto: fusi negli elmi imperiali, nei morsi dei cavalli, sulla Sacra Lancia, nella corona ferrea, nel duomo di Milano, ovunque. 

La croce schiodata rimane a Gerusalemme per tutto l'Alto Medioevo - con un breve intermezzo tra il 614 - quando lo Scià Cosroe II saccheggia la città - e il 628, quando Eraclio lo sconfigge e recupera la reliquia. I conquistatori arabi, sopraggiunti poco dopo, non sembrano porre problemi. Le cose cambiano con l'arrivo dei più intransigenti turchi, ma siamo già verso l'anno Mille. È in quel momento che della Vera Croce si perdono le tracce. Ne ricompare un grosso frammento, incastonato in una croce d'oro, nel 1099, durante l'assedio crociato di Gerusalemme (quello che terminerà con un massacro indiscriminato). Come al solito in questi casi l'unico certificato di autenticità è l'entusiasmo dei fedeli, e la loro vittoria finale. La reliquia era tuttavia destinata a venire nuovamente smarrita nel giro di un secolo, a causa dell'abitudine crociata di portarla in processione durante le battaglie, battaglie che sempre più spesso i crociati perdevano. La Croce scompare durante la catastrofe tattico-logistica di Hattin, l'assurda battaglia del 1187 magistralmente descritta da Ridley Scott in Kingdom of Heaven, un titolo che non vi dice niente, vero? In italiano si chiama Le crociate con Orlando Bloom, io perlomeno quando lo proietto a scuola lo chiamo sempre così e tutti lo apprezzano, forse perché sperano che da un momento all'altro saltabecchi fuori Jack Sparrow - e invece si ritrovano davanti Edward Norton nei panni del re lebbroso, una magistrale interpretazione, ma non divaghiamo. 

Ridley Scott, Kingdom of Heaven, AKA "Le crociate con Orlando Bloom", 2005.

Dopo Hattin i cristiani sono costretti a evacuare Gerusalemme: il prode sultano Saladino decide di non vendicare il massacro del 1099 (lode ad Allah il Misericordioso). Di pezzi di croce a Gerusalemme non se ne troveranno più, ma non importa. I pellegrini avevano avuto quasi un secolo a disposizione per andarla a vedere, e si sa cosa succede in questi casi, no? Ognuno fa quel che può per portarsene a casa un pezzetto. La proliferazione di Veri Frammenti della Vera Croce in tutte le chiese della cristianità occidentale diventa nel giro di qualche secolo un fenomeno imbarazzante per i cristiani stessi, al punto che qualcuno comincia a ipotizzare una virtù miracolosa del legno originale, che gli consentiva di riduplicarsi all'infinito. Una toppa del genere era peggio del buco, visto che prefigurava una vera e propria inflazione di Veri Frammenti: la riproducibilità ne avrebbe fatto crollare il prezzo. Al contrario ogni monastero o diocesi o pieve ci teneva a ribadire l'originalità e la rarità del suo Frammento, e la cosa andò talmente avanti che nel Cinquecento in Europa si sarebbe potuto riempire un'intera nave soltanto di Veri Frammenti. Così almeno scriveva Calvino nel suo Trattato delle reliquie. Solo nel 1870 uno studioso francese (Rohault de Fleury) si prese la briga di inventariare davvero tutti i Frammenti ritrovati e sommarne la cubatura, ottenendo una stima insospettabilmente bassa, 0,004 metri cubi: perfettamente compatibile con il volume di una croce che doveva aggirarsi intorno agli 0,178 metri cubi. Certo, in mezzo c'erano tre secoli di guerre religiose, dinastiche e napoleoniche: magari molta legna si era persa per strada. Il minuscolo pezzettino della mia chiesa di Sorbara è ancora lì, immagino. Mal che vada ne grattugeremo un'altra briciola dal pezzo che sta all'abbazia di Nonantola, sei chilometri più in là. Rigettato dai protestanti, il crocefisso si è legato sempre di più all'iconografia cattolica, che dalla Controriforma in poi, tra Sacri Cuori coronati di spine, e amputazioni di martiri, e miracolose emorragie, ha scoperto una certa tendenza al Grand Guignol spirituale. È curioso che dopo esser cresciuti in mezzo a immagini del genere, tanti di noi se la prendano coi film e i videogiochi che banalizzano la violenza. Il crocefisso funziona allo stesso modo: ti mette sotto il naso un uomo agonizzante o cadavere, finché non ci fai più caso, finché non diventa un semplice simbolo religioso o identitario o politico a cui associ qualsiasi significato tranne quello della carne e del sangue. Bisogna che arrivi qualcuno da lontano, ogni tanto, a ricordarcelo. Forse basterebbe davvero toglierlo dalle pareti, e aspettare che torni il bullo archetipico, il compagno di Alessameno, che ce lo incida sul banco per spremerci una fitta al cuore.
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La santa prostituta che non lo era (prostituta)

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22 luglio - Santa Maria Maddalena, non più peccatrice (I secolo).

[2012]. A Maddalena, che lo vede per prima risorto, Gesù dice una cosa curiosa, che nella versione latina suona 
Noli me tangere, "non mi toccare". Perché Maddalena non lo può toccare? Eppure più tardi Gesù acconsentirà a farsi tastare le piaghe da Tommaso, l'apostolo incredulo. Forse perché Maddalena è donna? perché ha un passato discutibile? Ma in realtà nell'originale greco si capisce che Maddalena è già riuscito a toccarlo: più che "non mi toccare" è un "lasciami andare", "mollami". Toccarsi insomma era consentito, ma forse Maddalena insisteva troppo, non lo lasciava andare più, mentre Gesù aveva altre cose da fare, un impegno a Emmaus di lì a poche ore, eccetera. Eppure per secoli in occidente i pittori la scena l'hanno dipinta come se tra Gesù risorto e la donna a lui più vicina ci fosse un abisso. È che Maddalena è proprio difficile da maneggiare.

Di solito scrivere un'agiografia consiste nel trasformare un peccatore in un santo. Si tratta insomma di prendere la vita di un uomo / una donna, enfatizzare le buone azioni e levare le magagne più grosse. Con Santa Maria Maddalena, che pure è un personaggio di primo piano, la cosa è andata in un modo diverso: è da duemila anni che la consideriamo una ex prostituta, e semplicemente non è vero. Cioè, basta tornare ai vangeli: in nessun punto vi è scritto che Maria di Magdala facesse quel mestiere. C'è poi qualche 'peccatrice', nei vangeli, con le quali Gesù si mostra piuttosto tollerante, ma non è chiaro se siano prostitute o semplicemente adultere. C'è quella che lava i piedi a Gesù con le sue lacrime, glieli asciuga coi capelli (portare i capelli sciolti nella Giudea del tempo era già un segno eloquente di vita non irreprensibile), e forse è la stessa che lo unge davanti a tutti, in quella che un fariseo del tempo avrebbe potuto prendere per una caricatura di un'unzione regale. Il vangelo di Giovanni, che è il più tardo, ma come vedremo ha un rapporto particolare con la figura di Maddalena, chiama questa peccatrice "Maria", e soggiunge che era la sorella di Lazzaro e Marta, che si venerano tra sette giorni. Vale la pena di ricordare che il nome "Maria" ("Miriam", la sorella di Mosè) era già al tempo il più diffuso nella zona: basandosi sulle incisioni funerarie, gli archeologi hanno calcolato che il 25% della popolazione femminile portasse quel nome.

Nei vangeli di Marie ce ne sono parecchie, al punto che risulta impossibile contarle perché è chiaro che gli stessi evangelisti – già piuttosto elusivi sui nomi e i ruoli degli apostoli – semplicemente non ci si raccapezzano. Questo è un dettaglio verosimile: chi si metteva a scrivere dopo decenni di narrazioni orali poteva facilmente confondere le figure femminili che dalla morte di Gesù non avevano più avuto molto peso nel movimento dei cristiani, e stavano invecchiando da qualche parte in Palestina o altrove. Per prima c'è la madre di Gesù (che non in tutti i vangeli è chiamata "Maria"); poi la Maddalena, che non necessariamente si prostituisce ma sicuramente viene esorcizzata da Gesù, che le toglie dal corpo "sette demoni", fa parte del suo entourage più ristretto ed è testimone oculare della resurrezione (il nome forse deriva da un paese sul lago di Tiberiade, Magdala appunto, forse dall'ebraico migdal, "torre", "fortezza"); c'è poi la sorella di Marta e di Lazzaro, detta anche Maria di Betania; e ancora un'altra figura dell'entourage apostolico, Maria madre di Giacomo (il quale a sua volta potrebbe anche essere il fratello di Gesù...) A un certo punto a papa Gregorio le tre Marie sodali degli apostoli devono essere sembrate troppe, visto che si permise in un'omelia di ridurle a una sola; poi, siccome almeno una delle tre, in almeno un Vangelo, era chiamata "peccatrice", se ne dedusse che oltre a una e trina la Maddalena dovesse pure essere prostituta.

Maddalena penitente,
Georges de La Tour, 1640.
Se è stata una calunnia, pure non è mancata qualche conseguenza positiva. Pur restando ai margini della società, le prostitute hanno potuto contare su una protettrice di primo rango, una che a Gesù dava del tu. E il fatto che Cristo risorto preferisse apparire per primo a un'ex puttana, piuttosto che agli undici patriarchi della Chiesa Apostolica, ha dato a qualcuno la possibilità di intendere il cristianesimo come una religione un pelo meno maschilista ed elitaria di altre (anche se l'immagine di un Gesù gioviale frequentatore di meretrici è un'altra proiezione; non le lapida, ma le perdona, purché "non pecchino più"). Nel frattempo i pittori hanno potuto raffigurare, nelle crocefissioni e deposizioni e apparizioni, almeno una donna coi capelli sciolti. Molto presto hanno deciso che doveva averli rossi. La riduzione di una seguace di Gesù a prostituta potrebbe avere avuto semplicemente questo senso: più basso era il peccato, più orribile il mestiere, più gloriosa appariva la redenzione. Un Dio che perdona le puttane è uno che davvero può salvare chiunque, non fa una grinza.

Mary, mmm, that is good.
Però forse c'è dell'altro. C'è che se le togli quella patina di peccatrice, Maddalena diventa un personaggio un po' più difficile da gestire, per una Chiesa governata dai maschi. Alcuni dettagli sono imbarazzanti: per esempio: da Luca e Marco sappiamo che prima di incontrare Gesù era un'ossessa. Non sappiamo che tipo di disturbi avesse: deliri? Allucinazioni? Però lo stesso Marco - e Giovanni è d'accordo - affermano che fu lei la prima a vedere Gesù risorto. A quel punto non sorprende che gli apostoli non ci abbiano creduto; altrimenti saremmo portati a pensare che si siano lasciati suggestionare da una persona che in passato aveva manifestato segni di squilibrio mentale. Peraltro ai tempi di Gesù la testimonianza delle donne, ossesse o no, non era accettata in sede legale. Non stupisce che Paolo qualche anno dopo non ne faccia menzione ai Corinti: per lui Gesù risorto era riapparso, prima a Pietro "e poi ai Dodici" (Giuda Iscariota era già stato rimpiazzato). Maddalena è come se non ci fosse mai stata. Probabilmente Paolo non si pone nemmeno il problema se la sua apparizione sia reale o no; in ogni caso è stata un'apparizione a una donna, e le donne, per Paolo, non contano. Però, per sgombrare proprio ogni dubbio, a un certo punto si fa strada almeno nella Chiesa d'occidente l'idea che i "sette demoni" scacciati da Gesù non siano i sintomi di una possessione demoniaca, ma i peccati associati alla professione del meretricio. Meglio puttana che isterica - se mi è consentito condensare in poche parole il risultato di un dibattito secolare tra padri della Chiesa, teologi e agiografi e pontefici. Non puoi costruire seri dogmi di fede sulle testimonianze di un'indemoniata: puttana è meglio, dà più affidamento.

Poi c'è la questione del rapporto con Gesù. Per quanto scarsi, i riferimenti dei vangeli alla Maddalena sono sufficienti a farne la seconda donna più importante, dopo la Madonna – però Gesù non le risponde mai male, come si permette di fare qualche volta con la mamma. A quel punto la chiacchiera era inevitabile: insomma, Gesù è un trentenne, c'è questa tizia che lo segue per tutti i vangeli, vuoi vedere che...? Non è una deviazione moderna, se ne parlava già nei primi secoli, lontano dai centri di irradiazione maschile del credo ortodosso, nei circoli (spesso femminili) dove ribolliva quel brodo di credenze che per comodità chiamiamo Gnosi.

La Gnosi è un fenomeno un po' troppo complesso per spiegarlo qui. Grosso modo si trattava della new age del primo secolo: una serie di credenze misteriche che a volte pre-esistevano al cristianesimo, ma non tardarono ad agganciarsi alla figura di Gesù. C'è ancora da precisare che quelle che oggi chiamiamo "sette gnostiche" non avevano la percezione di esserlo: si consideravano cristiani pure loro. Ci volle qualche secolo, qualche concilio, qualche processo per eresia, perché si chiarisse il discrimine tra cristianesimo e gnosi. E siccome la storia la scrivono i vincitori, e spesso i libri dei perdenti vanno distrutti, noi non abbiamo un'idea nitida di quella che poi si è deciso di chiamare Gnosi. Però qualche paletto interessante possiamo piantarlo. Per esempio: gli gnostici si rifanno a rivelazioni che Gesù non avrebbe fatto a tutti, ma solo a un gruppo ristretto di "iniziati". Per contro, il cristianesimo è orgogliosamente essoterico, con due S: dogmi e insegnamenti sono accessibili a tutti, e anche i misteri sono misteri per tutti, non è che il Papa li comprenda meglio di noi.

Un'altra differenza notevole è che mentre il cristianesimo, già dalla generazione di Paolo, sembra affidato a una gerarchia maschile, nella gnosi le figure femminili mantengono ruoli di primo piano: e Maddalena assume un ruolo ancora più importante. Di questa cosa resta un'eco nei vangeli apocrifi più gnosizzanti, come quello secondo Filippo, dove addirittura Gesù "la bacia spesso" (gli esegeti si precipitano a precisare che il bacio gnostico non è quel che pensiamo noi, ma una trasmissione di saperi e di energie eccetera), al punto che gli altri apostoli fanno una scenata di gelosia perché ritengono che Gesù non li baci abbastanza. Nel vangelo di Tommaso c'è addirittura una promessa di transessualità: a Pietro che si lamenta che una femmina sia ammessa tra gli iniziati, Gesù replica che la trasformerà in un maschio, "perché ogni donna che farà di sé un uomo entrerà nel Regno dei Cieli". Il testo mantiene ancora un maschilismo di fondo: altrove l'eterno femminino è reclamato come portatore di saggezza, verità, energia, tutto quell'insieme di cose. Nel Pistis Sophia, il testo gnostico più completo che ci è rimasto, Cristo risponde a 64 quesiti dei discepoli iniziati. Di questi, 39 li pone Maddalena, e Cristo non cessa di lodarla. Da lì a considerarla sua sposa il passo era breve. C'è pure chi la voleva autrice del Vangelo di Giovanni, visto che l'autore si presenta come "il discepolo che Gesù amava": meglio lei del ragazzino, in fondo.

Un'altra possibilità è che fosse la moglie di Giovanni, oppure la sua fidanzata, poi votatasi alla verginità: ipotesi liquidata come fantasia da Iacopo di Varazze, il che è molto buffo perché Iacopo è l'agiografo di bocca buona per eccellenza, non c'è drago o mostro o supplizio che non valga la pena riportare: però una liaison tra Maddalena e Giovanni no, quella era meno verosimile del drago di San Giorgio. In ogni caso per la Chiesa ufficiale era meglio prostituta. Le prostitute sono simpatiche e non pretendono d'insegnare niente ai maggiorenni. Se poi si pentono tutti sono contenti, ma nessuno si aspetta di trovarsele in cima alla scala gerarchica, sopra gli apostoli o addirittura sullo stesso piano di Cristo.

Ecco, in effetti se vai in giro acconciata così
nella Palestina del I secolo poi per forza la gente
si fa certe idee.
Nel Pendolo di Foucault (1988), tre avventurieri da casa editrice si fanno stampare dal computer una sequenza randomizzata di frasi enigmatiche, e poi provano a utilizzarle per costruire una teoria del complotto. Il risultato finale è: Gesù non è morto, ha sposato Maddalena e ha fondato la dinastia merovingia. Quello è il senso del mistero del Graal: non un semplice calice che contiene il sangue di Cristo, ma l'utero pregno di Maria. Uno dei tre nota che la storia non gli è nuova, l'ha appena letta su un manoscritto che gli è stato proposto. In realtà il manoscritto era già stato pubblicato nel 1982 col titolo The Holy Blood and The Holy Grail, e aveva avuto un certo successo, tanto che nel 1987 i suoi autori  (Michael Baigent, Richard Leigh e Henry Lincoln) ne avevano pubblicato un seguito. Questa nozione è fondamentale per evitare di considerare Umberto Eco un profeta, che pubblica stringhe randomizzate in un libro del 1988 che diventano nel 2003 la trama di un best seller mondiale, Il codice da Vinci. In realtà sia Eco che Dan Brown si rifacevano a The Holy Blood, quest'ultimo così apertamente che il nome del protagonista, Leigh Teabing, è un anagramma di Michael Baigent. Il testo del 1982 è considerato un incunabulo della letteratura pseudostorica, e in particolare di un filone così fortunato da essere diventato un genere a sé, all'incrocio tra la ricerca del Graal, le derive sui templari e il fantomatico priorato di Sion: il mistero di Rennes-le-Château (di solito evito di lincare wikipedia, ma meglio guardare lì che in altri siti, potreste imbattervi in troll antropomorfi e no).

Tra pseudostoria e fantarcheologia sta anche il documentario di Discovery Channel prodotto da James Cameron qualche anno fa, The Lost Tomb of Jesus, in cui veniva esibita una possibile tomba di Cristo, a Gerusalemme. Non solo la tomba custodiva delle ossa, il che ovviamente metterebbe in crisi duemila anni di fede nella resurrezione dei corpi; ma si tratterebbe di una tomba di famiglia, Gesù figlio di Giuseppe ("Yeshua bar Yehoseph" in un'iscrizione) sarebbe sepolto vicino a sua madre ("Miriam"), al padre o a un fratello ("Yose", diminutivo di Yehoseph), e a una donna con la quale non ha DNA in comune, di nome "Mariamene", variante di Miriam. Ci sarebbe anche un figlio, col nome meno intuitivo che Gesù avrebbe potuto dare a un figlio suo, Yehuda (Giuda). D'altro canto se Gesù ha avuto un figlio, forse non è nemmeno morto in croce e quindi Giuda non l'ha tradito e, insomma, il cristianesimo sarebbe tutto da rifare. Ma la storia fa acqua da tutte le parti: l'unico argomento a favore è la possibilità statistica di ritrovare, in Palestina, una famiglia con tante coincidenze con quella descritta dai vangeli: un Gesù che sia figlio di un Giuseppe e di una Maria, e sposato a un'altra Maria. In realtà come si è visto erano tutti nomi comunissimi, e poi perché mai dei galilei avrebbero dovuto comprarsi una tomba di famiglia nei pressi di Gerusalemme? E poi il non avere un DNA in comune non è un argomento molto probante per considerare Mariamene la moglie di Yeshua; e poi chi l'ha detto che Mariamene sta per Maddalena? Eccetera eccetera.

Nel frattempo la Chiesa cattolica ha chiesto scusa, con la sua proverbiale tempestività, nel 1969, ammettendo che Maddalena non è la buona donna nel senso eufemistico dell'epiteto. È stata persino cambiato un verso del Dies Irae: Qui Mariam absolvisti è diventato Peccatricem qui solvisti. Ma conta poco. Ormai il vangelo non è più proprietà della Chiesa, Vallo a spiegare a chi si è inflitto L'ultima tentazione di Scorsese, vallo a spiegare a chi guarda Jesus Christ Superstar e si commuove quando Yvonne Elliman canta Everything's alright o Could we start again, please? Rischi che ti diano del revisionista, uno che vuole purgare i vangeli dalle prostitute, mentre lo sanno tutti che nei vangeli c'è un sacco di prostitute, e Maddalena è la rappresentante di categoria...

A lei poi probabilmente la cosa neanche scoccia, voglio dire, quando sei a quei livelli possono dire di te quel che vogliono: indemoniata, isterica, puttana, regina merovingia, sposa di Cristo, eterno femminino, che differenza fa. Non ti tocca più niente.
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Chi è la Samaritana?

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20 marzo – Santa Fotina (I secolo), samaritana del Vangelo di Giovanni

Samaritani celebrano la fine della festività Pasquale sulla cima del Monte Garizim. Nablus, Israele (Jaafar ASHTIYEH / AFP / GettyImages)


C’è questo ministro leghista che va a una conferenza sulla famiglia e dice che “ama il prossimo tuo come te stesso” vuol dire “ama quello in tua prossimità”, insomma per questo ministro Gesù col comandamento dell’amore voleva invitarci a voler bene ai vicini di casa. Ora. I vangeli sono senz’altro testi suscettibili di molteplici e divergenti interpretazioni: non avrebbero avuto tanto successo se non fossero, come tanti altri testi sacri e no, abbastanza spugnosi da imbeversi di tutti i significati che vogliamo trovarci. Però, accidenti, come si fa a ricordare il comandamento dell’amore senza pensare che nel Vangelo di Luca (10,25-37) il “prossimo” viene immediatamente identificato con il buon samaritano?


Un dottore della Legge si alzò per metterlo alla prova: «Maestro, che devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Che cosa vi leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente e il prossimo tuo come te stesso». E Gesù: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai». Ma quegli, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è il mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e quando lo vide passò oltre dall’altra parte. Anche un levita, giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e n’ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui…

Amami come un viandante eretico ama il primo tizio nudo e sanguinante che incontra per strada.

Ogni volta che i giornali pubblicano la storia eroica di un immigrato che salva sulla spiaggia un bambino che sta annegando, o sventa una rapina, o soccorre un vecchietto con un malore, e noi progressisti ci commuoviamo… perché ci commuoviamo? Perché troviamo il soccorso dello straniero più commovente dell’autoctono? Forse perché una certo settore del nostro immaginario morale è stato plasmato da una paginetta vergata 2000 anni fa dell’evangelista Luca. Oppure Luca è stato uno dei primi a capire come funziona quel certo settore del nostro immaginario. Fatto sta che il buon samaritano ci conforta: ci fa sentire che una certa legge morale è universale, e che ovunque ci trovassimo nei guai, qualcuno completamente diverso da noi per lingua, cultura e religione, si sentirebbe comunque tenuto a soccorrerci (oltre a farci un po’ vergognare per aver anche soltanto per un istante diffidato di lui: è il retrogusto amarognolo che fa meglio digerire ogni precetto morale).


Un ragazzo samaritano durante una processione all’alba per la Pasqua ebraica, sulla cima del monte Garizìm, Nablus, Cisgiordania, 27 aprile 2016

Dei quattro evangelisti, Luca è il più vicino alla nostra moderna sensibilità progressista: quello che più offre la ribalta a donne, poveri e altri emarginati. È il vangelo di Maria di Nazareth, quello della natività coi pastori (Matteo ci mette i re Magi, tutt’un’altra idea di presepe): il vangelo che corregge la parabola dei talenti dividendo il budget in parti uguali tra i servi. Luca collaborava con Saul/Paolo, e ne condivideva evidentemente le idee ecumeniche, il progetto di evangelizzare anche i non circoncisi. Bisogna ammettere però che persino lui, per definire il concetto di “prossimo” non andò a pescare un personaggio così straniero per lingua, cultura e religione. Avrebbe potuto farlo, senza forzare più di tanto la verosimiglianza. La Palestina del primo secolo era già un crogiuolo, dove Gesù incontra senza andarseli a cercare centurioni romani, donne siro-fenicie e re idumei. Ma il prossimo della parabola è un samaritano, e i samaritani sono ebrei, a modo loro. Non riconoscono il tempio di Gerusalemme, ma offrono sacrifici sul monte Garizim. Sono ebrei scismatici? Dal loro punto di vista, ovviamente, gli scismatici sono tutti gli altri. L’ipotesi tradizionale è che discendano dagli abitanti del regno di Israele che non furono deportati dagli Assiri nel 722 aC, mescolati con altre popolazioni pagane che gli Assiri avevano deportato lì. Anche ai tempi però le sostituzioni etniche funzionavano fino a un certo punto: dai documenti assiri sappiamo che gli emigrati coatti furono poco più di ventimila. Gran parte della popolazione era rimasta lì, conservando leggi e tradizioni di matrice mosaica, anche se sensibilmente diverse da quelle rielaborate dai giudei che vivevano un po’ più a sud, deportati a Babilonia intorno al 600. Eppure quando settant’anni dopo i discendenti di questi ultimi ritornano nella Terra Promessa, lo scontro di culture in principio non sembra inevitabile. La Torah samaritana non differisce moltissimo da quella ebraica (anche se è scritta in un alfabeto più simile al fenicio), il che oggi fa pensare agli storici che in un primo momento la situazione tra le due comunità e le due narrative fosse più fluida. A un certo punto però avviene un irrigidimento, ed è forse l’evento raccontato nel Libro di Esdra: i matrimoni misti vengono annullati, le mura di Gerusalemme ricostruite imponendo una gerarchia precisa tra capitale e contado, che gli autoctoni samaritani rifiutano.


Van Gogh

Cinque secoli più tardi, samaritani ed ebrei sono sudditi della stessa provincia romana, ma danno ancora l’impressione di non parlarsi volentieri. Il samaritano di Luca, più che uno straniero in terra straniera, è davvero il vicino di casa che suscita diffidenza: perché lo conosciamo poco o perché temiamo che ci conosca fin troppo bene? In un altro versetto di Luca, però (17,18), è Gesù stesso a chiamare “straniero” un samaritano, l’unico di dieci lebbrosi da lui miracolosamente guariti che si fermi a ringraziarlo:
Ma Gesù osservò: «Non sono stati guariti tutti e dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato chi tornasse a render gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». E gli disse: «Alzati e va’; la tua fede ti ha salvato!».
La fede salva anche gli stranieri. Quando mette in bocca a Gesù questa battuta, Luca forse ha in mente l’episodio dei vangeli di Marco (7,24-30) e Matteo (15,21-28) in cui Gesù risponde all’insistenza della Cananea che gli supplica di guarirne la figlia: “Donna, davvero grande è la tua fede! Ti sia fatto come desideri”. La Cananea è una straniera, molto più di quanto non lo sia un samaritano. Marco, l’evangelista più stringato e meno a suo agio coi riferimenti geografici, la definisce “greca di origine siro-fenicia”, ovvero un’abitante della regione di Tiro e Sidone (oggi Libano). In un primo momento Gesù nemmeno le risponde: per ottenere una reazione, la donna deve tallonarlo per un buon pezzo, esasperando gli apostoli che alla fine intercedono: “Mandala via, perché ci grida dietro”. Gesù allora obietta di non avere giurisdizione su di lei: “non sono stato mandato che alle pecore perdute della casa d’Israele”. Aggiunge poi una metafora dal sapore quasi razzista, che non stona del tutto in bocca al Gesù del vangelo di Marco, regale e un po’ sprezzante, ma che Luca non avrebbe mai messo in bocca al suo: “Non è bene prendere il pane dei figli per buttarlo ai cagnolini”.
Nablus, Palestina
Un samaritano sotto una sukkah (un tipo di capanna che ricorda il transito degli ebrei nel deserto del Sinai durante l’esodo) fatta di frutta, vicino alla città di Nablus

Lo stesso Marco però registra la risposta straordinaria della straniera, che riesce addirittura a modificare l’atteggiamento di Gesù. “Dici bene, Signore, eppure anche i cagnolini mangiano delle briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni”. In entrambi i vangeli l’episodio arriva dopo un duro confronto coi farisei sul tema delle impurità rituali. Ma è soprattutto in Matteo che esso suona come la riproposizione di un leitmotiv: Gesù era venuto per il suo popolo, il suo popolo non l’ha riconosciuto, non resta che rivolgersi agli stranieri. È il senso della Parabola del banchetto di nozze (22,1-14): visto che gli invitati rifiutano di venire, anzi uccidono i servi che portano le partecipazioni, il padrone ne manda altri ai crocicchi di strada, affinché invitino chiunque passa, “buono o cattivo”. (Luca, con quel gusto un po’ radical chic per gli emarginati, si diverte ad aggiungere “poveri, storpi, ciechi e zoppi”).
Gli stranieri dei vangeli di Matteo e di Luca rispecchiano un dibattito che deve avere animato i cristiani della prima generazione. Matteo non condivide l’entusiasmo ecumenico di Luca. Il suo Gesù, almeno in un primo momento, aveva chiesto ai suoi discepoli di “non andare fra i pagani e non entrare nelle città dei Samaritani”, ma di “rivolgersi piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele” (10,5-6). Più che l’apertura agli outsider, cagnolini avidi di briciole, imbucati a una festa, lo anima la vergogna per i correligionari che non hanno riconosciuto il Messia.
Il vangelo di Giovanni arriva un po’ più tardi (verso il 100) e rispecchia una situazione già molto cambiata. Il rapporto con gli altri tre testi è abbastanza complesso: Giovanni sembra volerli quasi ignorare, e allo stesso tempo se ne nutre. Matteo e Luca avevano attinto a Marco come a una fonte (o viceversa): Giovanni, negli altri vangeli, cerca qualcosa di meno definito, una specie di sfondo, di background. Ad esempio riutilizza i nomi: Marta di Betania in Luca serviva a un rapido scambio di battute: in Giovanni diventa un vero e proprio personaggio. Suo fratello, Lazzaro, in Luca era un poveraccio protagonista di una parabola: in Giovanni diventa amico fraterno di Gesù. Qualcosa di simile accade anche alla figura del Samaritano: quello che in Luca era l’evanescente protagonista di una parabola, Giovanni lo trasforma in un personaggio a tutto tondo, che dialoga con Gesù. Non solo, ma Giovanni lo contamina con la Cananea di Matteo, così che le due figure evangeliche dello straniero diventano una sola: la Samaritana.


“Oh io comunque sono single”. “Ma veramente non risulta”.

Gesù la incontra presso il pozzo di Giacobbe a “Sicar” (oggi Nablus), e già da questo dettaglio si comprende che l’episodio è completamente simbolico: il pozzo deve alludere alla vecchia alleanza, che Gesù è venuto a soppiantare; il dialogo con la Samaritana si sviluppa intorno all’equivoco tra la banale acqua del pozzo e Gesù, vera acqua di vita eterna.
«Chiunque beve di quest’acqua avrà sete di nuovo; ma chi beve dell’acqua che io gli darò, non avrà mai più sete; anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una fonte d’acqua che scaturisce in vita eterna». La donna gli disse: «Signore, dammi di quest’acqua, affinché io non abbia più sete e non venga più fin qui ad attingere».
La reazione della Samaritana somiglia a quella del Pietro giovanneo, che non capisce perché Gesù gli vuole lavare i piedi, ma quando il Maestro gli risponde che sono funzionali alla vita eterna, chiede che gli si lavino anche viso e mani. La Samaritana, come Pietro, non capisce di cosa si stia parlando: non può capire, la salvezza le è preclusa, finché Gesù non ricorre alla sua arma segreta: il Segno. I miracoli del vangelo di Giovanni si chiamano così, “segni”, e non funzionano come quelli degli altri vangeli. In Matteo, Marco e Luca sono una specie di accessorio della divinità a cui Gesù è quasi costretto a ricorrere, spesso di malavoglia, inseguito da folle adoranti ma anche esigenti. In Giovanni i “segni” sono il principale strumento con cui Gesù manifesta la propria divinità: li usa deliberatamente, talvolta in modo teatrale. Per esempio quando alla Samaritana dice di andare a prendere suo marito, e lei obietta maliziosa “non ho marito”, Gesù risponde:
Hai detto bene: “Non ho marito”; perché hai avuto cinque mariti; e quello che hai ora, non è tuo marito; in questo hai detto la verità».
Non è un miracolo così strabiliante, per i suoi standard: ma alla Samaritana tanto basta per riconoscere in Gesù “un profeta”. Molti commentatori traggono dal versetto la conclusione che la Samaritana, oltre a essere straniera, sia anche peccatrice: ma su sei uomini, almeno cinque la Samaritana li avrebbe pure sposati legalmente, magari in ottemperanza alla legge mosaica che costringeva la vedova senza eredi a risposare il cognato più giovane. Nel dettaglio immaginoso dei “cinque mariti” Giovanni infatti rielabora un altro spunto trovato in Luca: l’antiparabola della donna dai sette mariti (20,27-38). Nel vangelo di Luca la storiella era narrata dai Sadducei a Gesù nel deliberato tentativo di mettere in crisi il concetto di resurrezione: se una donna ha (legalmente) sposato sette mariti, di quale marito dovrebbe essere moglie nel Regno dei Cieli? (Nell’occasione la risposta di Gesù non è delle sue più convincenti, bisogna dire). Anche in questo caso, quello che in Luca era il protagonista di un breve racconto-nel-racconto, in Giovanni ottiene la dignità di personaggio reale, che interagisce con Gesù: e questo a prezzo della verosimiglianza, perché anche ai tempi una vedova di cinque o sette mariti doveva essere un caso eccezionale. È come se Giovanni leggendo Luca non voglia o non riesca a percepire la differenza tra i personaggi storici (Gesù, i Sadducei) e quelli fittizi delle parabole e degli apologhi (il povero Lazzaro, la sposa di sette fratelli), e questo è un argomento abbastanza pesante a favore di una datazione più tarda. I primi tre vangeli sono rielaborazioni sommarie di persone che magari non avevano assistito ai fatti, ma avevano conosciuto personalmente i testimoni: il quarto somiglia più a una rielaborazione fantastica. Una volta convintasi che Gesù è il Messia (è stato sufficiente che quest’ultimo le indovinasse lo stato civile), la Samaritana arriva in paese e si mette a fare apostolato, convertendo in breve diversi correligionari. Gesù si ferma per due giorni e poi riparte. Siccome è diretto in Galilea, ma il suo destino lo attende in Giudea, dalla Samaria (che è in mezzo) dovrebbe essere ripassato almeno una volta: ma Giovanni non ne parla più. Tradizioni molto più tarde le assegnano un nome greco, Fotina, e un martirio romano, probabilmente ottenuto quando qualcuno la confuse con una cristiana omonima martirizzata nell’Urbe il 20 marzo di un anno imprecisato, insieme con “Giuseppe e Vittore suoi figli, e così pure Sebastiano capitano, Anatolio, Fozio, Fotide, Parasceva e Ciriaca”.
I samaritani invece esistono ancora: vivono in due comunità, una proprio a Nablus nei pressi del loro monte sacro, un’altra a Holon, ormai periferia di Tel Aviv. Secondo i censimenti israeliani sono poco più di 700 persone, discendenti di un popolo talmente sventurato che persino gli ebrei, almeno ai tempi di Gesù, li guardavano con sufficienza. Tra rivolte e persecuzioni avrebbero avuto almeno 2000 anni di tempo per disperdersi o essere assorbiti da qualche altra religione o popolazione più grande. In un qualche modo, non è ancora successo.
Comments (2)

Leonardo T wrote ...
Sembra di sì
3/31/2019, 11:43:00 AM

Fondo di Bottiglia wrote ...
Funzionano i commenti?
3/28/2019, 9:58:00 AM

Con questa lancia vincerai, o no?

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15 marzo – San Longino trafiggitore di Gesù e martire (I sec.)

Rubens (a volte un po' caotico, devo dire)
[2012]. Stasera parliamo un po’ di Hitler. Prima o poi sarebbe successo, nessuna conversazione su Internet può farne a meno a lungo. È un principio noto come legge di Godwin, dal primo internauta che la formulò: essa afferma più o meno che, col proseguire di una conversazione, la possibilità di mettersi a parlare di Hitler o dei nazisti si allontana da 0 e si avvicina a 1. In realtà questo si potrebbe dire per qualunque cosa, non so, le zucchine: se conversiamo all’infinito, prima o poi ne parleremo. La differenza tra Hitler e le zucchine è che queste ultime non mandano necessariamente in vacca la discussione. Hitler sì, quasi sempre. Uno dei corollari della legge di Godwin era: quando su un forum cominciano a paragonare qualcuno a Hitler, scappate! Tutto quello che di intelligente e originale si poteva dire è già stato detto. (Non potete dire che non vi si è avvertiti).

Una delle difficoltà con Hitler è che non importa quanto il nostro sistema di valori possa essere complesso, stratificato, relativista: siamo comunque tenuti a considerare H. il Male Assoluto (un’espressione che, non esistesse lui, nessuno probabilmente riuscirebbe a pronunciare con serietà da un pezzo; e invece riuscì a farlo perfino Gianfranco Fini). Se non lo facciamo, se ci permettiamo dei distinguo anche piccolini, veniamo subito relegati nell’angolo dei disadattati, tra i nostalgici, i mistici e gli sciachimisti. È una specie di deità al contrario, siamo tutti tenuti non a inchinarci ma a calpestarlo un po’. È un anti-tabù: non solo se ne può parlare, ma prima o poi siamo come costretti a farlo, a sproposito, con qualsiasi sciocchezza ci venga in mente, perché – questo è un ulteriore problema – su Hitler si può dire e scrivere veramente qualsiasi cosa: nessun erede protesterà. E quindi le abbiamo sentite tutte: Hitler pagano, Hitler indù, Hitler iniziato a questo o quel mistero, Hitler ovviamente satanico, Hitler ebreo (non proprio fiero di esserlo), Hitler che crede nella terra cava (ma Von Braun evidentemente no, se riesce a calcolare le traiettorie per far cadere i razzi V2 a Londra), Hitler che vuole prosciugare il mediterraneo per coltivarci il grano (progetto delirante che qualcuno in Germania effettivamente concepì, ma H. rimase scettico), Hitler ufologo, Hitler antartico, Hitler qualunque cosa, purché strana, esotica, fuori dal normale. Perché c’è una sola cosa che potrebbe essere peggio di Hitler.

Tra i tanti misteri: ma come faceva a torcere il polso così?
Io non ci riesco.

Un Hitler banale. Un Hitler prosaico, un Hitler che frequenta maghi e guaritori perché è semplicemente superstizioso come tanti dittatori, un Hitler che accoglie certe sparate paganeggianti di Himmler con scetticismo; un Hitler senza fantasia, che perseguita teosofi e rosacroce; o peggio ancora, un Hitler cristiano, con tutto l’imbarazzo che ce ne deriva. E allora si fa finta di non sapere che sì, il tizio adorava Wagner come tanti tedeschi e austriaci della sua generazione, ma che si trattava di ammirazione artistica, non teologale; tutt’altro che entusiasta all’idea di ripristinare un Walhalla tramontato da un pezzo. “Mi sembra che niente potrebbe essere tanto stupido quanto ristabilire il culto di Wotan. La nostra mitologia antica ha smesso di essere realmente praticabile fin da quando il Cristianesimo si è impiantato. Niente muore, a meno che non sia già moribondo“. Si dà credito alle figure di contorno che si ingegnavano a vedere in Hitler un nuovo Buddha, un nuovo Sigfrido, fingendo di non vedere che le uniche reliquie che gli interessavano davvero (il Sacro Graal, i gioielli della corona del Sacro Romano Impero, la Santa Lancia) erano tutte dannatamente cristiane. Certo, di un cristianesimo medievale, da ciclo bretone, più Artù che Gesù.

Ok, magari non esisto,
ma ho una statua di Bernini grossa così
nel mezzo di San Pietro,
e salutatemi San Maurizio.
Ma è pur sempre oggettistica cristiana: prendi la Lancia, la reliquia più sacra su cui riuscì a effettivamente a mettere le mani. È l’arma che avrebbe trafitto il costato di Cristo facendone sortire sangue e acqua (Gv 19,34). Il soldato che trafigge Gesù era venuto in realtà a spezzargli le gambe, con quei modi carini che avevano i legionari per accorciare le sofferenze a condannati che, abbiamo visto, avrebbero potuto agonizzare per giorni e giorni. Il soldato però a Gesù le gambe non le spezza, e questo poteva insospettire il lettore: per Giovanni, testimone oculare, era cruciale provare che Gesù fosse stato schiodato dalla croce e riposto nel sepolcro da morto. La lancia nel costato chiude la discussione.

Nei secoli successivi l’arma e il suo portatore, battezzato “Longino” (il nome, se deriva dalla lancia stessa, è evidentemente più tardo) assumeranno un potere taumaturgico: nel fertile periodo in cui tutte le comparse dei Vangeli divennero protagonisti di immaginosi spin-off, Longino si ritrovò convertito al cristianesimo, taumaturgo e martire in Cappadocia (non prima di aver raccolto una fiala del Sangue di Gesù, che però sta a Mantova). Addirittura qualcuno lo vuole cieco, un centurione cieco a cui danno l’ordine di spezzare le gambe a tre crocefissi, che ritrova la vista grazie a una salutare spruzzata del sangue di Gesù, certo, perché no.

Comunque il ragionamento di fondo era questo: se dalla ferita di Gesù non era uscito pus, la Sacra Lancia aveva il potere di scongiurare infezioni e cancrene. Forse. Chi siamo poi noi per giudicare, qualcuno ha avuto una cancrena qui? Secondo me quando rischi una cancrena le provi tutte. Compresa la lancia che trafisse Gesù – ce n’erano quattro in circolazione: una ad Antiochia, la vera prima capitale del cristianesimo: oggi si trova a Echmiadzin, in Armenia. Un’altra a Roma – dono al Papa di un sultano, pensate, che l’aveva trovata nel bottino dell’assedio di Costantinopoli e non sapeva cosa farsene. Un’altra a Parigi, souvenir delle crociate di San Luigi IX re, un frescone da antologia che si sarebbe comprato anche la fontana di Trevi, se l’avessero già scolpita: di questa si sono perse le tracce durante la Rivoluzione Francese. Il doppione parigino non creava ai romani nessun imbarazzo, si sa come va con le reliquie: le Sacre Lance e le Vere Croci si smontano, si spezzettano, si grattugiano, da una sola lancia se ne possono creare due o persino tre. La terza lancia era in Germania. E all’inizio non era nemmeno la lancia di Longino; all’inizio era stata ceduta come lancia di San Maurizio, un altro soldato convertito al cristianesimo (un generale, in verità) che rifiutandosi di condurre operazioni di rappresaglia su villaggi cristiani era stato dal solito Diocleziano condannato a morte con tutta la sua legione, tutta convertita al cristianesimo: seimila martiri. La storia era poco credibile già nell’Alto Medioevo, ma Sankt Moritz divenne il pallino dei cavalieri tedeschi, finché Enrico I l’Uccellatore non regalò un intero cantone svizzero a un’abbazia in cambio della lancia, che prima sarebbe passata per le mani di Carlo Magno e Costantino. A noi Enrico I dice poco, ma è il fondatore della dinastia sassone che avrebbe di lì a poco rifondato di nuovo l’Impero Romano, però anche Sacro (come quello di Carlomagno) però anche Germanico: il primo Reich. Himmler si considerava una sua reincarnazione, forse.


Se la trova lui, è la lancia giusta.
Col tempo il culto di Maurizio deve appannarsi un po’, tanto che si rende necessario accessoriare la reliquia con un gadget di quelli che fanno veramente la differenza: un Sacro Chiodo della Vera Croce. Da lì in poi, intorno alla lancia comincia a crearsi un alone di invincibilità: è la Lancia del Destino, è l’arma che rende invulnerabili, eccetera eccetera. I re cristiani ne vogliono tutti almeno una copia con almeno un po’ di limatura del sacro chiodo, ma Ottone III accontenta solo quelli di Polonia e Ungheria, gli altri nisba. Ormai si è capito che le reliquie funzionano come le scope di Topolino Apprendista Stregone: ti basta coltivare una scheggia della Vera Croce e dopo un po’ hai una foresta di Vere Croci rigogliose di Veri Chiodi, e la gente ci credeva? La gente rischiava le cancrene, io se rischiassi in una cancrena toccherei qualsiasi cosa.

A un certo punto, non oltre il XIV secolo, qualcuno comincia a confonderla con la Lancia di Longino, e l’equivoco fa evidentemente comodo a tutto un indotto turistico e socio-assistenziale, nonché al prestigio dei Sacri Romani Imperatori, che tra una rissa feudale e l’altra ne avevano un disperato bisogno. Seguono riforme e controriforme, defenestrazioni e guerre dei Trent’anni: la lancia segue le alterne vicende dell’impero sempre meno sacro e sempre più asburgico, finché non si ritrova in un Museo di Vienna, dove il giovane Adolf la vede in una teca e ne trae una fortissima emozione: sono questi i dettagli che ti fanno capire che se invece di diventare adulto in una trincea durante la più orribile e insensata carneficina, il tizio fosse venuto al mondo due o tre decenni dopo, oggi i suoi massacri li farebbe su World of Warcrafts, il Mein Kampf avrebbe un altro titolo e si scaricherebbe gratis da un forum di fanfiction fantasy. Invece lo ritroviamo spiantato a Monaco di Baviera nel dopoguerra più difficile, con gli spartachisti che prendono il potere e lo perdono; chiede di riprendere servizio nell’esercito (proprio lui che anni prima aveva lasciato l’Austria per evitare la leva); gli propongono di infiltrarsi in un partitino equivoco, gente mattoide un po’ nazionalista un po’ socialista, tra i quali si mimetizza benissimo. Dopotutto potevano capitargli missioni peggiori, il partitino si riunisce perlopiù in birreria. Certo, bisogna essere pazienti, ascoltare lunghi e vani discorsi sulla superiorità del popolo tedesco, la riscossa dell’anima tedesca eccetera. Presto o tardi si ritrova a parlare pure lui.

Qui succede qualcosa di cruciale: Hitler scopre di essere un bravo oratore. Quando parla la gente tace e lo fissa, la gente in quello che lui dice ci crede, un buon motivo per crederci sul serio anche lui. Da lì a convincersi di avere una sacra missione il passo è breve, perché Hitler in fin dei conti non era né pagano né indù né iniziato né buddista e nemmeno così tanto cristiano: Hitler era per prima cosa hitleriano, tanto quanto Mussolini era mussoliniano, Stalin stalinista eccetera. Quando cominci a pensare di essere stato chiamato a un sacro compito che riscatti la mediocrità della tua giovinezza stracciona, quando ti alzi convinto che la Storia ruoti attorno a te, perno vivente, è chiaro che sei portato a idealizzare tutto quello che ti è successo in gioventù: così quando dopo mille peripezie H. arriva al potere e annette l’Austria, la Lancia che lo aveva affascinato in gioventù viene immediatamente requisita e trasferita a Norimberga, centro mistico del Reich. Ottenuta l’invulnerabilità, Hitler può dedicarsi all’obiettivo primario: la conquista del mondo. Se proponessi una trama del genere a un editore di fumetti mi riderebbe in faccia.

Comunque la lancia di Vienna è questa.
L’oro è stato aggiunto per saldare una frattura.
E invece è la trama del mondo in cui viviamo (Dio è un fumettista scarso?) Quando le cose cominciano a mettersi male per il Reich, la Sacra Lancia viene spostata in un rifugio segreto, e gli Alleati cominciano a cercarla. Ho letto in vari siti che Churchill in persona parlasse del ritrovamento della Lancia come di una “importante necessità strategica”, ma è un dettaglio poco credibile. La Lancia è semplicemente parte di quel bottino che i nazisti stanno nascondendo dappertutto, e su cui inglesi russi e americani sono ansiosi di mettere le mani. A ritrovarla in un sotterraneo di Norimberga, con tutte le insegne imperiali, è Walter Hill: un medievalista che aveva lasciato la Germania nazista e ci era tornato come tenente dell’esercito USA, inquadrato in quella squadra di cercatori di tesori a cui George Clooney ha dedicato un brutto film. Nel gennaio del 1946 la Lancia torna a Vienna, ed è ancora là. Naturalmente c’è chi dice che no, non è vero, gli americani se la sono tenuta ed è il motivo per cui adesso sono invulnerabili. Oppure al sicuro in una fortezza antartica, dove Hitler riposa cullato dai cloni di Eva Braun in attesa di tornare più bello e più forte. Se proprio viviamo in un fumetto scadente, perché non decorarlo con fortezze tra i ghiacci e bei principi addormentati.

Dico la mia. Hitler era uno psicopatico soggetto a deliri di onnipotenza? Probabilmente. Questo non vuol dire che credesse davvero a qualsiasi puttanata. Cercava il Sacro Graal? Cercava la Sacra Lancia? Può darsi che ci credesse davvero, tutti i tiranni hanno le loro scaramanzie e le loro fissazioni, e i paranoici non fanno senz’altro eccezione, anzi. Ma può anche darsi di no, può anche darsi che quegli oggetti li collezionasse per altri scopi. Il più banale: propaganda. Il Reich aveva bisogno di simboli, e Hitler si stava adoperando a cercarli. Più nel medioevo cristiano che nel Tibet buddista, senza dubbio. Magari riteneva davvero che la lancia potesse portargli fortuna. Ma l’essenziale è che ci credessero i tedeschi. Da loro sì, ci si aspettava una fede cieca e sorda a obiezioni, come ad esempio: ma cosa vuol dire invulnerabile? Ma vi ricordate un solo imperatore tedesco invulnerabile, uno che sia riuscito a farsi rispettare veramente da conti e duchi e baroni tedeschi e comuni italiani e protestanti luterani e tutto il resto? E i mongoli che premono, i turchi che incalzano? Gli svizzeri che si vendono al miglior offerente? I praghesi che defenestrano? I francesi che s’incazzano? Ma perfino gli svedesi, cioè l’impero germanico è quel posto dove nel Seicento pure gli svedesi venivano a fare i grandi condottieri. L’unico vero momento di autentica gloria militare dell’esercito tedesco comincia col regno di Prussia e prosegue col secondo Reich… salvo che i prussiani la Lancia non l’hanno mai avuta e nemmeno ci tenevano, a quelle romanticherie cattomedievali. Erano gente razionale, s’intrattenevano con Voltaire e con Kant. A quel tempo la Lancia l’avevano gli austriaci, esatto, l’impero che perse i pezzi per tutto l’Ottocento. E io forse sono un po’ italiano e votato alla misurazione del bicchiere mezzo vuoto, ma a me la storia della lancia suggerisce l’esatto contrario, ovvero: non è che il ferro che osò trafiggere il Sacro Costato… non porti un po’ sfiga? Gli austriaci sono l’unico impero che ha perso guerre perfino con gli italiani. Non è che le truppe di Hitler avrebbero marciato più spedite senza? In tal caso ci toccherebbe paradossalmente ringraziare la Lancia del Destino, che forse non è mai stata in mano né a Longino né a Maurizio, e probabilmente non ha mai reso invulnerabile nessuno; e meno male.
Comments (1)

Unknown wrote ...
'non è che il ferro che osò trafiggere il Sacro Costato… non porti un po’ sfiga?' Il finale a sorpresa ci starebbe tutto in una storia di Carl Barks con Paperino, Paperone, Amelia e magari Gastone...
3/15/2019, 10:14:00 AM

Il Santo Prepuzio (di cui è proibito parlare)

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1 gennaio – Circoncisione di Gesù, festa soppressa 

[Questo pezzo è uscito ieri sul Post]. È il caso di iniziare con un disclaimer: in questo pezzo si parlerà di una reliquia nota come il Sacro Prepuzio di Gesù. Prima o poi era inevitabile. Ne parleremo nel modo meno offensivo possibile; ma comunque ne parleremo, e questo a quanto pare sarebbe più che sufficiente per incorrere in una scomunica, prevista dalla Chiesa cattolica ai sensi del "Decreto n. 37 del 3 febbraio 1900".


Scrivo "a quanto pare" perché non sono riuscito a verificare la cosa. La trovo scritta in decine di pagine web, su Buzzfeed e persino nelle note a pie' di pagina di alcuni libri, ma tutti riportano la stessa formula stereotipata. Ho la sensazione che si citino tutti tra loro, e che nessuno sia davvero andato a cercare dove sia questo famoso decreto n. 37, e se ci sia davvero. Ma insomma il senso è che a un certo punto di prepuzio non si è potuto più parlare – certo, l'oggetto in sé esisteva ancora, custodito da trecento anni presso la parrocchia di Calcata (VT). Finché un bel giorno non è scomparso anch'esso (ma era già il 1983!) a causa di un clamoroso furto di cui probabilmente non avete sentito parlare. Proprio così, immaginatevi: scompare l'unico brandello del Corpo di Cristo non resuscitato e asceso al cielo, e i giornali non ne parlano. Anche perché nel frattempo Pio XII aveva ribadito, anzi rafforzato la scomunica per chiunque toccasse l'argomento; e il Concilio Vaticano II aveva eliminato la festa dal calendario. Insomma il prepuzio di Gesù è diventato un tabù, qualcosa di cui non è possibile parlare: e lo è diventato recentissimamente, proprio nel momento storico all'apparenza meno adatto al rispetto dei tabù.

 "Presto sentì con la più soave dolcezza sulla sua lingua un pezzetto di pelle simile alla pelle in un uovo, che essa ingoiò; e dopo che l'ebbe ingoiato sentì di nuovo sulla sua lingua la stessa pellicina con la stessa dolcezza che ne aveva provato, e di nuovo la ingoiò. E questo accadde migliaia di volte. E quando l'ebbe provata così tanto, fu tentata di toccarla con le sue dita, E quando desiderò di farlo, quella pellicina le scese da sola nella gola. E le fu detto che il prepuzio sarebbe stato resuscitato col Signore nel Giorno della Resurrezione" (Agnes Blannbekin, nel tredicesimo secolo, parlava di sé stessa alla terza persona ed era considerata un po' "strana", anche per la media delle mistiche medievali).

Mentre nei secoli cosiddetti bui il prepuzio di Gesù non costituiva nessun imbarazzo. Se ne discuteva (esiste o no? E se esiste, è ancora sulla terra?), ci si azzuffava, ci si giocava perfino. Una mistica austriaca sognò di averlo assaggiato (un chirurgo dell'Ottocento, si guadagnò il soprannome di "croque-prépuce", mangia-prepuzio, per avere effettivamente sottoposto una presunta reliquia alla prova gustativa). Caterina da Siena si limitava a immaginarselo legato al dito come fede nuziale. Anche chi negava che il prepuzio potesse essere rimasto sulla Terra, non sapeva bene dove collocarlo, al punto che quando furono scoperti gli anelli di Saturno un erudito del Seicento avrebbe creduto di avere trovato la soluzione al problema: il prepuzio era asceso al cielo solo fino a un certo punto, magari si era incastrato nel cielo del pianeta che Aristotele collocava appena sotto la sfera delle Stelle Fisse, ed era rimasto orbitante lì. Una teoria un po' troppo buffa per non essere inventata – e in effetti wikipedia ammette che questo famoso trattato sul prepuzio orbitante non si riesce a rintracciare.

Ma naturalmente l'idea che fosse rimasto sulla terra era più interessante per i ricercatori e i collezionisti di reliquie. Non era soltanto un business: ritrovare il brandellino di pelle, esporlo, ammirarlo, significava ribadire che Cristo oltre a un Dio era stato un uomo: il prepuzio poteva essere brandito contro gli eretici che negavano la natura umana di Gesù o la relegavano in un secondo piano: monofisiti, monoteliti e in generale i difensori di una religiosità più astratta, meno corporale. Questi ultimi erano in realtà già sconfitti da secoli, quando a Roma apparve il primo prepuzio di Gesù di cui abbiamo notizia, dono di Carlo Magno a quel papa Leone III che ebbe la pazza idea di incoronarlo imperatore. (A Carlo Magno l'avrebbe regalato l'imperatrice bizantina Irene, o un angelo). Con le crociate, e la relativa reliquie-mania, i prepuzi divini si moltiplicano: memorabile quello di Anversa, dono del re Baldovino di Gerusalemme, che fu visto da un vescovo stillare almeno tre gocce di Sangue. D'altro canto, spiega il nostro collega Iacopo di Varazze, il poco sangue scorso quel giorno non era che un anticipo di quello che Cristo avrebbe versato per noi. A un certo punto in giro per l'Europa ce n'è almeno una dozzina, ormai degradati al rango di amuleti. In quanto residui di un pene, diventano prima o poi un rimedio ai problemi virili; un re inglese (Enrico V) riesce ad adoperarne uno come cura per l'infertilità della moglie (Caterina di Valois), e a procurarsi finalmente un erede (Enrico VI). Sul finire del medioevo ormai tutta l'Europa ha stabilito che l'anno solare si conta secondo lo stile detto "della circoncisione", ovvero dal primo gennaio: se si accetta infatti come data della nascita di Gesù quella tradizionale del 25 dicembre, il primo gennaio è il giorno in cui secondo la legge mosaica (e secondo il Vangelo di Luca) il neonato sarebbe stato circonciso. Insomma intorno al prepuzio ruota l'anno intero.

La reazione all'inflazione di prepuzi e altre reliquie è la riforma protestante, che fa piazza pulita dei gadget sacri nell'Europa centrale e settentrionale, ma anche del più prestigioso prepuzio romano, scomparso durante il Sacco di Roma inflitto dai lanzichenecchi (1527). Trent'anni dopo lo stesso prepuzio ricompare a Calcata, provincia di Viterbo, nascosto nella parete di una cella dove era stato rinchiuso un lanzichenecco. La reliquia, in teoria la più ambita, non torna però a Roma: a Calcata si conquista un santuario tutto suo, e un discreto successo di pubblico (il pellegrinaggio valeva un indulgenza di dieci anni), ma i papi della Controriforma stanno già cominciando a prendere le distanze. Ducecentocinquant'anni dopo un'altra ondata iconoclasta, la rivoluzione francese, fa sparire più o meno tutti i prepuzi residui.

Ma proprio quando la reliquia di Calcata sembra essere rimasta senza rivali, nel 1856 un colpo di scena mette in imbarazzo il Vaticano: nell'abbazia di Charroux, nel Poitou, mentre abbatte una parete un muratore ritrova un altro prepuzio. In effetti secondo la tradizione locale sono i monaci di Charroux, e non Leone III, i destinatari del dono di Carlo Magno. Non è certo la prima volta che una reliquia si rivela un doppione; ma ormai siamo nell'Ottocento, e due prepuzi di Gesù creano più problemi di quanti ne creasse una dozzina nel Duecento. L'Europa non è più una selva fiorita di castelli e chiese, separati e autonomi tra loro: ormai è un reticolo di ferrovie, uno spazio misurabile. Un oggetto, ancorché miracoloso, non può esistere in due luoghi contemporaneamente: la cosa non è più plausibile, non è più immaginabile, nemmeno da un'anima semplice o pia. Nel frattempo il Vaticano ha reclamato l'infallibilità papale, e quindi tra Charroux e Calcata un Papa non può più rifiutarsi di scegliere: e sceglie di tacere, anzi di zittire chiunque.

Dal 1900 in poi del prepuzio non si parla più. Solo a Calcata la venerazione rimane tollerata, fino al misterioso furto del 1983. Misterioso anche per la sua semplicità: alla vigilia delle celebrazioni del primo gennaio, il parroco Dario Magnoni avvisa i fedeli di Calcata che la reliquia non si trova più: qualche ladro sacrilego è penetrato nella sua casa, l'ha trovata nella scatola di scarpe in cui la nascondeva, e l'ha portata via. Non è nemmeno chiaro se don Magnoni abbia sporto denuncia. L'oggetto in sé appare poco commerciabile: l'ipotesi è che al ladro interessassero soprattutto le pietre preziose del reliquiario che lo conteneva. Ma se davvero Magnoni temeva i ladri, al punto di portarsi il prepuzio in casa, perché non ha pensato a custodire reliquiario e reliquia almeno in due scatole diverse? Qualche compaesano nota che il giorno prima il parroco si era recato a Roma. Qualche anno prima, un vecchio vescovo aveva annunciato: quando me ne andrò io, se ne andrà anche il prepuzio. E poi basta, anche il giornalista americano che ci scrisse un libro non è che trovò molto altro da dire. L'ultimo prepuzio è scomparso, proprio quando ormai si cominciava a parlare di analisi del DNA e di clonazione. 1500 anni fa la priorità della Chiesa era difendere l'idea che Dio si fosse fatto corpo: le reliquie erano prove, evidenze tangibili, perfino assaggiabili, della permanenza del Sacro nella carne. Oggi la battaglia è sul fronte opposto: salvare il Sacro da una carne sempre più misurabile, osservabile, persino replicabile. Alcune reliquie hanno ancora un senso; altre sono appena tollerate; altre ormai sono imbarazzanti, e infatti spariscono. È il caso della Veronica, una macchia triangolare che nel medioevo poteva apparire davvero come una immagine miracolosa Gesù, ma che oggi non riusciremmo affatto ad associare a un volto; probabilmente è anche il caso del Santo Prepuzio, di cui non si dovrebbe parlare: e chiedo scusa per averlo fatto.
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Questo pezzo ti farà incazzare (se sei contrario al crocefisso a scuola)

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Questo pezzo [è uscito ieri su TheVision] ti farà incazzare. Se ti consideri un laico; se malsopporti le ingerenze della Chiesa cattolica nella società italiana, e in particolare nella scuola; se ti sei indignato la scorsa settimana, quando Salvini ha buttato lì di rendere obbligatori i crocefissi "ben visibili" in tutti i luoghi pubblici, scuole incluse, questo pezzo non ti farà passare l'indignazione, anzi.


Come se ce ne fosse bisogno – lo sai quanto mi piacerebbe, per una volta, scrivere un pezzo che ti desse ragione? Che le immagini religiose devono essere tolte da tutti i luoghi pubblici e in particolare dagli edifici scolastici, dove turbano senz'altro la sensibilità degli alunni che non si sentono cattolici, e che da un simbolo del genere possono ricevere il messaggio peggiore, ovvero quello identitario (in Italia veneriamo il crocefisso e se non ti va bene l'Italia non è il posto tuo)? I crocefissi dovrebbero essere tolti, anzi non dovevano nemmeno essere appesi, e Salvini è un sovranista che soffia sul fuoco dell'intolleranza mentre tira a campare mediaticamente: i rincari alla benzina non può evitarli, il crocefisso può appenderlo, anzi in molti casi non c'è neanche bisogno, è già lì. Tutto ciò ha perfettamente senso, ma non è quello che scriverò in questo pezzo che ti farà arrabbiare (come se ce ne fosse bisogno).

In questo pezzo magari scriverò che Salvini è un sovranista, certo, che soffia sul fuoco dell'intolleranza, sì, e che se ora tu prendi fuoco dall'indignazione stai assolutamente facendo il suo gioco. È quello su cui contava: infiammare un po' di progressisti laici, metterli contro i cattolici: proprio nel momento in cui l'argomento del giorno sono, come ogni estate, i profughi sui barconi; e proprio nel momento allo schieramento allarmista-xenofobo che chiede respingimenti a oltranza, se ne contrappone uno pietista che va dalla sinistra progressista laica ai cattolici e a Papa Bergoglio.

In questi momenti da qualche parte è come se suonasse un arrugginito campanello d'allarme, lampeggiasse una vecchia lucetta rossa non ancora del tutto opacizzata dagli anni: ALLARME CATTOCOMUNISMO! In questi momenti, da vent'anni chi è a destra tira fuori lo strumento d'emergenza: il crocefisso. Non è davvero un trucco originale, Salvini l'ha imparato da Berlusconi che ha avuto i suoi buoni maestri. Brandisci per una mezza giornata il crocefisso ed ecco fatto, lo schieramento avverso implode, i laici si incazzano perché non l'hanno ancora tolto dalle pareti delle scuole, i cattolici fanno presente che la figuretta di un morto appeso coi chiodi è un'immagine di pace, di tolleranza, addirittura se lo guardi bene un crocefisso è un abbraccio, no? Beh insomma il poveraccio hanno dovuto inchiodarlo perché tenesse le braccia così, comunque certo, ogni simbolo può rappresentare qualsiasi cosa. È un simbolo di morte, è un simbolo di vita, è il figlio di Dio, è un ebreo morto ammazzato, eccetera. Nel nostro caso diventa soprattutto il simbolo dell'inimicizia perenne tra cattolici e laici: i primi l'hanno messo a parete, i secondi non saranno soddisfatti finché dalle stesse pareti non sarà schiodato. L'inimicizia in realtà ha ragioni storiche ben più profonde, e muove da visioni della vita forse davvero inconciliabili (su aborto e su eutanasia un accordo non ci sarà mai): però il crocefisso s'impugna più comodamente, specie d'estate.

Questo pezzo ti farà incazzare perché ti vorrebbe suggerirti, caro laico, di non cascarci. Ci sono ottimi motivi per litigare coi cattolici; il crocefisso non è solo il meno interessante; è anche l'unico in cui leggi e sentenze ti danno torto. In effetti, quando Salvini chiede di appendere un Cristo alla parete di una scuola pubblica, non fa che chiedere che sia applicata una legge dello Stato. È vero, si tratta di due Regi Decreti, roba degli anni Venti. È vero, i medesimi decreti impongono di esporre a fianco del crocefisso l'effigie di Sua Maestà il Re, il che ci potrebbe indurre a ritenerli superati dalla prassi. Ma pare che non funzioni così con le leggi, e non lo sto dicendo io: lo hanno scritto, in diverse sentenze, il Tar del Veneto, la Corte Costituzionale e il Consiglio di Stato. Che altro si può fare, a questo punto? Denunciare lo Stato Italiano alla Corte europea dei diritti dell'uomo perché espone un simbolo religioso in un luogo pubblico frequentato da minori? Due genitori di Abano Terme, Massimo Albertin e Soile Lautsi, nello scorso decennio ci hanno provato, e in primo grado la corte di Strasburgo ha pure dato loro ragione. A quel punto però, cos'è successo? il capo del governo, Berlusconi si è fatto fotografare con un cristone enorme in mano, ha annunciato che lo Stato avrebbe fatto ricorso, subito appoggiato da alcuni esponenti del principale partito di opposizione (si chiamava PD) e dall'autorevole parere del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano; alla fine il ricorso si fece e... il crocefisso lo vinse. (Continua su TheVision).


Se quindi stai pensando che sia ora di condurre una battaglia di laicità su tutti i fronti per staccare un simbolo confessionale da pareti laiche, questo pezzo ti farà incazzare perché ti rivelerà che la battaglia è già stata combattuta, e persa: persa al Tar, persa alla Consulta, persa al Consiglio di Stato, persa a Strasburgo. Questa è la dimostrazione che esiste un fronte pro-crocefisso che dalla destra identitaria arriva fino alla sinistra. Grazie alla pur ammirevole testardaggine di Albertin e Lautsi c’è una sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo che non riconosce l’esistenza di “elementi che attestino l’eventuale influenza che l’esposizione di un simbolo religioso sui muri delle aule scolastiche potrebbe avere sugli alunni.” Ti fa incazzare? T’avevo avvertito.

Potrai chiederti come mai, caro lettore incazzato, in quasi ottant’anni di Repubblica, nessun laico ha mai voluto affrontare la questione con la determinazione dei due genitori di Abano. C’è gente che si è fatta arrestare per ottenere il diritto all’aborto, che ha lottato per il divorzio, o l’eutanasia. Insomma di battaglie ne hanno fatte, i laici italiani: perché il crocefisso no? Domanda interessante. 

La risposta provvisoria che mi sono dato è che il crocefisso è un simbolo, e la maggior parte dei laici italiani ha sempre pensato (a torto o a ragione) che i simboli fossero obiettivi secondari, sovrastrutture. Ciò che contava veramente era la lotta per il controllo dei mezzi di produzione, le riforme agrarie, il diritto allo sciopero: cose del genere. Anzi, forse in certi casi ci si poteva pure mettere d’accordo coi cattolici, lasciar loro i simboli e ottenere in cambio qualche concessione. Non sto dicendo che sia stato un buon affare, però le cose sono andate così. Lo stesso Mussolini, ex-socialista ateista e mangiapreti, quando si è ritrovato al potere è sceso a patti col Vaticano e, in cambio di un quartierino Oltretevere e un’ora di cattolicesimo in tutte le scuole del Regno, ha ottenuto il sostegno di tutte le parrocchie d’Italia.

Questo pezzo ti farà incazzare perché ti porrà la questione più o meno come se la deve essere posta Mussolini: se ci tengono davvero così tanto, a quei due legnetti, se li tengano. Vale la pena, per due legnetti, litigare con una parte cospicua del Paese? C’è il rischio di saldare una destra reazionaria, per la quale il crocefisso è un simbolo d’identità, con un centro moderato e solidale, per il quale rappresenta invece la pietà. A Salvini certo non dispiacerebbe, a noi tocca inventarci qualcosa di diverso.

Io un’idea ce l’avrei: se i cattolici e gli identitari ci tengono tanto al crocefisso, adottiamolo anche noi. Facciamolo nostro, tanto quanto è loro: i simboli sono di tutti, non c’è nessun marchio registrato. Portiamolo in giro per i cortei, gay pride inclusi. Raccontiamo che il Cristo in Croce è un simbolo di apertura al diverso, di pace, di democrazia, di qualunque cosa. D’altronde, è cristiano ma anche ebreo, e questo è certo; ma è anche un po’ musulmano (artificioso, ma plausibile) e buddista, jainista e indù, che tanto quelli riciclano tutto. E anche laico, perché no: dopotutto, quando gli chiesero se bisognava pagare i tributi a Cesare, Gesù rispose “Date a Cesare quel che è di Cesare”, senza chiedere esenzioni fiscali. E se anche non lo avesse detto non importa, non è che bisogna per forza citare i vangeli. Facciamo quello che fecero i cristiani coi simboli pagani: quelli che non riuscivano a distruggere, li assorbivano. Trasformarono sorgenti sacre in sorgenti miracolose, templi a Iside in battisteri, rune solari in crocefissi. Il Dio Sole vinceva le tenebre tre giorni dopo il solstizio d’inverno e loro decisero, senza preoccuparsi di consultare i vangeli, che anche Gesù era nato proprio quel 25 dicembre: che straordinaria coincidenza. Insomma, se il crocefisso non ci piace, facciamocelo piacere. Evitiamo che sia usato per isolarci, mescoliamo le acque, tentiamo un’infiltrazione.

È solo una proposta, e probabilmente ti ha fatto incazzare. Va bene così. Incazzati con me, magari ti servirà a trovare una soluzione al problema, qualcosa che fin qui non era ancora venuto in mente a nessuno.
Comments (5)

RaelIAK wrote ...
"Guardando al futuro, non sarà mai poco tutto ciò che si fa per dar vita a una cultura capace di evitare che tali situazioni non solo non si ripetano, ma non trovino spazio per essere coperte e perpetuarsi."

possibile il papa abbia fato il lapsus del secolo e nessuno se ne sia accorto?
8/21/2018, 9:44:00 AM

marcellino wrote ...
personalmente non me ne può fregare di meno. in Italia è costume appendere (con criteri assolutamente - per me - imperscrutabili) crocifissi... la cosa non mi offende. non mi offendono quelli che vanno in giro con i crocifissoni d'oro appesi al collo, con i crocifissoni di paillette sulle magliette o tatuati da qualche parte... non mi danno fastidio neanche le chiese (ci entro sempre quando sono in altre città), né d'altra parte mi turbano le moschee o le sinagoghe (sono entrato in qualcuna di queste)
non mi offenderei neanche se (dormendo in qualche hotel o motel negli usa) trovassi sul comodino la bibbia di re giacomo (?) e il crocifisso al muro; penso che non mi turberebbe neanche trovare scritte o decori islamici se mi trovassi in qualche paese a maggioranza musulmana
mi piacerebbe che i credenti non mi rompessero il cazzo (suonando il mio campanello come certi testimoni di geova, usando soldi pubblici per costruire chiese/moschee/sinagoghe, farsi pagare dallo stato gli stipendi degli insegnanti della propria religione, chiedere finanziamenti pubblici per scuole confessionali (private in genere), ecc.
mi turba - ma non tantissimo - che ci siano nazioni che espongono la natura religiosa del loro stato (tipo repubblica islamica, repubblica popolare e anche la recente iniziativa dello stato d'israele)
8/9/2018, 1:46:00 PM

atlantropa wrote ...
Da presunto incazzando mi sento in dovere di partecipare.

(Ci tengo, però a precisare che partecipo, e sono incazzando, solo in quanto ateo, non in quanto "laico". La laicità attualmente è una sorta di principio di "civiltà", che uno stato può darsi o meno. Oggigiorno dovrebbe significare, per uno stato, raccontarsi come equidistante da sacerdoti, stregoni, santoni, maghi, cartomanti, fattucchieri, e relativo seguito di corni, sangui, pezzi d'ossa, peperoncini e pupazzi. In base ad opportuna scartoffia della Corte Costituzionale, l'Italia è uno stato laico (sedicente, nel vero senso della parola: non meno di quanto l'ISIS sia sedicente islamico), ed anzi riconosce la laicità come principio supremo; in tante altre scartoffie temo, però, si dica qualcosa di differente; compreso forse il mitico ricorso alla Grande Chambre per far annullare le disposizioni della sentenza della CEDU sul caso Lautsi v. Italia, che, almeno inizialmente, il governo Berlusconi intendeva presentare sulla scorta della tesi (imho, peraltro incontestabile) che essere uno stato concordatario sia incompatibile con l'essere uno stato laico. Questo ad uso e consumo degli appassionati del garbuglio.)

Il crocifisso è (se non innanzitutto, almeno tra le altre cose) un privilegio; segnatamente il privilegio di poter imbrattare un'opportuna classe di pareti bianche, che in Italia viene riservato ad un gruppo di potere decadente o decaduto, che, come giustamente sottolinei anche tu, sopravvive sulla scorta di un simpatico concordato con l'Uomo della Provvidenza (parliamo, cioè, non di una comparsata al balcone della Moneda col caudillo di turno, magari raccontabile come estorta con l'imbroglio, ma di scartoffie ufficiali; del resto si concordò anche con baffetto, si sarebbe poi concordato anche con Franco e Salazar, e s'era già preventivamente concordato con lo zar di alcune delle o tutte le Russie; non che i liberaldemocratici con tutta questa bella gente non abbiano a loro modo concordato, ed in maniera forse ancor più cogente, almeno per chi, come i boemi, ritrovavasi oggetto di concordanza).

Come dici tu, tutto può esser fatto simbolo di tutto; obliterare la bianchezza della parete può simboleggiare la causa libera che sconfigge il servo arbitrio, la vittoria del segno sul vuoto, della variazione su oppressione e monotonia, della comunicazione sul silenzio; è una rottura "spontanea" della simmetria, o magari la reazione della creatività innata nell'individuo contro i dettami di ogni architetto demiurgo, e del suo breviario di International Style; possiamo farlo simbolo dell'abbraccio universale, dell'unico grande sincretismo che va da Elon Musk alle ONG, persino della laicità (ricavata citando il testo sacro).

Resta però frutto di un privilegio. E, se ce lo facciamo andar bene, poi però non so quanto ci dovrebbero prendere sul serio la prissima volta che romperemo i coglioni perchè ai barbuti non faranno costruire una moschea, o scopriremo che la soggettività giuridica internazionale riconosciuta a quattro cretini che si travestono da cavalieri è superiore a quella dei palestinesi, che devono chiedere il permesso pure per pescare o farsi un bagno.
8/7/2018, 9:09:00 PM

Orlo wrote ...
Articolo molto condivisibile e di ottima fattura.
Come sempre tra l'altro.
Comunque che il simbolo del Cristo in croce nn porti le masse a combattere il secolarismo in Italia è perché siamo secolarizzati e viviamo la religione con la stessa ottica di Peppone.
Probabilmente esporlo al gay pride gli darebbe un senso politico profondo e metterebbe in luce la "religione di padre Pio" che pervade le credenze paganoidi e familistico amorali de tanti nostri compaesani.
Ci voglio le palle però,per tale passo e nn l'incazzatura.
8/6/2018, 7:06:00 PM

Marino Voglio wrote ...
l'unica cosa che può far incazzare è che verosimilmente li fabbricheranno in cina...
8/4/2018, 5:22:00 PM

Il selfie di Gesù

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12 luglio – Santa Berenice/Veronica, paleo-fotografa. 

Grazie Gesù (e chi ti smacchia più) (Mattia Preti).
Berenice in greco significa "porta la vittoria". La B già in quei secoli si pronunciava V, la C è sempre stata dura: "Veronica" è la versione latina dello stesso nome, ma verso il 1200 si insinuò un'altra etimologia, "vera icona", vera immagine. Berenice è la pia donna che terge il sangue e il sudore di Gesù nella sesta stazione della Via Crucis, una liturgia di origine tardomedievale ispirata alla passione e morte di Gesù Cristo. La Via Crucis segue abbastanza fedelmente il racconto dei vangeli, aggiungendo soltanto un numero preciso di cadute sulla via del Calvario (tre) e appunto Berenice/Veronica, l'unico personaggio della Via Crucis che ai vangeli non risulta. Era comunque una figura molto popolare, a cui non si poteva negare un siparietto – anche se nella versione ufficiale viene omesso il dettaglio più sensazionale e controverso: sulla pezzuola offerta da Berenice a Gesù sarebbe rimasta miracolosamente impressa l'immagine del Suo volto. Non una strisciata di pur preziosissimo sangue, ma un'immagine completa: e non dipinta da mano umana, ma impressa miracolosamente nelle fibre del tessuto. "Acheropita", dicevano i greci. Una Vera Icona, dicevano i cristiani d'occidente.

Una fotografia, diremmo noi.

La Veronica di Hans Memling
(1475, notate le due punte della barba).

È forse la prima volta nella storia della fantasia occidentale che la fotografia viene non inventata, ma almeno immaginata: e per essere una fantasia è già sorprendentemente nitida. C'è già l'idea del ritratto, e soprattutto dell'istantanea, dello scatto, ovvero la cosa che più distingue la pittura dall'arte fotografica molto al di là da venire (anche dopo l'invenzione della camera oscura e del dagherrotipo, ci vorrà ancora parecchio tempo prima di ottenere immagini istantanee). È un'idea straordinaria, che nasce nelle terre dell'Impero d'Oriente, in una situazione storica molto particolare, ma alla Chiesa d'occidente non è andata sempre a genio: e così nella Via Crucis approvata da Roma, Veronica dovette limitarsi a raccogliere sangue e acqua, senza ricavarne nessun'immagine miracolosa. I predicatori confondevano volentieri Berenica/Veronica con un'altra comparsa femminile dei vangeli, l'emorroissa guarita da Gesù. La leggenda però non era sparita del tutto e ogni tanto qualcuno riportava dalle terre d'oriente una santa veronica. Il telo era meno richiesto della scheggia della Vera Croce o della Vera Lancia, ma comunque anche per gli asciugamani col volto di Cristo c'era un mercato. Non si doveva nemmeno dimostrare che fosse la veronica originale: i fedeli si sarebbero accontentati di una copia il più possibile conforme.


Il Volto di Vienna.
Questo spiega ad esempio come mai se ne venerino senza difficoltà tuttora una mezza dozzina: un paio in Spagna, ad Alicante e a Jàen; una a Genova nella chiesa di San Bartolomeo degli Armeni (dono dell'imperatore Giovanni V Paleologo). Quella nella Schatzkammer del palazzo Hofburg di Vienna è notevole proprio perché non ci prova nemmeno a sembrare un ritratto: è decisamente una macchia scura su un panno, quel che potrebbe succedere se provassimo a sviluppare un negativo slightly out of focus scattato mille anni fa da un reporter emozionato. Né pretende di essere l'originale: reca persino la firma di "P. Strozzi", un segretario di papa Paolo V che nel 1617 ne fece produrre una tiratura limitata di sei esemplari. Ma qual era l'originale fedelmente serigrafato da Strozzi? In Vaticano ce ne sono due. Quella custodita nella cappella di Matilda, citata per la prima volta in un documento papale del 1517 che ne disapprovava l'esposizione; oppure quella su tela che viene esposta la quinta domenica della Quaresima, con ben poca pubblicità, considerato che si tratterebbe dell'istantanea per quanto sfuocata del volto di Cristo.

La Veronica di Roma
Da quel poco che si riesce a vedere si tratta davvero di un'ombra sbiadita su una tela incorniciata. Oppure è una patacca, una copia della copia: anche questo è plausibile, dal momento che i cronisti l'avevano data per persa in qualche taverna durante il sacco di Roma dei lanzichenecchi protestanti nel 1527. La veronica vaticana è così deludente che nel momento in cui l'idea di un fotoritratto di Gesù è tornata prepotentemente di moda, papa Ratzinger ha deciso di investire su un'altra immagine, il Volto Santo di Manoppello in provincia di Pescara: una tela stilisticamente più vicina al Rinascimento che al Medioevo. È chiaramente un dipinto, lo capirebbe un bambino e senz'altro lo capisce uno studioso con la cultura e il gusto di Ratzinger; ma presenta il grosso vantaggio di assomigliare un po' al volto della Sindone di Torino (continua sul Post).
Comments (2)

Leonardo T wrote ...
è sdrucciolo (fa rima con nodulo). È molto strano che non ci sia sul Treccani, in altri vocabolari c'è.
7/14/2018, 12:06:00 AM

Marino Voglio wrote ...
(visto che mi risulti professore di italiano;
visto che treccani.it non lo riporta;
dove lo metteresti l'accento su "iconodulo"?
...non sara che a fianco di ogni iconodulo c'è un padulo?)

(sei tornato a pubblicare! bravo!)

(si avvicina agosto - saluti a quei procioni di copernico)
7/12/2018, 5:33:00 PM

Il disco che Bob Dylan fu creato per comporre

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Saved (1980)
(Il disco precedente: Slow Train Coming
Il disco successivo: Shot of Love).

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Come probabilmente ormai sospettavate, il mondo non esiste più. È finito all'incirca intorno al 1990, quando l'Unione Sovietica, l'Iran e la Repubblica Popolare Cinese hanno attaccato le basi Nato in Medio Oriente. Durante la battaglia di Armageddon, esattamente 40 anni dopo la proclamazione dello Stato d'Israele, il Cristo si è manifestato nella Sua gloria, portando i suoi prescelti con Sé in paradiso. Tra loro il reverendo Hal Lindsay, che leggendo la Bibbia queste cose le aveva previste e rivelate in un best seller già nel 1970: e il grande cantautore cristiano Bob Dylan, che alla predicazione di queste verità aveva dedicato i suoi dischi migliori, nel decennio precedente.
Come probabilmente a questo punto sospettate, voi non siete stati prescelti; bensì condannati a vivere nel peggiore degli inferni: un simulacro del mondo, simile per tutto e per tutto a quello che esisteva prima della Fine, con la differenza che non finirà mai, e ruoterà per sempre trascinando nell'oscurità tutto il suo peccato. In questo simulacro di mondo esiste anche un simulacro di Bob Dylan, che ha dimenticato le sue verità e si è rimesso a cantare canzoni d'amore terreno o di tenebra. Qualche suo vecchio disco cristiano circola ancora, ma lui stesso non capisce perché li ha incisi, perché li ha cantati. In effetti non li ha incisi lui, non li ha cantati lui.
"Vi voglio raccontare una storia. Quattro mesi fa stavamo suonando in un campus, o in un college, non so. Non ricordo neanche dove eravamo... In Arizona, mi pare.
Comunque, si dà il caso che io legga un sacco la Bibbia, e la Bibbia dice alcune cose precise di cui sono diventato consapevole solo di recente, e alle università c'è gente che tipo ha un'istruzione superiore, sapete, gli insegnano diverse cose come... le filosofie, così studiano tutte quelle filosofie, come quella di Platone e... chi altro? Beh, mica posso ricordare tutti quei nomi, non so, Nietzsche, gente così... Ma insomma, la Bibbia dice cose precise... nel Libro di Daniele, nell'Apocalisse, si parla di cose che potrebbero proprio riferirsi ai nostri tempi. Dice che ci saranno presto delle guerre - non saprei dire esattamente quando, ma comunque presto. In quel tempo, beh, cita un Paese all'estremo nord, che ha come simbolo "l'orso". E si scrive R-O-S-H. Nella Bibbia, ora, è un libro che è stato scritto un bel po' di anni fa. Beh, non può che riferirsi a una nazione che io sappia... se voi sapete di un'altra nazione a cui si potrebbe riferire... magari voi ne conoscete un'altra, io no".
Bob_Dylan_-_Saved
Se Self Portrait è, per definizione, il disco più brutto di Dylan, Saved è facilmente il più ignorato. Siamo nel punto più profondo della palude meno frequentata della sua discografia: la trilogia cristiana. Il primo episodio (Slow Train Coming) godeva del vantaggio della novità, e di una produzione fin troppo professionale e radiofonica; il terzo episodio (Shot of Love) contiene già rassicuranti segnali di ritorno al secolarismo. Saved è senza compromessi, già dalla copertina originale, che nel suo Kitsch esibito è una delle più efficaci mai autorizzate da Dylan: questo è un disco per gente che si sente salvata dal Sangue dell'Agnello. Non vi sentite salvati? Trovate la cosa ridicola? Lasciate perdere questo disco. Tanto il mondo sta per finire - vendere qualche milione di copie in più o in meno non è la priorità
Siete pronti a incontrare Gesù?
Siete al posto che vi è stato assegnato?
Quando vi vedrà, Egli vi riconoscerà
O dirà: "Allontanatevi da Me"?
Questa assenza di compromessi lo rende meno antipatico dei suoi due fratelli, concepiti per rendere testimonianza davanti a un pubblico di non credenti - un pubblico al quale Dylan in fondo non aveva molto più da dire che "pentitevi stolti". Anche Saved è una predica, ma ai convertiti: praticamente priva di quei fervorini moralistici che Slow Shot dispensano, incuranti del ridicolo. È un disco che è quasi pura estasi: o la senti o lasci perdere. Lo puoi capire solo se per un attimo ti sforzi di crederci - se non in Gesù Cristo, almeno nel fatto che Bob Dylan ci abbia creduto davvero: sì, risorgerò, i miei occhi vedranno il Salvatore. Non in qualche nuvola lontana, come in certe fantasie cattoliche: questa è la rivelazione evangelicale, una cosa molto più concreta e immediata: il mondo sta per finire e Cristo sta per arrivare, e io lo vedrò con questi occhi - ma sono pronto per una cosa del genere? In Saved Dylan ha più dubbi su sé stesso che su Gesù.
Sono pronto a dare la vita per i miei fratelli,
e a caricarmi la croce?
Mi sono arreso alla Sua volontà
o sto ancora facendo il boss?
Con Saved Dylan sbarca anche negli anni Ottanta, il suo decennio terribile. Ci arriva con un deliberato suicidio commerciale: sarà il suo primo disco dai tempi dell'esordio a non entrare nella top 50 americana. Il primo a non conquistare nemmeno un disco d'oro (500.000 copie). Su Spotify, i nove brani di Saved sommati ottengono un milione e trecentomila ascolti. È una cifra minuscola anche se confrontata ad altri dischi poco brillanti di Dylan - per dire, è meno della metà di Shot of Love. (Ma Saved Shot of Love, sommati, non raggiungono i sei milioni di ascolti del primo brano di Street-LegalChanging of the Guards). Anche chi ha simpatia per i dischi cristiani di Dylan, e non siamo in tanti, ascolta Saved meno della metà di quanto non ascolti Shot of Love; meno di un terzo di quanto non ascolti Slow Train Coming. D'altro canto è pur vero che il dylanita medio non è un tizio da streaming - in molti casi deve ancora assorbire il trauma del passaggio da vinile a cd.
"E poi c'è un'altra nazione che si chiama... non mi ricordo, ma è nella parte orientale del mondo e ha un esercito di 200 milioni di fanti, ora: c'è una sola nazione che potrebbe aver un esercito del genere. Così stavo raccontando queste cose a quella gente... non avrei mai dovuto, mi sono lasciato trascinare... Ho detto loro, attenti! perché la Russia sta per scuotersi e attaccare il Medio Oriente, c'è scritto nella Bibbia! E io ho letto ogni genere di libri in vita mia... riviste libri, e qualsiasi cosa mi capitasse sottomano, e a essere sincero non vi ho mai trovato nessuna verità, se volete sapere la verità. Ma sembra che queste cose nella Bibbia mi abbiano svegliato, e mostrato la verità. Così ho detto che una certa nazione si sarebbe riscossa e avrebbe attaccato, e tutta quella gente... saranno stati cinquantamila persone, qualcuno c'era? No, non so, non ce n'erano cinquantamila, cinquemila magari... beh loro mi hanno fatto: "buuuuuuuh", come fanno di solito, un intero auditorium... Ho detto: "La Russia sta per invadere il Medio Oriente", e "buuuuuuh", non potevano ascoltare, non ci credevano. Beh, un mese dopo, ecco che la Russia invade il... il coso, l'Afghanistan credo, e tutto cambia, sapete".



Da un punto di vista tecnico, descrivere Saved come un buco nell'acqua è abbastanza semplice: si tratta di un disco inciso in fretta, nel posto sbagliato: certo, questo non ha impedito in altre occasioni a Dylan di produrre capolavori, ma a quanto pare non è il caso di Saved. In questa fase del resto Dylan pensa più all'apostolato che al prodotto finito: sta perfezionando uno show tutto gospel, senza un solo brano del vecchio repertorio, con un sacco di inediti. Vuole addirittura farne un film. A metà tour la Columbia gli propone di incidere un disco: lui non fa una piega e torna in Alabama da Jerry Wexler, il mago della Stax che aveva levigato così bene l'album precedente. È una mossa sensata: produttore che vince non si cambia. Ma nel frattempo è cambiato Dylan, come al solito: in fondo non gli è ancora riuscito di incidere due dischi con lo stesso team, neanche quando ci si è impegnato. In questo caso i brani arrivano in Alabama già arrangiati e perfezionati dalla band che sta seguendo Dylan in tour: non c'è più spazio per aggiungere un granché. Per Wexler è un ritorno alle origini: come ai tempi in cui Ray Charles gli telefonava e gli diceva: "tieniti pronto tra tre settimane, facciamo un disco". Stavolta le settimane di preavviso sono ancora meno, e Dylan quando arriva è un po' giù di voce (ma se ne frega) (tanto la fine dei giorni è vicina). I brani sono quasi tutti gospel traboccanti di emozioni, e Wexler quelle emozioni in studio non riesce a ricrearle; neanche ci prova. A lui piacciono i suoni puliti, è un cesellatore; farlo lavorare con un pasticcione come Dylan era stato un esperimento interessante, ma come molti esperimenti la seconda volta il risultato è meno convincente. I brani più trascinanti, come Saved Solid Rock, ringhiano come leoni in gabbia.

Persino Dylan deve essersene conto, al punto di proporre alla Columbia un piano B: un disco con lo stesso materiale inedito, ma registrato dal vivo, da pubblicare col film. Probabilmente alla sola parola "film" i commerciali della Columbia devono averci visto rosso - Dylan aveva appena finito di pagare i debiti di Renaldo & Clara. Ci credeva talmente da proporre di inciderlo a sue spese: niente da fare. Anche il film, girato a Toronto, uscirà dai cassetti solo abusivamente. Si trova su Youtube ed è film-concerto completamente privo dei fronzoli artistoidi del RenaldoEd è... strepitoso (continua sul Post)
Comments (1)

Anonymous wrote ...
Magari due paroline in più su Pressing on
7/7/2021, 12:11:00 PM

Gesù è giusto dietro la curva

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Slow Train Coming (1979)
(Il disco precedente: At Budokan
Il successivo è... un mistero).
Nessun servo può servire due padroni; o odierà l'uno e amerà l'altro, o avrà riguardo per l'uno e disprezzo per l'altro. Non potete servire Dio e Mammona (Vangelo di Luca, 16:13).
Un giorno Bob Dylan apparve a Gesù Cristo. Fu in un albergo di Tucson, di tutti i posti al mondo. A Gesù Bob parve stanco, sfibrato, un divo del rock che si stava avvicinando alla curva della quarantina senza né casco né cinture, niente. "Oh Padre", si sarà detto, "Prenderlo all'amo sarà persino troppo facile".
È il primo disco di studio a non avere il volto di Dylan sulla copertina.
È il primo disco di studio a non avere il volto di Dylan sulla copertina.
"Bob, vieni a me, accetta il mio giogo: è molto leggero".
"Eh? Chi ha parlato? Chi sei?"
"Chi vuoi che io sia? Sono Gesù Cristo: la Via, la Verità, la Vita".
"Ma Gesù, sei sicuro? Io... sono Bob Dylan!"
"Nientemeno".
"Sono ebreo!"
"Perché, io no?"
"In effetti".
"Cosa c'è che ti angustia, Bob? A me puoi dirmelo".
"Non lo so neanch'io... credo di essere stanco, soprattutto".
"Stanco di cosa".
"Non lo so. Di essere me, forse".
"Troppi concerti?"
"I concerti sono ok. Mi piace suonare. Se solo non dovessi suonare tutte le volte quelle cazzo di canzoni di Bob Dylan".
"Insomma non ne puoi più di Dylan".
"Puoi capirmi?"
"Altroché. La celebrità è una vera tortura, sai. Ti costruiscono un personaggio e pretendono che tu ci aderisca perfettamente... poi lo innalzano davanti a tutti e..."
"Ti crocifiggono, Gesù".
"Non dirlo a me".
"Ma quindi tu saresti il Messia?"
"E certo, non hai visto i segni? I ciechi tornano a vedere, i sordi ci sentono, Van Morrison ha fatto un bel disco con me, Patti Smith ha dedicato una canzone a Papa Luciani... Sto tornando..."
"Stai tornando?"
"...di moda".
"E io? Cosa vuoi che io faccia? Vendere tutto e seguirti?"
"Non esageriamo. Niente che non ti suggerisca già il buon senso. Datti una ripulita, bevi meno, basta coca. Puoi perfino continuare a uscire con le coriste..."
"Whew".
"Magari una sola alla volta, ecco".
"Ci proverò. Tutto qui?"
"Beh, naturalmente dovrai suonare per me".
"Un disco?"
"Un disco sono buoni tutti, cioè se tu fossi Neil Young mi accontenterei, ma stiamo parlando di Bob Dylan, il rocker più sputtanato del decennio, qui c'è bisogno di un investimento a medio termine".
"Ma Gesù..."
"Tre dischi in tre anni, prendere o lasciare".
"Tre dischi in tre anni? Gesù, sei peggio di Grossman".
"Ehi, pensavi che la Via la Verità e la Vita venissero via con lo sconto? Stiamo parlando di convertirsi, Bob. Rinascere. Tu non hai idea di cosa si scatenerà là fuori tra un po' - il punk è solo un avvertimento, sai".
"L'Armageddon?"
"L'Armageddon sarà una passeggiata al confronto, stanno per iniziare gli anni Ottanta. Il Rock - questo gigante dai piedi d'argilla - sarà rovesciato dal trono, e in suo luogo regnerà prima l'empio Pop, poi il suo nipote degenere, Hip-Hop! E poi bestie ancora più immonde..."
"Non capisco. Stai annunciandomi che la fine è vicina?"
"Oh, la fine! La implorerete, la fine!, mentre nell'aere risuoneranno campionamenti e scratch. Hai bisogno di un altro rifugio nella tempesta, povero Bob. E io ne ho uno".
"Non lo so... sono appena uscito da una storia difficile, forse non dovrei subito impegnarmi..."
"E pensa a un'altra cosa. Pensa a Blowin' in the Wind..."
"Gesù, ormai la odio quella canzone".
"Appunto. Non dovrai suonarla più".
"Sul serio? Ma il pubblico".
"Non dovrai più piacere a loro. Dovrai piacere soltanto a me. Molto più semplice. Basta vecchie canzoni. Mr Tambourine, Knockin', Rolling Stone: puoi smettere di suonarle. D'ora in poi canterai solo le mie lodi".
"Ma per rifarmi un repertorio ci metterò degli anni!"
"Dici? Ma non puoi fare come negli anni '60? Eri molto prolifico al tempo, mi pare di ricordare".
"Eh ma allora era più facile. Bastava suonare il blues".
"Blues, perfetto, adoro il blues".
"Gesù, sei sicuro?"
"Perché? Non crederai mica anche tu a quella storia della musica del diavolo, eh? Basta con le superstizioni".
"Se lo dici tu".
"Ah, e poi voglio più professionismo in sala d'incisione. Ultimamente registravi un po' da schifo, ecco, non deve più succedere. Lavori per Gesù, adesso".
Mark_Knopfler_-1979
Mark Knopfler nel '79, prima di scoprire i benefici della fascia tergisudore.
Un giorno Bob Dylan apparve a Mark Knopfler: un miracolo che fino a qualche anno prima sarebbe stato meno credibile dell'apparizione di Gesù a Tucson. Le rare volte che mi capita di riascoltare Slow Train Coming finisco sempre per pensare a come dev'essersi sentito Knopfler. Hai trent'anni e ascolti Dylan da quando ne avevi undici. Hai imparato a cantare e comporre ascoltando i suoi dischi. Col tempo, mentre ti allenavi nei seminterrati e sbarcavi il lunario nei pub, hai sviluppato una strana schizofrenia artistica: più la tua voce si avvicinava a Dylan, più le tue mani ti portavano nella direzione opposta, verso uno stile chitarristico pulito, preciso, rigoroso. Alla fine sei riuscito a pubblicare un disco, e sta andando bene, e una sera alla fine del concerto si avvicina il tuo Dio e ti fa i complimenti. Vuole che tu suoni per lui. Non è incredibile? Voglio dire, Gesù è apparso a un sacco di gente con un sacco di problemi, non fa neanche notizia ormai; ma Dylan che appare a Knopfler è la fiaba di Cenerentola - e invece è successo davvero. Lo porti giù in Alabama, nella sala d'incisione dove il grandissimo Jerry Wexler ha curato i lavori dei grandi dell'Atlantic e della Stax. Tu e Jerry avete appena finito di lavorare al secondo non indimenticabile disco dei Dire Straits; ma adesso realizzerete il disco che rilancerà Bob Dylan. Ha avuto un periodo difficile, ma adesso sta tirando fuori un sacco di nuove canzoni. Roba buona. Un sacco di blues, beh, se è blues siamo nel posto giusto. C'è solo un problema.
Sono tutte canzoni su Gesù.
Cristo.
Di tutti i momenti in cui ti poteva capitare di incontrare Dylan, proprio quello in cui si è dato anima e corpo al Vangelo. Il principe azzurro si è battezzato, va a catechismo tutti i giorni, vorrebbe convertire persino te. Tu che non hai mai avuto un vero Dio - fin qui ti bastava Dylan. E adesso?
Che tu sia un divo rock, rampante sul palco;
che tu abbia ogni droga, e ogni donna al tuo comando;
che tu sia un uomo d'affari, o un ladro d'alta società;
che ti chiamino dottore o che ti chiamino Maestà...
tu devi servire qualcuno.
Potrà essere il diavolo, o potrà essere il Signore, ma devi servire qualcuno. 
"Guarda, Bob, hai a che fare con un incallito ateo ebreo di 62 anni. Sono senza speranza. Limitiamoci a fare questo disco, va bene?" (Jerry Wexler a Dylan, quando cominciò a parlargli di Gesù).
"Guarda, Bob, hai a che fare con un incallito ateo ebreo di 62 anni. Sono senza speranza. Limitiamoci a fare questo disco, va bene?" (Jerry Wexler a Dylan, quando cominciò a parlargli di Gesù).
Non puoi servire Dio e mammona, diceva Gesù. Devi scegliere, ribadisce Bob Dylan in Gotta Serve Somebody, il sermone introduttivo. Eppure Slow Train Coming mi ha sempre dato l'impressione opposta, di un Dylan servitore di due padroni, deciso a tenere il piede in due scarpe tanto diverse: da una parte l'urgenza del convertito, il sacro fuoco dello zelo religioso; dall'altra il professionismo di Wrexler e Knopfler: la precisione quasi asfissiante con cui al Dylan rinato nella fede viene cucito addosso il vestito più elegante che abbia mai indossato. Gotta Serve Somebody è l'incarnazione di questa ambiguità: la canzone che rifiuta ogni compromesso col demonio è anche un singolo pulito e levigato che corre via che è un piacere, e che riporta Dylan nella top40 di Billboard. Ci vinse pure un Grammy per la "miglior performance vocale". L'ho sempre trovato un buffo paradosso, però forse ero vittima dei miei pregiudizi. Perché il professionismo e la fede religiosa dovrebbero essere due opposti, dopotutto?
Forse ragiono da cattolico. Non trovo credibile un predicatore che non vesta di sacco e non predichi la povertà: ma in America non è così. I pastori evangelicali pubblicano best seller, vanno in tv; non trovano senz'altro sconveniente servire Dio in giacca e cravatta. Il Gesù dei born again non grida ai ricchi di lasciare tutto quello che hanno e seguirlo: è un Gesù più pragmatico, un life-coach, ti chiede di darti una ripulita e sta attento che non ti riattacchi alla bottiglia. Non c'è nessuna contraddizione nell'aver trovato in Gesù un nuovo boss e nel dare al suo messaggio la veste più radiofonica possibile: più gente avrebbe raggiunto, più anime avrebbe salvato. Funzionò talmente bene che alcuni riuscirono ad accusarlo di opportunismo: di aver usato Gesù per attirare l'attenzione, di essersi convertito per aumentare il suo bacino di fan. Solo il flop dei due dischi successivi avrebbe convinto i più cinici che BD aveva veramente preferito Cristo a Mammona. Lo stesso Slow Train Coming è scivolato col tempo nel cono d'ombra della trilogia cristiana, la fase della sua carriera che fan e critici preferiscono aggirare e che lui stesso non frequenta volentieri: eppure quando uscì fu accolto bene. Per quanto in certi punti sembrasse un invasato, il furore religioso che lo animava era tutto sommato preferibile ai lamenti enigmatici di Street-Legal. Anche quando sembra un bigotto che borbotta contro i nemici dell'America, borbotta con una grinta che sembrava aver perduto da anni.
Sembra che Gesù abbia funzionato, dopotutto... (continua sul Post)
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Gesù sta con Equitalia

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21 settembre - San Matteo Evangelista

Il giorno che tornerà Gesù, non lo troverai al Vaticano. Darà buca anche all'Onu, perché si sa, è Gesù. Se ti dico che hai più possibilità di trovarlo al bordello, tu sorridi perché in fondo ormai è una cosa da maudit il bordello: evoca più De Andrè che le piattole, il bordello è ok. Ma senti questa: lo sai dove sarà davvero più facile trovare Gesù? Dietro uno sportello di Equitalia.

Ecco, adesso sei scandalizzato.

Questo è l'effetto che faceva Gesù.

Un-due-tre, a invitarmi a pranzo tocca proprio a... te.


Andando via di là, Gesù vide un uomo, seduto al banco delle imposte, chiamato Matteo, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì. Mentre Gesù sedeva a mensa in casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e si misero a tavola con lui e con i discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Perché il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Gesù li udì e disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati (Vangelo secondo Matteo, 9,9-12).

Matteo è quasi tutto qui, di lui non sappiamo molto altro. Gli altri due vangeli sinottici non lo chiamano neanche Matteo (in greco: dono di Dio), ma Levi, nome così tipicamente ebraico. Il vangelo di Matteo è anonimo, ma è l'unico in cui Levi ha un nome nuovo, greco. Non sarebbe stato l'unico seguace ebreo di Gesù a rinnegare il nome: Saul divenne Paolo, Simone si faceva chiamare Pietro. Il caso di Matteo sarebbe particolare perché di tutti gli evangelisti è sicuramente quello che conosce meglio la Torah e i profeti - li cita continuamente. Marco se ne disinteressa, Luca è affascinato ma è chiaro che è un outsider, un autodidatta: Giovanni qualche libro l'ha letto bene ma è più un visionario che un biblista. Matteo è un ebreo (benché il suo vangelo ci sia arrivato in un buon greco) e ci tiene a farlo sapere; e ce l'ha con gli ebrei, e anche questo ci tiene a farlo sapere. Insomma il self-deprecating Jew esisteva già nel primo secolo.

Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti agli uomini; perché così voi non vi entrate, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrarci  (Matteo, 23,13).

Se la polemica coi farisei è una costante dei vangeli, è in quello di Matteo che questi diventano i personaggi che conosciamo, i benpensanti per antonomasia, sempre lesti a ficcare il naso e giudicare. Si capisce che tra loro e Matteo-Levi c'è ruggine; alla loro tronfia sicurezza di essere nel giusto, Matteo contrappone l'angoscia del peccatore che sa di essere l'ultimo nel Regno dei Cieli. “In verità vi dico, le prostitute e i pubblicani vi precedono nel Regno!” Le prostitute si sa che mestiere facessero; i pubblicani raccoglievano i soldi delle tasse dei Romani. Siccome i soldi i Romani li volevano in anticipo, fare il pubblicano comportava un certo rischio d'impresa: si investiva un capitale e poi si aveva carta relativamente bianca per spremere i creditori. I pubblicani insomma erano peggio dei ladri, che almeno rubano per sé e non per l'oppressore. Che Gesù potesse far comunella con loro era motivo di scandalo. Gli stessi evangelisti restano perplessi: Luca, soprattutto.

In un ipotetico parlamento degli evangelisti, se il monarchico Marco siede all'estrema destra, e Matteo al centro moderato, Luca come abbiamo visto è l'evangelista liberal, socialdemocratico: non è ebreo ma non mostra ostilità nei loro confronti, nutre qualche simpatia per i poveri e le loro rivendicazioni, e per le donne: appena può cerca di metterle in primo piano. Luca questa passione di Gesù per gli esattori non la capisce molto: la riferisce, perché rispetta le sue fonti, però cerca di spiegarsela: possibile che Gesù stia con Equitalia? C'è qualcosa che non torna, come si può stare coi poveri e con chi li vessa? Forse è andata così: Gesù stava con gli esattori buoni, quelli che fanno il loro mestiere in modo compassionevole. Ma esistono gli esattori buoni? Al limite si possono inventare. Luca propone il personaggio di Zaccheo, il pubblicano simpatico che quando passa Gesù si arrampica su un albero per riuscire a vederlo tra la folla; ma tra tutti Gesù ha scelto di farsi invitare a pranzo proprio da lui.

 «Zaccheo, scendi, presto, perché oggi debbo fermarmi a casa tua» (Luca, 19,5)

Zaccheo è l'esattore modello: metà di quel che raccoglie lo dà ai poveri (il che significa che raccoglie il 200% delle tasse che i Romani pretendevano, ma questo è un dettaglio che a Luca sfugge. Matteo una cosa del genere però non l'avrebbe scritta, Matteo conosce i tranelli del denaro). Zaccheo, quando scopre di aver truffato qualcuno, gli rende il quadruplo della somma: Zaccheo è insomma quel tipo di pubblicano che il Gesù di Luca può frequentare volentieri. I farisei storcono il naso, ma Luca si è messo la coscienza a posto.

Ecco, questo tipo di riconciliazione con la propria coscienza, Matteo non la conosce. Prima ancora di auto-disprezzarsi come ebreo, Matteo ha iniziato ad auto-disprezzarsi come pubblicano. Gesù un giorno è passato e gli ha detto di seguirlo. Da nessuna parte si legge se dopo la chiamata Matteo continuò a fare il suo mestiere. La parabola del giovane ricco suggerisce di no ("Se vuoi essere perfetto, va', vendi ciò che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro nei cieli; poi, vieni e seguimi"). Il Gesù di Luca sceglie Zaccheo perché è un pubblicano buono; il Gesù di Matteo sceglie Matteo perché è un pubblicano che si vergogna. Ciò che rende i farisei insopportabili a Matteo non è tanto l'ipocrisia, quanto la serenità di chi sa di essere nel giusto. Matteo non era sereno, Matteo a un certo punto ha scelto Gesù e ha rinunciato a qualcos'altro: forse alla carriera o alla sicurezza economica. I pubblicani che compaiono nel suo vangelo non sono particolarmente compassionevoli. Compaiono spesso in coppia con l'altra categoria di paria, le prostitute. Matteo non ammette nemmeno di aver organizzato un grande banchetto per Gesù: è Luca a raccontarcelo. Per Matteo (e Marco) era un pranzo qualsiasi.

Di lui sopravvive solo questa vergogna: che altro sappiamo? Dopo la pentecoste sparisce dai radar al punto che non è nemmeno stato dichiarato martire; Iacopo da Varazze lo segnala in Etiopia mentre cerca di impedire il matrimonio di un Negus con una vergine, facendosi accoltellare: è un modo di ammettere che non c'erano stati avvistamenti più vicini o verosimili. A un certo punto, ma siamo già nel 120, Papia vescovo di Ierapoli lascia scritto che l'apostolo Matteo avrebbe raccolto una raccolta di detti di Gesù in ebraico: un vangelo? Potrebbe anche essere la famosa fonte Q, o un altro cartiglio andato perso. Nel frattempo però a Roma sta prendendo piede questo Vangelo anonimo, più elegante del rozzo Marco e meno egualitario di quello di Luca (a questa altezza il vangelo di Giovanni ancora non si è visto in giro, e comunque è una cosa completamente diversa, ai limiti della fan fiction).

Il fatto che a Roma vada per la maggiore un testo evidentemente scritto da un ebreo, ricco di spunti anti-ebraici, non è così bizzarro: nell'Urbe c'era una cospicua comunità ebraica, che dopo la distruzione del Tempio di Gerusalemme nel 70 era diventata un punto di riferimento ancora più importante. Ma a Roma c'erano anche diversi cristiani; forse fino a un certo punto la presenza dei primi aveva favorito il consolidamento dei secondi, ma già quando Luca scrive gli Atti l'ostilità tra i due gruppi è manifesta. In questa situazione non sorprende il successo di un vangelo che, oltre a dipingere i farisei nel modo più insopportabile possibile, si impossessa delle antiche scritture ebraiche e le rilegge come profezie riguardanti il Cristo. A un orecchio contemporaneo il vangelo di Matteo sembra un prodotto più maturo di quello di Marco e Luca: il primo è un resoconto grezzo, scritto in un greco approssimativo: descrive le vicende di un guaritore bizzoso che si arrabbia anche coi suoi discepoli. Luca scrive una cronaca più complessa, addolcisce di molto il carattere del protagonista e gli affibbia qualche istanza sociale. Matteo (che probabilmente non è il Matteo vero) è su un altro piano. Luca si sentiva cronista, teneva molto all'ordine cronologico; Matteo è più scrittore: ha preoccupazioni stilistiche e riorganizza in modo tematico il materiale degli altri due sinottici per non annoiare il lettore. Quando scrive, ha già in mente una comunità organizzata: lo spontaneismo di Marco e Luca è finito, e soprattutto le donne sono tornate al loro posto. Maria di Nazareth, che per Luca era il vero inizio del vangelo, in Matteo non solo non ha diritto di parola, ma non riceve nemmeno la visita dell'angelo, che invece appare in sogno a suo marito.

"Aspetta, me n'è venuta in mente un'altra:
il Regno dei Cieli è simile a..."

Il fatto che fosse più adatto alla lettura in pubblico, e che presentasse una versione più moderata di Gesù e dei fatti che lo riguardavano, ha fatto sì che la Chiesa per molto tempo considerasse quello di Matteo il primo dei vangeli – c'era anche la necessità di datarlo prima del disastro del 70, in modo che le cupe parole di Gesù sul destino del Tempio di Gerusalemme si potessero considerare una profezia. L'attribuzione all'apostolo Matteo-Levi serviva appunto a rafforzare questa impressione di primizia: Marco e Luca erano testimoni indiretti, solo Matteo era stato tra gli apostoli. L'ipotesi era basata su indizi labili, per quanto suggestivi: il fatto che solo in questo vangelo Levi si chiami Matteo, e poi la questione del denaro. Chi ha scritto il testo di Matteo aveva una dimestichezza col denaro che gli altri evangelisti non hanno. Magari Matteo ha davvero rinnegato la sua professione di pubblicano e rinunciato a tutti i suoi beni, ma non ha mai smesso di considerare il denaro un'efficace metafora di tutte le cose (continua sul Post)
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Il cinema è un Messia

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Ave, Cesare! (Hail, Caesar!, Joel ed Ethan Coen, 2016).

Il cinema non ha futuro, non sopravviverà agli anni Cinquanta. Presto in ogni casa ci sarà un televisore e Hollywood non avrà più soldi per i suoi Pantheon di cartapesta. Sempre che non scoppi la Bomba. Sempre che i rossi non ci attacchino. Sono già dappertutto, hanno un uomo in ogni produzione, un ballerino o una comparsa o uno sceneggiatore che inietta comunismo subliminale nei copioni. Il cinema sta per affondare, con Eddie Mannix saldo al timone. Questa settimana deve trovare un marito alla ninfetta incinta, trasformare un cowboy in un damerino, liberare un centurione e convincere l'allenatore di suo figlio a farlo giocare interbase. Ah, e smettere di fumare. Non sarebbe tanto più semplice cambiare mestiere, lavorare per la Bomba?

E se i fratelli Coen odiassero il cinema? Se l'è chiesto un critico sul Wall Street Journal. Il loro omaggio a una presunta età dell'oro è demistificante e anche un po' gelido. L'idea di rifare i vecchi film sottolineando i temi che ai tempi dovevano passare sotto silenzio (l'omosessualità su tutti), non è più così nuova: altri ci hanno provato con più sensibilità (Haynes) o più filologia (Soderbergh). Mentre i Coen, si sa: per loro niente ha mai senso, figurati se ne possono trovarne uno nel technicolor. È più facile prenderli sul serio quando danno per primi l'impressione di voler essere seri, e affondano i loro personaggi in qualche bruma esistenziale. La giornata di Eddie Mannix è una serie di eventi assurdi esattamente come quella di Llewyn Davis, ma nelle traversie del secondo intuivamo una profondità, forse l'accanirsi di un oscuro disegno divino. Stavolta, invece... (Continua su +eventi!)

Stavolta invece abbiamo un film apparentemente buffo, con una voce fuori campo impostata in un modo ridicolo, che sembra costruito a furia di suggestioni: perché non facciamo emergere un sottomarino, così, giusto perché sarebbe una scena fichissima? Cosa c'è di meglio della Swinton che fa la giornalista di gossip? La Swinton che fa due giornaliste di gossip. Perché non chiamiamo la Johansson e le diamo uno di quei numeri da sirenetta sincronizzata? Perché non chiamiamo Tatum e gli facciamo fare una di quelle coreografie da marinai, però più gay? E a proposito di cripto-omosessualità: perché non ci scherziamo un po' su con George Clooney? Ecco, forse una delle cose notevoli è il modo in cui ancora una volta i Coen giocano a demolire la figura pubblica di quest'ultimo, il suo fascino di progressista engagé: e come Clooney si presti al gioco fino a pigliarsi i ceffoni. Sembra impossibile apparire profondi con un materiale del genere, eppure.

Eppure resta il dubbio: se questo mosaico di cameo e di sketch - metti tre preti e un rabbino a parlare di cinema, una barzelletta - fosse davvero quello che sostiene di essere all'inizio, cioè un Racconto del Cristo? (A Tale of the Christ era anche il sottotitolo del primo Ben Hur). Se Mannix non fosse che l'uomo giusto, tormentato dagli eventi, che per tutto il film cerca il volto del Messia e alla fine in qualche modo ritrova la sua, come si dice, fede? Se quegli schiaffi a George Clooney non fossero soltanto liberatori, ma un Vade Retro Satana, perché non pensi come Dio ma come gli uomini? Allora potremmo rispondere che sì, i Coen odiano il cinema, almeno certe mattine: come capita a tutti di odiare il lavoro che pure ci siamo scelti. Come si odia il proprio destino, quando capisci che non puoi più scappare: è un circo senza senso, ma è il nostro circo: sempre meglio di lavorare per la Bomba. Ave, Cesare! è al Citiplex di Alba (21:30), al Cinelandia di Borgo San Dalmazzo (15:20, 17:40, 20:20, 22:40); al Vittoria di Bra (18:15, 22:20); al Multilanghe di Dogliani (18:35); al Baretti di Mondovì (18:00, 21:00); al Politeama di Saluzzo (18:00, 21:30); al Cinecittà di Savigliano (22:30).


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Gesù è in semifinale

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Benvenuti al primo appuntamento di oggi con La grande gara degli spunti! Diamo un'occhiata al primo semifinalista. Ha prevalso a fatica contro Ziggy Stardust, ha fatto la festa a Capodanno, ha espugnato Fiume, viene da 2000 anni di successi ininterrotti, un applauso per il nostro amico Gesù!

Abstract
Un tizio un po' deluso della vita scopre che gli è stata rubata la carriera da rockstar: un tale David Bowie è venuto dal futuro e ha pubblicato tutte le sue canzoni prima che a lui venissero in mente. Per rimediare al guaio sale sulla macchina del tempo dell'impostore, ma combina un casino coi comandi e viene proiettato nel primo secolo avanti Cristo. Lui di Cristo non è che s'intenda molto, ma le sevizie inflittegli in un collegio cattolico gli hanno lasciato il segno: decide pertanto di cambiare il corso della Storia e intercettare Gesù prima che diventi un capo spirituale. Se David Bowie può cambiare il corso degli eventi, perché lui no? In realtà gli eventi gli stanno preparando una terribile sorpresa. Quando chiede a Erode se per caso è nato a Betlemme un bambino sotto una certa stella, il re fa uccidere tutti i nati a Betlemme. Quando chiede al Battista se ha visto il Messia, quello pensa che sia un messaggio in codice degli esseni e gli invia i suoi discepoli - insomma, qualsiasi cosa faccia il tizio, la gente si convince sempre di più che il Cristo è lui. L'unico a cui riesce a spiegare la sua situazione è Giuda, ma anche con lui sono frequenti gli equivoci...



Neanche un centimetro quadro
di non nostalgia per Karel Thole
Sembra interessante. Dove si possono recuperare altri frammenti della storia?
Gesù è il mio crononauta
La vita segreta di Ziggy Stardust
Lo spaziotempo in aramaico
Il mondo dei non-ancora-nati

Quando mi è venuta in mente?
La premessa su Bowie è di uno o due anni fa. La storia su Gesù l'ho improvvisata all'ultimo momento perché volevo fare un derby sui viaggi nel tempo.

Quanto è originale?
Pochino. Come mi hanno fatto notare i miei scelti lettori, c'è un premio Nebula del '66 che racconta una storia veramente molto simile. Io ovviamente la farei molto più farsesca, però è difficile trovare originalità nei dintorni del Vangelo.

Potenziale commerciale?
In teoria potrebbe funzionare. Cristo tira sempre, guarda Carrère. Ma non credo di avere l'approccio giusto - non mi pubblicano le storie dei Santi, figurati un romanzo dove si decostruisce Gesù di Nazareth.

Che senso avrebbe?
Mah, decostruire i monumenti storici è sempre utile. L'idea portante è che in realtà non sappiamo niente di Gesù, e qualsiasi cosa abbia detto potrebbe avere significati diversi a seconda di un contesto che in realtà ignoriamo. Ad esempio, "se un occhio ti scandalizza cavatelo" può significare che non devi guardare le donne, oppure che se le donne ti danno fastidio il problema è nei tuoi occhi, non nel loro abbigliamento. A ogni epoca ovviamente piace capire una cosa diversa. Niente di così originale, ma è un chiodo su cui non si batte mai abbastanza.

Mi farò dei nemici?
La mamma. Qualche sentinella in piedi. Direi che se proprio devo farmi dei nemici, sono i meno pericolosi in assoluto. Al massimo le sentinelle mi si piantano nel cortile. La mamma non smetterebbe nemmeno di farmi le torte.

Con Maometto non la passeresti così liscia.
Già. Ma il sequel di Houellebecq l'hanno cassato, amen.

Cosa dovrei studiare?
Rileggermi i vangeli, un'occhiata a Giuseppe Flavio, qualche studio serio sulla Giudea del I secolo (avete consigli?) e i testi di Bowie. In tre mesi si fa.

Dimensioni?
Duecento cartelle (250 se ci metto anche Bowie).

Eventuali sequel?
Apostoli: non ne resterà che uno!

Contro chi gioca in semifinale?
Contro i Catari.

Per chi tifo?
Barabba.
Comments (19)

leo wrote ...
my man!
8/31/2015, 5:52:00 AM

leo wrote ...
my man!
8/31/2015, 5:52:00 AM

Loris wrote ...
vota gesu
8/30/2015, 11:22:00 PM

luca sch wrote ...
Voto Gesù, ma solo se ci metti anche Bowie all'inizio.
8/30/2015, 7:33:00 PM

Lyla wrote ...
Voto questo!
8/30/2015, 3:22:00 PM

Andapanda wrote ...
Alessandro invece vota Gesù...
8/30/2015, 1:48:00 PM

Baron Beer wrote ...
Questo!!!
8/30/2015, 11:32:00 AM

Baron Beer wrote ...
Questo!!!
8/30/2015, 11:32:00 AM

Dea wrote ...
voto gesù, ma anche i catari è uno spunto molto bello.
però gesù è sempre gesù
8/30/2015, 10:15:00 AM

Unknown wrote ...
Voto gesù
8/30/2015, 10:10:00 AM

Hop Frog wrote ...
1 Voto per Gesù.
Speravo di poterlo mollare, anche perché è dal primo turno che lo voto solo perché c'era qualcosa che mi infastidiva nel suo avversario. Invece anche stavolta ho cambiato idea all'ultimo istante. Gesù mi ha confessato che perfino per lui la battaglia è diventata difficile, ma confida molto in un intervento paterno e in Facebook.
Inoltre Gesù ha fatto il seguente ragionamento. È vera la faccenda di "I.N.R.I." ed è vero che di me si parla già da duemila anni, ma è anche vero che le vie della letteratura sono infinite. Inoltre anche quei noiosi Catari, mi ha detto Gesù, alla fin fine sono solo una delle tante varianti del giochino delle contrapposte massonerie e/o una parodia sul tema. Infine, ha detto Gesù, io sono sempre interessante e divertente.
Diglielo a quel fannullone di Leonardo, mi ha detto Gesù, che Io lo farò pescatore di lettori.
Questo mi ha detto Gesù e questo riferisco.
8/30/2015, 8:51:00 AM

Maurizio Manetti wrote ...
W Gesù
8/30/2015, 12:08:00 AM

lester wrote ...
Non ci credo che questo ha battuto Fiume
8/29/2015, 11:14:00 PM

Andapanda wrote ...
Alessandro invece vota Gesù...
8/29/2015, 11:08:00 PM

Peolo wrote ...
w gesù procione! (anche se tanto perderà lo stesso)
8/29/2015, 9:56:00 PM

Zaira wrote ...
Ha il mio voto, mi sono appassionata alle disgrazie di questo sfigatissimo Gesù.
p.s. bentornato Ziggy!
8/29/2015, 7:52:00 PM

Anonymous wrote ...
vergogna, gli smidollati lettori di questo blog preferiscono porgere l'altra guancia (Gesù) a conficcare una baionetta nel corpo del nemico (Fiume), viva gli eretici catari e abbasso l'educazione cattolica che come si vede continua a fare danni alla vita culturale di questo paese.
8/29/2015, 7:45:00 PM

Anonymous wrote ...
Sono stato molto indeciso questa volta, ma alla fine per me deve vincere Gesù.
8/29/2015, 7:28:00 PM

Dea wrote ...
wow, bello il modo in cui sei riuscito a reintrodurre uno spunto che era stato eliminato.

E se questa in realtà fosse una trasmissione che arriva dal pianeta dei procioni?

https://lh3.googleusercontent.com/-1QSyvfZze4g/VeGyq4PUz5I/AAAAAAAAFw8/pbfeTS35HwY/w188-h251-no/2015-08-29.jpg
8/29/2015, 6:16:00 PM

Lo spaziotempo in aramaico

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Era un piccoletto. Aveva una fronte ampia e un occhio furbo, e monete troppo lisce nella sacca. Era insomma una spia dei Romani, e non si dava nemmeno troppa pena di negarlo.
Quanto a me, ne avevo avuto abbastanza di queste stronzate. Con quel po' di argento messo da parte avevo aperto un'attività ad Arimatea, giusto un banchetto. Prestavo a un buon tasso, accettavo pegni, ma non raccoglievo imposte. Troppo rischioso. Non volevo dare nell'occhio e fino a quel momento credevo di esserci riuscito. Ma il piccoletto aveva un accento strano e nell'occhio la luce di chi ha trovato il suo uomo.
"Sei ebreo?"
Si finse sorpreso prima di rispondermi. "Se sono qui..."
"Non vuol dire niente. Io presto anche ai gentili".


(Questo pezzo è il seguito di Gesù è il mio crononauta e partecipa alla Grande Gara degli Spunti! Se vuoi provare a capirci qualcosa, leggi qui. Puoi anche controllare il tabellone).


"E allora perché me lo chiedi?"
"Hai un accento curioso. Da dove vieni?"
"Dalla Cilicia".
"E fin qui sei arrivato, prima di trovare qualcuno disposto a prestarti denaro?"
Affettò un sorriso. "Non cerco esattamente denaro".
"Allora sei nel posto sbagliato".
"Ne ho più di quanto me ne serva".
"Buon per te, ma sei nel posto sbagliato".
"Cerco una persona".
"Sei nel posto sbagliato".
"Giuda, si chiama".
"Buona fortuna, siamo in Giudea".
"Iscariota".

D'istinto lo avrei preso per il collo e appeso al muro, intimandogli di non ripetere mai più quel nome. Ma se era una spia dei Romani torcergli un capello mi sarebbe costato molto più caro di quanto potessi sostenere in quel momento. Così rimasi a sentire la mia lingua che diceva:

"Quell'uomo è morto impiccato".
"Così dicono".
"Io peraltro non lo conoscevo".
"Certo".
"Fu qualche anno fa, la sera in cui Romani crocifissero..."
"Quel tipo di Nazareth".
"Certo che in Cilicia ne sapete di cose".
"Ci teniamo informati. Per esempio, so che il corpo non è mai stato trovato".
"Trafugato dalla tomba, dicono. Ma i suoi discepoli vanno dicendo in giro che è risuscitato dai morti e..."
"Non mi riferivo al nazareno".
"Ah no?"
"Ma all'Iscariota. Secondo alcuni non si è impiccato affatto".
"Ah sì?"
"Secondo alcuni coi soldi del sinedrio ha messo su un banchetto da usuraio ad Arimatea".
"Dunque i Romani sanno questo".
"I Romani sanno tutto".
"E allora che altro vogliono da me? Io sto filando dritto".
"C'è qualcosa che non torna. Tu hai fatto tradito il tuo amico, per una certa somma in argento".
"Non era mio amico".
"Il sinedrio dice di non averti pagato".
"E voi gli credete? Avranno usato fondi in nero..."
"Dicono che i soldi te li avrebbe dati lo stesso Gesù".
"Ne ho abbastanza di queste stronzate".
"Ti ha davvero pagato perché tu lo tradissi?"
"Non posso spiegarti".
"Credo che dovresti sforzarti".
"E certo, spiegare lo spaziotempo in aramaico a un tizio del primo secolo dopo Cristo, che ci vuole".
"Cos'è il primo secolo dopo Cristo?"
"Partiamo bene".

Se volete continuare a dare speranza a questa idea poco originale che mi era venuta e che avrebbe dovuto perdere facile contro David Bowie venuto dal futuro, dovete mettere Mi piace su facebook, o esprimervi nei commenti. 
Comments (28)

Lazzaro1212 wrote ...
Mi sa che è tardi, ma io questo volevo votarlo.
8/25/2015, 9:53:00 AM

glasgowsmile wrote ...
+1
8/23/2015, 3:08:00 PM

luca sch wrote ...
Quando era stato proposto nei sedicesimi non l'avevo votato, ma ora voto Gesù (il seguito di "Capodanno" mi sembra assai poco interessante).
8/21/2015, 7:52:00 PM

Pasquale wrote ...
Sì, sì, voto Gesù.
8/20/2015, 8:53:00 PM

Fla wrote ...
Voto Gesù
8/20/2015, 6:42:00 PM

Fla wrote ...
Voto Gesù
8/20/2015, 6:42:00 PM

Maurizio Manetti wrote ...
Gesù senz'altro
8/20/2015, 12:14:00 AM

Maurizio Manetti wrote ...
Gesù senz'altro
8/20/2015, 12:14:00 AM

Eri Palle wrote ...
Gesù assolutamente. Forse vende anche meglio
8/19/2015, 6:28:00 PM

Loris wrote ...
gesu!
8/19/2015, 4:57:00 AM

marcell_o wrote ...
voto questo. gesù + viaggi nel tempo non si batte!
8/18/2015, 9:58:00 PM

physicistinthedungeon wrote ...
voto Gesu perché Capodanno sta andando in vacca (pero` divertente l'ultimo sketch).
8/18/2015, 9:15:00 PM

Carlo wrote ...
Continua a non piacermi molto, ma più di capodanno. Ha il mio voto.
8/18/2015, 7:58:00 PM

Unknown wrote ...
voto gesu
8/18/2015, 5:01:00 PM

Claudio B. wrote ...
Confrontando Gesù e Capodanno, io voto Gesù.
(lo so, detto così sembra il motto di un qualche gruppo di invasati del Nuovo Mondo, ma voto Gesù lo stesso)
8/18/2015, 10:40:00 AM

Dr. Emme Ci wrote ...
Ero cosi' deluso per la sconfitta di bowie che stavo per abbandonare la giuria, ma il modo in cui hai proseguito gesu' mi attira piu' di del seguito di capodanno, votero' questo!
8/18/2015, 10:29:00 AM

Dr. Emme Ci wrote ...
Ero cosi' deluso per la sconfitta di bowie che stavo per abbandonare la giuria, ma il modo in cui hai proseguito gesu' mi attira piu' di del seguito di capodanno, votero' questo!
8/18/2015, 10:29:00 AM

LadyJo wrote ...
Questi sarebbero tipo gli incipit, giusto?
Oddio che belli li voto tutti e due *_____*
(altro che Grosse Koalition se fosse per me...)
Anche se questo sa/ricorda un po' IL BUON GESù E IL CATTIVO CRISTO di Pullman
8/18/2015, 7:34:00 AM

Zaira wrote ...
(scusate mi aveva postato il commento due volte, non so perché)
8/17/2015, 8:44:00 PM

Unknown wrote ...
voto questo
8/17/2015, 8:42:00 PM

Zaira wrote ...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
8/17/2015, 8:42:00 PM

Zaira wrote ...
Voto questo
8/17/2015, 8:41:00 PM

Andapanda wrote ...
Mio figlio Alle invece vota questo
8/17/2015, 8:25:00 PM

Weissbach wrote ...
Voto questo, con Capodanno la fai troppo sfigata e deprimente.
8/17/2015, 8:24:00 PM

Dea wrote ...
viva gesù!
ha il mio voto
8/17/2015, 8:17:00 PM

Unknown wrote ...
Contro capodanno, voto Gesù (anche solo per continuare a leggerne nelle successive fasi).
8/17/2015, 8:12:00 PM

Hop Frog wrote ...
Visto che se la gioca contro Capodanno, che non mi prende neanche di striscio, voto Gesù (effettivamente poco originale) prima ancora di leggere l'altro approfondimento.
Magari se avessimo potuto leggere qualcosa di più su Bowie le cose sarebbero andate diversamente.
8/17/2015, 6:16:00 PM

Marino Voglio wrote ...
giuda contro sanpaolo, comincia a interessarmi. lo voto, perché vada quantomeno in finale contro fiume.
8/17/2015, 6:02:00 PM

Canonizzato in direttissima

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25 marzo - San Disma, il ladrone buono.


One of the thieves was saved. It’s a reasonable percentage. (Waiting for Godot)

Il vangelo di Marco, forse il più antico, parla in effetti di due ladroni: uno a destra e uno a sinistra di Gesù. Così si avvera tra l'altro una profezia di Isaia: "È stato messo tra i malfattori". Dopo Marco, Matteo riprende l'episodio, ma è più ricco di particolari e aggiunge quello degli insulti a Gesù: anche i ladroni sulla croce lo scherniscono. Nessun accenno a un pentimento da parte di uno dei due. È Luca a mettere loro in bocca le parole: "Non sei tu Messia?", dice il primo, "salvati da solo e salva anche noi". E il secondo, con un po' di buon senso: ma lascialo stare. Non ce l'hai un po' di timor di Dio? Io e te ce la meritiamo, ma che ha fatto lui di male? Bellissime parole che Luca, cronista di razza, potrebbe aver recuperato da un testimone orale (Maria di Nazareth, ad esempio: Luca sa molte più cose di lei degli altri tre evangelisti). Ma potrebbe anche anche essersele inventate per dare più colore alla storia.

E però Luca è bravo e sa dove fermarsi prima di trasformare la cronaca in leggenda: il ladrone non rinnega la sua vita di peccato, non chiede a gran voce perdono: si comporta in modo semplicemente umano, rifiutandosi di passare le ultime ore della vita a ingiuriare un innocente compagno di sofferenze. Si potrebbe persino sostenere che ad avere più fede sia l'altro ladrone, quello che non si rassegna e si aspetta un miracolo in extremis - da un Messia è il minimo. Sarà stato senz'altro molesto, come molti disperati prima di morire, ma il Cattivo non fa che chiedere a Cristo quello che tutti si aspettano che Cristo faccia: staccati dalla croce e sàlvati, e già che ci sei salva anche noi. Il Buono però soggiunge:

"Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo Regno".

È quasi certamente un Tiziano, custodito alla pinacoteca di Bologna, impaginato in modo molto singolare e moderno - ma forse è il ritaglio di una tela più grande. In alcuni quadri il Buon Ladrone non è inchiodato ma (a differenza degli altri due condannati) semplicemente legato.
Tutto qua e tanto basta: In verità ti dico, gli risponde quegli, oggi sarai con me in paradiso. Il processo di canonizzazione più rapido della Storia: l'unico a cui per ora Gesù Cristo ha partecipato direttamente e non mediante vicari facenti funzione. La semplificazione burocratica è tale che secondo alcuni il Buono è già assunto in cielo in carne e ossa, uno dei pochissimi a non dover aspettare la fine dei tempi affinché il corpo si ricongiunga con l'anima (è la condizione di Maria, forse di Giuseppe, di altri non si sa). La Chiesa non si è mai pronunciata ufficialmente, ma la credenza è così diffusa e radicata che non esistono reliquie del Ladrone Buono: neanche un ossicino, un dente, nulla. La croce, viceversa, è spezzata in varie schegge, la più grande custodita a Roma presso la Basilica di Santa Croce in Gerusalemme, che come dice il nome è una specie di parco a tema gerosolimitano che custodisce anche frammenti della Croce di Gesù, più alcune spine, il cartiglio di Ponzio Pilato, il dito dell'apostolo Tommaso e tanti altri souvenir della Terrasanta. Il Cattivo, per contrappasso, sarebbe stato inghiottito direttamente dall'inferno, attraverso una voragine che metterebbe tuttora la collina del Golgota in comunicazione con il fuoco eterno (continua sul Post...)
Comments (2)

Anonymous wrote ...
Leonardo.
Ma settimana scorsa (il 18) era San Braulio, un padre della Chiesa di media grandezza vissuto in Spagna al tempo comandavano i Visigoti, un contemporaneo del ben più famoso Isidoro di Siviglia ... anche quest'anno te lo sei lasciato scappare, o è che il nome Braulio è evocativo solo qui a nord del Po?
Michael Gilhaney
3/26/2014, 6:05:00 AM

Anonymous wrote ...
Ma uno dei due ladroni non era Tito di cui parla De Andrè in una sua canzone?
3/25/2014, 6:49:00 PM

Buon anno col prepuzio o senza

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1° gennaio - Circoncisione di Gesù.

Fingiamo di lavorare in una cancelleria un trentun dicembre del millequattrocentoquarantanove - quasi millequattrocentocinquanta. Il vostro principe si sposa e voi dovete mandare biglietti di inviti a tutte le corti d'Europa. La data - il primo marzo - dovrebbe corrispondere in tutto il continente; non è ancora arrivata la riforma gregoriana a complicare le cose. Ma l'anno qual è? Eh. Dipende.

Se scrivete a qualche signore di Firenze, o a un pari d'Inghilterra, è ancora il primo marzo del '49: da loro il capodanno si festeggia il venticinque marzo. In fondo ha un senso, visto che gli anni si celebrano dalla nascita di Cristo, e per i cristiani la vita comincia col concepimento... Se però invitate anche qualche dignitario di altre città toscane, come Pisa, attenzione: da loro è già il primo marzo 1450. Pure a Pisa capodanno è il 25 marzo, ma dell'anno prima: anche questo se ci pensate ha un senso, se Gesù nasce il 25 dicembre, deve essere concepito nove mesi prima, non tre mesi dopo. Anche per i veneziani sarà già il 1450, non potete sbagliare: loro festeggiano il capodanno proprio quel giorno lì, il primo marzo. Per i bizantini, i pugliesi e i sardi invece è ancora il '49, e continuerà a essere il '49 fino ad agosto - e anche questo, se ci pensate, ha un senso, anzi forse nel torrido mediterraneo è la cosa che ha più senso di tutte: l'anno vero comincia il primo settembre. In Spagna è già il '50, con loro tutto sommato non si sbaglia mai, basta ricordare che l'anno comincia una settimana prima, il 25 dicembre. Il vero problema è se scrivete ai reali di Francia. In Francia infatti gli anni si contano dalla Pasqua di Resurrezione di Nostro Signore, e anche questo potrebbe avrebbe un senso (ma non bisognerebbe detrarre 33 anni al computo?) non fosse per la complicazione che ogni anno la Pasqua cade in un giorno diverso. Che razza di casino. Perché? Possibile che per arrivare a sincronizzare i capodanni dell'Europa Occidentale abbiamo dovuto aspettare fino al Settecento? Come potevano resistere i nostri antenati, a tutta questa confusione e incertezza?

Resistevano benissimo. Avevano altre priorità: la maggior parte di loro nasceva viveva e moriva nello stesso luogo; la necessità di intendersi con i forestieri su curiosità come la numerazione dell'anno in corso non li toccava. Siamo noi a vivere l'ossessione della simultaneità, a sentirci obbligati a festeggiare tutti negli stessi giorni se non negli stessi minuti e secondi, con dirette sincronizzate da orologi atomici. L'incubo dell'Anno Mille come ce lo racconta Carducci, con le folle terrorizzate dall'arrivo del primo gennaio manco fosse l'apocalisse maya, "raccolte in gruppi silenziosi intorno a’ manieri feudali, accosciate e singhiozzanti nelle chiese tenebrose e ne’ chiostri", è una bufala ottocentesca: la maggior parte degli europei non aveva la minima idea di che anno fosse. Era il tot anno dalla nascita del tal re o imperatore o papa o figlio maschio o vacca da latte; per sapere quanti anni fossero passati dalla nascita di Gesù bisognava chiedere al prete, lui teneva il conto. Forse.

Comunque già alla fine del Seicento la diffusione del nuovo calendario gregoriano portò la maggior parte delle corti europee a uniformarsi (Venezia si arrese soltanto un secolo dopo, con Napoleone) e adottare il calendario che comincia il primo gennaio, secondo quello che è chiamato "stile della circoncisione". Infatti se assumiamo che Gesù sia nato il 25 dicembre, il primo gennaio è il giorno in cui secondo la legge ebraica sarebbe stato circonciso. Dunque noi non contiamo gli anni dalla nascita di Gesù (25/12) né dalla sua procreazione/incarnazione (25/3), ma dal momento in cui è diventato a tutti gli effetti un ebreo. Il primo gennaio è poi diventato ben presto anche il giorno della festa di Maria madre di Dio, ma il sospetto è che sia stato un espediente per dissimulare una verità ovvia quanto imbarazzante: Gesù era un ebreo. Circonciso.

I cristiani invece non sono circoncisi - la maggioranza, almeno (continua sul Post, buon anno a tutti col prepuzio o senza, e anche chi il pene proprio non ce l'ha. Che non è che si perdano 'sta gran cosa, diciamocelo).

Il disegno riproduce le incisioni sulla tomba di Ankh-Mahor. Però potrebbe anche trattarsi di una depilazione rituale, il dibattito è aperto (no ironia).

Per la verità, nessuno glielo proibisce. Ma Paolo di Tarso, il vero propulsore del primo messaggio cristiano nel mediterraneo, mette bene in chiaro che la circoncisione non è richiesta. Paolo in quanto ebreo era circonciso, ma predicava perlopiù ai Greci. Difficilmente il suo Verbo avrebbe attecchito, se avesse preteso dai suoi fedeli l’asportazione del prepuzio. I Greci erano sempre stati particolarmente avversi alla pratica, un segno di barbarie secondo loro. Erano stati i sovrani ellenisti a proibire la circoncisione anche in Palestina. La proibizione ovviamente contribuiva a fare di un antico rito tribale il segno indelebile della resistenza di un popolo alla globalizzazione imposta dal potere imperiale. C’erano ovviamente anche i collaborazionisti che cercavano di ricostruire una parvenza di prepuzio stiracchiandosi la pelle lungo il corpo cavernoso, una specie di riportino sul pisello: il primo libro dei Maccabei li definisce chiaramente come venduti alle potenze straniere. Uno dei possibili effetti dei loro tentativi fu la radicalizzazione della pratica: se prima forse si poteva anche asportare solo la sommità del prepuzio, da lì in poi ci si mise a scoperchiare il glande in modo irreparabile.

Quando nasce la circoncisione? Non si sa, ma la si ritiene di gran lunga l’operazione più diffusa e più antica condotta su un corpo umano. C’è un’incisione molto esplicita, su una tomba egizia, databile tra il 2300 e il 2400 avanti cristo (2399 per i pisani). Pare che gli egizi si circoncidessero tutti, anche il loro dio del sole si era circonciso. La circoncisione potrebbe essere stata inventata prima della scrittura e quindi appartenere alla preistoria. Non siamo nemmeno sicuri se sia stata inventata in un luogo solo e poi trasmessa a popoli lontanissimi (medio-orientali ma anche bantù, polinesiani, aborigeni australiani, pre-colombiani), oppure sia stata adottata in luoghi diversi per motivi diversi. E rimane l’interrogativo di fondo: perché popoli non dico senza antibiotici, non dico senza disinfettanti, ma senza nemmeno lame di acciaio o di ferro, decisero che bisognava a tutti i costi separarsi da quella pellicina per altri versi così comoda?


Con una lametta così in Congo te lo sbucciavano nel 1900… dopo Cristo? *DOPO* CRISTO? FERMATE IL MONDO VOGLIO SCENDERE L’UMANITA’ È UN BRANCO DI SCIMMIE SADICHE CON UN POLLICE DECISAMENTE TROPPO OPPONIBILE.

Un medico italoamericano contemporaneo di Carducci, Peter Charles Remondino, ipotizzava che fosse nata come una forma soft di evirazione, il terzo stadio di un lungo percorso verso la civiltà. Nella prima fase i barbari asportavano il fallo dei cadaveri sconfitti e lo esibivano come un trofeo (lo fanno ancora i giovani berberi per impressionare i genitori della fidanzata, annota Remondino); nella seconda fase cominciano a risparmiare la vita degli sconfitti e a schiavizzarli, ma non possono rinunciare a mutilarne i genitali e quindi li castrano; la castrazione tuttavia è una pratica complessa che spesso provoca infezioni e cancrene, specie quando tutto quello che hai è una conchiglia, in Polinesia, o un affare in bronzo affilato; e comunque anche la riproduzione degli schiavi può risultare utile, e quindi nella terza fase i barbari si limitano al taglietto del prepuzio. Lo stesso David avrebbe esibito al re Saul duecento prepuzi di filistei (contandoli uno per uno), e per il solito motivo: diventare suo genero. L’ipotesi è intrigante, ma già al tempo degli Egizi e dei Sumeri la circoncisione non identifica gli schiavi, bensì i sudditi liberi; potrebbe essere stata imposta da un imperatore o da un patriarca come un supremo segno di sudditanza. Il Dio di Abramo lo chiama più diplomaticamente “segno di un patto”, che a quanto pare non fa differenze tra schiavi e nati liberi:

All’età di otto giorni, ogni maschio sarà circonciso tra di voi, di generazione in generazione: tanto quello nato in casa, quanto quello comprato con denaro da qualunque straniero e che non sia della tua discendenza. […] L’incirconciso, il maschio che non sarà stato circonciso nella carne del suo prepuzio, sarà tolto via dalla sua gente: egli avrà violato il mio patto (Gen 17,12 e 14).

Serpeggia forse già in epoca antica, e sicuramente nel medioevo, l’ipotesi che la circoncisione serva a prevenire un eccessivo piacere sessuale. La Bibbia non ne parla: che sia un modo per razionalizzare o attualizzare un antico rito tribale di cui si era perso il senso? Oggi la stessa teoria è cavalcata da chi lotta per proibirla: in realtà non ci sono prove che un maschi circonciso provi più o meno piacere – non è una cosa tanto semplice da dimostrare, non esiste un unità di misura dell’orgasmo maschile – e poi che esperimenti bisognerebbe condurre? Prendere un insieme x di maschi, farli copulare, circonciderli, ripetere la copulazione con le stesse partner che dovrebbero trovarsi nella stessa disposizione d’animo… si fa molto prima a trovare il bosone di Higgs, che infatti è stato già trovato. Bisogna dire che ancora oggi in molte zone interessate dal fenomeno (Asia centrale, Africa ) la circoncisione viene praticata con mezzi così rudimentali che non è solo a rischio il piacere, ma la stessa funzionalità.

L’associazione tra circoncisione e piacere sessuale, per quanto pseudoscientifica, ha avuto conseguenze importanti in epoca vittoriana.
Percentuali di circoncisi (oppure: carenza di prepuzi pro capite)

In questo periodo all’improvviso i medici anglosassoni scoprono che con quel piccolo taglietto si poteva prevenire l’alcolismo, l’epilessia, l’emicrania, l’equinismo, l’ernia, la gotta, la sifilide, e tantissime altre sindromi che, gira che ti gira, nascevano un po’ tutte lì, dove si annida lo smegma più ostinato. Come potessero pensare questi signori che la circoncisione scoraggiasse le pratiche masturbatorie non lo so; sospetto che anche loro non avessero fatto esperimenti sul campo; peraltro nello stesso periodo si raccomandava di prevenire le crisi di nervi delle dame con l’isterectomia. In ogni caso a inizio Novecento sia in Gran Bretagna che negli USA la circoncisione era consigliata da tutti i pediatri. I prepuzi tornarono di moda in Inghilterra dopo la Seconda Guerra Mondiale con la nascita del servizio sanitario nazionale, che portò l’esigenza di razionalizzare le spese: qualcuno si mise a studiare seriamente se valeva la pena circoncidere i bambini e scoprì che tutto sommato no, non ne valeva la pena. Negli USA la circoncisione continuò a essere a spese dei genitori, e i pediatri continuarono a consigliarla per un altro po’. Questa secondo me è un’interessante lezione sul liberismo e sulla socialdemocrazia, ma non voglio mettermi a parlare di politica sul Post. Mi basta che ragioniate su questo: anche la forma del vostro pisello, anch’essa è politica; un altro assetto sociale ve l’avrebbe fatto crescere in un modo diverso.

Comunque, sull’utilità medica della circoncisione, l’ultima parola non è ancora stata detta. Proprio mentre cadevano tutte le vecchie teorie sulle malattie infettive tradizionali, la lobby dei circoncisori trovava un atteso alleato nell’HIV. In questo caso gli esperimenti sono stati fatti – i volontari in Africa non mancavano – e hanno dato esito positivo. Per quel che sappiamo oggi, nelle aree dove è più facile contrarre il virus la circoncisione riduce il rischio di trasmissione vaginale (da femmina a maschio) più o meno del 50%. La trasmissione da maschio a femmina non è ridotta; su altre trasmissioni (ad es. rapporti anali) non abbiamo dati. Non sappiamo neanche esattamente il perché la circoncisione funzioni: il prepuzio, una volta richiuso sul glande potrebbe essere il rifugio ideale per il virus nella prima fase del contagio. Quindi, insomma, oltre a circoncidersi ci si potrebbe semplicemente lavare… ma stiamo parlando di Paesi caldi e poveri. E qui c’è la vera complicazione: in teoria la circoncisione potrebbe salvare vite umane, ma finché la si pratica con mezzi rudimentali, rischia di essere più nociva che salutare. In più c’è il rischio di alimentare una falsa sensazione di invulnerabilità: la circoncisione non sarà mai efficace come il preservativo.

Oggi si calcola che un maschio su tre in età adulta sia circonciso. Come ai tempi di Antioco Epifane, l’imperatore che proibì la circoncisione in Palestina, il mondo continua a dividersi tra popoli che lo considerano quasi necessario e altri che lo trovano un’usanza tribale da accantonare. Questo continua a causare piccoli e grandi choc culturali. Nel 2012 in Germania c’è stato un dibattito rovente, che probabilmente riprenderà nel nuovo anno. Da una parte musulmani ed ebrei, con le loro credenze millenarie. Dall’altra i nemici di ogni forma di mutilazione sui minori. E la circoncisione è una mutilazione, non c’è dubbio. Magari è la mutilazione meno invasiva, senz’altro non è paragonabile all’escissione o all’infibulazione o all’abrasione – ma non è neanche come bucarsi i lobi delle orecchie. Oltre al dolore, oltre al rischio di compromettere una funzionalità e un piacere, c’è il problema dell’irrevocabilità dell’atto: circoncidere un bambino (di otto giorni? di dodici anni? fa differenza?) significa imporgli una scelta. Ci sono dei giorni che la cosa mi risulta particolarmente barbara: è veramente qualcosa di tribale, decidere di imporre un segno indelebile su tuo figlio semplicemente perché è tuo. Ci sono altri giorni in cui mi guardo intorno e noto quanti segni portiamo, indelebili, tracciati sui nostri corpi e sui nostri caratteri dai nostri genitori; quanti segni sto lasciando anch’io, senza volerlo o volendolo fin troppo. Una pellicina in più o in meno fa tutta questa differenza?

Credo che alla fine sia una lotta tra religioni. La maggior parte dei musulmani e degli ebrei (non tutti) crede che la circoncisione sia necessaria; la maggior parte degli europei, e di me, crede che gli esseri umani siano liberi sin dalla nascita, e che nessuno, nemmeno i signori e le signore che li hanno generati, abbiano il diritto di modificarli, plasmarli, segnarli secondo la loro volontà. Questa idea è del tutto irrazionale, ed è negata ogni giorno da ogni evidenza; malgrado leggi sempre più restrittive (non possiamo più appioppar ceffoni in pubblico) abbiamo ancora le mani abbastanza libere sui nostri piccoli; ciononostante è un’idea forte, condivisa e sbandierata: giù le mani dai bambini, i bambini non si toccano, i bambini sono sacri. È una religione, anch’essa, il bambinismo. E sta lottando per vincere.
Comments (8)

Leonardo T wrote ...
La più banale del mondo: http://en.wikipedia.org/wiki/Circumcision_and_HIV
1/7/2013, 4:55:00 PM

Pitd wrote ...
Ma dove hai letto che i non-circoncisi sono piu` vulnerabili all'HIV? Fonte, fonte! Grazie.
1/7/2013, 4:04:00 PM

Anonymous wrote ...
Ciao...ammetto che son capitata qui per caso...e ho cominciato a leggere...questo un'ora fa...sto ancora leggendo....forse a leggerlo tutto non ce la farò ma per il futuro sicuramente ripasserò spesso.
Complimenti e l'augurio di un sereno 2013 (anche se non ci conosciamo).
1/4/2013, 10:54:00 AM

Leonardo T wrote ...
Troppo buoni.
1/4/2013, 12:24:00 AM

Blog Importanti wrote ...
Salve, le comunico con molto piacere che il suo blog è stato inserito su "Blog Importanti"! Saluti. Team.
1/3/2013, 11:08:00 PM

Anonymous wrote ...
http://en.wikipedia.org/wiki/Phimosis#Epidemiology
1/2/2013, 3:04:00 PM

marcell_o wrote ...
argomento interessante. non mi ricordo dove c'è anche la reliquia (il prepuzio di gesù, intendo), si potrebbe fa' il test del dna...
sai le risate
per me sarebbe strano imporre a mio figlio un segno indelebile della sua appartenenza a qualcosa (una stirpe, una religione, una combriccola...) mah!
a proposito di gesù ebreo c'è quella storiella che racconta moni ovadia, la disputa tra un prete e un rabbino sulle possibilità di carriera dei rispettivi ragazzi: un ragazzo cristiano può diventare papa, uno di quelli ebrei invece è diventato figlio di dio...
1/2/2013, 9:46:00 AM

Anonymous wrote ...
un articolo del... (appunto - seguo il fil rouge)
1/1/2013, 3:25:00 PM

Il cadavere che nessuno guarda

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14 settembre - Esaltazione della Croce


C'è la mamma di Daniele Luttazzi che si fa il segno della croce con un dito. Il papà la vede e le dice: "sei fortunata che non l'hanno impalato, sennò..." Di questa battuta, che ovviamente deve essere completata da un gesto preciso della mano destra, Luttazzi andava (va?) particolarmente fiero. "Mi piace", diceva, "il fatto che da questo momento in poi non riuscirete più a guardare un crocefisso senza pensarci". Qualche anno fa ci fu un caso un po' penoso di cui forse avete sentito parlare: Luttazzi dovette riconoscere che molte battute di cui si arrogava la paternità non erano farina del suo sacco. Il Cristo impalato però continuò a rivendicarlo, ignorando forse che qualche anno prima Paolo Poli era stato molto più sintetico e brutale: "Se Gesù fosse stato impalato, i Santi dove le avrebbero le stimmate?" Che Luttazzi possa non aver conosciuto la battuta di Poli è quasi probabile; difficile che ignorasse quella (già parecchio diversa) di uno dei suoi numi tutelari, Lenny Bruce: "Se Gesù fosse stato ucciso venti anni fa, i bambini delle scuole cattoliche porterebbero intorno al collo delle piccole sedie elettriche". Dove non è chiaro se Bruce ce l'avesse più coi cattolici o più con la pena di morte, ma questo era forse il bello di Bruce. Il quale a sua volta magari pescava da Heinrich Böll: "È una fortuna per gli esteti che la croce fosse lo strumento di morte abituale in Palestina, altrimenti dovrebbero appendere in camera da letto una ghigliottina o una forca". Böll a sua volta non poteva veramente ignorare quel famoso frammento del Discorso veritiero dove il filosofo Celso (II secolo dopo Cristo) scrive:
E dovunque da loro troverai l’albero della vita, e la resurrezione della carne dall’albero: questo, credo, perché il loro maestro fu inchiodato alla croce ed era di professione carpentiere. Così, se per caso egli fosse stato buttato giù da un dirupo, o spinto in un burrone, o strangolato con un capestro, o fosse stato ciabattino oppure scalpellino o fabbro, al di sopra dei cieli vi sarebbe un... dirupo di vita? O un burrone di resurrezione? O una corda di immortalità, o una pietra beata, o un ferro d’amore, o un cuoio santo? Ma quale vecchia intenta a canticchiare una fiaba per ninnare un bambino non si vergognerebbe di sussurrare cose del genere?
Il salto bimillenario tra Celso e Böll è dovuto - oltre alla mia ignoranza - dal fatto che in mezzo c'è stato un periodo in cui in Europa davvero, scherzare sul crocefisso non era molto consigliabile - meno di quanto lo sia oggi satirizzare su Maometto, la sua barba, i suoi costumi sessuali. Lo stesso Celso non ha avuto molta fortuna: la sua opera ha circolato liberamente finché i cristiani non hanno preso il possesso delle biblioteche, poi è rapidamente scomparsa. I frammenti che ci sono rimasti li ha salvati il suo miglior nemico, Origene, che per confutarlo scrisse un intero trattato, in cui non poteva evitare di citarlo. Se solo la Chiesa avesse avuto più apologeti alla Origene, e meno censori e raschiatori di codici antichi... ma raschiare è un risparmio, confutare è faticoso, insomma, è andata così.

Dai che un po' vi manca.
Che il crocefisso, l'effige di un cadavere esposta alla venerazione, sia qualcosa di scandaloso non è dunque una scoperta di Luttazzi. Lo era ai tempi di Paolo di Tarso, (1 Corinzi 22-24) lo era tre anni fa quando una signora italo-finlandese rivolse alla Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo più o meno il seguente quesito: mio figlio in Italia è costretto a studiare in una stanza dove è appeso il similacro di un uomo torturato e sanguinante, è legale questa cosa? La Corte in un primo momento disse no, sollevando un polverone che si era già abbondantemente posato quando nel marzo 2011 cambiò idea (il che è sempre sbagliato, parlo per me: il crocefisso appeso non mi dà fastidio, me ne danno di più i giudici che cambiano idea). Nel frattempo in molte aule e luoghi pubblici il simulacro continua a essere esposto con i chiodi e le ferite e tutto quanto. A causa di un bizzarro fenomeno di assuefazione culturale, la maggior parte degli italiani (e dei cattolici in generale, forse) non ci fa caso. Ovvero: facciamo tutti caso a un crocefisso, quando c'è, e magari litighiamo sul suo significato politico-storico-religioso-identitario, ma non lo guardiamo mai veramente per quel che è. Il fatto che descriva, con orripilante realismo, l'aspetto di un uomo torturato a morte, non colpisce quasi mai la nostra attenzione. Bisogna che arrivi Daniele Luttazzi con una battuta (o Paolo Poli, o Lenny Bruce, o chi volete). (Continua sul Post...)
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Leonardo T wrote ...
https://www.ilpost.it/leonardotondelli/2012/09/14/quel-cadavere-esposto-nei-luoghi-pubblici/3
9/10/2020, 8:52:00 PM

Travis Bickle wrote ...
Però la terza pagina del Post non c'è più...
9/10/2020, 4:36:00 PM

Claudio B. wrote ...
Non sono d'accordo: il film è estremamente ironico sia verso i tedeschi che verso i turchi ed ha dei passaggi abbastanza struggenti sul tema dell'emigrazione.
Ironia e delicatezza, non critiche distruttive alla Fallaci.
9/16/2012, 2:40:00 PM

marcell_o wrote ...
be', Yasemin Şamdereli è fortunato che nessuno in germania abbia dato fuoco a qualche ambasciata turca...
che tristezza la gente strumentalizzata e usata
che tristezza quando uno dice "Zombie e vampiri musulmani per me sono tutti uguali: vengono qui solo per delinquere". è quel "sono tutti uguali" che proprio non mando giù
ma ora vado sul post a finire di leggere
9/14/2012, 9:50:00 PM

essere disgustoso* wrote ...
Zombie e vampiri musulmani per me sono tutti uguali: vengono qui solo per delinquere e rubare il lavoro a zombie e vampiri italiani, che sono mostri perbene.

(Non è vero, ho toppato indecorosamente: è il peggior errore di distrazione della storia.)
9/14/2012, 6:32:00 PM

Claudio B. wrote ...
Nel film tedesco del 2011 "Almanya - La mia famiglia va in Germania" (titolo originale: "Almanya – Willkommen in Deutschland") a regia di Yasemin Şamdereli si descrive con ironia una famiglia turca che negli anni '50 emigra in Germania Occidentale.
Prima di partire, i bambini immaginano l'Europa in base alle poche conoscenze che hanno, commentando la voce circa il fatto che i cristiani siano adusi pregare dinnanzi a un cadavere nudo inchiodato a un pezzo di legno, cosa che a loro pare un abominio pagano.
La sera prima della partenza, uno di loro fa un sogno apocalittico in cui prima beve beatamente una quantità sterminata di coca-cole (che dicono in Germania Ovest abbondino) per poi venire aggredito da un uomo barbuto sanguinante e incoronato di spine... uno spaventoso crocefisso schiodato!
Personalmente ho trovato molto interessante tale passaggio del film proprio perché mette in luce l'aspetto macabro del crocefisso cui abitualmente tendiamo a non fare caso.
9/14/2012, 5:01:00 PM

Leonardo T wrote ...
Essendo musulmani, il crocefisso non gli fa nulla (cfr. I am legend)

(No, aspetta, erano vampiri).
(Agli zombi il crocefisso non ha mai fatto né caldo né freddo).
9/14/2012, 4:44:00 PM

essere disgustoso* wrote ...
Il crocifisso nelle scuole serve per preservare la nostra culturale dall'invasione dei musulmani.
O almeno da quella dei musulmani zombie.
9/14/2012, 4:25:00 PM

Gesù e la colf

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Santa Marta e San Lazzaro, amici di Gesù, I secolo.

Era tutto ottimo.
Se abbiamo bisogno di qualcos'altro
ti chiamiamo noi, grazie.
Comincia tutto nel vangelo di Luca, con una episodio che sta in cinque versetti (10,38-42): Gesù predica in casa di due sorelle, Marta e Maria. Quest'ultima resta seduta ai suoi piedi ad ascoltarlo, mentre Marta attende ai lavori domestici, finché non sbotta: ehi, Gesù, lo vedi come sono messa? di' a mia sorella che mi aiuti.
Ma Gesù le rispose: «Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, ma una sola è la cosa di cui c'è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta».
Luca, lo abbiamo visto, è l'evangelista liberal: ha un debole per i poveri, gli extracomunitari, le donne. Forse, come ogni liberal si rispetti, a casa aveva pure dei domestici, che trattava con molta gentilezza, versando i contributi e usando la frusta solo in caso di estrema necessità. Chissà. In ogni caso ogni progressismo ha un limite, e quello di Luca riguarda i lavori domestici: tutti possono seguire Gesù, tutti possono entrare nel Regno dei Cieli, però gli sguatteri in seconda fila, grazie. Non è che il loro lavoro non sia utile, anzi. Però qualcun altro si è scelto la parte migliore: un modo educato per dire che a voi è rimasta la peggiore. Luca non immaginava forse che la religione che stava contribuendo a fondare avrebbe attecchito nelle metropoli proprio presso quel ceto sradicato senza tradizioni e senza prospettive, la servitù. Gli schiavi che venivano comprati e venduti nei porti del mediterraneo si mescolavano tra loro, cercavano un'identità comune e un riscatto almeno ideale: lo trovarono in una fede religiosa che implicava l'uguaglianza di schiavi e padroni davanti a Dio, ma a quel punto l'episodio di Marta cominciò a creare difficoltà. Per ogni vergine che si consacrava alla vita contemplativa, all'estasi e alle rivelazioni mistiche, dovevano esserci una o più Marte che continuassero a rigovernare le case. Tra la sorella incantata ai piedi del Salvatore, e quella indefessa e brontolona che continua ad andare su e giù tra cucina e lavatoio, lo zoccolo duro dei fedeli ha sempre istintivamente tifato per la seconda. Anche personaggi insospettabili, come Agostino e persino Teresa d'Avila, hanno lasciato scritto che la "parte" di Marta è fondamentale, irrinunciabile, complementare a quella di Maria, eccetera. Però alla fine se torniamo alla lettera del vangelo, vediamo che il Gesù di Luca la mette giù molto più semplice e brutale: Marta è una che si agita per molte cose inutili. Nel vangelo c'è scritto così, se non vi va scrivete un altro vangelo. Ciò è stato fatto (continua sul Post...)
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E staccati, su

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Non sarò mai la tua Maria Maddalena
(Però tra qualche anno io e te fondiamo gli 
Enigma e sfondiamo sul serio).
22 luglio - Santa Maria Maddalena, non più peccatrice (I secolo).

A Maddalena, che lo vede per prima risorto, Gesù dice una cosa curiosa, che nella versione latina suona Noli me tangere, "non mi toccare". Perché Maddalena non lo può toccare? Eppure più tardi Gesù acconsentirà a farsi tastare le piaghe da Tommaso, l'apostolo incredulo. Forse perché Maddalena è donna? Forse perché ha un passato discutibile? Ma in realtà nell'originale greco si capisce che Maddalena è già riuscito a toccarlo: più che "non mi toccare" è un "lasciami andare", "mollami". Toccarsi insomma era consentito, ma forse Maddalena insisteva troppo, non lo lasciava andare più, mentre Gesù aveva altre cose da fare, un impegno a Emmaus di lì a poche ore, eccetera. Eppure per secoli in occidente i pittori la scena l'hanno dipinta come se tra Gesù risorto e la donna a lui più vicina ci fosse un abisso. È che Maddalena è proprio difficile da maneggiare.

Di solito scrivere un'agiografia, trasformare un peccatore in un santo, consiste nel prendere la vita di un uomo o di una donna, enfatizzare le buone azioni e levare le magagne più grosse. Con Santa Maria Maddalena, che pure è un personaggio di primo piano, la cosa è andata in un modo diverso: è da duemila anni che la consideriamo una ex prostituta, e semplicemente non è vero. Cioè, basta tornare ai vangeli: in nessun punto vi è scritto che Maria di Magdala facesse quel mestiere. C'è poi qualche 'peccatrice', nei vangeli, con le quali Gesù si mostra piuttosto tollerante, ma non è chiaro se siano prostitute o semplicemente adultere. C'è quella che lava i piedi a Gesù con le sue lacrime, glieli asciuga coi capelli (portare i capelli sciolti nella Giudea del tempo era già un segno eloquente di vita non irreprensibile), e forse è la stessa che lo unge davanti a tutti, in quella che un fariseo del tempo avrebbe potuto prendere per una caricatura di un'unzione regale. Il vangelo di Giovanni, che è il più tardo, ma come vedremo ha un rapporto particolare con la figura di Maddalena, chiama questa peccatrice "Maria", e soggiunge che era la sorella di Marta e Lazzaro. Vale la pena di ricordare che il nome "Maria" ("Miriam", la sorella di Mosè) era già al tempo il più diffuso nella zona: basandosi sulle incisioni funerarie, gli archeologi hanno calcolato che il 25% della popolazione femminile portasse quel nome.

Nei vangeli di Marie ce ne sono parecchie, in realtà è impossibile contarle perché è chiaro che gli stessi evangelisti - già piuttosto elusivi sui nomi e i ruoli degli apostoli - semplicemente non ci si raccapezzano. Questo è un dettaglio verosimile: chi si metteva a scrivere dopo decenni di narrazioni orali poteva facilmente confondere le figure femminili che dalla morte di Gesù non avevano più avuto molto peso nel movimento dei cristiani, e stavano invecchiando da qualche parte in Palestina o altrove. Per prima c'è la madre di Gesù (che non in tutti i vangeli è chiamata "Maria"); poi la Maddalena, che non necessariamente si prostituisce ma sicuramente viene esorcizzata da Gesù, che le toglie dal corpo "sette demoni", fa parte del suo entourage più ristretto ed è testimone oculare della resurrezione (il nome forse deriva da un paese sul lago di Tiberiade, Magdala appunto, forse dall'ebraico migdal, "torre", "fortezza"); c'è poi la sorella di Marta e di Lazzaro, detta anche Maria di Betania; e ancora un'altra figura dell'entourage apostolico, Maria madre di Giacomo (il quale a sua volta potrebbe anche essere il fratello di Gesù...) A un certo punto a papa Gregorio le tre Marie non madri devono essere sembrate troppe, visto che si permise in un'omelia di ridurle a una sola; poi, siccome almeno una delle tre, in almeno un Vangelo, era chiamata "peccatrice", se ne dedusse che oltre a una e trina la Maddalena dovesse pure essere prostituta. Più che un venticello, la calunnia è un virus.


D'altro canto è stata una calunnia con qualche conseguenza positiva. Pur restando per tutta l'era antica e il medioevo, fino ai giorni nostri, ai margini della società, le prostitute hanno potuto contare su una protettrice di primo rango, una che a Gesù dava del tu. E il fatto che Cristo risorto preferisse apparire per primo a un'ex puttana, piuttosto che agli undici patriarchi della Chiesa Apostolica, rende il cristianesimo una religione un pelo meno maschilista ed elitaria di altre (anche se l'immagine di un Gesù gioviale frequentatore di meretrici è un'altra proiezione; non le lapida, ma le perdona, purché "non pecchino più"). Nel frattempo i pittori hanno potuto raffigurare, nelle crocefissioni e deposizioni e apparizioni, almeno una donna coi capelli sciolti. Molto presto hanno deciso che doveva averli rossi. La riduzione di una sodale di Gesù a prostituta potrebbe avere avuto semplicemente questo senso: più basso era il peccato, più orribile il mestiere, più gloriosa appariva la redenzione. Un Dio che perdona le puttane è uno che davvero può salvare chiunque, non fa una grinza. Però forse c'è dell'altro. C'è che se le togli quella patina di peccatrice, Maddalena diventa un personaggio un po' più difficile da gestire, per una Chiesa gestita dai maschi.

Alcuni dettagli sono imbarazzanti (continua sul Post, con Dan Brown, James Cameron, Umberto Eco, Martin Scorsese, i merovingi e l'eterno femminino, ma soprattutto con Yvonne Elliman).
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Il Cristo gay e il Grande Inquisitore

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Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà render salato? A null'altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini.
Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa...


“Dunque, la scena comincia così: immaginati una processione, in una città medievale, oscurantista... facciamo Bologna”.
“Bologna, via, così oscurantista poi...”
“Bologna è perfetta, ci stanno i domenicani, quindi l'Inquisizione. Immaginati una di quelle processioni medievali coi flagellanti, no? E proprio durante questa processione, chi ti compare?”
“Chi mi compare?”
“Un Cristo gay”.
“Un Cristo gay”.
“È quel che ho detto”.
“Non so, Ivan, abbiamo già diverse polemiche in corso, se magari riusciamo a evitare di offendere cristiani e gay in un botto solo io preferirei...”
“Nonò fidati, un Cristo gay che appena compare, tutti all'improvviso capiscono che è lui, la folla si apre per lasciarlo passare, tutti lo seguono in silenzio, senza osanna, senza alleluja, tanto ovvio è che lui è Cristo”.
“E che è gay”.
“È un Cristo gay”.
“Ivan questa cosa però spiegamela meglio, perché io posso anche capire un Cristo a Bologna nel medioevo, cioè se sono in Strada Maggiore e all'improvviso vedo un ebreo con la corona di spine più o meno ci arrivo che è Cristo, ma spiegami come faccio a capire che è pure gay”.
“In effetti anch'io mi sono posto il problema”.
“Cioè non gli possiamo mica mettere l'aureola arcobaleno”.
“Perché no”.
“Perché è il medioevo a Bologna, cosa vuoi che ne sapessero dei colori del movimento LGBT”.
“Va bene, ci pensiamo dopo. L'importante è che sia evidentemente gay”.
“E tutti lo seguono”.
“Per forza, è un Cristo gay. Tu non lo seguiresti? Anche solo per curiosità?”
“E poi che succede?”
“Succede che a un trivio si devono fermare per dare la precedenza al cocchio, e il cocchio è ovviamente una cosa kitschissima, tutti intarsi e intagli e lacche in oro zecchino”.
“Nel medioevo? Non è un po' presto?”
“Il cocchio però invece di sfilare inchioda, e dalla finestrella spunta il volto arcigno di un vecchio Inquisitore, sormontato da un tricorno fucsia molto chic”.
“Questa cosa finisce malissimo, vero?”
“Non abbiamo neanche iniziato. Anche l'Inquisitore ovviamente capisce subito chi ha davanti, ovvero...”
“...un Cristo gay”.
“Un Cristo gay, e gli basta un cenno perché gli uomini della sua scorta lo prendano in consegna. Ovviamente gli uomini della sua scorta sono maschiacci nerboruti e sudaticci, muniti di alabarde un po' falliche”.
“Questi particolari sono tutti necessari?”
“No, però sono divertenti. Dunque l'Inquisitore si fa portare il Cristo gay nel suo palazzo, e dopo una sobria cena e un sobrio intrattenimento, decide di scendere nelle segrete per interrogarlo. Senza testimoni”.
“Ci mancherebbe”.
“La scena vera comincia adesso. Dunque l'Inquisitore entra nella cella, squadra il suo uomo a lume di candela e gli dice: taci”.
“Come taci, scusa, ma che interrogatorio è”.
“È un interrogatorio molto interessante. Gli dice, taci, non c'è bisogno che tu mi dica chi sei, e non c'è nulla che tu possa aggiungere per modificare la tua posizione. Non so cosa sei venuto a fare sulla terra una seconda volta”.
“Ma come non lo sa, scusa...”
“...ma non m'interessa, hai avuto una vita per parlare e adesso ti tocca ascoltare. Lo sai in che guaio ci hai messo? No che non lo sai. Ci hai dato la libertà, come credi che l'avremmo usata, se non per mangiarci a vicenda? Lo sai in che disastro ci hai mollati? E sai quanto ci abbiamo messo a pulire? Mille anni ci abbiamo messo. C'è toccato persino allearci col tuo nemico, sai, Satana. Abbiamo una joint-venture, adesso. Non lo sapevi? Vedi che in questo interrogatorio hai qualcosa da imparare. Non è che ne andiamo fieri, ma cos'altro potevamo fare? Siamo gay, perdio, quanti credi che siamo in tutto? Il dieci per cento della popolazione mondiale? Il quindici?”
“No, dai, il quindici no”.
“Che male ci sarebbe?”
“Mi sembra esagerato, via, il quindici”.
“Ma fosse anche il venti, è pur sempre una minoranza, lo sai cosa vuol dire?”
“Vuol dire che dovranno lottare affinché alle minoranze siano riconosciuti i loro diritti”.
“Ecco, lo vedi? Il classico ragionamento da Cristo gay. Ma non funziona così”.
“E perché non funziona così?”
“Perché l'umanità è una cosa un po' meno nobile di come la raccontava lui, perché homo homini lupus e tutto il resto, e insomma non importa che sia una razza o un'identità di genere o una preferenza sessuale o il colore dei capelli: la minoranza sarà sempre angariata dalla maggioranza. Sempre”.
“Ma no dai, sempre no”.
“Sempre, te lo dico io. Cioè no, te lo dice il Grande Inquisitore Gay”.
“Ah, perché anche il Grande Inquisitore è...”
“Lo aveva appena detto. Quindi mettiti nei nostri panni, continua il Grande Inquisitore Gay, infilati nei nostri soffici ermellini. Se almeno fossimo stati una minoranza, che so, etnica. Potevamo sempre sperare di diventare una maggioranza da qualche parte, con guerre o complotti. Ma siamo gay. Non possiamo diventare una maggioranza, per definizione”.
“E perché no?”
“Perché siamo gay, stupido. Non siamo prolifici”.
“Ah già dimenticavo. Ma potevate adottare”.
“In effetti pensammo subito a questo. Ma come potevamo riuscirci? Tu che avresti fatto? Una bella campagna per il diritto della coppia gay all'adozione durante l'impero romano?”
“Beh, forse i tempi sarebbero stati un po' prematuri”.
“Ah, perché invece nell'Alto Medioevo...”
“Quindi insomma niente da fare”.
“Al contrario. Ci siamo riusciti alla grandissima, spiega il Grande Inquisitore Gay (da qui in poi GIG). Siamo in assoluto la comunità che adotta di più. Abbiamo uomini in tutti gli orfanotrofi, anzi gli orfanotrofi li costruiamo direttamente noi. Non è stato difficile. Sai come abbiamo fatto?”
“Come avete fatto”.
“Abbiamo fatto coming in”.
“Coming in... cosa?”
“È un neologismo che ho inventato io, spiega compiaciuto il GIG. Ci siamo nascosti. Certo tu avresti preferito che noi vivessimo in mezzo alla gente fieri dei nostri costumi. Certo tu, caro Cristo gay, avresti preferito che il sale della terra rimanesse nella terra, e che la lucerna non restasse occultata sotto il moggio... ma ne abbiamo parlato con Satana e lui è stato molto più convincente. Ci siamo nascosti perché era l'unico modo per sopravvivere nei secoli, capisci. Noi non siam come te, che vieni, predichi tre anni e poi ciao ciao, fate i bravi, ci vediamo alla fine dei tempi. Noi abbiamo da pensare a sopravvivere per millenni, non possiamo accontentarci di qualche oasi di tolleranza qua e là, noi sappiamo che gli olocausti sono sempre dietro l'angolo e dobbiamo corazzarci”.
“Così insomma i gay ci sono sempre stati, ma si sono nascosti per sopravvivere”.
“Certo, continua il GIG, e lo sai dove ci siamo nascosti?”
“Non so, in qualche confraternita immagino”.
“Nella confraternita più esclusiva e allo stesso tempo più universale e più potente e allo stesso tempo più capillare dell'universo, sai qual è? La domanda la faccio a te, col Cristo gay non ce n'è bisogno, lui la sa già”.
“E quindi insomma...”
“Ma non hai capito? Hai davanti un Grande Inquisitore Gay, con lo zuccotto fucsia, l'ermellino, le scarpette di Gucci, eddai... dove vuoi che si siano nascosti”.
“No dai Ivan per favore”.
Nella Chiesa cattolica! Siamo tutti qui, continua il GIG. Da secoli siamo qui, e ce la spassiamo! Prolifici quanto mai, abbiamo in mano gli orfanotrofi, le scuole, i precettori nelle case private, se da qualche parte nasce un ragazzino o una fanciulla tendente all'omoerotico, fidati che lo troviamo all'istante, e ci preoccupiamo di lui per tutta la vita! Questo facciamo”.
“La Spectre gay”.
“Abbiamo inventato la Confessione, ti rendi conto? Non c'è mai stata in tutta la storia dell'uomo un età così fortunata per i gay”.
“Ivan, sei sicuro?”
“Altro che lottare per i diritti civili e la tolleranza e tutte queste menate. Noi non vogliamo la tua patetica tolleranza, dice il GIG a Cristo. Noi vogliamo il potere, e lo abbiamo. Siamo o non siamo stati bravi. Da secoli una congregazione di gay regna sull'Europa, così ben organizzata che gli etero ancora non se ne sono accorti, ed è meglio così, no? Per il loro bene”.
“Perché voi non ce l'avete con gli etero”.
“Ci sono indispensabili, poveretti. Lavorano, ci pagano le decime. E soprattutto sono prolifici, loro”.
“Qualcuno lo deve pur essere”.
“Finché non inventeremo l'inseminazione artificiale, l'utero artificiale, magari la clonazione, ecco, ma la scienza è ancora indietro, indietro...”
“Potreste provare a bruciare meno scienziati”.
“Comunque ci vorrebbero secoli, il nostro sistema è molto più efficiente. Ora capisci perché la tua libertà è solo una scemenza? Capisci perché non hai diritto di parlare con me, che sono l'esponente di un sapienza millenaria, veramente incarnata nel sangue vivo e putrescente dell'uomo? Tu sei solo il figlio di Dio, che ne sai? Uno si fa una passeggiata sulla terra, due o tre prediche e una morte in croce, e poi è convinto di aver capito, ma cosa hai capito, cosa? Non esiste la libertà, se non per piccoli periodi. Non esiste la tolleranza. Nel medio-lungo termine esiste solo il potere, esiste solo la sopraffazione, e noi gay perché dovremmo essere meglio degli altri? Perché? Perché non dovremmo anche noi tentare di prendere il potere e usarlo per abusare dei deboli e degli indifesi? Perché ce lo chiedi tu con quegli occhioni azzurri incongrui in un mediorientale? Adesso sai che faccio? Ti processo e poi ti brucio come pederasta. Gli stessi che ti hanno osannato stamattina, saranno lì a raccontare di quando molestavi i loro figli nel cortile. Io queste cose le so, io lo so come è fatto l'uomo. Adesso parla pure se ti va. Ma il Cristo gay non parla”.
“Lo sospettavo”.
“Non dice niente. Solo fa un passo avanti verso il GIG, e per miracolo le catene si sciolgono, le manette sadomaso si aprono con un clac. Il GIG spaventato si ritrae, ma il Cristo Gay lo abbraccia”.
“E lo bacia”.
“Ovviamente”.
“Avremo i troll cattolici e quelli LGBT per sei mesi, Ivan...”
“Sarà divertente”.
“Si baciano a lungo?”
“Quanto basta. Poi il GIG, sconvolto, apre la porta della cella e dice Vai Via! Vai Via e non tornare mai più”.
“E poi? Fa coming out? Denuncia la sporcizia annidata nella Chiesa?”
“No, macché. Torna nel castello in tempo per la finale del torneo canoro dei castrati Ma quel bacio, quel bacio continua a bruciargli nel cuore”.
Comments (15)

Mammifero Bipede wrote ...
Terrific! :-)
Io ci avrei aggiunto in coda questo video!
6/20/2012, 12:26:00 PM

Salvatore wrote ...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
6/17/2012, 7:43:00 PM

Anonymous wrote ...
*** tipo "dai, non gli diamo addosso che ha già a che fare col terremoto"

era scritto tra "<" e ">" non so cosa sia successo..
6/12/2012, 4:57:00 PM

Anonymous wrote ...
stavo pensando allo strano fenomeno psicologico/antropologico grazie al quale proprio mentre il terremoto ti mette in una situazione "protetta" (tipo <>) ecco che tiri fuori un post come questo. Spero che questa verve ti rimanga anche a "rocce ferme"!
6/12/2012, 4:55:00 PM

Gabriele wrote ...
In effetti il mio amico gay ex-chierichetto me le dice da sempre, 'ste cose... Papa Ratzi loro lo chiamano "la Giuseppina"...
6/12/2012, 3:49:00 AM

Anonymous wrote ...
Certo! E lo sappiamo da un po' noi che non abbiamo il prosciutto dei dogmi davanti agli occhi. È che forse dovevi separarlo e spiegarlo come si fa coi bambini. Ai maicresciuti italiani, purtroppo, va ribadito sempre. Come andrebbe ribadito il fatto di non avere paura del collega/amico/vicino gay perché il fatto che ci piacciono gli uomini non vuol dire che ci piacciono tutti gli uomini. E comunque...grazie.
6/11/2012, 10:59:00 PM

Anonymous wrote ...
Bèla lì Leonardo, ci voleva questo smutandamento della pubblicità CEI per l'8x1000 che sembra il fantozziano urlo liberatorio in critica a "la corazzata Potëmkin" di Ejzenštejn:“Nella Chiesa cattolica! Siamo tutti qui, continua il GIG. Da secoli siamo qui, e ce la spassiamo! Prolifici quanto mai, abbiamo in mano gli orfanotrofi, le scuole, i precettori nelle case private, se da qualche parte nasce un ragazzino o una fanciulla tendente all'omoerotico, fidati che lo troviamo all'istante, e ci preoccupiamo di lui per tutta la vita! Questo facciamo”. “La Spectre gay”.
6/11/2012, 10:43:00 PM

Leonardo T wrote ...
Anonimo, sai com'è, pare che la Chiesa ci abbia questo problemino.
6/11/2012, 10:29:00 PM

Anonymous wrote ...
Per il resto, è proprio un pezzo fico! ;)
6/11/2012, 9:12:00 PM

Anonymous wrote ...
Però mi sembra che si sfiori la schifezza intellettualmente disonesta gay-uguale-pedofilo. Ci sono già un sacco di gay velati che la usano, non c'era bisogno di supportarli. Nemmeno per metafora.
6/11/2012, 8:39:00 PM

D. wrote ...
Capirai, hai appena detto ai gay che i preti (che loro odiano sommamente) in realtà sono gay en travesti (LOL) che opprimono il mondo.
Non vorrei essere nei tuoi panni, anzi ora scappo.
:P
6/10/2012, 9:07:00 PM

probos wrote ...
Certo che te le vai proprio a cercare: adesso la Santa Inquisizione Gaia pensi che te la faccia passare liscia? Non potevi restare a lamentarti dei test Invalsi, di quanto sono umilianti, come ci avevi promesso giorni fa? ah no, è vero! l'hai sfangata grazie al terremoto, che culo, no? Non è che magari è stato opera della Mafia Gay...
6/10/2012, 11:34:00 AM

Anonymous wrote ...
..continua sul post


[p.s. grande Leonardo!]
6/10/2012, 10:07:00 AM

Anonymous wrote ...
eh, si. troll cattolici e LGBT per sei mesi, è quello che ti meriti (io passerò spesso a scorrere i commenti)
6/10/2012, 9:30:00 AM

Anonymous wrote ...
Forse sono io il tardo, ma è per caso una metafora per la storia di Zamudio? :)
6/10/2012, 8:39:00 AM

James the Less (not the Least)

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3 maggio – San Giacomo “il minore”, apostolo (primo secolo).

(Rubens)
"Ma perché in questa Bibbia
tedesca non c'è la mia lettera?"

Giacomo, detto il Minore, detto il Giusto, detto il fratello del Signore, contiene in sé almeno tre enigmi: (1) davvero era fratello di Gesù?; 
(2) davvero era lui, e non quel pasticcione di Pietro, il capo della Chiesa di Gerusalemme?; 
(3) davvero è a causa della sua misteriosa Lettera, rigettata da Lutero, che il capitalismo si è sviluppato nel nord Europa invece che da noi? 

E a questo punto, se fossi Giacobbo, manderei la pubblicità. Ma per fortuna sono sul Post, dove la pubblicità, se c’è, a questo punto è già partita da un pezzo. Avete premuto la X rossa in alto a destra? Bravi. Ora vediamo un enigma alla volta.


1. Era il fratello di Gesù?

I fratelli di Gesù compaiono in tre vangeli su quattro. L’unico a non parlarne è proprio Luca, il più mariano di tutti: quello dell’arcangelo Gabriele, a cui la Madonna risponde “non conosco uomo!” All’idea di una Maria vergine prima durante e dopo la nascita di Gesù i cristiani si affezionarono presto: rimane questo piccolo problema, che di fratelli si parla in tre vangeli su quattro. Per i cattolici non sono proprio fratelli, è solo un modo di dire. Saranno cugini, amici, semplici conoscenti. Eppure la parola greca è proprio αδελφοι, adelphoi; certo, in tanti altri passi del Nuovo Testamento compare in senso figurato, ma sia in Matteo che Marco il contesto sembra riferirsi a una famiglia ristretta, con la quale il Messia ha quel classico rapporto conflittuale che si può avere con i consanguinei: lo prendono per matto (Mc 3,21); lo vengono a prendere, ma lui li rinnega (Mc 3,32-35).

Tutto attorno era seduta la folla e gli dissero: «Ecco tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle sono fuori e ti cercano». Ma egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Girando lo sguardo su quelli che gli stavano seduti attorno, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Chi compie la volontà di Dio, costui è mio fratello, sorella e madre».

Hai voglia a prenderli per cugini. Se la cavano meglio gli ortodossi, che immaginano dei fratellastri: Giuseppe, già vedovo, li avrebbe portati alla sacra famiglia in dote. Le due liste di fratelli, contenute in Marco 6,3 e Matteo 13,55, non combaciano perfettamente (Marco parla anche di “sorelle”, Matteo accenna a un padre “carpentiere”): ma in entrambe Giacomo è il primo. Ma è lo stesso Giacomo di Alfeo che compare in tutte le liste degli apostoli? Dopo una scenata così plateale come quella sopra citata, quante possibilità aveva un fratello o fratellastro di Gesù di essere ammesso nei Dodici? I cattolici considerano Giacomo il minore figlio di Alfeo, zio paterno di Gesù, e di Maria di Cleofa, una delle due o tre Marie che ruotano in modo non chiaro intorno agli apostoli. Di lui i vangeli non raccontano nient’altro: è un apostolo di seconda linea, nulla di paragonabile al Giacomo Maggiore, fratello di Giovanni evangelista, evangelizzatore della Spagna, le cui reliquie faranno la fortuna di Santiago di Compostela. Diventerà invece importantissimo (a patto che sia lui e non un omonimo) dopo la morte e resurrezione di Gesù. 


2. Era lui il vero capo a Gerusalemme?


(Su google trovi tutto, anche il Concilio di Gerusalemme in versione Lego).

A questo punto si è capito che per i cattolici Giacomo è una figura scomoda. Non solo è presentato come fratello di Gesù: ma leggendo gli Atti degli Apostoli e le lettere di Paolo si ha la sensazione che il vero capo della comunità cristiana di Gerusalemme sia lui. E Pietro? Pietro è senz’altro la figura di spicco tra gli apostoli in un primissimo momento, quando, come abbiamo visto, non sembra più nemmeno lui: parla scioltamente in tutte le lingue del mondo, si fa incarcerare senza battere ciglio, impone ai seguaci la comunione dei beni, ammazza i fedifraghi con lo sguardo… Ma è una fase di breve durata, che negli Atti termina più o meno in coincidenza con l’imporsi di un nuovo predicatore, Paolo.

Paolo, come si è visto, ha tutto un altro stile, e pur essendo anche lui ebreo preferisce rivolgere la sua predicazione ai gentili. Fino a quel momento il cristianesimo era sostanzialmente un’eresia ebraica, praticata da giudei che continuavano a seguire le prescrizioni rituali della Torah. Per Paolo tutto questo è roba vecchia, zavorra che impedisce alla buona novella di decollare tra i gentili. Pietro è meno estremo, e sappiamo che non cesserà di colpo l’osservanza dei vecchi precetti, ma il sogno che ha fatto in Atti 10,9-16 lo ha spinto sulle stesse posizioni di Paolo. Quindi, se Paolo e Pietro sono d’accordo, chi è che non ci sta? Chi è che li convoca a Gerusalemme, al cosiddetto primo Concilio, per trovare un accordo? Giacomo il Giusto. Il contesto rende chiaro che Giacomo è il rappresentante della comunità ebraico-cristiana; l’ultima parola, seppure conciliante, spetta a lui (At 15,19-21):

Per questo io ritengo che non si debba importunare quelli che si convertono a Dio tra i pagani, ma solo si ordini loro di astenersi dalle sozzure degli idoli, dalla impudicizia, dagli animali soffocati e dal sangue. Mosè infatti, fin dai tempi antichi, ha chi lo predica in ogni città, poiché viene letto ogni sabato nelle sinagoghe.
Paolo, che pure è il rappresentante dell’istanza opposta, ha un profondo rispetto per Giacomo. Nella lettera ai Galati, dove racconta tutto il dibattito dal suo punto di vista, lo chiama “apostolo” ma non sembra considerarlo uno dei dodici originali. Lo definisce, invece, “fratello del Signore”, (Ga 1,19), e “colonna della Chiesa” (2,9):

…e riconoscendo la grazia a me conferita, Giacomo, Cefa e Giovanni, ritenuti le colonne, diedero a me e a Barnaba la loro destra in segno di comunione, perché noi andassimo verso i pagani ed essi verso i circoncisi.
Notate l’ordine delle colonne: Giacomo, Cefa (=Pietro) e Giovanni. Giacomo è di nuovo il primo della lista. Paolo parla di Giacomo anche nella prima lettera ai Corinzi, nominandolo tra coloro a cui è apparso Gesù risorto (anche in questo caso il suo nome è separato da quello degli dodici apostoli). Pietro non parla di Giacomo nelle sue lettere (ne ha scritte molto meno), ma sempre da Paolo sappiamo che doveva avere una certa soggezione per il personaggio: quando alcuni seguaci di Giacomo arrivano ad Antiochia, lui si rimette a osservare i precetti ebraici. Paolo se ne accorge e s’infuria – ecco, Paolo s’infuria con Pietro, mai con Giacomo.

Che Giacomo il Giusto fosse un personaggio di primo piano lo si capisce anche da alcuni testi del primo secolo. Papia di Ierapoli chiama Giacomo vescovo di Gerusalemme. Nel vangelo di Tommaso (uno degli apocrifi più antichi, non le favolette dal secondo secolo in poi) Gesù lo nomina capo della Chiesa. Invece il vangelo apocrifo che gli è attribuito è una classica fanfiction del secondo secolo, con leggende che partono dalla nascita di Maria. Gli storici della Chiesa, a partire da Egesippo, elaborano da queste poche informazioni la figura di un ebreo-cristiano onorato e stimato da tutti, tanto che il sommo sacerdote che ordina di lapidarlo (o di gettarlo dal tetto del tempio) cade in disgrazia anche presso gli ebrei. Di lì a poco Gerusalemme viene devastata dai Romani (70 dC): della comunità ebraico-cristiana si perdono le tracce, la Chiesa che sopravvive è quella de-giudaizzata di Paolo (e Pietro). La figura di Giacomo perde consistenza. Di lui, come abbiamo visto, resta una manciata di versetti in tutto il Nuovo Testamento. E una letterina, ammesso che l’abbia scritta davvero lui. Però anche quella letterina, a ben vedere, è una bomba. Con una miccia molto lunga: per far esplodere l’Europa ci metterà millecinquecento anni, più o meno.

Max Weber
era Max Weber.
3. È colpa della sua Lettera se la Merkel e i banchieri ci tengono per le palle?

Naturalmente non abbiamo nessuna certezza che l’Epistola di San Giacomo Apostolo sia davvero sua. Sua di chi, poi? Di Giacomo il fratello di Gesù (o il cugino?), di Giacomo il minore apostolo, di Giacomo il Giusto forse vescovo di Gerusalemme? Di uno solo dei tre, o di due? Vi risparmio l’infinito dibattito tra chi sostiene che l’attribuzione a Giacomo sia soltanto un espediente dell’autore per conferire maggiore importanza alle sue parole, e chi ritiene che tutto sommato la lettera potrebbe anche essere stata scritta nel primo secolo da un ebreo che masticasse un po’ di greco. Il testo non è neanche particolarmente giudaizzante: certo, contiene riferimenti a personaggi poco noti dell’Antico Testamento (Raab la meretrice!), ma più che al Levitico sembra richiamarsi al buonsenso. Dopo aver letto Paolo è acqua fresca, insomma. Il passo più famoso – quello che più facilmente faceva infuriare Lutero – è 2,14-18:

Che giova, fratelli miei, se uno dice di avere la fede ma non ha le opere? Forse che quella fede può salvarlo? Se un fratello o una sorella sono senza vestiti e sprovvisti del cibo quotidiano e uno di voi dice loro: «Andatevene in pace, riscaldatevi e saziatevi», ma non date loro il necessario per il corpo, che giova? Così anche la fede: se non ha le opere, è morta in sé stessa. Al contrario uno potrebbe dire: Tu hai la fede ed io ho le opere; mostrami la tua fede senza le opere, ed io con le mie opere ti mostrerò la mia fede.
A me è sempre piaciuta tantissimo, quell’esortazione ai limiti della sgarberia: hai fede? Mostramela. Io non so se ce l’ho, ma guarda le mie opere: quelle esistono, si possono toccare. Qualcuno ha voluto trovare in questi versetti una critica neanche velata alla dottrina di Paolo sulla salvezza per mezzo della fede. Per Paolo gli uomini (tutti, non solo gli ebrei) erano peccatori, finché Cristo non li aveva salvati: bastava credere in lui, bastava avere fede, e tutto sarebbe andato a posto. Inoltre i tempi stavano per finire, quindi non aveva molto senso occuparsi di cose troppo terrene. Per la verità Paolo era tutto meno che un guru ieratico e sfaticato (continuava a mantenersi fabbricando tende), e lui stesso talvolta si lamentava dell’inerzia di alcune comunità cristiane.

Giacomo ha la stessa preoccupazione: si fa presto a dire fede, ma di cos’è fatta la fede? Puoi mostrarmi la tua fede senza neanche un’opera? Possiamo pensare che in un contesto ebraico le “opere” consistessero soprattutto nel rispetto formale di una serie di precetti, ma col tempo il testo ha assunto un valore universale: la fede si esprime attraverso le opere di bene. Niente opere, niente fede. Lutero non ci voleva credere. “Lettera di paglia”, la chiamava. Al di là dei suoi scrupoli da filologo, basta conoscerlo un po’ per capire che si trattava per lui della paginetta più indigesta del Nuovo Testamento. Dopo che Paolo ha insistito, per più di una dozzina di lettere, nella giustificazione mediante la fede, cosa viene a dirci questo cosiddetto Giacomo? Che la fede si mostra attraverso le opere? Ma a chi la dobbiamo mostrare? L’unico a cui interessa è Quello che ce l’ha donata. E quindi quali opere: l’obolo di San Pietro? Vogliamo costruire chiese sempre più grandi e addobbate? Vogliamo coprire di un altro po’ di ori e di argenti i sacerdoti della grande Babilonia? Vogliamo mettere all’incanto un altro po’ di indulgenze? Lutero tolse la lettera dal suo canone. Robaccia buona a far ingrassare i papi e i papisti.

Qualche secolo più tardi Max Weber, cercando di capire perché il capitalismo sia nato in certe zone dell’Europa (i Paesi Bassi, l’Inghilterra) giunge a un’ipotesi arcinota, anche se contro-intuitiva: è stato il protestantesimo, la dottrina della giustificazione mediante la fede. Nella sua versione hard, quella di Calvino, secondo il quale il cristiano è predestinato alla nascita. Io perlomeno la trovo contro-intuitiva perché la prima volta che ne ho sentito parlare ho pensato che essere calvinisti fosse una pacchia: Dio ti ha già salvato, quindi puoi fare quel che ti pare, compreso un bel niente. Dove si vede che è inutile versare il calvinismo in una botte cattolica. Oppure Weber si sbaglia (tuttora se ne discute): se Calvino invece di Ginevra avesse predicato a Milazzo, non ne avrebbe comunque cavato fuori nessun embrione di capitalismo. Chi lo sa.

Però la sua ipotesi è quantomeno ingegnosa. I calvinisti, spiega, si ritrovano soli davanti a Dio, senza nessun intermediario: chi assicura loro di essere i prescelti? Il segno della grazia è il successo professionale, che si raggiunge attraverso il duro lavoro. Fin qui nulla di nuovo, anche la borghesia italiana sin dal medioevo dei comuni aveva trovato nel lavoro una strada verso l’auto-affermazione. E infatti in Italia il capitalismo moderno stava quasi per nascere. Cosa lo aveva bloccato? La necessità di mostrare le opere. Il mecenatismo. La beneficenza. Ma anche soltanto il lusso, lo sfoggio dei propri beni, la corsa verso l’alto delle famiglie che aveva portato cittadine ancora minuscole a coprirsi di inutili torri. Opere. Bisognava fare opere. Senza le opere, non sei nessuno. C’è scritto nella Bibbia. La Bibbia dei cattolici.

Nelle Bibbie dei protestanti no, non c’è scritto. I calvinisti lavorano duro, ma che se ne fanno dei loro guadagni? Il mecenatismo è una distrazione da papisti decadenti. La beneficenza è ok, finché è un modo di mostrare la propria perfezione cristiana, ma col rischio sempre incombente di mantenere i poveracci, che sono poveracci perché Dio non li ha scelti, pussa via. Il lusso viene da Satana. E quindi, insomma, Dio ci benedice con somme sempre più alte di liquido, ma dove le mettiamo? Le reinvestiamo. Non abbiamo scelta, tutti i sistemi per spenderlo sono demoniaci, non ci resta che… inventare il capitalismo moderno. Per Weber, perlomeno, le cose erano andate così. La sua ipotesi è stata smontata più volte. Ma resta una bella storia da raccontare, proprio come le misteriose vite dei Santi. Alla prossima.
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Perché non avete orecchie

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25 aprile - San Marco evangelista (primo secolo)

Un profeta grida nel deserto e battezza i peccatori nelle acque del Giordano; tra di loro vi è un nuovo giocane predicatore, che dopo una quarantena nel deserto si mette a proclamare una buona novella, attraverso parabole enigmatiche e profezie di sventura. Gli va meglio con le guarigioni miracolose: usa sistemi un po' singolari, (fango, sputi), ma tutto sommato funzionano. Un paio di volte si ritrova a dover moltiplicare pani e pesci per le folle che si radunano ad ascoltarlo. Quel che dice però non è sempre chiaro, nemmeno ai dodici collaboratori più stretti, che a volte hanno troppa soggezione per chiedere spiegazioni. In seguito il predicatore viene accusato di sedizione, arrestato e fatto uccidere. Ma il terzo giorno le donne trovano nel sepolcro, al posto del corpo, un ragazzo vestito di bianco che parla di resurrezione, e scappano impaurite. Questo è in sostanza il Vangelo di Marco, che se non si trovasse mimetizzato in mezzo agli altri risulterebbe un testo abbastanza inquietante: c'è un Gesù senza Natale e senza Pasqua, sempre un po' arrabbiato perché la gente non capisce. Alla fine di diversi episodi, miracoli o parabole, c'è quel classico versetto alla Marco, come “E si meravigliava per la loro incredulità”, “Chi ha orecchie per intendere intenda”. Solo i bambini lo smuovono un po' dal suo sempiterno cipiglio (“a chi è come loro appartiene il Regno di Dio”). Insomma è un tizio burbero, con un cuore che lascia vedere solo a sprazzi:
Ora, quella donna che lo pregava di scacciare il demonio dalla figlia era greca, di origine siro-fenicia. Ed egli le disse:“Lascia prima che si sfamino i figli; non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini”. Ma essa replicò: “Sì, Signore, ma anche i cagnolini sotto la tavola mangiano le briciole dei figli”. Allora le disse: “Per questa tua parola va', il demonio è uscito da tua figlia”.
L'episodio c'è anche in Matteo, dove Gesù concede anche un complimento (“Donna, davvero grande è la tua fede!”). In Marco si limita a dire “va'”, e poi passa ad altro. Non è così difficile mettersi nei panni degli apostoli, sempre timidi e vagamente terrorizzati, “stupiti in sé stessi” “Essi però non comprendevano, e avevano timore a chiedere spiegazioni”. Marco è l'evangelista del leone, e il suo Gesù sembra davvero un re leone nella gabbia di un'umanità che non lo capisce. “O generazione incredula! Fino a quando starò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi?” (9,19). L'unico Vangelo che suggerisce al lettore che Cristo sulla terra abbia avuto fretta di andarsene.

Ragioni per cui amo Wikipedia.
È anche il più breve: nessuna genealogia, nessuna storia sull'infanzia di Gesù (al punto da far sorgere più di un sospetto di adozionismo: Gesù diventerebbe figlio di Dio solo col battesimo nel Giordano, quando si sente una voce dal cielo dire “Tu sei il Figlio mio prediletto”). All'inizio non era inclusa nemmeno – cosa più sorprendente – un'apparizione di Gesù risorto: solo questo ragazzo vestito di bianco che dice alle donne “Non abbiate paura, Gesù è risorto, andate a dire a Pietro che vi precede in Galilea”. Al che le donne scappano terrorizzate “e non dissero niente a nessuno, perché avevano paura”. La versione più antica finisce così: non molto promettente, per il testo fondativo di una religione. Del resto, se le donne non l'hanno detto a nessuno, come facciamo a saperlo? Logica e sintassi greca dell'ultima frase ci lasciano il sospetto che esistesse un seguito, andato perduto quasi subito e rimpiazzato a volte con un solo versetto, a volte con una paginetta che è quella che di solito troviamo nelle nostre traduzioni. In questo finale Gesù appare di nuovo a Maria di Magdala, che lo dice agli apostoli (“Ma essi non vollero credere”), poi a due di loro (ma gli altri “non vollero credere”) e alla fine a tutti gli undici a tavola “e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore”. Il finale lungo probabilmente non è di Marco, ma come si vede è coerente con il suo protagonista: neanche una parola gentile (Ehi, che piacere ritrovarvi, scusate se vi ho fatto prendere paura con questa cosa della passione e morte...) Del resto Cristo è un re, poche smancerie. (Continua sul Post)
Comments (5)

Anonymous wrote ...
Ti considero troppo intelligente per scrivere riguardo cose così evidenti come 'Grillo non è una minaccia', mi sembra anche fin troppo facile trovarne argomentazioni e ti sei molto limitato. Scavando su internet ce ne sono a bizzeffe. E' vero che ci sono persone che considerano veramente Grillo una minaccia, ma perchè da quando fa attività politica è sempre stato strumentalizzato. Mi meraviglierei se non fosse così.
L'anonimo di sopra.
4/29/2012, 7:15:00 PM

tomate wrote ...
giocane = giovane OPPURE diocane?

E' questione di una lettera, ma è dirimente.
4/29/2012, 3:30:00 PM

Leonardo T wrote ...
Anonimo, se leggi gli interventi e i commenti sull'Unità e altrove, vedrai che qualcuno considera realmente Grillo una minaccia per la democrazia: non è un artificio retorico.
4/29/2012, 1:05:00 PM

Anonymous wrote ...
il post su Beppe Grillo è sbagliato proprio nell'approccio. Nessuno pensa realmente che Grillo sia un pericolo, che senso ha crearne un dibattito ? E' abbastanza evidente che politici e finti giornalisti con il pepe al c.lo stanno cercando di screditarlo nel modo più becero (ora che lo vedono salire parecchio nei sondaggi). L'attacco finale di Napolitano era poi scontatissimo... Sono cosi' fuori dal mondo..
Se non sei d'accordo su parecchi argomenti di G. significa che l'hai seguito poco perchè gran parte sono questioni di Sinistra. Sui toni hai perfettamente ragione, ma senza soldi per pubblicizzarsi, se non insulti nessuno o alzi la voce, nessuno ti si fila.
Saluti
4/29/2012, 1:00:00 AM

Giotto wrote ...
Grazie buona festa anche a te! Complimenti per il post.
4/25/2012, 11:19:00 PM

Innamorarsi di venerdì (santo)

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Poterti smembrare coi denti e le mani
sapere i tuoi occhi bevuti dai cani,
di morire in croce puoi essere grato
a un brav'uomo di nome Pilato...
6 aprile 2012 - Venerdì Santo. Passione e morte di Nostro Signore

Poi per sei secoli abbiamo preso
lezioni d'amore da questo tipo
Il sei aprile 1327 era un venerdì santo, come oggi. Non è una coincidenza rara, ma nemmeno così frequente. Il sei aprile 1327 non fu un venerdì santo come tutti gli altri, in cui muore Gesù, si legano le campane, e buona notte. Il 6/4/1327 potrebbe essere "il giorno ch’al sol si scoloraro / per la pietà del suo factore i rai, / quando i’ fui preso, et non me ne guardai, / ché i be’ vostr’occhi, donna, mi legaro", insomma il giorno in cui Cecco di ser Petracco, meglio conosciuto col nom de plume di Francesco Petrarca, in una chiesa di Avignone incrocia gli occhi di Madonna Laura e si innamora per tutta la vita. Ma ci dobbiamo credere? Petrarca è un poeta tra medioevo e umanesimo, ragiona in termini di microcosmo e macrocosmo, inoltre ha la segreta ma ferma sensazione di essere il più grande poeta del secolo e ah, che ironia, in qualsiasi altro secolo avrebbe avuto ragione: dunque la sua storia d'amore non è una storiella qualsiasi, ma deve ottemperare a precise caratteristiche cosmiche, deve inchiavardarsi anche lei tra la terra e il cielo delle stelle fisse, tutto deve procedere come una complicata orologeria e se uno ci pensa bene, Francesco Petrarca non poteva che innamorarsi di venerdì santo, mentre Cristo muore e non può dargli un'occhiata "onde i miei guai / nel commune dolor s'incominciaro". Petrarca è uno di quei poeti che sembrano non tornare mai di moda. Ogni tanto qualcuno ci prova - c'è stato un centenario di recente - ma niente da fare, il petrarchismo non tira. Troppo levigato, troppo asessuato, chi lo sa. Però, se posso spezzare la lancia, sul venerdì santo Petrarca aveva avuto una bella intuizione. È il giorno perfetto per innamorarsi: c'è la primavera che spunta dappertutto, i pollini che pizzicano gli occhi ("che di lagrime son fatti uscio et varco"), ma c'è anche la morte, spesso annunciata da rovesci temporaleschi che bagnano le prime magliette a maniche corte, e certi colpi di fulmine a metà pomeriggio. Comunque non è una morte seria, non è come il mercoledì delle ceneri che porta con sé quaranta giorni di astinenze e fioretti; il venerdì santo è una morte per scherzo, l'uovo di Pasqua è già sull'alzata a centrotavola. Per chi è curioso, Francesco e Laura non ebbero nessuna storia. Lei andò forse sposa a un marchese di Sade, non quello famoso, un suo antenato; lui tre anni dopo si fece quasi prete, una cosa che nessuno dice mai, eppure sta su tutti i libri: Petrarca era un chierico. Lo sapevate? Ebbe due figli da due donne diverse, scrisse per tutta la vita caste poesie d'amore a questa Madonna Laura, fu poeta laureato e girava l'Italia in missione di pace, ma per lo più campava di benefici ecclesiastici (oggi si chiama otto per mille). (No, perché poi ci si domanda come campavano gli artisti prima della SIAE: per esempio, facevano i preti).
Ben più della morte che oggi ti vuole,
ti uccide il veleno di queste parole
le voci dei padri di quei neonati,
da Erode, per te, trucidati.
Nel lugubre scherno degli abiti nuovi
misurano a gocce il dolore che provi:
trent'anni hanno atteso col fegato in mano,
i rantoli d'un ciarlatano.
Il venerdì santo è uno di quei giorni che fa veramente la differenza tra chi è cristiano praticante e chi no. Il Natale lo festeggiano anche in Cina, ormai. Santi e profeti e parole di vita eterna ce li hanno un po' tutti, ma un Dio che muore in croce per i loro peccati ce l'hanno solo i cristiani, e ci tengono. Il palinsesto televisivo si adatta come può: un Jesus Christ Superstar qua, una Passion là - a proposito, quale dei due trovate più blasfemo? Io non ho dubbi, il super-dio di Mel Gibson che sopravvive a mazzate che stenderebbero un elefante mi sembra da scomunica. E invece ai tempi l'ufficio stampa lavorò molto bene, riuscirono in qualche modo a scrivere che il Papa lo aveva visto e gli era piaciuto. Wojtyla nel 2004 aveva un anno scarso da vivere ed è triste pensare che davvero abbia buttato via due ore per sorbirsi un film horror in latino ecclesiastico.
Si muovono, curve, le vedove in testa,
per loro non è un pomeriggio di festa;
si serran le vesti sugli occhi e sul cuore,
ma filtra dai veli il dolore.
Fedeli umiliate da un credo inumano,
che le volle schiave già prima di Abramo,
con riconoscenza ora soffron la pena
di chi perdonò a Maddalena;
di chi con un gesto, soltanto fraterno,
una nuova indulgenza insegnò al Padreterno,
e guardano in alto, trafitte dal sole,
gli spasimi d'un redentore.
A proposito del latino, fu una trovata geniale: (continua sul Post...) non importa che la pronuncia classica fosse molto diversa, la gente vedeva i sottotitoli e pensava “questa sì che è una ricostruzione seria, anvedi”. No, non era una ricostruzione seria, erano le fantasie di una mistica allucinata che metteva il demonio nell’orto degli ulivi, ma che importa: la gente crede a qualunque cosa, basta mettere i sottotitoli. Quello è stato veramente un momento in cui i preti mi hanno deluso. Non ce n’è stato uno importante che abbia detto: Guardate che è una ciofeca, filologicamente e dottrinalmente, insomma Dio si è fatto uomo, non un superman dalle vertebre d’acciaio. No, si sono incazzati solo gli ebrei (e giustamente), ma quelli stanno incazzati di default, la cosa più di tanto non fa notizia.

Confusi alla folla ti seguono muti,
sgomenti al pensiero che tu li saluti:
“A redimere il mondo”, gli serve pensare,
“il tuo sangue può certo bastare”.
La semineranno per mare e per terra
tra boschi e città, la tua buona novella,
ma questo domani, con fede migliore,
stasera è più forte il terrore.
Nessuno di loro ti grida un addio
per esser scoperto cugino di Dio:
gli apostoli han chiuso le gole alla voce,
fratello che sanguini in croce.


Questa cosa va in chiaro in prima serata, cioè, parliamone.


Ricordo in particolare un monsignore piuttosto importante, intervistato da Socci, che disse: Massì, Gibson ha commesso alcuni errori, per esempio Gesù cade un sacco di volte mentre nei Vangeli di cadute ce ne sono solo tre… ecco, un monsignore che non leggeva i Vangeli da parecchio tempo, visto che nessuno parla di tre cadute: è una tradizione medievale che si consolida con la via crucis, così come i Magi diventano tre col presepe.


Han volti distesi, già inclini al perdono,
ormai che han veduto il tuo sangue di uomo
fregiarti le membra di rivoli viola,
incapace di nuocere ancora.
Il potere vestito d’umana sembianza,
ormai ti considera morto abbastanza
e già volge lo sguardo a spiar le intenzioni
degli umili, degli straccioni;
ma gli occhi dei poveri, piangono altrove,
non sono venuti a esibire un dolore
che alla via della croce
ha proibito l’ingresso
a chi ti ama come se stesso.
Quella che invece sto citando in sottofondo, qualcuno l’avrà riconosciuta, è la Via della Croce di Fabrizio De Andrè, da quel suo disco-vangelo-apocrifo che lui stesso considerava uno dei suoi album migliori, La buona novella. In effetti è il punto d’arrivo del De Andrè cantastorie e il punto di partenza del De Andrè etnico: c’è già Pagani al flauto, c’è Branduardi alla chitarra, c’è come un senso di Palestina nell’aria. E poi ci sono momenti kitsch e geniali, come appunto Via della Croce, in cui non so se De Andrè o Gian Piero Reverberi colgono un’altra intuizione geniale: la Passione di Gesù come uno spaghetti-western. Se manca qualcosa all’arrangiamento è un’armonica, o piuttosto… no, uno scacciapensieri.


È il 1969, tutti dicono che il disco rifletta la contestazione, ma qui soprattutto riflette tantissimo Morricone, De Andrè non è mai suonato tanto Johnny Cash, tu chiudi gli occhi e vedi volti sanguinosi e sudati e tutto quadra, in modo incredibile, ti rendi conto che un Gesù-spaghetti-western avrebbe avuto molto più senso del Gesù Torture Porn di Gibson, è un vero peccato che nessuno lo abbia proposto a Sergio Leone. Ma probabilmente Paolo VI non avrebbe gradito, erano tempi diversi.

Son pallidi al volto, scavati al torace
non hanno la faccia di chi si compiace
dei gesti che ormai ti propone il dolore
eppure hanno un posto d’onore.
Non hanno negli occhi scintille di pena
non sono stupiti a vederti la schiena
piegata dal legno che a stento trascini
eppure ti stanno vicini.
Perdonali se non ti lasciano solo,
se sanno morir sulla croce anche loro;
a piangerli sotto non han che le madri,
in fondo son solo due ladri.
Due ladri. Clint Eastwood ed Eli Wallach. Perfetti. Cosa ci siamo persi.
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Crux desperationis

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Io l'ultima sentenza di Strasburgo, se devo essere sincero, non l'ho molto capita. Il problema del crocefisso non mi sembra così complesso, e trovo molto strano che in due anni si riescano a scrivere sentenze così diverse. Comunque ne approfitto per ripubblicare l'unico pezzo di questo blog che piacque anche a Giuliano Ferrara, a proposito buongiorno Giuliano Ferrara, l'ho rivista in tv, una volta non era così noioso.

Il Calvario quotidiano

Io un crocefisso l'ho già tolto.
Due settimane fa, nell'intervallo. Stavo dando un'occhiata ai traffici loschi in zona distributore di merendine, quando vengono in due a dirmi che in Seconda è caduto Gesù. Mi reco immediatamente sul luogo del misfatto e interrogo i testimoni oculari. Chi è stato? Silenzio. Proiettili, elastici, palline di carta? Negano tutti, del resto non mi pare l'abbiano mai considerato un bersaglio; hanno una certa soggezione. Forse una vibrazione del pavimento, qualcuno che saltella o che va a sbattere contro la parete, una porta chiusa di scatto: sia come sia, sembra caduto da solo. Ne traggo auspici non buoni.
Ma in quanto insegnante ostento razionalità e pragmatismo. Do un'occhiata al Cristo in questione: è caduto per l'ultima volta. Frattura completa del polso sinistro, il destro era già partito mesi fa. O anni fa. Anche il chiodino sotto i piedi è sparito da molto. A questo punto mi spiace, ma finché qualcuno (chi?) non stanzia nuovi fondi, il crocefisso se ne resta nel cassetto in fondo.

Oggi l'ho rivisto in corridoio, però a grandezza naturale. Sanguinava copioso. Subito ho pensato a una rissa in IIC, poi mi sono accorto della corona di spine e della croce che portava in spalla, quindi, insomma, era Lui.
“Domine, quo vadis?”
“E non parlare latino, che tu sappia io ho mai saputo il latino?”
“No, che io sappia no”.
“Mi dà anche un po' ai nervi”.
“In effetti è comprensibile. Ma insomma, Signore, dove vai?”
“Dove vado, dove vuoi che vada. A farmi crocifiggere un'altra volta, vado”.
“Ma no, dai, Maestro...”
“...visto che la prima non è bastata”.
“Non te la prendere, ti prego. A scuola succede, le cose cadono, si rompono... ho dovuto metterti nel cassetto, ma ti giuro che...”
“Ma non ce l'ho con te, cosa c'entri te. Sei anche tu un povero cristo”.
“Grazie, Maestro”.
“Ce l'ho con i farisei, per prima cosa”.
“Aaah, i farisei”.
“Hai capito, no?”
“Beh, magari un aiutino...”
“Quelli che mi hanno preso per un simbolo della cultura, della tradizione. Una bandierina, praticamente. Aho', ma stiamo a scherzare?”
“Però anche la tradizione ha la sua importanza...”
“Cioè secondo voi io mi sono fatto inchiodare mani e piedi per rappresentare una tradizione? Cioè, siamo a questo? Babbo Natale, la Befana e Cristo in Croce? Magari vi aspettate che vi porti anche i regali?”
“Ma no, non dico questo, però...”
“Però niente. Li vedi questi chiodi qua? Li vedi?”
“Ehm, sì”.
“Sono autentici, va bene? Non sono un simbolo, sono una rappresentazione realistica. Duemila anni fa i ribelli li uccidevano così. Li esponevano su un trespolo finché non morivano soffocati. Perché fossero da esempio. Tutto molto razionale, ma anche molto teatrale, ma anche violentissimo, Dio Me! Io rappresento questo, va bene? Rappresento un supplizio capitale! Rappresento la crudeltà dell'uomo e la ribellione dell'uomo! Rappresento la Morte! Rappresento il...”
“Ehm, Maestro... forse sarebbe meglio abbassare un po' la voce”.
Il Martirio!
Ssssssssssssh!
“Cos'è, hai paura?”
“Maestro, in effetti sì. Siamo nel 2009, è pieno di bambini musulmani qui, e quella parola...”
“Quella parola è italiana, ha radici nel latino che ti piace tanto, è il fondamento della tua cosiddetta tradizione, sepolcro imbiancato che non sei altro”.
“Sì, sì, Maestro, è vero... d'altronde...”
“D'altronde?”
“Non puoi negare che suoni po', come dire... scandalosa”.
“E che m'interessa a me? Guarda che io non sono mica un santone indiano peace and love! Io non sono venuto a portare la pace, ma la spada”.
“Matteo Dieci Trentaquattro”.
“Appunto. Io sono lo Scandalo! Sono pornografia, non so se è chiaro! Un uomo trafitto da chiodi che grida dai vostri muri, che chiama al combattimento per la salvezza! Io sono questo, mica l'albero di Natale”.
“Ecco, Maestro, in effetti, se mi ci fai pensare, sì. Tu sei molto scandaloso. Molto più di quanto io quotidianamente possa sopportare”.
“Tuo problema, non mio”.
“Però succede un po' come con tutti gli spettacoli disgustosi... all'inizio non riesci a guardarli, ma se ti abitui a darci un'occhiata tutti i giorni, dopo un po' non ci fai più caso... diventi parte di uno sfondo familiare”.
“Ah, dici che è così? Va bene, allora toglietemi immediatamente”.
“Ma poi i Vescovi...”
“Tiratemi fuori solo ogni tanto, quando i fedeli meno se lo aspettano. Io non voglio passare sullo sfondo, io voglio spaventarvi”.
“Se la metti così...”
“E aggiungo una cosa. È proprio sulla mia consistenza di carne e sangue e ossa e chiodi che è fondato il realismo europeo, è chiaro? Se avete avuto Giotto Caravaggio e Mapplethorpe lo dovete solo a me! Esclusivamente a me!”
“Adesso, Mapplethorpe...”
“Adesso niente. Rileggiti Auerbach. Che se era per gli ebrei o per Maometto, con le loro menate filosofiche sulla non rappresentabilità del divino, a quest'ora eravate ancora lì a eccitarvi sui triangoli e gli ottagoni. Dario Argento deve tutto a me. Che dico. Tinto Brass...”
“Piano, Gesù, piano!”
“E adesso salta fuori che sono solo una tradizione. Il mandolino è una tradizione. La pizza è una tradizione. Appendete i mandolini e non rompete, io sono Gesù Cristo morto in croce, non ci credi?, vuoi toccare?”
“No, no, no, mi fido”.
“No, ma guarda, tocca”.
“Maestro, sul serio, io...”
“No, tu adesso tocchi. Il cristianesimo si tocca, va bene? Non è una menata filosofica: è carne e sangue, pane e vino. E i farisei lo sai che fine fanno. Finiscono in vomito”.
“Apocalisse Tre Quindici”.
“Precisamente. E poi ce l'ho anche coi Sadducei”.
“I sadducei”.
“Hai capito, no?”
“Ehm”.
“Ma perché perdo tempo con te. Matteo Ventidue Ventitré”.
“Quelli che non credono nella resurrezione”.
“Ecco. Non ci vogliono credere? Va bene. Che problema c'è? Nessun problema. Voi non ci credete, io non vi risorgo. Non esisto nemmeno, per voi. Facciamo che sono un pezzo di legno”.
“Quindi?”
“Quindi cos'è questa storia che mi denunciate a Strasburgo? Cosa posso aver fatto, se sono un pezzo di legno?”
“Dunque, se ho ben capito la sentenza, la tua presenza sul muro, in quanto pezzo di legno... impedirebbe ai loro figli di crescere secondo i principi dei genitori”.
“Vabbè, siamo alle comiche. Ma che principi hanno questi genitori, si può sapere?”
“Beh, presumo che si tratti dell'illuminismo, del razionalismo...”
“Non conosco, ma dev'essere un pensiero molto debole, se si cancella appena fissi un pezzo di legno. Cos'è, sono un totem, adesso? Se mi fissi ti faccio dimenticare la lezione? Mi volto un attimo e mi tornate all'età della pietra?”
“Maestro, ci vuole tolleranza...”
“Ma tolleranza di che. È come quelli che si sbattezzano. In teoria non credono nel battesimo. In pratica però hanno paura di restare segnati per sempre da uno schizzo d'acqua. Va bene, allora a questo punto chiamiamo Wanna Marchi che vi fa le carte e vi vende i numeri del lotto, a proposito, di che segno sei?”
“Maestro, ci vuole rispetto...”.
“Che poi, spiegami. Il genitore ha il diritto che il figlio sia educato secondo i suoi principi? Non suona un po' totalitario? E quindi ti cresci un piccolo a tua immagine e somiglianza, che creda solamente nelle cose in cui credi in te, e poi la prima volta che lo lasci libero nel mondo, lui vede due legnetti appesi al muro che non corrispondono al suo sistema di credenze e va in confusione? Corte dei diritti dell'uomo, intervieni immediatamente! Il pezzetto di legno sta fissando il mio bambino! Ma come li tirate su questi ragazzi?”
“Facciamo quel che possiamo”.
“Il mondo è pieno di cose. Per dire, ci sono i semafori e non sempre segnano verde. I bambini lo devono sapere. Ci sono persone nel parco che offrono caramelle e non sono tutti buoni. Poi ci sono i pezzetti di legno e non tutti corrispondono alle cose a cui crede mamma o papà. Vogliamo abolirli a scuola? E quando li incontreranno nella vita, come si comporteranno?”
“Quindi Maestro, in conclusione, dobbiamo riappenderti o no?”
“Ma fate quel che vi pare, tanto comunque sia non avete capito. Mi sembra tutto così poco serio. Il fariseo che mi pianta come una bandierina, il sadduceo che vede la bandierina e si sente leso nei suoi diritti umani, è l'umanità? Sembra un pollaio. Non ci sono cose più serie? A scuola, poi. Che io nelle scuole ci vado, lo so quali sono i veri problemi”.
“Eh, immagino”.
“No, non puoi neanche immaginare, fidati. Sai quante non sono a norma? Sai quante non rispettano la 626? Sai quanto costerebbe metterle tutte in sicurezza?”
“Ecco, Maestro, questi sono effettivamente problemi seri...”
“Sai che mancano i sostegni? I corsi di recupero? Sai che la scuola assomiglia sempre meno un luogo educativo e sempre più a una casa di detenzione? Parliamo di questo!”
“No, Maestro, appunto. Proprio perché sono problemi seri, è meglio non parlarne”.
“E perché?”
“Perché, perché... perché a parlarne non si risolvono, e allora ci si deprime soltanto. Siamo in crisi, tutti vorrebbero scuole più belle, ma votano il primo che gli promette una tassa in meno, quindi...”
“Vi consolate chiacchierando di bandierine”.
“Sì. I problemi veri sono deprimenti. I problemi identitari invece, come dire, sono sexy. Tutti possono dire la loro senza impegno... ieri le bandierine, domani i dialetti...”
“Oggi i Cristi in croce...”
“Maestro, sì. Ma non devi prendertela”.
“No, no, non me la prendo. Adesso però vado. Mi aspettano in sala mensa”.
Comments (16)

SaraG83 wrote ...
Toglierlo, tenerlo ... quoto la filosofia del post. Ci sono problemi diversi. La fede, per quel che mi riguarda, é una cosa personale, non vedo come la presenza o l'assenza di un simbolo possa turbarla. Mi concentrerei di più sull'insegnamento della religione, che potrebbe essere utile rivedere per renderlo ciò che dovrebbe realmente, a parere mio, essere in un contesto scolastico: occasione di confronto e di riflessione, arricchimento culturale. Non replica dell'ora di catechismo.
3/21/2011, 10:55:00 PM

Anonymous wrote ...
"È come quelli che si sbattezzano. In teoria non credono nel battesimo. In pratica però hanno paura di restare segnati per sempre da uno schizzo d'acqua" . Trovo sia appropriato l'accostamento dello sbattezzo alla questione del crocifisso. Io mi sono sbattezzato qualche anno fa consapevole ancor prima di sbattezzarmi che non mi avrebbe cambiato la vita. Ovvio, il gesto è esclusivamente politico, tanto quanto il battezzo. Se Cristo era ( ? ) un anarchico rivoluzionario la Chiesa è un partito politico conservatore con finalità tutt'altro che ultraterreni. Se per Cristo il battezzo era la soglia di una "presa di coscienza" basata su alcuni presupposti, primo fra tutti la capacità d'intendere e di volere, per la Chiesa è una tessera di partito imposta, almeno tradizionalmente ( si parlava di tradizione? ), a chi non conosce ancora il proprio nome, altro che intendere e volere. Se si vuole godere dei benefici che si potrebbero ricavare dalle scelte di un paese libero e laico quale la nostra costituzione ci ricorda, bisogna prendere le distanze da una certa tradizione e rimuovere tutti i simboli che la rappresentano dai luoghi pubblici è pur sempre un passo avanti verso un libero Stato da una libera Chiesa.
3/21/2011, 10:24:00 PM

Heavymachinegun wrote ...
Ribadisco: il crocifisso nella scuola NON è un simbolo religioso: è un simbolo identitario.
3/21/2011, 6:21:00 PM

GMR wrote ...
Leggere Auerbach fa sempre bene.
3/21/2011, 1:58:00 PM

Deb wrote ...
Tanto per portare la questione ideale a un dato pratico: nella mia scuola non ho idea se il crocifisso ci sia o meno, non c'ho mai fatto caso, e credo gli alunni meno di me. Chi è credente mi auguro lo sia indipendentemente dalla presenza di un simbolo religioso attaccato al muro, chi non lo è non dovrebbe essere infastidito dalla sua presenza.
A me dà molto più fastidio il fatto che nel mio paese c'è una scuola media che non ha soldi per far sostituire un vetro rotto.
3/21/2011, 1:17:00 PM

Anonymous wrote ...
Io sono ateo perché proprio non riesco a credere in nessuna divinità (e non penso che sia necessariamente un bene o un male) quindi concordo con Leonardo, un crocifisso in più o in meno non mi scuce un baffo.

Saluti
Mauro
3/21/2011, 9:59:00 AM

Grufolo wrote ...
ROB: "
Ma seriamente: cosa implica per un credente il fatto che il simbolo della sua religione sia apposto e imposto in un luogo non riservato al culto? Perché non nei ristoranti o sui treni o nelle bische o sui semafori o su ogni pagina internet?[...]"

Grazie
3/21/2011, 9:56:00 AM

Heavymachinegun wrote ...
Leonardo, io ti apprezzo molto e ti seguo spesso, stavolta non sono d'accordo con te. Per due motivi. Ti spiego:

Primo:
La sentenza non ha senso. Il crocifisso è un simbolo passivo che non fa indottrinamento. Ok, ma allora cos'è un simbolo attivo? Un fascio littorio, per esempio, è anch'esso un simbolo passivo. Da solo non fa indottrinamento, o no? Perché non rimetterlo a fianco del crocifisso? Non possiamo certo negare che il fascismo non faccia parte della "tradizione" italiana (se vogliamo metterla sulla "tradizione"). Faccio altri esempi di simboli "passivi"?
- Il faccione di Mao con una classica falce e martello? Simbolo passivo.
- Un caprone satanico con annessa stella a cinque punte? Simbolo passivo.
- Una bella svastica? Simbolo passivo.
Potrei continuare...

Secondo:
Ci dobbiamo rendere conto che, mentre un crocifisso in una chiesa è effettivamente un simbolo religioso, un crocifisso in una scuola non lo è.
Un crocifisso in una scuola è un simbolo identitario. Stabilisce un appartenenza ad una certa identità, necessariamente in opposizione ad altre identità. Vista da questo punto di vista la questione non è tanto più di lana caprina. È per questo che tanti (non propriamente bigotti) si sono battuti con sorprendente veemenza per lasciarlo dov'è. Anche se magari non lo notano nemmeno più, hanno bisogno di sapere che c'è per una questione di identità. Consideriamo anche che, se per noi (europei di nascita, diciamo) è diventato pressocchè indistinguibile dalla tappezzeria (come hai fatto giustamente notare tu), per altri potrebbe non esserlo. Ai figli di immigrati di prima generazione per esempio potrebbe risaltare all'occhio questa loro "esclusione dall'identità della classe"...

Quello che voglio dire è che se oggi questo cambiamento non è passato "con le buone", un domani potrebbe passare lo stesso, e magari in maniera più traumatica, dato che a incazzarsi potrebbe essere qualcuno che prende la questione molto più sul serio.
3/20/2011, 8:58:00 PM

Robespierre wrote ...
D'accordo, appellarsi al diritto dei genitori di inculcare i propri principi era un errore. Ma rimane il fatto che lo Stato non si identifica con alcuna delle tribù che accidentalmente si trova ad amministrare, e non si vede perchè debba manifestare la propria complicità con una di queste a scapito di altre. Il fatto che dia fastidio a qualcuno è irrilevante, i diritti non si votano a maggioranza. Se invece del crocifisso fosse appeso per legge il sole delle alpi, la questione cambierebbe?
La cosa, naturalmente, è ben diversa dall'impedire a qualcuno di manifestare le proprie convinzioni; il problema non è il simbolo, è il fatto che il simbolo sia istituzionalizzato.
Dopodiche: esistono problemi più urgenti? Ti sembra poco saggio sollevare la questione quando i rapporti di forza sono sfavorevoli? Legittimo, ma visto la questione è già stata sollevata potremmo anche discuterne.
3/20/2011, 3:46:00 PM

Anonymous wrote ...
Che tristezza. Il crocifisso svilito nel suo valore originale, è qualcosa che dovrebbe scandalizzare prima di tutto noi credenti, non gli atei.
Secondo me, chi promuove questa strumentalizzazione del crocifisso denuncia di considerare il cristianesimo come una dottrina politica, non un credo religioso, di essere cioè un cristianista, affine agli islamisti che tanto ci spaventano.
3/20/2011, 12:02:00 PM

Mitilene wrote ...
"Se lo si vuole in luoghi come scuole e tribunali è per affiancare i simboli dello Stato e in qualche modo limitarne l'influenza, o no? "

O potenziarla?
3/20/2011, 10:18:00 AM

Rob wrote ...
Ma seriamente: cosa implica per un credente il fatto che il simbolo della sua religione sia apposto e imposto in un luogo non riservato al culto? Perché non nei ristoranti o sui treni o nelle bische o sui semafori o su ogni pagina internet?
Se lo si vuole in luoghi come scuole e tribunali è per affiancare i simboli dello Stato e in qualche modo limitarne l'influenza, o no?
3/20/2011, 9:37:00 AM

Anonymous wrote ...
io non ho capito perchè un "razionalista" deve scagliarsi contro un simbolo che proprio in ragione del suo non crederci non dovrebbe fargli ne caldo ne freddo. Io non so se sia giusto o meno tenere il crocifisso in aula, so solo che non mi appellerei alla Corte dei pincopallini se dovessi trovare una statuetta del Buddha appesa da qualche parte. Da persona "irrazionale" spero mi sia lasciata la libertà di essere "ignorante e credulone".
3/20/2011, 3:48:00 AM

Rob wrote ...
E' passato tanto di quel tempo da quando sono uscito per l'ultima volta da un'aula scolastica che non mi ricordo nemmeno se accanto al crocifisso c'era il ritratto del presidente della Repubblica. Ricordo però che il crocifisso era come la lavagna, il cassino e il termosifone sotto la finestra: un particolare indistinguibile dal resto sino quando la sua funzione non lo rendesse improvvisamente individuabile. La lavagna quando il prof ci scarabocchiava sopra, il cassino quando ce lo tirava addosso, il termosifone quando funzionava. Il crocifisso invece stava sempre lì abbastanza ignorato da tutti. Magari l'avrà chiamato in causa qualche volta l'insegnante di religione. Magari qualcuno di noi avrà rivolto anche delle preghiere, ma credo che per lo più ci si rivolgesse alla Madonna, o a Dio direttamente, o al Culo semplicemente.
Insomma, non è che gli dessi molto peso all'epoca, ma ero anche credente e quindi, che ci fosse o non ci fosse il crocifisso per me era lo stesso: Gesù era nella mia visione del mondo, si può dire. Non avevo bisogno di sentirmi rassicurato in un posto qualsiasi andando a cercare una sua immagine in qualche angolo.
Lasciata la scuola e cambiata radicalmente visione del mondo (lasciamo perdere il perché e il percome), il fatto che il crocifisso fosse presente o meno in un luogo ha cominciato ad avere per me una certa importanza. Insomma, non è che mi dia fastidio l'oggetto in sé: apprezzo anche la devozione, quando è accompagnata da sincera pietas per i propri simili. Non è neanche lo stesso fastidio che provo quando in certe zone di Roma vedo i "nasoni" dipinti di giallorosso o i gagliardetti della Roma sugli autobus (cioè il fastidio per la simbolica appropriazione di qualcosa di comune da parte di una tribù, per quanto numerosa). Quello che mi urta profondamente è che se ne faccia un punto di principio: che quel crocifisso "debba" stare lì. Anche se non esiste più una religione di Stato. Anche se paghiamo con le nostre tasse le scuole cattoliche. Anche se i professori di religione sono a carico nostro e sono meno precari degli altri. Anche se paradossalmente in una classe ci fossero cinque atei, dieci musulmani, due ebrei, cinque confuciani, sette buddisti, due bahai, un rastafari e nemmeno un cristiano. Così come deve esserci un panciuto cardinale ad ogni taglio di nastro, in ogni ricevimento ufficiale, a lato di ogni valutazione di un governo, nei pensieri più nascosti delle opposizioni. Insomma, per me quel crocifisso imposto dalla legge sta lì solo per ricordare che accanto al potere ufficiale, rappresentato dal ritratto del presidente della Repubblica (ma c'è o non c'è, in classe?), ce n'è un altro superiore, e non nei cieli, ma sulla terra. Un simbolo che da quel muro scrostato rimanda ad una scuola ricca e prestigiosa, ad ospedali puliti che funzionano, a carriere che filano lisce come l'olio, insomma ad uno Stato parallelo che campa a spese dello Stato reale e che lo irride pur essendo una delle principali cause del suo dissesto economico (e non solo). Una roba poco carina, in definitiva.
3/20/2011, 2:21:00 AM

Anonymous wrote ...
per capire bene la questione del crocifisso in Italia è appena uscito un libro davvero interessante e ben scritto: Sergio Luzzatto, Il crocifisso di Stato, Einaudi.
http://www.einaudi.it/libri/libro/sergio-luzzatto/il-crocifisso-di-stato/978880620727
http://www.anobii.com/books/Il_crocifisso_di_Stato/9788806207274/013bc0ec7e3df653ac/
3/19/2011, 9:03:00 PM

Sunil Deepak wrote ...
Ma come ha fatto entrare questo Maestro? Forse perché non c'è più Ghaddaffi che li trattiene in Libia! Tutti questi stranieri arabi-palestinesi, bisogna cacciarli da dove vengono! Se il Maestro vorrà tornare in Italia, non sarà facile per lui avere il permesso di soggiorno.
3/19/2011, 5:37:00 PM

Chi se ne andrà per primo

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[Dieci anni fa, quando nacque, mai e poi mai questo blog si sarebbe immaginato di essere oggi ancora qui a pubblicare più o meno le stesse cose. Eppure è successo, bisogna accettarlo, aggrapparsi all'idea che tutta questa roba non è andata interamente sprecata, che qualcuno se ne ricorderà, certo non fino al 3754, ma alla fine poi cosa dovrebbe fregare a noialtri della gente del 3754, con le loro idee religiose un po' balzane e i loro gusti musicali discutibili. Questo era un pezzo dello scorso aprile]:

Più grandi di J.

DAL NOSTRO INVIATO - SILVABUL, 10 APRILE 3754.
Gsaui Rradoc, il più famoso lennonologo 'laico' del nostro semisfero, autore del controverso Intervista su Jesus mi accoglie nella sua confortevole cella di rigenerazione. Quando gli racconto delle ultime dichiarazioni di Ganesh XXVI, le rughe intrecciate sul suo volto sussultano; è il suo modo di ridere.

“Cos'è che avrebbe detto, l'elefantino?”
“Ganesh XXVI, il Dio vivente del Punjab, ha dichiarato ai giornalisti di essere diventato più grande di Lennon. È stato il suo modo di festeggiare la quarantesima settimana in testa alla top 20 Divinità”.
“Ah, già, la top 20. Beh, io non m'intendo molto di queste cose...”
“Si calcola che in media GXXVI richiami venti milioni di fedeli alle sue celebrazioni settimanali. È in effetti un record con pochi precedenti nella Storia recente”.
“Beh, se la mettiamo su questo piano, sì, non credo che Lennon facesse numeri del genere, ma vede, è sulla distanza che si vedono queste cose... non so se si ricorda T-re§”
“Vagamente. Faceva uno show coi serpenti...”
“L'incantatore di rettili transessuale di Ganimede. Fece il botto quindici anni fa, milioni di fedeli in tutto il sistema solare, anche a lui a un certo punto scappò detto di essere più grande di Lennon. E poi che fine ha fatto?”
“Che fine ha fatto?”
“Pare abbia aperto una concessionaria di condizionatori su Plutone. Vede, Jesus Lennon resta il più grande predicatore della Storia, non per i milioni di contemporanei che ha portato dalla sua parte; ma per il solo fatto che a duemila anni di distanza stiamo ancora parlando di lui. Tra dieci, vent'anni, arriverà qualche nuovo fenomeno da baraccone – una donna con dodici mani, un dio-lucertola, che ne so – e di loro, scommetto, nessuno dirà che sono “più grandi di Ganesh XXVI”. Diranno che sono più grandi di Lennon”.
“Gli Dei passano, Jesus Lennon resta. Come mai?”
“Il tempo è dalla sua parte, come recita un suo inno (per la verità di incerta attribuzione). Essere vissuto due millenni fa, nell'oscuro medioevo prediluviano, lo mette al riparo dalla luce troppo invadente dei riflettori. Di lui in effetti non sappiamo poi molto”.
“Chi era veramente Jesus?”
“Dopo duemila anni di rielaborazione mitologica è difficile rispondere a una domanda come questa. Ma almeno viviamo nel semisfero dove possiamo porcela senza temere di essere crocifissi da qualche inquisitore troppo zelante”.
“Profeta o figlio di Dio?”
“Io preferisco pensare a lui laicamente, come a un grande musicista. Per molti secoli questo aspetto della sua biografia è stato tralasciato; ci si concentrava sui contenuti degli inni, senza riprodurre la musica (che comunque era molto lontana dalla nostra sensibilità). Ma io resto convinto che non sarebbe diventato il più grande predicatore della Storia se non avesse avuto l'idea geniale di musicare le parabole e trasformarle in canzoni. Penso a certi inni immortali, come Stairway to Heaven o God Save The Queen. Figlio di Dio... mah, senz'altro nei suoi inni il padre è visto come un'entità lontana; è possibile che Lennon fosse orfano di padre, o comunque avesse sperimentato l'abbandono durante l'infanzia”.
“Falegname o chitarrista?”
“Le due cose potrebbero andare assieme; abbiamo trovato in vari siti archeologici esemplari di chitarre interamente lignee; può darsi che il giovane Jesus abbia svolto un breve apprendistato musicale in una bottega di falegnameria”.
“Fino all'incontro, che gli sconvolge la vita, con Elvis il Battista”.
“Su questo i Vangeli concordano: la predicazione di Lennon ha inizio solo dopo che Elvis lo battezza nel Giordano. È un evidente passaggio di consegne; il Battista è nella fase calante della sua carriera; i seguaci gli hanno voltato le spalle, lui stesso si considera Vox Clamans in Las Vegas
“Eh?”
“È latino. Voce che chiama nel deserto”.
“Ah”.
“Nel frattempo in Galilea Jesus raccoglie i primi discepoli, gli Scarabei”.
“Questi li so, li so. Luca, Matteo, George e Ringo”.
“Così secondo i Vangeli, che sono attribuiti a loro. Ma gli storici tendono a escludere George, che nei documenti più antichi è visto indossare una chitarra lignea”.
“Ma non era lo strumento di Lennon?”
“Appunto. La tesi più accreditata è che gli Scarabei fossero quattro in tutto, e che Lennon fosse uno di loro; San George sarebbe stato aggiunto al racconto un millennio più tardi, durante le crociate, quando diventa il patrono dei crociati e poi dell'Inghilterra.; probabilmente un soldato inglese reduce dalla prima crociata in Terrasanta, che tornando nel Merseyside riscuote un incredibile successo spacciando per sue le canzoni di Lennon, e trasformandosi in una vera e propria reincarnazione di Lennon in una terra tanto lontana da quella che aveva assistito alle esibizioni del quartetto originale”.
“Quindi lei non ammette l'ipotesi che Jesus Lennon e gli Scarabei d'Argento abbiano vissuto gran parte della loro vita in Inghilterra”.
“È una deformazione medioevale, quando fioriva il mercato delle reliquie e ogni nazione si inventava luoghi santi in cui avevano vissuto... pensi che un culto di Lennon sopravvive anche nelle isole del Pacifico Orientale, dove rappresenta il Sole, contrapposto al Dio Luna Yoko...”
“Ma la Sindone mostra i lineamenti di un inglese biondo, capellone...”
“La Sindone è una reliquia medievale. Potrebbe essere effettivamente il sudario di un crociato, chissà, magari proprio George. Ma il Lennon storico deve avere avuto lineamenti molto diversi da quelli con cui viene raffigurato di solito. Tratti somatici mediorientali, carnagione olivastra...”
“Niente capelli biondi, quindi. E niente occhialini”.
“Nella Palestina romana? No”.
“Già, i Romani. Sono stati davvero loro a ucciderlo?”
“Anche questo ovviamente non è chiaro. Lennon viveva in un periodo turbolento, in cui molti predicatori sobillavano alla rivoluzione. All'inizio però la sua posizione è ambigua. C'è un inno, Revolution, di cui si conoscono due versioni. In una dice “You can count me in”, che in aramaico significa “Includetemi, anch'io voglio fare la vostra rivoluzione”. In un'altra dice l'esatto contrario: “You can count me out”, tenetemi fuori”.
“Probabilmente una delle due è apocrifa”.
“Sì, ma è praticamente impossibile determinare quale; entrambe le versioni sono antichissime, al punto che alcuni ipotizzano che lo stesso Lennon fosse indeciso sulla strada da prendere, e che abbia inciso la canzone in due versioni. In ogni caso all'inizio non si considerava un predicatore politico nel senso che diamo oggi all'espressione. La sua figura era più simile a quella che oggi chiameremmo artista”.
“Jesus Lennon, un artista?”
“Nei primi anni di predicazione con gli Scarabei, Lennon non sobilla nessuna rivoluzione. È soltanto un musicista ispirato che richiama folle ovunque si esibisca, in Galilea, Giudea, e nella misteriosa Bolla degli Olivi”.
“È il periodo dei miracoli: dà la vista ai ciechi, risuscita i morti...”
“La tradizione dei miracoli è probabilmente un equivoco linguistico. Quante volte ci capita di dire che la tal cosa “risuscita i morti”. È un'espressione enfatica che sottolinea la grande potenza espressiva delle parabole musicali di Jesus”.
“Quindi Lennon non risuscitava i morti”.
“Solo in senso figurato”.
“Non tramutava l'acqua in birra”.
“Probabilmente i birrai in sua presenza preferivano spillare birra vera e non la solita broda annacquata”.
“E il grande miracolo di Woodstock?”
“Su Woodstock ci sono diverse teorie. Tutti gli studiosi concordano che fu un disastro logistico, e che migliaia di persone rimasero in mezzo al fango senza nulla da mangiare”.
“Finche Lennon non moltiplicò i pani e i pesci”.
“È indimostrabile, ovviamente. Il vero miracolo di Woodstock sono le sue parole, il cosiddetto discorso della montagna, sul quale è fondato il lennonismo occidentale: "Beati i miti perché erediteranno la terra, beati quelli che hanno fame e sete di giustizia..." peccato che di questa canzone si sia persa la musica. Comunque i Romani non avevano nulla da temere da un fenomeno musicale-religioso di questo tipo. Gran parte dei riferimenti delle sue canzoni (il divino Tricheco, la Lucia nel Cielo di Diamanti, i Perpetui Campi di Fragole) erano oscuri già allora”.
“E allora perché lo crocifiggono?”
“A un certo punto qualcosa cambia. Lennon è accusato di avere frequentazioni scandalose: pubblicani, prostitute, spacciatori, artisti concettuali. Gli Scarabei d'Argento si sbandano”.
“Forse il successo gli stava dando alla testa”.
“È la tesi forte del Vangelo di Ringo, che però è il più tardo dei quattro. In realtà i suoi inni del periodo post-Scarabei sono i più politicizzati. È possibile che a un certo punto Lennon si sia veramente trasformato in oppositore al regime di occupazione romana che, non dimentichiamocelo, era fondato sulla violenza e sulla prevaricazione. Anche nell'ultimo periodo Lennon rimane comunque un pacifista; non inneggia alla lotta armata, al contrario. Ma è possibile che il suo antimilitarismo desse ugualmente fastidio. Era il periodo in cui l'Impero reclutava legionari anche nelle province per difendersi dalle incursioni Sovietiche e Persiane”.
“Tradito dal suo manager, Lennon viene arrestato e condannato alla morte sulla croce”.
“Il resto è leggenda”.
“Una leggenda comunque miracolosa, per aver resistito tutti questi secoli”.
“Chissà quanti altri cantanti e predicatori infiammarono i cuori per una breve stagione e poi furono dimenticati. Lennon ha potuto contare su uno dei più grandi PR della Storia”.
“Si riferisce a Paul McTarso?”.
“Il buffo è che probabilmente i due non si sono mai conosciuti di persona. Paul aveva ricevuto un'educazione musicale classica, e all'inizio non aveva assolutamente orecchio per le composizioni di Lennon. Anzi, con le sue prime ferocissime recensioni Paul dà inizio a una vera e propria campagna di persecuzione contro il lennonismo e i suoi seguaci”.
“Poi succede qualcosa... Un incidente, mi pare”.
“Sull'autostrada Damasco-Liverpool. Paul vede una luce abbagliante, sbanda ed esce di strada. Viene soccorso, ma rimane temporaneamente cieco, muto, e apparentemente sordo. Ma è evidentemente una sordità selettiva. Immerso nel silenzio, Paul sperimenta una vera e propria epifania. Può ascoltare le composizioni di Lennon senza pregiudizi culturali. La sua conversione fa scalpore e getta le basi per il successo del credo lennoniano in tutto il bacino del mediterraneo”.
“C'è anche chi dice che il vero Paul sia morto nell'incidente”.
“È una leggenda durissima a morire. Ma ce ne sono di più interessanti. Secondo alcuni è Paul il vero inventore del lennonismo moderno: molti ritornelli degli inni lennoniani sarebbero suoi. In effetti è difficile pensare che la stessa persona possa aver scritto composizioni musicalmente così diverse tra loro come Helter Skelter o Yesterday. Alcuni si spingono ad affermare che Lennon non sarebbe che una figura mitica, un musicista biondo e capellone studiato a tavolino per rendere più appetibili le composizioni dello stesso Paul. Come vede, c'è una teoria per tutti”.
“Non c'è proprio niente di cui possiamo essere sicuri?”
“Io sono ragionevolmente sicuro di un paio di cose. La prima è che tra un millennio o due ci sarà ancora qualcuno, come lei o come me, che ha voglia di discuterne. La grandezza di Lennon è questa”.
“E la seconda cosa è...”
“Anche l'invidia non cesserà mai. Ci sarà sempre qualche Messia o Avatar pronto a dichiarare di essere diventato Più Grande di Lui. Guardi questa, è la riproduzione di un antichissimo ritaglio giornalistico. Come sa, gran parte dei documenti originali dell'epoca lennoniana non ci sono arrivati, perché gli archivi erano stati digitalizzati nei decenni precedenti al diluvio, e non abbiamo mai capito come si leggono i loro supporti magnetici. Di loro ci è rimasta solo la carta stampata che si erano dimenticati di riciclare. Vede? Questo è un antichissimo ritratto fotostatico di Lennon, molto sbiadito. La scritta in basso è in aramaico. Sa cosa dice?”
“IGGER THAN JESUS LENNON CLAIMS. Ovviamente no”.
“La traduzione più accreditata è: Qualcuno afferma di essere più grande di Jesus Lennon. Evidentemente Lennon veniva attaccato dagli emuli già in vita. Eppure loro sono passati, lui no. La sua musica era semplicemente migliore”.
“Io in realtà non ne ho ascoltato molto”.
“Venga, le faccio sentire un pezzo rarissimo”.
“Ma veramente... non m'intendo molto di musica classica, sa...”
“Quando è buona musica, non è classica né moderna: è eterna. Sente?”
“Sento solo rumore”.
“Deve abituarsi un po'. Vede, in questo pezzo Lennon chiede all'ascoltatore di ascendere, di immaginare un luogo meraviglioso dove qualsiasi cosa è possibile”.
“Le parole dicono questo?”
“Le parole dicono: Portami laggiù, nella Città Paradisiaca, ove l'erba è verde e le fanciulle sono leggiadre”.
“Molto bello. Si è fatto tardi, devo andare”.

Attraverso la loro musica quei quattro ragazzi di Liverpool, splendidi e imperfetti, sono stati capaci di leggere e di esprimere i segni di un'epoca che a tratti hanno persino indirizzato, imprimendovi un marchio indelebile. Un marchio che segna lo spartiacque tra un prima e un dopo. E dopo, musicalmente, nulla è più stato come prima
L'Osservatore Romano, 10/4/2010.

Siamo più famosi di Gesù adesso. Non so chi se ne andrà per primo, se il rock'n'roll o il Cristianesimo
John Lennon, 1965.
Comments (3)

Anonymous wrote ...
Meravigliosa creatura di Leonardo, che gioca con la filologia e il caso, che altera la memoria storica, in maniera sublime – se ho inteso bene il suo senso. Splendido Paul McTarso e il ritaglio di giornale.
1/26/2011, 6:13:00 PM

Elvetico wrote ...
...orsù, ti prego, portami giù. Amen

Si vede subito chi ha fatto il chierichetto.
1/26/2011, 2:54:00 PM

robbbberto wrote ...
Manca una "O" e una "A" nel nome di Gsaui Rradoc, il resto rende perfettamente l'idea della pochezza delle basi religiose. L'ho riletto con piacere, tanti auguri e mille di questi post!
1/26/2011, 12:13:00 AM

Et itervm ventvrvvs est cvm gloria

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Il secondo avvento

“Allora, Don Peppino...”
“Oh, Agnese, eccoti”.
“Si tratta di due persone. Un signore di mezza età e una...”
“Fammi un favore intanto, allungami un Mago”.
“Un mago?”
“Un Re Mago, avrai presente com'è un Re Mago, no? Nella scatola delle statuine, quelli grossi a dorso di cammello”.
“Aaaah, un magio! ma me lo poteva dire... pensi che avevo capito un mago con la bacchetta magica e il cappello...”
“Seh, Harry Potter. E allora, 'sto Mago arriva o no?”
“Vuole il bianco o il negro?”
“E dammeli tutti e due, che non si dica mai... oh. Ecco. Se li metto qui dietro le palme, cosa dici?”
“Ma don Peppino, io sapevo che i Magi si mettono alla Befana”.
“All'Epifania. Lo so. Però sono i pezzi più belli che abbiamo. Artigianato napoletano dell'Ottocento. Parliamoci chiaro, Agnese, non fosse per questi magi, il nostro presepe parrocchiale sarebbe...”
“'na mezza ciofeca”.
“E bada a come parli, nella casa del Signore. Mi dovevi dire qualcosa?”
“Sì, don Peppino, per via di quei due... un signore di mezza età e una ragazzina”.
“Ah”.
“Lui dice che vengono da fuori, erano qui per rinnovare il permesso di soggiorno, se ne ripartono appena possono”.
“Certo, certo, come no”.
“Lui dice che pensava di ripartire in giornata, ma si è trovato una coda lunghissima in questura che non se l'aspettava... quando ha visto venir sera hanno provato a cercare un albergo, ma sa com'è. E gli hanno detto di provare qui”.
“Ovviamente”.
“Don Peppino, ma scusi, ma di Re Magi quanti ce ne vuol mettere?”
“Te l'ho detto, sono i pezzi più belli che abbiamo”.
“Sì, però così tanti non vanno bene”.
“È che sono indeciso. Vedi questi qui, più piccoli, sui dromedari... sono meno antichi degli altri, però... mi sembrano più eleganti, cosa dici?”
“Mah, per me...”
“Con queste finiture in oro che riflettono l'illuminazione... li mettiamo un po' più lontani alla stalla, così non si nota la differenza di proporzioni, e vedrai che...”
“Don Peppino, insomma, qui stiamo a fare un'eresia”.
“Ma cosa dici, un'eresia. Non sai nemmeno di cosa parli”.
“Sarò anche ignorante e quel che vuole lei, però sei Re Magi in un presepe non si sono mai visti”.
“Ne sei sicura?”
“E insomma lo sanno tutti che i Re Magi sono tre”.
“Lo sanno tutti. E dove starebbe scritto?”
“E che ne so io... nel Vangelo”.
“Che Vangelo? Matteo, Marco, Luca... Che Vangelo?”
“Me lo dica lei”.
“Perché vedi Agnese, se tu il Vangelo l'avessi preso in mano sul serio, anche una volta sola, lo sapresti che il numero di magi non c'è, né in Luca né in Matteo. Non è specificato, capisci? Tu pensi che siano in tre perché li hai sempre visti in tre. Ma è un numero come un altro. Due sembravano pochi, quattro sarebbero costati troppo, e così la gente ne metteva tre. Ed è rimasta l'usanza. Però io qui ho due serie, e sono tutti pezzi molto belli, e francamente se devo scegliere tra quei pastori lerci e questi re Magi...”
“Ma dopo non ci sta più spazio per le pecore”.
“Le pecore son tutte grigie. Si son prese il fumo di cent'anni di candele, sembrano sorci giganti. Allora, qui i casi sono due: o usciamo a comprarne di nuove...”
“S'era deciso di fare economia”.
“Ecco, appunto. Oppure lasciamo perdere le pecore e aumentiamo i Magi, che fanno una più bella figura. Ma mi stavi dicendo di quei due. Cosa vogliono?”
“E cosa pensa che vogliano. Chiedevano un posto per dormire”.
“Gliel'hai detto, che in canonica siamo al completo?”
“Gliel'ho spiegato. Hanno chiesto di dormire qui”.
“Eh, certo, come no. Nella casa del Signore. Ci mettiamo due materassi e il vaso da notte”.
“Don Peppino, lo so che è una cosa che non andrebbe fatta. Però fuori sta notte va sottozero... lei li mette qui, li chiude a chiave, e domani sul presto io...”
“Se vogliono escono lo stesso”.
“Ma pensa che possano rubare? Ma non c'è niente di prezioso”.
“Le statuine”.
“Don Peppino, andiamo, le statuine”.
“Artigianato dell'Ottocento. Agnese, noi qui abbiamo un servizio da offrire. Quando vengono i fedeli sotto Natale, e avrai notato che magari si svegliano tardi tutto l'anno, ma sotto Natale non mancano mai, ci sono certe cose che vogliono vedere. Ci sono delle cose a cui tengono, e noi gliele dobbiamo dare, Agnese, sennò tanto vale piantare baracca e burattini”.
“Ma aspettiamo domani a montarlo, il presepe, li mettiamo a dormire qui, e domani...”
“Domani è domenica, e cosa gli mostriamo ai nostri fedeli? Al posto del presepe, un materasso con due stranieri? Da dove dicono di venire?”
“Palestina”.
“Come no. La balla dell'asilo politico. Ci provano tutti. Fidati che sono marocchini come tutti gli altri. Ti hanno mostrato documenti?”
“No. L'uomo dice che si chiama Yussuf. La ragazzina non dice niente”.
“Seh, Yussuf. Tutti Yussuf, si chiamano. E secondo te io domattina ai fedeli, al posto del presepe, ci devo mostrare Yussuf”.
“Don Peppino, lo so, ma se li svegliamo presto...”
“Quello che mi fa più rabbia, Agnese, è che tu magari mi prendi pure per un fanatico. Uno che potrebbe salvare la vita a 'sto Yussuf e invece si preoccupa per le statuine. Perché tu alla fine pensi che io sto giocando con le statuine, che questo è un gioco per me. È questo che mi fa ammattire”.
“Ma io lo so che lei...”
“Il problema è che queste statuine sono il mio lavoro e la mia fede, Agnese, lo capisci o no? Che se volevo fare l'assistente sociale non studiavo per prendermi questo vestito, e non stavo a venire qui, e che va bene l'accoglienza, va bene tutto, ma c'è un limite anche per don Peppino. Adesso mi dici di metter via il presepe per far posto a Yussuf. E il prossimo Yussuf che ha bisogno? Spostiamo la Madonna di Lourdes?”
“Ma è solo per una notte..”
“Una notte, come no. E avranno freddo. Però magari potremmo bruciare un po' di roba, qui, per scaldarli. Tutte 'ste croci, eh? Potremmo infilarle nella stufa a legna”.
“Don Peppino, non dica così”.
“E anche queste statuine. Cosa vuoi che siano delle statuine dell'Ottocento davanti a Yussuf. Questo bambino di legno qui, per esempio, Agnese, lo riconosci?”
“E certo che lo riconosco”.
“E invece magari dopo cinquant'anni che ci passi davanti ti rendi conto che non l'hai mai visto davvero, non ci hai mai riflettuto sul serio. Allora avanti, Agnese, cosa ci vedi?”
“Cosa vuole che ci veda, don Peppino... il bambino, ci vedo”.
“Ma tu ci credi, Agnese, che questo bambino è Gesù Cristo Dio, che si è fatto uomo per salvarci dai nostri peccati, e di nuovo verrà nella gloria, per giudicare... continua tu, Agnese, per giudicare?”
“...i vivi e i morti”.
“Ma ci credi o no?”
“E certo che ci credo”.
“Che lo vedrai, nella sua gloria, quando ritorna, nel Secondo Avvento”.
“Certo”.
“E quindi lo sai che noi siamo qui per testimoniare, e che queste statuette, questo giochino, sono un modo per rendere testimonianza, per ricordare alla nostra gente, ai bambini, agli anziani, che Gesù è in mezzo a noi, per ricordare che bisogna fargli spazio, al momento giusto”.
“Massì...”
“E il giorno che tornerà, il giorno che lo vedrai, perché hai detto che ci credi, Agnese: cosa gli dirai? Signore, scusa, ma quel giorno invece di renderti testimonianza dovevamo far posto a uno nemmeno battezzato, Yussuf, e a sua figlia che...”
“Non è sua figlia”.
“Andiamo bene. Non è sua figlia. E perché sta con lui?”
“Non me l'ha voluto dire”.
“Ma quanti anni avrà?”
“Don Peppino, lei lo sa, queste donne straniere... non me ne intendo”.
“Dimmi quanti anni ha, secondo te”.
“Non più di quindici”.
“Perfetto, allora chiamiamo i carabinieri, che un tetto glielo trovano”.
“No, Don Peppino, non si può. La ragazza ha bisogno di stare tranquilla stanotte. Molto tranquilla”.
“Perché. Cos'ha questa ragazza”.
“Parecchia pancia”.
“Che tipo di pancia?”
“Quella di nove mesi, secondo me”.
“Ma che ne sai, tu, mica ti intendi di donne straniere”.
“Di donne no, di pance sì”.
“Massì, in fondo, che male c'è. Veniamo pure in Italia. Sposiamo pure le bambine, mettiamole pure incinta. Tanto se non si trova un tetto alla fine c'è sempre un prete che ci mette la pezza”.
“Don Peppino, ho capito, allora facciamo così: lei li mette nella mia stanza e col presepe ci resto io”.
“Agnese, per carità non mi fare la santa”.
“E che sarà mai. Mi metto su quella panca lì dietro, lei non sa quante ore ci ho già dormito su quella panca”.
“Lo so, Agnese, però non ti ci addormenti, se non ci sono io che attacco la predica”.
“E lei mi metta il musimatic, vedrà che a mezzo nastro mi addormento. Così, se proprio deve venire stanotte Gesù a giudicare i vivi e i morti, qui trova tutto regolare, va bene?”
“Agnese...”
“Punto la sveglia alle sei”.

Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella sua città. Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nazaret e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta. Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c'era posto per loro nell'albergo.


Era il Post sotto l'Albero. Buon Natale.
Comments (5)

Leonardo T wrote ...
Capisco che non lo sopporti, ma in un dialogo mi serviva la forma più colloquiale.
12/29/2010, 11:33:00 AM

Anonymous wrote ...
Sempre molto godibile, solo una piccola annotazione lessicale riguardo la frase "mettiamole pure incinta": incinta è un aggettivo, pertanto va declinato al plurale (incinte).
Scusa la pignoleria, so che ormai l'uso di "incinta" (o addirittura "in cinta"!) come indeclinabile è predominante, ma non lo sopporto proprio!
Raf
12/28/2010, 7:54:00 PM

tomate wrote ...
PS. L'articolo contraddetto è questo:

http://leonardo.blogspot.com/2010/11/i-funerali-della-volpe.html
12/27/2010, 2:42:00 PM

tomate wrote ...
Pare che l'Unità non sia ancora in grado di accettare commenti (shame on them). Posto qui a commento dell'articolo successivo.

Questo articolo parzialmente contraddice un tuo altro post su leonardo precendente. Entrambi godibilissimi, ma molto, molto effimeri. Come
effimeri sono il 90% degli articoli del giornale per cui scrivi, così appiattito sulle contingenti rotte transatlantiche.
Perché non usi le tue sagge parole (che io apprezzo moltissimo!) per tentare un'analisi di qualche fenomeno un po' più sostanzioso, che non siano le parole estemporanee di un vecchio drogato. Come fai sul tuo blog, con la scuola, la questione israelo-palestinese etc.
12/27/2010, 2:41:00 PM

Anonymous wrote ...
(psst ti è scappato un Maria per un Agnese)
12/26/2010, 1:02:00 PM

Intervista su Jesus L.

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We're more popular than Jesus now. I don't know which will go first, rock and roll or Christianity.
John Lennon, 1965.
Attraverso la loro musica quei quattro ragazzi di Liverpool, splendidi e imperfetti, sono stati capaci di leggere e di esprimere i segni di un'epoca che a tratti hanno persino indirizzato, imprimendovi un marchio indelebile. Un marchio che segna lo spartiacque tra un prima e un dopo. E dopo, musicalmente, nulla è più stato come prima
L'Osservatore Romano, 10/4/2010.

Più Grandi di Lennon?

DAL NOSTRO INVIATO - SILVABUL, 10 APRILE 3754.
Gsaui Rradoc, il più famoso lennonologo 'laico' del nostro semisfero, autore del controverso Intervista su Jesus mi accoglie nella sua confortevole cella di rigenerazione. Quando gli racconto delle ultime dichiarazioni di Ganesh XXVI, le rughe intrecciate sul suo volto sussultano; è il suo modo di ridere.

“Cos'è che avrebbe detto, l'elefantino?”
“Ganesh XXVI, il Dio vivente del Punjab, ha dichiarato ai giornalisti di essere diventato più grande di Lennon. È stato il suo modo di festeggiare la quarantesima settimana in testa alla top 20 Divinità”.
“Ah, già, la top 20. Beh, io non m'intendo molto di queste cose...”
“Si calcola che in media GXXVI richiami venti milioni di fedeli alle sue celebrazioni settimanali. È in effetti un record con pochi precedenti nella Storia recente”.
“Beh, se la mettiamo su questo piano, sì, non credo che Lennon facesse numeri del genere, ma vede, è sulla distanza che si vedono queste cose... non so se si ricorda T-re§”
“Vagamente. Faceva uno show coi serpenti...”
“L'incantatore di rettili transessuale di Ganimede. Fece il botto quindici anni fa, milioni di fedeli in tutto il sistema solare, anche a lui a un certo punto scappò detto di essere più grande di Lennon. E poi che fine ha fatto?”
“Che fine ha fatto?”
“Pare abbia aperto una concessionaria di condizionatori su Plutone. Vede, Jesus Lennon resta il più grande predicatore della Storia, non per i milioni di contemporanei che ha portato dalla sua parte; ma per il solo fatto che a duemila anni di distanza stiamo ancora parlando di lui. Tra dieci, vent'anni, arriverà qualche nuovo fenomeno da baraccone – una donna con dodici mani, un dio-lucertola, che ne so – e di loro, scommetto, nessuno dirà che sono “più grandi di Ganesh XXVI”. Diranno che sono più grandi di Lennon”.
“Gli Dei passano, Jesus Lennon resta. Come mai?”
“Il tempo è dalla sua parte, come recita un suo inno (per la verità di incerta attribuzione). Essere vissuto due millenni fa, nell'oscuro medioevo prediluviano, lo mette al riparo dalla luce troppo invadente dei riflettori. Di lui in effetti non sappiamo poi molto”.
“Chi era veramente Jesus?”
“Dopo duemila anni di rielaborazione mitologica è difficile rispondere a una domanda come questa. Ma almeno viviamo nel semisfero dove possiamo porcela senza temere di essere crocifissi da qualche inquisitore troppo zelante”.
“Profeta o figlio di Dio?”
“Io preferisco pensare a lui laicamente, come a un grande musicista. Per molti secoli questo aspetto della sua biografia è stato tralasciato; ci si concentrava sui contenuti degli inni, senza riprodurre la musica (che comunque era molto lontana dalla nostra sensibilità). Ma io resto convinto che non sarebbe diventato il più grande predicatore della Storia se non avesse avuto l'idea geniale di musicare le parabole e trasformarle in canzoni. Penso a certi inni immortali, come Stairway to Heaven o God Save The Queen. Figlio di Dio... mah, senz'altro nei suoi inni il padre è visto come un'entità lontana; è possibile che Lennon fosse orfano di padre, o comunque avesse sperimentato l'abbandono durante l'infanzia”.
“Falegname o chitarrista?”
“Le due cose potrebbero andare assieme; abbiamo trovato in vari siti archeologici esemplari di chitarre interamente lignee; può darsi che il giovane Jesus abbia svolto un breve apprendistato musicale in una bottega di falegnameria”.
“Fino all'incontro, che gli sconvolge la vita, con Elvis il Battista”.
“Su questo i Vangeli concordano: la predicazione di Lennon ha inizio solo dopo che Elvis lo battezza nel Giordano. È un evidente passaggio di consegne; il Battista è nella fase calante della sua carriera; i seguaci gli hanno voltato le spalle, lui stesso si considera Vox Clamans in Las Vegas
“Eh?”
“È latino. Voce che chiama nel deserto”.
“Ah”.
“Nel frattempo in Galilea Jesus raccoglie i primi discepoli, gli Scarabei”.
“Questi li so, li so. Luca, Matteo, George e Ringo”.
“Così secondo i Vangeli, che sono attribuiti a loro. Ma gli storici tendono a escludere George, che nei documenti più antichi è visto indossare una chitarra lignea”.
“Ma non era lo strumento di Lennon?”
“Appunto. La tesi più accreditata è che gli Scarabei fossero quattro in tutto, e che Lennon fosse uno di loro; San George sarebbe stato aggiunto al racconto un millennio più tardi, durante le crociate, quando diventa il patrono dei crociati e poi dell'Inghilterra.; probabilmente un soldato inglese reduce dalla prima crociata in Terrasanta, che tornando nel Merseyside riscuote un incredibile successo spacciando per sue le canzoni di Lennon, e trasformandosi in una vera e propria reincarnazione di Lennon in una terra tanto lontana da quella che aveva assistito alle esibizioni del quartetto originale”.
“Quindi lei non ammette l'ipotesi che Jesus Lennon e gli Scarabei d'Argento abbiano vissuto gran parte della loro vita in Inghilterra”.
“È una deformazione medioevale, quando fioriva il mercato delle reliquie e ogni nazione si inventava luoghi santi in cui avevano vissuto... pensi che un culto di Lennon sopravvive anche nelle isole del Pacifico Orientale, dove rappresenta il Sole, contrapposto al Dio Luna Yoko...”
“Ma la Sindone mostra i lineamenti di un inglese biondo, capellone...”
“La Sindone è una reliquia medievale. Potrebbe essere effettivamente il sudario di un crociato, chissà, magari proprio George. Ma il Lennon storico deve avere avuto lineamenti molto diversi da quelli con cui viene raffigurato di solito. Tratti somatici mediorientali, carnagione olivastra...”
“Niente capelli biondi, quindi. E niente occhialini”.
“Nella Palestina romana? No”.
“Già, i Romani. Sono stati davvero loro a ucciderlo?”
“Anche questo ovviamente non è chiaro. Lennon viveva in un periodo turbolento, in cui molti predicatori sobillavano alla rivoluzione. All'inizio però la sua posizione è ambigua. C'è un inno, Revolution, di cui si conoscono due versioni. In una dice “You can count me in”, che in aramaico significa “Includetemi, anch'io voglio fare la vostra rivoluzione”. In un'altra dice l'esatto contrario: “You can count me out”, tenetemi fuori”.
“Probabilmente una delle due è apocrifa”.
“Sì, ma è praticamente impossibile determinare quale; entrambe le versioni sono antichissime, al punto che alcuni ipotizzano che lo stesso Lennon fosse indeciso sulla strada da prendere, e che abbia inciso la canzone in due versioni. In ogni caso all'inizio non si considerava un predicatore politico nel senso che diamo oggi all'espressione. La sua figura era più simile a quella che oggi chiameremmo artista”.
“Jesus Lennon, un artista?”
“Nei primi anni di predicazione con gli Scarabei, Lennon non sobilla nessuna rivoluzione. È soltanto un musicista ispirato che richiama folle ovunque si esibisca, in Galilea, Giudea, e nella misteriosa Bolla degli Olivi”.
“È il periodo dei miracoli: dà la vista ai ciechi, risuscita i morti...”
“La tradizione dei miracoli è probabilmente un equivoco linguistico. Quante volte ci capita di dire che la tal cosa “risuscita i morti”. È un'espressione enfatica che sottolinea la grande potenza espressiva delle parabole musicali di Jesus”.
“Quindi Lennon non risuscitava i morti”.
“Solo in senso figurato”.
“Non tramutava l'acqua in birra”.
“Probabilmente i birrai in sua presenza preferivano spillare birra vera e non la solita broda annacquata”.
“E il grande miracolo di Woodstock?”
“Su Woodstock ci sono diverse teorie. Tutti gli studiosi concordano che fu un disastro logistico, e che migliaia di persone rimasero in mezzo al fango senza nulla da mangiare”.
“Finche Lennon non moltiplicò i pani e i pesci”.
“È indimostrabile, ovviamente. Il vero miracolo di Woodstock sono le sue parole, il cosiddetto discorso della montagna, sul quale è fondato il lennonismo occidentale: "Beati i miti perché erediteranno la terra, beati quelli che hanno fame e sete di giustizia..." peccato che di questa canzone si sia persa la musica. Comunque i Romani non avevano nulla da temere da un fenomeno musicale-religioso di questo tipo. Gran parte dei riferimenti delle sue canzoni (il divino Tricheco, la Lucia nel Cielo di Diamanti, i Perpetui Campi di Fragole) erano oscuri già allora”.
“E allora perché lo crocifiggono?”
“A un certo punto qualcosa cambia. Lennon è accusato di avere frequentazioni scandalose, pubblicani, prostitute, spacciatori, artisti concettuali. Gli Scarabei d'Argento si sbandano”.
“Forse il successo gli stava dando alla testa”.
“È la tesi forte del Vangelo di Ringo, che però è il più tardo dei quattro. In realtà i suoi inni del periodo post-Scarabei sono i più politicizzati. È possibile che a un certo punto Lennon si sia veramente trasformato in oppositore al regime di occupazione romana che, non dimentichiamocelo, era fondato sulla violenza e sulla prevaricazione. Anche nell'ultimo periodo Lennon rimane comunque un pacifista; non inneggia alla lotta armata, al contrario. Ma è possibile che il suo antimilitarismo desse ugualmente fastidio. Era il periodo in cui l'Impero reclutava legionari anche nelle province per difendersi dalle incursioni Sovietiche e Iraniane”.
“Tradito dal suo manager, Lennon viene arrestato e condannato alla morte sulla croce”.
“Il resto è leggenda”.
“Una leggenda comunque miracolosa, per aver resistito tutti questi secoli”.
“Chissà quanti altri cantanti e predicatori infiammarono i cuori per una breve stagione e poi furono dimenticati. Lennon ha potuto contare su uno dei più grandi PR della Storia”.
“Si riferisce a Paul McTarso?”.
“Il buffo è che probabilmente i due non si sono mai conosciuti di persona. Paul aveva ricevuto un'educazione musicale classica, e all'inizio non aveva assolutamente orecchio per le composizioni di Lennon. Anzi, con le sue prime ferocissime recensioni Paul dà inizio a una vera e propria campagna di persecuzione contro il lennonismo e i suoi seguaci”.
“Poi succede qualcosa... Un incidente, mi pare”.
“Sull'autostrada Damasco-Liverpool. Paul vede una luce abbagliante, sbanda ed esce di strada. Viene soccorso, ma rimane temporaneamente cieco, muto, e apparentemente sordo. Ma è evidentemente una sordità selettiva. Immerso nel silenzio, Paul sperimenta una vera e propria epifania. Può ascoltare le composizioni di Lennon senza pregiudizi culturali. La sua conversione fa scalpore e getta le basi per il successo del credo lennoniano in tutto il bacino del mediterraneo”.
“C'è anche chi dice che il vero Paul sia morto nell'incidente”.
“È una leggenda durissima a morire. Ma ce ne sono di più interessanti. Secondo alcuni è Paul il vero inventore del lennonismo moderno: molti ritornelli degli inni lennoniani sarebbero suoi. In effetti è difficile pensare che la stessa persona possa aver scritto composizioni musicalmente così diverse tra loro come Helter Skelter o Yesterday. Alcuni si spingono ad affermare che Lennon non sarebbe che una figura mitica, un musicista biondo e capellone studiato a tavolino per rendere più appetibili le composizioni dello stesso Paul. Come vede, c'è una teoria per tutti”.
“Non c'è proprio niente di cui possiamo essere sicuri?”
“Io sono ragionevolmente sicuro di un paio di cose. La prima è che tra un millennio o due ci sarà ancora qualcuno, come lei o come me, che ha voglia di discuterne. La grandezza di Lennon è questa”.
“E la seconda cosa è...”
“Anche l'invidia non cesserà mai. Ci sarà sempre qualche Messia o Avatar pronto a dichiarare di essere diventato Più Grande di Lui. Guardi questa, è la riproduzione di un antichissimo ritaglio giornalistico. Come sa, gran parte dei documenti originali dell'epoca lennoniana non ci sono arrivati, perché gli archivi erano stati digitalizzati nei decenni precedenti al diluvio, e non abbiamo mai capito come si leggono i loro supporti magnetici. Di loro ci è rimasta solo la carta stampata che si erano dimenticati di reciclare. Vede? Questo è un antichissimo ritratto fotostatico di Lennon, molto sbiadito. La scritta in basso è in aramaico. Sa cosa dice?”
“IGGER THAN JESUS LENNON CLAIMS. Ovviamente no”.
“La traduzione più accreditata è: Qualcuno afferma di essere più grande di Jesus Lennon. Evidentemente Lennon veniva attaccato dagli emuli già in vita. Eppure loro sono passati, lui no. La sua musica era semplicemente migliore”.
“Io in realtà non ne ho ascoltato molto”.
“Venga, le faccio sentire un pezzo rarissimo”.
“Ma veramente... non m'intendo molto di musica classica, sa...”
“Quando è buona musica, non è classica né moderna: è eterna. Sente?”
“Sento solo rumore”.
“Deve abituarsi un po'. Vede, in questo pezzo Lennon chiede all'ascoltatore di ascendere, di immaginare un luogo meraviglioso dove qualsiasi cosa è possibile”.
“Le parole dicono questo?”
“Le parole dicono: Portami laggiù, nella Città Paradisiaca, ove l'erba è verde e le fanciulle sono leggiadre”.
“Molto bello. Si è fatto tardi, devo andare”.
Comments (27)

Anonymous wrote ...
chapeau leonardo, un post degno della delirante fantasia visionaria del miglior benni
4/25/2010, 10:50:00 AM

Leonardo T wrote ...
Paradossalmente sì, anche in caso di diluvio dopo qualche secolo i documenti cartacei sarebbero più recuperabili di supporti magnetici, dischi rigidi, dvd, eccetera.
4/20/2010, 9:30:00 PM

Anonymous wrote ...
Credenti di tutto il sistema solare, ricredetevi !!!

... o ricreatevi, fate un po' voi :-)

Se Jesus Lennon fosse qui ora, vi prenderebbe a microfonate nelle tempie.
4/20/2010, 4:49:00 PM

Anonymous wrote ...
si...vabbè
perchè infatti dopo un diluvio sono i documenti cartacei quelli che si salvano meglio...ma dai!

il problema di questo paese è l'assenza dello spirito critico che porta le persone (declinate allo status di adorante spettatore) ad accettare tutto con entusiasmo gastronomico, senza far collidere ciò che vede o ascolta con un minimo di sana dialettica (che è? se magna).
mediaset comincia con leonardo.
p.s.
e adesso che abbiamo provato bersani come proponevi tu, dove ce lo mettiamo?(vedi la critica all'entusiasmo irrinuciabile di cui sopra)
4/20/2010, 10:21:00 AM

Anonymous wrote ...
Uno dei tuoi migliori post, complimenti, bellissimo!!!!
4/17/2010, 3:21:00 PM

Grullo wrote ...
leonardo is igger than jesus lennon
(scusate l'aramaico)
4/16/2010, 6:17:00 PM

.mau. wrote ...
(non avevo visto il nome del lennonologo :-) )
4/16/2010, 6:15:00 PM

Mammifero bipede wrote ...
Chapeau!
4/16/2010, 2:48:00 PM

Anonymous wrote ...
Bello bello bello...
4/16/2010, 11:08:00 AM

Anonymous wrote ...
Vorrei saperne di più di questo tempo lontano. Sei proprio bravo Leonardo ma che te lo dico affà!!
Barbottina
4/16/2010, 9:10:00 AM

deKergaz wrote ...
te sei un genio, ma davvero.
4/16/2010, 1:07:00 AM

Leonardo T wrote ...
'Azz, non ci avevo mai pensato, ma è Zappa sul serio.
4/15/2010, 7:58:00 PM

Anonymous wrote ...
La rivisatazione dei miracoli è una perla... E come vorrei fosse in vita Caravaggio per un ritratto di Elvis il Battista...
4/15/2010, 7:54:00 PM

luigi w wrote ...
Comunque l'uomo della Sindone era Frank Zappa!
4/15/2010, 7:39:00 PM

Juhan wrote ...
Arrivato qui grazie a .mau.
Mooolto bene, nella lista RSS, subito.
4/15/2010, 6:05:00 PM

.mau. wrote ...
(ah, la citazione finale è la ciliegina sulla torta: ma in fin dei conti, vivi e lascia morire!)
4/15/2010, 5:10:00 PM

BIngoBongo wrote ...
Come vorrei che Paul McTarso fosse il patrono della mia città..
4/15/2010, 5:00:00 PM

Iguana Jo wrote ...
Rock'n'Roll!

Fantastico.

Che Lennon ti benedica!
4/15/2010, 4:51:00 PM

Pietro wrote ...
Yoko Santissima Immacolata, che bel post!
4/15/2010, 4:44:00 PM

steu wrote ...
Bellissimo! Sfortunatamente per te io credo nelle Pietre Rotolanti ma fa lo stesso: non puoi sempre ottenere quello che desideri.
4/15/2010, 4:23:00 PM

Rob wrote ...
Stupendo. " Tradito dal suo manager".
Sarebbe un bello spunto per un racconto Fanta-filosofico.
4/15/2010, 3:27:00 PM

Anonymous wrote ...
4/15/2010, 3:16:00 PM

Watkin wrote ...
Inchini per la Bolla degli Ulivi
4/15/2010, 2:15:00 PM

Aldo wrote ...
standing ovation prolungata
4/15/2010, 1:19:00 PM

Giovanni wrote ...
Mi piace assai
4/15/2010, 1:11:00 PM

Anonymous wrote ...
Bello, bello, bello.

Fa il paio con questa illustrazione.
4/15/2010, 12:15:00 PM

.mau. wrote ...
Ok, questo è il post migliore del tuo decennio di blog.
4/15/2010, 11:20:00 AM

Identità è una statuetta pitturata

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Presepi viventi, presepi morti

Una cosa che non ho ancora capito, malgrado il meritevole sforzo dei giornalisti accorsi a Rosarno, è se questi immigrati clandestini, che raccolgono pomodori a venti euro la giornata, dormendo su giacigli di cartone in compagnia dei topi, e ogni tanto si prendono pure qualche pistolettata dai locali... dicevo: una cosa che non ho capito è se siano musulmani o no.

Ed è strano, perché fino a ieri mattina sembrava l’unica cosa importante, quando si parlava di stranieri in Italia. Qual è il motivo per cui non si integrano? Forse perché vengono pagati una miseria? No. Perché vivono in condizioni disumane? Macché. Il motivo per cui non si integrano – almeno a sentire i più prestigiosi corsivisti del Corriere – non ha niente a che vedere con queste banali condizioni materiali. È un motivo ben più alto, spirituale. Insomma, è Allah. Tant’è vero che, come dice Sartori, solo i musulmani rifiutano di integrarsi.

Gli altri si integrano benissimo, no? Prendi i cinesi. Chi di voi non ha un amico cinese. Son così simpatici i cinesi, e si sono integrati così bene. Quel loro modo così occidentale di comprare rustici in campagna, chiuderci dentro una ventina di cottimisti e farli lavorare giorno e notte… in fin dei conti è anche quello un modo per integrarsi, no? Perché alla fine dei conti quelli che gli danno le commesse sono imprenditori italiani, no? E i rustici, in campagna, o i garage in via Sarpi, chi glieli vende?

Ma il musulmano non fa così. Il musulmano ha delle brutte abitudini. La preghiera del venerdì. Il Ramadan. Vade retro. Sono tutte manifestazioni del suo rifiuto ad integrarsi. Ed è per quello che protesta.

Non vuole garanzie, non vuole diritti, no, lui vuole di più. Il musulmano vuole attentare alle nostre radici, punto e basta. Lo scriveva anche ieri Panebianco. I neri di Rosarno non avevano ancora smesso di prendersi le pistolettate, e Panebianco sul Corriere aveva già individuato i responsabili. Sapete di chi è colpa se c’è una rivolta a Rosarno? Non ci credereste mai, sono gli intellettali liberal, “(e cioè politicamente corretti)”. Siamo noi che li abbiamo invitati qui. O credevate che fuggissero da una carestia mondiale, seguendo inconsapevolmente, in quanto offerta di manodopera a basso costo, un principio del libero mercato?

No, probabilmente essi vivevano beati nei loro tucul africani finché noi intellettuali liberal “(e cioè politicamente corretti”) abbiamo bombardato i loro pacifici villaggi con copie gratuite di Micromega. Costringendoli a venire qui. In cerca di condizioni migliori? No. Quello che veramente li ha spinti sulle nostre belle spiagge è il desiderio di toglierci le nostre belle tradizioni, a cominciare, indovinate… dalle statuine del presepe.


Proprio così. Il giorno che ricorderemo come l’inizio della rivolta di Rosarno, Panebianco dedica un capoverso del suo atto di accusa a quelle scuole (cinque? Sei? Fossero anche una dozzina?) che per risibili questioni di integrazione non hanno fatto il presepe. Altro che topi nelle baracche: il presepe. È quello il problema, secondo Panebianco.

Ci sono educatori (è inappropriato definirli diseducatori?) che hanno scelto di abolire il presepe e gli altri simboli natalizi, lanciando così agli immigrati non cristiani (ma anche ai piccoli italiani) il seguente messaggio: noi siamo un popolo senza tradizioni o, se le abbiamo, esse contano così poco ai nostri occhi che non abbiamo difficoltà a metterle da parte per rispetto delle vostre tradizioni. Intendendo così il rispetto reciproco e la «politica dell'integrazione», quegli educatori contribuiscono a preparare il terreno per futuri, probabilmente feroci, scontri di civiltà.

Voi capite, il bimbo musulmano che non fa il presepe comincia a pensare “ehi, non lo fanno per rispetto a me, che mammolette! Non vedo l’ora di crescere e chiedere l’abolizione degli spaghetti! Oggi il presepe, domani il festival di Sanremo!” Ecco, nel cervello di Panebianco (e dei suoi lettori) il futuro probabilmente feroce scontro di civiltà scoppierà così. Non saranno neri derelitti che escono dalle loro tane puzzolenti e chiedono di essere rispettati per il lavoro che fanno: no, saranno adolescenti arroganti perché da bambini non li abbiamo esposti alla miniatura di Bue, Asinello e Bambino Gesù.


E lasciamo da parte ciò che possiamo solo immaginare: cosa essi raccontino, sulle suddette tradizioni, nelle aule, ai piccoli italiani e stranieri.

Già, chissà cosa raccontano. No, sul serio, cosa raccontano? Che la polenta è un cibo demoniaco? Che la pizza in realtà è un’invenzione africana? Che il campionato italiano di calcio ultimamente è una palla tremenda? Sia come sia, quello che succede a Rosarno è anche colpa loro. Ovvero, nostra. Insomma, mia. Soltanto mia? Eh, no, troppo facile. Panebianco, sapete, non è uno che si nasconde: e ha il coraggio (notevole, diciamo, per un corsivista del Corriere) di prendersela con una categoria molto meno toccabile: i preti.

Questi preti che invece di pensare alle tradizionali statuette, si dedicano all’accoglienza del loro prossimo. Questi preti che sfamano chi è affamato, dissetano chi è assetato, alloggiano chi è sfitto, curano chi è malato, ma che razza di cristiani sono? Pensassero di più a collocare il Bue e l’Asinello e meno alla cura di ‘sti maledetti samaritani a venti euro la giornata, che tolgono lavoro agli schiavi italiani.

La prossima volta che vi friggono un discorso a base di paroloni come Identità o Tradizione, pensate, per favore, al presepe di Panebianco. Secondo lui i preti sono "troppo accoglienti": da un punto di vista razionale potrebbe avere anche ragione, qualsiasi spazio limitato non può accogliere tutti, e l'Italia non fa eccezione. Ma i preti non sono razionali: sono preti. Se accolgono tutti indiscriminatamente, è perché glielo ha detto Gesù, a chiare lettere, nel Vangelo. E quando a saper leggere il Vangelo erano ancora pochi, i preti hanno inventato strumenti come il Presepe, che servivano proprio a ricordare il principio: Giuseppe e Maria erano due viaggiatori senza un tetto, e Dio si è incarnato in mezzo a loro. Prima di essere una tradizione, il Presepe era una lezione sull'ospitalità. Ma Panebianco non lo sa, o se l'è dimenticato, o non gli interessa. A lui interessa il Presepe in quanto tradizione, ovvero statuetta, guscio vuoto che non spiega più niente a nessuno, rimandando solo a sé stesso. E bisogna averne di cose vuote in testa, per vedere le baracche di Rosarno e di non accorgersi di quel che sono: presepi viventi, in mezzo a noi. Che frigniamo se ci toccano le statuette dipinte.
Comments (54)

Anonymous wrote ...
Ho una teoria opposta e complementare alla tua, secondo me in italia son arrivati tutti questi migranti proprio per scappare ai bombardamenti di micromega (No ti giuro è una immagine da incubo, micromega che cade dal cielo, ce n'è abbastanza da non dormire questa notte o da scappar via lontano) :D
1/18/2010, 10:18:00 AM

Lorenzo L. Gallo wrote ...
Sono sconvolto da alcuni dei commenti qui presenti. Al tuo pezzo c'era solo da rispondere bene bravo bis, i commenti contrari sono tremendamente pretestuosi, pieni di insulti e poveri di argomenti, tutti basati sul fatto che la sinistra (cioè chiunque in Italia pensi che la propria testa) ha torto e che la destra deve rimediare agli enormi guasti prodotti dalla sinistra. Un argomento così palesemente falso da chiamare in causa il senso del ridicolo. Io non sono una persona di sinistra, sono una persona perbene.
Tra l'altro, prendo ad esempio fra tutti, il fatto che uno scriva: "si leva il crocefisso perché in classe ci sono quindici immigrati". No, si leva il crocefisso perché siamo una repubblica occidentale e non l'Iran; da noi non c'è religione di stato.
Anche io che sono cristiano (ma non cattolico) avverto il peso del crocefisso cattolicista e, da educatore, il giorno che la mia università affiggerà il crocefisso in classe, smetterò di insegnare.
Ma forse sono negro anch'io e nessuno me lo aveva detto, o forse per l'anonimo di cui sopra sono "negri" o almeno "stranieri" tutti gli italiani non cattolici.
Lorenzo LG
1/14/2010, 1:50:00 PM

Leonardo T wrote ...
Quello non era l'editoriale di Panebianco, era quello, ahinoi, di Sartori.
1/14/2010, 11:36:00 AM

EP wrote ...
L'editoriale di Panebianco toppava in pieno sulla tempistica della presenza islamica in India, confondeva buddhisti e induisti, dava agli Indù dei "paciocconi" e sosteneva che erano pronti a integrare Maometto nel loro pantheon (falso), considerava virtuosa e inevitabile la decisione (britannica) di dividere India e Pakistan e ignorava totalmente il fatto che, nonostante scontri anche gravi (in cui spesso e volentieri i musulmani sono stati vittime) in India la convivenza è quotidiana e consolidata (ben 3 presidenti erano di religione islamica).

Considerarlo una fonte autorevole per dire che "Non c'è mai stata integrazione" non manderà il dibattito molto avanti.
1/14/2010, 11:08:00 AM

mozart2006 wrote ...
Ho sentito tante volte raccontare la storia della sinistra che "fa entrare cani e porci" e non ho MAI trovato nessuno che la circostanziasse con dati, statistiche, analisi di leggi effettivamente emanate dal centro-sinistra.
A me invece risulta che la Bossi-Fini sia in vigore dal 2001. Da allora, il c.s. ha governato per soli due anni.
Volete dare la colpa al "lassismo della sinistra" fino alla fine di questa legislatura nel 2013? O fino al 2018, già che ci siamo? Quando è previsto che la destra al governo scopra il senso del ridicolo, nel 2023?

Il problema di Rosarno (e di Castel Volturno appena l'altro ieri) non è l'immigrazione (non mi pare che ci siano rivolte tra gli stranieri che raccolgono mele in Trentino Alto-Adige o lavorano in fabbrica nel trevigiano, con regolare permesso di soggiorno e vivendo in alloggi dignitosi), ma l'illegalità, lo sfruttamento, la violenza, la criminalità organizzata.

Tutte cose però che secondo la maggioranza sono un'invenzione degli sceneggiatori della Piovra. Così non si va da nessuna parte.
1/12/2010, 8:51:00 PM

Giuseppe Tripodi wrote ...
complimenti davvero per l'articolo.

ho scoperto il tuo blog tramite la mia ragazza che ti condivide su facebook e adesso ho capito perché lo fa (e ho condiviso il pezzo anch'io).

con i bombardamenti di micromega e l'abolizione del festival di sanremo mi sono fatto due risate, con la parte finale sul significato del presepe mi sono ritrovato ad annuire col capo senza neanche rendermene conto.

un saluto, tornerò a leggerti molto volentieri.
1/12/2010, 5:16:00 PM

Anonymous wrote ...
ma com'è che i neri improvvisamente sono ritornati universalmente "negri"?
1/12/2010, 1:53:00 AM

Anonymous wrote ...
Mah, io ho visto questa vicenda di Rosarno dipinta con tinte romanzesche, i 2 fulcri del problema sono questi :
1) Non c'è lavoro in quelle zone, neanche cogliere le arance conviene più
2) I clandestini non possono più stare in Italia , la legge è chiarissima e non c'è bisogno di ripeterla . Senza il criterio della territorialità , lo Stato, la stessa idea di Patria non esisterebbe.

Ah comunque l'articolo di Panebianco è vero quanto banale , mi meraviglio che abbia scatenato tutte queste reazioni . E' un problema serio questo dell'immigrazione . Lasciatelo risolvere alle forze dell'ordine, ai Militari e al Governo , questa sinistra italiana (ed europea aggiungo) non ha più la forza di imporre nulla al Popolo . Come scrisse Nietsche , "gli istinti che non si scaricano all'esterno, si ritorcono all'interno" . Lasciate il Popolo di liberare i suoi istinti migliori. Il Popolo sbaglia quando spara o caccia i negri senza chiedere aiuto allo Stato, ma bisogna chiedersi anche perchè il Popolo ha liberato i suoi istinti..... Il mondo dai tempi dell'antica Grecia è da sempre formato da 2 enormi fazioni : razionalisti e irrazionalisti . Al momento prevaliamo noi e non solo in Italia. Fatevene una ragione. Saluti dalla Puglia .... p.s. grazie per la non censura, sei il primo di sinistra che non mi censura , davvero ;-)
1/12/2010, 1:30:00 AM

Leonardo T wrote ...
Credere di avere la verità in tasca al massimo è *superbia*, *spocchia*, chiamala come ti va: non è *razzismo*.
Sparacchiare ai negri accampati dai sorci, fidati, è *razzismo*.
Scriverlo è *franchezza*.
Prendersela con chi lo scrive perché sono di sinistra e credono di aver la verità in tasca è *non avere argomenti, ma proprio non averne mai avuti, al punto di non sapere nemmeno come sono fatti da lontano*.
1/11/2010, 11:18:00 PM

Anonymous wrote ...
Sono Pugliese di Bisceglie, provincia di Barletta. A Rosarno i locali si sono semplicemente ribellati all'illegalità diffusa , poichè un clandestino non può semplicemente stare in Italia al di là del fatto se lavora o no, se viene sfruttato o no e se si integra o no . Aggiungo anche che qui non centra niente nord e sud , infatti io potrei dirvi che la mia Puglia è il paradiso terrestre rispetto a certi posti lì in Calabria . Se la Calabria è agli ultimi posti in tutto , è colpa di tutti e cioè Stato , Calabresi stessi e politici locali . Credo che i veri razzisti stiano a sinistra poichè pensano di avere la verità in tasca e si credono custodi della morale (la loro)
1/11/2010, 7:32:00 PM

primaldo wrote ...
Da meridionale mi vergogno:
mi vergogno per gli amministratori locali, provinciali e regionali;
mi vergogno per le associazioni cattoliche e laiche;
mi vergogno per i meridionali tutti eletti ed elettori;
mi vergogno di me stesso
e vergognatevi anche voi che leggete articoli di persone inutili come Panebianco
1/11/2010, 11:59:00 AM

Nishanga wrote ...
@disgustoso-talentuoso
io che sono femmina e antica, oggi penso che il giusto tempo per ogni cosa sia utile e che ci voglia del genio per dominare il caos.
Evidentemente non è il caso di Sartori, e quì il suo punto di vista da inamovibile anziano lo dimostra;infatti, se da cronista sgambettasse ancora, lo avrei invitato a fare due passi sotto casa mia
www.flickr.com/photos/nishanga/2145625725/in/set-72157603596696221/
così,giusto per amore di cronaca, per fargli godere il surrender berliner e alla fine evitargli una figuraccia.
piesse // gli apprezzamenti del tuo nonno materno sono evidentemente comprensibili ma, la prossima volta, rispondi tu
1/11/2010, 11:02:00 AM

Anonymous wrote ...
Identità, libertà, dignità ...

Spacciatori di identità. Merce contraffatta, surrogato di massa dell'identità individuale, che torna sempre più ad essere privilegio di pochi.

Annegare l'identità individuale in quella di massa è il grimaldello per poter attentare anche alla libertà e alla dignità individuale.

Non ci può essere libertà e dignità in una società animata da un unico modello identitario, che magari si vorrebbe anche adeguatamente stratificato, a maggior vantaggio di chi occupa gli strati superiori. Ma che? Vogliamo tornare all'800?

Non commettiamo l'errore di pensare agli sfruttati di Rosarno come totalmente altri da noi, rappresentano una finestra su un nostro possibile futuro, quello che avremmo se, come popolo, continueremo lasciar decadere dignità, libertà e identità individuali.
1/11/2010, 5:19:00 AM

Matteo Veronesi wrote ...
E' vero, i manifestanti (o i ribelli) di Rosarno non sono integrati. Non lo sono, e non possono esserlo, perché sono, direbbe Agamben, "nuda vita", massa critica e acritica, "animale pazzo", come Guicciardini diceva del popolo, della massa (che è per definizione mobile, multiforme, abbandonata alla propria inerzia).

Si ribellano perché non hanno nulla da perdere, nemmeno le catene (come si diceva un tempo degli operai), che non hanno, perché potrebbero fuggire o sparire in ogni momento, e nessuno se ne accorgerebbe, e nessuno li andrebbe a cercare.

Ma, proprio per questo, è da loro che può venire il primo segno di un cambiamento. Nulla potrebbe abbattere la criminalità organizzata, se non un'insurrezione popolare. "Se la gente si ribella, per noi è finita", diceva, testualmente, un boss mafioso in una telefonata intercettata.

Certo, gli immigrati che si ribellano (nella provincia più degradata dell'Italia come nelle banlieues o negli slums delle metropoli, ma in ogni caso in un contesto di marginalità, deriva, provincia sperduta, desolata, senza nome né coordinate) mancano - si potrebbe dire in termini marxisti - di coscienza di classe, non sono ancora una forza storica, un blocco storico: il loro è un moto spontaneo, istintuale, quasi animalesco.

Del resto, l'immigrato si ribella (vuole e può ribellarsi) ad una società e ad un contesto dominati dalla malavita proprio perché non ha nulla da perdere - mentre chi fa parte, a vario titolo e a diversi livelli, di quel sistema perverso, dall'usciere e dal netturbino e dal necroforo assunti con criteri clientelari o con pressioni malavitose fino al grande boss o al politico colluso, difficilmente si ribellerà in modo così violento e deciso a quel sistema, per quanto iniquo.

Non è certo augurabile che l'Italia si trasformi in un immenso teatro di guerriglia urbana. Ma la vera forza rivoluzionaria, l'unica pronta a sfidare la malavita proprio perché non ha nulla da perdere, e non teme la morte, dal momento che la sua nuda vita nulla vale, è proprio il sottoproletariato suburbano (quello che addirittura Marx disprezzava e riteneva inutile ai fini della causa rivoluzionaria), rappresentato, nell'Italia di oggi, dagli immigrati clandestini.

In questo senso, la rivolta di Rosarno è non dico un segno di speranza (sarebbe un paradosso retorico e vuoto), ma certo un segnale (un "segno di contraddizione") da cogliere e da interpretare.
1/11/2010, 3:18:00 AM

Cristina wrote ...
La tragedia di Rosarno mi ha letteralmente sconvolto, anche se me l'aspettavo da un momento all'altro. Continuo a pensarci e non riesco a prender sonno. Il caso però mi ha fatto scoprire il tuo blog. Sei strepitoso, un'analisi lucida e uno stile pulito, venato di ironica intelligenza. Grazie, adesso posso finalmente andare a riposare...
Cristina
1/11/2010, 12:16:00 AM

Anonymous wrote ...
Che Sartori "ramazzi" la signora è una parola grossa, al max ci farà qualche giochino divertente.
1/10/2010, 9:56:00 PM

Francesca wrote ...
Un pezzo fantastico, complimenti! anche se, purtroppo, siamo in pochi in ridere
1/10/2010, 9:19:00 PM

essere disgustoso* wrote ...
@nishanga
il fatto che sartori scopi una bella donna di 50 anni più giovane non può che far accrescere la mia stima nei suoi confronti. e nei confronti della signora.
quell'articolo sull'islam, invece, proprio no.
e poi, rispetto per l'orgoglio gerontofilo!
1/10/2010, 1:46:00 PM

Anonymous wrote ...
Quello che fa rabbrividire è il modo di scrivere di Panebianco: senza argomentazioni di sorta. Sembra un tema delle scuole medie.

Dove sono le prove di quello che afferma? Dove sono i nomi, i fatti, le statistiche?

Questa è propaganda, non giornalismo.
1/10/2010, 9:49:00 AM

roseau wrote ...
Bellissimo post, grazie Leonardo.
Solo una curiosità. Ma con chi accidenti se la prende Panebianco, quando dice "non ci sono solo preti..."?
Andasse a vedere negli altri paesi, dove i preti, come associazioni di volontariato, sono molto meno presenti.
Una rivolta come quella di Rosarno è scoppiata a Calais qualche mese fa, e lì non c'erano preti conniventi o viscidi cattolici buonisti che avevano la cultura dell' accoglienza indiscriminata.
No. Welcome sarà pure un film paternalistico e con molti difetti, ma è onesto nel mostrare che in Francia la solidarietà proviene da laici come Simon Calment, che spesso oscillano tra pregiudizio e istintiva, calda e imprudente solidarietà verso l'immigrato.
1/10/2010, 1:43:00 AM

Rob wrote ...
A proposito di integrazione; mi viene da pensare che se 'sta crisi non finisce, in un paio d'anni potrei trovarmi nella necessità di emigrare. Non ho grandi specializzazioni, e metti che mi resta solo di andare in qualche paese arabo, a fare qualche lavoro di merda che nemmeno i filippini vogliono più. Il mio arabo fa schifo e riesco a malapena a imparare il ghirigori del nome della strada dove vivo. Cazzo, ma perché devono scrivere all'incontrario? La burocrazia poi è un orrore, pretendono che chieda e firmi documenti dove nemmeno distinguo la linea tratteggiata. Mi guardano pure male per strada, perché oltre che essere infedele e tonto, secondo loro, vesto anche strano. Vorrebbero che mi integrassi. Ma io non ci penso proprio a farmi tagliare il prepuzio, o ad infilarmi quelle ridicole sottane e mettermi a pregare cinque volte al giorno. Voglio mangiare il panettone, invece, anche se non mi è mai piaciuto gran che, e il cotechino che riesco a far venire di contrabbando dall'Ucraina. Non mi avranno mai, giuro. Appena ho soldi abbastanza per aprirmi un bar a Positano, levo le tende. Purtroppo invece soldi niente ancora, e nel frattempo ho pure dei figli. Ma non avranno nemmeno loro. Il primo che sento farmi un discorso in arabo a casa lo prendo a calci in culo: a casa si parla italiano, si guardano le partite del campionato su Sky e le vecchie cassette di Pippo Baudo...
1/9/2010, 10:35:00 PM

Anonymous wrote ...
E' la prima volta che ti leggo. E l'ho fatto senza respirare. Condivido, ed apprezzo la lucidità e il velo di ironia del tuo scritto.
1/9/2010, 10:18:00 PM

marco pontoni wrote ...
Panebianco. Che iattura. E pensare che ho dato anche un esame con lui.
Ricordo una cosa scritta da questo pseudopolitologo nel...1990, credo, cioé alla vigilia della fine del regime di apartheid in Sud Africa. Diceva più o meno che in confronto all'Anc i boeri facevano la figura di irreprensibili liberal ("liberal" in quel caso era usato in un'accezione positiva).
1/9/2010, 9:26:00 PM

Unknown wrote ...
Speriamo per tutti che gli Italiani di fede Islamica, il giorno in cui avranno un peso sulle decisioni comuni del nostro Paese, ricambino il favore...
1/9/2010, 9:08:00 PM

Nishanga wrote ...
@ caro Essere Disgustoso(?!?)
a uno che si fidanza a 85 anni con la badante - in più creativa et craxiana - che mai gli potrai dire? al massimo e solo se ti è caro, gli puoi consigliare di scalare a viagra.Poi però, visto che sei un giovine talentuoso secondo me, puoi correre il rischio di incontrare il disgusto, quello vero
http://www.corriere.it/cronache/09_marzo_05/sartori_innamorato_prignano_56a2190c-096c-11de-84bf-00144f02aabc.shtml
Abbracci a te

Mentre al tenutario del blog, il solito scrosciante applauso!
1/9/2010, 8:52:00 PM

atlantropa wrote ...
Condivido anch'io - e pienamente - l'amarezza per la pochezza di questo spicchio della classe intellettuale; fermo restando che - come ha già osservato qualcun altro - in passato un Sartori ha saputo dire cose sicuramente intelligenti, mentre un Galli della Loggia francamente non saprei.

Però - c'è sempre un però... - quest'epopea di dei incarnati/iti per venire a bazzicare un po' tra le loro immagini e somiglianze - un po' principe&povero, un po' Berlusconi quando parla dei tassisti - ce le devi propinare per forza ogni 3x2?, e poi 'sti preti che accolgono quanti sono?, e - visto che la natura del problema è prettamente economica - lo fanno a spese di chi?
1/9/2010, 7:04:00 PM

Anonymous wrote ...
Ciao Leonardo, scusa se ti do del tu, ma oggi nel leggerti per la prima volta mi sono sentito meno solo, grazie. Gianni Volta
1/9/2010, 4:34:00 PM

Heike wrote ...
La tua capacità d'analisi è devastante.
Come sempre.
1/9/2010, 3:56:00 PM

Anonymous wrote ...
L'analisi ha i suoi meriti, ma...

Qual è il motivo per cui non si integrano? Forse perché vengono pagati una miseria? No. Perché vivono in condizioni disumane?


Certo. Ma perché sussistono queste condizioni? Forse perchè in condizioni di mancanza di diritto, dato dalla clandestinità, l'unico modo per sopravvivere è abbassare la testa ed adeguarsi? Adeguarsi a condizioni disumane, ma che sono comunque migliori di quelle che trovano nei loro paesi?
Il lavoro in nero non è una prerogativa dei clandestini, ma una "tradizione" italiana. Figuriamoci, perfino gli italiani vengono sfruttati al lavoro.
1/9/2010, 3:48:00 PM

Anonymous wrote ...
questo andava pubblicato sull'unità.
tale e quale.

bravo
1/9/2010, 3:34:00 PM

Anonymous wrote ...
questi ultimi 5 anni saranno ricordati come gli anni dei decotti,di stato statura medio bassa,nessun miracolo all’orizzonte ma soltanto ami per poveri pesci,invisibili,pesci volanti,o elettrici dei mari degli abissi,si sguazza dentro la spazzatura (anche il cibo lo è da come viene conservato)panettoni alla farina di segatura,questo ci porterà a sentirci mobili di un arredamento fuori logica forse un rococò pop art,
un bel miscuglio di culi da poltrone ottocento-esche,sulle ali di Matrix?qualcuno sa piegare un cucchiaino con il pensiero?
Avercelo un pensiero.
E anche un cucchiaino.
E’ stranissimo però come in un momento di crisi Totale il silenzio la faccia da Padrone.
La metafora dei morti che avanzano,la rappresaglia civile-
Digitalizziamo l’italia mentre i treni sono sporchi come mai in vita mia ho veduto.
Anche vedere un treno che funzioni è un miraggio.
Compreso il miraggio.
La toilet o meglio il cesso (è sempre rotto).:(
Un paese senza servizi se ti scappa devi per forza entrare in un bar,e spendere 5 euro per un caffè al tavolino,poi fare la guerra con i batteri,che invadono tutto il bagno,sembra una scena del microcosmo sconosciuto. Alien e predator si danno un bacio in bocca,
scocca la scintilla :l’amor globale,l’amor da combricola.
3 PAGINE di giornali dedicate ad un cerotto,mi sembra come se si scrivesse delle bende di tutankamen,finite in lavatrice da un lavaggio,solo,ma non lo sa signora? Se non usa Calfor si allaga la casa!e poi l’acqua va dal vicino di sotto;che vuole fare una causa con avvocati?spendere quei cazzo di euro,che abbiamo sotto il materasso,dove ci dorme il gatto sopra miglior guardia non c’è,
è meglio di un antifurto ad orologeria…frrr frrr
‘’
tutti questi stranieri sa portano malattie,tante,e poi perché a loro danno una coperta e a noi no?
I pomodori non li vogliamo raccogliere è un lavoro massacrante il pomodoro mica aspetta che tu arrivi in mercedes o tre 4 telefonini in testa,la cintura di gucci,la panza bella piena dei ravioli che ha fatto mamma con tanto amore,il POMODORo deve essere raccolto al suo tempo.!
E ci vogliono i contadini che non ci sono più_cioè gli stranieri..che adesso non vendono collanine,ma hanno negozi case ,di proprietà..
E come fanno?
Se non con lo spaccio?
(questo è un discorso tipicamente italiota che non è mio è un riporto—non di capelli)’’

I nostri ragazzi costretti a farsi prendere per i fondelli dai Mercenari del lavoro nero,
nero è bello—
fa trend-
e poi bisogna essere mobili..
mobili quanto?
Quanto una ondata.
O una mareggiata?
BHO?
Sono sei anni che provo a farmi mettere in regola,da italiana -tra un po ho 50 anni se anche lo facessero dovrei lavore fino a 112 anni,preferisco di no,(anche perchè in matematica sono un niente sicuramente ho sbagliato i conti),
ormai mi sono fatta
un idea.dei benpensanti,borghesi.
che poi sono quelli che si scandalizzano dei trans e cose simili.
tanto votano Lui…
lo Spot.
meno male che babbo natale è tornato
a casa sua
dentro la bottiglia.

AmelieAnna
1/9/2010, 3:13:00 PM

mozart2006 wrote ...
Se metto a confronto l'intelligenza di Bossi & C. con quella di Obama, Mandela e Luther King; se metto a confronto il fisico di Borghezio, Calderoli & C. con quello di Bolt, Lewis, Cassius Clay mi chiedo: chi dovrebbe essere razzista?
1/9/2010, 2:34:00 PM

Anonymous wrote ...
A parte il fatto che Giuseppe non era là perché era emigrato, ma perché (Lc 2): "In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando era governatore della Siria Quirinio. Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella sua città. Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nàzaret e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta." (questo ci dice che a)Giuseppe era egli stesso di Betlemme, non un immigrato b)c'era andato non per bisogno ma per ordine di un'autorità)
L'editoriale di Sartori diceva una cosa precisa: vediamo in giro per il mondo e per la storia casi di integrazione dei musulmani? No. Quando i musulmani diventano maggioranza, cosa succede? Che i non-musulmani cominciano a diventare cittadini di serie B. Questo è successo sempre nella storia. Niente fa pensare che a noi accadrà diversamente. Sartori pensa a cosa potrebbe succedere tra cento-centocinquant'anni in Italia ed in Europa (e poco importa che non ci sarà più nessuno di noi, ma dopotutto anche la lotta al cambiamento climatico non la si fa forse "per il bene delle future generazioni"?): niente più e niente meno di quel che è accaduto in Nordafrica milletrecento anni fa. Erano le regioni di più antica evangelizzazione, sono diventate dar-al-islam in men che non si dica. In Europa finora ci siamo salvati grazie a gente come Carlo Martello, Isabella di Castiglia, Ferdinando di Aragona, i fratelli Altavilla e Jan Sobieski. Ma voi continuate pure a pensare al cambiamento climatico ed ai matrimoni gay.
1/9/2010, 2:25:00 PM

Anonymous wrote ...
Guarda, io a leggere Panebianco ci avevo anche provato, ma dopo il titolo già cresceva la gastrite, poi il secondo paragrafo mi ha stroncato inesorabilmente il fegato e non ho potuto proseguire. Ti ammiro per essere arrivato fino in fondo e per essere riuscito a rispondere così. Chapeau. klo :)
1/9/2010, 2:22:00 PM

mauro biani wrote ...
Me l'ero perso Panebianco. Probabilmente un tentativo -vano- del mio fegato di autopreservarsi almeno un po'. Comunque grazie.
M.
1/9/2010, 2:00:00 PM

andrea wrote ...
pienamente d'accordo, naturalmente. la caccia all'intellettuale liberal lanciata dal corriere è allucinante. Il problema è uno solo: il continuare a confondere la cultura con il folklore. è questa confusione che genera i "gusci vuoti" a cui ci attacchiamo.

è in atto una battaglia tra coloro che vogliono far passare il folklore, le esteriorità vuote e escludenti, come cultura, e coloro (intellettualacci liberal) che ancora ricordano che la nostra cultura sta, prima di tutto, nei principi della costituzione e delle carte sui diritti dell'uomo...
1/9/2010, 1:39:00 PM

Mammifero bipede wrote ...
Grande post!
Come hai ben scritto le tradizioni, nel momento in cui si cominciano a venerare e fin quasi ad idolatrare, diventano gusci vuoti, che si sbriciolano facilmente.
Gente come Panebianco inizia finalmente a realizzare la decennale deriva disumanizzante di questo paese, e prova a farvi fronte con strumenti inadeguati, memorie polverose, fondali di cartone.
La chiave di lettura di ogni commento razzista è "io non so cosa fare", ebbene io penso di saperlo: dobbiamo usare il cervello, spremerlo, pensare e ragionare, le soluzioni escono fuori. Ma, tanto per cominciare, "usare il cervello", ammesso che si sia ancora in grado di farlo in modi e forme adeguati (stante il rimbambimento mediatico cui tutti ci sottoponiamo quotidianamente semplicemente accendendo la tv), rimane faticoso, e spesso frustrante, soprattutto quando qualcuno ci fa notare che stiamo sparando ca**ate a 360°.
In seconda istanza le soluzioni che emergono da questi ragionamenti sono scomode, faticose, destabilizzanti. Immaginiamo di stare discendendo una china (di civiltà), ad un certo punto ci fermiamo (a pensare) ed appare ovvio che le alternative sono due: risalire (che fatica!) o continuare a scendere come fanno tutti gli altri. Generazioni pigre e viziate (tutte quelle dal baby-boom in poi) cosa sceglieranno?

Ognuno/a di noi cerca nel quotidiano di vivere una vita dignitosa, ma quando l'intero sistema poggia sulle spalle, e le sofferenze, di milioni di schiavi, chi può davvero "tirarsi fuori", chi può dirsi innocente?
Perfino star qui a ragionarci su fa male...
1/9/2010, 1:03:00 PM

Pietro wrote ...
Bravo e grazie, fa sempre bene vedere smascherati gli ipocriti farisei.
1/9/2010, 1:03:00 PM

mozart2006 wrote ...
Oggi gli ultimi della società rinunciano all'idea di poter essere difesi dalle autorità e dalle leggi, e iniziano (brutto, pessimo segnale!) a difendersi con le spranghe da coloro che prima li sfruttano, e poi ci giocano al tiro a segno.
Il clandestino fa comodo se salda tubi, raccoglie pomodori, pulisce moccio al naso e lava i piatti in casa. L'immigrato (pelle nera, e, così piace immaginarselo all'italiano fiero divoratore di TV, sguardo ottuso) è un utile servetto, ma non è "pari" a noi, gli si da del tu e non del lei, lo si tratta da eterno ritardato, cinque euro e via, e non lo si saluta per strada perché non si percepisce come "uno di noi" (uno con la nostra dignità). Lui è manodopera, macchina che spazza in terra e lavora nei campi. Non può pretendere di contare. Lui è lì per lavorare e guai se alza la testa. Però come fa comodo se il nonno 'padano' è incontinente o se c'è la fabbrichetta da mandare avanti... perché i ragazzotti italiani imbevuti di Maria de Filippi e discomusic col cavolo che vanno ad accudire l'anziano sbavante e col catetere...
"Itagliani bbravaggente" ai quali i migranti vanno bene solo quando puliscono porcilaie altrui per un tozzo incerto di pane, ma poi, zitti e buoni, dovrebbero rintanarsi nelle loro topaie e non rovinare il panorama o sedersi sulle panchine di Gentilini.
1/9/2010, 12:56:00 PM

rectoscopy wrote ...
clap clap
1/9/2010, 12:47:00 PM

Luca Massaro wrote ...
Penso che se il Corsera ospitasse editoriali come il tuo, non avrebbe avuto bisogno di aumentare il prezzo di vendita e che il direttor De Bortoli avrebbe ricevuto telefonate di complimenti e non di insulti.
1/9/2010, 12:11:00 PM

Anonymous wrote ...
"noi siamo un popolo senza tradizioni o, se le abbiamo, esse contano così poco ai nostri occhi che non abbiamo difficoltà a metterle da parte per rispetto delle vostre tradizioni"????
ma in che italia vive questo qui?!
se c'è un popolo fiero delle sue migliori tradizioni e saldo nel custodirle gelosamente, immodificate in secoli di storia dall'impero romano ad oggi.....beh, questo è proprio il popolo italiano!
in quale altra parte del mondo si continua imperterriti da secoli a praticare tradizioni forti e radicate quali: l'associazione mafiosa, il caporalato, lo sfruttamento del lavoro nero, la raccomandazione, la speculazione finanziaria rapace (parmalat/cirio style), la corruzione pubblica, la nomina senatoriale per cavalli o sottopanza vari..... e sono solo alcuni tra i tanti esempi possibili.
ma davvero qualcuno teme che pochi milioni di musulmani sarebbero in grado di piegare la ferrea resistenza dell'inclito italiano e costringerlo a rinunciare alle tradizioni alle quali è così profondamente legato?
ma valà, ma valà! mi vien da dire.
1/9/2010, 11:39:00 AM

essere disgustoso* wrote ...
sottoscrivo ogni parola.
francamente non so cosa sia successo a sartori. una volta non era così.
1/9/2010, 11:19:00 AM

Anonymous wrote ...
un bellissimo post.
grazie mille. fornisci sempre ottimi argomenti per rispondere alle schifezze che si sentono in giro.

grazie ancora.
1/9/2010, 11:18:00 AM

Atos wrote ...
Leo. grazie.
leggerti aiuta a capire meglio i devastanti effetti dell'ignoranza.
Quella che nasce dal pensare di non esserlo.

Il guaio è che questa ignoranza si sta rivelando da categorie sociali dove meno te l'aspetti : da quelle dove non dovrebbe esserci, per evidenti vantaggi di accesso alla "cultura" e al "sapere".

Purtroppo se ignori tutti gli aspetti di un problema (per pigrizia mentale o per convenienza sociale ), nell'analisi prevale il pregiudizio (facile da usare per la nostra mente più di un copia-incolla da wikipedia) che a sua volta alimenta opinioni grossolane.

E quando alla fine, le opinioni grossolane, sommate diventano "opinione pubblica", vista la qualità delle sorgenti, ti puoi aspettare solo che nascano proposte di soluzioni all'iniziale problema, più draconiane che equilibrate, perchè più facili da capire per chi è ignorante senza saperlo.

E il cerchio si chiude .
1/9/2010, 10:55:00 AM

Gionata wrote ...
In "preparare il terreno per futuri, probabilmente feroci, scontri di civiltà" di Panebianco non so se è più fastidiosa l'espressione "scontri di civiltà" o "preparare il terreno". Forse tutte e due.
1/9/2010, 10:52:00 AM

Anonymous wrote ...
>E lasciamo da parte ciò che possiamo solo immaginare: cosa essi raccontino, sulle suddette tradizioni, nelle aule, ai piccoli italiani e stranieri.
Già, chissà cosa raccontano. No, sul serio, cosa raccontano? Che la polenta è un cibo demoniaco?

no, però testimoniano di un popolo allo sbando, che non ha ormai più una identità e punti fermi sui quali poggiare dai quali partire.
Seriamente: è giusto tutto quello che scrivi, sui preti in particolare, ma mi sembra evidente che da un punto di vista sociale e politico il problema della immigrazione stia sempre più avviandosi ad una catastrofe epocale, e sono necessari correttivi anche drastici.

Voglio dire: se solo venti anni orsono ci vantavamo di essere un paese accogliente, indifferente al colore della pelle, amico di tutti e adesso ci prendiamo a sprangate e diamo fuoco agli immigrati, qualcosa sarà successo?
E' solo colpa di un qualche mefitico influsso destrorso e xenofobo che aleggia sull'europa, oppure la gente che abita negli appartamenti fianco a fianco con le famiglie straniere, i capifamiglia che perdono il lavoro a causa del vicino lavoratore in nero, le persone che vedono interi quartieri delle loro città ormai impraticabili la sera... eccetera, o questa gente, dicevo, non ne può più.

Mi pare evidente che questa gente si incazza e diventa "razzista" (con tante virgolette) quando sente dire che si deve togliere il crocefisso dalla scuola dove il figlio è in classe con quindici stranieri, o il presepe dall'asilo in cui non è riuscito a far entrare il figlio perché in graduatoria c'era prima il bambino immigrato.

Per il resto: possiamo fare tutti i distinguo che vogliamo e tutta l'ironia del mondo sul ghostwriter di Sartori, ma la realtà dei fatti è che la grande maggioranza dei musulmani che sono emigrati nei paesi occidentali non ha saputo e voluto integrarsi nella cultura del paese che li ha ricevuti: tutti i tentativi in questo senso sono stati un fallimento, compresi quelli della "civilissima" (si dice sempre così, in questi casi, vero?) Svezia.

Naturalmente la soluzione non sono le sprangate, e altrettanto ovviamente io non ho idea di cosa si debba e possa fare, ma tapparsi gli occhi di fronte a quello che accade e pensare che si possa andare avanti tranquillamente a subire gli eventi è una follia che condurrà inevitabilmente a problemi giganteschi, comprese le deprimenti soluzioni improvvisate come le rivolte di strada e i linciaggi cui assistiamo oggi.
1/9/2010, 8:49:00 AM

Roberto wrote ...
Dovresti scrivere tu sul Corriere, e non quell'altro. Non servirebbe a nulla, ma io mi incazzerei di meno.
1/9/2010, 8:45:00 AM

Zagabart wrote ...
In effetti a Natale ci pensavo, tutti li alla messa di mezzanotte a celebrare una famiglia di extracomunitari che nessuno voleva ospitare......

Leo, non ti dirò che sei come al solito lucidissimo, perfetto ed implacabile, perchè tanto lo sai da solo.
1/9/2010, 8:38:00 AM

Anonymous wrote ...
Bello, bello, bello. L'immagine del bombardamento di copie di Micromega è strepitosa. Il finale, col presepe "lezione di ospitalità" riesce ad essere profondo con tocco lievissimo. Vai avanti così, sempre lucide e coraggiose le idee e limpida e curata la forma.

Enrico
1/9/2010, 7:12:00 AM

Anonymous wrote ...
Secondo me hai tenuto botta benissimo a questa cosa dell'Unità.it, sei addirittura migliorato. C'hai il pensiero tridimensionale (è il tuo superpotere)
1/9/2010, 4:16:00 AM

eva wrote ...
Mi sento sempre più depressa a leggere articoli come quello di Panebianco e i commenti di chi gli va dietro. E continuo a non capire questo bisogno di attaccarsi alle tradizioni, a questi gusci vuoti, quasi fossero relitti di un naufragio. Se si parte dalla ragionevole idea che uno ha paura di perdere ciò che sente precario, allora questa gente ha talmente tanto vuoto attorno e sotto di sé da attaccarsi a degli sterili brandelli di radici. E allontanare tutto ciò che sta attorno anziché coltivare e conoscere se stessi.

Scusa, ormai riesco solo ad essere inflessibile nei giudizi.
1/9/2010, 3:52:00 AM

eva wrote ...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
1/9/2010, 3:48:00 AM

isaroseisarose wrote ...
Ero così incazzata che non riuscivo a dormire. Stasera mi ero letta tutto: Sartori-sui-musulmani-1, Boeri, Sartori-sui-musulmani-2, poi video di Rosarno, e infine ho concluso con Panebianco. Bella merda, dirai. Infatti. La cosa più inquietante è che sono in primis i piani alti a nuotare in questa merda culturale: se due degli opinionisti del più importante quotidiano del nostro Paese dicono sciocchezze e oscenità di questo calibro, cosa ci sarà da lì in giù? Merda più profonda, a pressione più alta.
Con questo bel post mi hai molto rinfrancata: vecchi tromboni, vuoi che sia anche una questione generazionale?
1/9/2010, 3:48:00 AM

Mite agnello redentor

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Che toglie i peccati del mondo

Al mondo siamo sei, massimo sette miliardi, ciascuno con i suoi problemi: ciò che tutti ci consola è la possibilità di prendercela con chi è messo peggio di noi.
Di solito si tratta di islamici.
Gli islamici sono appena un miliardo, e se date un'occhiata al planisfero vi rendete conto che stanno proprio in mezzo, di modo che di solito le prendono un po' da tutti; e probabilmente se le meritano. Un po' per quel colore della pelle che non è bianco né nero, è... ambiguo; e poi quel profeta ultimo arrivato che nessuno ha visto in faccia, quelle usanze demodé, insomma con gli islamici vai sul sicuro: tu intanto dàgli addosso, ché un motivo si trova sempre.

E tuttavia, è inevitabile che a furia di prenderle diventino un po' nervosi. Fortunatamente in mezzo a tutto quel miliardo di islamici (che visto da vicino fa un po' spavento, dico, un miliardo! Tutto insieme!) c'è una nazione minuscola di cinque milioni di ebrei; si chiama Israele, e quando gli islamici vogliono sfogarsi possono sempre cominciare una guerra santa. Le fanno spesso nei giorni di festa, vecchio scherzo che funziona sempre.

Col tempo tuttavia anche i cinque milioni di israeliani hanno cominciato a seccarsi. E certo, in mezzo a un miliardo di islamici possono sembrarti pochi, ma visti un po' da vicino, son pur sempre cinque milioni... però non sono sparsi in modo omogeneo; infatti all'interno del loro Stato c'è un territorio che non è proprio uno Stato, dove vive un altro popolo: si chiamano palestinesi, e quando Israele è nervoso corre a mazzolarli, è una gran valvola di sfogo.

I palestinesi però sono un popolo fiero, e quando hanno iniziato a prenderne troppe dall'esterno, si sono guardati dentro, chiedendosi: c'è qualcuno più piccolo di noi che possiamo a nostra volta mazzolare, al fine di sbollire la nostra troppo giusta ira? In effetti qualcuno c'è: nel bel mezzo dei territori dove vivono milioni di palestinesi (e visti da vicino sono tanti!) c'è... ma sì, c'è ancora qualche piccolo villaggio superaccessoriato dove alloggiano coloni ebrei, alcune centinaia. E quindi questi palestinesi cominciano a tirare razzi ai coloni ebrei.

I quali non è che sopportino sempre pazientemente. Per esempio c'è questo insediamento di coloni a pochi km. da Betlemme, dove vive Jesse, che di mestiere fa il pastore. Allora, quando un razzo palestinese atterra nella fattoria di Jesse, a pochi metri dal lettino della figlia, cosa fa Jesse? Entra nel recinto delle sue pecore e si mette a prenderle a calci: poi sta meglio. In pratica è come se tutta la rabbia e la frustrazione dell'umanità andassero a finire nel recinto delle pecore di Jesse.

Ma l'umanità non è la fine di tutto: infatti anche le pecore di Jesse non è che accettino pazientemente la loro missione purificatrice. Appena Jesse se n'è andato, cominciano le discussioni: pee-e-rché le pre-e-endiamo se-e-empre? Cosa abbiamo fatto di male? C'è chi dice che è colpa dei loro pe-e-eccati.
Altre rispondono, ma quali pe-e-eccati? Non facciamo niente di male, siamo tutte fedeli al nostro montone (anche pe-e-rché è l'unico del villaggio), al sabato ci asteniamo dall'erba grassa, e quindi?
Forse si tratta di un pe-e-eccato originale, siccome la prima pecora nel Paradiso Terrestre brucò dall'aiuola del Be-e-ene e del Male, benché il Signore gliel'avesse espressamente....
“Son tutte balle”, dice a un certo punto una del mucchio. “Non esiste nessun peccato originale: sapete cosa esiste invece? La pecora nera, che ci rovina la reputazione a tutte quante”.

Le pecore si voltano verso Azazel, l'agnello dal manto un po' più scuro delle altre, che in effetti qualche zoccolata se la merita, anche solo per quest'ambiguità cromatica... e poi sta sempre zitto, non si sa mai a cosa pensa... insomma, la circondano, loro sono tante, lui è solo, e dopo un po' il suo manto grigio comincia a screziarsi di rosso sangue, l'agnello nero crolla in un angolo, e il morale del gregge è di nuovo alto.

Azazel guarirà - non è mica la prima volta che le prende, né sarà l'ultima. Si tratta ora di capire a chi tocca dopo di lei: a chi passerà inconsapevolmente il fardello di tutto il male, tutto il dolore, tutta la frustrazione dell'umanità. Potrebbe pestare un agnellino, o pianificare lo sterminio di una specie d'insetti, qualsiasi cosa. In fondo non è che un anello di una catena infinita che va dalle nebulose agli organismi unicellulari: ovunque ti guardi è pieno di entità più grandi che ti circondano e te la fanno pagare per qualcosa che viene da fuori, e adesso tocca ad Azazel.

Azazel invece non fa niente, non gli interessa. Non è che non gli dispiaccia essere odiata dai suoi simili, però non abbastanza da rifarsi contro qualcuno più piccolo di lei. Può darsi che sia una regola universale, però Azazel non la rispetta, si chiama fuori. Così il fardello di tutto l'odio, tutta la sofferenza dell'umanità, finisce lì: in un recinto a poche miglia di Betlemme.

Quando Gesù Cristo tornerà, a giudicare i vivi e i morti, non credo che la tirerà per le lunghe. Ci guarderà tutti quanti, scrollerà la testa e dirà: scusate il disturbo, dov'è l'agnello Azazel? Ero venuto per lui. Se lo caricherà sulle spalle e se ne tornerà al Padre suo, lasciandoci qui, alle nostre contese sempre molto interessanti. Perché in fondo non ci meritiamo un inferno peggiore di questo.

(Era uno dei Post sotto l'albero 2009. Lì ce ne sono senz'altro di più allegri. Buon Natale a tutti!)
Comments (24)

Anonymous wrote ...
La pecora nera !! Gia'.... la pecora nera, quella che e' bandita dalla societa'.Comunque e'la morale che conta..... che calzino o no gli esempi.


Unaqualunque
4/15/2010, 4:09:00 AM

Anonymous wrote ...
Mi sono commossa anch'io. Post molto bello. Però attenzione alle metafore. A volte rischiano di distorcere la realtà. I palestinesi non se la prendono con i coloni perché sono più piccoli di loro. Se la prendono perché non vengono rispettati gli accordi che prevedevano la cessazione degli insediamenti ebraci nei territori. I coloni non sono affatto più piccoli di loro. Sono parte di Israele. E sono tutt'altro che indifesi. Non parlo solo per sentito dire o perché ho letto dei libri o degli articoli. Ho colto il senso del tuo post. Ma gli esempi non sono tutti calzanti.
Barbara
1/3/2010, 2:47:00 PM

Leonardo T wrote ...
Eh?
1/2/2010, 7:09:00 PM

Anonymous wrote ...
voglio la precentuale: scommetto che hai visto 'powers of ten' sulla mia bacheca. peraltro, devo una percentuale a chi mi aveva girato il link.

come facciamo?
besos
castadiva
12/31/2009, 7:57:00 PM

vaccaduncane wrote ...
sono d'accordo con gran parte del post. solo un appunto: quando dici "in fondo non ci meritiamo un inferno peggiore di questo"... occhio, si può sempre cadere più in basso.

buone feste a tutti.
12/26/2009, 10:24:00 AM

Anonymous wrote ...
Faccio un po' il precisino rompiballe:
- i musulmani al mondo sono un miliardo e mezzo
- nella cartina che dovrebbe mostrare un miliardo di islamici mancano, a occhio, Indonesia, India (terzo Paese per numero di musulmani), Bangladesh, Nigeria, ovvero quasi 600 milioni di persone, e i numerosissimi di altri paesi a maggioranza islamica (Malesia, ecc.) e non (Cina, che ha più musulmani della Siria, l'Europa che ne ha nel complesso 38 milioni, ecc.)
- I musulmani della zona considerata, diciamo arabi+ persiani e affini+pakistani, in totale sono sul mezzo miliardo abbondante. Insomma, una minoranza degli islamici mondiali.
12/24/2009, 2:27:00 PM

giovanna wrote ...
Leonardo, sei....
complimenti. Commossi!
(si può dire complimenti commossi? - Però, insomma...si capisce:)
Buon Natale!
g
12/24/2009, 2:05:00 PM

essere disgustoso* wrote ...
http://files.splinder.com/e62737428e0120b049ca91b0d9e975bd_medium.jpg

buona natalì, leo!
12/24/2009, 1:01:00 PM

lunico wrote ...
Sempice, ironico, profondo. Complimenti.
Apprezzo questa onesta nei confronti della 'pecora nera' (che ha poco a che spartire coi 'paperi').
Ciao
12/24/2009, 12:59:00 PM

Anonymous wrote ...
René Girard
12/24/2009, 12:09:00 AM

Anonymous wrote ...
Pure io mi sono commossa... Buon Natale a tutti
12/23/2009, 9:17:00 PM

Qualunque Altro wrote ...
molto molto molto semplificativo
ma egualmente molto molto molto vero
12/23/2009, 8:28:00 PM

atlantropa wrote ...
Massì, perchè studiare la storia?, pagine e pagine di date e nomi, buone solo a gratificare l'ego di qualche esaltato.
Armi?, acciaio?, malattie?, economia?, cultura?, non può essere così complicato.
Pensaci bene: gli ominidi le prendevano? la clava (del resto è documentato anche nella prima parte di 2001); il terzo stato le prendeva? la rivoluzione; i tedeschi le prendevano? Hitler... cazzo, spiega tutto! devo solo farmi venire un'idea buona per l'estinzione dei dinosauri...
E fu sera, e fu mattino.

Buon sole invitto.
12/23/2009, 5:57:00 PM

Tiba wrote ...
Un po' troppo cupo, forse. Un po' troppo Woody Allen, un Woody Allen esasperato, e mi sembra che non fosse mai così cupo.

Bella, però, l'idea della morale del gregge. Ahaha...

Buon natale
12/23/2009, 2:47:00 PM

falecius wrote ...
Comunque la cartina è sbagliata, l'Armenia non è musulmana. :P
12/23/2009, 2:05:00 PM

Cassa wrote ...
Per quello che vale il mio parere, secondo me è il più bello di tutti
12/23/2009, 1:31:00 PM

Phil wrote ...
Morale del gregge: roba da genealogia della morale.
12/23/2009, 11:58:00 AM

Anonymous wrote ...
Ciao Leonardo, complimenti.
Auguri, Gab
12/23/2009, 11:40:00 AM

mozart2006 wrote ...
Caro Babbo Natale,

quest'anno ti sei portato via il mio cantante preferito: Michael
Jackson,

il mio attore preferito: Patrick Swayze,

la mia attrice preferita: Farrah Fawcett,

il mio presentatore preferito: Mike Bongiorno,

la mia poetessa preferita: Alda Merini...

Volevo dirti che il mio politico preferito è:

Silvio Berlusconi

e che l'anno non è ancora finito...

Auguri!
12/23/2009, 10:43:00 AM

Anonymous wrote ...
Uff, mi sono commossa!! Non è mica normale, no?
Bravo e grazie.
E auguri soprattutto!
Barbottina
12/23/2009, 10:03:00 AM

wrote ...
Complimenti. Una visione perfetta di un mondo che c'è e si percepisce ogni giorno di più. Sotto Natale, si sa mai che ci faccia riflettere un pò, anche se ho poche speranze! Auguri!
12/23/2009, 9:29:00 AM

Anonymous wrote ...
TROPPO woody allen prima maniera...è quasi un plagio...
12/23/2009, 9:25:00 AM

CoB wrote ...
L'avevo letto passando per il ManteBlog, è bellissimo, ciao
12/23/2009, 9:08:00 AM

Anonymous wrote ...
bella, buon Natale a te e a chi ti legge

francesco
12/23/2009, 8:45:00 AM

Croce e delizia

Permalink
Il Calvario quotidiano

Io un crocefisso l'ho già tolto.
Due settimane fa, nell'intervallo. Stavo dando un'occhiata ai traffici loschi in zona distributore di merendine, quando vengono in due a dirmi che in Seconda è caduto Gesù. Mi reco immediatamente sul luogo del misfatto e interrogo i testimoni oculari. Chi è stato? Silenzio. Proiettili, elastici, palline di carta? Negano tutti, del resto non mi pare l'abbiano mai considerato un bersaglio; hanno una certa soggezione. Forse una vibrazione del pavimento, qualcuno che saltella o che va a sbattere contro la parete, una porta chiusa di scatto: sia come sia, sembra caduto da solo. Ne traggo auspici non buoni.
Ma in quanto insegnante ostento razionalità e pragmatismo. Do un'occhiata al Cristo in questione: è caduto per l'ultima volta. Frattura completa del polso sinistro, il destro era già partito mesi fa. O anni fa. Anche il chiodino sotto i piedi è sparito da molto. A questo punto mi spiace, ma finché qualcuno (chi?) non stanzia nuovi fondi, il crocefisso se ne resta nel cassetto in fondo.

Oggi l'ho rivisto in corridoio, però a grandezza naturale. Sanguinava copioso. Subito ho pensato a una rissa in IIC, poi mi sono accorto della corona di spine e della croce che portava in spalla, quindi, insomma, era Lui.
“Domine, quo vadis?”
“E non parlare latino, che tu sappia io ho mai saputo il latino?”
“No, che io sappia no”.
“Mi dà anche un po' ai nervi”.
“In effetti è comprensibile. Ma insomma, Signore, dove vai?”
“Dove vado, dove vuoi che vada. A farmi crocifiggere un'altra volta, vado”.
“Ma no, dai, Maestro...”
“...visto che la prima non è bastata”.
“Non te la prendere, ti prego. A scuola succede, le cose cadono, si rompono... ho dovuto metterti nel cassetto, ma ti giuro che...”
“Ma non ce l'ho con te, cosa c'entri te. Sei anche tu un povero cristo”.
“Grazie, Maestro”.
“Ce l'ho con i farisei, per prima cosa”.
“Aaah, i farisei”.
“Hai capito, no?”
“Beh, magari un aiutino...”
“Quelli che mi hanno preso per un simbolo della cultura, della tradizione. Una bandierina, praticamente. Aho', ma stiamo a scherzare?”
“Però anche la tradizione ha la sua importanza...”
“Cioè secondo voi io mi sono fatto inchiodare mani e piedi per rappresentare una tradizione? Cioè, siamo a questo? Babbo Natale, la Befana e Cristo in Croce? Magari vi aspettate che vi porti anche i regali?”
“Ma no, non dico questo, però...”
“Però niente. Li vedi questi chiodi qua? Li vedi?”
“Ehm, sì”.
“Sono autentici, va bene? Non sono un simbolo, sono una rappresentazione realistica. Duemila anni fa i ribelli li uccidevano così. Li esponevano su un trespolo finché non morivano soffocati. Perché fossero da esempio. Tutto molto razionale, ma anche molto teatrale, ma anche violentissimo, Dio Me! Io rappresento questo, va bene? Rappresento un supplizio capitale! Rappresento la crudeltà dell'uomo e la ribellione dell'uomo! Rappresento la Morte! Rappresento il...”
“Ehm, Maestro... forse sarebbe meglio abbassare un po' la voce”.
Il Martirio!
Ssssssssssssh!
“Cos'è, hai paura?”
“Maestro, in effetti sì. Siamo nel 2009, è pieno di bambini musulmani qui, e quella parola...”
“Quella parola è italiana, ha radici nel latino che ti piace tanto, è il fondamento della tua cosiddetta tradizione, sepolcro imbiancato che non sei altro”.
“Sì, sì, Maestro, è vero... d'altronde...”
“D'altronde?”
“Non puoi negare che suoni po', come dire... scandalosa”.
“E che m'interessa a me? Guarda che io non sono mica un santone indiano peace and love! Io non sono venuto a portare la pace, ma la spada”.
“Matteo Dieci Trentaquattro”.
“Appunto. Io sono lo Scandalo! Sono pornografia, non so se è chiaro! Un uomo trafitto da chiodi che grida dai vostri muri, che chiama al combattimento per la salvezza! Io sono questo, mica l'albero di Natale”.
“Ecco, Maestro, in effetti, se mi ci fai pensare, sì. Tu sei molto scandaloso. Molto più di quanto io quotidianamente possa sopportare”.
“Tuo problema, non mio”.
“Però succede un po' come con tutti gli spettacoli disgustosi... all'inizio non riesci a guardarli, ma se ti abitui a darci un'occhiata tutti i giorni, dopo un po' non ci fai più caso... diventi parte di uno sfondo familiare”.
“Ah, dici che è così? Va bene, allora toglietemi immediatamente”.
“Ma poi i Vescovi...”
“Tiratemi fuori solo ogni tanto, quando i fedeli meno se lo aspettano. Io non voglio passare sullo sfondo, io voglio spaventarvi”.
“Se la metti così...”
“E aggiungo una cosa. È proprio sulla mia consistenza di carne e sangue e ossa e chiodi che è fondato il realismo europeo, è chiaro? Se avete avuto Giotto Caravaggio e Mapplethorpe lo dovete solo a me! Esclusivamente a me!”
“Adesso, Mapplethorpe...”
“Adesso niente. Rileggiti Auerbach. Che se era per gli ebrei o per Maometto, con le loro menate filosofiche sulla non rappresentabilità del divino, a quest'ora eravate ancora lì a eccitarvi sui triangoli e gli ottagoni. Dario Argento deve tutto a me. Che dico. Tinto Brass...”
“Piano, Gesù, piano!”
“E adesso salta fuori che sono solo una tradizione. Il mandolino è una tradizione. La pizza è una tradizione. Appendete i mandolini e non rompete, io sono Gesù Cristo morto in croce, non ci credi?, vuoi toccare?”
“No, no, no, mi fido”.
“No, ma guarda, tocca”.
“Maestro, sul serio, io...”
“No, tu adesso tocchi. Il cristianesimo si tocca, va bene? Non è una menata filosofica: è carne e sangue, pane e vino. E i farisei lo sai che fine fanno. Finiscono in vomito”.
“Apocalisse Tre Quindici”.
“Precisamente. E poi ce l'ho anche coi Sadducei”.
“I sadducei”.
“Hai capito, no?”
“Ehm”.
“Ma perché perdo tempo con te. Matteo Ventidue Ventitré”.
“Quelli che non credono nella resurrezione”.
“Ecco. Non ci vogliono credere? Va bene. Che problema c'è? Nessun problema. Voi non ci credete, io non vi risorgo. Non esisto nemmeno, per voi. Facciamo che sono un pezzo di legno”.
“Quindi?”
“Quindi cos'è questa storia che mi denunciate a Strasburgo? Cosa posso aver fatto, se sono un pezzo di legno?”
“Dunque, se ho ben capito la sentenza, la tua presenza sul muro, in quanto pezzo di legno... impedirebbe ai loro figli di crescere secondo i principi dei genitori”.
“Vabbè, siamo alle comiche. Ma che principi hanno questi genitori, si può sapere?”
“Beh, presumo che si tratti dell'illuminismo, del razionalismo...”
“Non conosco, ma dev'essere un pensiero molto debole, se si cancella appena fissi un pezzo di legno. Cos'è, sono un totem, adesso? Se mi fissi ti faccio dimenticare la lezione? Mi volto un attimo e mi tornate all'età della pietra?”
“Maestro, ci vuole tolleranza...”
“Ma tolleranza di che. È come quelli che si sbattezzano. In teoria non credono nel battesimo. In pratica però hanno paura di restare segnati per sempre da uno schizzo d'acqua. Va bene, allora a questo punto chiamiamo Wanna Marchi che vi fa le carte e vi vende i numeri del lotto, a proposito, di che segno sei?”
“Maestro, ci vuole rispetto...”.
“Che poi, spiegami. Il genitore ha il diritto che il figlio sia educato secondo i suoi principi? Non suona un po' totalitario? E quindi ti cresci un piccolo a tua immagine e somiglianza, che creda solamente nelle cose in cui credi in te, e poi la prima volta che lo lasci libero nel mondo, lui vede due legnetti appesi al muro che non corrispondono al suo sistema di credenze e va in confusione? Corte dei diritti dell'uomo, intervieni immediatamente! Il pezzetto di legno sta fissando il mio bambino! Ma come li tirate su questi ragazzi?”
“Facciamo quel che possiamo”.
“Il mondo è pieno di cose. Per dire, ci sono i semafori e non sempre segnano verde. I bambini lo devono sapere. Ci sono persone nel parco che offrono caramelle e non sono tutti buoni. Poi ci sono i pezzetti di legno e non tutti corrispondono alle cose a cui crede mamma o papà. Vogliamo abolirli a scuola? E quando li incontreranno nella vita, come si comporteranno?”
“Quindi Maestro, in conclusione, dobbiamo riappenderti o no?”
“Ma fate quel che vi pare, tanto comunque sia non avete capito. Mi sembra tutto così poco serio. Il fariseo che mi pianta come una bandierina, il sadduceo che vede la bandierina e si sente leso nei suoi diritti umani, è l'umanità? Sembra un pollaio. Non ci sono cose più serie? A scuola, poi. Che io nelle scuole ci vado, lo so quali sono i veri problemi”.
“Eh, immagino”.
“No, non puoi neanche immaginare, fidati. Sai quante non sono a norma? Sai quante non rispettano la 626? Sai quanto costerebbe metterle tutte in sicurezza?”
“Ecco, Maestro, questi sono effettivamente problemi seri...”
“Sai che mancano i sostegni? I corsi di recupero? Sai che la scuola assomiglia sempre meno un luogo educativo e sempre più a una casa di detenzione? Parliamo di questo!”
“No, Maestro, appunto. Proprio perché sono problemi seri, è meglio non parlarne”.
“E perché?”
“Perché, perché... perché a parlarne non si risolvono, e allora ci si deprime soltanto. Siamo in crisi, tutti vorrebbero scuole più belle, ma votano il primo che gli promette una tassa in meno, quindi...”
“Vi consolate chiacchierando di bandierine”.
“Sì. I problemi veri sono deprimenti. I problemi identitari invece, come dire, sono sexy. Tutti possono dire la loro senza impegno... ieri le bandierine, domani i dialetti...”
“Oggi i Cristi in croce...”
“Maestro, sì. Ma non devi prendertela”.
“No, no, non me la prendo. Adesso però vado. Mi aspettano in sala mensa”.
Comments (114)

xyz wrote ...
il vero post è nelle obiezioni di chi non è d'accordo.
e comunque per forza di cose non ti si capisce: "..quando li incontreranno nella vita cosa faranno?.." - cosa? ma chi?
poi 626, illuminismo e costi? io partirei dall'obbligo.. difendere i genitori davanti ai figli fa lo stesso che fanno i fisici classicisti di fronte all'indeterminismo della quantistica; inutile sprecarsi per dimostrare che brass sia più eccitante da un punto di vista estetico rispetto alla geometria con l'intento finale di definire le coordinate del linguaggio stesso. é come dire che i musulmani hanno meno orgasmi durante i rapporti sessuali, o che un corpo di cristo messo di fronte alla vista, nel momento del suo trapasso alla morte, esplichi qualcosa che il cristianesimo in sé dimostra - in quanto testimonianza del fatto che gesù fosse stato concepito dagli alieni, da uno con la barba che vola o dall'antropocentrismo insito nel dato scambio di battute.
12/28/2009, 5:30:00 PM

xyz wrote ...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
12/28/2009, 5:28:00 PM

Dante, L'alighiertoy: un piccolo barbone cinofilo per caso wrote ...
complimenti epr il pezzo

io sono cattolica credo in Dio in goni luogo, mi discosto quando qualcosa non va ma Gesù deve stare dovè!
questo psot l'ho conosciuto e letto da un'altra parte mi piace troppo anche se non ho ben capito tu
da che parte stai,, ma poi importa sapere da che parte stai? hai scritto uan cosa meravigliosa e hai reso Cristo un uomo vero..grazie per questo
12/5/2009, 9:25:00 PM

Andrea Po wrote ...
PER ANONIMOInfatti , il problema non è il pezzo di legno:
Ma il principio di uguaglianza, di tutte le religioni, di fronte allo Stato Italiano, e di non discriminazione della sensibilità religiosa altrui, e del diritto, di ogni famiglia, di dare la formazione religiosa che meglio ritiene opportuna per i suoi figli. Poi, i problemi saranno "anche" altri, ma sicuramente anche questi. Se non è un problema un simbolo, allora perchè non ci mettete un budda, al posto del Cristo, nelle aule scolastiche????
11/19/2009, 1:49:00 PM

Marco Del Pin wrote ...
Dopo quel che ha detto il Dalai Lama ti toccherà scrivere qualcosa anche su di lui...
11/18/2009, 9:16:00 PM

Anonymous wrote ...
Mi colpisce una cosa della conversazione tra gesù e il maestro: ad un certo punto della conversazione non si capisce più se gesù sta o meno dalla parte del professore,concludendo, e sottolineando, solo alla fine, che i veri problemi sono altri e non un pezzo di legno, come si defisce lui, appeso a un muro!

Complimenti per l'idea.

Marco Bernardi
11/17/2009, 9:24:00 PM

Andrea Po wrote ...
Per Falecius:

Mai detto che in India non ci siano state guerre, anche di religione. Ho detto una cosa diversa: che nessuno ha il diritto di trattare con sprezzo o sarcasmo un' altra religione (come faceva l' autore del blog, parlando del "santone indiano"), a maggior ragione se viene da una cultura, e da una religione, quella cristiana, ed europea, che in nome di Dio, ha annientato intere popolazioni (vedi sudamerica), e che sulla prepotenza e sulla sopraffazione (a cominciare dall' impero Romano, per finire con la colonizzazione) ha fondato la sua storia e il suo benessere; avendo, nonostante questo, anche il coraggio di autoproclamarsi, paradossalmente, un modello di civiltà per tutti.
Non mi interessa difendere l' India ne' i santoni indiani: non sono ne' Indiano, ne' Induista, ne' Buddhista, ne' sudamericano, ne', personalmente, mi riconosco in alcuna religione. Sono Italiano, Europeo, e da Europeo mi urta profondamente la mancanza di obiettività dell' Europa, degli Europei, e degli Italiani, nel giudicare la propria storia....sempre così boriosi, prepotenti, astiosi, infelici, e poveri di spirito, nonostante tutte le difese ipocrite dei valori cristiani. Le religioni vanno rispettate tutte, allo stesso modo. Questo, volevo dire.

Andrea Po.
11/10/2009, 7:47:00 PM

Anonymous wrote ...
riguardo allo sbattezzo: si tratta anche di eliminarsi dagli archivi dei battezzati, quelli sui quali si fa la conta per dire "I cattolici nel 2009 sono x-milamilioni". contiamo quanta gente è stata battezzata per tradizione e oggi non crede, e rifacciamo i conti, vediamo quanti sono realmente i (sedicenti) cattolici..
e comunque il crocifisso non è solo un simbolo della tradizione e/o un simbolo forte e scandaloso etc etc come hai voluto descrivere, ma è anche il simbolo di un potere finanziario ed economico (la Chiesa) di grande rilevanza in Italia e non solo, oltre che stato sovrano. è come se avessimo sui nostri muri dei simboli della Disney (che negli ultimi 50 anni ha avuto nella formazione culturale dei popoli occidentali un peso decisamente maggiore della Chiesa). saluti, un ateo offeso dalla presenza del Crocifisso sui muri della scuola e nelle aule di tribunale.
11/10/2009, 3:55:00 PM

Anonymous wrote ...
L'autore di questo testo è un vero talento! Grazie Gesù per questa penna spietata!!!
ho socializzato l'articolo in rete e al lavoro ...lavoro in una scuola eheheh naturalmente citando la fonte! pace Cristina
11/9/2009, 8:43:00 PM

Anonymous wrote ...
"e infatti i bambini accorrono in chiesa a frotte e festeggiano i compleanni in sacrestia"

No. Ma molti adulti, purché sia sulla pelle degli altri e non sulla propria, sono assai ben disposti a seguire le indicazioni di voto della Chiesa.

... e sottolineo "sulla pelle degli altri" ...

Vogliamo veramente sostenere che, in questo, non c'entri nulla la gran massa di propaganda che si sono sorbiti da bambini ?
11/8/2009, 10:37:00 PM

Anonymous wrote ...
e infatti i bambini accorrono in chiesa a frotte e festeggiano i compleanni in sacrestia
11/8/2009, 7:43:00 PM

Anonymous wrote ...
Il pezzo di legno con il cristo appeso e' un marchio registrato, ricordatevelo.

Mi fanno sorridere tutti coloro che sono cosi' ingenui da non rendersi conto del potere condizionante di un marchio di fabbrica.

Provate a chiedervi quanto sarebbe disposta a spendere CocaCola o MacDonalds per avere il privilegio di poter esporre in ogni aula scolastica ed in ogni altra struttura pubblica il proprio marchio distintivo.

Miliardi di euro.

La gerarchia ecclesiastica sta avendo questo privilegio senza spendere un solo euro.
E sa bene che quel marchio appeso permanentemente in un luogo frequentato da bambini vale oro colato.

Marketing folks, marketing is power.
Tamerlano
11/8/2009, 4:56:00 PM

evergreen wrote ...
Schiodiamo finalmente il Crocifisso dalla croce, stacchiamo senza indugio la croce dai muri, gettiamo nel fuoco purificatore i legni millenari dell'ipocrisia, liberiamoci pure di questo simbolo-arredo che non ha mai parlato ed ancora non parla al cuore di nessuno. E' giunta l'ora di rendere onore con i fatti alla croce onorando i poveri che bussano senza sosta alle nostre porte, è arrivato il tempo di inginocchiarsi davanti alle migliaia di crocifissi in carne ed ossa, bianchi, neri o di altro colore che il nostro egoismo non smette di torturare e di emarginare ogni giorno.
11/7/2009, 6:56:00 PM

sam wrote ...
Palle. Alla fine Leonardo ha la stessa posizione che ha usato, in precedenza, per l'ora di religione. Non facciamoli arrabbiare. Senza rendersi conto (possibile?) che ci stanno facendo il culo già ieri prima della sentenza, che se non altro ha ribadito in Europa che in Italia c'è un problema. E che i pazzi furibondi sono già ieri tra i medici, tra i deputati, tra gli insegnanti, tra gli psichiatri (Binetti è psichiatra). Sono tra noi, e non da ieri.
Se devo ripetere un commento, con questo atteggiamente non si sarebbe battagliato, all'epoca, neppure per il divorzio. Vorrei poi aggiungere una cosa. La cultura può cambiare. In questo le leggi non sono fondamentali, ma possono aiutare.
11/7/2009, 11:04:00 AM

magalibobois wrote ...
CRONACHE DEL TARDO IMPERO

La svolta

Dal Codex Theodosianus
(IV secolo),
gli Imperatori ai Prefetti del Pretorio:


Nessuno,
assolutamente nessuno
sacrifichi
ancora
in riti tenebrosi,
né piu’fuoco ai Lari, vino al Genio,
aromi ai Penati
siano offerti
per sempre.

Non si accendano lumi,
non si bruci incenso,
- soprattutto non si bruci incenso,
pena la multa di 15 libbre d’oro
e l’espropiazione del luogo
a favore del fisco –

E quei furbastri,
eretici,
che si burlano dei nostri divieti,
sacrificando, di notte,
in illecite riunioni
su siti
che già al fisco appartengono,
saranno essi stessi soggetti
a pene ed esborsi
anche fino a 30 libbre d’oro!
E i magistrati conniventi
per favoritismo o negligenza
saranno sottoposti allo sdegno
della giustizia
e pagheranno
pure 30 libbre d’oro.
E i loro dipendenti
saranno multati
per la stessa cifra,
a meno che non si oppongano
ai superiori
con pubblica denuncia.

Più non s’innalzino
are di zolle,
in campagna,
più non si cingano gli alberi
con sacre bende
e, se possibile,
vengano divelti tutti quelli
molto antichi
cui il popolo ignorante
porta stolta venerazione.

Mai più corone fiorite
si intreccino
per i falsi idoli.
Siano chiusi i templi.

Ordiniamo la pena capitale
per quei sacrileghi dementi,
oltretutto ridicoli,
che credono ancora
in vani simulacri
e contemplano con reverenza
immagini create da mano mortale
e destinate a perire col tempo.

Sia abbattuto da spada vendicatrice
chi commetta
reato:
sacrifici interdetti,
anche quelli notturni
- l’autorizzazione di Magnenzio
viene revocata –

La tortura
di un supplizio terribile
cadrà su coloro
che cercheranno di ricavare
oscuri presagi
dall’ispezione di fegato e viscere.

Siano abbattuti i templi di campagna
sicchè i villani
non abbiano ove radunarsi.

I templi delle città,
destinati ad usi civici
o riconsacrati
alla vera religione,
le immagini sacrileghe,
divelte
dai bianchi piedistalli,
i contributi in natura,
devoluti
per le spese dei devotissimi militari.

Niente più banchetti funebri!
E’ vietata ogni stolta superstizione.

I pagani non siano ammessi nell’esercito,
nella magistratura, nella pubblica
amministrazione.

I cristiani che hanno avuto l’ardire
di farsi pagani,
siano privati della facoltà
e del diritto
di far testamento.

I pagani che sussistono
e persistono nel loro
esecrabile errore
- benchè riteniamo
non ve ne debbano essere che pochi –
siano tenuti a freno
dalle leggi.

Per la loro perfidia, infatti,
perfino la natura
si sovverte:
la primavera più non ha
la sua grazia consueta,
l’estate incombe
spietata e infeconda,
mentre l’inverno sempre più si inasprisce.

E noi, miseri, dobbiamo
subirne
le conseguenze!

Nessuno si aggiri
attorno ai templi
abbandonati,
che siano lasciati
ai serpenti
e agli uccelli notturni,
così che gli idoli
infami,
come pipistrelli,
se ne fuggano
per sempre.

Tuttavia, i Prefetti,
i notabili delle città,
i Difensori,
decurioni e procuratori
cerchino, se possibile, di salvare
le decorazioni
e le immagini di valore artistico
e gli spazi dei santuari
utilizzati per le feste popolari
e per lo sport.
11/7/2009, 1:46:00 AM

falecius wrote ...
Andrea Po.: infatti l'India non ha avuto una guerra o una tirannia in tutta la sua storia. Erano tutti liberi, uguali e felici nell'armonica contemplazione dei chakra.
(con tutto il rispetto per l'India, di cui apprezzo molte cose).
11/7/2009, 1:30:00 AM

cliste wrote ...
ma il pinto non era dove cazzo è l'omaggio a Pazienza dopo Villaggio e Guareschi?
11/6/2009, 7:25:00 PM

Andrea Pon. wrote ...
Come genitore mi sento in dovere di garantire a mio figlio un' uguaglianza di informazione religiosa. Se la Scuola publica la garantisse, e insegnasse la storia delle religioni, mostrando che dio lo si può amare e vedere da molte angolazioni (o anche da nessuna), sarei molto più tranquillo.
Come genitore, credo di avere il dovere di esporre il più possibile mio figlio ad influenze salutari (e ogniuno dia il senso che vuole a questo termine), piuttosto che ad influenze negative, come secondo me lo è la religione cattolica, soprattutto se imposta in manoera arbitraria e prepotente, come esponendo un simbolo religioso nei luoghi di tutti, anche di coloro che in esso non si riconoscono.
Che poi esistano cose anche più importanti non so: so che a causa della nostra cultura dominante cattolica e delle influenza del vaticano sulla politica, quasi non si trasmettono pubblicità sui preservativi in TV, non si può parlare di diritti per le persone omosessuali o per le coppie che decidono di non sposarsi, e c' è un assenza totale della cultura delle differenze, se non da un punto di vista pietista e paternalistico, appunto, tipicamente cattolico.
Per quanto riguarda illuminismo, razionalismo, ateismo, concordo con te, non sono nient' altro che un' altra forma di religione in cui spesso la gente crede altrettanto fervorosamente e ciecamente come un cattolico crede in Dio e nel Crocefisso. E con altrettanto sprezzo per le opinioni altrui.
La carne e le ossa di Cristo, e ciò su cui si basa, come dici tu, l' evoluzione della società Europea, non sono elementi positivi, secondo me: esistono società molto più pacifiche, e il pace e amore di un santone Indiano (non sono ne induista ne Buddhista, a scanso di equivoci, anzi, nè mi riconosco in nessun' altra religione) non dovrebbe essere trattato con ironia, come fai tu, perchè nessuno ha il diritto di considerare il proprio credo superiore a quello altrui: soprattutto dopo che in nome proprio del nostro Dio cattolico, o cristiano, e del nostro Cristo, e del sue sangue, della sua carne e delle sue ossa, attraverso la sua spada, si sono annientate intere popolazioni dell' america Latina, solo per fare un esempio: 50 milioni di morti, forse il più grande genocidio della storia, considerati incivili,"senza un' anima" in nome diuna società più Civile, come sempre, la nostra, Europea, Cristiana. Ecco, prima che mio figlio venga a contatto con questo Cristo, voglio dargli più strumenti in modo che possa, allora sì, scegliere liberamente quale religione lo rende più felice. E capire che un Cristo nel nome di cui si è ammazzato, torturato, convertito a forza, ridotto in schiavitù, umiliato la dignità di milioni di persone, ostacolato il progredire dalla scienza, forse non è l' ideale migliore da appendere al muro di una scuola.
Per gli altri problemi sono d' accordo: ma non ne farei una scala di priorità: si può sempre condurre una battaglia di principi (e la democrazia si basa proprio su questo, su principi, così come i diritti umani), ma impegnarsi in modo pratico affinchè i problemi delle nostre scuole e della nostra società possano migliorare.



Andrea Po.
11/6/2009, 1:25:00 PM

Antonio Patti LdF wrote ...
Grazie.
11/6/2009, 9:36:00 AM

Leonardo T wrote ...
Non vedo contraddizione. Continuano a essere in pochi: hanno una sentenza dalla loro parte, però per fare una lotta politica sono pochi.
11/5/2009, 10:52:00 PM

abbasta wrote ...
@Murmur ...Dopo Cristo, che però sembra sia nato intorno al 6 avanti Cristo :D

Però leo, in un post precedente sull'ora di religione rimproveravi agli atei materialisti miscredenti scomunicati di non avere la forza politica necessaria per fare le proprie battaglie, di non avere peso politico ecc. Ora qualcuno decide di muoversi e di ricorrere a Strasburgo, qualche altro decide di sbattezzarsi (i.e. farsi cancellare dai registri parrocchiali, il valore simbolico del rito non c'entra una cippa) sicché la frase "questo è un paese cattolico e credente" risulti un po' meno vera, anche nelle statistiche, e quindi far pesare di più la presenza dei non religiosi. E tu ora rimproveri perché sono rompicoglioni e si agitano troppo... deciditi!
11/5/2009, 9:33:00 PM

marco wrote ...
Quando si una la banalizzazione per argomentare (e anch'essa è a sua modo una esagerazione di segno "soporifero" diciamo); l'unica contro argomentazione non può che passare per una risposta forte!

Tra l'altro quella non è l'unica banalizzazione che hai fatto, ti sei messo pure a banalizzare su una eventuale imposizione della benedizione o dell'estrema unzione quanto uno non è cosciente.
11/5/2009, 9:03:00 PM

Murmur wrote ...
Giovedì, 5 Novembre 2009 Dopo Cristo.
11/5/2009, 8:54:00 PM

alberto wrote ...
@falecius
in effetti era un po' forzata come idea. mi aveva colpito il fatto che volendo fare il sarcastico l'autore dell'articolo avesse buttato lì un'idea potenzialmente provocatoria. volevo vedere l'effetto che faceva proposta seriamente. anch'io sono affezionato al week-end.
11/5/2009, 8:35:00 PM

Leonardo T wrote ...
Allora per non banalizzare lo esageri? Tenere appeso un crocefisso = fotterti da cadavere? Sei un po' come la Siae: 'Perché scarichi musica? E' come se rubassi in un negozio'. Ehi, mi stai pestando i piedi, e se io ti ammazzassi un parente?

Sulla logica non discutiamo, hai ragione, ci mancherebbe. E' la retorica che vi fotte tutti quanti, e non da cadaveri.
11/5/2009, 7:46:00 PM

Anonymous wrote ...
La somma lignea, posta faziosamente al centro dell'attenzione, non sta prorpio in cima ai miei pensieri (e di molti altri). Pittuosto la vivo come l'ennesima monnezza mediatica assieme alle escort, a Corona e ai trans conditi di coca e via discorrendo. Ma veramente l'Italia sarebbe un paese più libero e laico senza le croci appese ai muri ? O forse lo sarebbe con un sistema bancario diverso ?
Continiamo a disquisire sulle varie pratiche sciamaniche e a servire il dio profitto!
11/5/2009, 7:45:00 PM

marco wrote ...
Il paragone della necrofilia potrà anche essere forte, ma era soltanto un modo estremo per farti capire quanto sia sbagliato banalizzare il problema con un semplice "che ma le fa?" che "fastidio ti dà?"
Se qualcuno ha sollevato il problema è perché il crocefisso dà fastidio, dà fastidio non in quanto simbolo della religione cattolica, ma quanto la sua presenza simboleggia l'invadenza e sottomissione delle istituzioni italiana al clero cattolico, e ti che tale cosa ti venga pure riproposta in classe quasi per tenderti normale il fatto che l'istituzione italiana (e con essa anche te indirettamente) sia sottomessa al clero.

Togliere il crocifissi ai cattolici dà fastidio e infatti si lamentando, ma la soluzione non può essere proposta in termini di maggioranza ma di principio: è Italia uno stato laico? allora non deve propinare alcun simbolo religioso. Può una classe se interamente cattolica (o anche un semplice scuola cattolica) appendersi in classe un crocifisso comprato a sue spese? sì, se nessuno obbietta.
Posso io da solo mettere un quadro del Che in classe perché è il mio mito se gli altri non sono d'accordo? no
Può una maggioranza cattolica della classe imporre a tutti un crocifisso in classe, se altri non sono d'accordo? no, come come io non sono libero di esporre il mio quadretto del Che perché gli altri non sono d'accordo.
11/5/2009, 7:15:00 PM

Phil wrote ...
Dai Leo, domani "pensierini su Dio - Atto secondo".
11/5/2009, 6:46:00 PM

falecius wrote ...
Enzo e Alberto, posso capire il punto, ma seriamente vi secca così tanto NON lavorare un giorno di più? Davvero vivete un giorno di VACANZA come una molesta costrizione? No, perché io, se per ipotesi mettono vacanza anche per Id al-Fitr e Hannukkah e il compleanno di Stalin, non è che mi lamento dicendo che mi costringono a stare a casa un giorno che non mi rappresenta; ringrazio commosso e me ne sto a casa.

P.S. Credo che spostare il giorno lavorativo da uno ogni sette a uno ogni dieci sia stato in assoluto l'atto più impopolare della Rivoluzione Francese
11/5/2009, 6:39:00 PM

Anonymous wrote ...
Hai ragione Enzo, non capisco perchè non vogliono allargare la cosa a tutti invece di invitare sempre i vecchi la domenica mattina e poi le cose divertenti farle tra loro!
cilicio Crociata

P.s. non sono credente e odio i preti che mi prendono per culo
11/5/2009, 6:10:00 PM

Broono wrote ...
"mi hanno fatto "bagnare la fronte quando non potevo difendermi"! [...] io organizzerei una cerimonia in cui i tuoi genitori ti chiedono scusa per averti fatto nascere senza chiederti il permesso."

Ullapeppa.
Che parallelo del cazzo.

(con sempre immutata stima, s'intende)
(ma sempre parallelo del cazzo resta)
11/5/2009, 6:06:00 PM

Anonymous wrote ...
"Se potessi decidere io farei di San Pietro un grande luogo di incontro per gay e lesbiche e organizzerei un sacco di feste"

Perché ora san Pietro cos'è?

Lo so, lo so è scontata ma fa sempre ridere...

Enzo

PS: sono cattolico e credente, per questo prendo pel culo i preti
11/5/2009, 6:06:00 PM

Anonymous wrote ...
Se potessi decidere io farei di San Pietro un grande luogo di incontro per gay e lesbiche e organizzerei un sacco di feste (tema:suore e vescovi sexy), poi fare mostre, concerti, centri sociali, laboratori culturali. A quel punto il crocefisso a scuola potrei anche lasciarlo.

Cilicio Crociata
11/5/2009, 6:01:00 PM

Leonardo T wrote ...
"i problemi si affrontano stando zitti e invitando a stare zitti gli altri."

Pensavi che si affrontassero chiacchierando?
11/5/2009, 6:01:00 PM

paolo wrote ...
Rivelatore di quanto sia una questione identitaria, è un tic che si osserva sistematicamente: si dice che ci sarebbero cose ben più importanti di cui parlare, ma non si parla d'altro. L'ho notato nella stampa, parlando con conoscenti e leggendo alcuni blog, tipo francescocosta (caterva di commenti e controcommenti ad un suo post) o wittgenstein. Sofri martedì scriveva che "ci sono cose più importanti", poi mercoledì ci tornava sopra due volte e oggi, giovedì, siamo già a 5 (cinque in mezza giornata) post sull'argomento.

I miei pensierini sullo sbattezzo. Sono battezzato ma non credente, come molti altri qui, suppongo. Lo sbattezzo sul piano simbolico è una cazzata, per i motivi che dice Leonardo: se non si riconosce il potere di un rito è ridicolo sottoporsi ad un rito contrario.
Sul piano pratico e politico è vero: l'influenza dei vescovi sulla politica italiana, l'ICI, il sondino, ecc. Però il fatto che questi argomenti a favore dello sbattezzo non avrebbero senso in Francia o in Brasile, mi fa pensare che il problema non stia nel mio essere battezzato, ma nelle leggi dello stato italiano, e nella debolezza della classe politica.
E se si parla di quel che accade in Italia mi viene naturale considerare la questione dal punto di vista del cittadino italiano, e non da quello di presunto suddito del Vaticano o di vittima di un incantesimo.
11/5/2009, 5:57:00 PM

Anonymous wrote ...
Ma forse più che sexy sono, come dire, convenienti
11/5/2009, 5:54:00 PM

Anonymous wrote ...
"I problemi veri sono deprimenti. I problemi identitari invece, come dire, sono sexy. Tutti possono dire la loro senza impegno... ieri le bandierine, domani i dialetti..."

Mi sembra di aver capito che il senso del post di Leonardo sta qui.
Una settantina di commenti che, entrando nel merito, dimostrano che il trabocchetto narrativo di Leonardo è stato costruito ad arte: dire la propria su questi argomenti è sexy, è cool, ma molto più intelligente sarebbe scaldarsi per altro, per cose più importanti.

Cipì
11/5/2009, 5:41:00 PM

Mavco Pisellonio wrote ...
Tra Crifto e Barabba preferifco Fimone lo Ftrangolatore Fadduceo
11/5/2009, 5:37:00 PM

Michele wrote ...
Beh, ma nel vostro caso sì, il problema è benaltro. Da noi, quatti quatti, i crocefissi li stavamo già togliendo; sennonché con tutto 'sto casino ho paura che tra un po' ci arriverà uno stock tutto nuovo pagato dalla Gelmini (cioè da me, grazie uaar).
E' la seconda volta che ti leggo fare questa affermazione, la prima per l'ora di religione.
alla faccia dello spirito pratico, i problemi si affrontano stando zitti e invitando a stare zitti gli altri.
11/5/2009, 5:12:00 PM

Anonymous wrote ...
L'idea non è male. Più che chiedere un giorno di ferie per andare a messa (che dura solo un ora)
si dovrebbe mettere mano alle festività.
Perché io ateo devo stare a casa il 25 dicembre.
Non è questa un'imposizione in nome delle radici
cristiane che io considero false e bugiarde?
Stesso discorso per l'8 dicembre, il 15 agosto e così via.
Spero che questa sia la prossima battaglia.

Enzo
11/5/2009, 5:10:00 PM

AmicaB wrote ...
Grandissimo post.
11/5/2009, 4:53:00 PM

alberto wrote ...
C'è un'idea interessante e nuova sul giornale.it, a firma Andrea Tornielli:
"E i cristiani che vogliono andare a messa si prendano un giorno di ferie." La butto lì, non si sa mai.

P.S. Tornielli vorrebbe essere sarcastico, ma l'idea in sé colpisce (spaventa/affascina) se presa sul serio.

P.P.S.Mi pare che meriti essere notato che un sacerdote ospite di un trasmissione di Sposini (c'era anche La Russa, il filmato gira in rete) ha detto che il rappresentante italiano nella Corte non era attendibile, perché si chiama Vladimiro Zagrebelski, che sarebbe un nome russo. In quanto russo, cresciuto sotto un regime ateo, quindi prevenuto. Lo ha detto un sacerdote: si è appellato al nome straniero per squalificare una persona. Ecco, mentre qui si cita Auerbach, il livello del dibattito sulla Rai è questo.
11/5/2009, 4:52:00 PM

FewWhispers wrote ...
Volevo specificare che molta gente si sbattezza per non rientrare più nelle statistiche come Cattolico, ma ho visto che qualcuno lo ha già detto prima di me. Perchè sì, io son convinta che il numero dei battezzati sia l'unico dato in mano alla Chiesa per dire "il 96% degli Italiani è Cattolico". Mi sembra lecito svegliarsi un giorno esasperati dall'ingerenza ecclesiastica e decidere di non voler neanche più rischiare di essere annoverati fra i Cattolici... Poi, io personalmente sono stata battezzata e sono cresciuta in una famiglia anche piuttosto praticante, per poi rendermi conto, col tempo, di non credere in nessun Dio. Di sbattezzarmi non ho voglia (pigrizia), però non mi pare neanche giusto veder sbeffeggiati gli atei come se fossero un branco di imbecilli senza cervello... spesso certe posizioni sono frutto di lunga riflessione, non mi pare il caso di ridicolizzarle.
E niente. Leggo sempre questo blog (e lo apprezzo molto), per una volta ho voluto dire la mia.
11/5/2009, 4:43:00 PM

marcell_o wrote ...
azz.
m'ha cancellato un commento molto intelligente e curato... perciò ora lo riscrivo al volo e come viene viene.
se io andassi in un paese straniero e trovassi in giro (anche in uffici o tribunali) dei simboli religiosi (fossero pure dei con la faccia d'elefante o altre forme strane) non credo mi sentirei offeso, perché?
anzi, mi interesserei delle loro tradizioni, magari li riterrei selvaggi e/o superstiziosi, ma non è che m'offenderei.
se qualche locale m'invitasse a qualche festa ci andrei e mi comporterei correttamente durante lo svolgimento dei riti, fosse pure il taglio d'un prepuzio o qualche altro rito strano.
immaginerei naturalmente un possibile conflitto tra osservanti e non, li guarderei incuriosito dirsene di tutti i colori probabilmente e riterrei la cosa molto curiosa e pittoresca.
se poi ci fosse in corso una diatriba sul fine vita o sulla ru486 non mi metterei certo a questionare di simboli, questi li lascerei perdere e mi concentrerei su questioni più importanti.
11/5/2009, 4:35:00 PM

giardigno65 wrote ...
Grande Leonardo, come attualizzare il capitolo del Grande Inquisitore !

e comunque :

"Il tuo Cristo è ebreo. La tua macchina è giapponese. La tua pizza è italiana. La tua democrazia greca. Il tuo caffè brasiliano. La tua vacanza turca. I tuoi numeri arabi. Il tuo alfabeto latino. Solo il tuo vicino è uno straniero"
11/5/2009, 4:01:00 PM

Grufolo wrote ...
Leo io sono quasi sempre daccordo con te, ma qui pisci fuori dal vaso, davvero.

Non si tratta di capire se da' piu' fastidio toglierlo o metterlo.

Piuttosto prosaicamente, qui si tratta che basta dia fastidio a una persona, siccome quella persona HA RAGIONE per via di legge e di principio, va tolto, punto.

E quella persona sara' sadducea o come vuoi te, ma e' nel suo diritto. Potrebbe non piacerti il fatto che lo reclama, ma un segnale molto basilare di civilta' e' la capacita' di modificare le proprie usanze per rispettare il diritto ed i principi su cui si fonda la societa'.
11/5/2009, 3:51:00 PM

Leonardo T wrote ...
Ah, poi avevo perso di vista questo: "il crocefisso va tolto perché dà fastidio".

Si entra in un campo minato: sei sicuro che dia fastidio a così tanta gente? E se saltasse fuori che alla maggior parte degli utenti di quell'aula (bambini+genitori) dà fastidio toglierlo, mi tocca rimetterlo per la stessa logica? Lasciamo perdere il fastidio, e anche l'esempio della necrofilia, che, come dire, mi sembra un po' estremo.

PS il verso romanesco per eccellenza non si scrive né aho' né ahò, ma si schive ahó con l'accento acuto perché la O finale è chiusa.

Cioè, capite con chi ho a che fare? Ma secondo te io perderò anche solo 30 secondi del mio tempo evidentemente illimitato per cercare il tasto o acuto nella mappa caratteri, per rispetto alla filologia romanesca? A parte essere atei, non vi viene il sospetto di essere dei gran rompicoglioni?

@ Abbasta: a te lo scontro piace. Purtroppo certe volte si perde, ed è appunto questo il caso; e non mi va di perdere per far un piacere a te.
11/5/2009, 3:28:00 PM

Leonardo T wrote ...
Io invece tra giorgian e Auerbach protendo per il secondo, sarà che ha l'iniziale maiuscola (potenza dei simboli).

Se posso portare un contributo all'annosa polemica, anche Leopardi nello Zibaldone, mi pare, si sbagliava a scrivere Machiavelli.

Perché gli atei si dovrebbero fidare di me. Mah, perché sono intelligente e so distinguere tra razionalità e prassi. Ma anche no: chi ve lo fa fare a fidarmi di me. Fidatevi di Hitchens, vedrete che con la sua razionalissima campagna propagandistica vedrete che in pochi anni chiese e moschee diventeranno in pochi mesi mercati del pesce.

Il Paese in cui *so* di vivere è un Paese dove se ti dici favorevole all'aborto di becchi l'insufficienza a fine anno. O dove si chiama il prete a benedire il capannone, e non è previsto che i dipendenti non partecipino, tutti ordinati a semicerchio. E il prete se ne va giustamente via con 500 euro in tasca, accompagnato dal cumenda che la sera stessa andrà a mignotte.

Lasciami indovinare: Veneto?

Beh, ma nel vostro caso sì, il problema è benaltro. Da noi, quatti quatti, i crocefissi li stavamo già togliendo; sennonché con tutto 'sto casino ho paura che tra un po' ci arriverà uno stock tutto nuovo pagato dalla Gelmini (cioè da me, grazie uaar).
11/5/2009, 3:16:00 PM

Michele wrote ...
La sentenza della Corte è giusta, mi pare, ma la questione è se davvero ce ne sia il bisogno
se qualcuno ha portato il problema fino in europa evidentemente sì.

mi sento di condividere il post di giorgian, specie sui greci, sicuramente inventori del nudo artistico più di cristoincroce.
11/5/2009, 2:36:00 PM

Anonymous wrote ...
Vedo che ti sei riletto Auerbach. Bravo.

GMR
11/5/2009, 2:30:00 PM

Thomas Morton wrote ...
Da ateo, sono abbastanza d'accordo con Leonardo, stavolta. La sentenza della Corte è giusta, mi pare, ma la questione è se davvero ce ne sia il bisogno. Anche perché nella pratica il crocifisso non è sempre esposto. Non so se è la mia regione a fare eccezione, ma fate un giretto nelle scuole: ai mia tempi, almeno, non c'era, e nessuno ne faceva una tragedia, forse perché c'era la consapevolezza che i problemi erano altri. Esistono delle prassi informali che fanno consigliare ai presidi, o agli insegnanti, se sia il caso di esporlo o meno. Una sentenza della Corte Europea irrompe in un processo dove a risolvere una questione spesso basterebbe un po' di buon senso da parte di tutti.

A me l'unica cosa che da fastidio è che il crocifisso sia, formalmente, un obbligo di legge.

Comunque è bel post, ma Cristo poteva tirare fuoti un esempio migliore di Mapplethorpe.
11/5/2009, 2:27:00 PM

Il Bardo wrote ...
Domenico, tu non stai discutendo, stai trolleggiando, e non ho qui niente da darti da mangiare.

E salutami Angelina ;)
11/5/2009, 2:24:00 PM

giorgian wrote ...
leonardo, sapevo che l'avresti fatto: una frase sulla libertà che mi negano oggi l'hai letta come una frase sui pannolini di trent'anni fa (qui i pubblicitari ci si potrebbero sbizzarrire).

più sù si parlava di parete bianca, tu facevi notare che non di parete bianca si tratta, ma di parete con crocifisso.
bene, ti si è fatto notare che una corte ha stabilito che la parete ha da essere bianca.
tu, a ragione, dici che i problemi sono ben altri (i benaltristi hanno sempre ragione, perché la loro è una tautologia). e quindi? in tutto questo la cosa giusta da fare è dire che la corte non ha fatto bene, la corte non ha fatto male, i problemi sono ben altri?

ancora: "sono convinto che una campagna identitaria crocefisso-sì crocefisso-no sia una mossa suicida da parte degli atei".
tu non sei ateo, ti dici scettico nei confronti degli atei, quando puoi li ridicolizzi; quindi, perché gli atei dovrebbero farsi suggerire la strategia da te?

p.s. la prossima volta che lo incontri, sto gesù, chiedigli da parte mia se l'arte greca c'entra anche solo un pochettino col realismo nell'arte europea.
11/5/2009, 2:15:00 PM

Michele wrote ...
no, calma:

ma dev'essere un pensiero molto debole, se si cancella appena fissi un pezzo di legno. Cos'è, sono un totem, adesso? Se mi fissi ti faccio dimenticare la lezione? Mi volto un attimo e mi tornate all'età della pietra?”
“Maestro, ci vuole tolleranza...”
“Ma tolleranza di che. È come quelli che si sbattezzano. In teoria non credono nel battesimo. In pratica però hanno paura di restare segnati per sempre da uno schizzo d'acqua.


proprio tu che sei così attento ai simboli dovresti cogliere il punto: c'è gente che ha il coraggio di dire esplicitamente che si tira fuori da una comunità che lo ha cooptato a forza. Gesù Cristo è una cosa ma la chiesa che si insinua a forza di radici cattoliche dell'europa e finisce con il chiedere finanziamenti alle scuole private è un'altra. Di fronte a questo mi pare corretto mettere dei paletti e non farla debordare.

per il resto post ineccepibile.
11/5/2009, 1:59:00 PM

domenico wrote ...
Machiavelli con due 'c' è un errore di battitura come io sono Brad Pitt. Scusami, ma non vedo l'utilità di una discussione con una persona che non ha nemmeno l'onestà intellettuale di ammettere i propri errori di ortografia. Ciao.
11/5/2009, 1:46:00 PM

Lipesquisquit wrote ...
Bel pezzo.
Comunque questo blog è antico, com'è che ti scopro solo ora?
11/5/2009, 1:27:00 PM

Il Bardo wrote ...
Bene, se siamo arrivati al far notare gli errori di battitura, credo che possiamo chiudere qui. Finiti gli argomenti? Peccato.
11/5/2009, 1:20:00 PM

domenico wrote ...
Nel paese in cui credo di vivere si scrive 'Machiavelli', con una 'c'. Te ne devo dare atto, i tuoi insegnanti erano veramente delle bestie oscurantiste. Ora, scherzi a parte, il fatto è che trovo ridicoli gli 'atei e razionalisti' che si dipingono come dei negletti delle società in quanto costituiscono una piccola minoranza di spiriti liberi & illuminati che hanno avuto il coraggio di distaccarsi dal gregge. Ma per piacere.
11/5/2009, 1:14:00 PM

Il Bardo wrote ...
@Domenico

Spero che quello che ho risposto a Fabrizio possa in qualche modo aver chiarito la mia posizione. Non capisco bene cosa c'entri adesso Macchiavelli, ma il fatto è proprio che io non vedo un *vero* spirito religioso.
Vedo esattamente quello che dici tu, ovvero una società generalmente secolare, che però ipocritamente ci tiene a dirsi cristiana.

Ad ogni modo, ripeto che non posso che basarmi sulla mia esperienza, la libera espressione del senso religioso, se non cristiano, crea dei problemi. O almeno li ha creati a me. Sia a scuola che sul posto di lavoro.

Il Paese in cui *so* di vivere è un Paese dove se ti dici favorevole all'aborto di becchi l'insufficienza a fine anno. O dove si chiama il prete a benedire il capannone, e non è previsto che i dipendenti non partecipino, tutti ordinati a semicerchio. E il prete se ne va giustamente via con 500 euro in tasca, accompagnato dal cumenda che la sera stessa andrà a mignotte. E tu dove credi di vivere?
11/5/2009, 12:41:00 PM

Il Bardo wrote ...
@Fabrizio
Il gregge è composto da quella parte degli italiani (nella mia esperienza - che ovviamente non fa statistica ma è l'unica che ho - largamente maggioritaria) che è cristiana perchè i nonni e i bisnonni sono cristiani, che il battesimo agli infanti si fa perchè non si sa mai, che ci si sposa in chiesa perchè fa bello, che "certo che sono cristiano, però non praticante".
Una persona che abbia compiuto un percorso, un ragionamento, e abbia deciso di essere cristiano è degna di profondo rispetto: non la capisco, non ne approvo le prese di posizione, ma provo piacere a confrontarmi con essa.

Il problema è che la forza della massa che si dice cristiana, più probabilmente cattolica, ma poi di quello che dicono il Papa e i preti gli importa solo quando fa piacere a lui, è la ragione per cui la Chiesa in Italia ha lo spazio e il peso che ha.

Gli atei "veri" sono coloro che hanno riflettuto sull'idea di Dio e hanno concluso che è fallace al punto da dover essere negata, non certo quelli che guardano il Grande Fratello e poi vanno a Roma al funerale del Papa. Per come è fatta la società italiana, chi si dice ateo è per la maggior parte qualcuno che si è posto domande, e si è dato risposte: non confondiamo questo percorso con la pigrizia intellettuale di chi comunque non pratica (e in fondo, probabilmente non crede) ma continua a dirsi credente.

Quelli di cui parli tu, sfortunatamente, sono ipocriti che altri ipocriti sfruttano per avere peso politico.

La tua conclusione (il crocifisso che diventa "tradizione" è la vera vittoria degli atei) sarebbe vera solo se ci fosse l'onestà intellettuale per trarne le conseguenze.
11/5/2009, 12:30:00 PM

domenico wrote ...
"La sensazione che ho sempre è che tu dipinga come una massa di sempliciotti persone che hanno avuto (nella grandisima maggioranza dei casi, almeno qui in Italia, contro forti pressioni culturali) la forza e la volontà di non adeguarsi al gregge."
Cioè vuoi farci credere che in Italia se uno non professa il proprio cattolicesimo diventa un paria disprezzato dalla società? Ora, non per dire, ma in realtà l'Italia è uno dei paesi più secolarizzati e decadenti del mondo! Ma tu hai presente cos'è il *vero* spirito religioso? E tu vuoi dirmi che lo vedi oggi in Italia? Ma lo sai che noi Machiavelli lo abbiamo avuto nel '500? Lo sai che noi l'illuminismo lo abbiamo avuto PRIMA degli altri paesi europei? Ma in che paese credi di vivere? Pazzesco..
(un non credente)
11/5/2009, 12:25:00 PM

marco wrote ...
Trovo un tantino puerili le obiezioni semplicistiche del tipo "non fa male a nessuno?" o "ma che fastidio ti dà?".
Allora dopo la necrofila che male fa? a chi mai da fastidio? Al cadavere? no, è morto, allora perché dovremmo proibirla, perché può creare danno per salute pubblica? ma se uno prendesse tutte le precauzioni del caso, allora la rendiamo lecita? Eppure penso che chiunque all'idea che il cadavere sia trafugato e sodomizzato dai al quanto fastidio, e penso che se uno venisse a dirti in faccia che sogna di fotterti versione cadavere come minino lo riempiresti di pugni.
L'esempio è un po' forte ma sono riuscito a chiarire il punto. Non è un semplice fatto che tanto il crocefisso non fa male a nessuno e non ha mai turbato alcun ragazzo (cosa che comunque andrebbe verificata) il crocefisso è incontrovertibilmente un simbolo religioso, ed è tale anche perché non ci crede, anche un mussulmano sebbene non creda nel Cristo, riconosce comunque nel crocefisso un simbolo religioso, idem per l'ateo e l'agnostico, e il fastidio, non la paura, bensì il fastidio è che esso ti venga sponsorizzato dallo stato in classe e in tutti gli altri luoghi pubblici dove non si capisce che attinenza ci sia con la natura e la funzione religiosa di tale simbolo essendo lo Stato italiano laico per lo meno sulla Costituzione. Immagina il caso (fantascientifico) di un mussulmano che diventasse sindaco magari in Sicilia, dove la cultura araba ha avuto la sua influenza e di punto in bianco tappezzasse tutti gli edifici pubblici di mezzelune, con la scusa che essere rappresentano la cultura della Sicilia, oltre all'opinabilità dell'argomento, non ci vedresti una consistenza dose d'arroganza? e allora perché un ateo dovrebbe accettare l'arroganza di qualche burocrate cattolico che tappezza di crocifissi gli edifici pubblici, e poi te la mena sempre che quello non è il simbolo della sua religione ma della nostra cultura, quelle europea che viene ridotta a semplice appendice storica consequenziale del cristianesimo?
Il crocifisso va tolto perché dà fastidio, e dà fastidio perché rappresenta innanzitutto l'arroganza e la strafottenza di chi ce l'ha messo.

Anche sullo sbattezzo il discorso è più complesso da come l'hai messo, ma ti risponderò quando ci farei un post apposta.

PS il verso romanesco per eccellenza non si scrive né aho' né ahò, ma si schive ahó con l'accento acuto perché la O finale è chiusa.
11/5/2009, 12:18:00 PM

Anonymous wrote ...
@ il Bardo

Tu dici " [i razionalisti sono] persone che hanno avuto (nella grandisima maggioranza dei casi, almeno qui in Italia, contro forti pressioni culturali) la forza e la volontà di non adeguarsi al gregge "

Di quale gregge parli?
Delle quattro vecchiette che vanno a messa?
Dei quattro sfigati che suonano la chitarra?

Il gregge più numeroso in Italia sono gli atei "veri" che passano il lunedì sera a guardare il Grande Fratello, pensano che Silvio sia un figo grazie alle sue prostitute, la domenica vivono solo al campionato ed entreranno in chiesa solo per il battesimo del figlio costretto dalla "tradizione" (e sarà una giornata piena di sbadigli e malditesta).

Questo è il vero gregge italiano, cresciuto sotto pareti zeppe di crocefissi, simbolo che non ha mai smosso le loro coscienze.

Credo che Leonardo parli anche di questo.

Io sono favorevolissimo a far scomparire il crocifisso dalle scuole e da ogni edificio pubblico: il crocifisso che diventa "tradizione" è la vera vittoria degli atei, che, però, non vogliono capirlo.

Fabrizio
11/5/2009, 12:12:00 PM

abbasta wrote ...
leonardo, io ti leggo anche (soprattutto?) perché a volte dici cose che non mi piacciono, ragionare solo con quelli identici a me mi annoia, sarà per la strana famiglia cattolico (madre-fratello) comunista (il babbo e me) in cui sono cresciuto. (A proposito, ti ribadisco il mio ateismo materialista, so che ci tieni:D)

Anche io provo fastidio per le questioni di principio, e sul crocifisso vedo gli stessi schieramenti, anche se speculari, che si formano sulla questione del burqa, del velo islamico, del costume integrale-integralista.

Non cambia nulla se lo lasciano sul muro e nemmeno se lo tolgono, non mi pongo nemmeno la questione. Ma se me lo domandano io rispondo che andrebbe tolto. Il punto è proprio questo: per consuetudine nessuno ne aveva mai chiesto la rimozione, ma un giorno (come nella favola del re nudo) qualcuno lo fa. A questo punto che facciamo? Il Consiglio d'Europa dice che lo stato italiano ora non può più fare finta di nulla e deve prendere atto che il re è nudo. Andiamo avanti come se nulla fosse, rispondi tu, continuiamo a fare finta che il re sia vestito come da consuetudine, perché non bisogna far agitare la gente e questa pretesa dei razionalisti di vedere le cose come sono è davvero ridicola.

Insomma, che ci piaccia o no, che lo volessimo o meno, siamo chiamati a prendere posizione. Una sentenza dice che la presenza di un simbolo religioso in un luogo istituzionale come la scuola è discriminatorio: se lo stato decide di lasciarlo decide a favore della discriminazione, altrimenti decide per la tolleranza.

E poi a me non dispiacerebbe lo scontro, perfino la guerra civile. Io credo che se quello francese è uno stato più avanzato del nostro è anche per via della notte di san bartolomeo e dei giacobini e della dea ragione, e quello inglese per via di cromwell, quello tedesco per via di lutero e delle guerre di religone e del processo di Norimberga. Noi siamo quelli dell'amnistia regalata ai fascisti da Togliatti, per non far agitare la gente, perché tutto continuasse nel solco della consuetudine
11/5/2009, 12:10:00 PM

Ian wrote ...
Lo sbattezzo (che poi tale non è: è un altro di quei 'misnomer' che tanto piacciono a chi si scandalizza) è ridicolo non per via degli sbattezzandi, ma perché è l'unico metodo formalmente accettato dalla chiesa cattolica per uscire dal cattolicesimo come *associazione* (e non religione). Se si potesse semplicemente chiedere di essere rimossi dal libro dei soci, come in qualsiasi altra associazione normale, sarebbe meno buffo e anche più efficiente.

Che poi, perché sempre a pensare che chi è contro il crocifisso nelle aule debba essere non-cristiano? Io sono cristiano, non cattolico, e l'obbligo di crocifisso nelle aule non ce lo voglio; mi sta bene come scelta, ma che sia degli studenti però: i presidi e gli insegnanti devono mettere sulle pareti solo ausilii scolastici, e il crocifisso non è né una tavola periodica degli elementi né una cartina geopolitica dell'Africa.
11/5/2009, 12:09:00 PM

luzmic wrote ...
@leonardo

"Il crocefisso è il risultato di una serie di compromessi storici complessi".

Beh, diciamo che il crocefisso è il risultato del corso della storia che ci ha portato fino a qui. Questo è un dato di fatto.

La domanda però è: ci sta bene così o no?

Se la risposta è "sì" allora vanno benissimo gli argomenti del tipo "la società non si cambia dall'oggi al domani", "ma in fondo così non fa male a nessuno", "ma che fastidio ti dà", "fa parte delle radici europee", "non è un simbolo religioso ma un simbolo culturale nazionale" (questi ultimi non sono tuoi, sono stati utilizzati in ben più alte sfere e sono decisamente ridicoli). Manteniamo lo status quo e andiamo avanti felici.

Se la risposta è "no" (e questa è la mia) allora ci si attiva, si cerca di risistemare i tasselli per migliorare il mosaico. 'Chè secondo me uno stato laico (non una società a-religiosa!) è un vantaggio per tutti, appartenenti alla religione maggioritaria (leggi, per noi: cattolici) compresi. E fra i vari tasselli tanto vale iniziare dai più piccoli: togliere il crocefisso dagli edifici publbici è decisamente più a portata di mano che pretendere, per dire, che tutti gli insegnanti di religione escano dalle scuole pubbliche o che le amministrazioni statali.
11/5/2009, 11:38:00 AM

Il Bardo wrote ...
E' fantastico come nel 99% degli altri casi trovi i tuoi post profondi, acuti, perfino illuminanti, mentre quando parli di religione ho sempre la sensazione che tu la faccia parecchio distante dal vaso.
Rettifico, quando parli di atei, agnostici o razionalisti.
La sensazione che ho sempre è che tu dipinga come una massa di sempliciotti persone che hanno avuto (nella grandisima maggioranza dei casi, almeno qui in Italia, contro forti pressioni culturali) la forza e la volontà di non adeguarsi al gregge.
L'atteggiamento dello Stato italiano nei confronti della religione cattolica è assurda e incompatibile con uno Stato moderno. Se mai si comincia a correggerla, mai si arriverà in fondo.
E' un'ottima cosa cominciare a dire che non è così normale che il crocifisso stia appeso nelle scuole (o nei tribunali, forse è anche più grave): è un'ottima cosa perchè può aiutarci a capire di vivere negli anni 2000 in uno Stato europeo. Uno stato che è laico e difende tutte le religioni allo stesso modo. Dove non sia praticamente impossibile costruire moschee. Dove sia possibile non essere penetrati da sonde e tubi contro la propia volontà.
Bisogna cominciare da qualche parte: cominciare dalle scuole pare un'ottima idea.
E il tuo Cristo benaltrista è davvero ipocrita: se lo volesse (nella remota eventualità che esista), le scuole a norma lo diventerebbero in un istante; questo però non sposta di una virgola il problema.
11/5/2009, 11:19:00 AM

Anonymous wrote ...
sono un coglione. lo dice gesù.
elmyr
11/5/2009, 10:56:00 AM

Anonymous wrote ...
elmyr, non so chi tu sia, ma mi piace il tuo modo di ragionare.

Carlo M
11/5/2009, 10:48:00 AM

Anonymous wrote ...
Caro Leonardo,
mi sembra di aver capito una cosa.
I tuoi lettori, più o meno raffinati, seguono i tuoi ragionamenti sulla complessità delle cose fino ad un certo punto: la religione.
Quando gli parli di preti e Madonne non ce la fanno,e aderiscono alla visione "barricadera" della vita che va tanto di moda. O di qua o di là, e se stai di là sei mio nemico, neanche perdo tempo a leggerti.

la religione eccita gli animi come non mai.

Parlando di Bersani ti chiedevi se tra credere e non credere non sia meglio scegliere di studiare...

Ma chi ha ancora voglia di studiare?

Fabrizio
11/5/2009, 10:47:00 AM

Leonardo T wrote ...
Il tuo commento secondo me esemplifica alla perfezione l'approccio razionale alla questione: data una parete x bianca...

E' anche il motivo per cui nella prassi questi ragionamenti mostrano la corda: non esistono pareti x bianche, ma pareti dove il crocefisso c'è già, e le consuetudini non sono poi così semplici da smontare.

Non parlo dal punto di vista legale (a tutti quelli che scrivono che "la sentenza dice un'altra cosa", faccio presente che in questo pezzo non si entra nel merito della sentenza, che a occhio mi sembra ragionevole; al massimo si entra nel merito delle motivazioni che portano una persona a denunciare il pezzetto di legno a Strasburgo). Parlo dal punto di vista politico. Il crocefisso è il risultato di una serie di compromessi storici complessi. Poi arriva il razionalista e finge che non esista la storia. Sarà anche razionale, ma trovo che sia un approccio un po' miope ai problemi politici. E lo dico dal solo punto di vista che m'interessa, cioè quello dei risultati, ovvero: volete una società italiana più laica? Togliendo i pezzetti di legno otterrete il contrario. Mi sembra. Poi magari mi sbaglio, non sono Hari Seldon.
11/5/2009, 10:32:00 AM

Andrea wrote ...
Perdonatemi se sbaglio, non sono né architetto né geometra ma credo che lo stato naturale di una parete sia di non avere croci (o foto di presidenti, per quel che vale) inchiodate sopra.
La domanda da porsi, ne consegue, non dovrebbe essere "lo togliamo o no questo crocifisso" ma "cosa ci mettiamo su questa bella parete bianca?".
A quel punto si valutano le varie proposte, e se qualcuno se ne esce con un "mettiamoci un crocifisso!" (dubito sarebbero tanti) se ne parla.
Solo, una preghiera: a parte il TAR del Veneto che naturalmente può dire quello che vuole, noi comuni mortali non offendiamoci reciprocamente l'intelligenza argomentando che la croce testimonia la laicità dello stato: sarebbe come dire che una foto della D'Addario testimonia l'emancipazione femminile.
11/5/2009, 10:13:00 AM

Leonardo T wrote ...
Se qualcuno ha capito che questo è un pezzo per difendere l'esposizione del Cristo, ha capito male. Oppure sono sempre io che mi spiego male, certo (c'è Gesù che dice "toglietemi immediatamente").

A proposito di difendere le posizioni a cui siamo legati emotivamente: Giorgian, che pezzo hai letto? Con chi stai parlando?

Questo è un pezzo che non va d'accordo con nessuno, e tu scrivi che salto sul carro dei vincitori.

"continui a dire che gli atei disquisiscono di anima immortale, peccato originale, battesimo e così via" e non mi ricordo di averlo mai detto. Certo non qui.

Il pezzo è critico nei confronti di certe pratiche formali degli atei che mi sanno un po' di paganesimo. Citavo lo sbattezzo. Non l'otto per mille, l'Ici, il sondino: tutte cose di cui ho scritto male altre volte.

Lo sbattezzo, che è una cosa che fa un po' ridere, perché postula uffici statistici dove qualcuno prende la somma dei battezzati e sottrae la somma degli sbattezzati, ma voi dovete veramente mostrarmelo quell'ufficio lì, voglio le foto.

Oppure cerca radici pseudofreudiane che persino il dott. Sigmund farebbe fatica a star serio: mi hanno fatto "bagnare la fronte quando non potevo difendermi"! CARMINA BVRANA! E probabilmente ti hanno anche pulito il culo quando a te quella sensazione molliccia ancora non dispiaceva, io organizzerei una cerimonia in cui i tuoi genitori ti chiedono scusa per averti fatto nascere senza chiederti il permesso. Peraltro mi pare che la signora atea che ha portato la cosa a Strasburgo chiedesse la stessa cosa: educare un figlio secondo I SUOI principi.

Io non credo che il Vaticano faccia necessariamente parte del paesaggio; ovvero, sì, però ultimamente frana tutto e anche il Vaticano, perché no. Si tratta di valutare serenamente quali azioni vanno in tal senso e quali no. Sono convinto che una campagna identitaria crocefisso-sì crocefisso-no sia una mossa suicida da parte degli atei: magari un'altra volta mi spiego meglio.

Però qui secondo me c'è anche poca voglia di leggermi e capirmi. Comprensibilissima, mica ci tengo a essere simpatico a tutti.
D'altro canto, leggere prima di commentare non mi sembra una richiesta così peregrina.
11/5/2009, 10:03:00 AM

Anonymous wrote ...
Geniale ed acuto mi piace :)
Sarebbe da stampare e distribuire !
Complimenti
Barbara
11/5/2009, 9:53:00 AM

francesco wrote ...
Leo, lo sapevo che sul tema saresti caduto.
Tra l'altro in realtà la sentenza della corte europea non dice affatto che il legnetto va tolto perchè la gente si offende, messaggio che stanno facendo passare i soliti ridicoli e caciottari mezi di disinformazione italiani (con conseguente corollario bersanian-bocciofilo "ma come? possibile che ci sia qualcuno che si offende per un pezzetto di legno? mo a mè mi sembra proprio una bella tradizione!"), quello che dice la sentenza è che uno stato europeo non può abdicare ai propri doveri di neutralità verso i propri cittadini.
11/5/2009, 9:52:00 AM

Anonymous wrote ...
Scusa, non ho finito di leggere tutti i commenti e le risposte, lo farò presto. Volevo contribuire dicendo che sei un mito: ma come ti vengono in mente?
Il problema di molti, suppongo, è che la questione si ferma ad un cadavere da adorare, mentre non si va oltre, cioè al fatto che è risorto ed è possibile incontrarlo, davvero, tutti i giorni, anche nelle scuole, nelle facce di tutte quelle persone che ci credono e cambiano e vivono grazie a Lui.
Non so se le due categorie comprendono tutte le sfumature dell'opposizione, ma l'osservazione sul razionalismo illuministico dei sadducei mi ha fatto morire dal ridere, da quanto è vera: deve essere deboluccio l'insegnamento che impongono ai figli in base a quanto ritengono di aver appreso dalla vita, se poi hanno paura che il crocefisso possa incrinarlo (e poi non sarà solo il crocefisso, magari anche la musica techno invece di Bob, che gli avete sempre fatto ascoltare)... e poi nella vita troveranno qualcuno che è più felice di loro e dovranno ripensare a tutto quello che dai genitori hanno appreso. Anzi, pensandoci, quasi meglio: sarà più facile riconoscerLo, sempre che non si suicidino prima. Eh, si.
Che lo vogliate o no, che lo crediate o no, il cristianesimo E' qualcuno da seguire, una strada aperta da 2009 anni, di persone cambiate rinnovate, risorte, grazie a Lui. E senza questo ci si perde nell'individualismo di parte delle esperienze personali. Non sbagliate ultimamente, ma senza senso e casuali.

Aspetto con ansia il prossimo post, e mi vado a vedere prima possibile il tuo intervento alla tivvù.
Ciao, Nicola.
11/5/2009, 9:51:00 AM

giorgian wrote ...
penserei che proprio non riesci a capire che cos'è (ma soprattutto che cosa non è) un ateo, ma sarebbe una piaggeria, sarebbe concederti un'onestà che non hai.

continui a dire che gli atei disquisiscono di anima immortale, peccato originale, battesimo e così via, quando invece il mistero insondabile che assilla molti di noi ha altri nomi e altri volti.

io non mi sento suddito, quindi il "date a cesare quel che è di cesare" non m'è mai piaciuto, ma fin qui passi. è il "date allo ior quello che è dio" che non mi va giù, è di questo che vorrei discutere.

il battesimo è solo un po' d'acqua, era veramente benedetta o no? questo, secondo te, il punto.

prova a formularlo così: è l'otto per mille del mio irpef, è veramente benedetto o no?

è l'esenzione dall'ici, fatta in nome mio, di quell'acqua stagnante e delle zanzare che ci hanno deposto le uova, è un tizio che, per avermi fatto bagnare la fronte quando non potevo difendermi, decide quanto stretta deve starmi la mia libertà.

il sondino benedetto lo impongono anche agli atei, dici tu: perché, secondo te, il vaticano è parte del paesaggio, come l'appennino, pensare di poter cambiare le cose ti sembra più sciocco che velleitario, come a voler abrogare l'appennino, appunto.

fin qui, finché ti limiti a indicare quale carro secondo te vincerà, non fai niente di male. è quando ci sali sopra, come con questo post, che fai storcere il naso.
11/5/2009, 9:39:00 AM

b.georg wrote ...
muti-muri.. carino il refusino
11/5/2009, 9:38:00 AM

b.georg wrote ...
sbattezzo ed eliminazione del crocefisso dai luoghi pubblici, nei luoghi ove battesimo e presenza della croce sono pratiche maggioritarie, non sono evidentemente atti di superstizione ma atti politici: non mirano a preservare il singolo da influssi magici o pratici nefasti, ma - ugualmente a livello simbolico - a rendere autonoma la società da una presenza religiosa percepita come esorbitante. si può discutere la rilevanza o irrilevanza di quella battaglia politica, ma si fa con argomomenti pertinenti. metterla come se fosse superstizione e rivolgerle contro ovvie ironie è imho un trucco retorico debole (facilmente rovesciabile: se siete così saldi nella fede perché avete bisogno di pezzi di legno?) che non si occupa della realtà dei fatti, il che sempre succede quando ci troviamo a difendere una posizione cui siamo legati emotivamente ma che non ha carattere di universalità e non si può che farlo quindi in modo poco sincero e razionale. (volendo restare nell'ambito delle facezie, il punto di vista dell'eliminatore di crocefissi è un po', rovesciato, l'argomento del barbuto in un mondo di glabri: non sono io a dover spiegare perché me la faccio crescere, siete voi a dover spiegare perché ve la tagliate. I crocefissi non crescono sui muti, qualcuno ce li mette). Su tutto il resto concordo abbastanza. Tra l'altro non so se Cacciari ti legge o viceversa, ma più o meno ieri ha detto la stessa cosa: usare la croce come simbolo di identità - cosa che peraltro la chiesa ha sempre fatto - significa usarla al contrario del suo significato, poiché in quanto icona della sofferenza in cui identificarsi, è piuttosto simbolo di apertura e di disidentità.
11/5/2009, 9:36:00 AM

Anonymous wrote ...
Lucidi e quotabilissimi i commenti di elmyr, broono, atlantropa.
Il post, in sé, fa talmente cagare che potrebbe essere firmato "Ruini".
Tral'altro: "Li vedi questi chiodi qua? Li vedi? [...] Sono autentici, va bene? Non sono un simbolo, sono una rappresentazione realistica. Duemila anni fa i ribelli li uccidevano così." Neanche questo hai imbroccato. I chiodi per i crocifissi sono un'invenzione piuttosto tarda (V secolo, sembra). E in quanto a simboli di sofferenza - storici, non di fantasia -, perché non appendere al muro anche l'immagine di Giordano Bruno al rogo, o di qualche eretico squartato dai tuoi confratelli tutti amore-tolleranza-porgo-altra-guancia.

Mario
11/5/2009, 9:22:00 AM

aLEX wrote ...
μαρτύς (martýs)
11/5/2009, 9:02:00 AM

kyra l'elfo wrote ...
Bellissimo post!!!!
11/5/2009, 9:02:00 AM

Diego Maninetti wrote ...
STANDING
OVATION

(Ok, adesso però mi siedo e smetto di applaudire, che sono in ufficio e i colleghi mi guardano male)
11/5/2009, 8:39:00 AM

Anonymous wrote ...
Su Piovono Rane, la sentenza in italiano.
11/5/2009, 5:19:00 AM

luzmic wrote ...
Scusa Gesù se mi intrometto nella conversazione, ma non posso lasciarmi sfuggire l'occasione. Volevo solo dirti che io non ce l'ho mica con te. Io penso che tu sia stato un uomo che ha detto e fatto cose su cui riflettere, e che hanno lasciato tracce profonde. E che è morto in modo doloroso (mi spiace per te, sai). Io ce l'ho con il mio Stato che usa la tua immagine e che in questo modo divide i suoi cittadini fra tuoi seguaci da una parte e tutti gli altri dall'altra. E si mette - lui, lo Stato - dalla parte dei primi. Non dico che opprime i secondi (non in questo momento, almeno), ma si mette dalla parte dei primi. E invece non dovrebbe stare dalla parte di nessuno ma dalla parte di tutti. Per questo penso proprio che lo Stato il tuo simbolo non dovrebbe usarlo proprio. Senza rancore eh. Ogni bene.
11/5/2009, 2:39:00 AM

Anonymous wrote ...
La procédure devant le tribunal administratif reprit. Par un jugement du 17 mars 2005 no 1110, le tribunal administratif rejeta le recours de la requérante. Il estimait que le crucifix était à la fois le symbole de l'histoire et de la culture italiennes, et par conséquent de l'identité italienne, et le symbole des principes d'égalité, de liberté et de tolérance ainsi que de la laïcité de l'Etat.

(il tar del veneto ha avuto il coraggio di dire nella sentenza che la croce è un simbolo della laicità dello stato.)
11/5/2009, 1:43:00 AM

atlantropa wrote ...
C'è chi si spaventa vedendo il più con l'omino sopra a prendervi il sole, e chi crede in un dio che, declamata l'opportuna filastrocca, diventa un panino.

Ad ognuno la sua croce.
11/5/2009, 1:36:00 AM

Anonymous wrote ...
http://cmiskp.echr.coe.int/tkp197/portal.asp?sessionSimilar=36564964&skin=hudoc-en&action=similar&portal=hbkm&Item=19&similar=frenchjudgement

per quanti di voi ci tengono a sapere di cosa stanno parlando (e sanno leggere il francese).
11/5/2009, 1:31:00 AM

Broono wrote ...
Mi unisco ad "anonimo" e a Roberto.
Lo sbattezzo non è un gesto pubblico perché cerca una legittimazione nell'ostentazione, ma perché è la risposta, a un'ostentazione.

Le statistiche sui cattolici in italia non vengono fatte da Mannheimer al telefono, ma contando i battezzati.
Nemmeno si scende nel dettaglio della divisione tra credenti e praticanti, ché lì sarebbe davvero una tragedia, ma si resta nella comoda e strumentale conta dei battezzati.

In un paese nel quale il battesimo è pratica più di "tradizione" che di reale appartenenza, quel numero assume un peso non indifferente se usato per legittimare scelte politiche sull'onda della rappresentanza collegata al numero stesso.

Chi sceglie lo sbattezzo non lo fa (solo) per manifestare il proprio dissenso, ma lo fa soprattutto per dare il proprio contributo per far sì che quel conto si avvicini, anche solo di un'unità, alla realtà di quella rappresentanza e con questo, per far sì che certe posizioni di pura e semplice intolleranza che vengono spacciate per condivise quando non addirittura richieste da quel 96% di cui sopra, non trovino davanti a loro come oggi quella strada in discesa lastricata di una propaganda che mai verrà vista come tale finché potrà contare sull'anagrafe iniziale e non sul reale numero di chi vi si trova iscritto per reale appartenenza.

E' un po' più di quel fare a chi ce l'ha più lungo che viene spesso usato per rappresentare la scelta dello sbattezzo.
Più che mostrare quanto ce l'ha (più) lungo il primo, è un gesto per contribuire a rendere palese che il secondo ce l'ha più corto di quanto appaia quando si riempie i pantaloni di cotone.
11/5/2009, 1:11:00 AM

vic wrote ...
"assaggia questa minestra, senti che schifo"
11/5/2009, 12:40:00 AM

E-TIGER wrote ...
Pessimo pezzo, come sempre quando tocca la "croce-fissa"
11/5/2009, 12:07:00 AM

Anonymous wrote ...
@ leonardo:
l'ostia in fondo è una cialda, ma posso desiderare di essere lasciato in pace dalla suora mentre agonizzo con un tubo che mi esce dal deretano, anche se in quel momento non ho un filo di voce per dirle che non voglio. non è che non sopporto il corpo di cristo in sé: l'ho assaggiato varie volte prima di rifiutarlo e non mi è mai andato di traverso. ma non voglio partecipare ad una cerimonia vudu mentre sto male; sono un adulto seminudo, in limine mortis, davanti a una suora che mi spupazza per sentirsi importante. il sondino è peggio, ca va sans dire. devo scegliere tra l'ostia, l'olio santo e il sondino?
@ phil e leonardo: ammettiamo pure l'argomento così acuto degli opposti estremismi religiosi. ammettiamo che uno sia ossessionato dal crocifisso e non riesca più ad avere erezioni decenti perché quando ci prova pensa al don che gli bagna la fronte con l'acqua santa. allora, resta valida l'equidistanza istituzionale tra l'ossessione di chi crede e di chi miscrede.
data l'equidistanza i casi sono due: o cristo ama i suoi farisei e anche i sadducei, e accetta serenamente la sentenza. oppure cristo chiama ghedini e si proclama primus super pares, rovesciando la sentenza.
non vedo fanatismi più simpatici in quanto rappresentativi dell'identità nazionale, o delle radici dell'europa. vedo solo fanatismi più redditivi alle urne. siccome apprezzo sempre la pedagogia machiavelliana di leonardo, vorrei che senza convocare cristo e gli zebedei, mi confortasse su questo punto. poi se vuole può rimettersi a fare la fila per menare il pupazzo di odifreddi.
elmyr
11/4/2009, 11:43:00 PM

Roberto wrote ...
Bel post. Avevo letto, riportata altrove, solo la parte dei sadducei, e non l'avevo apprezzata. Qui invece, insieme al resto, ha un senso.

Pero'.

Pero', pure se sentirsi offesi dal crocefisso in classe e' una forzatura (ma pensandoci, fossi credente, a me un po' darebbe fastidio) e' anche vero che su quel muro proprio non c'entra nulla. Soprattutto perche' e' li' soltanto come residuo di quando il cattolicesimo era religione di stato. Motivazione che non esiste piu', mi sembra. E le reazioni della gerarchia cattolica mi fanno pensare che tirarlo giu' non e' proprio un fatto del tutto senza importanza.

Poi, per carita', hai ragione tu: i veri problemi sono altri, e non varrebbe neppure la pena di parlarne. Faccio ammenda (anche se il tuo post e' molto piu' lungo del mio commento). ;-)

P.S.: Ah, lo sbattezzo. Io non l'ho fatto, credo piu' per pigrizia che per altro. Non mando neppure la disdetta alle mailing list delle riviste di cucito, per dire. Ma finche' in Italia si sara' considerati cattolici (nelle statistiche ma non solo) soltanto perche' si e' ricevuta un po' di acqua in testa da piccoli, beh, una ragione razionaleper sbattezzarsi (piccola quanto vuoi) ci sara'.
11/4/2009, 11:35:00 PM

claudio wrote ...
Bah.
sembra una sceneggiatura per un film ispirato ai personaggi di Guareschi...
Retorico
11/4/2009, 11:34:00 PM

alberto wrote ...
In fondo è vero: al Cristianesimo di oggi non mancano i sepolcri imbiancati, ma quelli ci sono sempre stati. Quello che manca sono i Francesco, gli eretici, i Savonarola, quelli che ci mettono il corpo e non l'immagine televisiva, quelli che ci credono fino al punto da darsi completamente. Il Cristianesimo non accende più, è bolso. E devo dire che anche l'Islam mi fa lo stesso effetto. L'orgoglio islamista di al-Qaeda non è molto diverso da quello padano della Lega. E' artificiale. E' sete di potere e poco altro, desiderio di emergere un pochettino. Il Gesù che tu tratteggi è nostalgia di qualcosa che il Decadentismo ha spazzato via per sempre dal mondo. (E qui ci starebbe una collegamento con la morte di Levi Strauss, i tropici che sono anch'essi tristi...)
11/4/2009, 11:20:00 PM

Anonymous wrote ...
Perchè una volta eri più ganzo tu.

guido

Ps. c'erano modi migliori di essere in linea con bersani. hai toppato secondo me. a volte sembra che non ti accorgi che, per quanto possano sembrare gente "normale" e anche mediocre (io mi metto tranquillamente tra i mediocri senza falsa modestia) i tuoi lettori, in italia, sono l'Avanguardia: non stai parlando al Paese (so che lo sai. è che te ne dimentichi, credo.)
e l'Avanguardia va valorizzata e anche un po' coccolata. non gli si può rimproverare ogni santo giorno la sua avanguardietà.

guido
11/4/2009, 11:07:00 PM

Anonymous wrote ...
Elmyr, hai ragione, ma probabilmente Leonardo non crede alla funzione di certe procedure (a meno che lui stesso non sia cattolico, e allora il discorso cambierebbe).

Basterebbe questa motivazione: "per la voglia di far crescere il numero degli sbattezzati, contrapponendolo alla rivendicazione cattolica di rappresentare il 96% della popolazione italiana".
Ma magari sono banalità che non portano a niente.
11/4/2009, 11:06:00 PM

Phil wrote ...
Chi ha presentato davanti al tribunale il caso del crocifisso, da quel che ho letto, faceva parte dell'uarr. Quindi si, ossessione :P
11/4/2009, 10:54:00 PM

Leonardo T wrote ...
Ok, al caso dell'ostia non avevo pensato.
Ma anche lì, in fondo, è una cialda. Molto peggio il sondino nasogastrico, ma quello vogliono ficcartelo anche se non sei battezzato, quindi a che pro.

Fantozzi e Guareschi li avete trovati subito, ma Pazienza no, una volta avevo lettori più ganzi.
11/4/2009, 10:53:00 PM

Anonymous wrote ...
lo so che mi hanno bagnato la testa da bambino. la procedura servirebbe a manifestare questa convinzione anche alla collettività e di fronte alla chiesa romana, che formalmente pretende ancora di allegarmi ai cattolici. sarebbe un gesto politico. magari poco efficace, o non così importante. ho detto anche io che è un gesto di valore discutibile, ma non perché superstizioso. preferirei un atto pubblico diverso dallo sbattesimo e rivolto più che altro alle istituzioni del mio paese, o preferirei che in ogni ambito della vita pubblica mi fosse concesso di evitare che la chiesa cattolica gestisca qualcosa che mi riguarda, compresa l'istruzione dei miei figli, o le modalità di idratazione del bisnonno in coma.
se sono su un letto d'ospedale, vorrei che un atto pubblico impedisse a una suora di venire a pregare e a somministrarmi l'eucarestia: magari non ho voce e coscienza per rifiutarla da solo(l'ho visto succedere).
non ho tutta questa voglia di costringere un parroco ad andare a scartabellare faldoni alla ricerca del mio documento.

@ phil.
non so se la mia posizione vuol essere terza. non mi vedo come un sadduceo perché non sono gesù cristo. non credo di essere ossessionato dalla croce e non sono neanche pronto a fare le barricate per questa sentenza, che saluto con un pacato assenso. non so se chi ha presentato davanti al tribunale il caso del crocifisso sia ossessionato, l'associazione mi sembra carica di pregiudizio e troppo orientata a cercare simmetrie. anche questo è un gesto politico. magari anche questo può essere giudicato poco significativo: non per forza come una forma di fanatismo, che peraltro, anche se glissiamo sull'aspetto, dà ragione al querelante. le reazioni scomposte alla sentenza però hanno un solo segno, e mostrano che c'è un merito della faccenda dietro al punto simbolico, che con la fede ha poco a che vedere, e molto con la cooptazione di masse di vecchiette. la croce in questione non è il simbolo di cristo, ma il brand di santa romana chiesa, e questo leonardo nel dialogo lo ha pure riconosciuto, credo. in meno di 24 ore berlusconi è apparso con un crocione in mano che neanche l'esorciccio. se c'è ancora qualcosa di sacro nella vicenda, fatemi mettere un dito nel costato di berlusconi o di buttiglione e crederò.
dall'altra parte non vedo cori da stadio e happening iconoclasti, vedo solo odifreddi, come al solito pronto a recitare la parte del pupazzo inerte che tutti prendono a sberle.
elmyr
11/4/2009, 10:45:00 PM

Anonymous wrote ...
leonardo, assomigli sempre più a don camillo.

guido
11/4/2009, 10:25:00 PM

Anonymous wrote ...
questo post e' una cagata pazzesca! ;)
11/4/2009, 10:17:00 PM

Phil wrote ...
@ elmyr

Il protagonista del dialogo è lo stesso di tutta la vicenda reale e penso che Leonardo abbia voluto porlo come una sorta di "mediatore" tra la dicotomia farisei-sadducei. La via di mezzo esiste? Se è la tua forse dovresti spiegarla meglio perchè non l'ho colta (non te ne faccio una colpa dato che potrebbe essere mia).
Se per "non ha ucciso nessuno" intendi che non ha fatto alcun danno sono d'accordo ma forse bisogna chiedersi se si poteva fare di meglio. Ad esempio, in altri paesi insegnano "Etica" invece di "Religione cattolica" e, psicologicamente parlando, un bambino ha bisogno di una trascendenza molto più vicina rispetto a quella di un Dio, di tipo orizzontale (con le persone che gli stanno accanto) e non verticale (con Dio), del puro e semplice comunicare con l'altro che è poi, aristotelicamente parlando, "l'altro me stesso".
Un saluto

p.s. Leo, hai dimenticato di Bronzi di Riace...
11/4/2009, 10:09:00 PM

Leonardo T wrote ...
Siamo sempre lì: perché occorre trovare una procedura formale che renda pubblico il distacco? Non ci credi? Ti hanno bagnato la testa da bambino, fine.
11/4/2009, 9:53:00 PM

Anonymous wrote ...
forse non è bene escutere le metafore, mi chiedo però se la dicotomia tra sadducei e farisei esprima tutte le categorie del caso. separare le persone in questi gruppi è possibile assumendo il punto di vista del protagonista del dialogo, cioè di gesù cristo. che per tanti motivi non può essere il mio.
non mi convince che chiunque abbia da obiettare sul crocifisso in aula debba essere un sadduceo terrorizzato da pezzi di legno. per dire: non ripristinerei la preghiera a scuola prima della lezione, anche se in passato era un'abitudine diffusa che non ha ucciso nessuno. preferirei l'ora di religioni comparate, anche se quella di religione cattolica non mi ha ucciso e non mi faceva paura. trovo deboli gli esempi che cristo nel dialogo presenta per motivare il suo astio contro i genitori isterici. "ci sono persone che offrono caramelle nel parco". gesù, prova a sostituire con: "ci sono persone nelle aule di scuole e tribunali che offrono caramelle", così almeno ci capiamo.
“vogliamo abolirli a scuola (i pezzetti di legno)? E quando li incontreranno nella vita, come si comporteranno?”. magari faranno meno fatica a rifiutare di riconoscere il card. bagnasco come un’autorità morale e come una legittima presenza nello scacchiere politico, o non si scappelleranno quando muore un vescovo. niente di rivoluzionario, giusto un’educazione un po’ più europea.
anche lo sbattesimo: è fuorviante sostenere che chi si sbattezza lo faccia per superstizione. si tratta di trovare una procedura formale analoga al battesimo per rendere -pubblico- il distacco dalla chiesa cattolica romana (la fede non c'entra niente). si può obiettare che il valore formale della procedura è debole, ma paragonare chi ci pensa a uno che crede alla sfiga è ingiusto. non condivido lo sforzo per connotare tutte le posizioni di fronte alla sentenza sul crocifisso come forme di isteria uguali e contrarie. lo strepito proviene da una parte sola. stasera ho acceso la televisione e c'era larussa che inveiva contro il solito odifreddi. "sono incazzato. possa morire, lui e quelli come lui", diceva il ministro della difesa.
elmyr
11/4/2009, 9:43:00 PM

Phil wrote ...
Cioè, fammi capire, hai incontrato il Cristo e non gli hai chiesto "Quid est veritas"?
Un Cristo che non conosce l'illuminismo ma è al corrente della 626, Dio Cristo che bel post! (lo invio via fax a Ratzy)
11/4/2009, 9:43:00 PM

abbasta wrote ...
Bello come sempre. Il tuo tentativo di far passare noi razionalisti come i veri superstiziosi è davvero esilarante. Ma visto che adorate i cadaveri, non sarebbe il caso di aggiungere anche una di quelle teste rimpicciolite che adorano certe tribù, magari quella di Bertone (in forma di zucca!) o della Gelmini?
11/4/2009, 9:35:00 PM

zarathustra wrote ...
per rimanere nella tua citazione, 92 minuti di applausi
11/4/2009, 9:14:00 PM

Anonymous wrote ...
Io vorrei sapere se l'esposizione di crocefissi D&G in strass su petti di tronisti è da considerarsi anch'essa una valida difesa delle radici cristiane dell'occidente
11/4/2009, 8:23:00 PM

Kimboz wrote ...
Bello, propio bello, questo pezzo.
Io per la cronaca sto coi sadducei, però non credo che sia una questione di libertà di fede, quanto di eguaglianza di fedi dinanzi allo Stato (si dirà così?).

Insomma, la scuola non dovrebbe avere segni di una fede piuttosto che un'altra. Si saranno espressi male ma sono convinto che intendessero questo (genitori ricorrenti e giudici giudicanti).

Se no perchè non appendere una spada Jedi al muro? Hanno fondato pure la religione Jedi, da qualche parte in America, o Scientology, perchè no.

E allora o appendiamo un pò tutti i simboli religiosi o, meglio, non ne appendiamo nessuno, così facciamo contenti non solo tutti i religiosi, ma pure gli atei.

As simple (and cheap) as that
Andrea
11/4/2009, 8:19:00 PM

Long John Silver wrote ...
Tu. sei. un. genio.

Nomen omen, probabilmente.
11/4/2009, 8:17:00 PM

Anonymous wrote ...
non ho colto la citazione di "mi aspettano in sala mensa"..da dove arriva? Io comunque questo me lo segno questo post. Posso citarti come intellettuale di riferimento?
11/4/2009, 8:17:00 PM

Leonardo T wrote ...
1900 anni a Roma possono lasciare qualche segno.
11/4/2009, 8:05:00 PM

StefsTM wrote ...
Quel "mi aspettano in sala mensa" è un tributo cinematografico o sbaglio?

Gran pezzo, che Cristo dicesse "Ahò" non me l'aspettavo.
11/4/2009, 7:47:00 PM

Opera di misericordia 7bis

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Chiose apocrife a Matteo 25

A sentire il primo evangelista, quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria, pare che gli toccherà effettivamente separarci gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri: e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra.
A quelli che stanno alla sua destra dirà: "Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi".
I giusti si guarderanno l'un l'altro un po' sbigottiti e gli risponderanno: "Signore, con rispetto, ma quando mai? Quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere, forestiero e ti abbiamo ospitato, ecc. ecc.? E quando soprattutto ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti?"
Il re dirà loro: "Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me". E loro: Aaaah, ecco qual era il trucco. Beh, meno male.

Fin qui tutto liscio; poi verrà il turno di quelli alla sinistra.
A loro il re dirà: "Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno. Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato".
Ovviamente anche loro risponderanno sbigottiti: "Signore, quando mai? Non ti abbiamo mai visto affamato, o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere, altrimenti ti avremmo allestito al più presto un sontuoso comitato di ricevimento".
Ma egli risponderà: "Ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l`avete fatto a me".
E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna.

A quel punto, nell'enorme pascolo del giudizio resterà giusto qualche insigne prelato, con l'aria piuttosto contrariata.
Il re dirà: "Ancora qui? Non avete capito dov'è che dovete andare?"
E loro: "Signore, perdonaci, ma qui c'è qualcosa che non ci torna. Noi siamo gente di chiesa, Matteo 25 lo sapevamo a memoria. Senz'altro non siamo stati perfetti, ma molti affamati li abbiamo saziati"
"Questo è vero", dirà il re, scarabocchiando sulla sabbia.
"Per non parlare dei forestieri che abbiamo ospitato".
"In effetti".
"E dei carcerati che abbiamo visitato".
"In Guyana però non ci sei venuto, cardinale".
"Eh?"
"E' stato qualche millennio fa, ai tuoi tempi. Un fratello più piccolo di me era recluso in Guyana a causa di un certo vizietto, e non lo sei andato a trovare".
"Signore, mica potevo essere dappertutto..."
"Certo che no. Eri troppo impegnato negli stessi giorni a rifiutare per conto del Vaticano la proposta di depenalizzazione universale dell'omosessualità".
"Signore, però, con tutto il rispetto..."
"Sì?"
"Potevi dircelo prima, che avevi anche dei fratelli gay".
"Mi sembrava implicito".
"No, Signore, no! Non era affatto implicito".
"Avrebbe cambiato qualcosa? Vi sareste fatti musulmani? Troppo tardi, in ogni caso", sbufferà il re: e a un suo cenno gli angeli accompagneranno gli insigni prelati all'uscita di sinistra, dove già li attendono i loro colleghi attivissimi e non passivissimi.

(Vedi, fra gli altri, Malvino)
Comments (40)

Ernesto de Bernardis wrote ...
Mah.
Sempre le stesse cose.
Non ne usciremo se non fra qualche secolo.

Semplifichiamo? Il papa detti legittimamente le norme per i cattolici osservanti e la smetta una buona volta di imporre - suggerire - instillare dettami per chi sceglie di NON essere cattolico.

I consessi internazionali la smettano una buona volta di prendere in considerazione le opinioni di papa, patriarca, dalai lama, ed altri rappresentanti di credenze autoreferenziali - se non sono d'accordo con qualcosa, o se sono d'accordo, fatti loro. Interni.

I politici la smettano di strillare come cornacchie che si vuole zittire la chiesa, sperando in amicizie di sacrestia e travasi di voti. Prendando atto che e' proprio cosi': si vuole zittire la chiesa. Perche' e' diventata troppo petulante e irriguardosa nei confronti dei cittadini liberi di crederci come di non crederci affatto.

Poi i cattolici potranno anche scegliere liberamente di rifiutare le trasfusioni di sangue, anzi direttamente meglio che evitino gli antibiotici perche' non c'e' traccia di uso clinico dei derivati di muffe e batteri nelle sacre scritture.

Io preferirei cosi'. Ne paghero' le conseguenze e se mi sbaglio andro' felice nella geenna, dove trovero' persone con cui m'intendo meglio, senza bisogno di godermi per l'eternita' la vista di un tipo sanguinario e senza cuore. Ah, e vengo da 13 anni di scuola cattolica, a proposito di formazione.
12/8/2008, 10:05:00 AM

Leonardo T wrote ...
Cordialità 'sta cippa.

Luciano, nel mio commento ci sono risposte puntuali a passi della Bibbia che tu hai citato. Siccome io ho avuto la pazienza di risponderti, ti chiedo semplicemente la stessa pazienza.
Altrimenti uno si mette a leggere il Vangelo, arriva fino al venerdì Santo e poi lo mette via, perché "c'è un morto... non mi piace".
12/5/2008, 6:36:00 PM

Luciano wrote ...
Leonardo, scusa ma quando ho letto il tuo commento mi sono fermato a "Per me nel Nuovo Testamento la morte ha un ruolo centrale: una morte consapevole, scelta da un soggetto che è insieme Dio e uomo".
Mi sembra che non andiamo da nessuna parte anche noi due: se per te la resurrezione ha avuto un ruolo secondario nella vicenda, come vedi non mi sbagliavo, credo che continuare a scrivere di cose che non conosci non abbia poi molto senso. Ma non dispero... :-)

Per gli altri commenti, il Duca ha risposto credo più che bene.
Cordialità
12/5/2008, 6:27:00 PM

Thomas Morton wrote ...
l'ideologia gay...
gasp
12/5/2008, 2:15:00 PM

Anonymous wrote ...
Mi sembra ridicolo che nel 21° secolo si prenda ancora un libro vecchio di 4000 anni come "codice civile-penale". Se quello che c'è scritto fosse veramente il pensiero di "Dio", allora varrebbe la legge dell'occhio per occhio, dente per dente. Non si può basare l'etica contemporanea su quanto sta scritto nella Bibbia.
12/5/2008, 2:06:00 PM

Duque de Gandìa wrote ...
La Chiesa invece intende condurre una crociata contro il matrimonio gay.
Cos'è, proibito?
Non contro gli omosessuali, che spesso sono persone rispettabilissime, ma contro l'ideologia gay: l'idea non le persone.
Proprio quella distinzione -tra peccato e peccatore- che la Chiesa è sempre stata in grado di fare:)

Duque de Gandìa
12/5/2008, 1:01:00 PM

Thomas Morton wrote ...
Io invece sono anti-clericale e intendo condurre una crociata contro la chiesa cattolica.
Cos'è, proibito?

Non contro i cattolici, che spesso sono persone rispettabilissime, ma contro il cattolicesimo: l'idea non le persone.
Proprio quella distinzione che la Chiesa non è in grado di fare: chi segue idee o ha abitudini diverse non merita rispetto.
12/4/2008, 11:31:00 PM

Leonardo T wrote ...
Oh, bene, Luciano, finalmente una disputa sulle Scritture.

Secondo te il Nuovo Testamento è un inno alla vita. Per me nel Nuovo Testamento la morte ha un ruolo centrale: una morte consapevole, scelta da un soggetto che è insieme Dio e uomo. Chi ha ragione? Entrambi.

Peraltro qui la questione non è vita vs morte, ma: quando comincia la vita? Nel momento del concepimento o più tardi? La Bibbia lo dice a chiare lettere? Per la Bibbia l'aborto è un peccato grave o mortale? In generale, per la Bibbia, la Vita è un bene da anteporre a tutti gli altri?

Esodo 21. Il passo dimostra che l'aborto non viene equiparato a un omicidio: infatti la pena prevista è meno grave di quella prevista per un omicidio. Riporto il passo:

[22]Quando alcuni uomini rissano e urtano una donna incinta, così da farla abortire, se non vi è altra disgrazia, si esigerà un'ammenda, secondo quanto imporrà il marito della donna, e il colpevole pagherà attraverso un arbitrato. [23]Ma se segue una disgrazia, allora pagherai vita per vita: [24]occhio per occhio, dente per dente, mano per mano, piede per piede, [25]bruciatura per bruciatura, ferita per ferita, livido per livido.

Mi sembra abbastanza chiaro cosa sia considerato una "disgrazia" e cosa no.

Lia e Rachele. Non riesco assolutamente a capire cosa c'entri con l'aborto, ma forse è tardi e sono stanco.

Salmo 139: Dio ci conosce prima che siamo formati. Direi che Dio ci conosce anche prima della fecondazione. Dio, in effetti, è onnisciente. Da qui a dedurne che il Salmista intenda dirci che siamo uomini prima di uscire dal grembo, ce ne passa molta. Dovrei violentare parecchio la mia coscienza per crederci.

Geremia. Vale tutto quanto detto sopra per il salmista, con l'aggravante che stiamo parlando del profeta più incazzoso del Vecchio Testamento, e non vorrei poi trovarmelo davanti mentre mi spiega che ho frainteso un suo passo. In ogni caso, sì: Dio ci conosce quando ancora non ci siamo formati. Molto, ma molto prima che lo spermatozoo incontri un ovulo.

Giovannino Battista al sesto mese. Beh, non credo che stiamo parlando del diritto ad abortire feti al sesto mese. In coscienza sì, credo che Giovannino a quel punto fosse già una persona fisica, e abortirlo sarebbe stato quasi un omicidio. Noto en passant che la stessa persona fisica, malgrado il Nuovo Testamento sia un Inno alla Vita, ricevette una chiara vocazione al martirio. E la seguì, anche perché nessun insigne prelato lo annoiava spiegandogli che la Vita è un bene supremo da anteporre a tutti gli altri.

In ogni caso continuo a trovare l'aborto ripugnante, esattamente come ero un bravo bambino di parrocchia. Per questo motivo mi piace la legge che c'è in Italia, che il numero di aborti li ha ridotti; e non mi piacciono i preti che per cattivi calcoli o ipocrisia rischiano di aumentarli.
12/4/2008, 10:59:00 PM

Anonymous wrote ...
Chissà. Forse il gioco è: spariamola grossa sulla non depenalizazione dell'omosessualità - posizione oggi francamente grottesca - così magari riusciamo ad evitare qualsiasi accenno alla possibilità di aborto per i disabili. Del resto il Vaticano ha chiesto e ottenuto che venissero sospesi tutti i progetti di aiuto allo sviluppo, anche condotti da ong, in cui fosse contemplato l'aborto. Se ne parlava molto, di una decina d'anni fa. Veramente tra le gonne dei porporati c'è chi ha un gran tempo da perdere. A proposito, l'idea che se una donna perde un figlio - o meglio un feto - sia il marito a decidere quanto valeva, cosa che l'autore della citazione riporta umilmente senza alcun commento, evidenzia ancora una volta come il senso di certi "comandamenti" della chiesa e di certi suoi servitori sia sempre quello di voler decidere per gli altri (compreso se piaccia o no discutere un commento).
La dama del lago
12/4/2008, 7:29:00 PM

Anonymous wrote ...
Sempre sia lodato google ads.
Ho seguito il link al blog di luciano su cui campeggiava un bannerone di maschi poco vestiti - "chat 100% gay"

Perdonami Luciano, ma, in questo paese, abbiamo tutti una qualche esperienza e conoscenza della violenza strutturale di una parte della chiesa cattolica. Quella parte profondamente reazionaria (contro il vaticano secondo, per non parlare della teologia della liberazione) elitaria, attenta ai privilegi dei pochi e tremendamente prepotente con gli altri.
Ho la fortuna di lavorare con un pezzettino splendido di quell'altera parte, ma le esperienze di intolleranza verso chi non si omologa non mi mancano comunque.

Sarò quindi prevenuto, per di più sono un povero ignorante che crede nella centralità dei diritti umani (gravemente e regolarmente violati anche in "occidente", eh) convinto inoltre che libri sacri di ogni credo non dovrebbero entrarci per nulla. Per cui non riesco proprio a non vedere in questo l'ennesimo grave episodio di un ben noto e sperimentato disprezzo per la vita già nata e non omolgata. In questa analisi, sono in buona e numerosa compagnia di colleghi e amici cattolici credenti e praticanti e socialmente impegnati con coerenza (per distinguerli da quelli, che conosco, che si stracciano le vesti per i feti e poi guidano il corteo contro il campo nomadi).

L'Onu non è così inutile: ci vuole molto tempo, ma strumenti come la dichiarazione universale dei diritti umani e le convenzioni successive hanno il loro peso. Ridurre in schiavitù e torturare liberamente è più difficile oggi che prima del 1948. Pensate se non ci fossero.
Ci sono le dichiarazioni di principio (la dichiarazione dei DD.UU.) -non direttamente vincolanti, ma che mettono i paletti, come la costituzione-; e strumenti più vincolanti o specifici per necessità specifiche (convenzione sui diritti del fanciullo, contro ogni forma di violenza sulle donne, eccetera). Perché i gay, oggettivamente vittime di pesanti violazioni in buona parte del mondo, no?

Mi chiedo come possa essere considerato in qualche modo insidioso il fatto che si stabilisca che è sempre vietato torturare e uccidere, ma anche incarcerare, arrestare, maltrattare, limitare la libertà personale semplicemente per l'orientamento sessuale, e che gli stati dovrebbero impegnarsi a rimuovere le violazioni di fatto oltre che di legge.
Oltre il salto logico e piusttosto ampio tra la depenalizzazione e la legittimazione del matrimonio, nella migliore delle ipotesi è la dimostrazione del doppio peso che si citava: il Vaticano si oppone ad avere maggiori strumenti nel limitare violazioni di una minoranza (a cui è ostile) quotidianamente vessata, e questo purttroppo è perfettamente coerente con gran parte della sua storia recente.

(E' così fuori luogo sperare in altrettanto impegno, ad esempio, contro le mafie, o nello scomunicare i fondamentalisti cristiani di Kony che hanno massacrato due generazioni di ugandesi, o altrettanta severità e trasparenza verso i "propri" accusati di pedofilia o complicità in genocidio come in Rwanda?)


Per inciso: non è una questione che riguarda solo l'Iran e altri paesi islamici tra i più autoritari. Dall'africa al sud est asiatico, dai caraibi alla polinesia ci sono paesi di tutte le culture e tutte le religioni (anche la birmania "buddista").

Persino in alcuni stati degli usa si finisce in galera, per anni, per sesso "contro natura". Non è solo una minaccia teorica, ma è meno discriminante: per "sodomy" son finiti in galera uomini e donne, etero e gay. Per di più neri, ma questo è un altro discorso.

Grullo
12/4/2008, 7:11:00 PM

Anonymous wrote ...
Luciano, che vorrebbe dire , secondo te che non hai lacune quel " se non vi è altra digrazia "? Prima parla di " abortire", no? Illuminami.
12/4/2008, 1:05:00 PM

Luciano wrote ...
Mi scuso se posto ancora un commento, un mio amico mi segnala una cosa che riporto anche qui:

"Secondo i Radicali (link al testo) nel testo si dice:
Riaffermiamo il principio di non-discriminazione che richiede che i diritti umani siano estesi a tutti gli esseri umani indipendentemente dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere;
Siamo profondamente preoccupati per le violazioni dei diritti umani e delle libertà fondamentali basate sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere
E Poi:
"Siamo anche preoccupati che le persone di tutti i paesi del mondo siano oggetto di violenze, persecuzioni, discriminazioni, etc etc."

Ecco, a me quell'ANCHE ha fatto lo stesso effetto che ha fatto a Monsignor Agostino Migliore :)
Ok siamo ANCHE preoccupati per i gay impiccati in Iran ma soprattutto siamo "profondamente preoccupati" per il fatto che in Occidente ci siano ancora cose (tipo il matrimonio) che per legge vengono precluse ai gay in quanto gay e quindi questa è discriminzaione bella e buona.
Pertanto: "Esortiamo gli Stati ad assicurare un’adeguata protezione ai difensori dei diritti umani e a rimuovere gli ostacoli che impediscono loro di portare avanti il lavoro relativamente alla tutela dei diritti umani e alla lotta alle discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere."
Ad essere sinceri il documento non è affatto un documento per la depenalizzazione del reato di omosessualità ma un vero e proprio manifesto contro le discriminazione degli omosessuali: la bozza della dichiarazione francese chiede che l'orientamento sessuale e identità di genere non siano in alcun caso alla base di qualsivoglia discriminazione e quindi ANCHE un cortese invito a depenalizzare.

ALTRO MISTERO: Sembrerebbe poi che in realtà il testo diffuso non sia nemmeno quello autentico quindi tutto questo generale stracciarsi le vesti è risultato un pò troppo preventivo
12/4/2008, 12:59:00 PM

Luciano wrote ...
Veramente il risalto avrebbe dovuto essere su "Se non vi è altra **disgrazia**".
MJ, scusami se sul resto e sul "fantasiose" neanche ti rispondo, e vedo che lacune storiche non mancano. Comprendo che questa discussione non ci porterà da nessuna parte, a me non piace forumizzare i commenti e, credo, in fondo neanche a Leonardo. Ognuno è libero di rimanere della propria idea. Cordialità.
12/4/2008, 12:36:00 PM

Anonymous wrote ...
" "Quando alcuni uomini rissano e urtano una donna incinta, così da farla abortire, se non vi è altra disgrazia, si esigerà un`ammenda, secondo quanto imporrà il marito della donna"

Luciano, fammi capire, tu citi quel passo per dimostrare che la Bibbia è contro l'aborto? Vuoi dirmi che citare un passo che dice che in caso di morte del feto ci sia risarcimento è prova del fatto che Dio è contro l'aborto? Un risarcimento in denaro, allo stesso modo di quando si produce un danno a proprietà a animali? Ma dai.

Per quanto riguarda il resto, dai, sono solo interpretazioni e anche molto fantasiose, infatti non hanno impedito ad altro uomini di Chiesa ( Tommaso) di pensare che un feto sia senz'anima?
12/4/2008, 12:30:00 PM

Luciano wrote ...
Beh si credo che ci siano riusciti, a far fare "brutta figura" alla chiesa, le potenti lobby hanno lavorato molto bene, in un momento in cui peraltro il pensiero comune (che ogni tanto potrei definire "debole", se me lo consenti) è schierato e sensibile su certi temi, ma le persone più sofisticate intellettualmente abdicano dalle proprie facoltà di intepretazione della politica internazionale.

Ma torniamo a noi :-)

Leonardo, tu dici di essere di formazione cattolica quanto me. Ma evidentemente ti devi essere perso da qualche parte, lungo il percorso :-)
Per quanto riguarda i riferimenti sul Vangelo, di espliciti non ce ne sono ma di impliciti quanti ne vuoi. Adesso ti infilerò qualche citazione, comunque, per contentarti. Premetto però che non si tratta di capire dove è scritto, ma basterebbe anche solo ricordare che tutto il nuovo testamento è un inno alla vita e all'amore: dal fatto che non ci sia scritto a chiare lettere "non abortire" a dedurne che Cristo era d'accordo con l'aborto ce ne passa, se mi permetti. Ed era pure uno che parlava per parabole.

Comunque, già dal vecchio testamento c'è da sbizzarrirsi. C'è un accenno nella legislazione in Esodo 21, versetti 22 e seguenti:
"Quando alcuni uomini rissano e urtano una donna incinta, così da farla abortire, se non vi è altra disgrazia, si esigerà un`ammenda, secondo quanto imporrà il marito della donna (...). Per gli antichi ebrei avere figli era prova della benevolenza divina e la sterilità considerata una punizione divina, e mai e poi mai una donna dell'antico - o del nuovo testamento - avrebbe nemmeno lontanamente pensato che fosse cosa buona e giusta la pianificazione delle nascite.
Dalla Genesi: "Rachele, vedendo che non le era concesso di procreare figli a Giacobbe, divenne gelosa della sorella [Lia] e disse a Giacobbe: “Dammi dei figli, se no io muoio!”. Giacobbe s’irritò contro Rachele e disse: “Tengo forse io il posto di Dio, il quale ti ha negato il frutto del grembo?”. [...] Poi Dio si ricordò anche di Rachele; Dio la esaudì e la rese feconda. Essa concepì e partorì un figlio e disse: “Dio ha tolto il mio disonore”.
Andando sui salmi, se li preferisci, è chiaro ancora una volta di più: "Ancora informe mi hanno visto i tuoi occhi e tutto era scritto nel tuo libro; i miei giorni erano fissati, quando ancora non ne esisteva uno. (Salmo 139).
I cristiani, peraltro, in base a quei versetti della Bibbia credono pure che Dio oltre al dono della vita dia ad ogni individuo dei perticolari "talenti" ed un particolare compito, come dice il libro di Geremia: “Prima di formarti nel grembo materno, ti conoscevo, prima che tu uscissi alla luce, ti avevo consacrato;"
Esempio di illuminazione divina ancora prima della nascita è quella del futuro Giovanni Battista, che nel grembo di Elisabetta ("Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per le," ) si muove perchè ha avvertito nella pancia della Madonna l'embrione di nome Gesù Cristo......

Poi sai, leggo spesso Piste, dove il tuo pensiero è più repentino, poco mediato dalle successive intepretazioni che poi magari formuli meglio, in forma mitigata ed evoluta, nel blog principale (ti capisco, anche io ho altri blog! spesso scrivo più di getto e "tranquillo"). Ma sul tuo secondo blog, emerge talvolta un'intolleranza forte, e soprattutto, secondo me si vede, come tutti quelli che ce l'hanno con la chiesa e con i preti, una schematizzazione mentale interiore molto forte, che è poi la volontà di dimostrare un teorema. (che poi fai nel blog principale). Guarda sei in buona compagnia! Anche Augias, per citarti un intellettuale di sinistra molto noto, lo fa continuamente e con alterni risultati. Molti cercano sempre di dimostrare che la chiesa è brutta e cattiva e che il vangelo, e Gesù, in fondo dicevano tutt'altre cose. Ci provano fin dai primi tempi del cristianesimo, dagli gnostici in avanti. ;-)
12/4/2008, 12:01:00 PM

Leonardo T wrote ...
Luciano, non hai bisogno di spiegare: quello che scrivi è abbastanza chiaro. E' appunto questo il problema.

Le "potenti lobby" però abbassano il livello. Vogliamo fare dei nomi? La lobby dei gays? Dei laici di facili costumi? Da chi è rappresentata, da Sarkozy? Qual è il suo obiettivo, umiliare la Chiesa? Acc, c'è riuscita.

Io non vedo nessun problema, in tutta coscienza, neanche nel cosiddetto "diritto all'aborto". Per quanto ne so tutte le donne hanno un naturale diritto all'aborto: lo possono fare e lo hanno fatto, nei secoli dei secoli, mentre gli uomini si voltavano dall'altra parte. Ogni tanto poi c'è un'autorità (di solito maschile) che tenta di proibire la pratica, col semplice risultato di renderla clandestina e più pericolosa. Io non è che non riconosca il diritto della chiesa a proibire alla gente di abortire: non ne riconosco gli effetti, perché non ci sono.

Io sono di formazione cattolica tanto quanto te, sebbene col pallino delle scritture, e tutti questi passi del Nuovo o del Vecchio testamento contro l'aborto non li ho letti. A memoria mi viene in mente soltanto una donna che accetta un'inseminazione artificiale. Ma mi posso essere perso qualcosa.
12/3/2008, 11:04:00 PM

Leonardo T wrote ...
E' ben triste che tu usi come argomento in una conversazione una suora che a Mosul non c'è stata nemmeno lei, ma ha delle consorelle.

Tu sei comodo a casa tua che insegni il fatto tuo a un blogger, e lei si prende le bombe.

Io la rispetto in quanto vittima di una discriminazione, esattamente come rispetto il gay che viene recluso semplicemente perché è gay. Tu rispetti soltanto uno dei due, ma non si capisce il perché. Prova a spiegarlo come lo spiegheresti al re, senza arroganza e senza vantare conoscenze nel clero militante.

Nelle discussioni dovrebbero valere gli argomenti, non le conoscenze. Suore ne conosco anch'io e in teatri di guerra ci sono stato.

Insisti a dire che non faccio che parlare male della Chiesa, ma di' la verità: hai letto appena un po' di questo blog? Nell'ultimo mese ho scritto 14 pezzi, di cui uno sulla Chiesa.

Dici che ho letto male la proposta? Quindi tu l'hai letta meglio? Spiegami quello che non ho capito.

A Luciano rispondo nel prossimo.
12/3/2008, 10:46:00 PM

Anonymous wrote ...
> Io però non ho mica capito in che
> senso le bombe a Mosul cambino il
> senso del discorso.

Il senso è che Matteo 25 vale anche per te. Hai un blog? Usalo al meglio, con "giustizia" mi verrebbe da dire. Il metterti sempre e solo a parlare di quanto la Chiesa sia terribile e malvagia non ti fa onore. C'è molto altro.
Ma tu vuoi sottolineare solo ciò che evidentemente ti fa comodo.
Magari senza averla poi letta quella proposta all'Onu e senza poi aver approfondito i pro e i contro. Perchè detta così la cosa pare proprio bella e giusta. Come si fa a dire di no? Beh, c'è gente che cerca di comprendere a fondo una cosa prima di parlarne. Magari andare in direzione contraria alla massa - tirandosi addosso le ire - può avere i suoi perchè. C'è da capire innanzi tutto quanto ne sa la gente di quello che parla.
Ma è molto meglio (si fa prima) a tirare in ballo un passo del Vangelo e creare il proprio teatrino per i lettori ansiosi di gridare come te un po' troppo frettolosamente allo scandalo.

Ah, io no, non sono a Mosul, per fortuna. Conosco una suora domenicana che ha sorelle in difficoltà proprio là.
12/3/2008, 9:14:00 PM

Luciano wrote ...
La chiesa è contro la pena di morte. Non si vede perciò perché dovrebbe essere a favore di una condanna a morte, sia questa per un gay o per qualsiasi altro essere vivente.
Secondo punto, a me sembra che il Vaticano abbia invece una visione molto realistica della politica internazionale, ed ha sentito puzza di bruciato nella richiesta di depenalizzazione all'ONU molto prima della presa di posizione di chiunque altro. Cosa che ho cercato di rendere nel post. Stesso discorso per altre iniziative che mirano a introdurre surrettiziamente il "diritto all'aborto" (penso che sai di cosa parlo, anche se, come dici tu, "in coscienza" forse non ti interessa).
Dunque il discorso più che morale (che in questo contesto secondo me centra come i cavoli a merenda), è sul piano politico: si muovono le potenti lobby per difendere i propri interessi, e strumentalizzano alla perfezione quel "diritto" su cui tutti, compreso tu, si stracciano le solite vesti (sempre le stesse, da duemila anni) al solo sentirlo nominare.
12/3/2008, 7:52:00 PM

Leonardo T wrote ...
L'avevo già letto. (E' qui. Lo trovo molto loico, nel senso dantesco del termine.

La mia sarà anche una sciocchezza, ma spiegami il perché: forse che la Chiesa intende intervenire se in alcuni Paesi un gay viene condannato a morte per l'unico reato di essere gay?

E se è vero che gran parte di questi Paesi sono islamici e non applicherebbero comunque la moratoria, perché non restiamo sull'esempio della Guyana, dove due cittadini su tre sono cristiani e uno su tre è cattolico? Sei proprio sicuro che laggiù, se la Chiesa muovesse appena un dito, non cambierebbe niente?

E perché non vuole muoverlo? Per il rischio che poi i gay si sposino in Europa? E' un rischio più grave di lasciar morire un uomo? Evidentemente sì.

Luciano, le tue non sono sciocchezze. Sono cose serie, che dici con coscienza. E' proprio questo il problema.
12/3/2008, 5:40:00 PM

Luciano wrote ...
Leonardo, ma per favore: "Quello che è successo ieri, però, sancisce ufficialmente che se in alcuni Paesi condannano a morte un gay per il reato di essere gay, la Chiesa non ritiene giusto intervenire."
Veramente a volte mi rimane capire comprendere come te ne puoi uscire con queste sciocchezze.
Invece, come dici tu dopo, queste sono "chiacchiere", all'ONU - vedi mortatoria sulla pena di morte.

Ti suggerisco se hai tempo il mio post, su questa bocciatura alla depenalizzazione. Non ti convincerà sicuramente, ma almeno è un punto di vista diverso dal tuo: http://snipurl.com/71nev
12/3/2008, 5:21:00 PM

Anonymous wrote ...
Ciao,
sono Francesco di AgoraVox Italia,
ti scrivo perché sono finito sul tuo blog ma non ho trovato una mail per contattarti. La mia è piccinini@agoravox.it
A presto
Francesco
12/3/2008, 2:58:00 PM

Andrea Poulain wrote ...
e cosi sia!amen
12/3/2008, 2:12:00 PM

Thomas Morton wrote ...
Marcell_o, guarda che stai rispondendo a due anonimi diversi (uno dei quali non è nemmeno tale perché si è firmato).
Il senso del mio interbento dovrebbe essere chiaro: se il Vaticano esige la proibizione esplicita dell'aborto in una convenzione che parla dei diritti dei disabili, è perché teme l'aborto selettivo.
Io non dico se questa posizione è giusta o meno, anche se ho delle idee chiare in proposito, ma la doppiezza dell'atteggiamento riservato da una parte a feti malformati (la cui vita è sempre e comunque sacra) e dall'altra a persone già nate ed adulte ed aventi la solo colpa di avere gusti sessuali diversi mi pare lampante.
E disgustosa.
12/3/2008, 12:26:00 PM

Anonymous wrote ...
leonardo, ovviamente, tu non hai mai scritto che la chiesa vuole la morte dei gay... pensavo a questa frase presa da un articolo del sito arcigay roma (riportato da molti quotidiani): "È di una gravità inaudita che il Vaticano, e quindi, la chiesa cattolica tutta, si adoperi affinché questa richiesta non passi e, si prefigura come un vero e proprio atto di condanna a morte contro i milioni di gay e di lesbiche che hanno la sfortuna di abitare in paesi sanguinari."
invece ad anonimo che scrive "Cerchiamo di avere il coraggio delle proprie opinioni (non so se mi sono capito), il messaggio è inequivocabile, i distinguo sono per i farisei!" direi che dovrebbe quindi rispettare il vaticano che su gay e aborto ha il coraggio delle proprie opinioni.
a 'sto punto direi ciò che avrei dovuto dire prima (lo davo per scontato) che ha ragione leonardo: gli antigay finiranno tutti all'inferno, ovviamente insieme ai gay e a un sacco di altre persone (immagino anch'io che, per quanto mi senta una personcina ammodo, due o tre sgarri ai 10 comandamenti li ho fatti).
la chiesa (per tornare all'anonimo) ritiene una questione di principio far inserire il divieto di aborto nella convenzione (o quel che è) e in mancanza di questo non la firma.
ora io capisco che in campagna elettorale o si sta di qua o di la, ma ora che ci si debba acriticamente schierare... perché? a cosa serve dare del fariseo a qualcuno perché non è schierato al 100% con l'arcigay? probabilmente neanche all'arcigay sono schierati al 100% con l'arcigay.
oltretutto dire che per il vaticano un feto malformato vale più di un gay... che frase è?
sappiamo bene che non vengono abortiti solo feti malformati, prima di tutto. e poi qual è il valore di un feto malformato e chi lo decide? tu? il vaticano?
insomma perché far propaganda qui? potremmo tenere alto il livello della discussione senza dare (per forza) del venduto a chi ha meno granitiche certezze.
riguardo all'impicciarsi di quel che la gente fa in camera da letto, mi pare un ottimo principio quello di invitare tutti a starne fuori, con delle eccezioni: chessò, c'è chi adora trombare ragazzini, o miniprostitute ecc.
insomma la realtà si presta sempre poco ad essere tagliata ad accettate.
12/3/2008, 9:58:00 AM

Anonymous wrote ...
Se può consolare, il Vaticano ha detto no anche alla Covenzione per i diritti dei disabili. La Convezione prevede espressamente il diritto alla vita per le persone disabili, ma al Vaticano non basta perché manca l'esplicito divieto di abortire.
La vita di un omosessuale vale molto meno di quella di un feto con malformazioni congenite.

Thomas Morton
12/3/2008, 12:47:00 AM

Leonardo T wrote ...
Io però non ho mica capito in che senso le bombe a Mosul cambino il senso del discorso.
Secondo me, Anonimo, tu non sei a Mosul a prenderti le bombe; non credo che tu sia perseguitato o anche soltanto discriminato per la tua fede cattolica.
In ogni caso: sei contrario alla persecuzione e alla discriminazione religiosa? Ottimo. Anch'io.
Io sono anche contrario alla persecuzione e alla discriminazione sessuale. Tu no? Te la vedi con Matteo 25, è inutile che te la prendi con me.
12/2/2008, 11:59:00 PM

Anonymous wrote ...
Beh, caro anonimo, sei tu che esageri. Desiderare che una persona non venga multata, arrestata, torturata o uccisa (a seconda delle latitudini) per quello che fa nella sua camera da letto non mi pare equivalga a gioire per il fatto che dei cristiani, in qualche parte del mondo, vengono massacrati. Ciò che stupisce, semmai, nella posizione vaticana, è l'assenza di quell'umanissima pietà la quale, per un vero cristiano, dovrebbe essere non solo prassi quotidiana ma anche principio affermato senza indugio e a voce alta ovunque vi sia sofferenza, prepotenza, prevaricazione. E comunque, guardati la lista degli stati che nel mondo perseguitano maggiormente l'omosessualità: nessuno di essi, mi pare, dal Sudan al Bangla Desh, dalla Libia al Rwanda, dall'Arabia saudita all'Iran, è campione di democrazia. E comunque: quella francese all'Onu è una petizione di principio, serve appunto (e qui sono in disaccordo con Leonardo) a dare ad un principio, un ideale, carattere di universalità; non è affatto inutile e d'altro canto non chiede di partire per una crociata mondiale contro i paesi che perseguono i gay.
12/2/2008, 9:01:00 PM

Anonymous wrote ...
E tu pensa che mentre a Mosul tirano bombe contro la chiesa dei frati domenicani, per fare un esempio (ma potremmo tirare in ballo anche l'india con le sue persecuzioni se ti va), tu sei qui a scrivere sul tuo bel bloggerino sempre delle stesse cose. Pensa.
Forse un giorno il mondo sarà migliore quando anche i gay saranno riconosciuti alla pari degli altri. Forse. I cristiani però in qualche posto sperduto continueranno a morire. E mica per qualche forma di "pride" particolare, macchè, per molto meno.
12/2/2008, 8:14:00 PM

Leonardo T wrote ...
Parliamo di risoluzioni dell'Onu: quindi, molte chiacchiere e poca sostanza, per definizione (vedi moratoria sulla pena di morte).

Se ricordo bene, in ogni caso, il Catechismo non esclude a priori la pena di morte; e da ieri ha reso chiaro che ritiene la pena di morte per omosessualità un male minore rispetto al rischio di vedere l'omosessualità tollerata o addirittura riconosciuta per legge.
12/2/2008, 4:02:00 PM

.mau. wrote ...
messo così è un po' più complicato, però. Anche con la dichiarazione di don (padre?) Migliore, il Vaticano può continuare ad alzare alti lai in ogni caso in cui ci sia una sentenza di morte contro un omosessuale da qualche parte nel mondo. Il risultato pratico sarà esattamente lo stesso (zero), ma il peccato di omissione non ci sarebbe.
12/2/2008, 4:01:00 PM

Anonymous wrote ...
Scusate l'ignoranza, ma in cosa si estrinsecherebbe la "gogna" verso uno Stato che perseguiti gli omosessuali? E non sarebbe eventualmente comunque giustificata la gogna per chi condanni a morte o torturi degli esseri umani? (da un punto di vista cristiano?)
12/2/2008, 3:34:00 PM

Leonardo T wrote ...
Marcello, qui nessuno ha affermato che la Chiesa condanni qualcuno a morte.
Quello che è successo ieri, però, sancisce ufficialmente che se in alcuni Paesi condannano a morte un gay per il reato di essere gay, la Chiesa non ritiene giusto intervenire.
Tutto qua.
E tuttavia questo è sufficiente per andare all'inferno, in virtù di Matteo 25 che istituisce il peccato di omissione.

Vorrei mantenere un livello elevato di discussione, quindi coloro che non riconoscono un verbo transitivo con soggetto sottointeso me li spazzo metaforicamente dai... dai calzari, e proseguo con dotte chiose.
12/2/2008, 2:15:00 PM

Anonymous wrote ...
Per dirla in latino: stocazzo, Marcello!
Cerchiamo di avere il coraggio delle proprie opinioni (non so se mi sono capito), il messaggio è inequivocabile, i distinguo sono per i farisei!
Per # 1: no, non esattamente di denti...;-)
Ezechiele
12/2/2008, 12:35:00 PM

Anonymous wrote ...
naturalmente non credo che il vaticano voglia la pena di morte o anche solo la galera.
voglio dire non è che se uno è contrario ai matrimoni gay li vuole ammazzare per forza.
la posizione del vaticano mi sembra un esercizio da uomo ragno (ma l'arrampicata sugli specchi sembra condotta con meno efficacia), tuttavia non credo che questa posizione condanni qualcuno a morte.
anche qui mi pare che si esageri, anche se trovo perfettamente legittimo (p. esempio) per l'arcigay darci sotto con la propaganda: loro combattono una guerra di liberazione. ma naturalmente se mi da fastidio berlusconi che fa propaganda non mi da meno fastidio se ne fa l'arcigay.
mi da fastidio che una pay tv si scateni contro un governo in carica (eletto democraticamente, più o meno) anche se chi la fa l'aspetti!
12/2/2008, 12:25:00 PM

.mau. wrote ...
mah, con una soggettiva davanti come "Sapere che avevo fratelli gay avrebbe cambiato qualcosa?" indubbiamente l'ausiliare è avere, ma continuo a sentire la frase lì come "Se aveste saputo che avevo fratelli gay, sarebbe cambiato qualcosa?".
12/2/2008, 11:53:00 AM

Anonymous wrote ...
Se cambiare è inteso come verbo transitivo, l'ausiliare avere è corretto, penso. O no?
12/2/2008, 11:39:00 AM

Anonymous wrote ...
io ho paura che questa linea dura trovi larghi consensi, persino fra i diretti interessati. Chiamasi "falsa coscienza". D'altronde, dopo aver conosciuto gente che ha frequentato seminari, ho molti dubbi sull'estraneità del clero a determinate pratiche..
12/2/2008, 10:03:00 AM

.mau. wrote ...
Avrebbe cambiato qualcosa?
(per il resto, standing ovation)
12/2/2008, 9:37:00 AM

Anonymous wrote ...
...ove sarà pianto e stridor di denti. Se ci credessi, la cosa mi farebbe assai divertire.

Comunque la notizia mi stupisce: ma al Vaticano non ce li hanno degli esperti di PR? Non so quale sia l'alternativa peggiore: che pur di boicottare la proposta accettino la cattiva pubblicità, o che dichiarazioni surreali del genere siano addirittura gradite al loro "target".
12/2/2008, 2:35:00 AM

Tutti i bambini, con i chiodini

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Ma Benedetto Papa

Ma se voi foste il Papa – ci avete mai pensato bene?
Se tra tutte le creature senzienti, lo Spirito Santo avesse scelto voi, proprio voi, per fare le veci di Gesù Cristo sulla terra, come vi sentireste? Investiti di un pesante fardello, di una tremenda responsabilità, certo.

Dar voce a un miliardo di credenti. Ma anche tentare di evangelizzare gli altri cinque miliardi, senza però offendere la sensibilità di Chiese e religioni concorrenti. C’è da perderci la salute – uomini più santi di voi l’hanno già persa.
Ma insomma, se voi foste il Papa, con un’agenda così, non avreste proprio meglio da fare che occuparvi di questa roba?


No, dico, e la prossima volta cosa? Harry Potter? Ah, no, dimenticavo, quello è già stato scomunicato a tempo debito.

Poi hai un bel da dire, Santa Sede, che le prese di posizione di Famiglia Cristiana non ti rappresentano. Eh, certo, può darsi che schedare i bambini sia una vergogna, però noi abbiamo altri problemi di cui occuparci, per esempio il ranocchio crocefisso. Sacrilegio! Eresia!

Ma Benedetto Papa, tu stai dando una nuova speranza agli artisti d’avanguardia. Da troppo tempo si ostinavano incarogniti in atteggiamenti provocatori che ormai non provocano più niente e nessuno. Nessuno? Ma no, vedi che uno che ci casca ancora c’è, e sei tu! Finalmente un Papa che si prende a cuore l’arte, come ai tempi di Giulio II e Sisto IV! Perché diciamolo, ai tempi del tuo predecessore, il signor Martin Kippenberger chi se lo sarebbe filato? Dopo qualche mese di esposizione a Bolzano, si sarebbe re-impacchettato il suo ranocchio in croce e se ne sarebbe tornato all’oblio da cui proveniva. E invece grazie a te il ranocchio in croce sta per diventare l’Opera d’arte più discussa del 2008, vale a dire la più riuscita… e magari anche la più quotata. A questo punto non è difficile prevedere per il 2009 un fiorire di animaletti in croce, santini osé e tutto quello che potrebbe urtare la sensibilità del vostro curato di campagna… a proposito, il vostro nanetto da giardino vi sembra ritratto in una posa vagamente mistica? Magari guarda in alto, come i santi rapiti di Guido Reni? Ehi, pensateci bene, magari potreste avere in casa il prossimo capolavoro proibito!

Sull’argomento segnalo le parole del grande poeta Davide Rondoni, al tg2 di oggi:
“Io credo che un artista sia libero di fare quello che vuole e anche il Papa di dire che gli fa schifo, evidentemente. In genere registro che i grandi artisti della storia non hanno mai offeso nessuno: né Michelangelo né Caravaggio sono diventati noti perché hanno fatto opere offensive”.


Come dire, sacrosanto. Cioè, v’immaginate se Michelangelo o Caravaggio si fossero messi in testa di offendere qualcuno? Per dire, se il Buonarroti avesse preteso di mettere nudi integrali nel Giudizio Universale? O se il Merisi avesse cominciato a ritrarre le Sante coi piedi da popolani? Oggi nessuno parlerebbe più di loro, proprio come nessuno parla più di quel rancoroso e offensivo gobbetto, come si chiamava, Giacomo Leopardi, mentre fuori dalla libreria ci sono le file per acquistare i libri di versi del grande Davide Rondoni.
Comments (28)

marco pontoni wrote ...
Detto che Leonardo ha perfettamente ragione "in generale", e che personalmente non amo molto l'arte contemporanea proprio perché in genere ci vedo solo provocazioe (è quel "solo", che mi disturba, non la provocazione, quando la provocazione produce cose come "I versetti satanici" giù il cappello...), effettivamente a me pare che la rana sia qualcosa di più, come del resto spiegò a suo tempo l'autore. Ovvero: non è, banalmente, un cristo-ranocchio in croce. In croce è l'artista, notoriamente alcolizzato, raffigurato non a caso con il boccale di birra e l'ovetto-il mircopasto dei beoni, nelle mani. Quando guardo quella rana io vedo l'uomo contemporaneo, o per lo meno, una sua percentuale rilevante. Quello che mi disturba di più della chiesa e del papa, in questo caso, è che non ci arrivino, che non riflettano, che si fermino all'interpretazione più scontata.
9/13/2008, 3:47:00 PM

Anonymous wrote ...
il problema è che il tuo concetto di 'intelligenza', direbbe Pascal, è figlio di una Ragione, appunto, non di una Fede. Pretendere, come faceva Kant, ragionevolezza da un religioso significa comunque ricondurlo "entro i limiti della sola Ragione". O no?

(ps. speriamo che con poche righe non abbia fatto il consueto massacro di grammatica e sintassi...)
9/4/2008, 11:15:00 AM

Anonymous wrote ...
Concordo con dotcoma. Certe religioni hanno un po' questo problemino: dio è con noi e il diavolo con gli altri (religiosi e no).
La dama del lago
9/1/2008, 1:10:00 PM

dotcoma wrote ...
@RondoneR : no, chiedere un atteggiamento da illuminista al papa, e a questo in particolare, è davvero troppo. Io mi accontenterei che non cercasse di farci tornare al secolo d'oro della chiesa, il '600. Che se lo lasciamo fare, lo farà.
9/1/2008, 9:13:00 AM

Anonymous wrote ...
Ti invidio molto questa facoltà di fare post impeccabili. Per questo non posso tenere un blog non letterario, patirei questa inferiorità troppo.
8/31/2008, 1:47:00 AM

Anonymous wrote ...
Rondoni è un ciellino, si sa, e vacci a ragionare con sti qua (assonanza non voluta); mentre Kippenberger è (ok, era) tedesco come Ratzinger, per cui il nostro ha voluto fargli un po' di pubblicità gratuita, ché probabilmente prima non se lo cagava nessuno.
8/30/2008, 2:56:00 PM

Rouge wrote ...
Leo, non è che Papa Ratso può venir lì e dire "guardate che 'sta cosa è presa dal rituale della rana crocifissa di Aleister Crowley, idolo di satanisti di mezzo mondo e per cui è meglio toglierla prima che a qualcuno salti in mente di informarsi e magari di farlo,il rituale". Ti trascrivo un frammento preso da Eco che è la citazione dal rituale di A.C.: "Durante il giorno ti accosterai alla rana parecchie volte e proferirai parole di adorazione e le chiederai i miracoli che desideri.... Intanto intaglierai una croce su cui immolarla". Che ti devo dire, la Chiesa son più le cose che tace che quelle che dice (spero per il bene comune). Io, arte o non arte, la toglierei: hai visto mai.
Saluti.
8/30/2008, 2:04:00 PM

Leonardo T wrote ...
Se ho ben capito la tua domanda si potrebbe tradurre così: "perché tocca proprio a noi essere intelligenti in un mondo di coglioni"?

Al Papa non chiedo un atteggiamento illuministico, ma per lo meno intelligente. Proprio da un punto di vista cattolico osservante, l'idea che lo Spirito Santo ti ispiri una letterina per togliere un ranocchio da una mostra mi butta giù.
8/30/2008, 12:01:00 PM

Anonymous wrote ...
Leo, mi pare un po' riduttivo ritenere la chiave del Caravaggio nei suoi piedi piuttosto che nei suoi canestri, e del resto Michelangelo mi pare molto più grande come scultore ed architetto che come pittore (nonostante i bicipiti).

E comunque continuo a credere che l'Arte sia più alta della sua intrinseca provocazione, mentre se ne diventa dipendente ne risente, questo, credo volesse dire il buon Rondoni (tralasciando il mio giudizio per la sua poesia).

Infine il povero Maometto. Ok, hai ragione ha notare che certi argomenti producono reazioni tipiche, probabilmente inutili, faziose. Certo però il fatto che ci hai pensato perfino tu, significa qualcosa.

Insomma la sensazione è che solo al papa venga chiesto un atteggiamento illuministico.

Forse, come diceva una mia amica, figlia di un rabbino quando la canzonavo per la sua ortodossia, è perché noi siamo i veri fideisti.

Cioè pretendiamo dai preti una rettitudine intellettuale che in altre culture nemmeno si sognano, perché certi atteggiamenti fanno parte della tradizione.

Lei mi diceva che non rispettava i dogmi ebraici perché li ritenesse giusti (figurati, una fenomenologa convinta, invaghitasi ambiguamente di Heidegger..) ma perché teneva al suo popolo, alla sua famiglia.

E io mi domandavo (e ancora lo faccio) se il nostro deicidio in cambio della Dea Ragione avesse infine trovato pace, almeno dai rimorsi.

ps. mi rendo conto che tutto questo abbia poco a che fare con il post, ma vado per associazioni, sono fatto così, male.
8/30/2008, 11:37:00 AM

Leonardo T wrote ...
Non ho capito. Dov'è che il Papa si riferisce agli occultisti inglesi?

La grandezza di Rondoni, la sua eccellenza poetica, è talmente fuori discussione che un mio post non può fare molto né per scalfirla né per aumentarla.
8/30/2008, 10:39:00 AM

Anonymous wrote ...
Sull'argomento, l'agenzia di stampa online NovoPress dell'estrema destra identitaria francese scrive: "Dovremmo prendere esempio -nella difesa della cristianità- dall'Italia".
http://fr.novopress.info/?p=12785
8/29/2008, 11:52:00 PM

Anonymous wrote ...
Ma benedetto Leonardo, direi: come la mettiamo adesso con tutte le copie dei suoi libri di poesia che l'artista Rondoni venderà grazie ala tua pubblicità? Sei incorso nello stesso errore di Ratzinger :)
8/29/2008, 10:30:00 PM

Rouge wrote ...
Ciao Leonardo, il motivo per cui il Papa ce l'ha con sta storia della rana è dovuto al fatto che oltre ad essere un chiaro segno di spregio ai simboli cristiani (la croce, di cui la Chiesa detiene il copyright da 2000 anni) rimanda anche a certi rituali poco salutari compiuti da occultisti inglesi di fine '800 inizio '900. C'è una citazione nel Pendolo di Foucault di Umberto Eco (cap. 5, paragr. 46).
Per cui non è solo una questione di pura arte.
8/29/2008, 7:06:00 PM

Leonardo T wrote ...
Ammetto di avere preso una cantonata su Kippenberger.

Però il ranocchio in croce è un po' provocatorio, che il suo autore sia vivo o no.

Sarà anche colpa della mia sensibilità limitata, ma qualcosa di più di una provocazione nel ranocchio non riesco a leggercela.
8/29/2008, 5:46:00 PM

magdifan wrote ...
caro leonardo, peccato che kippenberger sia morto da più di dieci anni, e che quindi non sia una provocazione fine a sè stessa come dai ignorantemente ad intendere ad opera di un pischello affamato di notorietà, ma un'opera vera che esiste da anni, e che solo per una recente esposizione è salito alla ribalta delle cronache.

non è manco una provocazione a dire la verità, ma d'altra parte si guarda studio aperto e il tg2 per parlarne male, no?

ve lo meritate alberto sordi
8/29/2008, 4:52:00 PM

Anonymous wrote ...
Ma io credevo fosse una rana vera! che è sto sgorbio?? Cmq questi grandi artisti, guarda caso, sfottono sempre Gesù Cristo; direi che provocazioni molto più significative, o comunque nuove, si potrebbero ottenere puntando l'attenzione anche su qualche altra religione. Ma i grandi artisti mica so' fessi...
8/29/2008, 3:33:00 PM

Anonymous wrote ...
che palle sta faccenda di maometto! uno: non e' una critica nel merito di quello che si dice nel post. Poi: prima la pagliuzza nel tuo occhio (il papa che detta l'agenda politico/morale/artistica della nazione) e poi la trave in quello degli altri (mi sembra di aver preso la massima da uno dei manuali di Baruch 16). Come diceva Chomsky una trentina d'anni fa, non puoi impedire ad uno di criticare e cercare di cambiare come vanno le cose a casa propria dicendogli che nella casa affianco fanno molto peggio. Che poi Baruch16 se la prenda con opere di scarsa qualita' estetica temo sia un problema suo: all'epoca se la prendevano con Michelangelo, ora col ranocchio beone: brutta fine, ha fatto la chiesa.
8/29/2008, 2:02:00 PM

Garp wrote ...
Per l'ennesima volta il Papa è andato contro una delle regole ben conosciute dai frequentatori di internet, "don't feed the troll" (o anche "non discutere con un idiota, la gente potrebbe non notare la differenza" :)
La risposta migliore a provocazioni sterili è il silenzio, se inizi a sparare a zero finisce che l'altro ne guadagna in notorietà e tu fai una pessima figura (perchè perdi tempo in cavolate, ti abbassi al suo livello, ecc.)
8/29/2008, 1:56:00 PM

caporale wrote ...
su Maometto dopo cinque commenti, in realtà ti poteva andar un pochino peggio, ché sono passato che c'erano solo 3 commenti.
poi mi sono trattenuto.
8/29/2008, 12:51:00 PM

Anonymous wrote ...
... e invece dovreste ringraziare dio per averci dato un papa così ! Uno che apre la bocca più a sproposito che non il contrario ed ogni volta che parla allontana qualcuno da quell'immensa associazione a delinquere che è la chiesa o quantomeno arricchisce di argomenti i detrattori della setta papista.
Mica come il suo predecessore, uno che ti veniva da volergli bene anche ad esser talebano...
8/29/2008, 11:59:00 AM

Cius wrote ...
Insomma si sa che a provocare si fa parlare di sè. Ce n'è tanti al giorno d'oggi che ci campano con questa tattica (c'è quel fotografo di cui non ricordo il nome ai giorni nostri che... boh, amen, non ricordo come si chiama).
Io dico che è troppo facile e meschino. E che se lo fai, appunto, non sei per niente un grande artista. Obbligato ad irritare perchè la gente si accorga che esisti, proprio come la storia dei bambini che dici tu.
Epperò non si può neppure stare zitti. Qualcuno diceva che il silenzio è come l'assenso. Come posso applaudirti posso pure tirarti uova in faccia, è il mio dovere da "spettatore". Ironicamente però la gente (che non ne ha mai abbastanza) in questo caso ha distolto lo sguardo dal crocifisso violato rivolgendolo verso Ratzinger, reo di aver commesso il terribile errore di limitare la libertà di espressione altrui. Molto meglio prendersela contro il papa che contro l'artista poverello che in fondo stava solo esprimendo le sue emozioni.
Perchè è di questo che stiamo parlando no? Della rana frega niente a nessuno.
8/29/2008, 11:48:00 AM

Leonardo T wrote ...
Rondoner, guarda, i piedi del Caravaggio (e i bicipiti del Buonarroti) sono proprio la chiave della loro grandezza: il motivo per cui davano fastidio ai contemporanei (committenti inclusi) e continuano a far parlare di loro dopo secoli.

Il Papa può dire quel che vuole, ma (1) forse dovrebbe spendere la sua visibilità per cose più importanti, (2) anche il direttore di una mostra è libero di dire quel che vuole e mostrare le opere d'arte che ritiene meritevoli.

Ah, e mi stavo giusto chiedendo quanto ci avreste messo a tirar fuori Maometto. Cinque commenti, non male.
8/29/2008, 11:36:00 AM

Anonymous wrote ...
Caravaggio, appunto:

http://it.wikipedia.org/wiki/Morte_della_Vergine

Comunque mi associo alla contentezza degli artisti d'avanguardia. Finalmente qualcuno se li filerà.
8/29/2008, 10:30:00 AM

Anonymous wrote ...
in effetti i papi recenti (e i preti, o simili, in generale) ci cascano spesso in questo tranello atto a promuovere l'opera di un furbastro, di norma poco dotato artisticamente.

spezzo però un lancia per il povero rondoni (non come poeta sia chiaro), che tu hai un po' tirato per la camicia. voleva solo dire che i grandi artisti non hanno bisogno della provocazione per essere grandi. poi se facevano arrabbiare il costume del tempo (fossero solo i piedi che usava il caravaggio) non è certo la chiave per ammirarne la grandezza. fa parte dell'arte, appunto, ma non può essere il tutto.

in ogni caso ha ragione quando dice che il papa può dire che gli fa schifo. o no? insomma, se qualche matto (altro che furbo) mette in mezzo maometto, tutti si affrettano a dire che manca di rispetto ad un intera cultura e di norma riceve in cambio minacce di morte da ritirare prossimamente nella sua vita. mi pare che da questo punto di vista i papi siano nell'ultimo secolo migliorati.

certo io vorrei dire al papa di voltarsi qualche volta quando dice l'angelus. quell'arazzo di gesù alle sue spalle è veramente mediocre. sembra un fumetto, brutto. con tutto quello che hanno poi...

ps. scusami le minuscole ma ho una tastiera sospetta oggi.
8/29/2008, 10:20:00 AM

Anonymous wrote ...
Il Rondoni dovrebbe fare proprio un bel ripasso della storia dell'arte, non c'e' che dire :)
Ma soprattutto bisognerebbe avere il coraggio di dire che quel ranocchio (e altre opere "provocatorie") non sono offensive: sono semplicemente brutte.
E, parafrasando Wilde, ci sono solo due cose da fare con le opere d'arte: ammirarle se sono belle, ammirarne delle altre se sono brutte.

Purtroppo manchiamo (in senso "sociale") cosi' tanto di educazione al bello, che' ormai nessuno si sente di dire cosa e' bello. Ma del resto manchiamo anche di educazione tout-court che' tutti quanti pontificano su tutto.
8/29/2008, 9:35:00 AM

Anonymous wrote ...
Sì, gli artisti i Papi e la religione li han sempre trattati bene, con i guanti...difatti mica è mai successo che i Papi abbiano dovuto stilare una lista di libri proibiti.
8/29/2008, 8:51:00 AM

Lap(l)aciano wrote ...
Ciao Leo,

solo per precisare che non era il Papa (Paolo III, Alessandro Farnese) a essere contro i nudi della Cappella Sistina, ma il cardinal Carafa, vedi

http://en.wikipedia.org/wiki/The_Last_Judgment_(Michelangelo)

Particolarmente divertente è l'aneddoto riportato da Vasari su Biagio da Cesena.

A presto
Stefano
8/29/2008, 8:50:00 AM

RedGlow wrote ...
Che poi c'è pure quell'altro tizio... dai, quello che i Papi li metteva all'Inferno quando erano ancora vivi (con loro grande giubilio, sicuro)... mmmm... ah, sì.
Dante.
8/28/2008, 11:48:00 PM

Ite retro

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Piccolo testamento

Il qui presente, nel pieno benché effimero possesso delle proprie dignitose facoltà mentali,
qualora un incidente o una patologia lo costringessero in un letto, assistito da costosi macchinari da cui dipenderebbe la sua vita, in uno stato d’incoscienza protratto per tre anni almeno,

chiede

– che non si dia risalto mediatico alla cosa: la gente nasce e muore tutti i giorni;
– che i politici restino a distanza: sarebbe un Paese migliore se le leggi non si facessero pensando sempre al caso particolare;
– che gli opinionisti si tengano le loro opinioni: grazie, ho già le mie (in particolare, sarebbe carino da parte di Giuliano Ferrara lasciarmi morire in pace, visto che è una vita che mi affligge con opinioni non richieste);
– che i cantanti facciano i cantanti. O vogliono dire una preghiera? Va bene, ma in silenzio, non in prima pagina.
– che i preti facciano i preti – che pensino cioè a consolare vedove e orfani, e non a inventarsi bislacche etiche pro-life che, per quanto ho potuto appurare, dal Vangelo non risultano. E io il Vangelo un po’ l’ho letto, Santi Padri. Comincia con un vecchio Santo che chiede di morire; prosegue con un uomo, figlio di Dio, che a un certo punto decide di morire. Proprio così: il padre gli lascia la libertà di scegliere, e lui decide. Quando un amico lo prende in disparte per dissuaderlo, lui gli risponde: Vade retro Satana. Non so se mi sono spiegato: Vade Retro Satana, perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini. Pecco certo di superbia nel paragonare il mio piccolo sacrificio a quello del Figlio di Dio: lui doveva mondare tutti gli uomini dal peccato originale, io vorrei soltanto che i macchinari, il tempo, le risorse e l’affetto che si spendono sul mio caso disperato vengano rivolte ad altri malati, più bisognosi di affetto, risorse, tempo e macchinari. Ma la vita è un dono, l’unico che mi resta, e dei doni si dispone a piacimento. Capisco che dire di No a un dono possa essere interpretato come un segno di scortesia: il mio però più che un No è un Grazie, mi è piaciuto, ma in queste condizioni non mi va più, ne ho avuto abbastanza, datene piuttosto un po’ di più agli altri che ne hanno avuto meno.

– E quindi: che si stacchi la spina ai macchinari.
– Che si stacchi l’eventuale sondino che mi nutre. Qualora il dottore incaricato avesse difficoltà con la sua coscienza, chiuda gli occhi e faccia finta di toglierlo a Giovanni Paolo II.
– Che mi si somministri per favore qualche oppiaceo, nell’eventualità che pure nell’incoscienza io stia provando un po’ di dolore. Se non si può fa lo stesso, ma ho sempre pensato che prima di morire mi sarebbe piaciuto provare qualche sostanza da cui mi sono saggiamente tenuto lontano da giovane.

È tutto? Sì, direi che è tutto.
E se poi l’anno dopo si scopre la cura? Beh, mi stupirei del contrario. È la storia della mia vita, no?
Comments (26)

lapiccolacuoca wrote ...
Ho fatto copia&incolla
Grazie infinite.
8/7/2008, 12:21:00 PM

Anonymous wrote ...
Se in questi giorni avete la possibilità e la voglia di farvi un giretto sul sagrato del Duomo, a Milano, provate a dare un’occhiata ai tanti messaggi appiccicati sulla parete sopra il mucchio di bottigliette. Ce n’è uno che con una banalissima domandina mette in riga tutti, paladini della Vita ad ogni costo e fanatici del testamento biologico:

“…E SE FOSSE CAPITATO A VOI?”

Ecco, appunto.
7/24/2008, 12:28:00 PM

Anonymous wrote ...
@nervinfranti, quello che denunci è un malcostume diffuso anche nella vita quotidiana: il tecnico che è venuto a fare manutenzione del pc (professionale nello studio dove lavoro) ha pensato bene, di sua spontanea iniziativa, di modificare il nome del mio computer in rete moncandomi 'stefania' in stefy colla y.
7/21/2008, 11:45:00 AM

Fabio Casamonti wrote ...
SEI UN GRANDE, DIO BONO.
7/21/2008, 10:00:00 AM

ab wrote ...
Bel post, complimenti. Non ho molto da aggiungere, quoto tutto e continua così! (non ho mai commentato un tuo post, ma sono un tuo fedele lettore da pareeeecchio. Ora ho fatto outing e bon! ^^)
7/20/2008, 2:11:00 PM

roseau wrote ...
O.T. Serve la mobilitazione URGENTE di tutti i blogger.

Morireinitalia

Firma anche tu. Fai girare la petizione.Grazie.

Il link AL BLOG DI VIOLET
7/19/2008, 11:46:00 PM

Anonymous wrote ...
non posso che quotare Malvino e Uglypostcards.
7/19/2008, 12:43:00 PM

Anonymous wrote ...
non posso far altro che allungare la fila dei complimenti...e sottoscrivere il tuo testamento!
7/18/2008, 6:37:00 PM

Sick Girl wrote ...
da buona disinformata mi ero persa la storia su Giovanni Paolo II .

Sottoscrivo in pieno il tuo testamento.
7/18/2008, 4:53:00 PM

GG wrote ...
Bellissimo!
7/18/2008, 3:11:00 PM

Leonardo T wrote ...
Quella non è mica in coma, però. Ha una vita più movimentata della mia, a momenti.
7/18/2008, 2:48:00 PM

Anonymous wrote ...
http://tinyurl.com/64wb5o
7/18/2008, 2:09:00 PM

Anonymous wrote ...
bravo. sai sempre usare le parole giuste
7/18/2008, 1:12:00 PM

Deserteur wrote ...
@nervinfranti: Hai perfettamente ragione, anche io trovo rivoltante questo modo di fare.
7/18/2008, 11:44:00 AM

Leonardo T wrote ...
In più, finché vivo pago le tasse che lui succhia per campare.
7/18/2008, 11:35:00 AM

cragno wrote ...
Giuliano Ferrara non può lasciarti morire in pace perchè difendendo la tua vita difende in realtà la propria umanità.
7/18/2008, 11:04:00 AM

pb wrote ...
"dipenderebbe"?
7/18/2008, 10:33:00 AM

Nervinfranti wrote ...
Personalmente, aggiungerei al risalto mediatico....la proibizione di scrivere utilizzando il nome proprio e diminutivi vari, il tutto per cavalcare l'onda del facile sentimentalismo. E' una delle cose più irrispettose e detestabili: "Eluana", "Maddie", Tommy" ecc.
Ma come si permettono? Ma come osano appioppare diminutivi a persone impossibilitate a difendersi? Avvoltoi.
7/18/2008, 10:28:00 AM

Deserteur wrote ...
"E cominciò a insegnar loro che il Figlio dell`uomo doveva molto soffrire, ed essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi,"

Neanche si rendono conto che parla di loro...
7/18/2008, 10:13:00 AM

Elo' wrote ...
pensavo di aver visto e letto tutto sul caso di eluana, ma la lettera di celentano e' stata la goccia ...
si fa fatica a non augurargli un destino uguale.
7/18/2008, 8:57:00 AM

LivePaola wrote ...
D'accordo, su tutto.
Per avere un po' più di tutela, in un quadro legislativo a dir poco confuso: segnalo il modulo per fare il testamento biologico preparato dalla Fondazione Veronesi: http://www.fondazioneveronesi.it/testamento_biologico.html
7/18/2008, 8:14:00 AM

Francesco wrote ...
Caro leonardo, la maggior parte delle volte non commento i tuoi post perché mi immagino che forse ti romperebbe uno che ti dice solo "bravo" magari preceduto da un "ammazza quanto sei", e mi limito ad approvare in silenzio od a linkarti sul tumblr (aargh)

ma stavolta non mi posso esimere, in particolare l'analisi del Vangelo in quelle poche righe l'ho trovata fulminante. complimenti davvero
7/18/2008, 1:42:00 AM

Grandesacchetto wrote ...
Semplicemente quanto di meglio e pacato si possa leggere sull'argomento.
Complimenti davvero.
7/18/2008, 1:32:00 AM

Anonymous wrote ...
...sopratutto mi piace il pudore.
E l'ironia (auto). Ed il senso del limite. Che poi è anche l'ironia, alla fine... vabbè, mi sto incasinando

Ciao
7/18/2008, 12:37:00 AM

Anonymous wrote ...
Da scolpire nel granito.
7/18/2008, 12:13:00 AM

RedGlow wrote ...
Dichiaro ufficialmente che questo è il mio testamento biologico :-P
7/17/2008, 11:20:00 PM

l'Egitto dopo Sharm-el-Sheik

Permalink
Saltando sui treni in ritardo

Quel che scrissi a suo tempo per il grande Tony Blair, può andar bene anche per il piccolo (subdolo) Magdi Allam: convertirsi è legittimo, ma convertirsi al cattolicesimo ai tempi di Ratzinger è un po' come scoprire i Genesis ai tempi di "Invisible touch".

O i Pink Floyd quando vennero a Venezia.
O i Beatles quando uscì "Imagine".
O Battiato dopo "La cura" (era meglio prima, dai)
O i Clash quando "Should I stay" divenne uno spot dei Levi's.
Oppure... continuate voi
Comments (43)

Anonymous wrote ...
Il Boss dopo Born in the U.S.A. (ma io l'ho scoperto così e poi mi son rifatta del passato perduto) :-)
AnnaPanna
4/13/2008, 11:21:00 AM

Marcopie wrote ...
@ tic
Come scoprire i REM con "Shiny happy people" (mi sa che l'hai rimossa, ma all'epoca fu un successone).
:-)
4/3/2008, 6:32:00 PM

Anonymous wrote ...
o la sigaretta dopo il caffe'..
3/31/2008, 11:38:00 PM

Anonymous wrote ...
Fra l'altro, ripensandoci: c'è veramente qualcuno convinto che il Battiato pre-Cura non fosse migliore?
3/31/2008, 9:23:00 PM

Anonymous wrote ...
O i Red Hot Chili Peppers dopo Californication.
3/31/2008, 9:22:00 PM

Anonymous wrote ...
o charlie parker dopo 'round about midnight (il film)
o la sigla di heidi dopo che l'ha cantata claudio baglioni
marcell_o
3/31/2008, 9:21:00 PM

Anonymous wrote ...
..o Cristina D'Avena dopo "Il valzer del moscerino"

Grullo
3/31/2008, 3:24:00 PM

Anonymous wrote ...
O Rino Mulazzani dopo l'uscita di "Sgarri Devoziosi".
3/31/2008, 1:22:00 PM

Roberto Rilletti wrote ...
O Monica Bellucci dopo che ha mostrato le sisse in pubblico la prima volta.
3/31/2008, 1:05:00 AM

Anonymous wrote ...
o i Baustelle dopo Amen, mannaggia. Vai Leo ti seguiamo sempre
3/30/2008, 4:41:00 AM

Melina2811 wrote ...
Buon fine settimana a tutti gli autori dei vari blog. Ciao da Maria
3/29/2008, 10:43:00 AM

Anonymous wrote ...
Leo quindi da queste parti li posso rompere..?

E' sempre istruttivo misurare il tuo lato democratico.

Che poi le "persone intelligenti" debbano scegliere per forza di votare veltrusconi o fra i sorrisi dei tagliati fuori dalla foto di gruppo è tutto da dimostrare.

Di certo non mancheranno i cretini a dargli il voto. Elettorato preferito dai candidi candidati canditi.

notte
3/29/2008, 1:22:00 AM

Michele wrote ...
invisible touch è ok.
3/28/2008, 9:36:00 PM

Federico wrote ...
O Mantellini dopo Punto Informatico
O Punto Informatico dopo Mantellini
3/28/2008, 9:27:00 PM

sacha wrote ...
grillo dopo i meetup?
3/28/2008, 7:58:00 PM

Leonardo T wrote ...
Se c'è una campagna contro l'astensionismo attivo io m'iscrivo. Astensionisti, state a casa e non rompete i coglioni alle persone intelligenti.
3/28/2008, 7:19:00 PM

Anonymous wrote ...
grazie all'anonima scrutatrice. c'è un campagna di minacce stile 1984 contro l'astensionismo attivo..

Leo, ti prego una tua recensione sul video I'M PD..
3/28/2008, 5:31:00 PM

Anonymous wrote ...
sono stata scrutatrice e segretaria di seggio, una scheda annullata non va a nessuno. Va tra le schede nulle. Punto.
3/28/2008, 3:50:00 PM

Leonardo T wrote ...
Quella di Cale è interessante, ma quella di Cohen è un liscio da balera. E ti parlo da cohenista.
3/28/2008, 3:27:00 PM

Anonymous wrote ...
Forse la più bella versione di Hallelujah non è manco di Jeff Buckley, Leonardo, ma di John Cale.
Mai sentita?
Voce e piano...
Stava in un vecchio disco tributo a Leonard Cohen del 1991, I'M YOUR FAN, prodotto dal francese Les Inrockuptibles (assieme ai REM che facevano First we take Manhattan, ai PIXIES di I can't forget e al NICK CAVE di Tower of song).

Si poteva ascoltare anche nella colonna sonora di Basquiat, il (brutto) film di Julian Schnabel.

Ricordi...

tic

P.S.
Come scoprire i REM con Losing my religion (che comunque non è un brutto scoprire...)?
Come scoprire il Viagra nell'era dell'AIDS?
3/28/2008, 2:41:00 PM

Anonymous wrote ...
nursery crime è un grande album, ma anche duke è fantastico. e invisible touch è una gran canzone. a roma, soprattutto.
3/28/2008, 2:27:00 PM

Anonymous wrote ...
o la mozzarella dopo Bassolino
3/28/2008, 1:38:00 PM

Anonymous wrote ...
e soprattutto il convertirsi in diretta tv...
3/28/2008, 11:39:00 AM

pb wrote ...
cantiamo orsù in coro "Areknames"
3/28/2008, 11:15:00 AM

Anonymous wrote ...
La versione di Cohen di Hallelujah E' una gran canzone
3/28/2008, 11:12:00 AM

Anonymous wrote ...
O Mantellini dopo che è stato citato da Gaspar Torriero.
3/28/2008, 9:48:00 AM

Domenico wrote ...
E' una bufala: non votare, votare bianca o nulla è la stessa cosa ai fini dell'attribuzione seggi e premi (a parte il fatto che la bianca potrebbe magicamente autovotarsi, quindi nel dubbio meglio annullare).
3/28/2008, 9:42:00 AM

Anonymous wrote ...
David Bowie dopo "Hero"
Gian Maria Volontè dopo "Il caso moro".
Valentino Rossi dopo l'accusa di evasione.
3/28/2008, 8:54:00 AM

Anonymous wrote ...
Grazie ss3... ora so cosa fare... io non mi sento rappresentata da nessuno... è una schifezza trasversale e diffusa, voglio poter dire in qualche modo io non vi voto
Vale
3/28/2008, 8:29:00 AM

Anonymous wrote ...
rocco siffredi dopo la reclame delle patate fritte
3/28/2008, 1:23:00 AM

toyg wrote ...
Magdi Allam e' un giornalista, ovvero un esibizionista (professionale, eh) per definizione.
Uno che si e' costruito una carriera come strumento di critica verso il "gruppo di appartenenza" da cui proviene, che ci aiuta a dire "se persino uno che appartiene agli 'altri' la pensa come noi, chiaramente abbiamo ragione noi" (noi come italioti-medi-occidentali-lettori-Corriere); questa e' una figura classica, tipo Ferrara (quello che andava con Craxi pur "venendo dai comunisti") o Joe Lieberman (l'ex-Democrat che di professione "sparava" da destra sui Democratici stessi) etc etc...

Cmq dopo Bob Dylan che va a suonare in bianco per i ciellini, qualsiasi altra "conversione pubblica" fa un po' pena, specialmente se da una C-list celebrity "itagliana" come Allam. Al confronto di GPII, i "poteri persuasivi" dell'attuale Lord Palpatine sembrano alquanto miserrimi; chi sara' il prossimo a fare il grande passo, il Puffo Pasticciere?

Convertirsi oggi e' come scoprire Elio e le Storie Tese dopo "Eat the phikis". O Ian McKellen dopo "Il Signore degli Anelli". O Robin Williams dopo "L'attimo fuggente". O Eddie Murphy dopo "Beverly Hills Cop II".
3/28/2008, 12:49:00 AM

Leonardo T wrote ...
Di schede annullate o bianche so poco, già che uno entra tanto vale votare.

Hallelujah non è di Jeff Buckley, ma prima non era nemmeno una gran canzone.

Il coraggio di Magdi Allam non so con che metro misurarlo: nel caso specifico che ho lincato non so quanto coraggio ci volesse a pubblicare mail private di avversari politici. Preferisco glissare anche sul valore intellettuale: per me, appunto, si tratta più o meno dello stesso valore intellettuale di Manlio Sgalambro.
3/28/2008, 12:28:00 AM

Anonymous wrote ...
dear leonardo,
Magdi Allam è un uomo coraggioso e questo gli va riconosciuto.Ed è anche una persona intelligente e pure questo è da riconoscere,anche perchè non sempre intelligenza e coraggio vanno d'accordo.
ma non sarà il caso di interrogarci sul perchè una persona del suo valore intellettuale si dimostra così affascinata da un papa così controverso?è una mia idea o il proselitismo è un pezzo forte di sua santità Ratzinga ?
Andando off topic:qui c'è un altro sondaggio tipo geopolis(http://temi.repubblica.it/elezioni2008-homepage/2008/03/26/il-politometro/).sai dove sono messo?
Vicino vicino a boselli.
da domani faccio colazione col Prozac.

Salvo
3/27/2008, 10:02:00 PM

Anonymous wrote ...
Una scheda annullata o bianca va a chi ha preso più voti,sì.
Invece se proprio non ci vai o ci vai e dichiari al caposezione che non vuoi votare il tuo voto non se lo becca nessuno...
3/27/2008, 9:55:00 PM

Anonymous wrote ...
O Alan Sorrenti dopo "Figli delle stelle".
Comunque sì, è vero che "... e ti vengo a cercare" era molto meglio, ma dai, "La cura" non è da buttare del tutto!

GePs
3/27/2008, 9:18:00 PM

Anonymous wrote ...
@leo

A me "La cura" piace, èquesto èsoggettivo ok.

Ma perchè Battiato era meglio prima? Cosa c'è di peggio, dopo?
3/27/2008, 8:53:00 PM

Valido wrote ...
In America ora va di moda riscoprire Jeff Buckley, ad oltre dieci anni dalla sua morte, dopo che meta' dei concorrenti di American Idol hanno cantato Hallelujah. Che non e' neppure sua...
3/27/2008, 8:48:00 PM

GG wrote ...
O i Police dopo Brand New Day di Sting...
3/27/2008, 8:21:00 PM

Anonymous wrote ...
Leonardo, una domanda che non c'entra nulla col tuo post di oggi. Ho sentito alla radio che se si annulla la scheda elettorare, mettiamo scrivendoci una ricetta di cucina invece che l'esprssione di voto, questa va alla maggioranza. E' vero? a me sembra un'assurdità, tu sai dirmi qualcosa?
grazie
Vale
3/27/2008, 7:59:00 PM

Anonymous wrote ...
Freddy Sorry! Mi sento un merdina...
3/27/2008, 7:51:00 PM

Anonymous wrote ...
I Queen dopo la morte di Freedy e Show Must Go On...
3/27/2008, 7:50:00 PM

Matteo wrote ...
o Mike Oldfiled dopo Moonlight Shadow
3/27/2008, 7:48:00 PM

Anonymous wrote ...
Non avrei mai pensato di dover rivalutare Rutelli. Ma alla luce dello show di Allam, non posso che rivalutare la sua conversione privata, senza proclami politici che esaltano solo Christian Rocca. Poi vabè, è anche un po' colpa di chi gli dà una ribalta del genere, al nuovo Cristiano, ma come si fa? Te la immagini la faccia di Ratzinger che vede Magdi Allam che gli spara addosso da Otto e mezzo definendolo nemico dell'Occidente? Quando si appoggiano certi personaggi e certe istanze, in un'omelia funebre, una nota della Sir o un'assise a Verona, bisogna mettere in conto il rischio di essere tirati per la giacca, anzi, per la tonaca.
3/27/2008, 7:02:00 PM

diranno ogni sorta di male contro di voi

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Sua Santità il Piangina

Vale la pena di ricordare, in questo tripudio di pace e tolleranza, che nessuno ha mai proibito a papa Benedetto XVI di tenere una lezione alla Sapienza: che la decisione di dare buca è stata sua, unicamente sua, e nemmeno dettata da particolari esigenze di sicurezza. Insomma, non se l'è sentita. Come diceva quel romanziere un po' datato, ma gran conoscitor di preti: il coraggio, uno non se lo può dare.

Certo, qualche professore non sarebbe stato contento: ma la petizione dei docenti era un documento interno, che (come scrive l'ottima Lia) avrebbe dovuto restare interno, e probabilmente è stato divulgato per complicare la carriera di un barone, in quel clima di amicizia e collaborazione che notoriamente caratterizza gli atenei italiani. La protesta degli studenti non è parsa mai particolarmente violenta, ed è comunque fisiogica, in un Paese dove esiste la libertà di pensiero e di associazione. Insomma, il Papa alla Sapienza poteva andarci: il Viminale lo dava sicuro "al mille per cento". Il massimo rischio era prendersi qualche fischio. Ma appunto: il coraggio, uno non se lo può dare.

Come rimproverare il pavido Benedetto, se ha preferito incassare la solidarietà dell'Italia intera alla domenica, invece di qualche fischio e molti sbadigli al giovedì? È un Papa, mica un politico. Già. I politici ai fischi ci si abituano. Lui nicchia, un Papa fischiato è effettivamente una novità. Lo posso anche capire.

Soltanto, trovo un po' fastidioso che quando alla fine ha fatto capolino dal balcone, mettendo fine a un'interminabile settimana di bieco oscurantismo laico, abbia voluto esortare i fedeli a cercare la verità, testimoniare la verità. Belle parole, per carità, e giustissime. Ma dette da uno che non ha nemmeno il coraggio di andarle a testimoniare dall'altra parte del Tevere. Il vicario di Cristo. Beh, Cristo al suo posto i fischi se li sarebbe presi.

Gesù, testimone della verità (se non proprio la Verità fatta persona), ebbe qualche problema con le autorità del tempo, e anche con la folla. A un certo punto alcune dichiarazione furono traviate al punto che si ritrovò inquisito come bestemmiatore, processato per sedizione, e crocefisso tra gli sputi. Cose che accadono ai testimoni della verità.

Stefano, il primo martire della Chiesa, era un altro testimone della verità. Anche a lui non andò molto bene: siccome insisteva a testimoniare la gloria divina di Gesù – nient'altro che un cadavere trafugato di fresco, secondo le autorità religiose del tempo – finì lapidato. Cose che capitano, appunto. Del resto Gesù lo aveva detto: "Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli!" (Matteo 5,11-12).

Pietro, il primo capo della Chiesa, incontrò anche lui diverse difficoltà mentre compiva il suo apostolato. Finì crocefisso a testa in giù, a Roma. E sempre a Roma, duemila anni più tardi, il suo successore non ha il coraggio di prendersi qualche fischio, per testimoniare la verità. E poi incoraggia gli studenti delle scuole cattoliche “malgrado le difficoltà che incontrate”... come a dire: le difficoltà, incontratele voi, io tengo impegni. Naturalmente, se qualcuno venisse fischiato a morte, lui è pronto a beatificarli seduta stante. Ma pigliarsi i fischi in prima persona, eh no. Armiamoci e partite.

Torna in mente il caso di Andrea Rivera, quel comico che al concerto del Primo Maggio si permise di dire due cosette contro la Chiesa. Fosse stato Prodi, o Berlusconi, sarebbe stata ordinaria amministrazione. Ma era la Chiesa, e l'Osservatore Romano parlò di “terrorismo”. Copio e incollo quello che ho scritto in maggio: “quella di Ratzinger-Bagnasco è una Chiesa un po' arroccata, sì, ma soprattutto capricciosa, petulante. Sa tutto lei, ti cita a memoria i discorsi di Alessio Comneno, ma al primo fischio trema tutta e chiama i carabinieri”. Altri cercheranno di dimostrare che l'episodio della Sapienza è stato un trionfo per il Vaticano, che approfittando di un'ingenuità del fronte laico ha dimostrato ecc. ecc..
Sarà. Ma tra Bagnasco che alla prima scritta sui muri si fa mettere la scorta, e un Ratzinger che non ha il coraggio di parlare a dei docenti universitari, io questa Chiesa non la vedo tanto bene. E comincio persino a temere che dietro alle sue rivendicazioni (la 194, i soldi alle scuole confessionali, ecc.) non ci sia un vero disegno egemonico, qualcosa di serio a cui opporsi con altrettanta serietà... quanto piuttosto le lagne di un vecchietto terrorizzato che non vuole andare all'altro mondo senza che nessuno se ne accorga. Che dire. Wojtyla aveva un altro stile, indubbiamente.
Comments (38)

Anonymous wrote ...
Io, in controtendenza, continuo a preferire al cristianesimo sentimentale di Wojtyla l'antipatico professor Ratzi, che si sforza inutilmente di piacere, ma che sarebbe evidentemente davvero a suo agio in un seminario per dottorandi o cultori della materia.
L'episodio a me sembra sullo stile un po' british di una conferenza di studi: se ti contestano, magari in modi che non sei per niente preparato ad affrontare, lasci la tua relazione per chi è interessato, e togli il disturbo. Quello che mi sarei risparmiato davvero è casomai l'angelus della domenica dopo; ed è un peccato che il tutto abbia solo rafforzato la parte più tradizionalista e conservatrice della chiesa.
Lasciando un attimo da parte tutto quel contorno, la scelta di non andare mi sembra però sensata per due motivi: fa passare il messaggio che voleva evitare una presenza imposta, e questa mi sembrerebbe una intenzione genuina del papa (i fischi di qualche collettivo in sala non mi sembrano richiedere poi tanto coraggio, né rappresentare un danno di imagine così significativo, la chiesa ha passato di peggio); in secondo luogo, invece, le immagini anche solo di un paio di studenti contusi affiancate a quelle del papa beatamente docente avrebbero fatto un danno reale, quello appunto di una chiesa che si prende diritto di parola in spregio a tutto e tutti.
E questa scelta secondo me è stata vincente, tant'è vero che siamo tutti qui piuttosto scontenti a consolarci con la voce della chiarezza nei post di Leo!
A me dispiace per la parte che è uscita apparentemente vincitrice perché sono le classiche vittorie da battaglia e non da guerra, e mettono in risalto un giocare
agli strateghi che mi sembra incongruo.
Dall'altra parte mi sembra esserci ugualmente una discreta ingenuità - per esempio secondo me hanno cominciato poco da docenti i docenti, dando a motivi sensati di opposizione un'aria pretestuosa, criticando Ratzinger, fra le mille sue originali, per una frase di Feyerabend, e da lui citata nientemeno che diciotto anni fa, estrapolandola peraltro abbastanza disinvoltamente.
1/24/2008, 8:04:00 PM

E-TIGER wrote ...
@blue: ottima idea, ma i francesi non sono mica scemi ;-)

@leonardo: sì, hai un modo di procedere perfettamente condivisibile, nel senso che spesso sono i metodi che uso anche io per decidere l'autorevolezza di un sito.
Altre volte si va oltre, perché magari l'argomento interessa e si iniziano a cercare i riscontri, quando inizi a trovarli vai avanti e riesci a farti un quadro più generale ampliando le tue vedute e trovando delle cose condivisibili (alcune di più, altre di meno)... ecco io ne ho trovate molte

Del resto, allo stesso modo, potrei valutare nulla l'attendibilità di una radio espressione del Vaticano nel momento in cui vedo un video del genere http://www.youtube.com/watch?v=Va533YjJ84I


PS: giusto per la cronaca l'inesistenza è intesa su come ce l'hanno raccontata e pretendano che sia andata...
1/24/2008, 10:28:00 AM

Leonardo T wrote ...
Come faccio a dedurre l'autorevolezza di un testo senza leggerlo? E' una bella domanda, direi l'unica a cui ho imparato a rispondere all'università. Siccome viviamo in un mondo in cui ci sono più testi che lettori, e che non abbiamo abbastanza vita per leggere tutti i testi e sceverare quelli interessanti, abbiamo sviluppato varie tecniche che non sono infallibili, ma molto rodate.

In questo caso ho fatto una rapida analisi del paratesto. Se tu mi linki un saggio pubblicato su un "portale di spiritualità", che in homepage mostra in primo piano questo messaggio...

Il futuro del genere umano della "nuova era" e' già qui con noi? E' possibile nutrirsi di prana? La straordinaria esperienza di Jasmuheen e l'intervista.

Ecco, io so che non devo fidarmi, anche senza bisogno di perder tempo a leggere. Perché il tempo è molto prezioso.

Dopodiché ho pure dato un'occhiata. Le speculazioni sui rotoli di Qumran sono interessanti. Ma perlappunto, sono speculazioni.

Quanto alla "Favola di Cristo"... ricordo quando l'autore mi spammava la posta elettronica. Ogni tanto forse mi arriva ancora qualcosa. Ecco, io agli spammatori non credo per partito preso. Non credo a chi vuole allungarmi il pisello, a chi vuole vendermi viagra a prezzi concorrenziali, a chi m'invita a girare un provino in un film porno (è successo) e a chi mi dimostra scientificamente l'inesistenza di Cristo.
1/24/2008, 1:03:00 AM

Anonymous wrote ...
Ho una proprosta per risolvere il problema alla radice:
http://tinyurl.com/32asqe
Può interessare?
1/23/2008, 6:26:00 PM

E-TIGER wrote ...
Scusami ma qui si sono fatte delle citazioni di qualcosa che io (e non sono il solo) ritengo totalmente inventate e ho messo dei link a corredo, per questo sono stato offeso.
Tu hai detto che non sono proponibili, e allora ti ho solo invitato a non fermarti alle apparenze, non ti ho chiesto di parlarne a casa tua, figurati...
Può darsi che sia Off-Topic,
ma sinceramente non capisco come fai a dedurre l'autorevolezza e la serietà di un sito senza leggerne i contenuti.

Con immutata stima,
Carlo
1/23/2008, 9:32:00 AM

Leonardo T wrote ...
E-t., scusa, ma non sono venuto io a casa tua a chiedere di parlare con te.

I siti che hai lincato tu, purtroppo, non si presentano come seri o autorevoli. I contenuti magari ci sono, però mescolati a robaccia.

Peraltro non è dell'esistenza storica di Cristo che si sta discutendo qui.
1/23/2008, 12:09:00 AM

E-TIGER wrote ...
Caro Leo, ti stimo e ti seguo da molto tempo, e ti invito a seguirne uno senza preconcetti. (lo so che il compito è arduo, purtroppo ci hanno fatto il lavaggio del cervello fin da piccoli)
Ti consiglio per iniziare con qualche libro che parla degli studi fatti sui rotoli ritrovati a Qumran.
Se fai questo sforzo poi ne possiamo riparlare.
1/22/2008, 10:01:00 PM

Leonardo T wrote ...
Ti sei dimenticato i reparti corazzati, l'artiglieria da monte Mario e gli onnipresenti sacchetti di sangue infetto.

Diciamo la verità: non presentandosi alla Sapienza, Ratzinger ci ha salvato dalla guerra termonucleare globale. Casarini era già là al cancello pronto a premere il bottone rosso.
1/22/2008, 3:06:00 PM

apelle wrote ...
Be', certo, il Papa sarebbe riuscito ad entrare alla Sapienza in "tutta sicurezza", non ci sono dubbi.
E avrebbe potuto leggere il suo discorso, suscitando magari anche qualche fischio e sbadiglio da parte dei presenti.

Ma tutto intorno?
Un bello schieramento di reparti antisommossa a difesa della "zona rossa", e magari una bella serie di incidenti in prossimità dell'Università.
E' lo scenario che, a dispetto delle dichiarazioni ufficiali che il nostro Leonardo cita con tanta sicumera, si sarebbe prospettato.
Certo, il Papa non correva nessun rischio, come non lo correvano i satrapi a Genova nel 2001 al sicuro nella loro fortezza.

E il bello che il nostro Leonardo, evidentemente scocciato per la mancata occasione di disordini e pestaggi causati dal capo della Chiesa, rivolta la frittata contro il Papa, reo di essere un piangina cacasotto.

Semplicemente ridicolo :-)
1/22/2008, 10:34:00 AM

Anonymous wrote ...
Se per questo quegli scavezzacolli non si sarebbero nemmeno sognati di affacciarsi dal Vaticano...

"tu sei Pietro e.. via dicendo" che consegue l'impero ecclesiastico resta il più grande bluff della Storia della Fede.
1/22/2008, 10:12:00 AM

Leonardo T wrote ...
Vabbè, però i tuoi link non si affrontano, dai.
1/22/2008, 9:36:00 AM

E-TIGER wrote ...
caro anonimo coglione

lo so che a te le idee si schiariscono con youporn per il semplice fatto che sei una testa di c...o

leggi invece di sparare sentenze (sempreché tu ne sia capace)
1/22/2008, 9:21:00 AM

Anonymous wrote ...
Ah signor leonardo all'inizio del post non mi riferivo a lei o agli altri commentatori. Ma al fatto da commentare.
1/22/2008, 1:14:00 AM

Anonymous wrote ...
Certo che se al mondo laico restano quattro slogan ridetti e straridetti, le quattro solite cose dette e ridette alla nausea.

Se al mondo laico non resta ogni volta che incassare e basta..e buttarsi la zappa ai piedi....

Non so ma in questa storia io ci vedo un'incapacità, e una paura ancor più primitiva che la alimenta, che mi sconcerta.

Di più di un rifiuto scontato che somiglia tanto al famoso "tiro in porta telefonato" è inutile parlare.

Tutte le porte dovevano aprire, dovevano farlo arrivare, metterlo con le spalle al muro. Farlo parlare e parlare perchè ogni parola era poi un'arma a favore dei laici.

E' sembrato che lì arrivasse il diavolo con il polverone che hanno alzato (non colpa di quattro imbecilli alla fine, ma questi 4 hanno fatto il gioco del Vaticano) ma la Chiesa sta una spanna sopra gli altri, loro col diavolo ci scendono a patti e lo sanno strumentalizzare e pure bene.

Il mondo laico ha il coraggio di strumentalizzare il papa?

Allora siamo messi male.
1/22/2008, 1:11:00 AM

Anonymous wrote ...
Mamma che roba.

Hai provato con youporn? Lui sì che ti schiarisce.
1/22/2008, 12:10:00 AM

E-TIGER wrote ...
Io credo che un po' tutti abbiate bisogno di schiarirvi le idee...

Vi propongo qualche link

La Favola Di Cristo



Cristo e Qumran



yeshua
1/21/2008, 11:31:00 PM

Linea Gotica wrote ...
Mastella ha appena comunicato di avere abbandonato il Centro Sinistra. Un'ottima notizia per l'Unione che è meglio non abbia al suo interno figuri come l'ex Ministro della Giustizia. Persa la poltrona ora Mastella fa il pippio e dice: "il pallone è il mio e io non gioco più".
Mastella è un po' il simbolo della Casta, di quella Casta politica che non accetta le inchieste, che vuole mantenere i suoi privilegi, il suo potere. Ho già scritto tanto su Mastella e credo che parlare di lui sia solo tempo perso. Non per la sua decisione di abbandonare il Centro Sinistra (scelta legittima), ma per tutto il male che ha fatto all'Italia, in primis con l'Indulto. Peccato che la moglie, se sarà condannata, non ne potrà usufruire.
Mastella dice che vuole le elezioni, e che elezioni siano, così finalmente potremo toglierlo definitivamente dal panorama politico italiano.
Un uccellino mi dice che Mastella si presenterà alle prossime elezioni con il Centro Destra. Staremo a vedere....

Ps. le dichiarazioni di Bagnasco contro l'Italia, sono arrivate proprio puntuali e in sintonia con le dimissioni di Mastella. Sarà stato un caso, o era tutto architettato, visto la presenza di Mastella domenica a San Pietro?
1/21/2008, 10:58:00 PM

Anonymous wrote ...
dando per scontato che la decisione di non recarsi (il santo padre non va nei posti, vi si reca, è in missione per conto di dio) sia stata presa dallo staff cardinalvescovalizio che ne dirige l'azione extra-dottrina, riesco a vederne tutta la valenza politica ed il cinismo da gerarchia ecclesiastica in cerca di persecutori. ratzinger ci sarebbe recato alla sapienza, ma la situazione è stata gestita dai cardinali che contano, che non si sono lasciati sfuggire l'occasione per far credere che in italia ci sia un anti-cristianesimo strisciante che attacca valori e principi universali. situazione particolarmente favorevole per discutere stupidaggini come la 194, le unioni di fatto e via discorrendo.
1/21/2008, 6:28:00 PM

Leonardo T wrote ...
Mah, rancore.
Non mi sembra di averne. Contro Ratzinger, almeno. In realtà da quando c'è lui mi alzo più tardi la domenica, un po' gliene son grato.
1/21/2008, 4:19:00 PM

Anonymous wrote ...
urka leo. il rancore ha prevalso, nevvero? peccato
1/21/2008, 3:43:00 PM

Andrea Ferrigno wrote ...
D'accordo su quasi tutto. Ecco il quasi:

Ratzi non è rimasto a casa per paura, ma perché ha scommesso sulla reazione. CHe puntualmente è arrivata. Un conto è:
Un gruppuscolo di studenti fischia il papa,
un altro
Una minoranza di professori *impedisce* al papa di parlare alla Sapienza.

Ratzinger non è un tremante don Abbondio, ma un giocatore che ha vinto una mano di poker con un bluff ben riuscito.
1/21/2008, 3:38:00 PM

Leonardo T wrote ...
Ok, a grande richiesta (e dopo aver dato un'occhiata al dizionario) sostituirò "patologica" con "fisiologica". Per voi questo e altro.

E' diritto del Papa dire di no a un invito; nessuno lo costringe ad andare da nessuna parte; e possiamo anche attribuirgli una grande intelligenza tattica. Probabilmente quegli scavezzacolli di Gesù e Stefano, con la sua intelligenza tattica, sarebbero arrivati ad 80 anni.

Duca, prima di scuotersi i calzari bisogna per lo meno entrare in quella casa e dare un annuncio. Stavolta il Papa non lo ha fatto. "Ecco vi mando come agnelli in mezzo ai lupi, tranne Benedetto che può stare al balcone".
1/21/2008, 3:37:00 PM

Anonymous wrote ...
Caro duca

citazione per citazione, mai sentita la volpe e l'uva?
La dama del lago
1/21/2008, 3:18:00 PM

Duque de Gandìa wrote ...
Solitamente le esegesi bibliche dell'eminentissimo Leonardo(soprattutto da quando Carlo Maria Martini è andato in pensione) mi paiono sempre assai pertinenti ed illuminanti. Epperò questa volta il trattatello sull'imitazione di Cristo ha tralasciato di mettere in luce il seguente detto del buon Gesù:
"Se qualcuno non vi riceve né ascolta le vostre parole, uscendo da quella casa o da quella città, scuotete la polvere dai vostri piedi. In verità vi dico: nel giorno del giudizio il paese di Sodoma e di Gomorra sarà trattato meno severamente di quella città":)
1/21/2008, 2:42:00 PM

Anonymous wrote ...
@megliocosì concordo in pieno. tuttavia non parlavo proprio dei pulpiti (che del resto non è colpa mia se hanno diverso bacino d'utenza..) ma della storia che il papa DOVESSE ANDARE comunque.

ha fatto benissimo a non farlo.

appunto perché non gli occorre un pulpito. ecco perché era invitato.
1/21/2008, 2:38:00 PM

Marcopie wrote ...
Secondo te è preferibile una "sconfitta virile" a una "vittoria piagnona"?
Sei di sinistra!
:-P
1/21/2008, 1:51:00 PM

Anonymous wrote ...
@rondoner
l'unica differenza tra leonardo e il papa è che tu e i tuoi figli per leggere quello che leonardo scrive su un blog dovete accendere il pc, aprire mozilla e digitare leonardo.blogspot.com, mentre se il papa ha qualcosa da dirti, bè, stà pure tranquillo che te la dirà: ci sono giornali e telegiornali pronti ad aprire il notiziario con qualunque puttanata ratzinger abbia detto su: omosessuali, scienziati, relativisti, divorziati, preti che non si possono sposare e donne che non possono fare i preti.
ecco la differenza tra leo e ratzi. questa, e le babucce di prada.
tra l'altro, pare che sia stata sospesa la nomina di luciano maiani a direttore del cnr, colpevole di essere tra i firmatari della lettera incriminata.
pensate che l'abbia letto su qualche giornale italico? macché! da qui http://www.libertas.sm/News_altre_notizie/news_dettaglio.php?id=4800
come dire, basta spostarsi di molto poco per non sentire più la puzza...
1/21/2008, 1:49:00 PM

pb wrote ...
prendo atto che non sia stata mandata ai giornalisti, ma, insomma, dopo la lettera pubblica di Cini mi pare fosse abbastanza ingenuo pensare che dal dipartimento di Fisica non trapelasse la raccolta firme successiva; e non mi pare assurdo ipotizzare che, avvicinandosi la data ell'inaugurazione Aa, qualcuno dei firmatari abbia deciso di far avere più eco alla cosa.
1/21/2008, 1:22:00 PM

Anonymous wrote ...
"La protesta degli studenti non è parsa mai particolarmente violenta, ed è comunque patologica". Forse volevi scrivere "fisiologica"
1/21/2008, 1:16:00 PM

Lia wrote ...
Per Pbeneforti: se rileggi la ricostruzione di Parisi (http://www.sinistra-democratica.it/universit/articoli-1) vedi che la lettera al rettore faceva appunto riferimento a Cini ma, ribadisco, è sempre stata interna al dipartimento, fatto salvo il coinvolgimento di un paio di biologi, a loro volta sensibili al tema sollevato. Non l'hanno mai, e dico mai, fatta circolare nel resto dell'università.
Prima di scrivere il mio post, ieri, sono stata un'ora al telefono con una docente della Sapienza. Sono sicura di quello che dico.

Lia
1/21/2008, 11:49:00 AM

pb wrote ...
mah; "documento interno" che avrebbe dovuto restare interno? la lettera di Cini è uscita sul Manifesto a novembre; che la lettera successiva dei professori non sia stata mandata anche in giro fin da subito mi pare improbabile.
1/21/2008, 11:36:00 AM

Anonymous wrote ...
Oddio Leo, non é che Cristo fosse stato proprio 'invitato' da Scribi e Farisei. Da Pilato poi...

Anche questa storia che è una merdina perché ha 'declinato' (grande mossa tattica vincente) l'invito fa ridere.

Proprio così ha mostrato di 'offrire l'altra guancia'. Qualcuno gli chiedeva (in modo nemmeno tanto garbato) di non parlare. E lui non ha parlato.

Insomma ribadisco. Mettiamo che t'invito a cena perché mi piace come scrivi, poi ti dico che i miei figli però ti detestano e se ti presenti ti usano come bersaglio con la loro minestra.

Tu declini, quindi sei Don Abbondio?

Mentre se vieni e me li costringi chiusi al cesso, sei Giovanna d'Arco?

Non mi fila.
1/21/2008, 11:08:00 AM

Anonymous wrote ...
No, allora non vengo. Che dici vengo?
Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente?.....
Vengo, ci vediamo là. No, non mi va, non vengo.

Ma che mancanza di coraggio! Ha visto Ecce Bombo.
Rosi
1/21/2008, 10:11:00 AM

Lap(l)aciano wrote ...
Se posso aggiungere un altro esempio biblico, secondo me anche più calzante: Paolo all'aereopago (Atti 17,22:34), che veramente se ne deve andare "canzonato" dagli ateniesi...
1/21/2008, 7:26:00 AM

Anonymous wrote ...
Santo cielo... finalmente... a vedere la televisione, credevo di essere rimasto l'unico a vedere la questione in termini razionali. Avrei pagato, per sentir intervistare una sola persona che ricordasse sommessamente le cose contenute in questo post. Grazie
1/21/2008, 5:55:00 AM

Anonymous wrote ...
presumo volessi dire "fisiologica", non "patologica".

nicola
1/21/2008, 5:34:00 AM

toni wrote ...
Non restava che applicare il precetto evangelico di "porgere l'altra guancia" ed il fedelissimo Ruini, munito di delega e con la consueta sollecitudine, lo ha immediatamente messo in pratica.
1/21/2008, 5:18:00 AM

toni wrote ...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
1/21/2008, 5:17:00 AM

Non di soli feti

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Per una Sana Inquisizione

Santità, Le scrivo per farLe umilmente sapere che nel 2007 mi ha molto deluso. Come del resto nel 2006. In verità aveva iniziato a deludermi nel 2005, ma al tempo ero propenso a considerarLa con la benevolenza che si riserva agli esordienti.
Santità, chi le scrive è uno dei tanti cristiani – senz'altro uno dei peggiori – che non può più soffrire di sentirsi minoranza in casa sua. Non è forse l'Italia un Paese di salde radici cristiane? Non è Roma la capitale della Cristianità? E allora perché noi cristiani dobbiamo sentirci, giorno dopo giorno, una minoranza sotto assedio? E perché i nostri pastori non fanno nulla di concreto per difenderci? E perché Colui che dovrebbe guidarli, il Vicario di Cristo in terra, sembra piuttosto assorto in preoccupazioni mondane, come ripassare le declinazioni del latino o provarsi le nuove frangette rosse che piacciono tanto a quella vecchia zia di Zeffirelli? Eh? Sto parlando di lei, Santità: crede che ci basti un'enciclica, mentre qui fuori i barbari ci inquinano le sorgenti?

Santità, la prego, volga uno sguardo al suo povero gregge italico, che come ogni trentun dicembre si ritrova sbalordito davanti alla televisione e constata una volta di più l'amara verità: la Chiesa ha perso. L'Italia è pagana. Forse non ha mai smesso di esserlo, in ogni caso negli ultimi anni ha smesso di vergognarsene e lo proclama a testa alta. Fino a qualche tempo fa gli oroscopi erano un passatempo da parrucchiere, ora ormai sono una presenza istituzionale in tutti i canali. Compreso quelli di Stato. Compreso quello in quota CEI, e Lei che fa? Cosa ne pensa? Niente, lei continua a prendersela con gli atei. Ma Santità, si può sapere dove li ha visti tutti questi atei in Italia? Magari ce ne fossero. Almeno gli atei sono razionalisti, ci si può discutere. In fondo gli atei e i monoteisti hanno centinaia di cose in comune, basti pensare a tutti gli Dei a cui non credono. Ma in Italia non ce n'è, si fidi, hanno tutti almeno un cornetto al collo, e cosa vuoi discutere con qualcuno che crede ai poteri invisibili del corallo? O ai poteri di Venere nello Scorpione? O nella sfiga? O nel malocchio? O nei maghi che conoscono in anticipo i numeri del lotto, e invece di giocarseli te li vendono in offerta speciale? Ci vuoi anche discutere, con questi qui? L'unica è bruciarne un po'. Potremmo cominciare con gli stregoni – gli indirizzi sono sulle pagine gialle.

Santità, i suoi uomini continuano a prendersela con Odifreddi, e intanto Wanna Marchi è a piede libero. Si rende conto? Magari nessuno le ha mai parlato di Wanna Marchi, mentre le hanno raccontato che Odifreddi è una grave minaccia; è possibile essere così mal consigliati? Odifreddi non è che un cane sciolto, sconosciuto ai più, mentre la Marchi rappresenta l'Italia profonda, l'Italia crapulona e bottegaia, l'Italia credulona e felice d'esserlo, l'Italia pagana, la Babilonia, la Grande Meretrice! E Lei, Santità, vive al centro di tutto questo e... di cosa si preoccupa? Delle radici cristiane dell'Europa, mentre qua fuori i santoni ancora ci curano con gli estratti di mandragola? Contro gente come questa, andrebbe rifatto un tribunale della Santa Inquisizione, e subito. E Odifreddi, lo si potrebbe cooptare come membro esterno. C'è tanto da imparare dagli scettici come lui.

Santità, all'inizio del 2008 vogliamo finalmente porci il problema delle cosiddette “previsioni astrali”? Vogliamo dire che è un rito pagano e repellente, e che nessun editore o responsabile di rete cristiano dovrebbe averci a che fare? Se lei va al balcone a ordinare di bruciare tutte le riviste astrologiche nei chioschi, io son pronto; soltanto, è meglio se me lo dice un po' per tempo, così mi tengo da parte la benzina, con quel che costa. Perché anche in questo 2007 mi è capitato di vedere in tv persone sorridenti dichiarare che loro non assumerebbero mai un Ariete o un Sagittario o un vattelapesca; e sono sicuro che non scherzano. Ne vogliamo parlare? Se le stesse persone dicessero che non assumono neri, o musulmani, o circoncisi, cascherebbe giustamente il mondo; in quest'Italia hypocritally correct la segregazione razziale è proibita e la segregazione religiosa un'eresia; invece la segregazione zodiacale è perfettamente tollerata. Andate poi a lamentarvi della fuga dei cervelli – se la selezione del personale la fanno coi tarocchi, di cosa vi stupite? In Italia, nel 2007, c'è gente che perde opportunità di lavoro perché è Scorpione. Nessuno dice niente, e intanto tutti si toccano le parti basse. È uno schifo, Santità, uno schifo.

Santità, prima ancora di essere cristiano, io sono un monoteista. E so cosa significa. Banalmente: c'è un solo Dio, e il resto sono stronzate. Idoli. Vanno bruciati, e va bruciato chi si ostina ad adorarli: perché chi è tanto stupido da adorare pezzi di legno, o addobbi dorati, o astri lontani anni luce, o è in malafede o ignorante senza redenzione.
Prima della sua elezione avevo udito mirabilie sul suo conto. Mi aspettavo dunque da lei lo zelo del vero Monoteista. Il Mosè che fonde il vitello d'oro e lo fa bere agli ignoranti. O il Maometto che torna alla Mecca e spazza via tutta la chincaglieria pagana intorno alla Ka'ba. O almeno il Gesù che frusta i mercanti al Tempio. Invece lei si preoccupa degli... aborti. Ma Santità, col dovuto rispetto, che problema saranno mai gli aborti? Non ci sono più, forse non ci sono mai stati, e comunque se esistono non possono più essere nel Limbo e quindi probabilmente stanno in Paradiso. Problema risolto, direi. Vogliamo dunque cominciare a preoccuparci anche dei poveri cristiani post-partum, bambini e adulti, costretti a destreggiarsi in un mondo di ignoranza e superstizione? Non si vive di soli feti, Santità. Suo devoto
Leonardo
Comments (7)

Anonymous wrote ...
Non so perchè, ma me lo immagino alla mattina, in vestaglia d'ermellino, mentre si sorbisce un thè, leggiucchiarsi pure lui il suo oroscopo giornaliero
1/2/2008, 2:18:00 PM

Heike wrote ...
Che dire, se non clap clap clap clap clap?
PS: gli ultimi due clap sono per "hypocritally correct". Benvenuti in Italia.
Buon anno Leo!
1/2/2008, 11:39:00 AM

Matteo Rizzolli wrote ...
geniale leonardo.... geniale...
1/1/2008, 2:27:00 PM

e. wrote ...
Qualche info utile anche qui:
http://www.cicap.org/new/articolo.php?id=273496
ciao,
e.
1/1/2008, 1:21:00 PM

Anonymous wrote ...
aspettiamo un altro post dove spiega la semiologia della tipografia stencil per il nuovo anno.

Nel frattempo, auguri.
12/31/2007, 6:32:00 PM

Anonymous wrote ...
Leo, sai cos'altro mi piace di come scrivi? Il fatto che quando arrivo qui prima mi leggo avidamente tutto il post piu' recente (e complimenti, al solito) e solo dopo mi accorgo delle modifiche grafiche al sito.
12/31/2007, 5:41:00 PM

Anonymous wrote ...
Carissimo Leo,

Sua Santita' e' molto molto impegnato con Padre George. Pregasi lasciarlo in pace. L'ora-scopo d qiest'anno prevede meraviglie per certi legami astrali.

By the way, mi ricordo ancora di Lei e, quando ce la faccio, continuo a considerarLa il miglior Blogger della Galassia. Con immutato e virtuale affetto,
12/31/2007, 4:21:00 PM

la leggenda di San Giuliano il digiunatore

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Un giorno da leone

Caro Gesù Bambino, che vedi tutto: non ti sarà sfuggita l'ultima iniziativa di Giuliano Ferrara.

Da qualche giorno sta facendo una dieta di soli liquidi, che probabilmente gli gioverà. Il pretesto è una specie di moratoria contro l'aborto, bla bla. Il vero motivo per cui Ferrara si sottopone a questa innocua privazione è chiaro a ogni povero di Spirito: Ferrara ha intenzione di vedere Dio entro la fine dell'anno, e metter fine alla manfrina dell'“ateo devoto”, che oggettivamente fa ridere. Ormai lo dice a chiare lettere: “E' un mezzo di contatto subliminale”; e chi dovrebbe contattare, se non Tuo Padre? Bene, sono abbastanza sicuro che durante un calo di zuccheri ci riuscirà (è il vecchio trucco degli anacoreti), e sono altrettanto certo che da quel momento le porte di Santa Romana Chiesa si spalancheranno definitivamente per questo figliol prodigo. Del resto sono fatte per questo, quelle benedette porte, no? Per spalancarsi. Bene, molto bene. Salvo che io non vorrei esserci, in quel momento. Per questo ti scrivo, Gesù Bambino. Ti saluto. Mi prendo un po' di ferie.

Caro Gesù, mio Buon Pastore: io sono uno delle 99 pecorelle che non hanno mai dato pensieri ai tuoi cagnoloni – a parte quando schitarravo i salmi in chiesa con una certa foga, ai bei tempi del Vaticano II. Per il resto ho frequentato con profitto anni di catechismo, arrivando puntuale a ogni sacramento. Ho pregato, sin da bambino, e ho letto le Scritture. Tutte. Senza smettere di credere in te, il che è già un miracolo della fede. Proprio per questo motivo so bene che c'è più gioia in cielo per una pecorella smarrita e ritrovata che per 99 come me, che beeelano beeelano la loro devozione da una vita. Proprio per questo motivo so che nelle cucine pontificie sono già indaffarati a condire il vitello grasso. Tutto giustissimo, ma io stavolta non ne assaggerò. Il mio amore per il prossimo ha evidentemente un grosso difetto: se domani entrasse da quella porta Bin Laden, sinceramente pentito, me ne rallegrerei. Ma Giuliano Ferrara, Santo Dio, no. C'è incompatibilità.

Caro Gesù, che tornerai sulla terra per giudicare i vivi e i morti, mi rendo conto che il motivo del mio traviamento è sciocco e gretto, però Ferrara veramente non lo reggo. Non so neanch'io il perché. Probabilmente l'insofferenza nasce dall'averlo visto sempre in cattedra. È da quando sono al mondo che me lo trovo in una posizione di privilegio, a farmi lezioni d'ogni tipo.

Quando ho cominciato a pensare d'essere di sinistra, lui era già là, nella foto di famiglia, senz'altro merito fuorché un cognome illustre. Poi si è convertito alla socialdemocrazia e ha voluto insegnarla a tutta una generazione. Siccome è stata la stessa generazione che ha tirato le monetine a Craxi e ancora ne va fiera, forse il maestro non era così buono, ma che importa? Il tempo di fiutare il vento, e si è fatto liberale. È stato il cervello dietro a Berlusconi, e in quanto cervello si è trovato ad avere molto tempo libero. Allora si è messo in testa d'essere un giornalista, e a molte persone perbene e ragazzi ambiziosi è convenuto credergli. Nell'anno in cui il capo del governo poteva contare su due canali nazionali filogovernativi ed era proprietario privato di altri tre, Ferrara ha occupato stabilmente la prima serata del settimo. Nel frattempo scrive un giornale a spese mie, in cui ha insegnato il laicismo ai laici, il radicalismo ai radicali, l'America agli americani, il conservatorismo ai conservatori, la democrazia ai fondatori del PD e... e adesso è venuto il momento di spiegare il catechismo ai chierichetti. Mi pare giusto, ma non ci sto.

Caro Gesù, ti rendi conto? Lui che non sa distinguere una virtù cardinale da una teologale, gli Efesini dai Tessalonicesi, Sant'Antonio da Padova da Sant'Antonio Abate, domani salirà in cattedra e m'intimerà di convertirmi e credere al Vangelo! A me, cresciuto a Vespri e Lodi mattutine! Fino a questo momento tu eri l'unico con cui potevo parlare senza che lui ci si mettesse in mezzo. Ma da domani sarà diverso. Domani, quando proverò a dirti le preghiere, sentirò la sua presenza non discreta. Probabilmente disapproverà il modo in cui m'inginocchio o incrocio le mani, mi darà dell'ingenuo o del fighetto, o del gnégnegne... le solite cose. Non mi dirà nulla che non so già, e lo dirà con un sacco di parole brutte e strane, annoiandomi come un qualunque prete di campagna, ma con un sacco di ammiccamenti a cose e persone che non conosco e non m'interessano. Non m'insegnerà niente.

E dire che nella mia vita ho imparato da tutti: meccanici, casalinghe, venditori porta a porta. Addirittura qualche volta persino dagli insegnanti. Tutti mi hanno detto qualcosa che ancora non sapevo. Tranne lui. Lui in fin dei conti parla solo e sempre di sé, perché dovrebbe interessarmi?

D'altro canto, caro Gesù, io so che quando dicevi “Beati gli ultimi perché saranno i primi” ti riferivi anche a quelli come lui, che arrivando all'ultimo momento all'appuntamento con la Fede, ci sopravanzano, proprio come i velocisti nello sprint. Dunque Ferrara, già burocrate PCI e fonte riservata CIA, giunto al Vangelo in zona Cesarini, sarà uno dei primi nel tuo Regno...c'è una scandalosa giustizia in tutto questo, te lo riconosco. Ma d'altro canto devi pur immaginare che la prospettiva di un paradiso dove ogni sera alle otto e mezza c'è lui che mi spiega come stare all'Altro Mondo non mi sembra un'alternativa così interessante al fuoco eterno.

Per questo pensavo di andarmene un po'. Non so neanche dove. Da Maometto no, a meno che non venga lui. Budda, con quella storia delle respirazioni, mi spaventa. Probabile che me ne resti qua fuori nel parcheggio, come fanno tanti. Giusto il tempo di sbollire. Sono la 99ma pecorella, non ho diritto anch'io almeno a un giorno da leone?
Comments (11)

Anonymous wrote ...
Un genio!
10/15/2010, 1:23:00 PM

fabrizio wrote ...
Non chi dice Signore Signore
entrerà nel regno dei cieli ma colui che fa
la volontà del Padre mio che è nei cieli
1/2/2008, 7:22:00 PM

silvio wrote ...
Ciao Leonardo.
Blog dagli argomenti forti , il tuo.
Ti volevo proporre uno scambio link.
Auguroni di buon anno
Silvio
www.silviopistore.blogspot.com
12/28/2007, 4:35:00 PM

Anonymous wrote ...
sei un genio, come sempre
Luca
12/27/2007, 5:03:00 PM

Anonymous wrote ...
Per un po' ho persino temuto che fosse sincero, che non fosse il suo solito, puro opportunismo: ho sospettato che Ferrara credesse a quello che scriveva. Pareva addirittura che fosse davvero preoccupato per la sorte di altri esseri umani: le sue disonestà da ciarlatano, le forzature, i ragionamenti contorti e le parole in libertà sembravano avere un fine che non fosse il narcisismo.
Poi però non ce l'ha più fatta, l'ha buttata in caciara, e tutto s'è risolto come al solito. Questa baracconata della dieta è così ridicolmente studiata che ispira simpatia: gli serviva una scusa per farsi un blog con l'immagine di sé stesso che desidera. I cani, la casa di campagna, la solitudine e la meditazione, una specie di parodia di quel Chesterton cui vorrebbe somigliare. C'è tutto: la falsa modestia nel paragone a Tommaso d'Aquino, gli errori ortografici (e poi nello stesso pezzo usa "pusilla" come aggettivo), l'utilizzo di tutti i superlativi possibili per definire gli amici. Guarda, lui troverà Dio e probabilmente diverrà più insopportabile di ora, ma per ora lo spettacolo di un ciccione che si nasconde dietro un alberello come un cartone animato è imperdibile.
12/27/2007, 4:11:00 PM

Anonymous wrote ...
Armeni, lei scrive su un giornale che si proclama "comunista", non le capita mai di sentire lì al manifesto questi due classici del comunismo:

"E' meglio morire in piedi che vivere in ginocchio !"
(La Pasionaria)

"L'unione fa la forza e tu lo vedi/non stare più in ginocchio ALZATI IN PIEDI !"
(Mi' madre)
12/27/2007, 3:36:00 PM

Anonymous wrote ...
Caro Leo, invece a me Ferrara qualcosa ha insegnato: quanto dev'essere profondo e pervertito il desiderio di continuare ad apparire in TV, costi quel che costi.
Altro che grande fratello ! Mi spiego.
Ma chi obbliga quella Ritanna Armeni a fare continue figure da scendiletto, la sciocchina messa lì perchè l'intelligenza del capo rifulga meglio ?
Le spalle dei comici avevano intera la loro dignità perchè così si presentavano, era il loro mestiere da fare seriamente.
Ma questa è messa lì a fare la parte della "giornalista di sinistra" e non è nè l'uno nè l'altro perchè chi abdica come fa lei alla propria dignità non può rappresentare più nulla e nessuno, solo la propria macchietta.
Ripeto, chi glielo fa fare ? I soldi ? Per cosa, per mangiare meglio ? (memorabile battuta di Nicholson in Chinatown).
Che si illuda di rappresentare il contraltare "de sinistra" a Ferrara non lo credo possibile, pur se la gente ha infinite capacità d'autoinganno.
Cosa rimane ? La libidine d'apparire, d'esserci comunque, anche con le figurette e le umiliazioni a ripetizione cui è sottoposta dal capo che , come tutti i bambini, non è alieno dal sadismo.
Una cosa mi dispiace: che sia una donna a fare il poggiapiedi, col che si ribadisce che solo questo sanno fare. Lerner e Sofri, quest'ultimo con qualche comprensibile difficoltà, hanno mollato.
Lei è lì inossidabile, giuliva e impermeabile a qualsiasi sputo in faccia, qualcuno ha scritto "accucciata sulle ginocchia di Ferrara". Sì, ma a fargli che ?
Come per mastercard: le umiliazioni in pubblico non c'è somma che le ripaghi, ma star lì una puntata in più probabilmente sì.

Mi spiace scrivere ste cose dell'Armeni ma sono pieno, è che ogni volta che viene ruvidamente interrotta come la scema di casa spero che scatti in piedi e lo mandi affanculo in diretta !
O, non lo fa MAI.
12/27/2007, 3:25:00 PM

Anonymous wrote ...
Ferrara ha una necessità psicologica (non solo di convenienza) a schierarsi col più forte, infatti chissà perchè mi dà sempre l'impressione di un bambino, cresciuto ma sempre con il bisogno di appoggiarsi a una figura autorevole. Cominciò con Craxi, periclitato il quale si volse a Berlusconi, venendone, secondo me, parecchio deluso. Da questa delusione s'è ripreso gettandosi sul papa.
Dovesse venir deluso anche da lui, non ci sarebbe da meravigliarsi si rivolgesse a dio, Ferrara da solo non può stare.
12/27/2007, 2:54:00 PM

Danilo wrote ...
sono salvo!
ho scelto il fuoco eterno già da un pò, con un pò di fortuna laggù le trasmissioni di ferrara non le mandano.
12/27/2007, 12:41:00 PM

d. wrote ...
Sopravanzerà la Binetti? E il cilicio con che cosa glielo facciamo, con le catene da neve?
12/27/2007, 12:36:00 PM

.mau. wrote ...
Leo, c'è una cosa che non mi torna. Con una dieta liquida non finisci certo in calo di zuccheri, basta vedere Giacinto Pannella detto Marco e il suo digiuno a cappuccini. Quindi Ferrara dovrà trovarsi un altro modo per avere la visione di Dio.
Pensa comunque che sopravanzerà anche la Binetti, e ritieniti un po' più sollevato.
12/27/2007, 12:23:00 PM

limbo lower 2

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Tutti fuori

Per molti secoli, il Cristianesimo ha riguardato soprattutto la Morte.
Intendo dire che era una religione che faceva il possibile per aiutare i suoi fedeli a convivere con l’idea, terribile e familiare, della morte. Questo mistero che ci portiamo con noi tutti i giorni: perché siamo al mondo se non è per sempre? Quando moriremo? Nessuno lo sa.

I cristiani arrivano dopo millenni di angoscia a proporci una serie di misure difensive. Non sono stati i primi, ma bisogna ammettere che sono stati più bravi di altri. La morte non è che l’inizio, dice il cristiano: prova a immaginartela come un cancello espugnato da Cristo, afferma più o meno San Paolo. Considera la tua povera vita come un investimento. Gesù aveva già accennato con gli apostoli a un Regno dei Cieli, a un Giudizio Universale: i buoni da una parte, i cattivi dall’altra. Se sei buono – o pensi di esserlo – di morire a questo punto ti vien quasi voglia.

E se non sei buono, puoi sempre rimediare con una nobile morte. Da qui il martirio – che esisteva già nel mondo degli eroi, ma col Cristianesimo diventa una manifestazione religiosa. Da qui, inoltre, una serie di manifestazioni esteriori un po’ luttuose (i crocifissi, i teschi, i monaci che ammoniscono: “ricordati che devi morire”) che ultimamente abbiamo un poco accantonato. Perché? Perché questa enfasi sulla morte è passata di moda. Anche tra i cristiani.

Dalla metà del Novecento, in effetti, il Cristianesimo ha iniziato a preoccuparsi soprattutto della Vita. Non di quella eterna, come ci si potrebbe aspettare: no, proprio delle nostre vite effimere ed imperfette. Verrebbe da chiedersi il perché: qualcuno si chiede il perché? Voglio dire, come si spiega che la religione dell’Estrema Unzione è diventata la religione antiabortista per eccellenza?

Qualunque sia il motivo, il Limbo è rimasto fregato nel mezzo. Nel medioevo, in piena ansia per la vita dopo la Morte, il Limbo era stato escogitato per spiegare un’apparente ingiustizia del Sommo Giudice: se solo chi ha ricevuto la Buona Novella è degno di entrare nel Regno dei Cieli, come la mettiamo con le persone oneste e pie che la Buona Novella non l’hanno ricevuta perché sono vissuti prima di Gesù, o in un’altra parte del mondo, o sono morti troppo presto? Come può essere così ingiusto Dio da dare tanta importanza al luogo e al tempo in cui abbiamo vissuto una vita che è solo una percentuale infinitesima dell’Eternità dopo la morte?
Qualche oscuro architetto dell’oltretomba suggerì che doveva esserci nell’inferno una zona dove, pur in assenza di Dio, si stava bene; qualche alto prelato ne parlò, Dante lo sistemò nel suo poema, e da allora il Limbo si è imposto nell’immaginario collettivo – ma da parte dei Pontefici, nessuna dichiarazione definitiva.

E meno male, perché il problema che angustiava Ratzinger fino ad oggi è di segno opposto: se nulla è più sacro della Vita, come si spiega che la vita degli embrioni, in sede di Giudizio Universale, sia considerata robetta da serie B? Perché i preti dovrebbero spendersi tanto per creature comunque destinate al Limbo? Insomma, questo rimasuglio della struttura medievale finiva per accreditare la sensazione (suggerita anche da un certo borghese buon senso) che un esserino concepito da pochi giorni non sia cosa da mandare né in Cielo, né all’inferno, né altrove: qualche laico prima o poi lo avrebbe interpretato in questo senso. Meglio rimuovere. Del resto si sa, le chiavi del cielo le ha lui. A chi scioglie in terra, sarà sciolto in eterno, no?

E quindi il Limbo è chiuso. Tutti fuori. Come si diceva qualche tempo fa, preparatevi a un paradiso asiatico, perché la maggior parte degli aborti clandestini si pratica in Cina e India; e presupporre che solo gli embrioni di radici cristiane vadano in cielo sarebbe vagamente nazista (e io non vorrei nemmeno scriverle nello stesso pezzo, le parole “nazista” e “Ratzinger”).

Per farla breve: la sorte toccata al Limbo è un segno di come cambia nei secoli questo Cristianesimo che crediamo monolitico: nel Medioevo lo inventano perché sono ossessionati dalla sistemazione del mondo dopo la Morte; nel Duemila lo tolgono perché sono altrettanto ossessionati dalla sistemazione della Vita. E domani? Chi lo sa. Anche il Regno dei Cieli si aggiorna: questa è comunque una buona notizia.
Comments (16)

Anonymous wrote ...
@francesco

Forse. MA 'facile' proprio non la considero, tanto che per primo mi metto fra i critici autoridimensionati. Insisto comunque sul fatto che più si attacca un sistema più lo si legittima ad avere potere.

In ogni caso concordo sui primi 'ribelli' che ci hanno permesso appunto di compiere il 'deicidio'. Ma allora torniamo alla tesi che proprio il Cristianesimo ha educato il suo 'nemico laico'. Per di più, onestamente, le nostre critiche fanno sganasciare dalle risate rispetto agli strappi fatti da tizi in tonaca del calibro di Lutero. Figurati noi nei suoi panni. Avemmo fatto i Galileo prima ancora dei tribunali...

Per la cronaca. I laici sono oggi fra forse li unici a difendere certi capisaldi cristici.
4/25/2007, 3:17:00 PM

Anonymous wrote ...
Caro Es, la fai troppo facile.

Se il Vaticano "non ci taglia la strada" (comunque non è del tutto vero, e non è vero per tutti) è anche perché in un tempo non troppo lontano qualcuno ha cominciato a porsi e a render pubblici questi problemi.

Non per insegnare al Papa come si deve essere Papa, ma per suggerire ai seguaci del Papa l'eventualità che la loro guida sia arbitraria e capricciosa.
Oggi diamo la laicità per scontata, come se fosse aria, tanto che il laicismo (che ne è semplicemente la difesa) ci sembra arrogante, ossessivo e fuori luogo.
4/24/2007, 10:52:00 PM

Anonymous wrote ...
eh..eh.. Oddio, il paragone è ancora una volta un po' forzato, anche perchè a ben vedere, nelle chiese si mangiano un dio assai dietetico. Ad ogni modo, ammetto di essere sempre stato un fedele (sebbene spesso tradito e traditore, come tutti) della Ragione (oggi potrei dire 'buon senso', ma sarei bugiardo). E proprio per questo ribadisco che non invito nessuno a non osservare, criticare, discutere (anzi! e facciamolo con tutti i papi, di ogni amministrazione).

Solo non si può cadere nella contraddizione di usare il parametro logico per sindacare su questioni illogiche (da questo punto di vista Claude la darebbe a me la pacca). Soprattutto poi quando si parla del sesso degli angeli. Cavillare sulle porte del Paradiso con argomenti tecnici assomiglia alla polemica sulla frittata da girare o meno (che anzi potrebbe avere conseguenze più personalistiche). Anche io avrei litigato con Dante per togliere Giuda dalla fauci del Diavolo (quale colpa ha se è predestinato?). Ma non per questo censurerei la Divina Commedia.

Insomma fin quando il Vaticano non ci taglia la strada si travesta pure da quel che vuole. Se la religione non è l'oppio dei popoli, come minimo è la sua erba (la maria, appunto). E allora se li fa essere migliori o più tranquilli io non la proibisco..
4/24/2007, 6:17:00 PM

Leonardo T wrote ...
Es, ti avrei voluto sul molo ad aspettare Lévy-Strauss quando tornava dai Tristi Tropici.

Lui scendeva dalla scaletta, tu gli davi una pacca sulla spalle e... "ma ancora con quei selvaggi? Ma lasciali alla loro antropofagia! Adorano la natura, ti sembra una cosa razionale?"
4/24/2007, 11:23:00 AM

Anonymous wrote ...
ragazzi ma davvero vi crea problemi il 'limbo'? Dico, e la resurrezione della carne? L'infallibilità del Papa? Il solo problema della vita eterna ("DOPO" o a cavallo di quella terrena!!!) mi sembra che sia un'aporia tale che non c'è bisogno di essere dei ferrei logici per lasciare ai credenti la formuletta scaccia pensieri di 'mistero della fede'...


Ripeto, lasciamoli ballare il limbo, o facciamo la figura di essere più farisei dei farisei.
A meno che non vi siate fissati che l'Illuminismo sia di fondo sempre stata roba loro.
4/24/2007, 10:50:00 AM

Anonymous wrote ...
Ma quindi chi interrompe una gravidanza garantirebbe la beatitudine eterna al feto... mentre chi mette al mondo un bambino, di fatto lo esporrebbe al rischio della dannazione?

Non c'è male, si potrebbe ri-citare Tertulliano, che godeva al pensare alle sofferenze dei dannati
(che se mio figlio mi diventerebbe un cristiano vagamente simile, vivo glielo faccio mangiare il ritratto di Dorian Grey!)
4/23/2007, 9:34:00 PM

Leonardo T wrote ...
Anonimo, le tue giuste preoccupazioni svaniscono davanti alla necessità storica di beatificare miliardi di aborti.

Solo così la strage degli innocenti diventa una vera strage di veri innocenti.

Anche se il cliente dell'avvocato di Satana potrà sempre obiettare che adesso, fecondando una ragazza, tu dai la vita a un angelo. A patto di abortirlo subito, o al limite strozzarlo nella culla.
4/23/2007, 8:25:00 PM

Anonymous wrote ...
per me questa faccenda dell'abolizione del limbo creera un casino.... vi spiego meglio:
Io ero fino a ieri un sostenitore dell'esistenza del "limbo". Ora è stata chiarita la questione teologica e confermata dal nostro Santo Padre: "il limbo non esiste". Da cattolico, mi sottometto al parere della Chiesa, però i problemi di tipo teologico che ne potrebbero scaturire sono molteplici: ad esempio, visto che i bambini abortiti o morti prima di essere stati battezzati, sono ammessi alla "visione beatifica" fin da subito, anzichè aspettare nel limbo fino alla fine dei secoli, mi chiedo: ha ancora senso battezzare i bambini fin dalla più tenera età? Sappiamo che il Battesimo libera l'anima dalla "colpa di origine", e secondo la tradizione i bambini venivano battezzati subito dopo la nascita, per cancellare tale colpa che precludeva (in caso di morte) la visione beatifica. Ora, se i bambini abortiti o morti senza il battesimo sono ammessi ugualmente alla visione beatifica, ha ancora senso battezzare i bambini a pochi giorni dalla nascita, anzichè aspettare un'età più consona (tipo 5 o 6 anni) ovvero un età in cui potrebbero avere un discernimento se pur minimo, visto che comunque (se morti prima) verrebbero ammessi in Paradiso? Lo so, la mia forse è una provocazione, ma il tema è molto serio: nel catechismo di San Pio X si affermava che «i bambini morti senza battesimo vanno al limbo, dove non godono Dio, ma nemmeno soffrono, perché avendo il peccato originale, e quello solo, non meritano il Paradiso, ma neppure l'Inferno o il Purgatorio».
4/23/2007, 7:24:00 PM

Anonymous wrote ...
Caro Leo, Oblomov ha ragione, il tuo 'bignamino' sul Cristianesimo risulta un po' sommario, comunque capisco il tuo punto di vista talmente tanto che voglio raccontarti la solita noiosissima citazione autoreferenziale..

Io mi sono sempre considerato un mangiapreti, anche per averci studiato da piccolo (tipico dei voltairiani da combattimento).

Insomma un po' come il matrimonio è 'La tomba dell'amore', la Chiesa è 'la tomba di Cristo', banale quanto vero.

Quando sono stato con una ragazza molto intelligente (l'amore deforma il giudizio..), figlia di un rabbino, sono rimasto però molto colpito da una sua puntuale stoccata (visto che oltre a criticare la sua ortodossia vomitavo ogni giorno sulle pratiche e credenze 'nostrane'). Ebbene, lei mi disse: "Tu hai una grande pretesa dal mondo ecclesiastico, non gli perdoni nulla, perchè li vorresti migliori, per non dire santi, sei più credente di me".

Insistetti che non li volevo proprio. Che avrei voluto vederli consegnare tutto al popolo, invece di lavargli il cervello e levargli un po' di soldi.. E mentre lo facevo, le davo sempre più ragione..
4/23/2007, 10:29:00 AM

Anonymous wrote ...
Ma vuoi mettere starsene nel Castello degli Spiriti Magni a colloquiare con Aristotele, Platone, il Saladino e Omero? Anche loro sfrattati?
4/22/2007, 8:38:00 PM

Anonymous wrote ...
Ah, per la cronaca:
maschi dopo 40 gg
femmine dopo 80 gg

...e ti pareva?
4/22/2007, 9:59:00 AM

Anonymous wrote ...
Parlando di medioevo ed embrioni... Quando avvenga l'animazione del feto è stato oggetto di secoli di controversie.

Uno dei relativamente pochi sostenitori dell'animazione al concepimento era Tertulliano (già Agostino aveva qualche riserva).
Ma poi gli sviluppi prevalenti andarono in altra direzione.

Nientemeno che Tommaso d'Aquino sosteneva (agganciandosi al solito Aristotele) che il feto si animasse 40 giorni dopo il concepimento.
4/22/2007, 9:57:00 AM

Anonymous wrote ...
Tuttavia, per decidere cosa sia teologicamente corretto e cosa no, stiamo aspettando con impazienza l'avvento della teologia sperimentale...
4/22/2007, 9:39:00 AM

Anonymous wrote ...
Sotto un profilo teologico il post non è ineccepibile. Cosa non lo è, però? Resta la bontà del tuo pensiero. Quid est veritas? Ripeto sempre che Cristo stesso non rispose alla domanda di Pilato. Avrebbe potuto?
Conservati.
4/21/2007, 3:17:00 PM

Anonymous wrote ...
A proposito: ma tutti i seguaci di altre fedi, che siano però buoni, giusti e onesti, secondo la religione cattolica, dopo morti, che fine fanno?
4/21/2007, 2:10:00 AM

Anonymous wrote ...
stanno forzando i tempi dello sgombero, ormai partono anche 3 o 4 treni al giorno.
pare che fuori dai cancelli siano già pronti centinaia di muratori slavi che costruiranno Paradiso 2.
in nero.
4/20/2007, 10:30:00 PM

tu non pensi secondo Dio, ma come gli uomini

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Nessuno si attenti a zittire Bagnasco

Mettiamola così: negli ultimi anni in Italia si sono aperte splendide opportunità, per i preti (anche grazie alla pochezza di molti laici, specie quelli in perenne fregola referendaria). E tuttavia in fin dei conti restano pur sempre preti. Che possono fare, a parte parlare e parlare? E parlando e parlando, che possono fare, a parte scoprire le proprie debolezze e contraddizioni?

In sostanza: Bagnasco è caduto in una trappola. Parlando e parlando, gli è uscita una castroneria che resterà alla Storia. Non fosse il suo mestiere, ci sarebbe da compatirlo: lui mica pensava di sollevare tutto questo polverone. Non era una Nota ufficiale del CEI, se provate a cercarla sul Sito Ufficiale o altrove farete molta fatica: l’infelice paragone tra convivenza, pedofilia e incesto gli è uscita dalle eminenti labbra a un convegno di animatori della cultura e della comunicazione della diocesi di Genova. E insomma, chi se l’aspettava un’imboscata dei giornalisti del Secolo XIX? Puntuale è infatti fiorita la smentita: Bagnasco non intendeva davvero paragonare, è stato frainteso, estrapolato, eccetera eccetera. Già: ma come fa notare il pur prolisso Malvino, il testo completo non lo ha ancora pubblicato nessuno. Può anche darsi che Bagnasco volesse dire il contrario di quel che i maledetti giornalisti hanno estrapolato: ma in attesa della pubblicazione integrale, l’impressione è che Bagnasco abbia detto esattamente le cose ampiamente riportate dai virgolettati – anche se avrebbe preferito che i giornalisti non lo ascoltassero. Ma appunto, questo è il grosso limite dei preti, ancorché “animatori della cultura e della comunicazione”: a furia di parlare, c’è il rischio che qualcuno ti ascolti sul serio.

Gesù, che di comunicazione un po’ ne capiva, spesso e volentieri stava zitto: il silenzio si addice ai profeti e ai re. Piuttosto di dire qualcosa di avventato, si metteva a scarabocchiare nella sabbia. Coi preti è diverso: loro nel dubbio parlano. E da qualche tempo in qua, parlano senza rete.
Nessuna nostalgia, per carità: eppure non si può fare a meno di osservare che ai tempi della Dc un incidente del genere non sarebbe scoppiato. Qualche cavallo di razza avrebbe preso il telefono e – con tutta l’umiltà del caso – ammonito fraternamente sua Eccellenza a non cadere più in simili trappoloni, e lasciare la politica a chi la faceva di mestiere. L’unità politica dei cattolici era una specie di filtro che dei preti lasciava passare qualche santa parolina ogni tanto. Oggi è diverso. Sparsi in cinque partiti in concorrenza tra di loro, i cattolici fanno a gara ad attaccarsi alle sottane (dei vescovi). I vescovi se ne sono accorti e, come fanciulle in fiore, parlano, parlano. E voi non avete che lasciarli parlare:

Nel momento in cui si perde la concezione corretta autotrascendente della persona umana, non vi è più un criterio di giudizio per valutare il bene e il male e quando viene a cadere un criterio oggettivo per giudicare il bene e il male, il vero e il falso, ma l’unico criterio o il criterio dominante è il criterio dell’opinione generale, o dell’opinione pubblica, o delle maggioranze vestite di democrazia – ma che possono diventare ampiamente e gravemente antidemocratiche, o meglio violente – allora è difficile dire dei no, è difficile porre dei paletti in ordine al bene. Perché dire di no a varie forme di convivenza stabile giuridicamente, di diritto pubblico, riconosciute e quindi creare figure alternative alla famiglia? Perché dire di no? Perché dire di no all’incesto come in Inghilterra dove un fratello e sorella hanno figli, vivono insieme e si vogliono bene? Perché dire di no al partito dei pedofili in Olanda se ci sono due libertà che si incontrano? E via discorrendo, perché poi bisogna avere in mente queste aberrazioni secondo il senso comune e che sono già presenti almeno come germogli iniziali. Oggi ci scandalizziamo ma, a pensarci bene, se viene a cadere il criterio antropologico dell’etica che riguarda la natura umana, che è anzitutto un dato di natura e non di cultura, è difficile dire ‘no’. Perché dire no a questo a quello o a quell’altro. Se il criterio sommo del bene e del male è la libertà di ciascuno, come autodeterminazione, come scelta, allora se uno, due o più sono consenzienti, fanno quello che vogliono perché non esiste più un criterio oggettivo sul piano morale e questo criterio riguarda non più l’uomo nella sua libertà di scelta ma nel suo dato di natura. Vi è necessità di porre dei paletti a una società che sta andando alla deriva.

Un primo appunto: se parla agli animatori della comunicazione, forse è meglio che adoperi frasi più brevi e incisive. E magari concetti un po’ più chiari: cos’è la “concezione autotrascendente”? qualcosa che trascende, va bene, ma allora perché “auto”? Qualunque cosa sia, sembra proprio che non esistano altri “criteri oggettivi per giudicare il bene e il male”. Oggettivi? Sua Eminenza sta dicendo che l’unico criterio morale oggettivo è… autotrascendente? Se è così, ok: ma forse c’è un modo per comunicarlo meglio.

Poi c’è un certo malcelato disprezzo per le masse, che si vestono di democrazia ma che sono prontissime a cambiarle non appena torna di moda il nero (il che a volta in effetti avviene: e di solito nei paraggi c’è qualche prete che parla parla e approva). Quindi si arriva al famigerato “perché dire di no?” Il senso è abbastanza chiaro: per Bagnasco l’unica morale oggettiva arriva da Dio; quel che legifera la maggioranza non ha importanza, perché la maggioranza è fascista o sta per diventarlo. Per di più, la maggioranza non ha gli strumenti per “dire di no” a chi difende un’aberrazione morale in nome della libertà. Potrebbe avere un senso, non fosse che i due casi citati da Bagnasco siano due clamorosi autogol. Infatti:

1. Il partito olandese non si è candidato alle elezioni, per mancanza di firme; evidentemente le masse vestite di democrazia non sono ancora pronte a tanta liberà. Per ora l’organizzazione ufficiale che nell’Occidente si è spesa di più per coprire i pedofili rimane la Chiesa Cattolica. In nome di non si sa ancora quale morale oggettiva o autotrascendente: Gesù aveva per i pedofili parole di fuoco, si vede che lui non era ancora autotrasceso abbastanza.
2. Il fratello e la sorella che “hanno figli, vivono insieme e si vogliono bene” non vivono in Inghilterra, ma in Germania (come sanno più o meno tutti i lettori di quotidiani tranne Bagnasco) dove l’incesto è reato, appunto; anche in Italia del resto è reato, ma punibile solo se dà pubblico scandalo. Qui Eminenza confonde la regola con l’eccezione: l’esempio semmai prova che le maggioranze vestite di democrazia riescono a dire di no all’incesto anche senza l’intervento di Bagnasco.

Nella seconda parte della citazione salta fuori nientemeno che il “criterio antropologico dell’etica che riguarda la natura”. Sarebbe a dire? Ricordiamo che Bagnasco parla a braccio, e ha già scambiato una volta la Germania per Inghilterra. Ma insomma, l’impressione è che sua eminenza persista nel lapsus di ritenere la morale cattolica fondata nell’“oggettività” e addirittura nella “natura” (o nell’“antropologia”). Ma quando mai? La Bibbia è un campionario di casi morali aberranti; il Vangelo (che contiene un “comandamento nuovo”) non è fondato sull’oggettività, ma sul paradosso. I miti erediteranno la terra. Chi non ha peccato scagli la prima pietra. È più facile per un crine di cammello entrare nella cruna di un ago che per un ricco entrare nel regno dei cieli. E cosi via. È tutto così poco “oggettivo” e “naturale” che i preti del tempo, chiacchierini quanto i nostri, a un certo punto ritennero giusto crocifiggerlo in quanto bestemmiatore. Con tutto che parlava poco.
Bagnasco invece parla, parla. E voi fatelo parlare.
Comments (12)

Anonymous wrote ...
Beh, non voglio prendere le difese di Bagnasco, ma forse la questione andrebbe un pochino approfondita nel suo insieme.

Franco.
5/9/2007, 7:09:00 PM

Anonymous wrote ...
@steu: "Lasciate che i bambini vengano a me" è universalmente interpretato in modo limpido e che non lascia sospetti (neanche agli anticlericali).

La lettura del primo passo data da Leonardo è invece largamente condivisa. Si può dire che i pedofili siano l'unica categoria per la quale Cristo sembri suggerire la pena di morte.

(laddove ai non credenti - coloro che peccano "contro lo Spirito Santo" - basteranno il pianto e lo stridore di denti per l'eternità)
4/6/2007, 1:58:00 PM

steu wrote ...
E come la mettiamo con "Lasciate che i bambini vengano a me" (Marco 10,14)?
4/5/2007, 10:10:00 AM

Leonardo T wrote ...
ah, già, qual è il passo anti-pedofili?

Pensavo fosse Matteo 18,6 (uguale anche in Marco 9,42):

Chi scandalizza uno di questi piccoli che credono, è meglio per lui che gli si metta una macina da asino al collo e venga gettato nel mare.

Ma sta tutto nel senso che dai al misterioso verbo "scandalizzare". Il fatto che venga prima della famosa tirata "tagliati la mano piuttosto che ti dia scandalo" mi faceva pensare a quel tipo di scandalo.

Detto questo, potrei anche andarmi a mozzare gli arti tutti: ma la macina al collo no.
4/3/2007, 2:38:00 PM

Anonymous wrote ...
Mentre leggevo il tuo articolo condividendolo mestamente punto per punto, mi chiedevo dove fossero quegli italiani di tutti i giorni che, sì le radici giudaico-cristiane, ma fusto e foglie ce li hanno laici.
Poi ho trovato questo articolo su La Stampa:
http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/politica/200704articoli/20046girata.asp
in cui si parla di preti pro-DiCo, disobbedienza civile dei cattolici etc, sezioni dell'ACLI che sbottano contro il family-day.
Respiro di sollievo.
4/3/2007, 2:01:00 PM

Anonymous wrote ...
qual'è il passo di Gesù contro i pedofili?
intendi dire il "quello che farete al più piccolo di voi l'avrete fatto a me?"
o qualcosa di più specifico?
4/3/2007, 1:34:00 PM

Anonymous wrote ...
Decisamente fuori tema qui, ma in memoria di una cosa che avevi scritto a fine dell'anno scorso:
http://www.rumors.it/notizie/0079/articolo.htm
4/3/2007, 12:37:00 PM

.mau. wrote ...
hai inaugurato il mio tumblr :-)
4/3/2007, 11:48:00 AM

Anonymous wrote ...
io sono seriamente preoccupato e moralmente offeso dal razzismo che si sta alimentando. un sacco di testoline vuote o rasate hanno avuto un bel "via libera" alle loro tesi "naturali"...
4/3/2007, 11:42:00 AM

Leonardo T wrote ...
Già, la facoltà di teologia.
Ha da essere come scienze della comunicazione, ma senza sesso.
4/3/2007, 10:39:00 AM

Lap(l)aciano wrote ...
bagnasco dovrebbe preoccuparsi: gli unici a difenderlo seriamente, fra i politici italiani, sono storace, calderoli e buttiglione.

http://www.repubblica.it/2007/03/sezioni/politica/coppie-di-fatto-7/reazioni-bagnasco/reazioni-bagnasco.html
4/3/2007, 10:07:00 AM

Anonymous wrote ...
La pochezza intellettuale preoccupa soprattutto perchè abbiamo un papa teologo.
4/3/2007, 9:14:00 AM

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Il buon pastore

Caro Leonardo,
una volta Arci mi disse una cazzata. Tra tante. Ma sul Vangelo.
Si parlava della pecorella smarrita, che dà più gioia (ritrovata) di 99 pecorelle beghine.
"Hai mai provato a riflettere sulla moralità della cosa? Voglio dire, hai la responsabilità di 99 anime, e le molli per una sola. Qual è il senso?"
"Arci, è solo un paradosso".
"Sì, certo, Gesù parlava per parabole, per paradossi, inoltre era paramedico…"
"Arci, io sarei credente".
"Ma sì, ma sì, ma infatti ti volevo solo indurre a riflettere: qsto Buon Pastore paradossale, che si annoia delle 99 pecorelle che ha, e mette a soqquadro la Galilea finché non trova la sola che non ha, a chi assomiglia? Se fosse un uomo del secolo Ventunesimo, che genere d'uomo sarebbe?"
"E che ne so?"
"Un dongiovanni".

Ogni uomo conta le sue donne, ogni uomo è Buon Pastore del suo harem di ricordi, ma c'è chi le conta dal capo, e chi dalla coda.
C'è chi le conta dal primo incontro, o dal primo bacio, o coito, o anellino. Ed è tutta gente sana. E poi ci sono i malati, come me, che le contano dalla coda. Dall'ultima parola. Dall'ultimo insulto. Dall'ultimo freddo arrivederci. E sai che gran soddisfazione, pascere il tuo gregge di 99 freddi arrivederci.
C'è gente che accumula titoli, esperienze, amori. Gente appassionata, metodica, soddisfatta. Hanno schedari ordinati, con tutte le loro esperienze in ordine cronologico. Li invidio molto.
Io non ho mai imparato a riordinare un cassetto, ma non è sciatteria, o perlomeno: non confondiamo l'effetto con la causa. La causa è che le cose nei cassetti non mi interessano più. È che col tempo i ricordi felici si annebbiano, e le figure di merda invece assumono una singolare lucentezza, dimodoché se guardo al passato vedo solo un'interrotta teoria di smaglianti figure di merda, dal primo giorno delle elementari fino al mio 52esimo compleanno: e questa è un'autentica malattia per cui io dovrei essere curato, perché non sono normale, la gente normale vede sparire il suo passato in nuvole rosee di dolce rimpianto, mentre il mio passato è una piaga purulenta e vergognosa che puzza. Vi sembra normale? No, non rispondete, lasciate stare, non esistete nemmeno.
Ma insomma, per me si tratta solo di vagare nottetempo in cerca dell'ultima pecorella che ancora non mi conosce. Le 99 non contano più, mi hanno visto piangere ed eiaculare a sproposito, se solo ci penso ci sto male. E qsta cosa, il mio Dio, la capisce?

Lui ha detto di tagliarsi la parte del corpo che ti dà scandalo, ma ha anche detto che per peccare basta il cuore. Singolare contraddizione. Potrò cavarmi un occhio, ma resterà il mio cuore, ed il cuore mi è sufficiente per essere infelice e peccare. Peraltro ha detto anche "chi non ha peccato scagli la prima pietra", dunque solo io posso mutilare me stesso. E se ci fosse una differenza tra "peccato" e "scandalo"? F'nql, perché non ho studiato il greco al liceo (invece di ql tedesco inutile).
C'è sempre la possibilità che sia uno dei suoi famosi paradossi. Provo a immaginarmi: Gesù fa la vita del predicatore, si muove in un demi-monde di pubblicani, centurioni e prostitute (e malati, infermi, lebbrosi…) Gente bisognosa di perdono e guarigione. In pratica, gente che ha bisogno di essere toccata, guarita, compresa. Un soffio, un tocco, anche solo una parola di salvezza.
E poi ci sono i farisei che sono rimasti al Levitico, e vivono in un mondo di prescrizioni e tentazioni. Tutto un roteare d'occhi per evitare di guardare l'impuro, il malato, il diverso, la donna. E Gesù: senti, perché non te lo cavi, quell'occhio? Se ci vedi tante tentazioni, cavatelo: starai meglio tu e staremo meglio noi. E qlla mano che tocca o ha paura di toccare: per quanto ancora ci seccherai con le tue turbe postpuberali? Tagliatela, se ti scandalizza tanto. Se non hai ancora capito che il problema è nel cuore, taglia pure, taglia tutto. Taglia a te stesso, però, non agli altri. Per punire gli altri devi prima essere senza peccato: ma per essere senza peccato devi tagliarti, e una volta tagliato non portai far male a nessuno.
Ecco, qsta è la mia interpretazione preferita. Un Dio che frega i bacchettoni con le loro stesse mani. Non male.
Dovrei parlarne con qlcuno.
Comments (9)

Anonymous wrote ...
Tu hai bisigno di cure psichiatriche!!!
12/4/2012, 10:18:00 AM

Anonymous wrote ...
oddio
8/30/2005, 11:12:00 AM

Anonymous wrote ...
Gustosissimo blog. Approfittando delle vacanze sto rinvangando nel passato, ma spero di leggere presto qualcosa di nuovo nel presente.
Congratulazioni e a presto ('nsomma, meglio dire: goditi le vacanze e divertiti!)
8/24/2005, 5:33:00 PM

Anonymous wrote ...
Per cortesia, toglimi una curiosità: il nome "Scalfarotto" dice nulla laggiù, nel 2025?
8/23/2005, 7:38:00 PM

Anonymous wrote ...
bah, insomma....
8/10/2005, 12:10:00 PM

Anonymous wrote ...
e' chiarissimo che il senso del tutto si riassume nello smarrimento di chi non ha studiato il greco
8/10/2005, 8:56:00 AM

Anonymous wrote ...
la seconda che hai detto.
8/1/2005, 6:08:00 PM

Anonymous wrote ...
castadiva said: riesci sempre a emozionarmi intellettualmente...
7/30/2005, 10:57:00 AM

Anonymous wrote ...
castadiva said: riesci sempre a emozionarmi intellettualmente...
7/30/2005, 10:57:00 AM

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Il vangelo, secondo me

Caro Leonardo,
a volte mi sorprendo a domandarmi se sono un bravo cristiano. È l'età, probabilm.
E mi restano dei dubbi.
Eppure ricordo d'aver letto da qualche parte che il nostro Superego, col passare degli anni, cala dimolto le sue aspettative. Il Dio tremendo che ti avrebbe bruciato nella geenna per via della caramella sottratta con destrezza al fratellino, col tempo si addolcisce, non si scompone neanche quando dichiari i redditi e racconti menzogne ai tuoi studenti, se la scusa è buona è disposto a chiudere un occhio, e anche due, e anche tre (chi lo sa quanti occhi ha Dio?)
Gli imperativi si fanno sempre meno categorici, dopo un po' non sono neanche più imperativi, al massimo condizionali: non dovresti tradire le tue mogli, Mac.
(Dio per fortuna se li ricorda ancora, i condizionali).

E tuttavia rimane sempre questo grosso scoglio del Vangelo. Il mio Dio, a differenza d'altri, ha pensato bene di lasciar scritte le sue volontà nere su bianco, e questo rende più difficile addolcirle. Non impossibile: soltanto più difficile. Si tratta di lavorare d'interpretazione, e fabbricarsi il proprio Vangelo secondo sé stessi. Nell'impresa ti aiuta il fatto che a Dio, facendosi uomo, capitava come ad ogni uomo di contraddirsi, o magari non riusciva a farsi capire degli apostoli (che notoriam non capivano mai nulla, vedi Luca Diciotto.34).
Io, tutto sommato, dopo una vita di lavoro, credo di essermi fatto un Vangelo secondo Me abbastanza conforme al mio stile di vita. Do a Cesare quel che è di Cesare, non nascondo i miei talenti, la mia destra molto spesso non ha la minima idea di quel che fa la mia sinistra, eccetera. Pian piano sono riuscito a mettere in fila quasi tutti i versetti. Mi rimane un paio di grossi scogli. Uno è Matteo Cinque.28:
chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore.

In questo versetto c'è la superiorità della mia religione su tutte le altre: noi cristiani virtualm possiamo andare all'inferno senza muovere un solo muscolo, ci basta semplicemente un movimento delle pupille: l'ho vista! Tac! Adulterio.
Prima del nostro Dio era impossibile andare all'inferno per un semplice desiderio. In effetti, non esisteva nemmeno il concetto di desiderio (e forse neanche l'inferno). L'uomo era ciò che faceva, il bene e il male erano le semplici conseguenze delle sue azioni. Mangi maiale, pratichi l'incesto? Sei cattivo. Sgozzi un montone, paghi la decima? Bravo. Ma con Matteo Cinque.28 il nostro Dio ha inventato l'Interiorità (lui la chiamava "cuore"), una nuova dimensione dell'esistenza in cui le persone possono compiere buone e cattive azioni senza nemmeno alzarsi dalla sedia. (È la dimensione in cui io passo la maggior parte del mio tempo, peraltro).
Comunq, non è nulla di grave. Sì, tecnicam, per Dio io ho già commesso adulterio con Aureliana diverse volte. Almeno una trentina di volte. In ogni caso posso pentirmi e ottenere il perdono, è un procedimento abbastanza standard. Ma c'è uno scoglio ulteriore, e cioè Marco Nove.23-48:
Se la tua mano ti scandalizza, tagliala: è meglio per te entrare nella vita monco, che con due mani andare nella Geenna, nel fuoco inestinguibile. Se il tuo piede ti scandalizza, taglialo: è meglio per te entrare nella vita zoppo, che esser gettato con due piedi nella Geenna. Se il tuo occhio ti scandalizza, cavalo: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, che essere gettato con due occhi nella Geenna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue.
Questa cosa di doversi tagliare mani e piedi, e cavarsi gli occhi, per un nonnulla, un pensiero, una sbirciatina, è una cosa molto difficile da addolcire. E ogni volta che la rileggo ci resto male. Possibile che il mio Dio abbia detto una cosa così dura? Il Dio delle prostitute e dei pubblicani, il Dio che se lo inviti a un matrimonio alla buona lui viene con sua mamma e ti cambia pure l'acqua in vino, renditi conto! Un Dio che beve vino e se la prende col perbenismo dei Farisei; uno che per una parola gentile ti perdona un brigante assassino in punto di morte; un Dio così, come può essere lo stesso Dio che propone la legge del taglione per ogni tuo desiderio? Si sono confusi? Hanno mescolato due vangeli di due Dei diversi? Oppure è lo stesso Dio che all'inizio era puritano e poi col tempo e gli affanni si è addolcito? Ma non potrebbe essere il contrario: che all'inizio era un mollaccione e poi si è indurito? È difficile capirlo. Nel frattempo, io mi sono già meritato la Geenna una trentina di volte, negli ultimi tre mesi. Devo assolutam trovare un modo di addolcire i versetti di Marco, o finisce che faccio una pazzia.

[continua domani, o posd.]
Comments (8)

Anonymous wrote ...
Ci sei o ci fai..?
Com'è che ti piace tanto "scherzare" su queste cose?
Lo sai vero che ci si gioca una certa cosa chiamata "felicità" per l'eternità? O forse volevi solo provocare... te lo auguro, ma sta attento...
10/21/2007, 10:48:00 PM

Anonymous wrote ...
Uumhh..
Mano, piede, occhio...
Se pecchi ti giochi sempre qualcosa di cui ne hai due.
Segno di benevolenza o avvisaglia di pericolo per i santissimi?
7/23/2005, 9:35:00 PM

Anonymous wrote ...
Forse in qualche scatolone ho la versione dei testimoni di Geova, può andare?

In realtà secondo questo test
http://www.4degreez.com/misc/dante-inferno-test.mv
risualta che sarei uno dei pochi fortunati a finire nel limbo, come "virtuoso non credente". Francamanete credevo di finire nel girone dei lussuriosi.. si vede che non hanno letto Marco.
7/22/2005, 1:05:00 PM

Anonymous wrote ...
finirai nel girone dei correttori di bozze e sposterai virgole e accenti e numererai versetti per l'eternità.
7/21/2005, 7:35:00 AM

Anonymous wrote ...
Grazie Ebi :)
Leonà, la Bibbia l'ho venduta su ebay ad un collezionista di Fort worth (pagava bene)
7/20/2005, 11:29:00 PM

e. wrote ...
se ho capito bene dovrebbe essere questo:
http://www.lda.it/wap/italiano/Luca_italiano_18.html
7/20/2005, 8:25:00 AM

Anonymous wrote ...
comprati la bibbia, miscredente.
7/19/2005, 10:18:00 PM

Anonymous wrote ...
Spero che ti meriterai la geenna per qualcosa di più concreto di qualche pensiero ^_^
P.s. un linkino per leggersi Luca Diciotto.34?
7/19/2005, 3:08:00 PM

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Diciamo la verità, adesso:
se dico “Caifa” la prima cosa che mi viene in mente non è il tale versetto di Luca o Giovanni, quanto un basso barbuto che si pencola su un tubo Innocenti, come un corvaccio sul trespolo: Bob Bingham in Jesus Christ Superstar (1973). E l’immortale ritornello

for the sake of the nation, this Jesus must die
(must die, must die, this Jesus must die).


Che è preso pari da Giovanni 11,50. Ora sarei curioso di sapere: tra le mille accuse rivolte agli autori di JCS in quegli anni, ci fu anche quella di antisemitismo? Perché non c’è dubbio che Caifa e Anna facciano una pessima figura. Sono fastidiosi sin sul piano acustico: Caifa è un basso cavernoso, il villain di tutti i melodrammi; Anna sfoggia un falsetto stridulo. Sono brutti, neri, astuti e perfidi. Si prendono gioco del buon Giuda come la volpe e il gatto di Pinocchio. Possibile che nessun rabbino si sia sentito offeso?

Every time I look at you

È che ogni epoca ha i suoi pudori, le sue minoranze sensibili. Negli anni Settanta ci si scandalizzava più facilmente per un apostolo nero, che guarda caso di tutti gli apostoli è proprio quello che lo tradì. Ma non è solo questo. In JCS Caifa e Anna sono troppo melodrammatici per essere veri. Eppure, dopo tante versioni dei Vangeli, uno si chiede se l’opzione melodrammatica non sia la più riuscita. Visto Zeffirelli, visto Pasolini, visto Scorsese: com’è che il primo Caifa che mi viene in mente è sempre il corvaccio? E voi? Qual è il vostro Vangelo cinematografico preferito? Io non ho il minimo dubbio: il più apocrifo di tutti.

Non il più grottesco, però. Lo dico perché è una facile tentazione, oggi, rivedere JCS come un grande spettacolo kitsch: è un po’ il destino di tutti i musical. JCS non è immune dal kitsch: basti pensare alla scenetta di Erode, o al balletto finale, con Giuda in un costumino bianco preannunciante Saturday Night Fever (che è proprio il destino di Maria Maddalena, al secolo Yvonne Elliman). Ma è un kitsch strumentale: in generale JCS chiede di essere preso sul serio. Non è nato musical. Niente a che vedere con il Picture horror show. JCS è il capolavoro di un genere effimero che si prendeva pericolosamente sul serio: l’Opera Rock.

In quel periodo la musica leggera correva con leggerezza dei rischi pazzeschi. I primi anni Settanta, per me, sono una specie di tarda adolescenza del rock. Non a caso i grandi dischi di quel periodo ti piacciono soprattutto tra i 16 e i 22, età di grandi speranze: poi cali le arie e ti metti ad ascoltare canzoni di tre accordi. Lloyd Webber mescolava progressive rock, pop smaccato, jazz, classica, melodramma: con tutto questo, alcuni riff sono di una semplicità micidiale (“Remember Ceaser, you’ll be demoted, you’ll be deported, cricify him!”). Anche l’ambizione del librettista, Tim Rice, è smodata: fare un Gesù che parli con le stesse parole del Vangelo, ma sia anche un personaggio moderno e tormentato, una metafora della società dello spettacolo, e canti qualche canzone da top ten. Scommessa riuscita? Se amate il film, sì. Se vi ricordate a memoria quasi tutte le canzoni, sì. Per me, sì.


1. Always hoped that I'd be an apostle

Il rischio di un “Vangelo hippie”, in linea con la moda del tempo, era altissimo. In effetti JCS è anche questo. Ma basta vedere come dipinge gli apostoli: una manica di fricchettoni imbesuiti che non si rende conto di quello che succede (“Too much heaven in their minds!”). Pronti a rinnegare il santone appena le cose si mettono male, e a elaborare il lutto nel modo più infantile: (“Non potremmo ricominciare tutto da capo, per favore?”) L’unico un po’ interessante è Simone lo Zelota, che invano cerca di persuadere Gesù a passare alla lotta armata. Giuda è decisamente una spanna su tutti.


2. Poor old Judas

L’apostolo nero non è solo uno dei protagonisti: è anche il coro. Il suo punto di vista è molto spesso quello dello spettatore. Sin dall’orazione iniziale, quando Giuda si rivolge a Gesù dall’alto di un monte, lo spettatore tenderà a immedesimarsi in lui. In effetti è il classico Progressista di buon senso che sta dentro ognuno di noi, convinto di avere ragione bastante per sé e per tutti gli altri.

My mind is clearer now.
At last all too well
I can see where we all soon will be.


Gesù lo ha deluso, all’inizio parlava e faceva ottime cose, ma adesso, eh, adesso esagera. Si è fatto la concubina. Ha preso modi da Messia, come una rockstar in delirio di onnipotenza (un problema molto sentito all’epoca). Si fa frizionare con oli profumati: ma chi paga? non era più coerente dare quei soldi ai poveri? E poi bisogna stare attenti, la Palestina è in regime di occupazione militare, basta un niente per farsi massacrare tutti. Tutte obiezioni ragionevolissime. Di obiezione in obiezione, Giuda finisce per trovarsi tra le braccia degli altrettanto ragionevolissimi Anna e Caifa. Da bravo progressista, non ha ancora tradito Gesù che già comincia a dissociarsi:

Now if I help you, it matters that you see
These sordid kinds of things are coming hard to me


Sulle prime fa il difficile: “I don’t want your blood money!” Ma Caifa sa toccare le corde giuste: "non hai pensato a quante belle cose puoi fare con quel denaro? Beneficenza, aiuti ai bisognosi!" Così Giuda si fa ingannare con le sue stesse parole. Tradisce il maestro e si danna per l’eternità.


3. Who is this broken man?

Quando si leverà di mezzo, lo spettatore comincerà istintivamente a prendere le parti di Ponzio Pilato.
Giuda e Pilato: due uomini che s’interrogano su Gesù, e non ci capiscono niente. Peraltro, entrambi giungono alla medesima conclusione: Gesù vuole morire per diventare la definitiva rockstar: questo è il tipo di vita eterna a cui aspira. Esasperato da Caifa e dalla folla, che minaccia di denunciarlo all’imperatore, alla fine l’imbelle Pilato prorompe nella condanna finale:

Don't let me stop your great self-destruction.
Die if you want to, you misguided martyr.
I wash my hands of your demolition.
Die if you want to you innocent puppet!


E qui entra il tema di Superstar: Gesù ce l’ha fatta, tra lui e la gloria c’è solo una breve sosta su una croce. (La crocefissione dura pochi minuti, abbastanza trascurabili. Invece in Gibson, mi pare di capire, la Passione è soprattutto la sofferenza fisica del Cristo. Anche in JCS c’è il tempo per contare le 39 frustate in presa diretta: ma gli autori sono più interessati al processo, al palleggiamento del condannato tra Caifa, Pilato ed Erode).


4. Just watch me die!

Giuda e Pilato non sanno che lo stesso Gesù ha paura di morire, ma non può sottrarsi alla volontà di un Padre esigente. Per il resto, il Messia soffre dei problemi di una qualsiasi rockstar: sulle prime i bagni di folla piacciono, ma a un certo punto il pubblico si fa troppo esigente (“Hey J.C., J.C, won’t you die for me?”). Peggio di una calca di cacciatori di autografi c’è solo una massa di lebbrosi che pretendono di essere toccati. “Siete in troppi! Lasciatemi solo!” Quando Gesù cadrà in disgrazia, la folla continuerà a seguirlo con la stessa curiosità malata. “Dicci cosa hai provato!” Nel film si portano il pugno al mento, come un microfono. La Passione è uno spettacolo. Tutti devono vedere, tutti devono assistere: primo di tutti il Padre, sommo voyeur, in tribuna vip. “E va bene, guardami morire”, urla Gesù nell’orto di Getsemani: e in pochi secondi sullo schermo passano decine di scene di crocifissione, immaginate dai pittori di tutti i tempi: una soluzione economica e molto efficace (la prima volta che l’ho vista: ora ho paura a ricontrollare. È difficile parlare dei film a cui si vuole bene).


5. Every time I looked at you I don’t understand

Si dice che JCS sia una Passione senza Resurrezione – basterebbe questo per farne un’opera eretica. Ma in effetti una specie di Resurrezione c’è, anche se curiosamente è sistemata prima della crocifissione. E – sorpresa – di fronte a Gesù resuscita anche Giuda, in un tripudio di ballerine. Se il sacrificio di Gesù è immortale, immortale è anche la curiosità dell’uomo che non riesce a capirlo. Questo il senso della scena: dopodiché, i versi di Superstar sono i più demenziali di tutta l’opera (a parte il distico geniale

If you'd come today you could have reached a whole nation.
Israel in 4 BC had no mass communication
).

Questa è la scena di JCS che mi piace di meno: la più sfacciata, la più volutamente irriverente. Come le gambe nude nei film in bianco e nero: al tempo valevano il prezzo del biglietto, ora rischi di non farci caso. Meglio così, perché un’altra battuta della canzone (“Dicci come stanno i tuoi colleghi at the top: Davvero Maometto poteva spostare la montagna, o è stato il suo PR?”) oggi sarebbe a rischio fatwa. Proprio come il film di Gibson. My poor Jerusalem.

Tutti i testi.
- "Besides, Our Lord is hot": Julene Snyder su Salon.
Carl has crossed over.
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Ho incontrato Simone
Stasera in processione. Che erano anni che non lo vedevo.
“Stai bene?”
“Insomma, sì”.
“Ma sei ingrassato?”
“Anche tu”.
“E ti sposi?”
“No no. Chi mettono in croce quest’anno?”
“Il figlio di Beppe, sai…”
“Quello della segheria? Ma è un ragazzino!”
“Si è fatto grande anche lui”.
Ogni anno il giro è lo stesso, ma il paese intorno cambia. Una volta, qui, era tutto lotto edificabile, c’era il canale e ci venivi a rospi. Io no, avevo paura nella gramigna oltre il canale, poi ero allergico.
Hanno interrato il canale (che adesso è la fogna), hanno asfaltato, hanno fatto gli appartamenti in stile colonico, e adesso la processione passa in un giardino con le panchine.
“Qui ci abita Franca, sai che ha avuto il bambino…”
“La bambina”.
“Due anni fa. Quest’anno un bambino”.
“Non ci tengo dietro. E tu?”
“Insomma. Sai che ho preso casa da solo, no?”
“Lo so, lo so”.
“Non mi vieni mai a trovare”.
“È che sai, il lavoro…”
“Eh già”.
Ci arrivano dalle spalle due legionari romani, dalle spalle enormi, non più di diciott’anni ciascuno: pigliano Simone per le braccia: “Vieni, c’è bisogno di uno”.
“Ma…”
“Sta zitto. Serve uno che dia una mano a portare la croce”.
“Ma perché proprio io?”
“Perché sì. E poche storie”.
“Ehi, ma è questo il modo?”
“Zitto tu. O vuoi prendere il suo posto?”
“Ma…”.
“Ma cosa?”
“No, niente”.

Una volta, qui c’era il campo di pallone, teso al canale. E una volta portai io un pallone nuovo, e Simone apposta lo calciò fuori, lo calciò nella gramigna oltre il canale, e nessuno voleva andarlo a prendere.
Dove adesso c’è la lavanderia.
Mi chiedo se l’avranno mai trovato.

Mentre lo conducevano via, presero un certo Simone di Cirene che veniva dalla campagna e gli misero addosso la croce da portare dietro a Gesù… (Luca 23,26).
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Via Crucis
Il venerdì santo fa brutto tempo. Questa cosa l'ho sempre creduta, nonostante siano capitati anche dei magnifici venerdì santi di sole. Quelli piovosi restano però la maggioranza. Eppure, mi ricordo una sola Via Crucis serale interrotta dalla pioggia. Del resto aprile è così - ma a volte Pasqua non viene in aprile (in marzo? In maggio?) Ecco, non ho mai capito come si calcola la Pasqua. Immagino che sia una questione di fasi lunari... Giuliana oggi è partita per una specie d'incontro sul simbolismo pagano della Pasqua cristiana, quando torna poi fa il favore di spiegarmelo.
Mio padre qualche settimana fa si meravigliava del bel tempo: curioso, secondo lui, con la Pasqua così in ritardo.

Ma restiamo alla cerimonia della via Crucis, che è forse la più bella, senz'altro la più drammatica. Mi domandavo dove fosse nata e quando, ma su internet non ho trovato questo tipo d'informazioni. Siti cattolici ce n'è a bizzeffe, ma i cattolici sono forti nel fregarsene dell'origine delle loro tradizioni.
Almeno ho trovato la lista delle stazioni. E qui, almeno una sorpresa.
Ecco una lista:

I Gesù è condannato a morte
II Gesù è caricato della croce
III Gesù cade per la prima volta
IV Gesù incontra la madre
V Gesù aiutato da Simone di Cirene
VI Gesù è asciugato in volto dalla Veronica
VII Gesù cade per la seconda volta
VIII Gesù incontra le donne di Gerusalemme
IX Gesù cade per la terza volta
X Gesù è spogliato delle vesti
XI Gesù è inchiodato alla Croce
XII Gesù muore in croce
XIII Gesù è deposto dalla croce
XIV Gesù è sepolto

…ed eccone un'altra:

1 - Nell'ultima cena Gesù lava i piedi ai suoi discepoli
2 - Nell'ultima cena Gesù ci dona il Sacramento del suo corpo e del suo sangue
3 - Gesù nell'orto degli ulivi
4 - Gesù tradito da Giuda e arrestato
5 - Gesù è rinnegato da Pietro
6 - Gesù è giudicato da Pilato
7 - Gesù è flagellato e coronato di spine
8 - Gesù è aiutato da Simone di Cirene a portare la croce
9 - Gesù è crocifisso
10 - Gesù è deriso e oltraggiato
11 - Gesù promette il suo regno al buon ladrone
12 - Gesù in croce, la madre e il discepolo
13 - Gesù muore sulla croce
14 - Gesù è deposto sul sepolcro

Sono visibilmente diverse, e il bello è che nessuna indicazione, nei due siti, mi consente di capire quale delle due sia quella, diciamo "ufficiale".
Così esistono due tradizioni di Via Crucis. Ma guarda. Chi se l'aspettava?
La prima, a naso, mi sembra la più familiare, quella fatta in parrocchia ogni venerdì Santo (riportata nei 14 quadri alle pareti di ogni chiesa che si rispetti). Parte della condanna a morte e arriva fino alla sepoltura. Contiene tre stazioni un po' ridondanti, libere interpolazioni dei racconti evangelici: le famose tre cadute. Perché Gesù cade tre volte? Mi sembra un espediente drammatico, traccia dell'origine teatrale del rito. Senza un po' di cadute il percorso rischierebbe di sembrare una scampagnata.
La seconda ha tutta l'aria di essere una riforma: riforma fallita, perché che io ricordi non l'ho mai veduta applicare. Si capisce anche il perché non ha fatto presa: dottrinalmente è più corretta, elimina le cadute e inquadra la via crucis nel racconto della Passione. Però la "via crucis" in senso stretto, il percorso dal palazzo di Pilato al calvario, si riduce a una sola stazione! Fa venir voglia di restar seduti in chiesa, a smoccolare le candele.
Manca anche la sepoltura. D'accordo, è un passaggio che non aggiunge niente. Ma è dall'immagine del sepolcro che si parte, domenica per raccontare la resurrezione… insomma, non una gran riforma.
Sarei anche curioso di sapere quando è stata proposta, e se viene praticata tuttora. Mi sintonizzerò su Radio Vaticana e sentirò che via Crucis manda in onda. Meno male che Amato ha bloccato Bordon! Sennò restavo col dubbio.

Su http://www.christusrex.org/www1/jvc/TVCmain.html, una lista in inglese con ben 15 stazioni, più tre preliminari, e immagini anche dalla via della croce originale (quella di Gerusalemme).
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