- 2025

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Il vangelo, secondo me

Caro Leonardo,
a volte mi sorprendo a domandarmi se sono un bravo cristiano. È l'età, probabilm.
E mi restano dei dubbi.
Eppure ricordo d'aver letto da qualche parte che il nostro Superego, col passare degli anni, cala dimolto le sue aspettative. Il Dio tremendo che ti avrebbe bruciato nella geenna per via della caramella sottratta con destrezza al fratellino, col tempo si addolcisce, non si scompone neanche quando dichiari i redditi e racconti menzogne ai tuoi studenti, se la scusa è buona è disposto a chiudere un occhio, e anche due, e anche tre (chi lo sa quanti occhi ha Dio?)
Gli imperativi si fanno sempre meno categorici, dopo un po' non sono neanche più imperativi, al massimo condizionali: non dovresti tradire le tue mogli, Mac.
(Dio per fortuna se li ricorda ancora, i condizionali).

E tuttavia rimane sempre questo grosso scoglio del Vangelo. Il mio Dio, a differenza d'altri, ha pensato bene di lasciar scritte le sue volontà nere su bianco, e questo rende più difficile addolcirle. Non impossibile: soltanto più difficile. Si tratta di lavorare d'interpretazione, e fabbricarsi il proprio Vangelo secondo sé stessi. Nell'impresa ti aiuta il fatto che a Dio, facendosi uomo, capitava come ad ogni uomo di contraddirsi, o magari non riusciva a farsi capire degli apostoli (che notoriam non capivano mai nulla, vedi Luca Diciotto.34).
Io, tutto sommato, dopo una vita di lavoro, credo di essermi fatto un Vangelo secondo Me abbastanza conforme al mio stile di vita. Do a Cesare quel che è di Cesare, non nascondo i miei talenti, la mia destra molto spesso non ha la minima idea di quel che fa la mia sinistra, eccetera. Pian piano sono riuscito a mettere in fila quasi tutti i versetti. Mi rimane un paio di grossi scogli. Uno è Matteo Cinque.28:
chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore.

In questo versetto c'è la superiorità della mia religione su tutte le altre: noi cristiani virtualm possiamo andare all'inferno senza muovere un solo muscolo, ci basta semplicemente un movimento delle pupille: l'ho vista! Tac! Adulterio.
Prima del nostro Dio era impossibile andare all'inferno per un semplice desiderio. In effetti, non esisteva nemmeno il concetto di desiderio (e forse neanche l'inferno). L'uomo era ciò che faceva, il bene e il male erano le semplici conseguenze delle sue azioni. Mangi maiale, pratichi l'incesto? Sei cattivo. Sgozzi un montone, paghi la decima? Bravo. Ma con Matteo Cinque.28 il nostro Dio ha inventato l'Interiorità (lui la chiamava "cuore"), una nuova dimensione dell'esistenza in cui le persone possono compiere buone e cattive azioni senza nemmeno alzarsi dalla sedia. (È la dimensione in cui io passo la maggior parte del mio tempo, peraltro).
Comunq, non è nulla di grave. Sì, tecnicam, per Dio io ho già commesso adulterio con Aureliana diverse volte. Almeno una trentina di volte. In ogni caso posso pentirmi e ottenere il perdono, è un procedimento abbastanza standard. Ma c'è uno scoglio ulteriore, e cioè Marco Nove.23-48:
Se la tua mano ti scandalizza, tagliala: è meglio per te entrare nella vita monco, che con due mani andare nella Geenna, nel fuoco inestinguibile. Se il tuo piede ti scandalizza, taglialo: è meglio per te entrare nella vita zoppo, che esser gettato con due piedi nella Geenna. Se il tuo occhio ti scandalizza, cavalo: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, che essere gettato con due occhi nella Geenna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue.
Questa cosa di doversi tagliare mani e piedi, e cavarsi gli occhi, per un nonnulla, un pensiero, una sbirciatina, è una cosa molto difficile da addolcire. E ogni volta che la rileggo ci resto male. Possibile che il mio Dio abbia detto una cosa così dura? Il Dio delle prostitute e dei pubblicani, il Dio che se lo inviti a un matrimonio alla buona lui viene con sua mamma e ti cambia pure l'acqua in vino, renditi conto! Un Dio che beve vino e se la prende col perbenismo dei Farisei; uno che per una parola gentile ti perdona un brigante assassino in punto di morte; un Dio così, come può essere lo stesso Dio che propone la legge del taglione per ogni tuo desiderio? Si sono confusi? Hanno mescolato due vangeli di due Dei diversi? Oppure è lo stesso Dio che all'inizio era puritano e poi col tempo e gli affanni si è addolcito? Ma non potrebbe essere il contrario: che all'inizio era un mollaccione e poi si è indurito? È difficile capirlo. Nel frattempo, io mi sono già meritato la Geenna una trentina di volte, negli ultimi tre mesi. Devo assolutam trovare un modo di addolcire i versetti di Marco, o finisce che faccio una pazzia.

[continua domani, o posd.]
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