Opera di misericordia 7bis

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Chiose apocrife a Matteo 25

A sentire il primo evangelista, quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria, pare che gli toccherà effettivamente separarci gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri: e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra.
A quelli che stanno alla sua destra dirà: "Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi".
I giusti si guarderanno l'un l'altro un po' sbigottiti e gli risponderanno: "Signore, con rispetto, ma quando mai? Quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere, forestiero e ti abbiamo ospitato, ecc. ecc.? E quando soprattutto ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti?"
Il re dirà loro: "Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me". E loro: Aaaah, ecco qual era il trucco. Beh, meno male.

Fin qui tutto liscio; poi verrà il turno di quelli alla sinistra.
A loro il re dirà: "Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno. Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato".
Ovviamente anche loro risponderanno sbigottiti: "Signore, quando mai? Non ti abbiamo mai visto affamato, o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere, altrimenti ti avremmo allestito al più presto un sontuoso comitato di ricevimento".
Ma egli risponderà: "Ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l`avete fatto a me".
E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna.

A quel punto, nell'enorme pascolo del giudizio resterà giusto qualche insigne prelato, con l'aria piuttosto contrariata.
Il re dirà: "Ancora qui? Non avete capito dov'è che dovete andare?"
E loro: "Signore, perdonaci, ma qui c'è qualcosa che non ci torna. Noi siamo gente di chiesa, Matteo 25 lo sapevamo a memoria. Senz'altro non siamo stati perfetti, ma molti affamati li abbiamo saziati"
"Questo è vero", dirà il re, scarabocchiando sulla sabbia.
"Per non parlare dei forestieri che abbiamo ospitato".
"In effetti".
"E dei carcerati che abbiamo visitato".
"In Guyana però non ci sei venuto, cardinale".
"Eh?"
"E' stato qualche millennio fa, ai tuoi tempi. Un fratello più piccolo di me era recluso in Guyana a causa di un certo vizietto, e non lo sei andato a trovare".
"Signore, mica potevo essere dappertutto..."
"Certo che no. Eri troppo impegnato negli stessi giorni a rifiutare per conto del Vaticano la proposta di depenalizzazione universale dell'omosessualità".
"Signore, però, con tutto il rispetto..."
"Sì?"
"Potevi dircelo prima, che avevi anche dei fratelli gay".
"Mi sembrava implicito".
"No, Signore, no! Non era affatto implicito".
"Avrebbe cambiato qualcosa? Vi sareste fatti musulmani? Troppo tardi, in ogni caso", sbufferà il re: e a un suo cenno gli angeli accompagneranno gli insigni prelati all'uscita di sinistra, dove già li attendono i loro colleghi attivissimi e non passivissimi.

(Vedi, fra gli altri, Malvino)
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