tutte le aziende al popolo, tutto il popolo all'azienda

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Cara Sinistra italiana,
io e te non siamo sempre andati d'accordo, ma francamente non riesco a sopportare l'ingratitudine e la faccia tosta con la quale il PD ti ha messo alla porta. Dopo tanti sacrifici. Ora però bisogna reagire. So che in realtà molti dei tuoi elettori stanno già festeggiando la sconfitta, masochisti come sono. Ecco, lasciali perdere quelli. E scordati di candidare Bertinotti! Il vecchietto è molto popolare solo tra una parte dei tuoi, e rischia di mandare gli altri in braccio a Veltroni. Vendola sarebbe già cento volte meglio, ma io credo di averne trovato uno anche migliore. Sì, dico proprio lui.


Il Presidente Operaio.

Pensaci bene. Questo è il momento giusto. Sa di dover vincere, sa di avere tutte le carte giuste in mano, eppure è inquieto. Sa che l'avversario bluffa, ma darebbe qualsiasi cosa per fermare quel tremore alle mani. Si è mangiato l'inutile Fini, ma alla fine rischia di averlo solo trasferito i voti postfascisti su Storace. Ha umiliato Casini, ma nel frattempo gli ex casinidi sono fuoriusciti pure loro. Pure la Lega, da anni appollaiata sulla sua spalla, ora è sul chi vive: sembra che aspetti un momento di distrazione per cavargli un occhio... insomma, proprio nel momento in cui sa di dover vincere, è più forte la paura di non farcela. E proprio in quel momento arrivate voi: Toc toc, chi è? La Sinistra Arcobaleno! Oh, l'arcobaleno, finalmente un segno di speranza.

Dite che non vi riceverà? E perché? Ah, già, perché siete comunisti, o almeno post. E quindi vi metterà alla porta, come fece con Giuliano Ferrara, Ferdinando Adornato, Sandro Bondi, Vladimir Putin, devo continuare? Suvvia. Se c'è uno che ha dato e dà retta ai postcomunisti, questi è lui. Da questo punto di vista ha persino precorso i tempi. Garantisco che vi ascolterà con più attenzione e meno preconcetti di Veltroni. Lui ha ampie vedute, la volta scorsa mise Forza Nuova e De Michelis nello stesso calderone, perché non dovrebbe fare un pensierino pure a voi, che portate molti ma molti più voti? I voti non puzzano.

Cosa gli offrirete?
Nulla che non abbia già proposto lui: un Partito del Popolo. Ma del Popolo veramente, nel senso che aveva la parola nella Cina di Mao: via le vecchie consorterie, solo lui, la piazza e un microfono. È tempo di svelarvi il Terzo Segreto di Pulcinella: se c'è qualcosa che ha sempre invidiato alle sinistre, sono quelle belle piazze piene di gente che viene da tutt'Italia mettendo i soldi del viaggio di tasca sua. Con tutta la sua organizzazione e il suo capitale, delle chiassate tanto bene organizzate non è ancora riuscito a combinarle. Bene, questa è appunto la vostra specialità. Senza di voi lui sarà sempre un Peronista fallito. Ma con voi...

Cosa chiederete in cambio?
Siate realisti: chiedete l'impossibile. Ormai sono finiti i tempi grami in cui eravate fidanzati con quel tirchio di Prodi. Ora uscite col Golden Boy, dovete solo chiedere. Se lo conoscete appena un po', sapete con che gioia soddisfa i desideri di chi lo ama. Per cui: pensioni più eque? Certo. Riaggiustare lo scalone? Anzi, aboliamolo. Io mi spingerei più in là: tutti i precari assunti a tempo indeterminato entro il 2009. Si può fare! Vi ricordate il milione di posti di lavoro? È poco, buttiamone sul tavolo almeno un paio, e naturalmente meno tasse per tutti! E i rifiuti, in Germania col Pendolino! E la scala mobile? Si potrebbe riavviare. Parlategliene.

Non abbiate paura. Non è quel liberista che sembra – fosse per lui, non avrebbe liberizzato nemmeno una cabina telefonica. In fondo è un monopolista nato, uno che se fosse nato qualche migliaio di km più a est sarebbe diventato un meraviglioso funzionario del partito comunista jugoslavo o ungherese. È una vita che le sue aziende sguazzano in un mercato privo di concorrenza sfornando prodotti scadenti: pensate solo alla roba che trasmette Canale5. Non è francamente squallida? Canale5 è la cosa più simile alla Trabant che sia mai stata prodotta in Italia. Un imprenditore tanto insofferente della concorrenza quanto poco interessato alla qualità dei suoi prodotti non può essere un vero liberista.

Viceversa, se c'è qualcuno che potrebbe cominciare un processo di ri-nazionalizzazione, quegli è lui. Dovete soltanto fargli capire che, una volta diventato Presidente del Popolo, le espressioni “Stato” e “Mia azienda” diventeranno sinonimi. E da quell'orecchio ci sente, credetemi. A quel punto, proponetegli di nazionalizzare la luce, il gas, l'acqua. Vedrete che non resterà insensibile.
E se ci tenete ancora alla lotta anti-globalizzazione, senz'altro Berlusconi vi lascerà degli spazi che Veltroni non si potrebbe immaginare - tanto più che avrete alleati importanti. Lo avete mai sentito Tremonti, quando parla della Cina o del WTO? Più o meno è sulle stesse posizioni di Caruso, ma non semina piantine a Montecitorio, lui.

Più ci ripenso, e più mi sembra fattibile. L'avete letto Scalfari, domenica? Il patto tra operai e borghesia? Ebbene, se l'Italia dev'essere salvata da un patto così, perché devono essere proprio Veltroni e Montezemolo a farlo? Perché non possono essere Giordano e Berlusconi? Giordano conosce senz'altro meglio gli operai, e Berlusconi i borghesi.

Questo è l'unico vero cambiamento. Superare le divisioni, gli inutili rancori, i processi in prescrizione. Una grande riconciliazione nazionale tra due forze importanti del nostro Paese che hanno capito che il futuro dell'Italia è cosa troppo seria per lasciarla ai veltroncini. E allora, coraggio, ancora un piccolo sforzo. La seconda repubblica sta finendo. O era la terza. Chi se ne frega. Dalle sue ceneri deve nasce qualcosa di veramente nuovo. Vieni avanti, Teopop.
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Il Regime d'la Rasdòra

Mentre Leonardo si prepara alla sua terza (o quarta) (ma comunq, si spera, ultima) missione suicida, vale forse la pena schiarirsi l'idea su: Ma cos'è questo Teopop di cui si parla tanto?

Oh, ma andiamo:
Tu sai cos'è il teopop
Tutti sanno cos'è il teopop
Il teopop non è il tuo incubo peggiore:
il teopop è il tuo sogno più banale.



Il teopop è un regime fondato sul lavoro
, tanto, poco pagato e inutile.
Il teopop è un regime fondato sul compromesso, un compromesso fondamentale tra tutte le parti sociali di questo grande Paese, con l'obiettivo ultimo di scontentarle tutte.

Il teopop crede nella legalità. Viva le leggi! E non stiamo a sindacare su chi li ha scritte, se le ha scritte così avrà avuto i suoi motivi.
La legge è pane per l'affamato, acqua per l'assetato, tetto per l'immigrato clandestino sbaraccato; copertura infortunistica per il lavoratore in nero sciancato. E cosa sono questi tumulti alla finestra?
"Maestà, chiedono giustizia".
"E voi dategliene, no?"
"Ma non ce n'è abbastanza per tutti".
"Come sarebbe a dire".
"Sarebbe a dire che non ci sono abbastanza edifici a norma per tutti. Non ci sono abbastanza permessi di soggiorno legali per tutti. Non ci sono abbastanza lavori non sommersi per tutti. In effetti, Sire, è un'epoca di carestia della legalità, per cui questi qui si lamentano e noi non sappiamo bene che fare".
"Certo che lo sappiamo. Chiedono legalità e noi gliela diamo".
"Ma insomma, se non ce n'è abb..."
"E voi spalmatela! Sui manganelli, guardate, così".

Il teopop crede nell'inalienabile diritto, anzi dovere, del cittadino alla Ricerca della Felicità, e si pone il problema di rendere questa ricerca della felicità più lunga e movimentata possibile.

Ne consegue che:


Il teopop non proibisce nulla, il teopop sconsiglia. Continuamente.
Il teopop è in agguato alle spalle, non per farti del male, ma per dirti vedi, io te l'avevo detto.
Quando vai a donne e droga, il teopop ti aspetta fino a tardi, con il rosario in mano e la cena pronta.
Siamo stati abbastanza chiari? Hai capito cos'è il Teopop?
Il teopop è Tua Madre, ora e sempre.

Attenzione, però:

Il teopop non reprime, il teopop stanzia


Vuoi fare la rivoluzione? Fammi un preventivo, presentalo nell'ufficio rivoluzioni, mettiti comodo in sala d'aspetto, può darsi che troviamo un finanziamento anche per la tua rivoluzione.
Il teopop non schiaccia, il teopop coopta.

Il teopop è cristiano, se serve
Il teopop è popolare, se serve

Il teopop è qualunque cosa ti possa venire in mente. Vieni da noi, fratello, parlaci. C'è un posto anche per te nel Teopop.

Secondo una leggenda, all'inizio il Teopop era la commissione di una consulta alle politiche giovanili di un comune emiliano, che in un qualche modo sopravvisse a quell'epoca di caos e distruzione in cui orde di giovani imbelli bruciavano automobili per il solo motivo che esse prendevano fuoco bene; sicché ben presto tutta l'Italia fu messa ferro a fuoco; e solo in quella città un sindaco integerrimo e malvagio di cui purtroppo si è perso il nome (lo chiameremo Innominato, giusto per) riuscì a imporre il suo pugno di ferro e il coprifuoco: sicché nella desolazione che ne seguì, non fu difficile per un manipolo di eroi marciare sulla capitale al grido di ordine, legalità, morte ai pancabbestia e ai lavavetri!
Non incontrarono resistenza, a eccezione di un manipolo di Irriducibili della Lazio che si trincerò in uno stadio e ivi gloriosamente si estinse, perché non avevano pensato a portarsi le ragazze.

Che ne pensi? Hai una leggenda migliore da proporci? Scrivici, fratello, l'indirizzo è qui di fianco. C'è un posto anche per la tua storiella nella gloriosa mitopoiesi del Teopop.

Secondo altri, "Teo" sta per "teologia", il Teopop è un movimento integralista cristiano.


Nessuno tocchi il Papa
Nessuno tocchi il crocefisso-nelle-scuole.
Nessuno tocchi Babbo Natale
Nessuno tocchi la Bibbia (abbiamo provveduto a sigillarla).
Nessuno tocchi qualsiasi cosa tu non vuoi che sia toccata, fratello, vieni anche tu! C'è un posto anche per te nella grandiosa paranoia Teopop!

D'altro canto, queste non sono proibizioni, sono solo consigli.
Se conosci qualcuno che non segue questi consigli, vieni da noi, fratello, parlacene. C'è un posto anche per te nella grande famiglia del Servizio Segreto di Strada del Teopop. In regalo con la prima delazione il kit del confidente e il simpatico distintivo del SSS!

Secondo altri, "Pop" sta per "Popolare". Il Teopop è un regime comunista.
Il capitalismo, infatti, è stato sconfitto dalla Storia. Come andò?
Ebbene, pare che successe durante le vacanze estive: quando i manager tornarono dalle Maldive, trovarono sulle loro poltrone tanti simpatici segretari cinesi che costavano meno e producevano uguale. Il capitalismo finì lì, e noi non lo rimpiangiamo. Per ora. (Che succede, fratello, lo rimpiangi? Vieni da noi, parlacene. Facci un progetto, potremmo anche decidere di passare al Teocap).

Secondo altri ancora, il "Teopop" nacque in ambito musicale, quando Comunione e Liberazione invitò alcuni complessi Indiepop a suonare ai matrimoni. Ne nacque una scena locale battezzata, per l'appunto, Teopop, che prese il potere in un momento in cui il potere non lo voleva nessuno. Come vedete, noi abbiamo tutte le teorie del mondo, e anche di più.

Perché... il Teopop sei tu,
chi può darti di più?

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Kamikaze d'Occidente

Quando è giugno inoltrato, e al Progetto Duemila si guasta l'ultimo condizionatore, restiamo soli io e la mia Bismoglie al rezzo dei ventilatori, senz'altra alternativa che socializzare.

"Mac, qsto spot però spiegamelo".
"Qsta? È uno campagna Coop del giugno di vent'anni fa: una cliente raccatta un camice e si spaccia per inserviente del supermercato. Lo spirito del 2005".
"Lo spirito del 2005 era spacciarsi per inservienti? Eravate messi così male?"
"Ci sentivamo impoveriti ed avevamo un bisogno disperato di appartenere a una qualsiasi istituzione".
"Un supermercato?".
"L'incarnazione più bonaria del Potere. Niente politica, niente esercito, solo un Marchio. Garanzia, però, di qualità. Come sai il motto del Teopop…"
"…Fu preso da quello della Coop, lo so. «Il Teopop sei tu / chi può darti di più». Non so se valga la pena ricordarlo agli utenti".
"Perché no? Lo spot mostra già quella concezione bonaria del potere, quella retorica partecipativa che lanciò il Teopop come rivoluzione su misura per pensionate e commessi. Poche ciance, mettiti un camice e datti da fare, che ce n'è di lavoro qui! La vecchina col camice fu il nostro Zio Sam".
"Chi è Zio Sam?"
"Lascia perdere, va".


"Parlando d'altro, non mi hai ancora spiegato come ne sei venuto fuori, l'altro giorno".
"No?"
"Eravamo rimasti a quando hai scoperto di avere la classe piena di fallaciani…"
"…che ce l'avevano con me perché pensavano che l'Apocalisse fosse solo un libro della Fallaci, così praticam io stavo abusando di un sacro nome che…"
"Mac?"
"Assunta?"
"Ti-faccio-una-domanda-e-non-devi-alzar-la-voce, ok? Siamo sul luogo di lavoro"
"Non sai cos'è l'Apocalisse".
"Certo che lo so, è un libro della Bibbia. Qllo che parla di quel che succede adesso, gli usastri che fuggono su Marte e tutto il resto".
"Marte è solo una teoria. Ma allora cos'è che non sai?"
"Insomma, qsta Fallaci…"
"Non conosci la Fallaci?"
"Ti avevo chiesto di non alzar la voce!"
"Ah, ma… Fallaci è l'ispiratrice dei fallaciani, no?"
"Sì, tante grazie".
"Si tratta di una famosa giornalista italiana che, quando seppe di essere afflitta da un morbo incurabile, decise che avrebbe messo a profitto il poco tempo a disposizione, e si adoperò in tutti i modi per farsi lanciare una fatwa internazionale. Stile Rushdie, hai presente".
"Lo scrittore indiano perseguitato dagli islamici perché aveva scritto…".
"Una manciata di paragrafi irrispettosi sul Profeta. Per essere sicura, qsta giornalista scrisse ben più di una manciata di lenzuoli editoriali in cui offendeva il Profeta, la sua barba, l'Islam e chiunq le capitasse a tiro. Era appena stato l'undici settembre, ed eravamo tutti molto sensibili su qsti argomenti… in pratica, voleva morire col botto e diventare un martire dell'Occidente. Ché è meglio di farsi venire le piaghe da decubito in una clinica privata, se ci pensi".
"E la gente come reagì?"
"Ah, fu un grande successo mondiale. Ristampe, traduzioni, aggiornamenti…"
"Ma la fatwa?"
"Ecco, qllo resta un mistero. Nessun Imam o Mullah si decise a promulgarla. Passavano gli anni, lei continuava a berciare, e loro niente. Da chiedersi cos'è che avesse fatto di male, per esser snobbata così. Ormai aveva esaurito gli insulti, ma la fatwa ancora non arrivava".
"E poi? Com'è finita?"
"Non si sa bene. Secondo alcuni è volata su Marte… o comunq in cielo… durante la Rapture. Perché viveva a Manhattan, sai, e da lì sono decollati in parecchi. Secondo altri è stata effettivam martirizzata da un Commando islamico. In ogni caso, i suoi testi hanno dato vita a una setta, qlla dei fallaciani, appunto".
"Ma tu, alla fine, come l'hai spuntata?"
"Non te l'ho ancora detto? Mi ha salvato Taddei, sai, il tipo congelato".
"Il clandestino di San Lazzaro? Era lì?"
"Viene lì tutti i giorni, a farsi un corso accelerato di Supernet… è entrato pensando che la lezione fosse finita, proprio nel momento in cui stavano per saltarmi al collo".
"Non ti sarebbero saltati al collo, è solo un'impressione".
"Senti, ne avevo almeno quattro che mi abbaiavano intorno, voglio proprio vedere tu, se…"
"E lui cosa ha fatto? Ha sollevato la cattedra e gliel'ha scagliata addosso? O altre cose da supereroe?"
"Macché, ha cacciato un urlo e lanciato un'occhiataccia, tutto qui".
"Tutto qui. E loro si sono placati. Una cosa molto istintiva. È come se riconoscessero un loro superiore".
"Ci sa fare coi ragazzini".
"Ho scoperto che è un mezzo idolo della facoltà. C'è chi sostiene che abbia già sventato due attentati libici in piazza".
"Attentati libici in facoltà?"
"La gente è pazza, sai".
"Mac, io vorrei che mi spiegassi una volta per tutte chi è Taddei e perché è così importante per te. E per Damaso":
"Ecco, era da un po' che non mi saltavi fuori con Damaso. Te l'ho già detto, Damaso mi aveva assunto per fargli un corso aggiornato di civiltà, poi lui è scappato… ora l'ho ritrovato, non mi resta che ritrovare anche Damaso, e intascare…"
"Trovarlo? Quindi non sai che lo hanno trasferito?"
"Sì? Dove".
"Non lo so di preciso, ho solo sentito… Appennino reggiano, credo".
"Brrr. Ospedale di Bismantova?"
"No, niente ospedale. Hanno scoperto che non aveva una laurea vera in psicologia".
"Qsto si sapeva già. È solo caduto in disgrazia".
"Ma neanche una laurea in medicina. Salta fuori che è un veterinario".
"Tipico".
"Come sarebbe a dire tipico?"
"Tipico Teopop: se c'è un camice in giro che non sta usando nessuno, mettitelo tu. Che c'è un sacco di lavoro da fare".
"Certe volte, sai non ti capisco".
"È perché sono vecchio, Sunta".
"No, secondo me eri fuori già ai vecchi tempi".
"E tu che ne sai, dei vecchi tempi?"
"Me li faccio raccontare".
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Nei secoli dei secoli

Caro Leonardo,
Bella giornata. Festa nazionale. Il tempo promette bene, e Supernet comunq trasmetterà tutto il giorno la diretta da San Pietro, così tanto vale farsi un giro al mare. Ripasserò a San Lazzaro a vedere se ci sono novità.
Nel frattempo, Il Papa cappellone benedirà i compagni e i fratelli, invocherà sui libici qualche flagello biblico, incoronerà il Gran Camerlengo, e poi rievocherà il giorno della sua investitura. Diciotto aprile 2012: il Grande Scisma.
È una cosa che tuttora mi fa pensare. Voglio dire, io non ho ancora capito in tutta la faccenda chi avesse torto o chi no. Ci ho ragionato da laico, poi mi sono convertito e ci ho ragionato da convertito, e ancora non mi sono deciso. Insomma, quel povero Papa è in visita apostolica in Sudamerica, quando rimane fulminato da un ictus, lo attaccano a un macchinario di una clinica privata, e non si rialza più. Encefalogramma piatto, ma di staccare la spina a un Papa, non se ne parla, vorrei anche vedere. Giornalisti di tutto il mondo si precipitano in loco, in attesa del Decesso dell'Anno. Ma passa un anno, passa un anno e mezzo, e il Papa è ancora là. Non muore. Lentamente le redazioni di tutto il mondo richiamano alle basi coccodrilli e avvoltoi. Per ultimo rimane un oscuro vaticanista del Resto del Carlino, che la sera prima di ripartire offre un negroni a un componente dello staff medico della clinica. Si vede che li fanno molto forti, i negroni, a Buenos Aires, perché una settimana dopo i giornali italiani escono tutti con lo stesso titolo: IL PAPA È IMMORTALE. Non che ci fossero molti altri modi di dirlo.

Sotto il titolo, i cronisti spiegavano come negli ultimi anni i progressi della medicina nel campo della conservazione della vita avessero raggiunto il limite dell'Immortalità. Ma l'Immortalità della medicina occidentale presentava ancora due enormi limiti: era molto costosa (gli organi vanno sostituiti periodicam con altri freschi), e praticabile soltanto su soggetti in coma profondo. Ciò non aveva impedito alle cliniche più prestigiose del mondo di attrezzarsi per accogliere pazienti ricchi in coma eterno, e proprio in una di queste era stato soccorso il Papa.
Naturalm, nessuno è tanto ricco da potersi permettere di trapiantarsi organi in eterno… nessuno, salvo appunto un'Istituzione millenaria come la Chiesa, forte dei contributi di un miliardo di fedeli. E certo, non tutti sarebbero stati d'accordo a versare parte delle loro offerte nel sostentamento di un uomo in coma profondo da qui all'eternità: alcuni, anzi, avrebbero trovato l'idea perfino blasfema: ma l'unica alternativa possibile era staccare la spina, cioè un omicidio, e questo i cattolici non lo possono fare.
Poi si capisce, "Immortale" è solo un bel titolo per i quotidiani, ma nulla è veram immortale a lungo termine: prima o poi il genere umano si sarebbe evoluto o estinto, oppure l'impatto di un meteorite avrebbe posto fine alla vita sulla Terra; al limite, in capo ad alcuni miliardi di anni, il Sole avrebbe collassato. A quel punto anche il Papa sarebbe salito alla casa del Padre: ma i Cardinali non avevano tutta qsta pazienza. La Chiesa aveva bisogno di un capo, uno che nominasse Santi e prelati, benedisse i fedeli urbi et orbi e facesse tutte qlle cose che fanno i Papi, quando il loro encefalogramma è ok. Allo stesso tempo, nessuno di loro poteva assumersi la responsabilità di staccare la spina. L'unico che forse aveva l'autorità morale per risolvere il diabolico dilemma era appunto immerso in un coma profondo e potenzialm eterno.
Ufficialm, la Curia continuò ad aspettare un miracolo per altri sei mesi: in realtà oltretevere i Cardinali stavano venendo ai ferri corti, e in certi casi anche alle mani. Immaginarsi la frustrazione dei porporati che da mesi attendevano di chiudersi a conclave e avevano scoperto improvvisam che conclavi non ce ne sarebbero mai stati, mai più. A un certo punto sembrò prevalere il partito dei vicaristi, secondo i quali non c'era niente di male nel nominare almeno un vicario del vicario di Cristo. Ma dal Sudamerica i Vescovi del primo continente cattolico fecero sapere che il loro unico e vero Vicario restava a Buenos Aires, dove evidentem la Divina Provvidenza aveva voluto trasferirlo per i secoli dei secoli, amen. E fu il primo Scisma, qllo atlantico. Poi ci fu una lunga contesa tra polacchi e nigeriani, sulla nomina del Vice-Papa, finché i Cardinali esausti decisero che potevano benissimo nominarne due. Ma a quel punto ormai la Curia era screditata. A quel punto entrò in scena il Teopop.
Il Teopop, in quel momento, era una miscela troppo omogenea di due movimenti (i teocon e l'indiepop) ancora fortem distinti tra loro, malgrado i tanti trimoni misti incentivati dal governo. Nello specifico, i Teocon pensavano che servisse un Vice-Papa forte, mentre i secondi accarezzavano subdolam l'idea di un Vice-Papa ridicolo. Eppure, anche in qsto caso, riuscirono a trovare il candidato ideale per entrambi.

A quel tempo il futuro pontefice del Teopop viveva in un esilio dorato nel suo monastero privato in Sardegna, dove si era ritirato dopo aver preso i voti, novello Carlo V, in segno di disprezzo per la classe politica che l'aveva spremuto come un limone e sbattuto via come la buccia. Ma aveva ancora una sua popolarità, e c'era sempre il rischio che tornasse, nei panni di Berlusconi III, l'angelo sterminatore. Molto meglio confinarlo nei giardini Vaticani, opportunam pattugliati da un robusto cordone di guardie e infermieri svizzeri. Solo Defarge era contrario. "E se va in coma pure lui, Dio non volesse, che succede? Ce lo teniamo nei secula seculorum?" Col senno del poi si trattò di un'incredibile sottovalutazione. La maggior parte di noi lo considerava un vecchietto megalomane e bollito, e si spellò le mani quel diciotto aprile del 2012 in cui si affacciò dal sacro cornicione:

"Fratelli, compagni, ricordate chi vi disse Se Sbaglio Correggetemi. Beh, vi dico subito che con me il problema non si pone, perché fratelli, ditelo, diciamocelo: quando mai ho sbagliato, io? Quando? Eh? E allora complimenti a voi, ma soprattutto allo Spirito Santo, che per una volta ne ha fatta una buona, nominando una persona che era Infallibile già da prima. E viva il Teopop!"
"Viva il Teopop!"
Io dirigevo il traffico.
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Le manovre del Cardinale Ambrogio

Caro Leonardo,
è vero che ho una buona memoria, ma non è affatto prodigiosa, come dicono. E ho dei buchi notevoli, come tutti.
I buchi. Arci mi diceva di non preoccuparmene: "I buchi sono la prova che tu hai dei ricordi. Chi non ha ricordi, non ha più nemmeno i buchi. Ti può mancare il nome di una canzone, o come finiva un film. Ma vuole ancora dire che ti ricordi di quella canzone, o quel film".
"Forse me ne sto dimenticando".
"No, non credo. In realtà i buchi non si allargano. Al massimo se ne creano altri".
"E come fai a saperlo?"
"Se ti metti qsto casco in testa, te lo dimostro".
"Stasera no, grazie".

Arci era un matto, coi suoi caschi e gli esperimenti eccetera, ma non aveva tutti i torti. In effetti, più uno ha memoria, più uno ha buchi. Per dire, ieri ho visto il faccione lindo e roseo del cardinale Ambrogio al Supernet, e ho passato mezza giornata a cercare di ricordare il suo nome pre-Teopop. Invano. Un bel buco.
Epperò, più ci pensavo, più mi venivano in mente cose sul cardinale Ambrogio. Che è nato in una valle delle Alpi, attualm contesa tra Padani delle Valli e Grande Elvezia. Che nel '94 fu eletto coi postdemocristiani che però in quell'occasione (unica nella Storia d'Italia) non contavano un c, dimodoché nella prima sessione utile passò a Forza Italia e il suo voto alla Camera fu determinante per la nascita del Berlusconi Uno. Mi ricordo.

E ancora mi ricordo che fu ricambiato nell'occasione con un bel Ministero, che onorò varando un decreto che portava il suo nome, un sistema per detassare gli investimenti produttivi, la pacchia per tutte le fabbrichette che si misero allegramente a investire in macchinari, ma anche semplicem in macchine sportive per il padroncino.
E poi mi ricordo che la pacchia durò poco, il Berlusconi Uno cadendo subito in una pozza di fango, e lasciando in tutti gli industriali pre-Padani una voglia insoddisfatta di Porsche, che li avrebbe accompagnati per sette anni, una lunga traversata nel deserto. Fino alla soglia di quel 2001 in cui il Berlusconi Due cominciò a profilarsi all'orizzonte, e il primo effetto sull'economia fu il crollo delle vendite di Porsche, perché tutti volevano attendere il momento in cui il Ministro Ambrogio, reinsediandosi, avrebbe fatto il suo bis, detassando e contribuendo a un fragoroso rilancio dell'economia. Me ne ricordo, non serve a nulla ma me ne ricordo.
E poi ricordo che il rilancio dell'economia non fu così tanto fragoroso, anzi: come certe scoregge che si annunciano imperiose e poi alla prova dei fatti risultano miseri flop puzzolenti, così si ritrovò l'Italia quando i padroncini delle fabrichette si accorsero che la Porsche nuova fiammante nel garage non li avrebbe protetti dal Grande Slancio In Avanti della Repubblica Popolare Cinese. La mia memoria senza dubbio semplifica, ma più o meno andò così. A quel punto i padroncini volsero tremebondi i loro cofani ad Ambrogio, invocando il suo aiuto, ma Ambrogio era lontano, a Roma, tutto preso da bilanci farlocchi, cedole, cartoline e aliquote, in qlla città dove non puoi pestare i piedi a lungo senza trovare prima o poi qlcuno coi piedi più grossi dei tuoi. E infatti a un certo punto si prese una gran pedata dal governatore della Banca d'Italia, e sembrava finito, ma non era finito. Non lui.
Si mise a frequentare i salotti tv, dove il tono stridulo della sua voce si prestava molto bene al proferir di garbate minacce. Berlusconi Due mangiò la foglia e lo insignì al volo della prima carica che gli venne in mente, vicepresidente del Partito o giù di lì. Poteva sembrare un contentino, e invece stava creando le premesse per la nascita di Berlusconi III. L'episodio atteso da anni, in cui il protagonista finalm cede al lato oscuro della Forza. La mia memoria può fare confusioni, ma più o meno il senso è quello.

Nel frattempo Berlusconi 2 viveva giorni difficili. Le Grandi Opere sonnecchiavano, l'Italia era tutta un fragore di betoniere che giravano a vuoto perché mancavano i fondi per il calcestruzzo. I padronicini, delusi, avevano eletto il padroncino della fabbrichetta più grossa, che chiedeva a gran voce elezioni. Ed eravamo in guerra, come al solito. L'Euro era forte, sempre più forte, ci sfondava i pantaloni quando uscivamo a fare la spesa, e fingevamo che fosse la moda. Certo, potevamo rifarci all'estero, passando meravigliose vacanze nelle isole del Sud, ma ogni volta arrivava lo tsunami. Quando la benzina cominciò a costare più dell'olio di semi, automobilisti e rosticcerie tentarono di passare a qst'ultimo. Le patatine di mcronald cambiarono improvvisam sapore. Non sapevi più di chi fidarti. Meno male che c'era sempre il Papa. Ma morì. Insomma, tutte le sfighe. Non c'era neanche più gusto a scrivere il blog, e infatti io smisi. Passai alla clandestinità, in quel gruppo che poi si divise e si riunì ad altri gruppi, eccetera. Ma qsta volta non volevamo disperderci. Volevamo creare una vasta rete di consensi trasversali. Sapevamo che dopo il Berlusconi Due i padroncini avrebbero acclamato un insipido Prodi Due, come un Rambo tra un Rocky e l'altro, e volevamo qlcosa di più.
Una specie di rivoluzione, ma seria, anche pacifica se necessario, partecipata e collettiva, una cosa che piacesse anche alle vecchiette. E cercavamo contatti in tutte le direzioni. Non ci precludevamo nessuna alleanza.
E infatti mi ricordo, mi ricordo benissimo di qlla sera che in tv il solito Ambrogio si mise a spiegare che la crisi era solo colpa dei Cinesi. Tante grazie. Ma poi spiegò che erano state fatte scelte dissennate in sede europea, che il WTO andava ridiscusso, che tutta qsta foga tecnocratica e neoliberista e blablabla…
"Aspetta un attimo. Io ho già sentito questa roba".
"Vero? Sembrava anche a me".
"Ha detto neoliberista, lo ha detto? Ho sentito bene?"
"Qualcosa del genere. E tra un po' dirà moltitudini".
"No…"
"Fidati. Ancora un piccolo sforzo".
"Vuoi dire che sta dicendo le stesse cose di Casarini sei anni fa? Siamo a questo punto?"
"Grande è la confusione sotto il sole. La situazione è…"
"Un casino. Adesso però devo capire chi dei due ha cambiato idea".
"Le idee sono come l'acqua, non ci si bagna due volte nella stessa".
"Sì, certo, e tante altre cazzate".
"Pensa laterale. Pensa laterale. Forse nessuno dei due ha cambiato idea. Forse è l'idea che ci ha cambiati, tutti".
"No. Io no. Non sarò mai d'accordo con qsti stronzi".
"C'è troppo ego nei tuoi pensieri. Purificati dall'ego. Spogliati dei tuoi rancori personali. Non hai più orgoglio. Non hai posizioni da difendere, non hai più un blog con tot accessi giornalieri. Sei un uomo nuovo che cerca soluzioni nuove".
"Qll'uomo non è una soluzione nuova! È da dieci anni che ci ammorba con soluzioni disastrose!"
"Il Passato non esiste. Il Passato è passato".
"Arci, sei più fumato del solito stasera. Non è che stai sperimentando qlcosa?"
"Uh, mettiti un attimo il casco e ti faccio vedere".
"No, quel casco lì, basta".

Due anni dopo Ambrogio riceveva il bisbattesimo nella cattedrale omonima. Per uno con la sua esperienza, che aveva trattato per anni con postdemocristiani, postfascisti e prepadani, mettere d'accordo noglobal e berluscones fu un gioco da ragazzi. Era nato il Teopop.
Io portavo le paste.
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Il Topo e il dottor Gatto

Caro Leonardo, non so bene da dove cominciare.
Damaso. Cominciamo da lui. Non me l'aspettavo così giovane. Tante cose mi aspettavo, tanti scenari mi ero fatto, strada facendo, ma questo no. Un tipo interessante, questo sì. Simpatico, e non brutto: stiamo pur sempre parlando dell'amante di mia moglie. Sicuro di sé, della sua professione; fresco di promozione, addirittura. Ma un trentenne, un bel trentenne biondo e quasi atletico, f'nql, no. Che ci trova in Assunta, uno così. Non ha abbastanza infermiere carine nei dintorni?
"Lei è Immacolato, immagino".
Mi ha preso così alla sprovvista che tutti i miei propositi di partire sulla difensiva sono andati a farsi benedire.
"E lei è il dottor Damaso, incredibile".
"Grazie dell'incredibile, ma perché?"
"Un primario così giovane".
"Sono meno giovane di quel che sembra. E non creda troppo a questa storia del primario, siamo quasi tutti primari adesso. Invece di aumentarci la paga, ci hanno tutti promossi. È un altro favoloso trucchetto Teopop".
Siamo in un bar qlsiasi sull'Emilia-Ponente, nobilitato da un videopoker originale dei Novanta. Do un'occhiata ai quattro angoli del soffitto: se è un tipo sveglio, capisce.
"No, non si preoccupi. Qui può parlare liberam".
"Forse io posso parlare liberam, ma lei no. Sono un microfono ambulante, lo sa? Ho la tessera dell'SSQ".

Il suo sorriso compassionevole era previsto e, ahimè, senz'altro meritato.
"Servizio Segreto di Quartiere? Complimenti, ma ora è fuori dal suo quartiere e dalle sue competenze".
"In ogni caso non mi parli più del Teopop in quel tono. Io sono uno zelante servo del Teopop".
"Immacolato, lei non capisce. Se dico che si può fidare, si può fidare. Perché crede che abbia voluto incontrarla in questo bar?"
"Perché è a due passi dal suo Ospedale".
"Non solo Ospedale: Territorio. E questo bar ne fa parte. È come se fosse mio. In effetti, è mio… Saverio, due espressi. Perché ride?"
"Ha ordinato caffè".
"Sì, offro io, è il minimo per il suo disturbo".
"Senta, il trucchetto dell'espresso può funzionarle con qualche collega influente, con qualche signorina, magari le è funzionato anche con mia moglie, ma non con me".
"Quale trucchetto, scusi".
"Il fatto è che la gente si è totalmente dimenticata il sapore del caffè. Crede di ricordarselo, ma non è vero. Così in certi bar c'è chi restringe la cicoria, la versa in una tazzina ardente e la spaccia per caffè. Molto semplice. Ma con me non funziona più".
"Vedo che è molto prevenuto nei miei confronti".
"Ma mi faccia il favore. Sa che a rieducazione promettevano il caffè a chi faceva le spiate migliori? E sa come mi sono sentito dopo aver mandato due compagni di camerata in isolamento, con una tazzina fumante di cicoria in mano?"
"Un pirla, presumo. Ma assaggi questa 'cicoria ristretta', adesso, la prego".

Saverio riemerge dalla cucina e mi porge una tazzina bollente. Il liquido è denso, due dita appena, con una lieve schiuma bruna. L'odore è… l'impressione di realtà è molto forte.
"Allora, che ne pensa?"
Come un colpo alla nuca, una Madeleine secca, implacabile. Sono forse in questo stesso bar, trent'anni fa, sorseggio un espresso e leggo un Carlino stropicciato. Se chiudo gli occhi ricordo persino il gilet del barista. Un gilet verde. Che anni ridicoli.

"Molto… molto verisimile".
"Lo prendo come un complimento. La macchina è una saeco domestica del '04, in realtà se ne trovano parecchie nei ferrovecchi. La miscela è una partita di arabica che mi hanno regalato alcuni clienti gialli che volevano disfarsene. Lo sa, i cinesi non amano molto l'arabica. Preferiscono…"
"Va bene, lei vuole farmi intendere che è molto potente e traffica addirittura coi gialli. Me lo tengo per detto".
"Traffico? Io sono un medico. Se un giallo si fa male, io lo curo. Se il giallo poi vuole farmi un dono, io lo accetto di buon grado".
"E d'accordo. Mettiamo che lei è il medico di fiducia dei gialli a San Petronio. Inoltre è giovane biondo e bello. Mi spiega perché deve andare a letto con mia moglie e offrire un caffè vero a me?"

Di solito non sono così diretto, ma è il primo espresso da dieci anni, uno shock per il sistema nervoso, come lui ovviam sa.
"Non avrebbe dovuto berlo d'un fiato. Dovrebbe avere più riguardo per la sua età".
"F'nql".
"Be', almeno abbiamo rotto il ghiaccio. Riguardo alle sue domande: il motivo per cui io allacciato una relazione con sua moglie è abbastanza semplice: la trovo una donna affascinante e, soprattutto, molto intelligente. Non capita così spesso di incontrare una persona in grado di sostenere conversazioni di buon livello. Può darsi che vivendo così a stretto contatto con Assunta, lei non se ne renda conto: ma sua moglie è una gemma rara".
"Ma per favore…"
"D'altro canto, io sono orfano di madre, e può darsi che in lei cercassi qualcosa di edipico… di solito quando uso questa parola, "edipico", la gente sgrana gli occhi. Vedo che lei non lo fa, Immacolato. Nemmeno Assunta lo fa. Sono anche queste piccole cose che apprezzo in voi due: un buon dizionario. È sempre più difficile trovare interlocutori con un buon dizionario. E un buon dizionario, è indizio di elasticità mentale, un'altra dote sempre più rara. Venendo alla seconda domanda: perché le sto offendo un caffè? Veram intendo offrirle molto di più: un lavoro. Bene, non c'è nessun mistero. Ho bisogno di uno specialista che mi faccia un lavoro molto particolare, e credo che lei sia la persona più qualificata per farlo".
"Io?"
"Questo significa che, per una legge economica un po' snobbata, ma tuttora funzionante – parlo della legge della domanda e dell'offerta – io sarò costretto a farle un'offerta molto generosa, perché in effetti ho bisogno di lei".
"E se le chiedessi un anticipo immediato?"
"Che fretta… non vuole sapere nemmeno in cosa consista il lavoro?"
"Senz'altro. Ma se le chiedessi duemila denari, qui, sull'unghia?"

Per un istante, almeno, sono riuscito a perplimerlo. Ora si sta tastando la giacca, cerca un libretto.
"No, niente assegni. Le persone come me non possono intascare assegni, come dovrebbe sapere".
"Non c'è problema. Saverio! Favorisci duemila?"
Saverio annuisce e torna in cucina. Damaso ammicca soddisfatto. I motivi per detestarlo crescono di minuto in minuto. "Spero di essermi conquistato un po' della sua fiducia, ora", dice.
"Mi parli del lavoro".
"Ah, qui viene il difficile. In sostanza dovrebbe, diciamo… accudire una persona".
"Come, scusi?"
"L'orario è trattabile, io pensavo a non più di dodici ore la settimana, tre pomeriggi, o mattine se preferisce. So che ha altri impegni professionali e non le chiedo certo di sospenderli. E pensavo a uno stipendio iniziale di mille a settimana.
"Mille a settimana?"
"Anche questi trattabili. Ma aspetti a trattare, è meglio se prima vede la persona".
"Ma scusi, le sembro una badante?"
"Non cerco certo una badante, tra l'altro saprei dove trovarne. Cerco lei".
"Perché?"
"Perché ha memoria, un buon dizionario, elasticità mentale, e niente da perdere".
"Senta, io sono un rieducato. Se c'è anche la minima possibilità di mettersi nei guai col Teopop, io mi tiro subito fuori".
"Veram è il Teopop stesso che finanzia il progetto".
"Lo dice lei. Come posso fidarmi?"
"Vediamo… potrebbe fidarsi dell'uomo che sinceram vuole bene a sua moglie e a sua figlia, e non lascerebbe mai che un marito e padre esemplare si ficcasse nei guai. Che ne dice?"
"Dico che non posso razionalm fidarmi dell'uomo che ha conquistato mia moglie e mia figlia, e che a questo punto potrebbe essere tentato di mettermi nei guai per togliermi di mezzo".
"E allora non le resta che fidarsi dell'acconto che io adesso le metto in mano".
"Con tutto rispetto: non è molto".
"Come acconto o come prova di fiducia?"
"Come entrambi".
"Va bene, del resto non deve scegliere stasera. Ci pensi un po' e venga a trovarmi in ospedale, uno di questi giorni, sempre a quest'ora. Passi in accettazione e chieda di me. Vorrei mostrarle una persona molto particolare".
"Cos'ha di particolare?"
"Oh, tanto finché non vede non crederebbe. Quel che posso dire di lui è che… non viene da questo mondo, ecco. Verrà?"

Sta giocando come il gatto col topo. Sa che verrò, perché ho già in mano l'acconto. Sa che dovrò dire di sì comunq, perché mille denari a settimana non li ho mai guadagnati dalla rivoluzione in poi. Sa tutto, e si diverte.
"Verrò domani, e se il lavoro non mi piace le restituirò… A proposito. Non dica ad Assunta dell'acconto".
Annuisce, sinceram divertito: "Sarà il nostro piccolo segreto, d'accordo".
Gioca a fare il bismarito, mi dà la nausea. "Ora devo scappare, mi scusi. Lei resti ancora un po', si faccia offrire qualcos'altro da Saverio. E mi saluti la sua Letizia".
"Non ci penso nemmeno".
"Come vuole, a domani".

Il gatto si è ritirato, il topo riflette. Il topo ha memoria, un buon dizionario, elasticità mentale, e niente da perdere. Forse fa ancora in tempo a salvarsi.
Il topo ha duemila denari in tasca, Conci potrà pagare i debiti, questo è importante. Col gatto, vedremo. Non è il primo che si mette a giocare con me: eppure sono ancora qui.
Facciamo finta che sia una vittoria.
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Il Trimonio spiegato a mia figlia (2)

Continua da venerdì.
Sto spiegando il Trimonio a mia figlia, che è perplessa.
Ora siamo su divano, davanti a noi Supernet mostra il Pontefice che si sbraccia dal balcone di una clinica. Non ho mai capito se giornalisti e spettatori siano solo contenti della guarigione, o se non sperino di assistere di persona a una polmonite fulminante. Dev'essere un ambiguo misto di tutt'e due.
Dall'altra parte di una parete di cartone, so che Concetta mi ascolta. So che ha gli occhi sbarrati e non riesce a dormire. La conosco troppo bene.

"Non ho capito, papà. La Bibbia dice che ci si deve sposare in tre?"
"No, però non dice neanche il contrario. E molti personaggi importanti avevano due mogli, come Abramo o Giacobbe".
"E c'erano anche donne con due mariti?"
"No, questo in effetti è un'assoluta novità".
"Quando sono grande, voglio avere due mariti".
"Hai ancora molto tempo, per fortuna".
"E poi voglio avere un bambino".
"Ma se ti sposi con due uomini, dovrai averne almeno due".
"Perché due?"
"Ogni Trimonio deve produr mettere alla luce due bambini, è la regola".
"Ma se uno non se la sente?"
"Tesoro, avere bambini è molto importante. Un altro dei motivi per cui fu istituito il Trimonio, era il fatto che se ne facevano sempre meno. A un certo punto tutte le coppie facevano solo un bambino, e così nel giro di una generazione gli italiani rischiavano di diventare la metà, mi segui? E questo non andava bene".
"Ma non potevano farne due?"
"No, diventava sempre più faticoso, e sia la mamma che il papà dovevano lavorare".
"E se uno dei due stava a casa?"
"Non c'erano abbastanza denari per crescere i bambini. Ma Arci aveva pensato anche questo. Lui ragionava in questo modo: non c'è nulla di grave se caliamo un po', ma non dobbiamo dimezzarci. Allora possiamo fare così: invece di avere due genitori che produc che fanno un bambino, con un calo demografico del 50%, noi possiamo avere tre genitori che ne fanno due, riducendo il calo del 33%. Questo funziona anche per il lavoro: se chiederemmo a ogni madre di famiglia di stare in casa a badare ai bambini, noi ridurremmo la forza produttiva del Teopop al 50%. Ma col Trimonio, noi possiamo avere due coniugi che lavorano, e il terzo che sta a casa e bada ai due bambini. Risultato: 66% di forza produttiva esterna, 33% di autogestione familiare, e…"
"Papà, noi le percentuali a scuola non le abbiamo ancora fatte".
"Scusa, hai ragione. Ma insomma, il Trimonio risolveva un sacco di problemi".
"A me non sembra tanto".

Ora le cose si fanno difficili. Cerco di abbassare il volume di Supernet, invano. Ultimam il comando del volume non funziona più tanto bene. Spegnere non è il caso, darei una brutta immagine della famiglia, e poi magari la bambina si spaventa.

"Tesoro, non devi pensare soltanto a noi. Arci pensava alla situazione generale, non ai casi particolari".
"È vero che una volta mamma Sunta non era sposata con voi?"
"Sì, all'inizio c'eravamo soltanto io e Conci. Ci siamo sposati nel giorno del nostro bisbattesimo, ricordi? L'otto…"
"L'otto dicembre, Immacolata Concezione, per cui tu ti sei chiamato Immacolato e lei si è chiamata Concezione, anzi Concetta, me l'hai detto ottantamila volte, papà".
"E dopo un po' è nato quel debosciato di tuo fratello".
"Cosa vuol dire debosciato?"
"Hai presente tuo fratello? Ecco. Poi io sono andato in un lungo… lungo…"
"Viaggio d'affari".
"Per conto del Teopop, esatto, e mentre ero via mamma Conci ha fatto amicizia con mamma Sunta, che ti stava aspettando, così quando hanno fatto domanda al Teopop di sposarsi, il Teopop si è commosso e ha chiesto che io… che io tornassi dal mio lungo viaggio, e così siamo diventati un perfetto Trimonio, con due figli, un papà e una mamma che lavorano e un'altra mamma che sta in casa. Fine".
"C'è una cosa che non ho capito".
"Lo so, ma te la spiego un'altra volta, è ora di lavarsi i denti".
"Però, papà, quando tu eri giovane il Trimonio non esisteva".
"No".
"E adesso ti sembra una cosa normale".
"Certo tesoro, la cosa più normale che c'è".
"E allora quando io sarò grande, ci si potrà sposare in quattro, sembrerà una cosa normale".
"Ancora con questa storia? No, tesoro, non ci si potrà mai sposare in quattro".
"E come fai a saperlo, papà? Conosci il futuro?"
"No, ma… insomma, in quattro non avrebbe senso".
"Invece in tre ha senso".
"Sì, in tre ha senso. È molto meno divertente di quel che credevamo, ed è difficile, ma io sono tanto contento di essere sposato con le due mamme, e di essere tuo papà".
"Papà, io vorrei parlare con Arci".
"Tesoro, è impossibile, Arci è andato via".
"E nessuno sa dove?"
"No, nessuno sa dove. Buonanotte".

***

"Sapevo che eri sveglia".
"Ciao".
"E piangi, pure? È qualcosa che ho detto?"
"No, no sei stato abbastanza bravo. Ma lei è tanto piccola…"
"È ancora per Assunta, allora?"
"No, la puttana non c'entra. Ho fatto una cosa terribile".
"Tu? Hai comprato altra conserva scaduta?"
"Seh".
"Assunta, ce la faremo anche stavolta. Basta bollirla a bagnomaria, e i batteri…"
"Ho bisogno di soldi ".
"Va bene. Appena arriva la busta di gennaio, di solito a metà febbraio arriva…"
"No, Mac. Io ho bisogno di soldi adesso".
"Adesso?"
"Entro la settimana minimo".
"Ma il prestito…"
"È appunto il prestito che è scaduto due settimane fa ed è da saldare con gli interessi".
"Però, come passa il tempo. Va bene, lo sai dove tengo la mia scorta, no?"
"Certo che lo so".
"E allora?".
"Ho fatto una cosa terribile".

Ahi.

"Non so cosa mi sia preso, io… ero sicura di vincere".
"Di vincere cosa? Concetta, eri sicura di vincere cosa?"
"Su Supernet continuavano a dire: 'giocate, giocate, si vincono i miliardi…'"
"Ti sei giocata la mia scorta al lotto?"
"Ma non l'avrei mai fatto, ma… è successa una cosa assurda. Ho fatto un sogno".
"Un sogno".
"Nitido, come nero su bianco, una specie di ordine: gioca! E poi una bicicletta. Ho sognato che pedalavo".
"Hai sognato di pedalare?"
"Insomma non so che mi ha preso, non l'avevo mai fatto. Ho controllato su Supernet, la bicicletta è…"
"52, sulla ruota di Sanmarco".
"Proprio il numero che non esce mai, quello dei miliardi! Pensavo che fosse la volta buona. Sono stata così stupida, vero?"
"Sì, sei stata stupida, ma non è tutta colpa tua. Ed è strano il sogno che hai fatto".
"Perché?"
"Devo averlo fatto anch'io".
"E hai giocato?"
"No, no. Ma è molto strano".
"Ti prego, non dir nulla alla puttana".
"Non dirò nulla ad Assunta, ma tu devi fare pace con lei. E tra due giorni avrai i soldi".
"Mac, nessuno ci farà un altro prestito".
"Niente prestiti. Chiederò un anticipo. C'è una persona che mi ha offerto un lavoro".
"Un altro?"
"Un altro, sì. Non mi lasci molta scelta".
"Se tu sapessi che vergogna…"
"Mi posso immaginare, ma adesso basta. Ti ho detto che non è tutta colpa tua. Adesso dormi".
"Non posso dormire".
"Dormirai".

Ci siamo a lungo vegliati a vicenda, abbracciati. Il respiro regolare di Letizia, nell'altra stanza, si mescolava alle battute di un programma Supernet in replica.
Il volume.
Non si controlla più.
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Il Trimonio spiegato a mia figlia

"Papà-Mac?"
"Sì?"
"Perché la mamma vuole bene a un altro uomo?"

Caro Leonardo,
non era senz'altro ieri sera che mi sarei messo a spiegare il Trimonio alla mia piccola Leti.
Non mentre le cose sembravano filare liscie, tutto sommato. Assunta non si era presentata a cena con una scusa qlsiasi. Apparecchiando, Concetta aveva annunciato a monosillabi che non avrebbe mangiato, perché aveva mal di testa anzi sonno anzi nausea e si ritirava in camera, e i piatti li avrei lavati io. Leti si era subito offerta di aiutarmi, per il grande amore che porta al profumo del detersivo al limone. Così avevamo stabilito che lei avrebbe risciacquato i piatti che le passavo, e intanto avremmo parlato di come vanno le cose a scuola.

Ma Leti non aveva voglia di parlare della sua scuola. Voleva invece parlare del nostro Trimonio.

"Papà-Mac?"
"Sì?"
"Perché la mamma vuole bene a un altro uomo?"

Anche questa doveva succedere prima o poi, ma proprio ieri sera?

"Tesoro, sono cose che capitano ai grandi. Anche tu, quando-sarai-grande…"
"Papà no, quella frase era vietata. Lo avevi promesso!"
"Hai ragione".
"Tu lo conosci, l'uomo che piace a mamma Sunta?"
"Sì, credo di sì".
"È il dottore, quello da cui siamo andati per il vaccino, te lo ricordi?"
"Certo"

(Assunta aveva deciso d'informarci della sua relazione un giorno d'autunno che pioveva, e Supernet ogni mezz'ora interrompeva le trasmissioni con paurosi bollettini sull'incredibile virulenza del bacillo influenzale in arrivo dalla Corea, mentre Concetta faceva e rifaceva i conti di casa senza trovare i denari per vaccinare la bambina.
"Conosco un uomo all'Ospedale Maggiore", aveva detto.
Un uomo).

"Certo che mi ricordo".
"A me sta simpatico, lo sai?"
"Bene".
"Papà, ma lui non può venire a stare con noi?"
La piccola, ecco dove voleva arrivare… "No, tesoro, no. Lui non può entrare nella nostra famiglia".
"Però la mia compagna di banco, l'Elisabetta, lei ce li ha due papà, e vivono tutti e due insieme con lei".
"E quante mamme ha l'Elisabetta?"
"Una".
"Lo vedi? Lei ha due papà e una mamma: totale, tre. Tu hai due mamme e un papà: quanto fa?"
"Fa sempre tre".
"Certo, per questo si chiama Trimonio. Ognuno deve avere tre genitori, questa è la regola".
"Ma perché proprio tre?"
"Tesoro, tre è il numero perfetto. Vedi, una volta, quando il Trimonio non c'era, la gente era triste, le famiglie nascevano e morivano in un niente, i papà e le mamme si litigavano i bambini, tutta un'enorme confusione senza senso, mi segui?"
"Sì".
"Finché un giorno un gruppo di persone, che si riuniva in segreto per cercare di risolvere i problemi del mondo, decise di studiare con attenzione la faccenda e cercare di proporre delle soluzioni nuove. Qualcosa a cui nessuno avesse pensato prima".
"Chi c'era questo gruppo di persone?"
"Tesoro, nessuno lo sa. Si trovavano in segreto, appunto".
"Ma tu non c'eri?"
"No, beh, io… andavo e venivo, portavo il carrello con le paste. Ma è stato tanto tempo fa, sai. Insomma, questo gruppo di persone, che sono i fondatori del Teopop, si consultarono un uomo molto intelligente. Gli dissero: abbiamo grossi problemi coi rapporti di coppia. Gli uomini e le donne non fanno che litigare, e poi ci sono anche uomini che vogliono stare con altri uomini, e donne che vogliono stare con altre donne, e questi uomini e queste donne vogliono ugualmente crescere dei bambini, il che ci pone altri problemi di natura etica che non abbiamo più voglia di porci, perché sono irresolubili e in definitiva una gran perdita di tempo; potresti risolverci tutte queste complicazioni, e farlo in fretta, per favore? Perché noi tra una settimana facciamo un colpo di stato e andiamo al potere".
"Cosa vuol dire colpo di stato?"
"Scusami, non importa. L'importante è che questo uomo molto intelligente, che si chiamava Arci…"
"Quello che faceva gli esperimenti con te?"
"Proprio lui. Be', lui ci pensò su una mezz’oretta e poi disse: avete mai pensato che forse il problema è la coppia? Perché non proviamo a inventarci qualcos'altro, qualcosa di più stabile? La coppia è un concetto incerto, traballante, come la bicicletta, se non è in movimento cade. Non è molto più stabile il triciclo?"
"Cosa c'entra il triciclo, papà?"
"Era un esempio per spiegare la grande differenza che c'è tra una Coppia e un Trimonio. La Coppia deve sempre sorvegliare il suo equilibrio; il Trimonio invece è stabile, perché è sorretto da tre persone, come le ruote di un triciclo, e se una delle tre persone ha problemi, ce ne sono ancora due su cui si può contare. All'inizio però la gente non ne voleva sapere".
"Perché?"
"Sai, la gente non si fida delle cose nuove. Dicevano: da che mondo e mondo si è sempre fatto in due. E Arci rispondeva: ma guardatevi attorno, signori. Non vi è mai venuto in mente che da che mondo e mondo si è sempre fatto male, che sarebbe ora di provare a fare un po' meglio? Ma loro scuotevano la testa e dicevano: se aumentiamo le persone in una famiglia, aumenteranno anche i litigi".
"E lui cosa rispondeva?"
"Lui spiegava che i litigi di coppia sono i peggiori, perché si è sempre uno contro uno, e nella maggior parte dei casi uno deve cedere di sua spontanea volontà, e questo alla lunga lo avvelena. Mentre quando si è in tre o più, i litigi sono più facili da contenere, perché, per esempio, si può votare, e ci sarà sempre una maggioranza e una minoranza; oppure, molto spesso quando due litigano la terza persona cerca di rimetterli d'accordo".
"Come tu con le mamme?"
"Sì, vedi. Probabilm se avessi una sola mamma, e lei non fosse qui ora, io sarei molto arrabbiato con lei".
"Come mamma Cetta".
"Ma siccome mamma Cetta è già molto arrabbiata, io sono portato a sentirmi meno arrabbiato di lei, perché devo stare nel mezzo. Arci questo lo capiva, ma gli altri non gli credevano. Gli dicevano: non puoi generalizzare queste cose".
"E lui?"
"E lui rispondeva, perché no? Anche voi non fate che generalizzare i rapporti di coppia, perché io non posso generalizzare quelli in tre? Solo perché non si sono ancora visti? Ma appena si vedranno, sembreranno naturali e imperfetti come se fossero sempre esistiti. Altri gli dicevano: ma noi siamo cristiani e la Bibbia non lo permette".
"Davvero?"
"Macché, infatti lui rispondeva: la Bibbia è un libro molto grande, sfogliatelo bene e vedrete che vi permette qlsiasi cosa".

(Continua).
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Il nemico

Caro Leonardo,
pensavo che non avrei mai più avuto tempo per scrivere qui – dopo la dichiarazione di guerra sono stato co-optato nel Servizio Segreto di Quartiere. Ed è solo colpa mia, stavolta. Perché non so mai dire di no a nessuno?
Questi ragazzini del SSQ sono tanto teneri, ma pazzi, fallaciani marci. Credono di essere in diretta dall'apocalisse, al quinto o al sesto sigillo come minimo. Volevano organizzare i turni di notte che manco i padani dei vecchi tempi. Ci voleva un vecchietto coi capelli bianchi come me a persuaderli che nessuno ha intenzione di invadere il nostro isolato, per ora, e che si trattava semplicem di mettere un picchetto di fronte al supermercato per scoraggiare gli incettatori.
"Tenetevela in bene in mente, questa parola, 'scoraggiare', se volete fare strada nel Teopop. Perché il Teopop, sapete, non reprime: il Teopop scoraggia".
"Ha detto Scoreggia?"
"Ahahah".
Quindici anni che la sento, questa battuta. Un giorno di questi finisce che uccido qualcuno.

***

L'altra sera, la storica sera della dichiarazione, avevo lasciato Assunta sull'ultimo posto a sedere del filobus, con la scusa che volevo fare due passi da solo e fermarmi a bere qualcosa. Avevo in tasca il numero dell'amante di mia moglie e volevo provare a capire il perché. Magari sedermi da Marino mi avrebbe fatto bene, anche se la sua birra ormai sa esplicitam di reagenti chimici e sciacquatura di fusto.
"Non è neanche più birra, la tua, sai? È il ricordo della birra che ho bevuto già, e tutte le volte che vengo infatti è più sbiadita".
"Mica solo la birra è sbiadita, eh, prof?"

Nel quartiere io sono il prof, per antica convenzione.
A quest'ora da Marino ci sono sei clienti, quattro intorno a una briscola, uno alla playstation abusiva e uno ai giornali. Riconosco quattro facce: tre inoffensive e il quarto è Carmelo, un informatore di quartiere che abita proprio sotto casa mia. Ma ha più voglia di briscola che d'informarsi, se lo conosco bene.
"E alora, prof, siamo in guerra?"
"Pare di sì".
"Che poi per la verità c'eravamo anche prima, o no?"
"Sì, in pratica sì".
"Però questa cosa del Papa, mah… ma non era in fin di vita? Coma vigile, avevan detto".

Questo che ha parlato per ultimo è Carmelo, più per far sapere che c'è che per altro. Tiene gli occhi sulle carte e fuma. Tutti fumano. In futuro gli storici che studieranno le ere geologiche dei bar troveranno uno strato d'intonaco bituminoso e diranno: qui la gente fumava parecchio e male, un'era geologica di merda.
Io mando giù l'ultimo sorso di ricordo e poi rispondo ad alta voce, che mi senta: "sono solo voci dei disfattisti. Il nostro Santo Padre ha ancora una lunga vita davanti a sé".
"Mah", fa Marino dal bancone. "Purché sia la volta buona. Che non se ne può più di 'sti gialli".
"E chi t'ha detto che sian i gialli, a te?"
"E chi vuoi che sia, scusa"
"Ma, i Padani per esempio".
"Seh, secondo te svegliano il Santo Padre dal coma vigile per fargli annunciare la crociata contro tre Padani delle Paludi. Giusto per farsi ridere dietro in mondovisione. No, no, io dico i gialli".
"Ma i gialli sono nostri amici adesso".
"E alora gli usastri".
"Ma siamo amici anche degli usastri".
"Ma senti questi qua. Prof, glielo dica anche lei, che è da trent'anni che siamo amici di tutti e facciamo una guerra l'anno quando va bene. E se non sono gli usastri saranno i bizantini, e se non sono i bizantini sarà la Califfa…"
"Ma, no, la Bin Laden no".
"E perché no?"
"Ma è una signora tanto ammodo…".
"Ma sentilo. O! La guerra non si fa mica a simpatia! Si fa per l'energia. Glielo dica anche lei, prof".
Io sono al bancone, e guardo l'unico giocatore che continua a fissare le carte.
È chiaro che non vuole saperne mezza di me. È chiaro che stasera non ha la minima intenzione di fare tardi a stendere un rapporto. È chiaro che appena si è accorto che ero dentro, mi ha identificato come una grana: un rieducato che va a bersi una bicchiere, e magari parla, straparla, e poi tocca al povero spione di quartiere riferire. Che palle. Che stanchezza. Che scoraggiamento. Il teopop, ai suoi minimi termini.
"Eh, prof? Glielo dica".
"No, Marino, la guerra non si fa per l'energia".
"Ah no?"
"No, di regola si fa per la democrazia".
"Ma l'energia…"
"L'energia vien dopo. Prima la democrazia. E poi l'energia non è così importante. Noi abbiamo tutta l'energia che ci serve".
"Ma i blecaut…".
"I blecaut sono per via degli sprechi. C'è gente che tiene attaccato il frigo tutta notte, d'inverno, lo sapete? Anche qui da noi, a San Petronio, c'è gente che lo fa. Il frigo tutta notte e l'acqua calda tutto il giorno, e poi ci si lamenta dei blecaut. Per forza".
Adesso ho dieci occhi addosso, sbigottiti, e due soli che continuano a fissare le carte, come se stessero giocando la briscola della sua vita. Toh Carmelo, ti ho salvato la serata, contento? Ma mi sa che qua dentro non ci rimetterò piede per un bel po', dalla vergogna.

Giù dal ponte di Mascarella neanche un cane, neanche un drogato. Tutti in casa a guardare il Papa resuscitato che ci chiama alle armi contro questi o contro quelli. Ho freddo, puzzo di nicotina passiva, mi brucia lo stomaco e ho appena deciso di smettere di bere. Non sopporto che Leti mi trovi in questo stato.
"Ciao papà Mac".
"Ciao tesoro, che ci fai sul pianerottolo?"
"Sono molto arrabbiata".
"Con chi?"
"C'è un signore in supernet, che ha interrotto i cartoni".
"Tesoro, quel signore è il Papa"
"Ma io stavo guardando i cartoni".
"Si vede che doveva dirci una cosa importante ".
"Ma non è vero! Sta raccontando delle barzellette".

Ahi. Peggio di quel che pensassi.

"A me non piace. Uno che interrompe i cartoni, per me, è cattivo".
"Hai ragione, Leti. Interrompere i programmi dei bambini è pura cattiveria".
"Ma perché lo fa?"
"Lo fa perché lo ha sempre fatto. Pensa, lo faceva anche quando ero bambino io".
"Ma papà, tu sei più vecchio di lui".

Sapevo che sarebbe successo prima o poi, ma speravo più poi.
Oh, beh.

"No, Leti. Lui è più vecchio di me, anche se non sembra".
"Ma se ha i capelli neri".
"Tesoro, non sono suoi, un'altra volta ti racconto. Entriamo, adesso. Cosa c'è per cena?"
"Fagioli".
"Mmmmm! Buoni i fagioli!"
"A me non piacciono".
"Ma con la conserva?"
"Sì, con la conserva sì".
"E allora noi chiediamo a mamma Conci se ci mette un po' di conserva, solo per la Letizia, e…"

Spalanco la porta, e trovo le mie due mogli immobili sul divano. E solo allora mi rendo conto. Siamo in guerra, siamo nella disgrazia. Solo una disgrazia può unire quelle due donne sullo stesso divano. Assunta ha le lacrime agli occhi, Concetta fissa ancora il monitor spento.
"La conserva è finita", fa.
"E vabbè, ho ancora il cappotto indosso, vado a comprarne".
Mi guarda come se avessi detto la più grande sciocchezza in terra. "Dov'è che vai. Non si trova più da nessuna parte, da due giorni!"
"Gli incettatori, già?"
"Oi".
"Va bene, vado giù a chiederne alla moglie di Carmelo, mi deve un favore. Be', mi dite almeno contro chi stiamo, stavolta? Cinesi o usastri?"
"Gheddafi".
"Tutto qui? Tutta questa scena per l'ex riserva del Perugia?"
"Ma che cazzo dici" (questa è Assunta, adesso ha i pugni negli occhi).
"Tu non ti ricordi, io sì. Lo comprò Gaucci nel… nel…"
"Piantala. Non è Gheddafi il guaio. Il guaio è Lui. Ha preso il controllo".
"Ma come fai a dirlo, andiamo".
"Ha raccontato una barzelletta"
"Che tipo di barzelletta, magari è una simulaz…"
"Giudizio universale. Il Papa va da San Pietro e gli dice: permetti che ci penso io, che sono più aggiornato? E allora San…"
"Stop. Ho capito".
"È lui. Altro che coma vigile. Altro che morte clinica".

"Ha ripreso il controllo".
Che disperazione. Ma soprattutto, che palle.
Il Teopop è al suo apice.
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Reparto nostalgia

 

"Ci siamo tutti? E Immacolato?"
"Son qui".
"E quel brutto taglio sulla fronte, cos'è?"
"Uno spigolo della doccia".
"La doccia? Ti funziona la doccia?"
"Gli spigoli sì, benissimo".
"Allora, se ci siamo tutti, aprirei la riunione. Sia lodato Gesù Cristo".
"Sempre sia"
"Seduti".
"A proposito, direttore, i migliori auguri".
"Eh?"
"Oggi è Sant'Antonio Abate, la sua festa, ".
"Oddio, avete fatto bene, m'ero già dimenticato..."

Nome: ANTONIO-ABATE (bisbattezzato il 17/1/2015)
Qualifica: Direttore del progetto Duemila
Età stimata: 45, giovanile
Capacità mnemoniche: è un miracolo che si ricordi di venir qui la mattina
Cosa penso io di lui: al suo posto farei di meglio, ma mi annoierei
Cosa pensa lui di me: sappiamo tutti che sei al capolinea, quindi: non darmi grane, e da me non ne avrai.

"Bene, se è la mia festa fatemi dire solo due parole: Basta Tsunami. Non se ne può più".
"Ma io ho appena trovato un video amatoriale tailandese che..."
"No".
"E il bimbo birmano trovato sotto le macerie dopo quind..."
"Stop".
"E i retroscena sui bimbi rapiti dai ped..."
"Zitto, Loreto, basta! Se continui ti spedisco al Reparto 68! "

Nome: LORETO (bisbattezzato il 17/12/2016)
Qualifica: Assistente
Età stimata: 23
Capacità mnemoniche: se ne parla tra vent'anni
Cosa penso io di lui: simpatico, volonteroso, ma non capisce niente. Sta lavorando per diventare un utile idiota, per ora non è ancora abbastanza utile. Si farà.
Cosa pensa lui di me: non ho ancora capito chi è il nonnino qui di fianco.

"Loreto, apprezzo i tuoi sforzi, ma noi qui stiamo lavorando alla nostalgia. Tu sai di cosa si tratta, naturalm".
"Direttore, in quanto laureato in scienze della nostalgia..."
"...sai benissimo che un immane disastro naturale non è un buon veicolo di nostalgia. Posso capire qualche scenetta edificante, un bivacco di volontari nel fango, ogni tanto, questo è ochei per la nostalgia. Ma i cataclismi no. La gente vuole dimenticarli, i cataclismi. Sono millenni che la gente ne dimentica. Questa è saggezza popolare, Loreto. Per favore, ripassati un po' la saggezza popolare. Ochei?"
"Sì, direttore".
"Io preferirei aprire con qualcosa di molto familiare. Tipo Berlusconi. Ho visto che il pubblico ha molto apprezzato il treppiede, 15 giorni fa. Se avessimo qualcosa del genere, o almeno un detto celebre...  "
"Se il comunismo andasse al potere l'esito sarebbe miseria, terrore e morte".
"Dai! Questa l'ha detta vent'anni fa?"
"E' qui su un ritaglio del 17 gennaio 2005".
"Questa mi piace, questa funziona. Miseria, terrore e morte... Questa vedrete che diventa un tormentone".
"Ci sarà chi la troverà profetica".
"Tanto meglio. Apriamo con questa, allora".
"Mi dispiace, direttore, non possiamo".
"Oh, andiamo, Pioquinto..."

 

Nome: PIO V (bisbattezzato il 30/4/2012)
Qualifica: Diacono, commissario politico della redazione, nominato dalla Curia. Veglia sulla nostra integrità morale. ('veglia' è una grossa parola. Diciamo: sonnecchia sulla nostra integrità morale).
Età stimata: 34
Capacità mnemoniche: non ricorda niente. Solo i peccati degli altri. Quelli non se li scorda più
Cosa penso io di lui: classico esempio della Generazione di mezzo. Vede ovunq peccati e tentazioni, un po' lo invidio. Sa solo dire No No No, come se la vita fosse una lezione di catechismo e lui il maestro. E piantala di vestirti in nero, bacherozzo, mi sa che porti pure sfiga.
Cosa pensa lui di me: puoi nasconderti finché vuoi, ma resti sempre un'anima nera di defargista e giuda, e verrà un giorno... verrà un giorno... ronf.

 

"Le devo ricordare, direttore, che si tratta di un soggetto molto delicato".
"Berlusconi, intende?"
"Si è aperto il processo, lo sa..."
"No! Un altro processo. Non ne sapevo niente".
"Intendo il processo di beatificazione".
"Ah, quello. Ma potevate aspettare la morte clinica, almeno".
"Direttore, le rammento che questi colloqui sono registrati".
"Ma sì, ma sì, è tutto registrato, Pioquinto. Va bene, niente Berlusconi. C'è qualche altro politico interessante?
"Nello stesso ritaglio c'è una dichiarazione di Rutelli: L'approdo della Margherita non è la socialdemocrazia".
"Bene. Cioè, bene per niente. Spiegatemi intanto chi era questo Rutelli e cos'era questa margherita".
"Rutelli era un lider politico, già nei  radicali, poi nei verdi, in seguito fondatore della Margherita. Creata nel 2000, quest'aggregazione di centro in seguito confluì nel..."
"Chi se ne frega. Non mi dice niente. E' ancora vivo, lui?"
"Vivo e operante, dopo il Bisbattesimo è noto al pubblico come Cardinal Crispino, direttore della Congregazione Fides et Spes".
"In effetti non è approdato alla socialdemocrazia".
"No, proprio no".
"Beh, mi pare abbastanza dimenticabile. Assunta, tu che ne pensi?"

 

Nome: ASSUNTA (bisbattezzata il 15/8/2016)
Qualifica: Vice-direttore. Inoltre è la mia seconda moglie. Sì, il posto lo devo a lei.
Età: 35.
Capacità mnemoniche: non saprei. Dimentica in fretta, quando vuole, questo sì.
Cosa penso io di lei: col mio consenso, mi tradisce con un uomo più giovane. Ufficialm non me la prendo.
Cosa pensa lui di me: sei troppo buono e saggio per prendertela, vecchio coglione.

 

"La penso come lei, direttore. E credo che dovremmo lasciar stare la politica per un po', era una fase di stanca. Io pescherei dalla cronaca".
"Morti ammazzati?"
"Pensavo qualcosa di più riposante. Per esempio, questo lupo trovato alla periferia di Cupolona".
"Un lupo a Cupolona?" 
"Sì".
"Ma questa che notizia è, scusa".
"Era il primo in 70 anni"
"Ah sì? Cioè, vent'anni fa non c'erano lupi a Cupolona?"
"No, era una razza in via d'estinzione. E' interessante vedere le reazioni. Ho un servizio in cui un animalista spiega di stare tranquilli, che i lupi non assaltano gli uomini..."
"Un folle!"
"In effetti no, le cose stavano così, in quegli anni i lupi avevano paura degli uomini. Anche questo, appena arrivato in città fu messo sotto da un' auto".
"Beh, beh, è interessante. Potremmo aprire con questo".
"Io non sono tanto d'accordo, Direttore".
"E perché non sei tanto d'accordo, Immacolato?

 

Nome: IMMACOLATO (bisbattezzato l'8/12/2010)
Qualifica: Redattore semplice. Già membro del Partito, collaboratore di Arci, in seguito inquisito per defargismo, dal 2023 pentito e rieducato.
Età: 51 e mezzo.
Capacità mnemoniche: Scarse. Più di tutti questi idioti messi assieme, comunq.
Cosa penso io di me: non mi ci far pensare

 

"Col suo permesso, Direttore, un lupo a Cupolona non è un frammento di passato da conservare nel presente, semmai il contrario: un frammento di presente incastrato nel passato".
"In sintesi".
"In sintesi, ha a che fare più con quello che ci succede oggi che con quello che succedeva vent'anni fa. Oggi i lupi a Cupolona sono una piaga sociale, sgozzano pecore e pastorelli a tutt'andare. Se diamo al nostro pubblico la possibilità di ricordare che vent'anni fa le cose non stavano così... rischiamo di non creare solo nostalgia. Rischiamo di creare anche malcontento".
"Il confine è molto sottile".
"Ragione in più per essere prudenti. Credo che anche il Commissario Pioquinto sia d'accordo con me. Sbaglio?"
"Zzz... eh?"
"Ssst, lasciamolo tranquillo. Tanto è tutto registrato. Ma va bene, Immacolato, capisco quel che intendi. Però siamo qui da dieci minuti e non abbiamo ancora trovato un'apertura. Tu hai qualcosa, almeno?"
"Sì, ho varie cose. Per esempio, le primarie in Puglia, un fatto politico molto importante. In un certo senso è la data che segna la nascita della democrazia partecipativa in Italia, che prelude in qualche modo all'affermazione del Teopop".
"Ma..."
"Poi ho trovato un ritaglio, qui, su "Affari e Finanza Moda e Design" di lunedì 17/1/05, in cui si anticipa con una preveggenza straordinaria l'imminente crisi strutturale della media impresa italiana. Sentite: Mentre un po' di tempo fa queste stesse realtà industriali dicevano di voler comprare aziende in Cina ora la musica è cambiata e più che comprare vogliono vendere... Che ne dite?"
"Ecco, veramente..."
"Ochei, stavo solo scherzando. Ho già qui tutto pronto: dieci minuti di montato su Pitti Uomo".
"Il Pitti Frocio! Ma potevate dirmelo prima ..."
"Una piccola sorpresa per il suo onomastico. E altri dieci minuti sui reality show che andavano per la maggiore in quel periodo, mi sembra giusto che la gente non se li dimentichi".
"Restano cinque minuti..."
"Ho un'idea anche per quelli, sono riuscito a scovare un'altra intervista alle Lecciso".
"Ancora loro!"
"Sì, abbiamo visto che funzionano":
"E dire che io me ne ero completamente dimenticato".
"Tutti se ne erano completamente dimenticati. Ma adesso, grazie a noi..."
"...Non se ne dimenticheranno mai più. Perfetto. Abbiamo finito. No, aspetta. Lo spot".
"Ne ho già due pronti. Una casa che si piega e si trasforma in un telefono cellulare. Molto bello".
"Ne abbiamo già parlato, io preferirei non insistere sui telefoni cellulari. Meglio dimenticarli, no?"
"Già. Allora abbiamo quello dell'uomo che corre nudo allo stadio".
"Aspetta! Quello me lo ricordo!"
"Con musiche di Morricone"
"...e voce brasileira, sì! Incregibile Amici!, ahah! Me lo ricordo! E' fantastico".
"Sta avendo una madeleine, Direttore?"
"Incredibile. E' l'unica cosa che mi ricordo davvero di quel periodo".
"Beh, come si dice, Nessun Ricordo, Buon ricordo".
"Già. Bene, quindi se la scaletta è completa, io scioglierei la riunione. Sia Lodato Gesù Cristo".
"Sempre sia".

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Il muro di cristallo

Caro Leonardo,
in questi giorni non ti ho scritto molto. Casini. Superlavoro. Ecco, volevo parlarti un poco del lavoro che faccio.
Beh, è tanto e vario. La sera, se c’è luce, correggo le bozze per un paio di riviste Supernet. Al mattino sono titolare precario della cattedra di narrativa ucronica – un bel lavoro, non credo che me lo pagheranno. E al pomeriggio sono qui, al Progetto Duemila.
Il progetto è… mah, temevo peggio. Quando arrivai ero convinto che facesse parte della punizione. Ma adesso credo che abbiano davvero bisogno di me. Al campo di rieducazione hanno scoperto che ho memoria, e questa per loro è una risorsa importante. (Per la verità, a me non pare di avere tutta questa memoria, adesso. Più di chiunq altro in circolazione, questo sì. Ma non così tanta, in senso assoluto).
Il Progetto Duemila non è niente di che, in sostanza è la rielaborazione Supernet di un programma tv che è sempre esistito – ricordo di averne visto qualche puntata da ragazzino, al tempo si chiamava “20 anni dopo”. Segno che i Cicli Nostalgici esistevano, e venivano adoperati, anche prima che Arci li osservasse scientificamente e ci costruisse la famosa teoria dei cristalli.

La famosa teoria dei cristalli – un'altra volta mi piacerebbe discuterne con te in senso generale. Io non è che ci abbia capito mai molto, però ho collaborato con Arci in quel periodo, lui mi faceva molti test, mi metteva un casco in testa, cose così. Per cui mi sento in qualche modo responsabile.
Comunq l’essenziale, al fine del Progetto Duemila, è solo laparte di teoria in cui si studiano le cause e gli effetti della Nostalgia.
Arci scoprì che si trattava di un fenomeno molto simile al sonno, che come il sonno seguiva precisi cicli fisiologici. Lui partiva dall'assunto che il Passato è perso per sempre, e che ne conserviamo in memoria soltanto alcuni frammenti più o meno casuali, proprio come ci succede di ricordare solo una minima parte dei sogni che facciamo la mattina.
Successivam, noi trasformiamo questi frammenti in una narrazione: li montiamo, come in un film, gli diamo un senso. Tutto questo, nel caso dei sogni, accade nei primi minuti successivi al risveglio; invece i ricordi prendono molto più tempo: mesi, e a volte anche anni. Arci scoprì che c'era un limite massimo entro il quale un 'frammento di passato' poteva essere riutilizzato, montato all'interno di una narrazione e trasformato in un vero e proprio 'ricordo': e questo limite, guarda un po', erano proprio i 20 anni. (20 anni e 47 gg., vabbè). Questa soglia è stata poi chiamata "Muro di Cristallo": un'espressione impropria per dire che dopo i vent'anni i ricordi si cristallizzano, prendono la loro forma definitiva. I frammenti che non si cristallizzano entro i 20 anni si perdono, vengono definitivamente evacuati dalla memoria. E questo spiegava un sacco di cose.
Per esempio, spiegava perché negli anni Sessanta molte persone sognassero di vivere negli anni Quaranta, rifare le brigate partigiane eccetera, e perché negli anni Ottanta la gente non facesse che cantare canzoni degli anni Sessanta, disprezzando quelle che uscivano in quel momento, che naturalm furono rivalutate e tornarono di gran moda nelle discoteche vent’anni dopo. E così via. Arci aveva capito che le persone vivono due dimensioni temporali diverse: mentre agiscono nel presente, nel loro cervello stanno ricostruendo il Passato. C'è un intervallo di 20 anni e 47 gg. in cui il passato è ancora magmatico, informe, solo parzialmente cristallizzato, e ognuno può rimodellarlo un po' come vuole: dopodiché, fine: il Sogno è costruito, il Ricordo è completo, il Tempo Perduto è Ritrovato, e non c'è più niente da fare.
Grazie ad Arci, il Teopop aveva gli strumenti scientifici per interpretare il fenomeno. Rimaneva da capire come usarlo.

Su questo, ovviam, il Teopop si divise. Secondo Defarge la Nostalgia non era un bel lavoro, essa impediva ai cittadini di vivere con pienezza il presente. Ci scrisse anche un’enciclica, dal titolo “Compagni, la Nostalgia non è un bel lavoro!”
Secondo altri, la Nostalgia poteva sempre servire, ed era meglio che servisse al Teopop. Così fu delegata una commissione, che propose un programma, il quale prevedeva l’istituzione di un comitato che supervisionasse un progetto – il progetto Duemila. Si chiama così perché è stato fondato nel 2020, con lo scopo di "assistere i cittadini affinché la ricostruzione mentale dell'anno 2000 sia la più oggettiva e la meno turbativa dell'Ordine Pubblico possibile, a maggior lode e gloria di Nostro Signore Onnipotente, amen". Dopo il Duemila ci fu il Duemila E Uno, il Due, il Tre, il Quattro, e adesso stiamo iniziando il Cinque. In pratica ci muoviamo a ridosso del Muro di Cristallo: ogni settimana ripeschiamo avvenimenti, filmati, foto di vent'anni fa, ci costruiamo un programma e lo mandiamo in prima serata sulla terza rete Supernet. La gente lo guarda, e pensa: "Toh, vent'anni fa eravamo proprio così", e in un qualche modo riadatta i suoi ricordi a quelli che abbiamo proposto noi. Nel giro di poche settimane quel riadattamento si cristallizza definitivamente, e i frammenti indesiderati vengono evacuati. E anche il 2005 "è Passato". Fine.

Un lavoro molto creativo, a raccontartelo.
Un gran paio di palle, certi lunedì mattina.
Ma di questo ti parlo un'altra volta. Alla prossima. Mac.
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