Perché non passerò, credo mai, a Edison Energia

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Cara Edison Energia,
(perché credo che a un certo punto bisogna anche cominciare a chiamarsi per nome, prendersi certe responsabilità, eccetera),
questo è quel periodo del mese, credo che tu lo sappia, in cui arriva una certa bolletta e qualcuno comincia a chiamarmi al telefono (anche nell'ora della siesta, che per me è molto importante). Qualcuno che ha un forte accento straniero (ma va bene, non sono razzista) e a volte, malgrado qualcuno gli abbia fornito il mio nome, insiste per chiamarmi "Signora" (ma va bene, non ho pregiudizi legati all'identità di genere). Qualcuno che vuole assolutamente che io gli legga la mia bolletta e gli comunichi certi numeretti, e che solo dopo un po' di tempo ammette di chiamare a nome tuo, e poi chissà se è vero.
Magari non ne sai niente.
Allora è il caso che tu sappia.

Cara Edison Energia,
a volte ho il sospetto che davvero tu mi faresti risparmiare. Ho fatto due conti, è una proposta interessante. Eppure non ho la minima voglia di cambiare gestore, e sai perché?

Non mi piace sentirmi preso in giro (mi domando a chi piaccia).
Non sto dicendo che mi prendi in giro, sto dicendo che mi sento preso in giro, è un po' diverso.
Credo che se la tua offerta fosse davvero buona, non avresti bisogno di farmi chiamare quelle quattro o cinque volte al mese. Soprattutto, se il tuo nome, "Edison Energia" fosse sinonimo di buone tariffe e bollette trasparenti, gli operatori non si vergognerebbero tanto di usarlo. Non comincerebbero ogni volta con la solita manfrina che sai. O non la sai? Te la devo spiegare?

Ogni mese - ogni santo mese - qualcuno con un marcato accento straniero mi informa che il mio contratto è stato cambiato; che le fasce orarie di consumo sono state abolite, insomma che ora posso attaccare la lavatrice quando mi pare e non preoccuparmi della bolletta perché comunque pagherò meno, che insomma tutto è già stato fatto e però dovrei leggergli la bolletta. Ogni volta. Ci provano tutti i mesi.

E sanno a malapena l'italiano.

Ora io magari non sono razzista - non vorrei esserlo - ma uno che fa finta ogni mese di chiamare da parte del mio gestore, uno che solo dopo che glielo chiedi due o tre volte, con insistenza, ammette che sta provando a vendermi un contratto con Edison Energia, uno così che nemmeno parla bene la mia lingua, che fiducia può ispirarmi? dimmi tu.

E allora cara Edison forse davvero hai delle tariffe buone, ma non ci credo. Mi sono fatto dire i centesimi al kilowattora e si potrebbe anche fare, ma non posso fidarmi di un gestore che ha un approccio così. Mi domando onestamente chi si possa fidare. Mi rispondo: qualcuno davvero poco attento, poco avveduto, parecchio ingenuo. E mi ridomando: quale gestore sceglierebbe di avere come target la gente poco avveduta che si fa abbindolare al telefono?

Mi rispondo: un gestore che ha tariffe poco competitive.
E magari mi sbaglio.
Ma nel dubbio metto giù, blocco tutti i numeri da cui mi chiami - numeri che ormai hanno una pessima fama, e scrivo sul mio blog che non mi fido di te. Non mi fido di Edison Energia.
In bocca al lupo.

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Il Cielo del vicino è sempre più verde

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Io capisco il conflitto d'interessi, che è enorme, come sempre; 
ma l'Italia che la settimana scorsa aveva bisogno di 40 miliardi di euro, subito, per mettere in sicurezza le scuole... è la stessa che oggi protesta come un sol uomo perché da gennaio pagherà un euro e mezzo in più per vedere le partite?
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- delle bande nere

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E proprio stasera, vi viene in mente di lamentarvi per i Sedici Noni? Ma dove siete stati negli ultimi mesi?

Per capirsi: dopo mesi di attesa, finalmente è iniziato il mondiale, e la maggior parte dei telespettatori hanno scoperto, con raccapriccio, che le riprese quest'anno sono in 16:9, come al cinema. Belle, per carità: si vede molto campo in più. Ma se non hai il video a 16:9, sei costretto a guardarle con le due fasce nere, come i film in tv. E i giocatori diventano piccoli piccoli. E alla Rai dicono: non ci possiamo fare niente. In effetti così. In effetti il problema è più grave. Indovinate un po' qual è? È la crisi del consumismo italiano, né più né meno.

Insomma, teleutenti italiani: dove eravate negli ultimi mesi? Ma le avete visto bene le pubblicità tra una notizia e un'altra? Non vi siete accorti degli inviti piuttosto reiterati – diciamo pure degli ordini – a comprare nuovi smaglianti tv color a 16:9 in favolosa offerta speciale? Io forse ne guardo troppa, di televisione, ma ormai mi uscivano dagli occhi.

Il comunismo aveva i piani quinquennali, il consumismo ragiona piuttosto sulla distanza dei quattro anni. Il ritmo lo danno le grandi kermesse internazionali, olimpiadi e mondiali di calcio. Il piano quadriennale 2002-06 prevedeva il ricambio dei vecchi tubi catodici coi nuovi monitor smaglianti al plasma. Probabilmente in Francia, Uk e Germania tutto è andato per il verso giusto. Magari anche in Spagna. Di sicuro in Scandinavia. E l'Italia?

L'Italia è ferma, testarda come un mulo. Hai voglia a mettere in palio i premi. Hai voglia a reclamizzare prestiti agevolati: i desideri degli italiani restano indietro, segnano il passo. Il tubo catodico a colori è la zavorra degli anni Ottanta del secolo scorso, di cui non riusciamo a disfarci ancora. Anche perché i guru italiani sono tutti persi in progetti alternativi e poco credibili: il videofonino, per esempio. Un affarino col quale puoi vedere Portogallo–Angola in spiaggia sullo sdraio, se ne sentiva proprio l'esigenza.

Peccato che gran parte dei mondiali siano in giugno e gli italiani vadano al mare in luglio-agosto.
E così il consumista italiano, in attesa di guardarsi il deprimentissimo palinsesto estivo rai su un videofonino minuscolo sulla spiaggia (con sabbia vento e sale, ve lo raccomando) resta in casa ad imprecare perché le partite ormai non si vedono più bene neanche coi ventinove pollici.

E dire che il consumista italiano, quando vuole, non è secondo a nessuno. Non chiede di meglio che di consumare. Secondo me il problema è un po' a monte.
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- deluso, I

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L'ha detto la Cassazione? Quindi siamo sicuri? Ma sicuri sicuri, eh? Quindi io posso andare? Vado? Vado.

Amici utenti, è ufficiale.

Il Governo Prodi mi ha deluso.

Il Governo Prodi si è rivelato inadeguato a tutte le mie speranze, a tutti i sogni di un'Italia più giusta e onesta, e il bello è che voi pensate che io stia scherzando, e invece no. Sono serio, e sono seriamente deluso dal Governo Prodi.
E non per il cosiddetto balletto delle cariche, suvvia. Neanche per le dichiarazioni, a me piace goffo com'è, Amo Reggianes et Farfugliantes. No. Io mi sollevo da questa cronaca spicciola, io vedo lontano, io sono deluso dal Governo Prodi già da nove anni. O forse dieci. Nel senso che poteva essere il 1996 o il 1997, quando il Governo Prodi per la prima volta mi deluse. Non per l'Euro a 1936, no. Non per i sacrifici e tutto il resto, ma per un motivo molto più concreto. For a concrete reason.

I contributi alle rottamazioni.

È stato Prodi a introdurle. Non ve lo ricordavate? Io me ne ricordo – io sono deluso da allora. La grande industria italiana fondata sull'automobile languiva, e il Governo ebbe l'idea di rilanciarla finanziando la rottamazione delle vecchie auto (non era nemmeno un'idea originale, credo che la presero dai francesi). Sarebbe stato un bene per la fiat, dicevano, e quel che è bene per la fiat è un bene per l'Italia. Sarebbe stato un bene anche per l'ambiente.

Si è visto, nei dieci anni a venire, com'è andata bene per la fiat, per l'Italia e per l'ambiente. Ora il petrolio schizza su (questo Prodi non poteva saperlo), e noi abbiamo perso un altro decennio a ipermotorizzarci, invece di abbandonare gradatamente quell'anacronismo puzzolente e micidiale che è il motore a scoppio. I comunisti al governo – col beneplacito dei capitalisti all'opposizione hanno ammazzato i nostri bambini e ci hanno concimato le strade d'Italia, è chiaro questo? No, secondo me non è chiaro. Provo a fare un esempio.

L'altro ieri è uscita un agenzia che contava i morti stradali delle vacanze di Pasqua: 44. Due in meno dell'anno scorso, miglioriamo. 12 incidenti mortali in 96 ore, 18 delle vittime avevano un'età inferiore ai 30 anni. Voi ne avete sentito parlare? No, eravamo tutti preoccupati perché un kamikaze a Tel Aviv ha fatto fuori sei israeliani. Per carità, un fatto odioso, una guerra asimmetrica e orribile. Ma vogliamo parlare un poco anche della guerra sulle strade italiane? Non è altrettanto asimmetrica e orribile? Perché non fa inorridire nessuno?

Muoiono ragazzi, donne e bambini. Ma è naturale. È solo un effetto collaterale della Pasquetta. E allora io mi chiedo dov'è il populismo, quando serve. Perché non c'è un leader populista che chiede la chiusura del traffico integrale durante i ponti? Perché nessuno inneggia al linciaggio dei pirati della strada? Perché la gente ha voglia solo di linciare i p e d o f i l i? Ammazzano e storpiano più bambini le auto sportive o i p e d o f i l i ? Dico sul serio, avete provato a fare il conto?

Sono morti 44 italiani in quattro giorni. Roba da proclamare il lutto nazionale. Minuti di silenzio nelle scuole e negli stadi, giornata alla memoria dei caduti della Pasquetta. E invece niente. Non succederà niente. È giusto e decoroso morire incastrati in una lamiera, è il nostro modello di sviluppo che ha bisogno del sangue dei suoi martiri. Chi per l'Auto muor, vissuto è assai.

E Romano Prodi mi ha deluso anche per questo motivo.
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I colloqui di via Cracovia, 3
(Siamo sempre a San Lazzaro, caro Leonardo, il 25/4/25: finalm ho trovato Taddei e posso parlargli in piena libertà).

L'elenco telefonico di San Possidonio

"Va bene, e adesso tocca a me imparare qualcosa", dice lui.
Ha appena mandato giù l'ultimo boccone del mio panino. Tra le mani tiene ancora il tovagliolo di cartapecora, senza sapere bene che farne. Non si accorge nemmeno del momento in cui gli cade. Me ne accorgo io, invece, ed è come se mi accendessero un semaforo rosso nella testa.
"Spiegami di Bush. Spiegami 'sta cosa. Ormai mi ero rassegnato alla vittoria di Kerry, mi ero costruito tutta una mia teoria su quello che è successo dopo, poi invece leggo il tuo messaggio sulla trave e scopro che ha vinto Bush. Ma che razza di fottuta…"
Ma brutto usastro edonista e puzzone… "Il tovagliolo", faccio io.
"Eh?"
"Ti è caduto il tovagliolo".
"Ah, sì, scusa…" si china, raccoglie, e poi si guarda intorno con quell'occhio vago.
"Non ci sono cestini, no. Noi ricicliamo tutto".
"Come fate a riciclare senza cestini? Questa carta è…"
"Intanto non è carta. È cartapecora industriale, un sottoprodotto della lana. Si lava, si essicca al sole, e si può riutilizzare. Infatti ql tovagliolino è mio, se non ti dispiace".
"Già, vero, siete rimasti senza carta… eppure alberi ne avete".
"Anzi, stiamo rimboscando".
"E perché non li usate?"
"È proibito dalle convenzioni bilaterali. Noi non possiamo usare i boschi per scopi industriali. Servono solo alla produzione di ossigeno. È un vanto nazionale: il Teopop è il più grande esportatore di ossigeno nel mediterraneo".
"Lo esportate? Lo mettete nelle bottigliette, per caso?"
"Ma no, che idea. Noi non esportiamo materialm l'ossigeno, è solo un modo di dire. L'ossigeno creato dalle piante si disperde nell'atmosfera, come ha sempre fatto. Ma c'è un vecchio protocollo internazionale, non so se te ne ricordi, che prevedeva che potevi produrre tot anidride carbonica se in cambio piantavi tot piante e producevi tot ossigeno…"
"Kyoto?"
"No, non Kyoto, dopo. Insomma, a un certo punto ci siamo messi d'accordo con Lady Bin Laden, la Califfa, te ne ho già parlato, no? Loro hanno molta industria pesante, sai, nei deserti c'è il petrolio e un sacco di spazio per la metallurgia e tutto il resto. Ma non ci crescono le piante. Allora abbiamo risolto di fare così: loro si tengono l'industria, e noi i boschi. Loro emettono anidride e in cambio noi emettiamo ossigeno, e l'equilibrio è salvo".
"Ma la val Padana è sott'acqua".
"Mica tutta, e mica tutto l'anno. E comunq non è colpa nostra, ma del governo precedente".
Mi guarda strano. Ha deciso che non si fida di me, ma per il resto, è curioso come prima.

"Mi spiegherai anche qsta cosa della Bin Laden. Ma dimmi di Bush, prima".
"Beh, non c'è molto da dire. Ha vinto lui, punto".
"E perché fingevi di non saperlo quando eravamo all'ospedale?"
"Troppe orecchie in giro".
"Non capisco. Che c'è di strano se ti ricordi un presidente USA che è stato eletto vent'anni fa?"
"Significa che conservo ricordi che ufficialm non sono stati cristallizzati… già, ma tu non sai di che sto parlando. Allora: sulla memoria il Teopop ha idee molto diverse da qlle che avevate voi".
"Noi?"
"Sì, voglio dire, noi vent'anni fa. Per voi "nostalgia" era solo una parola, per noi è un concetto scientifico. È una specie di sub-coscienza che vive tutto qllo che abbiamo vissuto noi, ma molti anni dopo che lo abbiamo vissuto. Per dire, la tua subcoscienza rivivrà qsto giorno approssivam nell'estate del 2045. Ma mi sembri scettico".
"Sì, ma va avanti".
"In pratica la nostalgia è una specie di badante dell'inconscio, che spazza via tutti i frammenti di memoria in eccesso, salvandone soltanto alcuni in una forma compressa e stereotipata che da quel momento diventa il nostro effettivo passato. È un fenomeno che abbiamo chiamato cristallizzazione. E poi abbiamo deciso che potevamo lavorarci su, per il bene del Teopop".
"Controllate le coscienze".
"Macché, solo i ricordi. Io lavoro appunto a un programma sperimentale, che aiuta i cittadini del Teopop a cristallizzarsi un passato dignitoso e privo di particolari inutili. Ora, sei mesi fa ci siamo appunto occupati di qlle elezioni che ti appassionavano tanto. In quell'occasione abbiamo deciso che non c'interessavano, e non le abbiamo cristallizzate".
"Quindi le avete dimenticate".
"In teoria. E anche in pratica, gli altri".
"Ma tu no".
"Ho un problema col mio cervello. Non cristallizza tanto bene. È per qsto che Damaso ha voluto che fossi io a parlarti. Perché ho più ricordi del passato".
"Ma li tieni per te".
"Non mi fidavo. Né di Damaso né di nessuno. Non voglio tornare a Rieducazione a imparare a memoria di nuovo l'elenco telefonico di San Possidonio".
"Che stai dicendo?"
"È la cura per chi ha troppa memoria. Ti costringono a memorizzare chili e chili di informazioni inutili. È un sistema rozzo ed efficace per purgare il cervello dai ricordi indesiderati. Lo ha inventato un mio amico".
"Un fottuto pazzo".
"Sì, ma non privo di ingegno".
"Ma siete tutti pazzi, qui. La memoria non è mica un intestino, che si spurga. Anzi, più cose impari a memoria, più la alleni, e più informazioni riesci a contenere".
"È qllo che ho pensato anch'io, e in effetti non mi sembra che abbia funzionato. Ma è ugualm doloroso".
"E il tuo amico? Vi prendeva in giro?"
"A volte penso proprio di sì, che ci prendesse in giro".
"Ma scusa. Se nessuno a parte te si ricorda che ha vinto Bush, come fanno a controllare che stai dicendo il vero?"
"Senti, se vuoi fare il supereroe da qste parti, vorrei che ti rendessi conto di una cosa, che è fondamentale: nel Teopop nessuno è tanto fesso quanto sembra. E in ogni caso la mia risposta era cifrata: volevo dirti che non ha nessuna importanza chi abbia vinto nel 2004".
"Nessuna importanza?"
"Nessuna"
(Continua)
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Savena Beach

Caro Leonardo,
qst'epoca di merda ha purtuttavia i suoi vantaggi, per esempio: da aprile in poi, se a San Petronio ti girono le palle, puoi prendere un filobus e andare al mare, e il tempo è quasi sempre bello.
Una volta non era così, e lo sai. Una volta qui aprile era grigio e uggioso, ogni giorno un barile, e il mare a centinaia di chilometri di distanza. Adesso la spiaggetta più vicina è a San Lazzaro, e aprile è il più dolce dei mesi, così se Antonio-Abate ha proprio deciso di sospendermi per come mi sono comportato in presenza del cardinale, che posso dire: f'nql e grazie. Vorrà dire che porterò mia figlia al mare.
"Ma qsto è il bus sbagliato, papà".
"Non andiamo a scuola, oggi".
"Papà!"
"D'aprile la scuola fa male".
Letizia è allergica ai pollini, proprio come me. Da quando siamo tornati ai combustibili fossili la sua rinite è peggiorata. Una coincidenza, naturalm. Gli antistaminici costano tanto, e non abbiamo più un dottore disponibile a passarci campioni omaggio. Per ora, almeno. (Devo trovare Taddei).

"Ma qui non c'era la grande croce?"
"Sì, l'hanno tirata giù".
Via Cracovia si chiamava così anche prima che morisse Wojtyla, per via di certi polacchi che sono venuti a combattere una guerra e sono sepolti in un cimitero a pochi passi: a un certo punto poi sembrò impossibile che all'incrocio con la via Emilia non ci fosse un monumento al grande Papa: ma siccome eravamo già in un'epoca di austerity, si decise di riconvertire quel pilastro di cemento che già sorgeva in loco. È buffo pensare a quel che era prima di diventare un braccio della grande croce. Ma nessuno se ne ricorda, in verità. E in ogni caso il problema non pone più: abbattuto.
"Ma chi è stato?"
"Non lo so. I terroristi".
Dopo la fase di attacchi suicidi alle infrastrutture, i famigerati libici hanno attraversato in primavera una fase iconoclasta. Poca roba, in realtà: la statua del Patrono abbattuta sotto le torri, e la croce di Polonia proprio nel ventennale della morte. Più qlche altro danno qua e là a varie madonnine e presepi, che probabilm sono solo opere di mitomani o emulatori. Ma so che a San Lazzaro parlano già di una terza fase, in cui i terroristi si starebbero dedicando a razziare il pollame ruspante sulle rive del Savena: insomma, l'invasione è cominciata…
"Ma tu ci credi, nei terroristi, papà?"
"Certo, certo che ci credo".
"Uh, non ho neanche il costume".
"L'ho preso io, è in valigia".
"Le mamme non se ne sono accorte?"
"No, pare di no".

Ogni volta che vengo qui, dopo un po' mi viene in mente una cosa: che a me la spiaggia annoia. M'ha sempre annoiato.
Una volta almeno potevo portarmi da leggere. Che follia. Preziosi tascabili squadernati al sole. Le pagine ingiallivano a vista d'occhio, s'imbibivano d'olio solare e sabbia, mentre l'incollatura si scioglieva. Pensare quanto sarebbero costati, anni dopo, al telemercato nero. Pensare che di molti classici ci sono rimaste solo le versioni tascabili, perché i rilegati, a parte i bestseller, non li comprava più nessuno, non li stampavano nemmeno più. Pensare che ora in facoltà di lingue hanno l'opera omnia di Michael Crichton e Dan Brown, e niente De Lillo. Una volta me lo portai, un De Lillo in spiaggia. In tre giorni lo feci a pezzi. Che anni cretini.
No, non cretini, dai. Ma improvvidi, qsto sì. Terribilm improvvidi. Consumavamo un sacco di cose senza nemmeno rendercene conto. Ci riempivamo di parole contro il consumismo, e intanto consumavamo. Protestavamo contro le biblioteche a pagamento, e intanto ci riempivamo le case di libri incollati, che nel giro di vent'anni si sarebbero scollati regolarm. E lo sapevamo. Dovevamo saperlo. Io li ho ben visti scollarsi, i sonzogno pocket di mia madre, gli Oscar Mondadori a 350 lire. E intanto compravo Miti Mondadori a tre euro e mezzo, e me li portavo in spiaggia. Così. Tutto dato per scontato. La cultura costava meno dell'olio solare e io manco mi ponevo il problema.
"A cosa pensi, papà?"
"A niente. Facciamo una corsa".

Fin da quando mi riesce di ricordare, ho sempre passeggiato sulla spiaggia rimuginando finché non esaurivo i pensieri. E ho sempre pensato alle storie che avrei scritto. Storie lunghe e complicate, che prima o poi mi sarebbero venute in mente. Ma non è mai successo. Ho cinquantun anni ed è almeno da quarantuno che vado su e giù per le spiagge adriatiche, senza mai trovare una trama decente. E dire che ai tempi dei tempi ero considerato uno di talento, uno che se solo si fosse applicato un po'… se solo avessero saputo quanto mi applicavo, ogni estate, su e giù, su e giù, senza costrutto. Giusto qlche infiammazione inguinale ogni tanto.
"Dove arriviamo?"
"Alla croce abbattuta, dai".

In definitiva credo che il mio sia stato un semplice caso di diagnosi errata: l'applicazione c'era, mancava piuttosto il talento. Tutto qui. Averlo saputo prima.
Avrei imparato un altro mestiere. Non sarei diventato il precario a vita che sono. Avrei avuto un'esistenza più tranquilla. Meno ansia. Cioè, non esiste che a cinquantun anni uno ancora si fa sospendere dal lavoro. Ma quando cresco. Davvero, quand'è che finalm –
"Perché ti sei fermata?"
"Hai il fiatone, papà".
"Ma no, non è niente".
"Hai preso le tue medicine stamattina? Qlle per il cuore"
"Eh? Tanto non mi servono".
"Papà".
"Non mi fanno niente, dai. Finiamo la corsa".
"No, non ho più voglia".
"Come vuoi".

La croce è ancora lì, per terra, dove un tempo c'era un parcheggio e ora la banchina di un porticciolo sul fiume. Nessuno ha interesse a spostarlo. Sembra quel che resta di un immenso aquilone, il giocattolo rotto di un bambino gigante. A volte qualche bagnante viene a vederla e si fa il segno della croce: ma adesso non c'è nessuno.
Quasi quasi.
"E adesso?"
"E adesso torniamo indietro. Ti do un minuto di vantaggio".
"Cosa fai con quel sasso, papà?"
"Non ti preoccupare".

Se me lo sarei immaginato, avrei portato del gesso. Con un sasso è difficile lasciare qlcosa di leggibile. D'altro canto, se è davvero nei pressi è meglio non attirare l'attenzione, no? Nessuno fa caso a due segni sul cemento.

BAR-TADDEI
DEVO-PARLARTI.
ORA-POSSO-RISPONDERTI.
IMMACOLATO.


Già. E perché dovrebbe fidarsi, poi?

2004:-HA-VINTO-BUSH

Qsto dovrebbe fargli tornare la curiosità.
"Papà!"
"Arrivo".
Adesso sì, adesso il cuore batte troppo forte.
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