Eccone un altro che ci vuole a scuola in luglio
10-02-2021, 02:05epidemia 2020, Monti, scuolaPermalinkPuò darsi che Mario Draghi riesca davvero, come ha anticipato, ad allungare l'anno scolastico a tutto giugno. Un provvedimento del genere, come tutti quelli che si prendono in un'emergenza, ha i suoi pro e i suoi contro. Se pensiamo al virus, ormai abbiamo capito che il contagio avviene per lo più per via aerea in luoghi frequentati (meglio se chiusi); d'estate ci dà tregua perché la gente vive all'aperto. Affollare le classi un altro mese significa prolungare la terza ondata ancora un po' – e se l'anticiclone non ci grazia, non sarà nemmeno il problema principale d'ordine igienico-sanitario: le scuole italiane non sono progettate per essere frequentate in un giugno caldo. Quanto agli insegnanti, non è che di solito in giugno non lavorino: non fanno lezioni, ma per esempio fanno esami, corsi di recupero, preparano le classi dell'anno successivo, eccetera. Tutte cose che andrebbero spostate in luglio. Tecnicamente insomma non è che non si possa fare; e allora perché ho il sospetto che non si farà?
Probabilmente è il ricordo del Mario precedente. Ve lo ricordate Mario Monti? Lo salutammo tutti come un necessario ritorno alla serietà, dopo le mattane del tardo Berlusconi. Con lui finalmente arrivarono a palazzo Chigi ministri competenti, selezionatissimi, ad esempio il ministro della pubblica istruzione veniva dal CNR e... appena insediato si mise a spararne di grossissime. Cominciò suggerendo che l'orario delle lezioni frontali di tutti gli insegnanti si poteva aumentare di un terzo, da 18 ore settimanali a 24, ma senza contrattazione, per carità: gli insegnanti semplicemente avrebbero dovuto entrare in qualche classe in più e lavorare un po' di più. Questa cosa avrebbe portato all'assunzione di più giovani, in un qualche modo non chiaro che forse prevedeva la consunzione fisica degli insegnanti sul luogo di lavoro; altrimenti davvero non si capiva in che modo spostare un terzo del lavoro sugli insegnanti già in organico avrebbe portato a un aumento dell'organico. La logica, il buon senso, ci dicevano il contrario, ma questo era un tecnico, qualche settimana dopo buttò anche lì che sarebbe stato bello abolire l'ora di religione, insomma venir meno al concordato tra Stato e Chiesa: mica male per un ministro tecnico appena arrivato.
Il risultato pratico di tutte queste boutades fu zero. Come avrete notato il concordato è ancora in piedi e il contratto nazionale prevede ancora 18 ore di lezione che, non stanchiamoci mai di ricordarlo, significano diverse ore in più di gestione del lavoro (riunioni coi colleghi, correzione compiti, dialogo coi genitori: tutte cose che sarebbero aumentate in proporzione con un passaggio da 18 ore a 24). Come mai non se ne fece niente? Furono forse i temibili sindacati? No, perché due su tre nemmeno aderirono a uno sciopero. Comunque in effetti un piccolo risultato pratico ci fu. Mario I smise di essere un tecnico e diventò un politico, ovvero una persona che va in tv a raccontare bugie per farsi eleggere. Piagnucolò da Fazio che era un vero peccato che gli insegnanti non volessero lavorare due ore in più alla settimana. Disse proprio due ore in più, me lo segnai, bisogna essere precisi quando si afferma che la tal persona mente.
Magari invece Mario II è sincero. Però capite che uno parte prevenuto. Il vento è un po' cambiato, la retorica sovranista non si porta più bene, anche i populisti segnano il passo, e di conseguenza torna a farsi sentire la retorica liberale. Quella italiana è particolarmente insopportabile, dal momento che in Italia un vero movimento liberale non c'è veramente stato: se escludi i padroni, i cani da guardia, le pulci dei cani e chi brama di sostituirle, non ti rimane fuori un solo cantore della libera impresa. I cosiddetti liberali italiani vivono i lockdown scolastico come una vera sofferenza, per loro in fondo la formazione consiste in un'enorme gara mondiale con l'Ocse Pisa che tiene il punteggio, e questa cosa che gli studenti italiani siano rimasti fermi al box un mese più di altri è insopportabile, rischiamo probabilmente di essere doppiati dalla monoposto di Singapore. Non resta che fare straordinari, sì, ovviamente senza pagarli agli insegnanti che poi si sa sono mangiapane a tradimento. Mario II non è senz'altro un imbecille, ma deve parlare a questa gente qui, alla loro pancia: alla fine basta che passi anche solo un'immagine, l'idea di uno statale a posto fisso che si scioglie nel sudore mentre intrattiene il pubblico sulla perifrastica passiva, ecco, questo per i liberaloidi italiani è meglio del porno. Che poi all'atto pratico tutto questo sia o meno fattibile, è un dettaglio, anche perché con calma si può sempre tornare in tv e raccontare che sono stati gli insegnanti a impuntarsi, coi loro perfidi sindacati eccetera. Insomma, ci siamo già passati. Dove Mario I ha fallito, Mario II potrebbe farcela.
Soltanto, per favore, non dite che tutto questo è la fine del populismo o del sovranismo. È l'esatto contrario, populismo e sovranismo hanno vinto. Chi sostiene che le difficoltà del lockdown si possano risolvere tenendo due o tre settimane in più gli studenti e gli insegnanti in un luogo caldo e affollato vi sta facendo un discorso populista: sa che ce l'avete con i prof e il loro posto fisso e propone di punirveli; sa che siete in pensiero per la sorte della gioventù italiana che l'anno scorso è andata a scuola un mese in meno di quella tedesca, e propone di rimediare con una spedizione punitiva. È una mentalità sovranista. Certo, suona tutto un po' più raffinato di quanto era prima. Ma è un po' l'effetto che fanno le macchine nuove. Poi si vedrà. Probabilmente Mario II è davvero un po' più bravo del precedente. Ma noi purtroppo siamo gli stessi scemi di ieri: prova ne è che abbocchiamo agli stessi ami.
Le pippe passano, Orfini osserva
05-05-2015, 21:571500 caratteri, Monti, Pd, RenziPermalinkMa l’Orfini che sostenne indomo Bersani quando guidava il PD; lo stesso Orfini che a due mesi dalla sconfitta elettorale stava già alacremente proponendo Renzi a capo del governo; l’Orfini tutto d’un pezzo che oggi presiede il PD... è la nostra più grande speranza. Perché è vero, il sole di Renzi è allo zenit, ma domani? Se qualcosa andasse storto, se finisse al ballottaggio e lo perdesse, o più prosaicamente la corte costituzionale facesse strame di una legge a occhio non proprio democratica; se il Pd si ritrovasse senza un leader, e Renzi e la Boschi ridotti a osservare il mondo da una panchina, esposti al ludibrio dei passanti - sic transit gloria mundi! - quel giorno solo il prode Orfini saprebbe trovare le parole.
A un convegno qualsiasi, chiacchierando amabilmente, soggiungerebbe: eh, ma si sapeva che erano pippe anche quei due. Next!
La Fornero e i tecnocrati che non sapevano fare i conti
02-05-2015, 19:491500 caratteri, Monti, universiadePermalinkNon è un caso isolato. Quando si installò il governo Monti anche a sinistra in molti lo salutammo come un salutare esperimento di meritocrazia: non ci illudevamo di aver davanti dei progressisti (e infatti), ma pensavamo che i professori almeno i conti li sapessero fare. Ci trovammo invece davanti a personaggi che parevano cascati dalla Luna come il ministro Profumo, che almeno per un giorno ritenne fattibile aumentare del 30% il carico degli insegnanti senza contrattazione. Non era un bieco schiavista: era un buon professore convinto che si potesse fare. Non aveva fatto due conti.
Se il ventennio di Berlusconi ci tolse ogni fiducia nella classe imprenditoriale italiana, nella sua capacità di rinnovare o anche soltanto di capire i problemi in cui si dibatteva, i 17 mesi del governo dei professori ci squarciarono il velo sul livello della nostra classe accademica e intellettuale. A quel punto tanto valeva far scrivere le riforme al primo arrivato. Non sarà poi difficile trovare qualche esimio costituzionalista pronto a mandar giù un premio del 53% per un partito che arriva al 40%. Del resto che pretendi: sono prof di diritto, mica d’aritmetica.
Non sempre si può perdere
29-01-2013, 10:13Berlusconi, elezioni 2013, futurismi, Monti, Pd, racconti, satira, scuolaPermalink"...insomma, signori, i numeri sono questi".
"Ma non è possibile! Tutti gli altri sondaggi..."
"Tutti gli altri sondaggi, con rispetto parlando, sono specchietti per le allodole. Questi sono i numeri veri e... non hanno pietà".
"Ma com'è potuto succedere! Avevamo otto punti veri di distacco".
"Li abbiamo recuperati abbondantemente, come vede".
"È stato il Monte dei Paschi?"
"È stato un po' tutto l'insieme di cose. Bersani è stato bravo, bisogna ammetterlo".
"Sono stati tutti bravi. Impacciati e confusionari al punto giusto".
"Si capisce che hanno tanta voglia di vincere quanta ne abbiamo noi. E adesso siamo nella merda".
"Via, non precipitiamo...."
"Altro che precipitare. Qui c'è scritto che vinciamo le elezioni, vi rendete conto? Noi! Vincere le elezioni! È un maledetto incubo!"
"Non è ancora detta l'ultima parola..."
"Sentite, il Capo era stato molto chiaro. Aveva detto che voleva il venti per cento. Fine. Voleva divertirsi, fare un po' l'antieuropeista, dettare condizioni, eccetera. E tornare a casa presto. Una cosa tranquilla. Ve lo ricordate, sì? Venti per cento, aveva detto. Al massimo 25, non un decimo di più. Ci andate voi di sopra a dirgli che è già a Palazzo Chigi?"
"Io non so cosa dire, le abbiamo provate tutte. Pure Santoro".
"Lascia perdere Santoro che divento una belva".
"Ma chi poteva aspettarselo... gli avevo scritto apposta quella letterina noiosissima, come facevo a sapere che... sono stati quei due stronzi, veramente stronzi, chi se lo sarebbe aspettato. Gli hanno fatto fare un figurone. Ma senti..."
"Che c'è".
"Magari non gli dispiace poi così tanto vincere".
"No, guarda, proprio non ne vuole sapere. Solo di investimenti ci perde dei milioni con lo spread. E poi che fa una volta che è lì, litiga con la Merkel? Taglia l'Imu, esce dall'Euro? Rinegozia il fiscal compact? Ammesso che sappia cosa sia".
"Ecco, appunto, cos'è?"
"Senti, lascia perdere. Noi non siamo qui per far politica. Siamo qui per far perdere le elezioni a Silvio Berlusconi, che ci paga per questo. Possibile che sia così difficile? È un vecchio bavoso e avido, che altro possiamo aggiungere al pasticcino di merda per renderlo immangiabile? Controlla il calendario".
"Che c'è sul calendario?"
"Non lo so, controlla. Mi do una settimana. Voglio perdere quattro punti in una settimana, perdio, controlla se ci sono delle scadenze importanti, degli anniversari, roba così".
"Mah, è fine gennaio... c'è la Giornata della Memoria".
"Bingo! Lo facciamo andare in qualche luogo simbolico, cerca se ci sono luoghi simbolici in zona".
"A Milano c'è un memoriale della Shoah".
"Lo mandiamo lì e gli diciamo di dire due paroline antisemite".
"Ma sei sicuro?"
"È terrorizzato dall'idea di vincere, vedrai che farà tutto quello che gli diciamo".
"No, dico, sei sicuro che con l'antisemitismo perde punti? Potrebbe anche recuperarne".
"Dici?"
"Non so, forse dovremmo prima fare un focus, qualcosa..."
"Non c'è tempo. Senti, proviamo la carta del vecchietto patetico. Niente antisemitismo, una cosa tipo vecchio zio in braghette sotto la copertina, Mussolini ha fatto tante cose buone, eccetera. E vediamo come va. Cosa abbiamo da perdere?"
"Tutto"
"Mi basta un quattro per cento".
Due sere fa, da qualche altra parte:
"...insomma, signori, i numeri sono questi".
"Ma non è possibile! Tutti gli altri sondaggi..."
"Tutti gli altri sondaggi, con rispetto parlando, sono becchime per capponi. Questi sono i numeri veri e... sono devastanti".
"Ma com'è potuto succedere! Eravamo terzi una settimana fa, una settimana fa! E adesso saremmo in testa?"
"Sono stati tutti molto bravi, bisogna ammetterlo. Bersani che si mette a sbranare a vanvera, quell'altro che sbava su Mussolini... due siparietti da commedia dialettale. E d'altro canto son mica scemi, chi glielo fa fare di vincere?"
"Il senso di responsabilità, per esempio".
"Mi sa che dovremo tirarlo fuori noi".
"Ma neanche per sogno, siam già stati responsabili abbastanza. I patti erano chiari: noi dovevamo fare l'ago della bilancia, metterci il know how. Al consenso popolare dovevano pensarci loro, i cosiddetti partiti di massa. Questa è un tradimento da parte loro, è... diserzione. Molto scorretta".
"E che ci possiamo fare?"
"Tanto per iniziare cominciamo a perdere anche noi dei punti, subito".
"Con tutto il rispetto, abbiamo appena mandato il Capo dai terremotati a prendersi le uova marce, e non è servito a niente, continua a sbancare i sondaggi".
"Il terremoto è troppo settoriale, ci vuole un approccio più generalista".
"Ovvero..."
"Non possiamo più permetterci di fare schifo solo ad alcuni, dobbiamo cercare di fare schifo a più gente possibile nell'unità di tempo. Trovare qualcosa che dia fastidio a tutti. Coraggio, ditemi qualcosa che dà fastidio a tutti".
"Le tasse".
"Le abbiamo già alzate, qualcos'altro".
"Le banche".
"Siamo coperti anche lì".
"La sveglia alla mattina".
"Bello spunto, mi piace. Tutti odiano la sveglia alla mattina. Lavoriamoci sopra. Cos'altro odiano tutti? Il lunedì".
"E vabbe', mica possiamo aumentare i lunedì alla settimana".
"Non possiamo nemmeno allungare la settimana lavorativa, siamo liberisti".
"La settimana lavorativa no... ma quella scolastica sì. Le scuole sono ancora di Stato".
"Grazie al cielo, ma che vuoi fare? Se aumenti l'orario devi pagare di più gli insegnanti, hai voglia".
"No. Non è detto. In luglio non li paghi di più, perché le scuole sono praticamente chiuse, ma loro sono reperibili. Bingo! Un bell'intervento contro le vacanze estive!"
"Tutti amano le vacanze estive".
"Lanciamo un'agenzia, cominciamo a dire che d'ora in poi si frequenta per tutto luglio. Poi ovviamente rettificheremo, ma intanto la voce girerà. Mario Monti contro le vacanze estive. Boom!"
"Quattro punti li perdiamo come niente".
"Ma anche cinque o sei. E poi voglio vedere cosa fanno quei due, ah ah".
Un mese dopo
(ROMA) BERSANI: NON HO MAI "SBRANATO" BAMBINI. SOLO ASSAGGIATI UN PAIO MOLTO CATTIVI. Il segretario del PD ha smentito le affermazioni riportate ieri dai giornalisti, secondo le quali avrebbe ammesso di aver partecipato negli anni '60-'70 a qualche banchetto a base di bambino bianco crudo alla festa dell'Unità di Bettola. "Non siamo dei barbari, noi i bambini li abbiamo sempre cucinati con molta umanità, e se devo dirla tutta non è proprio il mio piatto preferito, ne avrò assaggiato solo un paio ed erano bambini che si erano comportati davvero molto male con le loro mamme e con Stalin".
(MILANO) BERLUSCONI: CULATTONI DI MERDA SONO STATO FRAINTESO, NON INTENDO AVVALERMI DELLO JUS PRIMAE NOCTIS A MENO CHE LE VOSTRE FIGLIE NON VALGANO VERAMENTE LA PENA. Il presidente Berlusconi durante la notte ha pubblicato su youporn un video girato con le sue fidanzate (in tenuta sadomaso-wehrmacht), in cui smentisce di volersi avvalere dello jus primae noctis in modo "universale", come ventilato due giorni fa durante la conferenza stampa a Palazzo Grazioli. "C'è che voi giornalisti siete veramente dei culattoni, non capite... lo vedete questo, sì? Ecco, non lo capite, ora reggimelo, grazie cara". Il presidente ha poi confermato che intende abolire l'IMU e sostituirla "con tua madre", ha detto proprio così, ma forse era sovrappensiero.
(BERLINO) MONTI: INGIUSTIFICATE LE POLEMICHE SUL GATTO A NOVE CODE NELLA SCUOLA ELEMENTARE, sarà esposto soltanto alla parete come deterrente, ma le maestre dovranno limitarsi a bacchettate sulle nocche e gusci di noce sotto le ginocchia.
Continua... (in realtà no).
Ichino, lui sì che è flessibile
24-12-2012, 12:03elezioni 2013, ho una teoria, Monti, PdPermalinkIl giuslavorista infatti sabato aveva annunciato in un'intervista al Corriere che non si sarebbe più ricandidato nelle file del PD. E quindi per esempio io stavo già scrivendo una lettera aperta, implorandolo di ripensarci, di presentarsi alle primarie, di lasciare che fossero gli elettori del PD a decidere se candidarlo o no... ma intanto Ichino era già lontano, in questa campagna-lampo chi si ferma è perduto. Verso sera circolavano già le anticipazioni di una sua intervista alla Stampa in cui annunciava di essere pronto a candidarsi in una lista montiana in Lombardia.
E così, insomma, è ufficiale: Pietro Ichino ha lasciato il PD. Poco più di un mese fa, come tutti i sostenitori e tesserati, aveva sottoscritto un impegno a votare per il proprio partito, chiunque avesse vinto le primarie. Appena un mese fa, all'inizio della campagna per il ballottaggio, Matteo Renzi aveva annunciato che in caso di vittoria avrebbe proceduto con la riforma Ichino "senza più tavoli, gcommissioni, lunghe mediazioni". Ichino del resto aveva già pubblicamente esultato per quel 35% ottenuto da Renzi al primo turno, che a suo avviso dimostrava come le sue idee fossero condivise da un settore assai più ampio di quello che un anno fa gli aveva attributo il responsabile economico del partito, Stefano Fassina ("Una linea ha il 2 per cento, l’altra il 98 per cento. Io capisco Ichino. Lui rappresenta quel 2 per cento e per farlo valere, per difenderlo ha bisogno di andare sui giornali tutti i giorni"). E però, anche ammesso che tutti gli elettori di Renzi avessero ben chiaro il contenuto della bozza Ichino, resta il fatto che il 35 per cento, o persino il 40, pur essendo una percentuale rilevante, non è la maggioranza: così come Renzi, pur festeggiando l'ottimo risultato, ha ammesso la sconfitta, anche Ichino avrebbe dovuto accettare il fatto di rappresentare nel suo partito una posizione importante, ma minoritaria.
Invece se n'è andato, (continua sull'Unita.it, H1t#159; racconta anche della misteriosa firma di Ichino sul pdf dell'Agenda Monti divulgato dal Corriere).
Rimuovere-la-mummia
11-12-2012, 01:12Berlusconi, MontiPermalinkMa sul serio, quasi niente. Monti si è dimesso - continuerà a sbrigare gli affari correnti, il risultato è che si andrà a votare tre o quattro settimane in anticipo; forse manca il tempo per fare le primarie dei parlamentari del PD, ecco questo un po' mi dispiace. E poi, ovviamente, Berlusconi si è candidato.
Ma scusate, perché prima, invece?
Se volete l'irrazionalità dello spread è tutta qui. Berlusconi si candida e lo spread s'impenna. Ma perché prima, scusate, invece Berlusconi pensavate che si pensionasse? Ad Antigua, magari? Cosa ve lo faceva pensare? Tutto il cancan sulle primarie del Pidielle?
Il fatto che sia un po' matto non significa che Berlusconi non sia prevedibile. Molti matti lo sono e lo è anche lui. Peraltro non si sta comportando in maniera molto irrazionale. Il suo egotismo lo ha spinto negli anni a circondarsi di mediocri che, al momento in cui forse anche lui preferirebbe ritirarsi, non gli sembrano affidabili. E in effetti non lo sono. Può darsi che in qualche momento lui abbia davvero carezzato il proposito di lasciare la prima linea, ma non ha mai fatto l'unico passo necessario e sufficiente: trovarsi un candidato credibile. Magari a un certo punto ha pensato che le primarie potessero essere un sistema per farlo emergere, una specie di talent-show - poi deve aver dato un'occhiata alla puntata pilota e ha silurato il programma. Del resto se l'obiettivo è tra il 15 e il 20%, e le elezioni sono tra pochi mesi, il candidato migliore resta lui. Tutto abbastanza comprensibile - però lo spread s'impenna.
Però, scusate, il fatto che il PDL stesse pensando fino a qualche giorno fa di fare le primarie, di estrarre dal pantano primordiale in cui Berlusconi ha ridotto il centrodestra un nuovo candidato alla presidenza del consiglio - non significava mica che B. si fosse ritirato dai giochi, no? O lo pensavate davvero? Qualcuno lo pensava davvero? Forse lo spread lo pensava davvero. Però con lo spread è inutile ragionarci.
Voi però, abbiate pazienza, vi dovete rassegnare. Berlusconi è lì. Non se n'è mai andato, non si è nemmeno mosso parecchio. È sempre stato lì. Per un po' sembrava che non si sarebbe candidato, il che significava semplicemente che avrebbe candidato un suo prestanome. Sostenuto dalle sue aziende di famiglia. Dalle sue televisioni. Dai suoi giornali. Le televisioni a dire il vero soffrono un po' la congiuntura del mercato pubblicitario, e i direttori dei quotidiani vivono ormai in una dimensione allucinata, ma questo non toglie che Berlusconi sia lì. È molto meno smagliante che in passato, ma del resto non ci tiene più a vincere, non ne ha più bisogno. Gli basta un buon 15-20 per cento, e ce la dovrebbe fare. A dire il vero secondo me potrebbe anche prendere di più, ma chi glielo fa fare? Un 15-20% è perfetto per sedere al tavolo delle trattative, strappare qualche concessione, traccheggiare qualche anno, proseguire al libitum la commedia dell'assurdo sulla legge elettorale. La strategia più prevedibile è questa e tutto sommato Berl. è abbastanza prevedibile. Quindi di cosa ci stiamo spaventando adesso?
Che si candidi lui? È quasi una buona notizia: Berlusconi non si sarebbe candidato soltanto se avesse trovato una copia più giovane ed efficiente di sé stesso. Non l'ha trovata, allelujia, ci teniamo l'esemplare anziano e un po' suonato. Non pretendo che lo spread questo lo capisca, ma voi esattamente, cosa vi eravate immaginati? Di cosa pensavate che avremmo parlato in campagna elettorale? Di welfare e diritti? Di rilancio dell'economia? Di giovani e vecchi? Di rottamatori e usato sicuro? Di liberalismo e socialdemocrazia? E vi scoccia scoprire che parleremo, come al solito, di Berlusconi e non Berlusconi?
Abbiate pazienza. È vero che la mummia è ingombrante. È vero che manda un cattivo odore - il che forse potrebbe farci sospettare che tanto mummia non è. È vero che non se ne può più. È vero che chi la odia, me compreso, nel tempo si è reso insopportabile tanto quanto chi la ama. È vero tutto questo e anche di più, ma allora?
Pensavate di avere risolto il problema? E come pensavate di averlo risolto: non parlandone più?
Ma la mummia è rimasta lì, al centro del salotto. È da un anno che ci impedisce di avere una legge elettorale conforme a una democrazia decente. È da un anno che fa pendere (in modo abbastanza discreto, bisogna dirlo, fino a una settimana fa) una spada di Damocle sul governo tecnico. È da venti e più anni che si difende con le unghie, che continuano a crescere, e i denti, veri o finti non importa, chiunque provi ad attentare alle sue prerogative, alle sue frequenze, ai suoi monopoli, ai suoi processi, facendo e disfacendo governi a suo piacimento. La mummia è ancora lì, e tutti quelli che pensavano che bastasse tapparsi gli occhi e il naso per risolvere il problema sono finiti nella discarica prima di lei, perché la mummia è un problema enorme, che sta seduto su tutti gli altri problemi d'Italia. Sì, sarebbe ora di parlare di tutti gli altri problemi e magari tentare di risolverli. Ma dobbiamo prima liberarci della mummia, mi dispiace.
Vi annoia? Vi capisco. Ma vi è mai successo di risolvere un problema annoiandovene?
Ma sul serio pensavate che se ne stesse andando da solo? E perché? Non se ne va da solo. Ha interessi da tutelare, e attenzione: sono interessi aziendali, che non moriranno con lui. Con lui morirà soltanto il suo più grande combattente - bisogna dire che finora tutti gli aspiranti successori hanno deluso, e anche gli eredi non sembrano all'altezza. In ogni caso no, non se n'è mai andato. Ha solo provato l'effetto di stare un po' dietro le quinte. Non ha funzionato molto bene, rieccolo in scena. Ma la canzone è sempre quella. E anche la canzone dei suoi oppositori non può più di tanto suonare diversa.
Per esempio: riecco i ritornelli di chi vuole batterlo "alle urne". Stavolta del resto sembra facile - lui stesso non ci tiene molto a vincere. È proprio in questo momento che ha più senso dire no, Berlusconi non si batte alle urne. Il solo fatto che dopo vent'anni spesi a danneggiare la cosa pubblica per difendere gli interessi della sue aziende Berlusconi possa candidarsi è un insulto alla democrazia. Il solo fatto che si candidi, e che riporti nel nuovo parlamento qualche centinaio di peones pronti a difendere gli interessi delle sue aziende, sarà per lui una vittoria: quindi no, Berlusconi non si batte alle urne; se gli consentiamo di presentarsi, Berlusconi ha già vinto.
Berlusconi non si batte alle urne perché ha sempre giocato slealmente, e lo farà di nuovo: non ci sarà mai una vera partita democratica finché gli si consente di giocare. Bisognerebbe liberarsi dal complesso per cui la democrazia è una competizione Onesti vs Sleali. Noi non siamo gli Onesti, non siamo i Buoni, non siamo migliori di nessuno: vogliamo una serie di regole che tutelino i cittadini, e non dovremmo permettere che un partito politico non le rispetti. Le regole impedivano a Berlusconi di candidarsi nel 1994: glielo si è permesso e la democrazia in un certo senso è finita lì. Sarà ripristinata quando a Berlusconi sarà finalmente impedito di danneggiare la cosa pubblica. Ora che è stato condannato
Se invece gli permetteremo di giocare, andrà a finire come al solito, che ci toccherà di giocare sporco quanto lui. Vinceremo, ma non saremo i Buoni, non saremo gli Onesti, saremo i soliti idioti che abbiamo conosciuto fin qui. Vogliamo cominciare a essere diversi? Vogliamo iniziare a rottamare vent'anni inutili e molto sciocchi? Bisogna-rimuovere-la-mummia. Io non so più in che lingua dirvelo, insomma, Bomb Cologno.
Il giorno in cui Mario Monti mi spezzò il cuor
28-11-2012, 18:15Monti, scuolaPermalinkBisognerebbe sempre partire da una notizia, e la notizia questa volta forse non c'è. Un politico che dice una bugia, in Italia, è una notizia? No, probabilmente no. Un politico che in diretta tv dice una bugia grossa, una bugia smaccata, un'informazione la cui plateale falsità si può verificare in pochi secondi, è una notizia? Purtroppo no.
Anche il fatto che il politico stia concedendo un'intervista, e che l'intervistatore si guardi bene dal rettificare, dal controllare, dal far presente che no, le cose non stanno semplicemente così: è una notizia? Mi dispiace, non lo è, circolare.
La bugia è abbastanza pesante: getta discredito su un'intera categoria di lavoratori, bollati come conservatori e corporativi perché indisponibili a fare "per esempio, due ore in più settimanali". Niente di nuovo. Il politico che la pronuncia, in diretta, in prima serata tv, su una rete nazionale, è il presidente del Consiglio dei Ministri, e capirai. Dov'è la notizia? è sempre andata così. Avvisateci magari quando un presidente in prima serata tv tenterà di dirci la verità. Fino a quel momento, ci dispiace, nessuna notizia. Oppure se vi va posso scrivere sul mio piccolo diario on line che Mario Monti, domenica, mi ha spezzato il cuoricino.
Fino a sabato non è che fossi un suo ammiratore, ma evidentemente nutrivo per lui più stima di quanto fossi disposto ad ammettere. Era palese che la sua agenda non fosse la mia (manco ne avessi una che non preveda il sopravvivere a oltranza); né potevo dire di avere molta fiducia nel suo rigorismo, ma è un discorso lungo e in fondo il commissariamento della repubblica italiana non è responsabilità sua. Lui per me restava semplicemente un tecnico, uno che ha un lavoro da fare (giusto, sbagliato che sia) e cerca di farlo con serietà. La sua agenda non mi piaceva, la sua serietà mi serviva. Ne avevo un bisogno forse disperato, una di quelle necessità da innamorati, che ti spingono a immaginare che una cosa esista anche quando forse non c'è, e forse neanche la serietà di Monti c'è. O si è dissolta nei mesi necessari a trasformarsi da un docente universitario a un politico. La non-notizia di domenica sera è che Mario Monti è diventato un politico italiano, uno di quelli che va in tv a raccontare balle, e più sono grosse, ed evidenti, meglio è, tanto nessuno gliene chiederà conto.
Nello specifico, la bugia è triplice. Le ore di lavoro in più non sono "per esempio, due settimanali" (prima bugia). Controllate ovunque: appena un mese fa in una bozza di decreto le ore erano sei, pari a un terzo dell'orario settimanale. E non si tratta di ore di lavoro, ma di lezione (seconda bugia), che l'insegnante deve preparare, organizzare, gestire. Per un insegnante di lingue straniere, o educazione artistica, o musicale, quelle due ore equivalgono a una classe in più: venticinque ragazzi in più con cui lavorare, venticinque famiglie in più con cui interagire. È tempo, è fatica, è lavoro in più. E non è vero (terza bugia) che in questo modo si sarebbero liberate risorse: è vero semplicemente il contrario. Il governo vuole risparmiare sulle risorse, tagliando le cattedre: a perdere il posto saranno come sempre i giovani, i più bassi in graduatoria.
Ma in fondo queste tre bugie sono tutte comprese in una sola, ovvero: Monti non ha mai chiesto agli insegnanti di fare due ore in più alla settimana. Il ministro Profumo non ha mai proposto agli insegnanti di fare due ore in più alla settimana. Invece di lamentarsi in tv contro la categoria conservatrice e corporativista, perché non ce lo chiedono? Scoprirebbero cose interessanti.
Per esempio: io due ore in più le farei anche a partire da domani. E non credo di costituire un'eccezione. Anzi so di non costituire un'eccezione, perché non sono il solo che a settembre prova a chiedere al dirigente se non sia possibile fare una o due ore in più. E non è per spirito di missione o filantropia; o meglio, non è certo il mio caso: conosco colleghi missionari e filantropi, ma non è il mio caso. Io due ore in più alla settimana le farei volentieri perché risparmierei tempo e fatica. Perché in questo momento io sto facendo un corso di italiano di cinque ore, cinque ore alla settimana, che fidatevi, per insegnare la prima lingua ad alunni sempre meno alfabetizzati sono maledettamente poche. E siccome il tempo frontale a mia disposizione è poco, io devo compensarlo con più lavoro a casa: più compiti da correggere, più verifiche scritte, più cose che potrei agevolmente evitarmi se solo potessi restare coi ragazzi almeno una, due ore in più alla settimana. Professor Monti, no pardon, Presidente Monti: me le offra quelle due ore, anche a metà del loro prezzo (e parliamo di uno dei prezzi più bassi in Europa), e veda se le rispondo di sì o di no. Ma sì, vabbe', a chi sto parlando.
Non c'è nessun presidente Monti che mi ascolti. Non c'è nessuno che mi voglia veramente far lavorare. È il solito fantoccio, il solito bluff. Nessuno mi ha veramente chiesto di fare due ore in più. Hanno buttato lì sei ore in più a zero euro per farci incazzare un po', se lo sono prontamente rimangiati e sono andati in tv a lamentarci che c'incazziamo per niente, che siamo corporativi. Noi insegnanti, corporativi.
Ma magari fossimo un po' corporativi. Quattro sindacati su cinque hanno revocato uno sciopero la sera prima. La sera prima. Siamo la corporazione più ridicola mai vista e davvero non sorprende, non fa notizia, che un politico di razza possa andare in tv a prenderci in giro. Onestamente ce lo meritiamo. C'è ben poco da lamentarsi, a meno che uno non sia sotto sotto un'anima bella che crede nelle favole, le favole dove i professori sono persone oneste che non mentono mai, neanche quando diventano Presidenti dei consigli.
Chiedo scusa per lo sfogo, bisognerebbe sempre partire da una notizia e la notizia questa volta non c'è. Il presidente del Consiglio dei ministri dice bugie in diretta tv, gettando discredito su un'intera categoria di lavoratori. E da qualche parte di sicuro un cane ha morso un uomo. Buonanotte.
Strangolami un po' più forte, Ministro, non sento
12-10-2012, 11:55lavoro, Monti, scuolaPermalinkDunque, ieri ho letto che nel nuovo Ddl del Ministro Profumo - quindi non si sta parlando di castelli in aria, si sta parlando di un testo già scritto - l'orario di insegnamento dei docenti di ogni ordine e grado passerebbe dalle 18 alle 24 ore settimanali. Il tutto a parità di retribuzione, ovvero, ci aumentano l'orario del 33% e lo stipendio dello 0%.
Tutto questo al fine di "portare il livello di impegno dei docenti sugli standard dell'Europa occidentale" (senza però aumentare la paga sugli standard dell'Europa occidentale), e la mia richiesta di aiuto consiste appunto in questo: abitate in Europa occidentale? Sapete quante ore di lezione frontale fanno gli insegnanti colà? In realtà il conteggio è maledettamente complicato, le informazioni su internet un po' frammentarie, la cosa più comprensibile che mi hanno segnalato fin qui (grazie) risale al 2002; a quel tempo le 18 ore degli insegnanti italiani erano nella media occidentale, magari nel frattempo hanno aumentato le ore a tutti e a noi no.
Non so se valga la pena ricordare, anche stavolta, che un insegnante lavora molto più di 18 ore: quelle sono soltanto le lezioni frontali. Poi ci sono le ore di ricevimento, i consigli, le ore spese a correggere i compiti, eccetera eccetera. Parlare di 24 o di 18 ore insomma è un po' strumentale: sarebbe più onesto dire che ci si sta chiedendo di lavorare il 33% in più a parità di retribuzione. Perché se ho sei ore di lezione in più dovrò anche prepararle, e probabilmente avrò una o più classi in più, ventine di genitori in più con cui interagire in ore che non sono conteggiate, il 33% in più di compiti da correggere eccetera (naturalmente posso impegnarmi meno, correggere meno compiti, interagire meno coi genitori: forse mi si sta chiedendo questo: di aumentare la quantità e diminuire la qualità).
Poi c'è il problema delle cattedre, vale a dire dei posti di lavoro. Il ministro ha un bel da dire che vuole assumere un sacco di gente coi concorsi; se la matematica mi assiste, aumentare del 33% l'orario degli insegnanti equivale a tagliare il 33% delle cattedre. A quel punto non sono nemmeno sicuro di mantenere il mio posto (sono ancora relativamente 'giovane', e ogni volta che si tagliano le cattedre sono i più giovani che si ritrovano a spasso).
Infine, siete liberissimi di pensare che noi insegnanti lavoriamo poco; neanch'io penso di essere tra quelli che lavorano di più. Però a questo punto ho una domanda: vi viene in mente un'altra categoria qualsiasi in Italia, che di fronte alla richiesta di aumentare del 33% l'orario e la prestazione a parità di salario non marcerebbe su Palazzo Chigi coi forconi e le torce? A me no, non viene in mente. Oggi infatti sono in sciopero (nel mio giorno libero), ma vedrete che anche stavolta non saremo tantissimi. Al punto che ogni tanto mi domando cosa deve fare esattamente un ministro per farci incazzare sul serio, e non so che rispondermi. Lo jus primae noctis con i nostri figli, forse. Forse.
Guida al suicidio responsabile
23-03-2012, 14:36ho una teoria, Monti, PdPermalinkNon potevano scriversela e votarsela loro, quelli che dicevano di essere di centrodestra e che hanno avuto governo, maggioranza parlamentare e largo consenso nel Paese per otto anni degli ultimi dieci? Dovrebbe invece sostenerla il PD di Bersani, a costo di alienarsi una larga fetta del suo elettorato, che andrà a ingrossare le file del nuovo massimalismo antieuropeo e complottista? E perché va sempre a finire così, che il centrodestra governa e non fa nulla finché non arriva la crisi, e quando arriva la crisi le misure punitive deve intestarsele anche il centrosinistra? (continua sull'Unità - H1t#118, niente di originale ma mi sembra che funzioni ancora).
Perché poi sempre battutisti al governo
09-02-2012, 15:11Berlusconi, ho una teoria, indignazione, MontiPermalinkChe ci abbia alzato le tasse? No, noi non siamo così banali.
Che sia l'espressione dell'Unione Europea anche se l'Unione Europea non ha nessun piano? No, non è mica colpa di Monti, lui fa quel che può.
Che tra le sue priorità non ci sia la pace sociale? No. Forconi e tassisti sembrano rientrati.
Che parli sempre di sistemi per licenziare e mai di sistemi per assumere? Eh, ma non è mica il solo.
E insomma, allora, qual è il problema?
Sono le battute. Le gaffes. Non ci piacciono. Quasi quasi era meglio... no, non lo dirò mai. Però qualcuno forse comincia a... Ma le gaffes di Monti & co. sono così interessanti? è sull'Unita.it, e si commenta laggiù (H1t#112).
Certi gatti sono più bigi di altri
11-01-2012, 16:07giornalisti, Giuliano Ferrara, ho una teoria, MontiPermalink...e invece al primo titolo, Malinconico che fa? Si dimette davvero. E adesso? Ci si ributta su Fini, ovviamente. Le dimissioni che spiazzano Sallusti (e Ferrara) si leggono sull'Unita.it e si commentano là (H1t#108).
Ce ne vogliamo almeno andare dall'Afganistan?
09-12-2011, 13:41Afganistan, ho una teoria, internet, missioni italiane, MontiPermalinkLoro a un certo punto se ne sono andati. Dovremmo esserne capaci anche noi. Sull'Unità (h1t#102), anzi, comunita.it, vi imploro non fate troppo caso alla foto del pirla.
La sindrome di Lynette
07-12-2011, 02:25Monti, Pd, tvPermalinkNon ho fatto i compiti. Ballarò l'ho visto con un occhio solo, Vespa men che meno. Per cui probabilmente mi sbaglio, ma la sensazione è che il PD si sia fatto incastrare un'altra volta, nel modo splendido in cui solo il PD ci riesce, anche quando non si chiamava ancora così. Cioè, ripeto, ne ho visto poco, ma da quel poco che ho visto mi è sembrato che la democratica Finocchiaro stesse difendendo la sua manovra dalle critiche di Maroni, della Gelmini, di Belpietro, ma cosa diamine? Manco l'avesse scritta lei.
Ora: nei fatti è così, la manovra Monti è un prendere-o-lasciare, e il PD prenderà. Farà qualche distinguo, concerterà qualche contentino, metterà il musetto, ma in sostanza voterà una manovra che è una botta dura al suo bacino elettorale di salariati, dipendenti pubblici e diciamolo, pensionati. Lo farà perché è un partito responsabile, in effetti questo aggettivo (“responsabile”) è una delle poche cose che può dire di sé: l'unico paletto rimasto saldo nel cedimento ideologico circostante. Il PD è un partito che se c'è da sacrificarsi, lo fa. In fondo è nato dal sacrificio di due identità (democristiana e postcomunista) che Veltroni sanciva in nome del bipartitismo di domani e di una vittoria nel futuro remoto – nell'immediato si tirava a prendere il trenta per cento e sbattere i partitini di sinistra fuori dal Parlamento. Ma l'idea di sacrificarsi per il bene del Paese viene più da lontano: è l'eredità di Prodi, l'idea che l'Italia possa pensare di rivolgersi al centrosinistra soltanto quando è con l'acqua alla gola e deve essere salvata da sé stessa. Dovevamo entrare nell'Unione Europea, ce l'abbiamo fatta, poi dovevamo entrare nell'Euro, missione compiuta, ora dobbiamo restarci: e ogni volta c'è sempre un professore che fa due conti, e un partito che fa un po' di manfrina e poi si adegua. Il canovaccio è così vecchio che i protagonisti di oggi sembrano recitarlo istintivamente.
Dall'altra parte c'è il principio del piacere, l'irresponsabilità, l'oblio. Maroni non può ricordare di essere stato ministro fin quasi alla settimana scorsa; cioè, l'uomo Maroni di certo lo sa, ma il personaggio-Maroni è già altrove, nella sua Padania tra le nuvole, oppresso da questo governo tecnocrate. Anche in questo caso, la rapidità e la facilità con cui certe facce da culo si adattano al nuovo ruolo non stupisce più, ci siamo abituati: loro sono fatti così, lotteranno sempre per la pensione, per i Comuni tartassati, per non toccarci le tasche, per l'orfano, per la vedova, per la Padania. Davvero, ci stanno così bene all'opposizione. Invece il PD si sente sempre al governo. Sempre responsabile, sempre ragionevole. Responsabile come certe persone travolte dagli impegni, che nascondono dietro l'ansia per le scadenze (dobbiamo pareggiare il bilancio subito! Dobbiamo entrare nell'Euro!) il fatto che non riescono più ad alzare lo sguardo oltre l'orizzonte di sei mesi, un anno, una legislatura, un decennio. Del resto chi ha bisogno di Visione, quando ha Emergenze? Voteranno la manovra Monti: si lamentano, ma l'avrebbero votata anche più dura di così. C'è da salvare l'Italia e loro si aspettano che l'Italia sarà in qualche modo riconoscente. Questa è la forma più pura del tafazzismo, io però sarei per eliminare questa parola di cui i giovani d'oggi (spero) ormai ignorano l'etimo. Preferisco raffigurarmi il PD come una mamma sollecita che con le sue continue attenzioni e autoimmolazioni non fa che ritardare il momento in cui gli altri membri della famiglia cominceranno a sviluppare una qualche forma di responsabilità, o anche solo di dignità.
Io poi se fossi nell'on. Finocchiaro mi comporterei probabilmente allo stesso modo, e nel mio piccolo di tesserato CGIL onestamente non so nemmeno se farò il prossimo sciopero, poco più di un atto di testimonianza. Però anche la forma ha la sua importanza. Un conto è bere l'amaro calice, un conto è mettere la faccia sullo spot. Perché devo vedere la Finocchiaro che difende Monti e Gelmini che lo critica? Questa manovra fa più comodo al centrodestra, non fosse altro perché allontana il PD dalla sua base, rafforza Vendola, Di Pietro, Grillo, chiunque non si senta obbligato da un vincolo di responsabilità. Nel gioco delle parti per cui prima di votare la manovra gli esponenti di PD e PDL si faranno un po' guardare mentre litigano, è già chiaro che vinceranno i secondi anche stavolta: non li si può almeno attaccare per primi, non gli si può almeno lasciare l'ingrato ruolo di essere quelli che parlano bene di Monti? Tanto la voteranno: si terranno Monti fino all'esatto momento in cui gli conviene. Non è la prima volta che alla fine di una gestione Berlusconi arriva un professore a rimettere i conti in ordine. E allora perché loro possono brontolare finché vogliono, senza pudore, senza rispetto per il loro pubblico... e la Finocchiaro no? Ops, mi sono risposto da solo.