5 cose che nessuno sa di Dalla, forse
04-03-2012, 16:18Bologna, cantautori, coccodrilli, musica, omofobie, SanremoPermalink
Su Lucio Dalla in questi giorni è stato detto tutto di tutto, vero? No, sbagliato. Ci sono cose che persino nel coccodrillo più accurato non avete letto, per il semplice motivo che nessuno le sa - o chi le sa ha la consegna di tacere. Ve ne allungo qualcuna, senza la pretesa di far luce su nessun mistero: mi limito a far notare che di misteri ce n'è: ed è abbastanza intrigante, se si pensa all'uomo. Se si eccettua qualche strofa di Com'è profondo il mare, Dalla non ha mai coltivato l'ermetismo chic di molti suoi colleghi (vien subito in mente De Gregori, che con gli anni comunque si è molto aperto): era uno che potevi incontrare davanti alla vetrina di un negozio di strumenti musicali o in piscina e nei limiti del possibile se lo salutavi ti salutava; dava l'impressione di sentirsi a suo agio in mezzo alla gente, e la coda che vedete in Piazza Maggiore lo testimonia. In questi giorni si sono rilette diverse interviste e sembra proprio che Dalla avesse sempre da offrire all'interlocutore qualcosa di nuovo, qualcosa di suo: non era il tizio che ribadisce sempre i tre concetti e i due aneddoti e fa il muro su tutto il resto. E però a un certo punto un muro evidentemente c'è, perché noi tante cose di Dalla non le sappiamo e forse non le sapremo mai, per esempio:
1. Come ha fatto a diventare il più grande cantautore italiano nel giro di pochi mesi?
I termini della vicenda sono noti. Fino ai tardi anni Settanta Lucio Dalla ha scritto diverse musiche e almeno il testo, molto curioso, di una canzone (La capra Elisabetta), sepolta in un vecchio LP che non si è comprato nessuno (Terra di Gaibola). Ai più è noto come musicista e interprete; un ruolo simile a quello del diversissimo Lucio Battisti, salvo che quest'ultimo ha un sodalizio ormai stabile con il demenziale Mogol, mentre Dalla le sta provando tutte per rendere cantabili le strofe del poeta Roberto Roversi, in tre dischi che sono forse l'ultimo posto in cui la Musica italiana e la Poesia italiana sono state viste assieme. A un certo punto il sodalizio con Roversi si interrompe e Dalla si improvvisa cantautore, una cosa che praticamente non aveva mai fatto. Il problema, che credo abbia turbato molti suoi colleghi e persino me, è che il modo in cui si improvvisa cantautore è Com'è profondo il mare, cioè l'eccellenza assoluta nella categoria, sin dalla prima strofa che descrive l'insonnia e tante altre cose ma è anche come se dicesse: cari amici cantautori, fin qui abbiamo scherzato, ma se volete venire a prender lezioni io ne ho qui per tutti quanti, prendi questa Francesco, prendi questa Fabrizio, porta a casa Antonello eccetera.
Siamo noi
Siamo in tanti
Ci nascondiamo di notte
Per paura degli automobilisti
Dei linotipisti
Siamo i gatti neri
Siamo i pessimisti
Siamo i cattivi pensieri
E non abbiamo da mangiare
Com'è profondo il mare
Com'è profondo il mare
Non so se avete presente quella scena nei film americani in cui una ragazzina che fino a quel momento non aveva mai provato i pattini / la ginnastica acrobatica / la danza moderna / il softball fa un tentativo e bum! diventa campionessa assoluta del mondo mondiale, queste cose capitano appunto soltanto nei film americani per teenager e nella vita di Lucio Dalla, che ha cominciato a scrivere testi, immaginate, a 35 anni, e ha cominciato direttamente dai capolavori (tutto quel disco sembra scritto da un signore che abbia la lingua italiana a sua immediata e completa disposizione). Non lo so, avete delle ipotesi? Vuoi dire che se le scrivesse già da prima intestandole a dei prestanome perché era timido? O che sono davvero tutti buoni a fare i parolieri, che ci vuole? Non lo sapremo mai. Qualcuno di voi ha 35 anni e non ha mai scritto una canzone in vita sua? Controlli se per caso non è il più grande paroliere degli anni Dieci, magari ci fa un favore a tutti.
2. Chi amava Lucio Dalla?
1. Come ha fatto a diventare il più grande cantautore italiano nel giro di pochi mesi?
I termini della vicenda sono noti. Fino ai tardi anni Settanta Lucio Dalla ha scritto diverse musiche e almeno il testo, molto curioso, di una canzone (La capra Elisabetta), sepolta in un vecchio LP che non si è comprato nessuno (Terra di Gaibola). Ai più è noto come musicista e interprete; un ruolo simile a quello del diversissimo Lucio Battisti, salvo che quest'ultimo ha un sodalizio ormai stabile con il demenziale Mogol, mentre Dalla le sta provando tutte per rendere cantabili le strofe del poeta Roberto Roversi, in tre dischi che sono forse l'ultimo posto in cui la Musica italiana e la Poesia italiana sono state viste assieme. A un certo punto il sodalizio con Roversi si interrompe e Dalla si improvvisa cantautore, una cosa che praticamente non aveva mai fatto. Il problema, che credo abbia turbato molti suoi colleghi e persino me, è che il modo in cui si improvvisa cantautore è Com'è profondo il mare, cioè l'eccellenza assoluta nella categoria, sin dalla prima strofa che descrive l'insonnia e tante altre cose ma è anche come se dicesse: cari amici cantautori, fin qui abbiamo scherzato, ma se volete venire a prender lezioni io ne ho qui per tutti quanti, prendi questa Francesco, prendi questa Fabrizio, porta a casa Antonello eccetera.
Siamo noi
Siamo in tanti
Ci nascondiamo di notte
Per paura degli automobilisti
Dei linotipisti
Siamo i gatti neri
Siamo i pessimisti
Siamo i cattivi pensieri
E non abbiamo da mangiare
Com'è profondo il mare
Com'è profondo il mare
Non so se avete presente quella scena nei film americani in cui una ragazzina che fino a quel momento non aveva mai provato i pattini / la ginnastica acrobatica / la danza moderna / il softball fa un tentativo e bum! diventa campionessa assoluta del mondo mondiale, queste cose capitano appunto soltanto nei film americani per teenager e nella vita di Lucio Dalla, che ha cominciato a scrivere testi, immaginate, a 35 anni, e ha cominciato direttamente dai capolavori (tutto quel disco sembra scritto da un signore che abbia la lingua italiana a sua immediata e completa disposizione). Non lo so, avete delle ipotesi? Vuoi dire che se le scrivesse già da prima intestandole a dei prestanome perché era timido? O che sono davvero tutti buoni a fare i parolieri, che ci vuole? Non lo sapremo mai. Qualcuno di voi ha 35 anni e non ha mai scritto una canzone in vita sua? Controlli se per caso non è il più grande paroliere degli anni Dieci, magari ci fa un favore a tutti.
2. Chi amava Lucio Dalla?
Dicci ciò che non può più dirci Lucio, Iskra.
Facci restare con lui ancora un po'.
Giulio
Dice"non ti avessi incontrato" coniugando il participio passato al maschile. Nell' italiano parlato è abbastanza consueto ma scritto è errore se si parla di una donna. Nell' italiano cantato non si sa, peró Dalla dopo canta "come una farfalla ti avrei potuta inchiodare". Perchè lo fa? Non ha neanche problemi di rima, invece cosí sottolinea che la persona da scordare nelle strofe prima è uomo e parecchio giovane che ha paura ad andar lontano. Metafora sessuale? Propone qualcosa di meno compromettente con la mano.
D altronde parla di un giovane uomo che ha paura a farsi vedere con lui di giorno e preferisce le notti che ormai portano il suo profumo. Ammette anche che è solito a questi amori e che ne esce solitamente a pezzi.
Lui rifiutato si sente uno sputo. La notte che lo aveva visto con l amante ora non lo riconosce piú tra le sue stelle.
Quel "e cosí sia" alla fine al nascere del nuovo giorno dopo una notte passata ad elaborare il lutto dell amore perduto sa di cattolicissimo amen.
Busi secondo me fa spettacolo. Dalla ha portato avanti il suo discorso in modo ermetico ma neanche troppo.
"cara, svegliati è primavera", è questa la canzone no?
http://pensierieparola.blogspot.com/2012/03/cara-dei-e-parmalat.html
Marina Viola
Langone non cita fonti e non racconta storie interessanti, è un poveretto che ha orecchiato un gossip.
Francesco
"Vedete cosa succede a dare le noccioline ai troll; che in tre passaggi riescono a collegare De Andrè con l'omicidio di un bambino."
inequivocabilmente concernente il mio del Mar 6, 2012 02:32 PM (e, se si può dire, di contenuto un po' goffo, come lei giustamente rileva subito dopo).
chiudo davvero citando (a memoria) due passi che trovo esemplari de "la versione di Barney":
"hai un bel parlare, ma poi devi ricordarti che Israele è la tua assicurazione sulla vita"
"dopo un anno là sono venuto via: non riuscivo a non pensare che stessimo facendo coi palestinesi la stessa politica che avevamo subito noi per secoli."
ecco, io non vedo perché non si dovrebbe poter trovare comprensibile - e rispettabile e condivisibile - la prima frase, e credere tuttavia che nella seconda vi sia una parte di verità.
arrivederci sul suo blog.
Di antisemitismo qua non ho parlato, e nemmeno penso che De Andre' lo sia, ma forse il punto importante (con cui spero di chiudere l'argomento) e' che ci sono diverse gradazioni nel pregiudizio. Chi si irrita ogni volta che si parla di Shoa, non necessariamente riaccenderebbe i forni crematori, magari e' solo una persona con le idee confuse. Personalmente credo che il pubblico che apprezza(va) Sidun, lo apprezzi perche' in gran parte ha (aveva) una visione schematica, derivante da idee confuse e/o da pregiudizi di diversa matrice.
Faccio un poco fatica a seguire il resto del post. Si parlava di Lucio Dalla, ho indicato quello che per me e' un lato positivo del personaggio pubblico Lucio Dalla, a differenza di molti suoi colleghi che [e vedi sopra a proposito di schematismi]. Per molta gente Israele e' un argomento di conversazione, uno schermo bianco su cui proiettare le proprie fantasie; per me -che sono un cittadino di Israele- e' letteralmente una questione di vita o di morte. Vogliamo aprire una discussione sulla societa' israeliana, sul comandamento biblico, sulla liberazione palestinese (che sembra consista solo nello sbarazzarsi di noi)? Benissimo, ma non credo che questo sia il luogo migliore, anche perche' qui il nostro scambio di opinioni e' ostacolato da un troll anonimo. Ci vediamo sul mio blog?
sono colui che è intervenuto la prima volta il 5 marzo 2012 alle 06:09. l'autore dei commenti successivi al 6 marzo 2012 alle 02:32 compreso, fino a questo, non sono io, né condivido contenuti e toni; in particolare, mai mi sarei sognato di dire che la sua visione del mondo sia "oggettivamente molto squallida".
il fatto di rimanere anonimo, coi problemi che crea, può essere discutibile; ad ogni modo qui stiamo solo parlando, seppure di temi sensibili. senza alcuna implicazione per le sue intenzioni, signor Nahum, lasci che riduca a zero la probabilità che mi si dia personalmente dell'antisemita. visti i miei interessi e tante cose della mia vita, lo troverei infinitamente insultante.
a me sembra di aver cercato di portare degli argomenti, quindi suggerirei a lei e al signor Tondelli un uso più accorto del termine "troll", o quantomeno una sua definizione. ad ogni modo, non sapendo di preciso che significa, non me ne offendo.
(il signor Tondelli, peraltro, a quanto pare non sa di cosa parla Sidun; e lei, signor Nahum, non ricorda chi l'ha tirata in ballo per primo.)
l'intervento dell'altra persona consente comunque di dire che non è parso solo a me che l'essere pro o contro israele giochi, diciamo cosí, un ruolo rilevante nelle sue predilezioni anche artistiche. un passo in piú che io faccio è sottoporle la mia opinione che sia un ruolo eccessivo; e che rischi di farle completamente perdere di vista la comprensione degli altri, anche nel loro ricorrere alla violenza che essi stessi possono - magari persino a ragione! - considerare difensiva. ma lei, invece, non crede di correre quel rischio; lei sa bene come le cose stanno nel mondo reale; un mondo in cui, con ogni evidenza, la causa palestinese non è un movimento di liberazione, De André è antisemita, e forse lo sono anch'io. vede: se lei è a suo agio a pensare cosí, sia pure.
mi lasci citare un passo, non a beneficio suo, ché certo lo conoscerà, ma solo perché credo piú lo si ripete e meglio è: “Amate lo straniero, perché anche voi foste stranieri nel paese d'Egitto.” (Dt 10,19) quando penso alla gloria dell'ebraismo penso in primo luogo supremamente a questo, e ai tanti ebrei (ma pure gentili) che nel passato e nel presente ne hanno tratto quelle che a me sembrano le implicazioni, avendo in ciò spesso da dar lezioni a tanti gentili (ma pure ebrei), di allora e di ora.
di nuovo, accetti i miei cordiali saluti.
E invece quel che non si capisce e' cosa ne pensi tu. Invece di farti dei gran film su opinioni non espresse a proposito di una canzone mai scritta, perche' non spieghi cosa pensi di quel passaggio sull'OLP? Ci trovi qualcosa di banale e scontato, o semplificatorio? Io no.
Ci sono centinaia di imbecilli che credono che si fanno il gran film secondo cui il nazionalismo palestinese sarebbe una causa di liberazione; il buon Lou Reed, che di liberta' e diritti se ne intende, ha gentilmente (oddio, forse non proprio gentilmente, d'altronde e' Lou Reed) ricordato al pubblico come stanno le cose nel mondo reale.
Tagliamo il pipponcello finale. Nella tua accozzaglia di luoghi comuni di quella parte della sinistra in cerca della prossima sconfitta ci mancava solo l'attacco a McDonald e la difesa dei localismi (capirai che coraggio cantare in dialetto). Riminchia quanto sei noioso. Mica da stupirsi se giudichi le canzoni per il loro contenuto ideologico. E piu' sono semplificatorie, piu' ti piacciono. Meglio se c'e' un tocco di localismo no-globbal. E' il tuo personale kitsch, spero per te che tu te ne renda conto.
da te. Scusa se non ritengo un fissato la persona più adatta a dire se, e quanto, una canzone che parla della sua fissazione è apprezzata.
"la strofa in cui si immagina il papa polacco in amabile compagnia di un genocida e' una immagine che ritrovi anche in una canzone dei Litfiba"
e tu sei convinto che i Litfiba abbiamo replicato l'immagine per apprezzamento di Lou Reed, e non perchè, più semplicemente, è un dato di fatto che il papa polacco faceva lingua in bocca con la peggiore feccia fascista sudamericana, anche quando ammazzava membri del clero cattolico (o forse soprattutto allora).
"si capisce che ti sta facendo girare le scatole che qualcuno ne coltivi una divergente dalla tua"
a proposito di farsi i film sulle idee altrui.
"Dalla ha scritto canzoni banali? Si', gli piaceva giocare con il kitsch"
Se col kitsch ci fai i soldi, stai dando a un pubblico ignorante musica da ignoranti per fare soldi. Un po' la stessa differenza che aprire nuove vie alla cucina italiana e mettere la firma su un panino McDonald (Marchesi da giovane e da morto).
"una roba banale e scontata come Sidun delude assai. "
Per un cantautore popolare scrivere in genovese stretto è il massimo della banalità, tanto che prima o poi ci cascano tutti. Persino Mina si è arresa alla lobby zeneise http://www.youtube.com/watch?v=IYC9grQtvq0
Diccelo, non ce la faccio più. é una settimana che ci penso. Pliz, pliz
Hai una gran voglia di scrivere quel che pensi di X? Pensi che sia davvero interessante?
La canzone di Lou Reed esiste, ed e' invece apprezzabile ed apprezzata. Per esempio, la strofa in cui si immagina il papa polacco in amabile compagnia di un genocida e' una immagine che ritrovi anche in una canzone dei Litfiba. Questo, a prescindere da quel che uno pensa sull'affare Waldheim o sulla opportunita' del viaggio in Cile di Woityla.
Non sto parlando della mia visione del mondo, anche se si capisce che ti sta facendo girare le scatole che qualcuno ne coltivi una divergente dalla tua. Sto facendo pure considerazioni stilistiche.
Taglio il rantolo finale sul paragone tra diritti degli omosessuali e responsabilita' di Dalla perche', tanto per cambiare, non ha nulla a che fare con l'argomento del thread.
Dalla ha scritto canzoni banali? Si', gli piaceva giocare con il kitsch. De Andre' invece ha scritto molte belle canzoni, non giocava con il kitsch (a meno che non gli desse un aiuto Paolo Villaggio) e per questa ragione una roba banale e scontata come Sidun delude assai.
Non vedo perche' te la prendi, capita a tutti di fare delle cazzate.
"Di Lou Reed comunque apprezzo molto questo brano, non so se lo conosci http://tinyurl.com/7jgs2n3
(molto azzeccato il parallelo tra Ku Klux Klan e OLP)"
ti dissoci da te stesso, o ammetti che nella tua (oggettivamente molto squallida) visione del mondo non esistono l'arte, la letteratura, la musica, ma solo persone che sono buone o cattive ESCLUSIVAMENTE in base quello che dicono di ebrei e/o Israele?
"Lucio Dalla. Invece De Andre', di questo diritto degli ebrei a difendersi, non ha mai parlato...Nulla di strano, capita a tutti gli artisti di voler compiacere il pubblico. "
gli ebrei il diritto a difendersi se lo sono dati da soli, non hanno bisogno del placet di Fabrizio, mentre i diritti degli omosessuali italiani continuano a non esserci anche grazie a gente come Dalla che preferisce non perdere MOLTO più pubblico di quello di un Fabrizio sionista, guardandosi bene dal dire una parola contro l'omofobia vaticana, anzi celebrando quel porco antisemita di Balaguer e il protettore di pedofili che sta in Vaticano. Direi che se proprio vogliamo buttarla in politica, fa parecchio più schifo Dalla. E che Sidun sia più banale del 99% delle canzoni di Dalla (almeno) dell'ultimo ventennio lo puoi dire solo per quanto sopra, ovvero che valuti l'universo in base a Israele, e non a un minimo di obiettività
quando si parla di altro è curiosa la pretesa del troll che si parli di quello che vuole lui, piuttosto.
E penso che concordiamo: canzoni cosi' banalotte, Dalla non ne ha mai scritte.
primo, è una canzone molto riuscita nel suo genere, ovvero il genere demenzial-umoristico che fa parte a pieno titolo del bagaglio di dalla.
secondo - e a mio parere più importante - dalla con "attenti al lupo" ci prende un po' per il culo, ma soprattutto prendeva per il culo sé stesso, ovvero il dalla cantautore impegnato e di successo di qualche anno prima. "attenti al lupo" è un divertissement, con il video in cui dalla balla fra le due ragazze, una grassa e una magra, come a dire "guardate che io posso essere quello che voglio, quello grasso o quello magro, l'intellettuale e il bieco commerciale, quello di cara e quello di attenti al lupo, quindi miei cari smettetela con le sovrastrutture che apiccicano un'etichetta agli artisti per farli essere quello che voi volete. io faccio quello che mi pare, e non sono certo solo quello di fine anni 70, sono un animale musicale, quindi...attenti al lupo!"
quasto secondo me è il senso di quella canzone.
Come la pensava sugli ebrei in genere, non lo sapremo mai: a meno di non prendere per opinioni sull'ebraismo un disco dedicato ai Vangeli apocrifi, mi sembra ci sia un passaggio sui vecchi satiri che cercano di abusare la giovane Maria, portata innocente al Tempio da una religione patriarcale e violenta. La stessa che sta dietro alla Legge di cui parla il Testamento di Tito.
Come la pensa il suo pubblico, ripeto, sarebbe interessante scoprirlo.
Il punto e' che in "Sidun" non si vede il De Andre' che apprezza le persone nella loro unicita', come invece fai tu. Si vede un bozzetto propagandistico, con gli israeliani nel ruolo di carnefici scanna-bambini, e i palestinesi nel ruolo di vittime inermi (se permetti, in Libano le cose erano piu' complicate, e a scannare bambini erano prevalentemente milizie arabe, di una parte e dell'altra). In Italia, per tante ragioni, alcuni settori dell'opinione pubblica scambiavano quei bozzetti propagandistici per la realta', nel periodo in cui nel corso di manifestazioni sindacali si lasciavano bare davanti alle sinagoghe; e dopo un po' di tempo un bambino italiano e' rimasto secco sulle scale della stessa sinagoga. De Andre' ha voluto compiacere quel tipo di pubblico, quello di quelle manifestazioni. Nulla di strano, capita a tutti gli artisti di voler compiacere il pubblico.
Possiamo mettere da parte la tua fantasia sulla canzone a proposito di Gerusalemme, e io che non la trovo certamente noiosa ecc. ecc. ?
Intanto abbiamo stabilito che Sidun e' un testo antisionista, ovvero contro il diritto degli ebrei a non dipendere piu' dalla carita' e il buon cuore dei gentili. Hai messo De Andre' in compagnie poco raccomandabili, eh.
l'antisionismo ha ispirato a De Andrè Sidun
il sionismo ha ispirato a Pagani quella cosa che comincia col"Nonno di un bisnonno mio"
Quando la volpe all'uva non potè arrivare....
in generale comunque, devo dire, cerco di non apprezzare "gli ebrei" o "gli arabi" ma di tener presente di aver davanti una persona nella sua unicità. se sembrano parole vuote, pazienza.
2) Damour, Tel El Zaatar, Karandina non le ho citate io. se non servivano a evocare crimini commessi da arabi, perché sono state menzionate?
il punto è che non capisco in che modo la presenza o l'assenza di canzoni riguardo a tali episodi renda illegittimo, o "banale", scriverne una su quanto accaduto a sidone. spero uno abbia il permesso di fare una canzone su srebrenica senza necessariamente dover aggiungere una postilla per elucidare le sacrosante ragioni difensive dei serbi nella guerra di bosnia. definire tali una tragedia e una vittima - questo è il punto - non significa demonizzare il carnefice, negare che questi abbia dignità di uomo e possa avere peraltro delle ragioni dalla sua; neppure lui come individuo, figuriamoci il gruppo di cui è membro.
3) sul merito artistico è possibile discordare, ci mancherebbe. a me non sembra una schifezza grandguignolesca. è il canto della disperazione del padre di un bambino ucciso, presumibilmente di estrazione popolare, e questo punto di vista emerge da tanti segnali di testo. non è un giudizio storico compiuto, ma solo il bozzetto in soggettiva di una disperazione vissuta. il suo scopo è mostrare, non assegnare torti o ragioni, e questo scopo per me lo assolve bene.
4) la "mia fantasia" sorge dalla citazione sopra di una dichiarazione di simpatia per israele da parte di dalla, che veniva vista come ragion sufficiente per suscitarne apprezzamento, in contrapposizione a de andré e altri. io non avrei apprezzato dalla di meno se avesse espresso critiche per una particolare politica del governo israeliano: possibilissimo che l'abbia fatto, peraltro. possibilissimo d'altronde che de andré abbia manifestato simpatia per la storia ebraica: stiamo parlando di un cantautore al centro della cui poetica stava l'amore per le vittime e per gli umiliati e offesi; non ci sarebbe niente di piú logico. per conseguenza, non mi sorprenderei che avesse comprensione e simpatia per le ragioni d'esistenza di israele. non credo che nulla di tutto questo gli avrebbe impedito di scrivere "sidun", né che avrebbe dovuto. saluti.
2) Evita di parlare di colpe, stiamo parlando di una forma di arte (o di consumo), non di morale.
3) Ogni tragedia si puo' cantare, ed ogni canzone puo' riuscire bene. Ci sono canzoni che riescono a trasformare un evento banale in una tragedia. A volte sono propaganda, a volte arte, ma devono essere fatte bene. Quella in questione e' invece fatta male.
4) La storia di "al posto di" e' una tua fantasia; ma si potrebbe provare, vedi se riesci a convincere un cantautore a scrivere quella canzone sulla bomba a Gerusalemme e ti faro' sapere se la trovo noiosa oppure no. Fino a quel momento, per favore, evita di proiettare il tuo filmato sui pensieri altrui.
neppure per questo mi nascondo le colpe di alcuni ebrei, o di alcuni arabi, o di alcuni italiani tra cui me stesso.
come ripeto, non capisco in che modo però tali colpe debbano far sí che un bambino morto ammazzato non sia un bambino morto ammazzato (ebreo arabo o italiano che sia); e che questa tragedia si possa cantare.
resto a domandarmi come mai, se al posto del cingolato vi fosse stata una bomba, e il bambino squartato fosse stato seduto in un bar di gerusalemme, magicamente la canzone non sarebbe piú stata banale; e come mai allora sí che l'autore di rimini e marinella sarebbe stato un grande artista e un grande uomo; mentre invece se scrive di un bambino arabo è un venduto che scrive canzoni banali su tragedie che non sono vere tragedie per compiacere il suo ottuso pubblico.
ciao, Paolo
la valutazione di qualità poetica può ovviamente essere soggettiva. rilevo comunque che nell'idea di soldati "cacciatori di agnelli" c'è un ovvio riferimento biblico, e nei versi "e nelle ferite il seme velenoso della deportazione/perché di nostro dalla pianura al molo/non possa più crescere albero né spiga né figlio" io leggo un chiaro (e toccante) parallelo con la vicenda del popolo ebraico, che pertanto non esclude affatto la simpatia per esso come per tutti i popoli esuli, scacciati, sradicati, cancellati. de andré, se è per questo, non scrisse nemmeno canzoni per srebrenica o per lo sterminio dei tutsi, e francamente non gliene farei una colpa. semplicemente, credo avrebbe sottoscritto senza problemi che il fatto che i palestinesi (o gli ebrei, o i bosgnacchi, o gli armeni) non siano tutti santi, e alcuni di loro commettano crimini, non elimina la parte di ragione che hanno altri palestinesi (o ebrei, o bosgnacchi, o armeni), o persino i medesimi!, nella misura in cui sono vittime. di questo essere vittime, se permetti, è legittimo cantare.
Versione italiana ripresa dall'album (probabilmente di Fabrizio de André stesso)
SIDONE
Il mio bambino il mio
il mio
labbra grasse al sole
di miele di miele
tumore dolce benigno
di tua madre
spremuto nell'afa umida
dell'estate dell'estate
e ora grumo di sangue orecchie
e denti di latte
e gli occhi dei soldati cani arrabbiati
con la schiuma alla bocca
cacciatori di agnelli
a inseguire la gente come selvaggina
finché il sangue selvatico
non gli ha spento la voglia
e dopo il ferro in gola i ferri della prigione
e nelle ferite il seme velenoso della deportazione
perché di nostro dalla pianura al molo
non possa più crescere albero né spiga né figlio
ciao bambino mio l'eredità
è nascosta
in questa città
che brucia che brucia
nella sera che scende
e in questa grande luce di fuoco
per la tua piccola morte.
Leonardo dice che non e' omofobo. E poi dice anche che non e' antisemita. E poi ripete che non e' omofobo.
Sembra una lettura noiosa, tutto qui.
http://itempieleidee.blogspot.com/2008/02/cinismi.html
Di Lou Reed comunque apprezzo molto questo brano, non so se lo conosci http://tinyurl.com/7jgs2n3
(molto azzeccato il parallelo tra Ku Klux Klan e OLP)
Anche io ho il ricordo di un Dalla inascoltabile: fine anni 60, Buenos Aires, pomeriggio di sabato televisivo, "LA COSA NEGRA NEGRA"
http://www.gemm.com/item/LUCIO%2520DALLA%252CLOS%2520IRACUNDOS%252CARMANDO%2520MANZANERO%252CVIOLETA%2520RIVAS%252CGIANNI%2520MORANDI%252CLOS%2520BRO/BIENVENIDO%25201969%2520SUNG%2520IN%2520SPANISH/GML700160669/
Pure in questo caso, come in CARA, "etero" per il rotto di una vocale o due.
Da non credente, del funerale mi hanno colpito due cose: le abilità canore dei clerici (buone quelle del celebrante, molto meno gli acuti della suora) e l'annuncio della destinazione che pensa(va)no di dare alle offerte.
Last thing of all: perché quando si parla di 4/03/43 (quasi) nessuno ricorda una certa Paola Pallottino, autrice delle parole (secondo Wikipedia)?
Lepidia
a casa ho 5-600 cd, marecchie 32 giga sul lettore mp3 e neanche una canzone di lucio dalla. per me era musica leggera e io preferisco le band che suonano il rock, con poche eccezioni.
però mi fa impressione vedere quanti estimatori ha lucio dalla e mi chiedo quanti di quelli che ora lo piangono comprassero i suoi dischi o almeno ascoltassero le sue canzoni.
chissà quanti di quelli che tanto lo adorano inorridirebbero nel conoscere eventuali dettagli della sua vita privata. però lui oggi ha quel grande privilegio: essere commentato senza pregiudizi. per una forma di pudore verso la sua vita privata si parla di lui come artista. il che non è affatto male.
ma io continuerò, credo, a non avere sue canzoni sull'emmepitré. però mi stava simpatico, per dire
(ah, ovviamente non ho neanche una canzone di venditti, di de gregori, ecc. e solo di recente ho ammesso lucio battisti)
Genti diverse, gusti diversi ;)
Invece, Dalla ... beh, buona lettura: http://allegrofurioso.blogspot.com/2012/03/gli-telefoneremo-tra-ventanni.html
A me stava simpatico. E, tra l'altro, trovo che alcuni dei suoi testi siano criptici tanto quanto quello che hai citato tu (L'Ultima Luna, p. es.).
Una cosa solo vorrei segnalare, a conferma della sua "popolarità". La musica di qualità l'ha portata anche in strada, letteralmente. Non è stato l'unico, ma certamente uno dei primi, a suonare al festival internazionale dei musicisti di strada, senza palcoscenici preferenziali, ma come altre decine di artisti sconosciuti.
Qui un interessante inedito:
Lucio Dalla ed il suo clarino al Ferrara Buskers Festival 1989 con Jimmy Villotti
http://www.ferrarabuskers.com/it/stampa/news/ciao-lucio-busker-tra-i-busker-nell89/
Lucio Dalla era molto amico di Luigi Tenco.
Tenco si sparò nella sua camera d'albergo, la sera prima della finale di Sanremo, perché era stato eliminato dalla giuria.
Lucio Dalla, la sera dopo, dal palco dell'Ariston cantò tutto tranquillo "Bisogna saper perdere/Non sempre si può vincere".
Mia nonna me lo raccontava regolarmente ad ogni festival, e non l'ha mai perdonato.
La stampa rompe il silenzio e chiama compagno l'"amico" di Dalla:
http://www3.lastampa.it/spettacoli/sezioni/articolo/lstp/444933/