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Il Reiki: come definirlo?

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Reiki è una parola giapponese composta da due ideogrammi: Rei (spirituale, intelligente) e Ki (energia). Una traduzione accettabile del termine potrebbe quindi essere: “energia intelligente”.

“Quell’energia che esisteva ancor prima della creazione dell’universo - ci informa il sito di AmoReiki, una delle principali scuole di questa disciplina in Italia -: il principio divino dal quale è scaturito il Big Bang e che ha portato alla creazione dell’universo in tutte le sue manifestazioni”. Niente di contestualizzabile in un ambito scientifico, naturalmente.

Possiamo affermare al contrario che, proprio per la sua stessa indefinita natura, il Reiki esula da qualsiasi definizione scientifica. I suoi adepti la descrivono infatti come una “energia” che non si può misurare. Si tratta in altre parole, di un concetto filosofico e religioso che usa impropriamente il termine energia.
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Poveglia, l'isola più infestata del mondo

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The most haunted isle of the world. Provate a scriverlo sul vostro motore di ricerca e scoprirete che si tratta di “Poveglia”. Quei sette ettari e mezzo di case diroccate e di vegetazione incolta, nel bel mezzo della laguna sud di Venezia, sarebbero i più infestati al mondo da presenze ultraterrene: spiriti maligni, fantasmi di morti di pestilenze, vittime senza pace di folli esperimenti psichiatrici.
L’aspetto davvero incredibile della vicenda è che tra noi abitanti della laguna, nessuno ne era consapevole. Perlomeno sino a quella mattina del 18 luglio dell’anno scorso, quando, nell’aprire la pagina di cronaca cittadina dei giornali locali, i veneziani hanno letto la notizia del giorno: “I fantasmi “cacciano” 5 americani” (La Nuova di Venezia e Mestre), “Aiuto i fantasmi! Turisti americani portati in salvo dai vigili del fuoco” (Gazzettino).
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6 veggenti per 23 mila apparizioni

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Tutto cominciò il 24 giugno del 1981. E come cominciò non è affatto chiaro. La storia, come la leggiamo nei libri o nei siti - nel web ce ne sono a centinaia - di chi non nutre il benché minimo dubbio sulla veridicità delle apparizioni mariane di Medjugorje, segue il copione già visto per Fatima o per Lourdes. Quattro ingenui pastorelli accompagnano i loro greggi al pascolo quando improvvisamente appare loro una bella signora con un bambino tra le braccia che passeggia tranquillamente sulla cima della collina chiamata Podbrdo ai cui piedi sorge Medjugorje. I quattro si limitano ad osservare «la figura femminile luminosa», come la descriverà più tardi Marija, una dei quattro veggenti, senza capire ancora che si trattava della Madonna.
Il giorno dopo i quattro ritornano di loro iniziativa sopra la collina, portando altri due pastorelli. Questa volta l'apparizione rivolge loro la parola, si presenta come Kraljica Mira, la Regina della Pace in italiano, e racconta di averli scelti per portare al mondo il suo messaggio celeste. I sei pastorelli avevano tutti una età attorno ai 16 anni, tranne il più piccolo che ne aveva 10. I loro nomi sono: Marija Pavlović (nata nel 1965), Mirijana Dragičević (1965), Ivanka Ivanković (1966), Vicka Vida Ivanković (1964), Ivan Dragičević (1965) e Jakov Čolo (1971).
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Un supermarket della fede

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Mi capita di accompagnare scolaresche con i loro insegnanti nei luoghi simbolo di quell'immane tragedia che fu la guerra balcanica. Tappe obbligate sono la capitale della Bosnia ed Erzegovina, Sarajevo, teatro del sanguinoso assedio che si protrasse per quasi 4 anni, dal 5 aprile 1992 al 29 febbraio 1996; Srebrenica, piccolo paese incastrato nel fondo di una stretta vallata dove nel luglio del '95 furono massacrati 8372 (stima in costante aggiornamento man mano che si recuperano ed identificano nuovi resti) civili bosniacchi senza che il contingente Onu che aveva l'incarico di proteggerli intervenisse in loro difesa; Tuzla, capoluogo dell'omonimo cantone della federazione bosniaca, dove, ad assedio concluso, nel maggio di quello stesso anno, una ultima granata uccise 71 ragazzi che festeggiavano la fine delle ostilità. Continua

L'illusione di Medjugorje, intervista con Marco Corvaglia

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Per cominciare, una tua breve presentazione...


Ho 47 anni, salentino, laureato in lettere e docente. Ho iniziato a studiare il fenomeno di Medjugorje una dozzina di anni fa, cercando di condurre un lavoro da storico ma interrogando anche la scienza in relazione a certi presunti misteri. Nel 2007 ho pubblicato il libro
Medjugorje: è tutto falso e dal 2008 gestisco il sito L’illusione di Medjugorje.
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Nel Trevigiano, il sindaco di Scientology contro i vaccini

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Questa è la storia di Loris Mazzorato, una storia emblematica di come tante amministrazioni del nostro Paese sprechino risorse pubbliche per legittimare le più incredibili bufale in circolazione. Loris Mazzorato è stato definito il “sindaco coraggio” sui maggiori siti complottisti per aver aperto il centro culturale del Comune che amministrava ad una serie di conferenze sulle scie chimiche, sul signoraggio bancario, sulla geoingegneria, sul pericolo del vaccino H1N1, sulle bufala dell’Isis (è una invenzione dei media!), sulle migrazioni (non è vero che i migranti sono poveri, anzi!), su come rilevare i campi magnetici che mettono in pericolo la corretta crescita del radicchio, sull’infovisione indispensabile per vedere con il terzo occhio, su come i poteri forti plasmino le nostre menti per renderci sudditi del nuovo ordine mondiale e, naturalmente, sull’identità veneta. Tanto per citare gli argomenti più frequenti. Tutte iniziative che siti amanti dei complotti, come nocensura.org, non esitano a definire “di livello internazionale”. Continua

La mia esperienza col Reiki

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E proviamo anche noi!

Per cercare di capire di più di questa disciplina, non appena mi si è presentata l’occasione mi sono iscritto ad uno dei corsi reiki di primo livello che periodicamente si svolgono vicino alla mia città, Venezia, organizzato da una delle associazioni più attive nel territorio: la Riziki. Contrariamente a quello che si potrebbe pensare, Riziki non è un termine giapponese, ma africano. «Una parola in Kiswahili, ‘la lingua della costa’ - si legge nel loro sito - che mette in comunicazione vari gruppi etnici dell’Africa dell’est: una sorta di Esperanto africano». Scopo dell’associazione, sempre dal loro sito internet, è di promuovere «un equilibrio, dal punto di vista personale, sociale ed ambientale». Per questa ragione, Riziki, oltre che ad organizzare corsi in Italia, opera per la diffusione del reiki soprattutto nei Paesi del Sud del mondo, proposto come metodo di guarigione alternativo ad un sistema sanitario che, il più delle volte, semplicemente non c’è.
L’incontro si svolge a Marghera, in una grande sala di un appartamento, col pavimento ricoperto da comodi tappeti. Si parte il sabato pomeriggio con l’incontro introduttivo. Domenica, si va avanti tutta la giornata sino all’«attivazione dei canali» che farà di me un reikista. Per telefono ero stato informato che non serviva portare niente di particolare se non qualche abito comodo, come una normale tuta da ginnastica, e un paio di calze pulite per accomodarsi scalzi sui tappeti.
Conoscevo di vista l’istruttrice che avrebbe tenuto il corso. L’avevo incrociata in un gruppo di lavoro sull’emarginazione sociale che frequentavo. Non conoscevo, invece, nessuno degli allievi, 15 in tutto. Due uomini, me compreso, per il resto donne. Età media sui trenta, trentacinque anni. L’impressione che ho avuto delle mie compagne di corso, suffragata dalle chiacchierate che abbiamo scambiato durante gli intervalli delle lezioni, è che possedessero tutte una buona scolarizzazione. Alcune di loro erano laureate in materie umanistiche e insegnanti di scuola superiore.
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L'energia che guarisce

Il reiki tra religione per l'anima e terapia per il corpo

Reiki

Il reiki viene definito dai suoi cultori come una tecnica di guarigione, semplice da praticare quanto efficace negli effetti, che può essere utilizzata da chiunque sia stato “energeticamente ripulito” mediante l’attivazione dei suoi “canali naturali” (vedremo più avanti il significato di questo termine). Nel sito della scuola italiana di reiki
[1], si legge: «Il reiki è una tecnica di origine giapponese immediata e naturale che permette di riequilibrarsi e di ritrovare benessere psichico e fisico utilizzando semplicemente le proprie mani. È così semplice che tutti possono impararlo in un fine settimana, persino i bambini».
Questa pratica si propone come una terapia medica atta a curare traumi, distorsioni, ustioni, ferite ma anche allergie, così come malattie autoimmuni, semplici raffreddori o patologie tumorali. Decisamente molto. Anche quando la malattia non regredisce (il reiki, bontà sua, non pretende di garantire l’immortalità), il paziente trattato dovrebbe comunque trovare beneficio psicofisico nel trattamento e migliorare la qualità della sua vita. Il reiki inoltre - sempre secondo chi lo pratica - può essere utilizzato per curare malattie mentali come la depressione e garantirebbe una forte stabilità emotiva ed una maggior serenità nell’affrontare i problemi di tutti i giorni anche a chi è sano come un pesce.
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