Cicap Veneto

Fatti contro bufale? Vince la disinformazione

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Smentire le bufale? Tutta fatica sprecata. Anzi. C’è il serio rischio di ottenere l’effetto opposto e di “confermare”, sia pure involontariamente, il “complotto” che abbiamo sbugiardato. Come dire che nel mare magnum di internet le bugie navigano molto meglio delle verità. Proprio così. Per quanto ci si sforzi, una prova scientifica, un fatto conclamato, una notizia basata sulla sostanziale verità dei fatti, non potrà mai reggere il confronto con una bugia ben confezionata. E’ la fantasia al potere, di cui scrivevo nei muri ai tempi dell’università, pur se con un significato ben diverso.
Facciamo un esempio. Il quotidiano la Stampa ha raccontato, qualche tempo fa, il caso emblematico della legge proposta dal senatore Cirenga che mirava a stanziare 134 miliardi di euro nel nobile intento di trovare un posto di lavoro per gli ex-deputati non eletti nel 2013. Detta legge, approvata dal senato con 257 voti a favore,165 astensioni e nessun contrario, ha sollevato il comprensibile furore del popolo del web: post infuocati contro la “casta” (“E’ tutto un magna magna”), denunce del malcostume in tanti blog, addirittura una pagina Facebook contro il truce Cirenga. Peccato solo che Cirenga non esista. Non c’è nessun senatore con questo nome. Non c’è mai stato in tutta la storia della Repubblica. I voti al Senato sono al massimo 315, difficile quindi approvare una legge con 422 voti in aula. Di tale legge non c’è traccia, e non dico nel Bollettino ufficiale, ma anche in tutto il sito del Senato.Continua

Una presenza spettrale in laboratorio

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Le “cose” che sussurrano nelle tenebre e che spiano maligne dagli angoli bui della casa, hanno riempito i libri di letteratura. E fin che si resta sulla letteratura, va tutto bene. Io stesso, ho uno scaffale pieno zeppo di Lovecraft, Bradbury, Matheson, Blackwood e via discorrendo, e sin da bambino sono sempre stato convinto che un enorme ragno, peloso e zannuto, si nascondesse sotto il mio lettino. Non lo potevo vedere ma ne “avvertivo” ugualmente la presenza. Sicuro, come ero sicuro dell’esistenza di Babbo Natale.
Il problema nasce dal fatto che queste, sino ad oggi, inspiegabili “presenze spettrali” sono pane e companatico di tante pseudoscienze legate all’occultismo e alla parapsicologia. Quante volte abbiamo sentito affermare dalla “sensitiva” di turno che nella stanza c’era una presenza che solo lei poteva captare? Quanti “ghostbuster”, più o meno in buona fede, ci hanno giurato che quella notte in quel castello hanno “sentito” la vicinanza del fantasma della Dama decapitata?
Ebbene, queste sensazioni oggi sono state ricreate in laboratorio. Precisamente nell’istituto Federale Svizzero di Tecnologia (EPFL). I risultati della ricerca condotta dall’equipe del neurologo Giulio Rognini, sono stati pubblicati nella rivista Current Biology, e potete trovare un sommario a questo link.Continua

L’Area 51 esiste (i dischi volanti no)

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Dopo il continente perduto di Atlantide e il Santo Graal gelosamente nascosto da una occulta confraternita che controlla i destini del mondo, c’era solo lei: l’Area 51. Non serve pescare tanto indietro nei ricordi per farsi venire in mente perlomeno tre o quattro storie di Topolino e Indiana Pipps dedicate a questa misteriosissima base persa nella zona più remota del remoto deserto del Nevada. Per tacere di film, telefilm e di libri che ci raccontano di UFO, esperimenti top secret, portali per altre dimensioni, viaggi interstellari, dischi volanti e molto altro.Continua

Vedere tutto ma ricordare sbagliato. L’(in)attendibilità della testimonianza oculare

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Essere testimoni oculari non è garanzia di veridicità. Questo vale per una scena del crimine quanto per un ricordo qualsiasi. Lo hanno affermato due studiosi statunitensi, Jason Chan e Jessica LaPaglia, in un lavoro denominato “Impairing existing declarative memory in humans by disrupting reconsolidation” recentemente pubblicato dalla rivista scientifica Pnas e del quale potete trovare un estratto nel sito del 
Sissa.
Secondo i due scienziati, la memoria può essere contaminata semplicemente aggiungendo nuove e diverse informazioni sul fatto. Due sono i punti chiave. Il primo è la tempistica: per alterare il ricordo è indispensabile agire entro una finestra di circa sei ore, dopo le quali questo viene stabilizzato. Secondo punto: l’attinenza. La nuova informazione deve essere in qualche modo legata alla prima. Per spiegarci meglio, vediamo un esempio riportato dai due ricercatori. Ad alcune persone è stato chiesto di visionare un filmato in cui un terrorista cercava di dirottare un aereo minacciando lo steward con l’ago di una siringa. Successivamente ai testimoni sono stati formulate alcune domande relative all’episodio per verificare l’attendibilità dei loro ricordi. Ad un gruppo di loro, entro le ore successive, è stato fatto ascoltare un file audio in cui lo speaker dava notizia di un fatto simile relativo ad una operazione antidroga nel quale però il terrorista aveva usato una pistola elettrica al posto dell’ago.Continua