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25-02-2005, 08:282025, interfacce, neoconi, sogniPermalinkUn incubo e 10 domande
Caro Leonardo,
adesso va meglio, ma un febbrone così non mi veniva da anni.
L'influenza si è fatta annunciare da un sogno assurdo – io che non faccio incubi da quando ero bambino. Fu proprio l'altra sera, rincasando dall'ospedale.
Avevo camminato per un'ora, sotto una fitta pioggia di minuscoli grani di ghiaccio. Il sogno ricominciava da lì: di nuovo ero là fuori, sotto la pioggia, e camminavo, ma non avevo più una casa a cui tornare. Nel sogno sentivo una grande angoscia per Letizia. A volte era davanti a me e non riuscivo a raggiungerla. Altre volte era al mio fianco. Reggeva un orsetto che non era suo, suo fratello ne aveva avuto uno simile. Almeno una volta mi chiese: "Papà, cos'è Bar Taddei?"
"Tesoro, non te lo posso dire".
Io sapevo quanto fosse importante per lei, e mi vergognavo di non poterglielo. Temevo anche di offenderla, e subito la perdevo. Poi mi sentivo scuotere, ed era Assunta, arrabbiata, che mi chiedeva dove fosse Letizia. (Ho saputo più tardi che davvero Assunta venne a scuotermi, perché dal letto chiamavo Letizia a gran voce).
Nel sogno avevo paura di trovarmi solo con Assunta. Temevo che Concetta ci scoprisse e ci cacciasse via. Inoltre, ero vestito da Capitan America e me ne vergognavo profondam.
"Ma come sei conciato", rideva lei. E io – siccome la logica dei sogni è tutta particolare – continuavo a chiederle se avesse visto Letizia.
"Certo, eccola qua!" E mi porgeva l'orsacchiotto. Cercavo di spiegarle che Letizia non era l'orsacchiotto, invano.
Poi – sempre per via della logica nei sogni – l'orsacchiotto cominciò ad appartenermi perché lo avevo vinto a una Pesca del Festival dell'Amicizia, in un'estate di un agosto lontano, tirando a sorte un 52. Ma poi, invece dell'orsetto, mi veniva consegnata una Graziella azzurra, la bicicletta su cui salivo di nascosto a mia madre. Un attimo dopo ero in sella – e a quel punto mi svegliavo e mi trovavo in una galleria dell'inferno, nudo, in sella a una cyclette, ammanettato al portapacchi. Ciò che rendeva spaventosa questa parte del sogno era la straordinaria impressione di realtà: io sapevo che tutto il resto era sogno e quello era la realtà, per sempre, e non avevo più nessuna paura, ma un'angoscia orribile. Tutto intorno, disseminati fin oltre l'orizzonte, file di ciclisti uguali in tutto per tutto a me, salvo che indossano il passamontagna del Capitano. Sopra di me, non il cielo ma la volta di una caverna: sospesi alla volta, ancora ciclisti come me, capovolti. Come un grande specchio.
Poi la volta diventa davvero un grande specchio, e io penso: se guardo bene, riesco a vedere anche il mio volto riflesso. Guardo in alto. Mi vedo. Tutto tranne il volto. Metto a fuoco. Ora mi vedo. Ma non sono più io. O no?
Grido.
"L'altra notte avevi quaranta minimo".
"Come fai a dirlo, Concetta".
(Abbiamo perso il termometro).
"Deliravi".
"Dai, come nei romanzi! E cosa dicevo?"
"Di tutti i colori. Hai persino tirato fuori il 52, davanti ad Assunta, ho avuto paura. E parlavi inglese".
"Io? In inglese?"
"Qualcosa su un orsetto, mi pare. E a un certo punto ci siamo messi a ridere perché hai urlato forte: Sono giovane!"
"Guarda, non ti puoi immaginare lo spavento. Era come se il cielo fosse uno specchio, e io mi specchiavo, ma la mia faccia era diversa. Aveva vent'anni di meno".
"Ah, capisco lo spavento".
"Guarda che non niente male, sai".
"Oh, ma sei ancora niente male".
"F'nql"
"E adesso sei anche un uomo importante. Ti è arrivato un messaggio Supernet, stamattina".
"Per me? E che dice?"
"Non si sa. È tutto crittato, anche il mittente. Serve il riconoscimento oculare. L'unica cosa che si capisce è la parola urgente".
"Va bene. Dammi una mano ad alzarmi".
Il sistema di messaggeria via Supernet è roba da ricchi professionisti, ormai. Mentre fisso il lettore ottico per farmi riconoscere, mi viene un attimo di panico: e se fosse un sistema per spillarmi soldi? Un messaggio pesantissimo a carico del destinatario? Poi compare il nome del mittente: Ospedale Maggiore. Meno male.
In seguito, purtroppo, compare anche Damaso, seduto dietro la sua scrivania. Concetta, che è di fianco a me, spalanca la bocca e non la chiude più per un po'.
INIZIO MESSAGGIO
"Buongiorno Immacolato.
Ho saputo da Assunta della tua influenza, spero che tu possa rimetterti quanto prima. Ne approfitto per scusarmi per il modo in cui ti ho trattato l'altra sera. Ero al termine di un lungo turno straordinario, e avevo passato l'ultima mezz'ora a cercare di immobilizzare quell'energumeno... spero che accetterai le mie scuse.
Devo riconoscere che il tuo breve intervento è stato in un qualche modo risolutore. Dall'altra sera Taddei si è decisam ammansito. Tanto che stiamo riflettendo se non sia il caso di levargli le manette".
(È rimasto ammanettato tutto questo tempo?).
"L'idea che da qualche parte ci sia una persona che è in grado di comunicare con lui gli è di grande aiuto. D'altro canto, il fatto che tu sia mancato all'appuntamento che avevate fissato è stato per lui un grande motivo di frustrazione. Gli abbiamo spiegato che eri indisposto, ma non è che si fidi molto di noi. Nel frattempo ha stilato la lista delle prime dieci domande che tu gli avevi chiesto.
Ho pensato di fartele avere via Supernet, di modo che tu possa preparare risposte convincenti e misurate. Non sarebbe male se tu ti facessi vivo con le risposte al più presto, di persona o via Supernet. Addebita pure il messaggio al destinatario..."
(Che gentile).
"... provvederò io a scalarlo dal tuo compenso".
(F'nql).
Stacco. Compare il faccione di Taddei in primo piano. Una voce fuori campo che dice: Adesso puoi parlare. Si schiarisce la voce.
"Molto bene, signor... signor Immacolato, mi hanno detto che è ammalato e che in questo modo io posso comunicare con lei. Le faccio i migliori auguri e le pongo le dieci domande che mi aveva chiesto. Ci sono molte altre cose che vorrei sapere, ma queste mi sembrano indispensabili per cominciare.
(Adesso è lui a darmi del lei?)
Uno. Questa in realtà gliela avevo già fatta, ma spero che nel frattempo abbia controllato: chi ha vinto le elezioni americane del 2004?
Due. Osama Bin Laden è stato catturato?
"E chi diavolo sarebbe questo Osama..."
"Zitta, Concetta".
Tre. Qual è la situazione attuale del Medio Oriente? L'Iraq è una repubblica democratica? Mi sembra che questi infermieri non sappiano nemmeno cos'è l'Iraq. Mi sembra che non sappiano niente... mi dica lei, per favore.
Quattro. In realtà farebbe parte del Tre... Come è stato risolto il problema del terrorismo islamico nel territorio di Israele? Perché è stato risolto, non è vero?
"Mac, siediti, sei pallido come un cencio..."
"Ssst, Concetta, per favore".
Cinque. Nel nostro unico colloquio, a un certo punto lei accennava al fatto che gli Stati-Nazione non esisterebbero più. Si riferiva per caso all'Unione Europea? Qual è l'attuale assetto politico europeo? La Turchia ne fa parte?
Sei. Quali sono i nostri attuali rapporti con gli Stati Uniti d'America? Spero buoni.
Sette. Dai discorsi dei mieicarcerieri infermieri, mi è parso di capire che l'Italia, o come diavolo si chiama adesso, è attualmente coinvolta in operazioni militari contro la Libia. Potrei avere qualche ragguaglio sulle ragioni e l'andamento del conflitto? La Libia è forse una dittatura islamofascista? Gli USA partecipano al conflitto?
Otto. Questa è solo una curiosità mia, credo legittima: perché sono stato vestito così? Potrei cambiarmi?
Nove. Mi è capitato di chiedere del caffè. Qui sostengono che il caffè in Italia non si beve più perché non… "non piace più a nessuno". Mi stanno prendendo in giro?
Dieci. Cosa c'è nella stanza 68? Mi riferisco alla stanza 68 di questo ospedale. Gli infermieri vi alludono spesso. Si tratta di minacce?".
FINE DEL MESSAGGIO
"Mac".
"Sì?"
"Il tuo nuovo lavoro…"
"Sì, è un'idea di Damaso".
"Perché lo hai accettato?"
"Perché stavamo alle pezze, come sai bene".
"Mac, ti sta incastrando".
"Eh?"
"Questo è materiale compromettente. Un tizio che ti fa delle domande sul caffè e sugli usastri via Supernet…"
"Concetta, è tutto a posto. È un progetto finanziato dal Teopop".
"Mac, ci vuole distruggere. Vuole portarci via Assunta e la bambina".
"Concetta, in tutta franchezza…"
"Ascoltami…"
"Tu mi preoccupi".
"No, tu mi preoccupi".
"No, c'ero prima io, scusa. Prima mi ferisci con un cutter; poi ti giochi i miei risparmi al lotto. E adesso mi salti fuori con un delirio paranoide. Concetta, tu non stai bene".
"Tu non stai bene. Ieri notte deliravi".
"Io ho avuto una febbre alta".
"Tu hai avuto una febbre alta perché l'uomo che si scopa tua moglie ti fa andare a spasso in una bufera di neve senza darti un passaggio! Ma lo capisci che vuol farti fuori!"
"Non era una bufera! Almeno il senso delle proporzioni!"
[Va avanti a lungo, ma mi fermo qui].
Caro Leonardo,
adesso va meglio, ma un febbrone così non mi veniva da anni.
L'influenza si è fatta annunciare da un sogno assurdo – io che non faccio incubi da quando ero bambino. Fu proprio l'altra sera, rincasando dall'ospedale.
Avevo camminato per un'ora, sotto una fitta pioggia di minuscoli grani di ghiaccio. Il sogno ricominciava da lì: di nuovo ero là fuori, sotto la pioggia, e camminavo, ma non avevo più una casa a cui tornare. Nel sogno sentivo una grande angoscia per Letizia. A volte era davanti a me e non riuscivo a raggiungerla. Altre volte era al mio fianco. Reggeva un orsetto che non era suo, suo fratello ne aveva avuto uno simile. Almeno una volta mi chiese: "Papà, cos'è Bar Taddei?"
"Tesoro, non te lo posso dire".
Io sapevo quanto fosse importante per lei, e mi vergognavo di non poterglielo. Temevo anche di offenderla, e subito la perdevo. Poi mi sentivo scuotere, ed era Assunta, arrabbiata, che mi chiedeva dove fosse Letizia. (Ho saputo più tardi che davvero Assunta venne a scuotermi, perché dal letto chiamavo Letizia a gran voce).
Nel sogno avevo paura di trovarmi solo con Assunta. Temevo che Concetta ci scoprisse e ci cacciasse via. Inoltre, ero vestito da Capitan America e me ne vergognavo profondam.
"Ma come sei conciato", rideva lei. E io – siccome la logica dei sogni è tutta particolare – continuavo a chiederle se avesse visto Letizia.
"Certo, eccola qua!" E mi porgeva l'orsacchiotto. Cercavo di spiegarle che Letizia non era l'orsacchiotto, invano.
Poi – sempre per via della logica nei sogni – l'orsacchiotto cominciò ad appartenermi perché lo avevo vinto a una Pesca del Festival dell'Amicizia, in un'estate di un agosto lontano, tirando a sorte un 52. Ma poi, invece dell'orsetto, mi veniva consegnata una Graziella azzurra, la bicicletta su cui salivo di nascosto a mia madre. Un attimo dopo ero in sella – e a quel punto mi svegliavo e mi trovavo in una galleria dell'inferno, nudo, in sella a una cyclette, ammanettato al portapacchi. Ciò che rendeva spaventosa questa parte del sogno era la straordinaria impressione di realtà: io sapevo che tutto il resto era sogno e quello era la realtà, per sempre, e non avevo più nessuna paura, ma un'angoscia orribile. Tutto intorno, disseminati fin oltre l'orizzonte, file di ciclisti uguali in tutto per tutto a me, salvo che indossano il passamontagna del Capitano. Sopra di me, non il cielo ma la volta di una caverna: sospesi alla volta, ancora ciclisti come me, capovolti. Come un grande specchio.
Poi la volta diventa davvero un grande specchio, e io penso: se guardo bene, riesco a vedere anche il mio volto riflesso. Guardo in alto. Mi vedo. Tutto tranne il volto. Metto a fuoco. Ora mi vedo. Ma non sono più io. O no?
Grido.
"L'altra notte avevi quaranta minimo".
"Come fai a dirlo, Concetta".
(Abbiamo perso il termometro).
"Deliravi".
"Dai, come nei romanzi! E cosa dicevo?"
"Di tutti i colori. Hai persino tirato fuori il 52, davanti ad Assunta, ho avuto paura. E parlavi inglese".
"Io? In inglese?"
"Qualcosa su un orsetto, mi pare. E a un certo punto ci siamo messi a ridere perché hai urlato forte: Sono giovane!"
"Guarda, non ti puoi immaginare lo spavento. Era come se il cielo fosse uno specchio, e io mi specchiavo, ma la mia faccia era diversa. Aveva vent'anni di meno".
"Ah, capisco lo spavento".
"Guarda che non niente male, sai".
"Oh, ma sei ancora niente male".
"F'nql"
"E adesso sei anche un uomo importante. Ti è arrivato un messaggio Supernet, stamattina".
"Per me? E che dice?"
"Non si sa. È tutto crittato, anche il mittente. Serve il riconoscimento oculare. L'unica cosa che si capisce è la parola urgente".
"Va bene. Dammi una mano ad alzarmi".
Il sistema di messaggeria via Supernet è roba da ricchi professionisti, ormai. Mentre fisso il lettore ottico per farmi riconoscere, mi viene un attimo di panico: e se fosse un sistema per spillarmi soldi? Un messaggio pesantissimo a carico del destinatario? Poi compare il nome del mittente: Ospedale Maggiore. Meno male.
In seguito, purtroppo, compare anche Damaso, seduto dietro la sua scrivania. Concetta, che è di fianco a me, spalanca la bocca e non la chiude più per un po'.
INIZIO MESSAGGIO
"Buongiorno Immacolato.
Ho saputo da Assunta della tua influenza, spero che tu possa rimetterti quanto prima. Ne approfitto per scusarmi per il modo in cui ti ho trattato l'altra sera. Ero al termine di un lungo turno straordinario, e avevo passato l'ultima mezz'ora a cercare di immobilizzare quell'energumeno... spero che accetterai le mie scuse.
Devo riconoscere che il tuo breve intervento è stato in un qualche modo risolutore. Dall'altra sera Taddei si è decisam ammansito. Tanto che stiamo riflettendo se non sia il caso di levargli le manette".
(È rimasto ammanettato tutto questo tempo?).
"L'idea che da qualche parte ci sia una persona che è in grado di comunicare con lui gli è di grande aiuto. D'altro canto, il fatto che tu sia mancato all'appuntamento che avevate fissato è stato per lui un grande motivo di frustrazione. Gli abbiamo spiegato che eri indisposto, ma non è che si fidi molto di noi. Nel frattempo ha stilato la lista delle prime dieci domande che tu gli avevi chiesto.
Ho pensato di fartele avere via Supernet, di modo che tu possa preparare risposte convincenti e misurate. Non sarebbe male se tu ti facessi vivo con le risposte al più presto, di persona o via Supernet. Addebita pure il messaggio al destinatario..."
(Che gentile).
"... provvederò io a scalarlo dal tuo compenso".
(F'nql).
Stacco. Compare il faccione di Taddei in primo piano. Una voce fuori campo che dice: Adesso puoi parlare. Si schiarisce la voce.
"Molto bene, signor... signor Immacolato, mi hanno detto che è ammalato e che in questo modo io posso comunicare con lei. Le faccio i migliori auguri e le pongo le dieci domande che mi aveva chiesto. Ci sono molte altre cose che vorrei sapere, ma queste mi sembrano indispensabili per cominciare.
(Adesso è lui a darmi del lei?)
Uno. Questa in realtà gliela avevo già fatta, ma spero che nel frattempo abbia controllato: chi ha vinto le elezioni americane del 2004?
Due. Osama Bin Laden è stato catturato?
"E chi diavolo sarebbe questo Osama..."
"Zitta, Concetta".
Tre. Qual è la situazione attuale del Medio Oriente? L'Iraq è una repubblica democratica? Mi sembra che questi infermieri non sappiano nemmeno cos'è l'Iraq. Mi sembra che non sappiano niente... mi dica lei, per favore.
Quattro. In realtà farebbe parte del Tre... Come è stato risolto il problema del terrorismo islamico nel territorio di Israele? Perché è stato risolto, non è vero?
"Mac, siediti, sei pallido come un cencio..."
"Ssst, Concetta, per favore".
Cinque. Nel nostro unico colloquio, a un certo punto lei accennava al fatto che gli Stati-Nazione non esisterebbero più. Si riferiva per caso all'Unione Europea? Qual è l'attuale assetto politico europeo? La Turchia ne fa parte?
Sei. Quali sono i nostri attuali rapporti con gli Stati Uniti d'America? Spero buoni.
Sette. Dai discorsi dei miei
Otto. Questa è solo una curiosità mia, credo legittima: perché sono stato vestito così? Potrei cambiarmi?
Nove. Mi è capitato di chiedere del caffè. Qui sostengono che il caffè in Italia non si beve più perché non… "non piace più a nessuno". Mi stanno prendendo in giro?
Dieci. Cosa c'è nella stanza 68? Mi riferisco alla stanza 68 di questo ospedale. Gli infermieri vi alludono spesso. Si tratta di minacce?".
FINE DEL MESSAGGIO
"Mac".
"Sì?"
"Il tuo nuovo lavoro…"
"Sì, è un'idea di Damaso".
"Perché lo hai accettato?"
"Perché stavamo alle pezze, come sai bene".
"Mac, ti sta incastrando".
"Eh?"
"Questo è materiale compromettente. Un tizio che ti fa delle domande sul caffè e sugli usastri via Supernet…"
"Concetta, è tutto a posto. È un progetto finanziato dal Teopop".
"Mac, ci vuole distruggere. Vuole portarci via Assunta e la bambina".
"Concetta, in tutta franchezza…"
"Ascoltami…"
"Tu mi preoccupi".
"No, tu mi preoccupi".
"No, c'ero prima io, scusa. Prima mi ferisci con un cutter; poi ti giochi i miei risparmi al lotto. E adesso mi salti fuori con un delirio paranoide. Concetta, tu non stai bene".
"Tu non stai bene. Ieri notte deliravi".
"Io ho avuto una febbre alta".
"Tu hai avuto una febbre alta perché l'uomo che si scopa tua moglie ti fa andare a spasso in una bufera di neve senza darti un passaggio! Ma lo capisci che vuol farti fuori!"
"Non era una bufera! Almeno il senso delle proporzioni!"
[Va avanti a lungo, ma mi fermo qui].
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