Scuola di Opposizione 1

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Voghera is burning

Trenta giorni fa:
“Benvenuti al Laboratorio di Opposizione... cosa sono quelle facce mogie? Lasciatemi indovinare. Avreste preferito essere ammessi al Laboratorio di Governo, vero? Beh, non si può aver tutto dalla vita. E comunque vi svelerò un segreto”.
“Sentiamo”.
“L'Opposizione è più divertente! Distruggere è più facile che proporre, e poi ti dà la possibilità di imparare le priorità tra le notizie... per esempio, guardate i titoli dei giornali. C'è molta carne al fuoco, stamattina. Quante notizie. Quanti spunti. Dovete allenarvi a vedere in ogni notizia un'opportunità per mirare al Governo, capite? Ogni titolo è una freccetta. Però, attenzione: la maggior parte delle freccette sono scadenti. Hanno la punta smussata. Oppure sono pesanti e cadono prima d'arrivare al bersaglio. O sono troppo leggere. O il peso è mal calibrato e la traiettoria devia, credi di aver mirato al Governo e invece hai colpito qualcun altro, magari un tuo amico. Vi dirò che ci sono persino freccette boomerang, pensateci, freccette che vi tornano indietro, voi credevate di aver fatto un buon tiro e d'improvviso ve le trovate in... ci siamo capiti.
Ora, l'esercizio è il seguente. Prendete queste prime pagine. Osservatele. Trovatemi la freccetta giusta. Quella né troppo leggera né troppo pesante, ben calibrata, con una punta acuminata come la lingua di un serpente, e che non torna indietro. Vi dico che ce n'è una sola, le altre sono tutte freccette sbagliate. Cominciamo”.
“Mah, ci sarebbe il decreto sulle intercettazioni”.
“Interessante. Il decreto sulle intercettazioni. Spiegaci perché secondo te è la freccetta giusta”.
“Ecco, mi sembra chiaro che Berlusconi stia pensando solo ai suoi interessi”.
“Come tutti, del resto. Abbiamo tutti a cuore i nostri interessi, e Berlusconi è un po' il simbolo di questo. La gente lo vota perché si riconosce. Sei ancora sicuro che sia la freccetta giusta?”
“Ci sarebbe la storia dell'intercettazione con Saccà... quella in cui dice che gli serve una Velina per convincere un senatore a votare la sfiducia al governo Prodi...”
“Tu sai che quella telefonata non rappresenta nessuna violazione della legge, vero?”
“Sì, però abbiamo un leader politico che propone di scambiare favori sessuali con voti di fiducia... mi sembra uno scandalo. Cioè, io insisterei su questo fatto che...”
“Eccone un altro che se ne va impettito con la sua bella freccetta in culo. Ti svelerò un segreto: alla gente di queste cose non potrebbe fregar di mano. Berlusconi telefona a un amico che lavora in Rai. Parlano di veline. Embè? Credi che la casalinga di Voghera si svegli alla mattina pensando Speriamo che anche oggi Berlusconi non faccia cadere il governo in cambio di una velina? Sveglia! La casalinga pensa alla borsa della spesa, all'inflazione! Ai rifiuti sul marciapiede! Alla criminalità, quella vera, quella piccola che fa paura! A questo pensa”.
“Sì, ma...”
“Niente ma. L'opposizione si fa sui fatti veri, quelli che interessano alla gente. Non sui gossip da quattro soldi. Prendete appunti”.

Quindici giorni fa:
“Rieccoci qui al nostro corso di Opposizione. Se ricordo bene avevate un compito per il fine settimana. Dovevate...”
“Cercare la freccetta giusta".
“Come al solito. Vediamo un po'. Tu, là in fondo. Cos'hai trovato”.
“Beh, io... C'è questa chiacchiera insistente, sui fondi dei quotidiani... che secondo me meriterebbe più attenzione”.
“Una chiacchiera? Non sarà quello a cui sto pensando, vero?”
“Cioè, si parla di intercettazioni... in cui al telefono si allude a... pratiche sessuali tra Berlusconi e qualche giovane ministra...”
“No”.
“Sì, lo so che in apparenza si direbbe mero gossip, ma riflettendoci bene...”
“Dopo un mese, ancora mi cascate in un tranello del genere”.
“...lasciamo stare il pettegolezzo: abbiamo almeno un paio di giovani di bell'aspetto che nessuno sa perché facciano le ministre. Non lo sanno nemmeno i loro colleghi di Partito. Gente che magari ha studiato sodo e si vede scavalcata per motivi... per motivi... io credo che ci sia lo spazio per un'indignazione bipartisan”.
“Pure questo mi tocca sentire. L'indignazione bipartisan”.
“Che se uno ci pensa bene, fa parte sia del discorso sul ricambio generazionale che di quello sullo svuotamento delle istituzioni repubblicane: c'è un signore che si è preso tutto, e nei posti di responsabilità ha piazzato dei... delle pompinare, reali o metaforiche. Credo che in un altro Paese i quotidiani insisterebbero sull'argomento tutti i giorni”.
“E perché non ci vai?”
“Prego?”
“Perché non ci vai, in un altro Paese civile dove non hanno altri problemi al di fuori dei pompini presidenziali? E così magari ci lasci liberi di discutere dei veri problemi... i rifiuti... il carovita... le tasse... certo, posso capire che alla tua altezza questi problemi non esistano...”
“Ma veramente...”
“Di sicuro non te ne preoccupi. Ti preoccupi perché Berlusconi ogni tanto se la spassa come una ministra. E anche la famosa casalinga, immagino. Lei non dev'essere spaventata dalla microcriminalità, dall'emergenza rifiuti, no, no. Lei è preoccupata perché la ministra delle Pari Opportunità stacca delle pompe al Presidente”.
“Mi sembra... mi sembra un affronto alle istituzioni...”
“Ma non capisci che è un tranello? Che ci vogliono far passare l'estate a parlare di pompini e affronti alle istituzioni, mentre loro si prendono il potere vero? Le aliquote. Le accise. Dobbiamo parlare di questo. Di cose reali, capisci? Di fatti? La vera opposizione si fa così”.

Ieri
“Buongiorno professore”.
“'Giorno”.
“Le abbiamo portato il lavoro di gruppo che ci aveva richiesto”.
“Ah, sì, bravi...”
“Professore, ma che faccia ha? Non sta bene?”
“Ma no, è che... ho fatto mattina con il gruppo di crisi del Governo Ombra... siamo un po' in difficoltà”.
“Per via dell'emergenza rifiuti, vero?”
“Già... La fine dell'emergenza rifiuti. Che colpo di genio”.
“Beh, professore, era prevedibile. Dopo un po' le emergenze finiscono. È a quello che servono, no?”
“Sì, ma sono stati bravi. Dei professionisti. Pare che faranno uno special su Italia1 dopo Lucignolo... la propaganda spalmata sulle tette. Fantastico...”
“Comunque noi, professore, avremmo pensato di passare al contrattacco...”
“Avercelo noi, un traino come Lucignolo”.
“Siamo partiti da un presupposto: nulla si crea e nulla si distrugge, quindi la monnezza è ancora lì. Non resta che farla notare a tutti”.
“...e invece a noi, che ci tocca? Chi l'ha Visto? Ma fateci il piacere...”
“E quindi pensavamo a un intervento massiccio da Napoli in giù! Distaccare tutti i pezzi grossi del partito, mandarli dove hanno riaperto le discariche che già scoppiano”.
“Certo, tra luglio e agosto mi sa che non vedono l'ora... invece delle Seychelles... un bel weekend a Chiaiano...”
“Mandarli nei comuni che continuano a dire di no agli inceneritori. Insistere sul fatto che l'emergenza non può essere finita, perché le cause strutturali non sono state risolte”.
“Sì, me li immagino i telespettatori... appena sentono "Cause strutturali", clic!”
“E che quindi, insomma, annunciare che è finita l'emergenza significa soltanto: per noi non è più un'emergenza, sono solo cazzi vostri...”
“Ci vorrebbe un diversivo, invece...”
“Che è poi il vero messaggio in codice di Bossi, quando ha mostrato il dito”.
“Che cosa?”
“Sì, ieri sera Bossi ha mostrato il dito medio. A un comizio. Le solite cose”.
“Questo sì che è interessante! E cos'ha detto?”
“Mah, un qui-pro-quo sull'Inno di Mameli... dice che non vuole più essere schiavo di Roma...”
“Volete dirmi che ha osato prendersi gioco dell'Inno?”
“Massì, professore, sono le solite cose da repertorio... le abbiamo studiate, no?”
“Ci sono! Questa è la freccetta giusta! Non troppo leggera, non troppo pesante, ben calibrata e acuminata il giusto! Giù le mani dall'Inno!”
“Ma professore...”
“E sarà una campagna bipartisan! Nessuno può prendersela con l'Inno! Chiederemo le dimissioni! Questa sì che è Opposizione!
“Ma veramente...”
“Cosa c'è adesso?”
“Sono le solite cose che Bossi dice e fa da vent'anni – è stato anche processato per vilipendio al tricolore”.
“Bravi! Rispolverate la storia, insistiamo sul concetto!”
“Sì, ma poi lo hanno eletto e lo hanno rifatto ministro. È evidente che per la casalinga di Voghera l'inno e il tricolore non sono una priorità”.
“La casalinga, sempre questa casalinga, come se fossimo qui per andare dietro alle casalinghe. Certo che voi non imparate mai”.
“...”
“Uno si sgola a spiegarvi i fondamentali, ma è tutto inutile”.
“...”
“Stiamo qui a far accademia, e intanto quegli altri agiscono. Son forti loro, hanno Lucignolo. Ce l'avessimo noi, Lucignolo. Ah, ma verrà il giorno...”
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