La coppia che strappò spiagge e foreste ai latifondisti per restituirle al popolo costaricano

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Dopo gli orrori della seconda guerra mondiale, Nicolás “Olle” Wessberg e Karen Mogensen lasciarono il nord Europa col sogno di vivere a pochi metri dall’Oceano Pacifico, circondati da alberi in fiore. In Costa Rica videro la decadenza degli spregiudicati possidenti locali in combutta con investitori nordamericani, pronti a cementificare il Paese con la maggiore biodiversità al mondo in nome dello “sviluppo turistico”. Qui la coppia tramutò in azione il proprio convincimento ambientalista, battendosi per la conservazione e la valorizzazione del ricchissimo patrimonio ambientale del Paese. Per queste lotte, i due pagarono un carissimo prezzo. Oggi, all’ombra di un palmeto, una stele ricorda doña Karen e don Nicolas, la cui ardita coerenza ha tracciato il sentiero della difesa della natura e dei diritti umani in questo angolo di paradiso.
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Costarica, il clima cambia nel paradiso

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Reportage. Nella riserva Karen Mogensen, dove un progetto di riforestazione ha restituito una riserva naturale a uno dei paesi più verdi della Terra. Qui si trova la più altabiodiversità minacciata dall’emergenza climatica
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Una sentenza tedesca per non dimenticare il genocidio degli yazidi

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Quello degli yazidi è stato un genocidio silenzioso, compiuto nell’indifferenza dell’Europa che non ha saputo, voluto o potuto intervenire. Ma proprio da questa Europa è arrivato un segnale di giustizia. Un jihadista iracheno è stato condannato all’ergastolo dall’Alto Tribunale regionale di Francoforte per genocidio. L’uomo aveva torturato una donna yazida e la sua bambina di cinque anni, lasciata morire di caldo e di sete. “È un’iniziativa giudiziaria coraggiosa”, spiega l’avvocata della Corte internazionale di giustizia Maria Stefania Cataleta.
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Suolo architettonico

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Diébédo Francis Kéré ha dimostrato la validità dell'architettura ecosostenibile di qualità anche in contesti difficili come l'Africa
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«Stop al terricidio»

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Storie. Arriverà il 22 a Buenos Aires la lunga marcia delle donne argentine per chiedere una legge contro le devastazioni e lo sfruttamento delle terre indigene
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Perché si parla di genocidio del popolo guaraní

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Per i guaraní la terra è l’origine di tutta la vita. Ma da oltre 500 anni le incursioni violente di ‘civilizzatori’, allevatori ed estrattivisti hanno devastato il territorio in cui vivono e quasi tutta la loro terra è stata rubata. Intanto, mentre i bambini guaraní muoiono di fame, negli ultimi anni centinaia di leader e attivisti sono stati assassinati. Le organizzazioni per i diritti umani mettono in guardia: si tratta di uno sterminio annunciato.
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