Ya Basta in carovana

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Tunisi - In questa Tunisi dove la rivoluzione è tutt’altro che finita, una ventina di attivisti di “Ya Basta” provenienti da tutta l’Italia si è data appuntamento per portare nel sud del paese, nei campi profughi di Ras Jadir dove sono transitati per lo meno 150mila profughi
- che cosa è al confronto Lampedusa? - un grosso carico di medicinali e di attrezzature medi- che. «perché lo facciamo?», spiega Tommaso Cacciari, uno dei portavoce della carovana denominata “Uniti per la libertà”, «innanzitutto per portare per portare solidarietà e aiuto a persone che ne hanno bisogno, ma anche per testimoniare nei fatti che l’Italia non è solo Bossi e Berlusconi».

L’avventura dei ragazzi di “Ya basta” che stanno per entra- re in zona di guerra, ai con- fini con la Libia, non è passata indifferente tra l’opinione pubblica tunisina che ha dato loro ampio spazio nelle televisioni, nei media e nel- le radio. Venerdì si è svolta un’affollata conferenza stam- pa e un incontro con le de-
legazioni dei movimenti dal basso e degli universitari che sono stati i veri motori della rivolta contro Ben Alì. oggi la carovana farà rotta a sud con una scorta dell’esercito e della Mezza luna rossa. al momento in cui scriviamo, le forze armate tunisine hanno proibito ai carovanieri di pernottare all’interno del campo 2 di ras Jadir, che ospita circa 10mila profughi, giustificando il divieto con l’eccessiva vicinanza al confine libico. «non dimentichiamoci - ha spiegato un portavoce dell’esercito - che l’Italia è un paese in guerra con la Libia».
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