Giaculatoria per il tunnel del San Gottardo
04-05-2025, 14:11auto, poesia, santiPermalink5 maggio: San Gottardo di Hildesheim, monaco, vescovo, tunnel
San Gottardo, per quanto sia in ritardo,
ti invoco antico amico,
proteggimi da tutto
dalla febbre, dalla podagra, dall'idropisia,
ma soprattutto
finisca presto questa galleria
che mi circonda,
che mi sprofonda,
sedici chilometri
nessuna luce in fondo,
pietà di me.
Tu che ubbidisti a Enrico il Litigioso,
Proteggimi Gottardo
dal camionista stanco e rancoroso,
dagli assassini in Audi,
e dagli hondisti in banco
che sfidano i monsoni con destrezza
per spiaccicarsi contro un parabrezza
come mosconi,
uomo di Dio
fa che non sia mai il parabrezza mio.
Che non sia io
l'uomo che scappa sopra quel cartello
verso il rifugio
che è ventilato separatamente
affinché il fuoco
non mi raggiunga incenerendo me
la mia famiglia
com'è successo pure quella volta
nel monte Bianco,
o San Gottardo,
io non lo scordo
ogni volta che entro in un traforo,
per svago o per lavoro,
vedo le fiamme il fumo
alzo la radio canta Robert Scott
come una volta a Albenga
che tamponammo in trenta
in coda in galleria
baby please don't go
baby blease don't go
into that big black hole
you know I love you so
baby please
Metti la radio leggono Dϋrrenmatt
Maledett
Tu che proteggi dalla grandine, Gottardo
abbia riguardo per la mia
carrozzeria,
tu che invocato aiuti donne a partorire,
aiutami ad uscire
da questo ventre buio, eterno, scuro.
Lo giuro
non sfiderò più gli inferi stradali
per sempre starò fuori dai trafori.
Prenderò il treno
o il valico come da ragazzino:
vedevo la lancetta dell'acqua andare su
ma io di più,
vedevo già le vacche pascolar,
facevo un pieno a Bar
Cenisio,
ah io vorrei tornarci anche solo per un dì,
invece eccomi qui
intubato nel profondo.
O porco mondo,
perché ci fai così, ci agiti invano,
in viaggi vani,
in van non adeguati,
in vani agguati,
perché non stiamo sempre dove stiamo,
perché viaggiamo,
voliamo traforiamo svalichiamo
tracciando piste in cielo e sotto i monti,
fetenti Fetonti,
e non ci accontentiamo,
di un monastero in Svevia.
Gottardo che nascesti in Passavia,
fammi pussare via.
Tu che portasti in Svevia la riforma di Cluny,
portami fuori di qui,
e ti sarò grato,
dirò per te un rosario all'autogrill,
ma senza fare il pieno,
perché lì costa tutto in modo assurdo,
O San Gottardo.