"Non si celebra il nulla"

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Trascurabili questioni di stile

Questo non è un pezzo sulla politica. Non c'è nulla che valga la pena di scrivere in questi giorni che non sembrerà ridicolo tra un mese. Non è neanche un pezzo sul calcio. Forse è un pezzo sullo stile. Il problema con lo stile è che se non sai cos'è, non capisci nemmeno che ti manca. La maggior parte delle persone ne ha quel poco che basta per capire che gliene servirebbe di più. E poi c'è Adinolfi. Purtroppo questo è anche un pezzo su Mario Adinolfi.

Adinolfi sta su twitter. Ha anche un blog a dire il vero, cioè lo aveva sul Cannocchiale, poi lo ha chiuso, poi lo ha riaperto, non lo so, non è che sia così interessante in fin dei conti. Io lo seguo su twitter, e tanto mi basta. Sì, non è un grande indizio di stile da parte mia. Su twitter Adinolfi ha tutta una teoria su cosa bisogna fare e cosa no, tutto un catechismo che vi risparmio; lui sostanzialmente lo usa per esprimere le sue opinioni politiche, festeggiare quando vince a poker e tifare Juventus. Quest'ultima cosa lo rende più di altri un cinguettatore molesto, perché, non so se ci avete fatto caso, poche cose si sopportano meno nel flusso di twitter di uno che non commenta nemmeno la partita in modo tecnico, no, lo usa solo per fare i cori come in curva, ma d'altro canto Adinolfi è così. Tifa la Juventus, la quale squadra almeno di questo non ha colpe. La domenica che ha vinto il campionato magari vi siete chiesti chi sono stati gli sfigati che hanno fatto invasione di campo, ecco, Adinolfi c'era e si è fatto pure il video col telefonino e l'ha pure messo su internet, perché Adinolfi è uno che in internet ci crede, sa come usare internet per farsi compat... per attirare l'attenzione sul personaggio. Vabbe'.
campioni di sto kazzo..ma andate a lavorare,con tutti i problemi ke ci sono in italia pensate a ste minkiate,poi se ce da andare a manifestare x sto paese ke sta andando in rovina nessuno si muove..siete dei pecoroni di merda,ke italiani di merda e pure ciukki,bravi coglionazzi pensate al calcio ke sicuramente vi darà da mangiare...koglioniiiiiiiiiii.­.....!!!!!!!!!!!!! (D'altronde, se carichi un video su youtube che reazioni ti aspetti? No vabbe' ma sei tu l'internettologo).
Ora io dirò una cosa di calcio, una sola. Non ho mai sopportato la Juventus. Quando sei bambino hai bisogno di una squadra che compensi la tua autostima, tanto meglio se è l'unica con due stelle sullo stemmino. Io probabilmente avevo un'autostima pazzesca, una sindrome da onnipotenza mai veramente rientrata, perché dopo attenta riflessione scelsi il Torino. Però voglio aggiungere un'altra cosa, un'ultima. Per quanto io possa avere odiato la Juventus bistellata dei miei tempi, il mio era un odio grondante di stima. Confusamente sapevo che non mi sarei mai potuto fare dei nemici migliori di Platini, di Zoff, di Boniperti, di Trapattoni. Era una squadra che aveva stile, non è solo un modo di dire. Anche quel modo di vincere ma non stravincere: per esempio il campionato mai due volte di fila, sarebbe stato inelegante. Il mio era un odio che si è incrinato in due momenti precisi, filtrando un dolore sincero: Juventus-Amburgo e Juventus-Liverpool. Ci soffro ancora a pensarci, che quella squadra non ha mai veramente vinto una Coppa come si deve. Se la meritava ma non è successo, e ciò me la rende un po' più Torino di quanto non sia Juventus. Quella Juventus non esiste più, anche questo non è un modo di dire. È cambiato tutto nel frattempo, stravincere è diventato un imperativo commerciale, però tutta la polemica sulla terza stella, ecco, al di là di tutto, è la morte dello stile. Uno sportivo che ha stile, se ritiene che gli sia stata fatta un'ingiustizia, se pensa che gli siano stati scippati due scudetti, alza le spalle e dice: va bene, siccome me li merito li rivincerò. Questo è lo sport, questo è lo stile, questo è l'unica labile connessione tra il guardar tirare calci a un pallone e il diventare uomini. Che era il fine per cui lo abbiamo inventato, lo sport moderno: diventare uomini. Non intrattenere bamboccioni quarantenni che si filmano l'invasione di campo, manco avessero vinto loro. (Sì, Adinolfi, non "avete vinto" voi tifosi: han vinto loro, voi al massimo avete pagato il biglietto, eh, ma questa cosa, se non ti è entrata a sedici, a quaranta è durissima).

Sabato sera c'è stata Juventus-Napoli, finale di Coppa Italia. Per i non esperti: è un trofeo nominalmente importante, ma sempre un po' snobbato dal pubblico. Per alcune squadre di livello medio è un palcoscenico fondamentale. Comunque stiamo parlando di un trofeo professionistico, ci si aspetta che tutti diano il meglio. Adinolfi, che su twitter aveva appena finito di esternare la sua opinione criminologica sulla bomba di Brindisi (Non è una bomba di mafia, questa è opera di un Brevnik all'italiana, trovatelo subito), si è messo subito a spiegare che la Coppa per lui era un "portaombrelli", non gli interessava, e vabbe'. Ha vinto il Napoli e Adinolfi ha commentato così:


E uno dice sì, un po' acidino, ma d'altronde è un tifoso, bisogna entrare nella semantica dei tifosi. Magari tra un po' cancella. E dopo un po':
Capisci che twitter è demoniaco? Perché son tutte opinioni non richieste, cioè Adinolfi, fermati, che rosicata indegna, che piccola grande figura di merda stai facendo, e perché? Sei un personaggio pubblico, ti sei anche candidato, e questi sono quei momenti in cui uno ti legge e pensa: fortuna che non t'abbiamo eletto. E non ha niente a che vedere con le tue idee o le tue appartenenze, ha unicamente a vedere con lo stile, però non credo di potertelo spiegare se non sai cos'è. C'è una differenza, ci dovrebbe essere, tra il "tifare" una squadra e regredire a uno stadio infantile di sfottò e pappapero. La famosa questione generazionale. Il guardare all'estero, dove i trenta-quarantenni si fanno sotto nel mondo della politica: vatti a vedere se un trentenne di belle speranze inglese si mette a commentare una partita così sui twitter. Io scommetto di no. Il "tifo", nei Paesi sportivi, implica un rispetto per gli avversari, per la competizione, per la bellezza del gioco, che tu in questi piccoli momenti mostri di non sapere neanche dove sta di casa, e spero violentemente che tu non sia rappresentativo di una tifoseria o di una società. Comunque magari era solo lo sfogo di un momento e dopo un po' gli è passata.

Non gli è passata.
Questa è una piccola storia che avrei dimenticato subito, non fosse che ieri Adinolfi si è messo a festeggiare - stavolta non la Juventus, ma sé stesso, perché è stato eletto in Parlamento. Sì. È andata così. A Civitavecchia è stato eletto un sindaco già parlamentare, ma tra le due cariche c'è incompatibilità e quindi dovrà dimettersi, e lo scranno libero spetta per legge al primo dei non eletti nella stessa lista, che era evidentemente Mario Adinolfi. Secondo lui è una grande vittoria di internet, infatti Adinolfi è un grande esperto di internet, ha avuto anche per anni un blog sul Cannocchiale. E ha un sacco di gente che lo segue su twitter. Per cui insomma tra l'incredibile consacrazione di Adinolfi che entra finalmente alla Camera e il risultato comunque apprezzabile delle liste appoggiate da Grillo, è tutto un trionfo di internet.

Certo, c'è il particolare trascurabile che Adinolfi era in una lista del PD, partito di cui ha stracciato la tessera un anno fa, con un intervento molto polemico nei confronti della segreteria Bersani. Al tempo noi pochi adinolfologi (razza strana) ci domandavamo in cosa consistesse abbandonare il PD, dal momento che Adinolfi non aveva nessun ruolo a nessun livello: di solito i divorzi comportano qualche rinuncia, ma non era chiaro a cosa stesse rinunciando il nostro. Per esempio, a un eventuale seggio in parlamento qualora se ne presentasse l'eventualità? No, pare di no, adesso che si è liberato un posto Adinolfi si è sbrigato ad annunciare che entrerà nel gruppo del PD, "da indipendente": che bella espressione anni Ottanta, mi fa tornare in mente Zbigniew Boniek. Un altro stile, comunque.

Questo non era un pezzo di politica. Era un pezzo sullo stile. Per esempio. Cosa c'è di peggio di sputare nel piatto in cui si mangia? Ci può essere qualcosa di peggio? Sì, qualcosa c'è: riprendere il piatto dopo un po' e rimettersi a mangiare come se nulla fosse. Da indipendente. D'altro canto, che senso ha parlarne. Chi legge fin qui, o condivide il mio parere su Adinolfi (e allora è inutile continuare) o è Adinolfi. Nel qual caso non credo che possa capire cosa intendo per "stile". Probabilmente pensa che lo stia prendendo in giro perché è sovrappeso. No, Adinolfi, giuro, il girovita non c'entra niente.
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