forever young, reprise

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Quando non so a cosa pensare, penso a Rutelli.

Qualche tempo fa la Repubblica ha fatto un sondaggio sul leader del Partito Democratico – ho perso il link, ma fidatevi. Veltroni ha preso il 30% e rotti. Il secondo mi pareva fosse Bersani – poi tutta una pletora di personaggi al cinque, al tre, al due. E in fondo, al termine di una coda lunga di uno virgola, Rutelli. Forse perché, alfabeticamente, Rutelli è un po' svantaggiato. Già. Sarà l'alfabeto.

Quando penso a Rutelli, non so bene a cosa pensare.
Di trasformisti ne ho conosciuti, li ho studiati: ai tempi della guerra di Libia Mussolini andava a fermare i treni, Bocca era nel GUF, Ferrara uscì dal PCI dopo una rissa da filopalestinese intransigente. E via e via. Ma Rutelli, ancora relativamente giovane, chissà come mi stupisce di più: veramente uno si chiede cosa si potrà inventare ancora. L'unica ideologia che non ha ancora vagamente costeggiato è il fascismo, e la cosa gli fa onore – ma aspettiamo, non si sa mai.

Badate bene: il trasformismo, in sé, non è un problema. Una persona può cambiare idea. Solo i cretini non le cambiano mai. Il punto è che Rutelli, tutte queste idee, non le veste proprio. Ve lo immaginate, Rutelli verde? Rutelli ai convegni ecologisti? È stato segretario nazionale dei Verdi Arcobaleno. E Rutelli che si fa le canne? Nel periodo radicale fu incarcerato per essersi fatto una canna in corteo. E Rutelli cattolico? Rutelli che va in Chiesa, s'inginocchia, si segna, si batte il cuore al Mea Culpa, ve lo immaginate Rutelli che intona il Gloria? Ecco, appunto. Il physique c'è, ma non è il physique du rôle. Volete mettere, per dire, con un Ferrara? Se una mattina Ferrara si sveglia teocon, come prima cosa si mette a compulsare le encicliche. Si documenta, e poi si atteggia – in fondo è un guitto, il basso del melodramma. Rutelli invece è manichino, alla gente non va giù.

Altrimenti non si spiega questo mistero: dai radicali, con tutte le loro eroiche battaglie, ai teodemocratici, con tutta la loro fede incrollabile nella Vita e in Cristo, passando dai Verdi (che sono quelli che dovrebbero salvare il mondo) e dal Municipio di Roma (che ha amministrato neanche male), Rutelli dovrebbe avere collezionato qualche umana simpatia, o no? E invece no! non lo sopporta nessuno. Ormai è un uomo d'apparato, lui che andava in giro coi cartelli davanti a Montecitorio, lui che augurava il rancio di San Vittore a Bettino Craxi, lui! ormai parla solo a nome dei quadri di partito. Se chiedi all'uomo della strada un leader del PD, a quello gli verrà in mente prima un paio di pelati, come Bersani o Letta, o di donne, come la Finocchiaro e… la Bindi! Persino la Bindi è più popolare di Rutelli. Su un altro sondaggio, di Excite, lo ha sorpassato Scalfarotto, un gay con le orecchie a sventola. Se ci pensate è incredibile. Rutelli in teoria dovrebbe essere quello col fascino.

Quando vi lamentate che ci sono pochi giovani tra gli aspiranti leader del PD, mi viene in mente Rutelli. Cioè niente.
Ma voi c'eravate, nel 2001? Perché io c'ero, e mi ricordo che l'Ulivo schierava contro Berlusconi un leader giovane, fascinoso, carismatico: Rutelli. E perse. Difendendosi bene, però. Ricordo che a quel tempo si parlava di "effetto Rutelli", che aveva avvantaggiato la Margherita rispetto agli altri partiti della coalizione. Si diceva che gli elettori di sinistra fossero già molto più uninominalisti dei loro rappresentanti. Non votavano più per un partito o per una coalizione di partiti, ma per un leader, per una faccia: e magari proprio quella faccia lì, a metà tra Kennedy e Albertone.

A quel punto cos'è successo? Da qualche parte qualcuno avrà spiegato come Rutelli dilapidò il suo capitale di leader dell'opposizione. Io non ricordo bene. Ma mi sembra che al termine dell'investimento emotivo della campagna elettorale, Rutelli smise per sempre di essermi in qualche modo simpatico. Tra Prodi e lui, nessun dubbio. Ne è prova che nessuno valutò mai seriamente una sua candidatura alle Primarie.

Ne è prova l'enorme credito che diamo a Veltroni, un politico che coi DS non ha poi dimostrato tutte queste meraviglie. Porta in dote l'amministrazione del Municipio di Roma, dove non mi pare abbia fatto molto meglio del suo predecessore. E allora cos'è che lo rende così popolare?
Potrò sbagliare, ma secondo me il segreto del successo di Veltroni è il gran vuoto che c'è intorno. Gli elettori volentieri eleggerebbero un leader relativamente giovane, con idee nuove e una cultura del Fare, e siccome non c'è, si arrangiano con Veltroni. Ma in teoria doveva esserci. In teoria doveva essere Rutelli. Più smarcato dai partiti tradizionali, più giovane, più bello. Ma nessuno lo considera più. Che ha combinato?

Qui, se ci riflettete, c'è un errore. Forse noi viviamo in un universo parallelo. Nell'universo in cui le cose vanno secondo logica, l'anziano e rassicurante Prodi è diventato il segretario del rassicurante partito della Margherita, mentre l'ex candidato della coalizione, giovane e rampante, ha continuato a fare il capo della coalizione, forte del suo carisma trasversale. Doveva andare così. Perché non è andata così?

Forse perché Prodi, con quell'aria di fessacchiotto, s'è letteralmente mangiato Rutelli? Nel lungo confronto ai vertici lo ha fiaccato, l'ha svuotato di tutto il suo fascino e l'ha trasformato in un'ameba reazionaria. E Rutelli è stato al gioco. S'è fatto svuotare. Perché? Forse non era abbastanza furbo. Bravo abbastanza per fare carriera coi radicali (capirai). Bravo abbastanza per vincere a Roma. Ma Prodi è su un altro livello.

Questa è dura da mandare giù, lo so. Mi rendo conto che Prodi non ha l'aria di un grande stratega, che sembrava e sembra uno scartino della Prima Repubblica. Tuttavia lo scartino della Prima Repubblica alla fine ha fatto fuori il giovane rampante. Il popolo che premiò la Margherita di Rutelli nel 2001 è solo una parte di quello che plebiscitò Prodi alle primarie del 2005. È un popolo che ha voglia di un leader, questo è sicuro. Se gliene proponi uno, anche usato, lo incorona di buon grado. E l'età non è un fattore importante. Mi dispiace. Non fu decisiva quando Rutelli sfidò Berlusconi, non lo è nemmeno oggi.

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Quando vi lamentate dei pochi giovani in politica, e mi proponete una lista di giovani in politica, io penso a Diaco. Cioè a poco.
Perché lo conosco poco, davvero, di solito quando arriva cambio stazione o canale. In fondo non ho nulla contro di lui, tranne un'epidermica antipatia, ma nemmeno capisco perché debba dirigere il mio partito.
Qualche sera fa l'ho visto un attimo da Chiambretti: se non sbaglio è riuscito in pochi minuti a esprimere simpatia per Papa Ratzinger ("che non piace a nessuno") e a fare un coming out bisessuale. Cioè, capite, a lui non basta stare simpatico ai gay: deve stare simpatico simultaneamente a donne e uomini, gay ed etero, ma anche al Papa, "che non piace a nessuno"! come no, il problema del Papa è appunto che nessuno lo ascolta, nessuno gli vuole bene. E a quel punto ho cambiato canale, altrimenti faceva in tempo a esprimere ammirazione anche per Bin Laden. Lui stesso avverte che essendo cresciuto senza padre tende a cercarlo dappertutto: va bene, capisco, ma cercane almeno uno alla volta. Non puoi fare il bisessuale e il papaboy simultaneamente, non è serio, e anche se tu ci credi ugualmente non ti crederà nessuno.

Neanche Rutelli era arrivato a quel punto. Forse non ci aveva pensato, forse si sta mordendo le mani dal dispetto. So anche che in seguito Diaco è stato da Biagi a parlare della droga; sono sicuro che ne avrà parlato male, e tuttavia a questo punto non mi fido: secondo me vuole stare simpatico sia a chi si droga, sia a chi ha smesso, sia a chi non si drogherà mai; oltre naturalmente agli omosessuali, agli eterosessuali, ai bisessuali e al Papa. In teoria ormai Diaco dovrebbe essere simpatico a chiunque, in Italia; in realtà non lo regge nessuno. Come si spiega? Credo che sia l'effetto Rutelli: il giovane piacione in Italia non funziona. Tutti questi giovani rampanti che si credono Tony Blair, più in là di tanto non vanno. Se hanno costanza e un po' di fortuna possono anche metter radici in Parlamento, ma il cuore degli italiani è un'altra cosa.

L'obiezione la conosco: anche Berlusconi è un piacione. Come no. Ma lui conosce i suoi limiti. C'è gente che non lo amerà mai, e lui lo sa: li chiama comunisti, li considera coglioni, li disprezza e li provoca. Questo gli italiani lo capiscono, e lo apprezzano. Un politico che ti dà del coglione è la fantasia proibita di ogni democratico: stimola e divide. Rutelli e i simil-rutelli vorrebbero invece piacere a tutti. Appena si apre una nuova categoria sociale, una nuova idea politica, un nuovo genere sessuale, una novità su internet, ci si fiondano, e si mettono a stringere le mani. Ma l'italiano non abbocca. Stringere le mani in Italia non basta. Bisogna anche far gestacci all'avversario. Berlusconi è credibile, perché fa le corna. Prodi già un po' meno. Rutelli e simil-rutelli non s'azzarderebbero mai. Stanno ancora a cercare il padre, e gli anni passano. Datevi pace. Non potete piacere a tutti. In realtà per ora non piacete a nessuno.
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