Il ministero che vuole più Microsoft a scuola (e chi paga?)

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Egregio Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca:

sono un docente che ogni anno partecipa alle rivelazioni Invalsi. Ogni anno sono tentato di protestare pubblicamente per il fatto che il MIUR continui a usare Microsoft Office. Un prodotto costoso (e deperibile) che non offre a docenti e funzionari nulla che non sia possibile fare con prodotti più leggeri e, soprattutto, gratuiti. Poi ogni anno la stanchezza prevale.

Le scrivo perché ho scoperto che il 15 maggio ha stipulato un protocollo di intesa con la Microsoft, che prevede “percorsi formativi rivolti ai dirigenti scolastici su tematiche relative alla didattica e alla gestione delle risorse”, e per i docenti “una serie di incontri di formazione sulle tematiche dell'innovazione nella didattica”, il tutto a “titolo gratuito”: e ci mancherebbe che la Microsoft volesse pur esser pagata, per entrare nelle scuole a pubblicizzare i suoi prodotti.

Egregio Ministro, noi non abbiamo bisogno di lezioni gratis su come usare programmi costosi e deperibili. Avrebbe più senso qualche lezione su come usare altri programmi, che fanno tutto quello che fa Microsoft Office, però gratis. Per una formazione del genere varrebbe persino la pena di pagare: e sarebbe comunque un investimento.

Un tempo la Microsoft era lo stato dell’arte del software. Oggi è un marchio prestigioso che ti imbottiglia l’aria che respiri e prova a vendertela. Mi spiace che ci sia cascata: in ogni caso nelle mie classi quella roba lì non entra più. Saluti.
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