Ho plagiato Hugo Proff

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Aggiornamento: Hugo ha chiesto scusa e ora sul suo blog riconosce le fonti dei post che ha... preso in prestito. Per quel che mi riguarda siamo a posto così.

"Personalmente mi ritengo soddisfatto quando un mio Post o comunque un Articolo postato su questo Blog gira per la rete.
L’unica cosa che chiedo è mettere un link al sito.
Poi esiste un’altra classe di furbacchioni che non soltanto copiano, ma addirittura postano l’ articolo con data precedente allo stesso, spacciandolo per proprio.
I più odiosi".



Il copione

Lo so che qualcuno penserà che questo è solo un patetico tentativo di salvarmi in corner. Ormai Hugo Proff è sulle mie tracce. Ha snidato Ghebreigziabiher, e ben presto troverà anche me. Questione di giorni, ore, forse minuti.

Eppure il mio pentimento è sincero. Eppure nel fondo del mio cuore ho sempre saputo che stavo facendo qualcosa di sbagliato, di orribilmente sbagliato. Ho copiato per mesi i suoi bei post, sporcandoli appena un po' con la mia prosaccia schifosa. L'ho saccheggiato a man bassa, pensando che non se ne sarebbe mai accorto. Tanto è roba che sta su internet gratis, pensavo.

Il pezzo su Ferrara, per esempio. È tempo di ammetterlo: è farina del suo sacco. Lo potete leggere sul blog di Hugo Proff, nella giornata di lunedì 14 febbraio. Io l'ho preso da lì, compresa la citazione di quel Bertolt Brecht che non so bene chi sia (uno svaligiatore di banche, credo), e l'ho pubblicato pre-datandolo, in modo che tutti credessero che lo avessi scritto io. Perché sono astuto, io, nella mia cialtronaggine. E siccome non scrivo bene come Hugo, ahimè, ho cambiato qualche espressione qui e là (per esempio ho tolto i riferimenti alla sua tumultuosa vita personale, non avendo io nessuna vera “vita”, in realtà passo il tempo su internet a copiare i pezzi degli altri). Ho tolto molti a capo, per dissimulare l'eleganza stilistica di Hugo. Ho sostituito “Berlusconi” a “Psico-pedo-papi”, il divertentissimo epiteto coniato da Hugo, che è il suo marchio di fabbrica più riconoscibile. E poi, sentite un po' che ho fatto, perché è da dettagli come questi che si capisce che povera persona sono: ho plagiato anche i commenti. Esatto, ho preso i commenti in calce al suo pezzo, li ho copiati e li ho reincollati in calce al mio, perché io a uno bravo come Hugo gli invidio anche i commenti, se fossimo due cani gli invidierei le pulci sotto i coglioni.

Ma ho fatto di peggio. Qualche settimana fa Wikimedia Italia mi chiese un contributo per 10annidisapere.it, il blog che festeggia il decennale di Wikipedia. Io accettai con entusiasmo, e... siccome non avevo nemmeno ben chiaro cosa fosse, Wikipedia, andai a documentarmi in uno dei pochi blog italiani che valgono la pena, ovviamente il blog di Hugo Proff (che scrive anche sul Fatto Quotidiano, non si sa bene dove, forse tra le righe). Dove infatti trovai un pezzo con un punto di vista molto interessante... che copiai di pacca, anche in questo caso modificando lo stile qua e là, allungando il brodo succulento con le mie scipite esperienze d'insegnante, perché nessuno mi crederebbe, se di colpo mostrassi di saper scrivere bene come Hugo Proff.


Vent’anni dopo è successa una cosa straordinaria.
La possibilità di andare su internet quando vogliamo. Qualsiasi domanda ci venga in mente… tu digiti, e in pochi secondi internet ti risponde. E così mi sono reso conto di una cosa.
Oggi i computer assomigliano molto di meno a quegli scatoloni vuoti che ho cominciato a usare gli albori cibernetici, e molto di più a quei cervelloni che sognavo da bambino.
Vent'anni dopo è successa una cosa straordinaria. Mi hanno montato una lavagna interattiva in una classe, e ora possiamo andare su internet quando vogliamo. Qualsiasi domanda ci venga in mente... tu digiti, e in pochi secondi internet ti risponde. I ragazzi ci si abituano subito, del resto la maggior parte ha già internet in casa, e le ricerchine le sanno fare, anche solo per trovare le specifiche di un videogioco. E così mi sono reso conto di una cosa.

Oggi i computer assomigliano molto di meno a quegli scatoloni vuoti che ho cominciato a usare alle medie, e molto di più a quei cervelloni che sognavo da bambino. Guarda il modo in cui li usano i ragazzi: fanno domande, e il computer risponde. 


E poi che altro c'è... ah, sì, pensate, in settembre Proff scrisse un altro pezzo lungo e curioso sull'ora di religione, non so bene il perché lo fece proprio in quel momento: so solo che in quel periodo ero alla disperata ricerca di cose interessanti da scrivere, e così... sì, lo copiai anche quella volta. Senza pietà. Ma per aggiungere verosimiglianza alla cosa, lo pre-datai di cinque mesi, al maggio 2010, rendetevi conto della mia intelligenza diabolica, in modo che sembrasse scritto immediatamente dopo la sentenza del Consiglio di Stato di cui si parla nel pezzo!

Bene, la pacchia è finita. Stamattina Hugo Proff si è accorto che un altro ladruncolo come me lo scopiazzava, e ha minacciato di tirar fuori il suo nome e il suo cognome, nientemeno! La gogna mediatica! La stessa che meriterei io. Spero soltanto che questo mio tardivo autodafé possa in qualche modo rabbonirlo.

Hugo, davvero, mi dispiace. Fino a un certo punto non mi ero nemmeno reso conto. Trovavo i tuoi contenuti in giro per la rete, tutto quel ben di Dio disponibile gratis, e pensavo che non ci fosse niente di male a rubare qualcosa che è gratis.

Ora ho capito che quel che ho fatto è terribilmente grave e stupido. Stupido, perché prima o poi te ne saresti accorto. Grave, perché saccheggiando i tuoi bei contenuti, sporcandoli col mio brutto stile, e rimettendoli in circolo col mio nome, io ti ho tolto l'unica proprietà a cui tenevi: la proprietà delle tue idee... ma no, nemmeno quella in realtà, le idee sono di tutti. Il tuo stile. È tutto quello che sei. E io l'ho preso, l'ho strapazzato e me lo sono messo indosso, indegnamente. Avrei mai potuto farti qualcosa di peggiore?

E ora cosa farai? Mi denuncerai (dopotutto non ho rispettato le licenze d'uso)? Pubblicherai il mio nome e il mio cognome e l'indirizzo IP, su una pagina ben indicizzata da google, con il resoconto preciso e gli screenshot di tutte le mie malefatte? Beh, forse me lo merito. Che tutti sappiano, googlandomi, che razza di individuo sono. Eppure imploro pietà. Non sono cattivo. Sono soltanto uno che ha cominciato a giocare senza aver capito le regole. In fondo sono ancora nuovo dell'ambiente.

Insomma, se tolgo tutti i pezzi che ho scopiazzato e chiedo pubblicamente scusa a tutte le persone a cui li ho scopiazzati, tu me la daresti una seconda possibilità?
[Grazie a Mazzetta, come sempre].
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