Però l'ANPI nazista, insomma, no.

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Questa è la bandiera della Brigata
Ebraica, che partecipò alla Resistenza.
Si avvicina il 25 aprile, col suo classico profumo di scazzi sui negozianti che vogliono tenere aperto senza pagare troppi straordinari (per Scalfarotto è tipo la fine del medioevo), filopalestinesi che fischiano la bandiera della Brigata Ebraica, ebrei che non vogliono la bandiera palestinese. Quest'anno il PD romano ha deciso che non parteciperà alla manifestazione dell'ANPI, ma a quella della Comunità Ebraica. Questa è una notizia - che esista ancora il PD romano, intendo. A quanto pare doveva scegliere tra comunità ebraica e ANPI, e ha fatto la sua scelta. C'entra l'amarezza per com'è andato il referendum? Naturalmente no, saremmo molto cattivi a pensarlo.

Io potrei anche concordare con Fabrizio Rondolino - che del PD renziano è ormai, a quanto pare, autorevole portavoce - quando afferma che l'ANPI non ha l'esclusiva del 25 aprile. Del resto non avrebbe i mezzi per difenderla. In termini pratici: i soci dell'ANPI non possono impedire che qualche attivista arrivi alla loro manifestazione e srotoli una bandiera palestinese. Mi sembra che il presidente dell'ANPI oggi l'abbia spiegato abbastanza bene: tutto quello che può fare la sua associazione è "dare l'indicazione di non portare bandiere che non siano quelle della Resistenza"; cosa che ha fatto, più volte. Assoldare buttafuori che allontanino tutte le persone che hanno una bandiera non resistenziale, l'ANPI non può farlo e non lo fa. Non dispone di un servizio d'ordine abbastanza massiccio e capillare, e sarebbe paradossale che se ne munisse: è un'associazione che difende la memoria della Resistenza, non un corpo paramilitare che organizza una parata.

È anche vero che tra le bandiere della Brigata, ogni tanto,
faceva capolino qualche bandiera israeliana,
che come quella palestinese non appartiene alla Resistenza.
Un servizio d'ordine ANPI avrebbe dovuto buttar fuori
anche quelle bandiere?
Per questo mi pare che Rondolino e comunità ebraica raccontino soltanto un lato della faccenda. È vero, purtroppo, che negli anni scorsi la bandiera della Brigata Ebraica è stata puntualmente fischiata da attivisti filopalestinesi (è anche vero che l'ANPI ogni volta ha stigmatizzato l'accaduto e ha preso le distanze dai contestatori). Ma è anche vero che negli stessi anni la comunità ebraica ha più volte definito i palestinesi "nazisti", e "alleati di Hitler", e non uso le virgolette a caso: in questo momento sul sito della Comunità di Roma c'è un comunicato che dice che l'ANPI Roma avrebbe deciso "di cancellare la storia e far sfilare gli eredi del Gran Mufti di Gerusalemme che si alleò con Hitler con le proprie bandiere".

Ricapitolando: la Comunità ebraica non chiede semplicemente (com'è suo sacrosanto diritto) di poter sfilare con la bandiera della Brigata Ebraica che partecipò alla Resistenza. La Comunità ebraica non vuole vedere bandiere palestinesi perché per la Comunità ebraica quella bandiera - che rappresenta una nazione con un seggio all'ONU, ricordiamo - è nazista, e chi la sventola è nazista. Quando l'ANPI fa presente, per l'ennesima volta, che non può veramente impedire a un filopalestinese di sventolare la bandiera di una nazione che aspira alla fine di un'occupazione militare, l'ANPI diventa una organizzazione negazionista che fa sfilare gli eredi degli alleati di Hitler.

Questo succede, mi pare, nell'indifferenza generale, perché poche cause come quella palestinese ormai risultano perse: oltre che a un nocciolo di affezionati, della Palestina frega ormai niente a nessuno, e il fatto che all'Unità qualcuno possa definirli filonazisti non desta davvero nessuna sorpresa. Cerco di mantenermi sorpreso io, giusto per un dovere di testimonianza: a questo punto non solo è nazista chiunque chiede che ai palestinesi sia riconosciuto il diritto all'autodeterminazione, ma siccome chi lo fa a volte partecipa alle manifestazione dell'ANPI, è nazista pure l'ANPI. Senz'altro sono nazista pure io che lo scrivo, e tu che leggi, tu: comincia a farti qualche domanda.

Quanti simboli nazisti vedi?
A quel punto un partito novecentesco, un partito di massa, cosa farebbe? Ci metterebbe il servizio d'ordine, butterebbe fuori i facinorosi e farebbe ragionare i capibastone. E un partito contemporaneo, più leggero, ma che non rinunci alla sua responsabilità di intellettuale collettivo? Cercherebbe di trovare una sintesi tra le istanze della Comunità ebraica, dell'ANPI e di quel nucleo più o meno compatto di filopalestinesi che, se festeggiano il 25 aprile, così tanto nazisti non devono essere: e votano anche loro. Il PD romano questa cosa non riesce a farla, e quindi forse la notizia non c'è: il PD romano non esiste. Esiste Orfini e il 25 aprile non andrà al corteo dell'ANPI: e se non l'avesse detto in giro, forse non se ne sarebbero accorti in parecchi. Buona Liberazione a tutti, festeggiatela con chi vi pare.
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