Va bene, ora mi alzo

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Mi chiedi perché vado a letto tardi, ebbene:

l'altra sera, appena coricato, ho sentito che mi dondolava un dente. Ho provato a smuoverlo un po', e a quel punto dondolava ancora di più, sembrava implorarmi che lo staccassi e l'ho fatto, con due dita l'ho staccato dalla gengiva senza sentire dolore, anzi con una netta sensazione di sollievo, ma queste cose mi capitano soltanto nei sogni, e quindi ho pensato che stavo dormendo.

D'altro canto, quando nel sogno ci si rende conto di sognare, di solito si sveglia: io invece no, restavo lì con questo sassolino bianco in mano e mi sono detto va bene, va bene, non è grave, ora mi alzo, vado in bagno, e se nel tragitto non mi sveglio significa che sono davvero sveglio.

Alzandomi di scatto, ho un po' sbandato al buio e ho urtato lo stipite della porta: la mia spalla ha avvertito il colpo, come non mi sarebbe successo in un sogno. Però poi sono arrivato in bagno, nella penombra ho cercato nello specchio l'ombra del mio volto, ma quando ho provato ad accendere la luce il pulsante non funzionava, la luce non si accendeva: ecco, mi sono detto, avevo ragione, sto sognando, e ora mi sveglierò.

Ma non mi svegliavo. 

Così c'è stato questo momento lunghissimo, in cui non vedevo più né lo specchio né il bagno, ma buio soltanto e la consapevolezza di non essere lì, ma di non essere nemmeno altrove, in un nulla che sarebbe durato per un attimo o per sempre, troppo consapevole per annullarmi nel sonno profondo, ma non abbastanza da svegliarmi, senza occhi per vedere, senza bocca per urlare, mando impulsi ma è tutto staccato, muovi le gambe le gambe non si muovono, muovi le mani, muovi qualcosa, niente, sto respirando? speriamo di sì. Mi batte ancora il cuore?

Alla fine qualche impulso ha funzionato, e mi sono svegliato. 

Tutto ok, ma a quel punto dovevo riaddormentarmi.

Mi chiedi perché vado a letto tardi: non c'è un vero motivo.

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