In che lingua te lo devo dire

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La notte che a momenti finiva il mondo(*)

Ma si può sapere insomma chi sei tu, e che vuoi, e chi t'ha chiamato?

Non che m'interessi più di tanto, eh, che io ci ho già i miei problemi qui.
Con tutto quello che mi è successo ultimamente, un casino senza senso – sogno che mi estraggono da macerie di dolore, mi sveglio di botto, bagnato di sudore, mi fa male sotto da qualche parte che ancora non capisco, è tutto buio intorno, e in mezzo al buio ci sei tu, che non assomigli alla signora, non le assomigli per niente. Ma ti pare? Da mettersi a urlare.

Adesso vuoi per favore chiamare la signora? Te lo chiedo con le buone.
Niente di personale, ma davvero, tu mi fai soltanto perdere tempo. Di tutte le persone che conosco, e io le conosco tutte praticamente, non ce n'è uno più noioso di te. Stai lì, mi tocchi, dici cose inutili, te ne vai, ritorni, fai finta di andartene e resti lì, ma si può sapere cos'hai, che vuoi, cos'è che ti tiene sveglio di notte? E fatti una dormita una volta buona. La chiamo io la signora. Conosco il sistema.
E adesso cosa -

Ma no. Non ci siamo. Non ci siamo assolutamente. Ma per chi mi hai preso alla fine? Non è che se mi prendi tu io ci casco o cosa. Io ti sento benissimo, tu sei quello peloso e inoltre hai proprio un odore che non c'entra niente. Senti, io non è che ce l'ho con te. Un'altra volta magari se sono in buona mi faccio anche un giro. Ma ora la situazione è seria, lo sai cosa vuol dire? Te lo dico nel modo più semplice possibile, magari capisci.

Latte.
Conosci?
Ecco, appunto. E io l'ho capita questa cosa sai? Si sente da lontano un mezzo metro che tu non hai latte indosso, perciò perché perdere altro tempo? Questa manfrina è inutile, e per di più la tua spalla è delle più dure. Mettimi pure giù, e chiama la signora.

Ora, lascia che ti spieghi l'universo. È molto semplice. Si divide sostanzialmente in (1) me e (2) altre cose che mi girano attorno, tra cui te. Quindi se io adesso faccio presente, nel modo più garbato possibile, che mi serve il latte, qui, adesso, subito, altrimenti cesso di esistere e con me l'universo – non è uno scherzo, non è un'esercitazione, non è un capriccio, l'universo finirà tra pochi minuti, se non sveglio immediatamente la signora, per cui lasciami fare, io ho questo sistema collaudato per cui tra poco arriva, e non c'è nulla che tu possa fare intanto, capisci? Nulla ti può far sembrare meno ridicolo.

No, non m'interessano minimamente i tuoi canti tradizionali, risparmiami il tuo folklore, il passato in generale è una cosa in cui non credo, io, io non ho avuto sindaci prima di Pisapia, io di Berlusconi leggerò tra vent'anni in una nota a margine della voce “regimi mediterranei bizzarri”. No, non m'interessa una passeggiata fino alla finestra del soggiorno. No, non m'interessa l'eclissi totale. M'interessa la signora, chiamala in questo momento o vattene, lasciami qui che ci penso io. Ma è così difficile da capire?

E lasciami stare il... non sono sporco, garantisco, non sono... ti ho detto lascia! Non sei buono! Oh, madonna. Peggio per te.

Senti, lo ammetto, sono stato un po' brusco con te in questi giorni. È evidente che tu abbia le migliori intenzioni, però... non sei francamente nemmeno degno di pulirmi il culo, e non lo dico per dire, è la realtà. Non servi a niente.

E sei ancora qua! Cosa aspetti? Chiamala! Tanto succederà prima o poi, qual è il senso di aspettare?
Questa dilazione è intollerabile!

Ti dirò la mia opinione. La mia opinione è che una persona senza latte addosso sia un abominio, un mostro di natura, un errore che in un universo decente non sarebbe tollerato. Quindi: mi spieghi cosa ci faccio qui? Qual è il senso?

E quando arriva la signora, insomma? Chiamala! Perdio, qui tra un po' crolla tutto, lo capisci o no? È tutto maledettamente instabile, a volte c'è la luce a volte no, è chiaramente un universo in via di disfacimento, collasso, ti ho detto, chiama la signora! Che non rispondo delle mie azioni!

Senti, va bene, va bene, può darsi, in linea teorica, che io non abbia veramente tutta questa necessità di latte in questo preciso momento, ok? Ma non importa, tu chiamala, sul serio. Non le faccio niente. Magari mi appoggio soltanto, l'annuso e passa tutto. Però chiamala, perdio! Chiamala ora! Ci ho il nulla che mi morde le viscere, se solo tu potessi capire – ma non credo che sia stato progettato per sentire il dolore. Altrimenti correresti! A chiamare la signora! Subito! Qui! Oh, misericordia.

In che mondo sono venuto al mondo?
Guarda che spengo tutto adesso. Non scherzo. Ora chiudo gli occhi e tu non esisterai più. Posso farlo. Se mi fai incazzare. Posso tutto. Ma portami la signora!
In che lingua te lo devo dire?

E - chomp - questo cos'è?
Caucciù?
Mi sa che non ci siamo capiti.

(*) Come molte altre notti, ultimamente.
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