Attende i suoi lettori all'ingresso

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Gentili lettori, un saluto dal piccolo blog Leonardo che l'altro giorno ha compiuto otto anni e nessuno di voi se n'è accorto.
Ma lui vi vuole bene lo stesso, perché anche se è uno dei blog più vecchi in giro, è pur sempre un bimbo di otto anni che ha bisogno sopra ogni cosa di affetto e considerazione.
E veniamo al tradizionale giochino: qual è stato il pezzo migliore del 2008? Non cercate d'essere originali a ogni costo, scegliete il primo che vi viene in mente. Se non ricordate nulla (i blog fanno questo effetto) ecco alcuni candidati:

* Il futuro di chi ha memoria (e con la Giornata della Memoria anche quest'anno siamo a posto).

* è un Mercato Pazzerello
Sì, ma un colpo solo mica basta. Nella cassaforte di una filiale, quanto ci sarà? Centomila? Va bene, si tira un po’ il fiato, e poi? Ci vuole un reddito. Potrei fare il corriere. In effetti sarei un buon corriere. Le autostrade le so tutte e mi piace girarle, fermarmi agli autogrill e non pensare a niente.

* Beware de negher
“Di marocchini ce n'è uno al civico 12, e basta. Creda a me che faccio il postino”.
“Massì, se non sono marocchini saranno extra... albanesi, zingari... tutti uguali...”
“Rumeni. Rumeni ce ne sono tre famiglie all'angolo. Sembra gente tranquilla, eh. Però è vero che i ragazzini son sempre in giro”.
“E fanno una paura...”

* Incubo di una notte di mezza estate
C'è il Presidente Napolitano che entra in una banca con un sacchetto in mano, e dice: “Buongiorno”...
(Questo forse non l'avrei inserito, ma si è classificato secondo alla Blogfest, senza che io l'avessi nemmeno indicato: insomma a qualcuno è piaciuto).

* Fiori per Algernon
Come vedi la nostra discussione prosegue ancora intorno allo stesso problema, che credo di poter sintetizzare così: in questi anni di volgarizzazione indotta delle masse pilotata dallo strapotere mass-mediatico, in che misura noi intellettuali possiamo rompere il “guscio” accademico e tornare a parlare a quelli che non si sentono coinvolti dai nostri discorsi, la cosiddetta (perdonami il termine vago), “gente”?

* Mangia la metafora
“Ti dà più fastidio un pompino reale che un pompino metaforico”.
“Probabilmente sì. Sbaglio?”
“Certo che sbagli. Reali o metaforici, i pompini sono tutti uguali. Anzi...”
“Magari salta fuori che la realtà è meglio della metafora”.
“Beh, sì. Viva la sincerità”.

* Apocalipstick
Quasi un meme.


* La scuola di Pippo (come diventare razzisti, I)
Per un attimo, un attimo solo, Pipino vorrebbe essere anche lui un nero scaraventato sulle spiagge di Lampedusa da una carretta del mare, solo per il gusto di esprimere con la stessa rozzezza i propri sentimenti, cazzo, mi hanno fregato di nuovo. Uno si sbatte per tutta la vita, mette al mondo un figlio, gli insegna l'educazione, e poi vlam! Te lo prendono e te lo sbattono nel ghetto con i figli dei neri.

* 21st Century Schizoid Anchormen
Oggi pare che l'Imputata Bionda abbia scambiato uno sguardo con l'Imputato Scuro. Forse era uno Sguardo d'Intesa, ma potrebbe anche essere uno Sguardo di Disapprovazione, in effetti l'unica sarebbe fartelo vedere, ma in quel momento il cameraman s'era distratto, comunque fidati. È tutto? Sì, perché le deposizioni erano noiosissime e noi non vogliamo farti cambiare canale, soprattutto adesso che tra tre minuti c'è la pubblicità. E quindi... beh, abbiamo pensato di approfondire mostrandoti la fila di gente che c'è fuori! Una fila di gente che vorrebbe entrare a vedere l'Orribile Processo, non lo trovi morboso?

Questi sono i pezzi che sono più piaciuti a me; ma quali saranno piaciuti ai lettori?
Ci sono vari parametri: uno è il numero di commenti (purché non siano il risultato di un botta e riposta tra due commentatori incarogniti, di cui uno sono sempre io); un altro è il picco di accessi (che però può anche dipendere da un solo blog importante che mi ha lincato); un altro ancora è il conteggio dei link. Questo lo rileva in automatico Blogbabel. Quest'anno i tre parametri concordano nell'incoronare post dell'anno questa antipatica chiosa a un pezzo di Facci. Mah.

Ultimo ma primo, vorrei segnalare Soffrire per uno scopo, che è uno dei più assurdi che ho scritto, ma per me sintetizza in modo efficace quello che volevo fare nel 2008: chiudere coi pipponi politici e scrivere storielline divertenti. Non è proprio andato così, e poi in realtà anche le storielline alla lunga stancano. In generale la lista del 2008 mi sembra inferiore a quella dell'anno prima, anche se nell'ultimo anno mi sembrava di essere più in palla. Forse però ho rischiato meno; del resto tra i pezzi che vi erano più piaciuti nel 2007 c'erano cose piuttosto impegnative, come Storia di Mària, che oggi probabilmente non avrei tempo né voglia di fare.

A proposito, quale sarà stato il pezzo peggiore dell'anno? Dite voi, io non saprei. Quelli che mi sembrano brutti evito di rileggerli. Il più inutile, sulla distanza, mi sembra questo, ma è facile dirlo col senno del poi.

La principale novità del 2008 sono state le vignette: non ne ho fatte molte, ma erano veramente le prime che facevo. Imparare qualcosa di nuovo alla mia età è commovente. In cima a questo pezzo c'è quella che è piaciuta di più (ispirata a un documento autentico). In effetti fa ancora una certa impressione. Ma la presenza del correttore automatico resta inspiegabile.

Il 2008 se n'è già finito nell'ultimo cassetto di quell'archivio in cui credo sempre di custodire ingenti tesori (e invece ogni tanto vado a controllare e pesco ragnatele e poco altro). Come sarà il 2009? Beh, non ne ho la minima idea. Sul serio, questo è un blog che va per i fatti suoi e non si riesce a programmare. Pensate che a inizio anno pensavo di scrivere solo cose leggere e divertenti.

Un discorso a parte meriterebbero quelli che stanno per dirmi che una volta ero meglio, che ultimamente sto esagerando in questa o quell'altra cosa, oppure mi sto ripetendo, ecc. ecc. Non perché non abbiano ragione: di sicuro c'è stato un momento in cui scrivevo meglio di adesso. Ma guardiamoci negli occhi, io sto buttando roba qua dentro da otto anni, come faccio a non ripetermi mai? La risposta è semplice: non ce la faccio. Mi ripeto spesso e volentieri, e molte cose che vi fanno incazzare nel 2009 le ho riprese da pezzi del 2006, o del 2001, per tacere di tutte le volte che mi ripeto senza accorgermene come vostro nonno. Io ho i miei alti e i miei bassi, come tutti, ma alla fine della fiera sono sempre io, e c'è un numero finito di cose che so e di cose in cui credo. Insomma se da un po' di tempo in qua vi piaccio meno, può darsi che stiate cambiando voi.

Come quel gruppo che tre anni fa vi sembrava il massimo e l'ultimo cd non l'avete nemmeno scaricato, perché, boh, non v'interessa più.
Come quella radio che ascoltavate sempre come se non si potesse farne a meno, finché un giorno ne avete fatto a meno, e adesso v'infastidisce anche solo captarla di sfuggita.
Come quelli che si lamentano perché la Gialappa non fa più ridere: ma vi siete visti? Avete trentacinque anni, è chiaro che non può più farvi ridere. Sarebbe ben triste il contrario. E' ora di lasciar spazio ai ragazzini, se ce n'è. E se non ce n'è, tanti saluti e buonanotte. E' stato molto divertente.
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