- indecisi d'Italia, 1.

Permalink
Da notare quella che è una scelta quasi sicuramente dettata dallo staff di comunicazione di Berlusconi, cioè quella di scrivere e prendere appunti continuamente, spesso disegnando delle figure geometriche e racchiudendo in cerchi le parole precedentemente segnate, come per trasmettere compiutezza e congruenza con parole che vogliono chiarire, mettere nero su bianco i risultati raggiunti dal governo.

Spindoctor for a day

Io non so se i sondaggisti se ne rendano conto, ma esiste una discreta percentuale di italiani che agli sconosciuti non risponde; o se risponde, tutto dice fuorché la verità. Specie a quelli che ti chiamano per telefono.

Fa parte della nostra cultura. Io, per dire, se stasera mi crepasse all'improvviso lo scarico del water, e una pozza d'acqua fetida cominciasse a imbevere i tappetini, mentre la mia ragazza in preda al panico comincia a chiedersi ad alta voce perché ha scelto me invece di quel compagno di banco timido figlio dell'idraulico che adesso è sei mesi all'anno a San Domingo – se in questo preciso frangente squillasse il telefono, e una seducente voce femminile si offrisse di venire, domani, stasera, senza impegno, a cambiarmi le tubature del bagno, e a farmi provare un nuovo spray antiossidante-deodorante gratis, senza impegno, io risponderei grazie, no, non ho bisogno di niente. Perché sono stato educato così, non posso rinnegare la mia cultura.

Dico questo perché negli ultimi dieci giorni si è fatta strada in me la sensazione, dapprima strisciante, poi sempre più forte e insopprimibile, che tutto questo sia soprattutto colpa mia. Volevo aspettare il dieci aprile, per dirlo, ma non ce la faccio più; all'inizio poteva essere divertente, ma ormai provo soltanto una gran pena. Eppure mi sembrava di fare la cosa giusta, quando più o meno 15 giorni fa a uno squillo risposi...

"Pronto".
"Salve, sono della ********, chiamo per un sondaggio…"
"Non compro niente".
"Non le vendo niente, è un sondaggio elettorale, vorrei sapere se…"
"Non voto per nessuno".
"Prego?"
"Non compro niente, non voto per nessuno, non m'interessa la sua offerta, non voglio cambiare gestore telefonico, i deumidificatori per ambiente mi fanno ribrezzo, e inoltre…"
"Ho capito bene, lei ha detto che non voterà per nessuno, è un astensionista, dunque? Un astensionista convinto?"
"No".
"Quindi è un indeciso? Possiamo dire che lei non ha ancora deciso per chi votare il nove aprile?"
"Non rispondo".
"Attenda in linea. Solo un istante. Ehi, ehi, ragazzi!"
"Eh?"
"Ehi, ragazzi, l'ho trovato! Centronord, trentenne, indeciso! È mio! Bingo!"
"Scusi, non la seguo"
"No, no, mi scusi lei, è che con i miei colleghi, qui, stiamo facendo una specie di gioco… il primo che trovava un indeciso-trentenne-centronord vinceva venti euro".
"Siamo così rari?"
"Rari? I sessantenni abruzzesi leghisti, quelli sono rari. Li danno a centocinquanta".
"E qualcuno li ha…"
"Ma no, nessuno beccherà mai un sessantenne abruzzese leghista, è un'astrazione matematica. E anche un indeciso come lei è già piuttosto prezioso. Ma mi perdoni, come fa?"
"Come faccio cosa?"
"Ad essere ancora indeciso. Voglio dire, è trentenne, è nel centronord, ha accesso a tv, giornali… persino internet, sa cos'è internet?"
"Vagamente".
"Insomma, ha tutti i mezzi per farsi un'opinione. I candidati sono gli stessi da dieci anni".
"Effettivamente…"
"Che cosa le manca ancora per capire, cosa vorrebbe da loro?"
"Eh, guardi, non lo so…"
"Mettiamo che io fossi un telefonista che chiama per conto di uno dei due candidati".
"Sì".
"Mettiamo che per una serie di algoritmi statistici che adesso non le posso spiegare, l'indecisione di un trentenne centronord risultasse più importante, che ne so, di quella di una casalinga centro-ovest".
"Sul serio?"
"No, non sul serio, è solo un'ipotesi. Insomma, secondo lei cosa dovrebbe fare, questo candidato per il quale io ipoteticamente lavoro, per convincerla a votare per lei? Se lei fosse lo spindoctor, ha presente cos'è lo spindoctor, no?"
"Certo che ho presente, sono un trentenne centronord".
"Ecco, faccia finta di essere anche uno spindoctor. Ci dica cosa vorrebbe".
"Beh, io vorrei… vorrei… meno promesse chiare e più…"
"Sì?"
"Ma sta prendendo appunti?"
"Certo".
"Allora, meno promesse chiare e più chiacchiere, chiacchiere televisive, ha presente? Punterei meno sui concetti e più sulla funzione fàtica, salve, sono il Grande Candidato, la prego, mi dia del lei, non m'interrompa, mi faccia finire, non mi faccia domande inutili, mi lasci parlare, se non mi dà spazio me ne vado, eccetera. Non so se mi sto spiegando bene".
"Vada avanti".
"Insomma io privilegerei un approccio… come dire… un approccio un po' paranoico. Cioè giocherei molto sull'idea che tutti ce l'hanno con me, m'impediscono di esprimermi, è una congiura nei miei confronti… ecco, mi piacerebbe sentire un candidato in tv che insiste su questo aspetto: c'è una congiura contro di me".
"Una congiura di chi, scusi?"
"Ma non so, magistratura, partiti, industriali, giornalisti… in pratica tutti quelli che osano interrompermi se parlo. Chi non è con me, è contro di me. E poi darei a vedere che sono molto nervoso".
"Sul serio?"
"Sì, per esempio. Mettiamo che si fa un dibattito al vertice, adesso non lo so, non ho seguito molto la campagna fin qui, sa, sono un indeciso. Però mettiamo che si fa una specie di dibattito in tv con i due candidati. Ecco, in questo caso a me piacerebbe vedere un candidato nervoso, che non guarda in camera, che quando non parlano di lui si distrae, fa dei disegnini con la penna… tutte cose che in apparenza sembrano controproducenti, ma in realtà…"
"In realtà?"
"Fanno risaltare la sua grande umanità, e a quel punto io che sono un indeciso guardandolo direi ecco! anche lui è distratto, nervoso, un po' indeciso come me!".
"Comincio a capire. Un meccanismo di identificazione".
"Perfetto, ecco, non mi veniva la parola, identificazione, complimenti".
"Quindi, riepilogando: per conquistarla un candidato dovrebbe apparire: paranoico, distratto, nervoso, …"
"Molto nervoso, io insisterei molto sul nervosismo, noi indecisi siamo molto sensibili al nervosismo. Anzi, vuole sapere qualcosa che ci fa impazzire? L'arroganza".
"In che senso?"
"Nel senso che, mah poniamo che questo candidato vada a un raduno, non so, di commercianti, o industriali… allora, in questi casi la cosa migliore da fare è alzarsi in piedi e arringare la folla in modo maschio, ha presente: voi non capite niente, eravate delle merde e io vi ho salvato, dovete tirarvi su le maniche, venire meno ai convegni e stare più in casa a lavorare!"
"Ma è sicuro?"
"E se il moderatore si lamenta, gli dico taci idiota, non guardare l'orologio, chi se ne frega dell'orologio, la gente è qui perché vuole sentirmi! E se dalle prime file qualche pezzo grosso si azzarda a sorridere, lo chiamo per nome e per cognome e lo accuso di congiurare alle mie spalle con le schegge impazzite della magistratura, farabutto, mi dia del lei! Questo deve fare, un candidato".
"Per convincerla".
"Per convincermi".
"Senta, la ringrazio, devo dire che parlare con lei è stato davvero illuminante".
"Ma si figuri".
"Cioè, chi l'avrebbe detto? Agli indecisi piace lo stile paranoico. È proprio vero, in questo mestiere non si finisce mai d'imparare".
"Lei da quand'è che fa il suo mestiere?"
"Da tre giorni, sono un CoPro a mezza giornata. Sa, di mattina studio".
"Scienze della comunicazione".
"Come ha fatto a capirlo?"
"Ho tirato a indovinare, siete la maggioranza"
"Lei è un mito, davvero. È stato un vero piacere parlare con lei, devo dire che mi ha insegnato molto".
"E poi le ho anche fatto vincere venti euro"
"Eh già. Ora purtroppo la devo lasciare, sa, devo ancora trovare una quarantenne calabrese imprenditrice".
"Ah, mica facile".
"Eh, no".
"Senta un po'… questa conversazione è registrata?"
"Ma cosa sta insinuando?"
"No, no, niente, è che… se nessuno ci sente, io un'imprenditrice calabrese quarantenne in effetti la conosco, pensi un po' che coincidenza…"
"Davvero farebbe questo per me?"
"Ha carta e penna? Tre-quattro-sette-[…………………]. Però non chiami subito, lei a quest'ora di solito riceve i… i… fornitori. Aspetti una mezz'ora, le dispiace?"
"Ma certo. Io non so davvero come ringraziarla per…"
"Ma figurati, se non ci aiutiamo tra noi… A risentirci, allora".
"A risentirci".
Clic.

Tre-quattro-sette-[……………………]
"Agata, ciao, come va? Mamma e papà tutto bene? Senti, non ho molto tempo".
"…"
"No, non è uno dei miei soliti scherzi. Qui se mi aiuti salviamo l'Italia, fidati".
"…"
"Senti, tra venti minuti ti chiamerà un pivello di scienze della comunicazione, ok? No, non vuole venderti niente. Tu per lui sei un'imprenditrice quarantenne di Reggio Calabria. Mi raccomando, la C aspirata".
Quelli di oggi è il Berlusconi che piace a noi: quello che parla al cuore e che entusiasma il pubblico. Non doveva andare al meeting di Confindustria, perchè malato, ma alla fine non ha resistito: ed eccolo lì, in mezzo ai suoi colleghi, fiero del suo passato e fiero del suo presente. Eccolo lì mentre si alza, di scatto, incurante del dolore alla schiena, per parlare agli imprenditori. Ne esce un discorso a braccio di una efficacia strepitosa.
Ci sono tre tipi di bugie: bugie, dannate bugie e statistiche (Benjamin Disraeli)
Comments (9)