- 2025

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Un supereroe si aggira per la città in pigiama a righe

Caro Leonardo, beh,
di cose me ne son successe.

Sembra ieri, ma vedo che è stato martedì scorso: Damaso mi chiamava d'urgenza. "Il Capitano s'è infuriato", diceva, "non riusciamo a sedarlo".
"E che sarà mai", ho pensato, "un elefante". Insomma, ammetto di aver preso la cosa un poco sottogamba. Questo forse mi ha fatto perdere una coincidenza del filobus, col risultato che è trascorsa un'ora buona prima del mio arrivo in Ospedale. Nel frattempo il Capitano s'era dato, ma io non potevo saperlo. Capii però rapidam d'essere nei guai, quando vidi quei due piantonati davanti a Neurologia.
Sembravano di un altro mondo. Vestiti come non s'era mai visto, forse in qualche action movie usastro di cui si è persa ogni copia in dvd. Giacche nere, occhiali neri. Chi porta occhiali neri in un giorno nuvolo? È assurdo. Parlavano dei fatti loro, senza troppo impegno. Di musica barocca, mi parve, avvicinandomi.
"Ma ultimam ascolto più volentieri Foxtrot".
"Perché sei un fighetto".
"Non è solo questo. È che ho notato che supper's ready si sta facendo strada nella statistica dei pezzi che ascolto abitualm. Lo sai che mi piacciono le statistiche".
"Come piacciono ai fighetti".
"Come puoi generalizzare. Io credo che sia più complesso di così. Piaceranno un po' ai fighetti e un po' ai non fighetti".
"È quel che dico io. Le statistiche piacciono un po' ai fighetti, infatti a te piacciono, ergo sei un po' fighetto".
"Io non ho detto questo, Roc".
"Ah no?"
"No, io ho detto una cosa più complessa e mediata".
"Lo so che tu dici sempre cose più complesse, Luc, e lo sai perché? Perché sei un fighetto. E io le tue complessità da fighetto non le capisco, ultimam sto più sui pink floyd".
"Quelli vecchi?"
"Perché, tu preferisci i nuovi?"
"No, preferivo i metà e metà".
"Ma figurati. E tu chi sei, bimbo, scusa".

Il bimbo ero io, che pure avevo il doppio dei suoi anni, e li mostravo bene.
"Sono un collaboratore del dott. Damaso, mi ha convocato d'urgenza".
"Cognome?"
"Io… non ce l'ho".
"Uh, Luc, hai visto questo sfigato? Neanche un cognome".
"Nessuno ha un cognome, qui".
"È perché siete tutti sfigati. Non credo che tu possa entrare".
"E perché?"
"Non c'è niente da vedere. Non è successo niente".
"Ma se le dico che mi ha convocato il dottor…"

Mi interruppe una mano sulle spalle, mi voltai di scatto, Damaso, incappucciato con una garza.
"Giusto lei. Vienga di qua, tanto non c'è più nulla da vedere in Reparto".
"Ma Taddei…"
"S'è dato".

***

"E quei due, chiccazzo…"
"Li lasci perdere. Cagnoloni del MinInt. Abbaiano, più che mordere".

Avevo seguito Damaso al Pronto Soccorso, dove (mi resi conto), cercava i badanti feriti che aveva perso di vista durante l'inseguimento. Non se la passavano troppo bene. Un romagnolo massiccio si reggeva con la mano il setto nasale. Il suo collega aveva perso due denti davanti. Hai capito il Capitano. E io che mi commuovevo a vederlo legato.
"Il MinInt? Cosa c'entra il MinInt?"
"Ho paura che c'entri dall'inizio, Immacolato".
"Io non voglio averci a che fare, con quelli. Ho brutti ricordi".
"A proposito dei suoi ricordi, una volta hai alluso ai poteri peculiari degli uomini in calzamaglia, come li ha chiamati?"
"Superpoteri?".
"Ecco. Riesce a ricordare i superpoteri di quel Capitano America?"
"Sì. No. Vagam. Era molto idealista agile e forte, stordiva a pugni e a retorica".
Si passò una mano sulla fronte. "Sulla retorica deve ancora lavorarci".
"Ma perché lo avete slegato?"
"Bene, da lei mi aspettavo sempre la domanda opposta: perché lo tenete legato? Adesso sa perché. Si è liberato da solo, quando ha voluto farlo".
"Le manette…"
"Trinciate".
"Forse le aveva limate in precedenza".
"Coi denti? E in quella posizione?"
"Potrebbe avere un complice".
"È una persona sola al mondo che si risveglia dopo vent'anni. Le uniche persone che conosceva le ha mandate in infermeria. Poi ha imbucato un corridoio stendendo tutti qlli che gli si paravano davanti; ha preso la finestra ed è sparito".
"Sparito?"
"Volatilizzato. Capitan America sapeva volare?"
"No, non mi pare".
"Lo abbiamo cercato in lungo e largo. E qualche idiota ha chiamato i Vigili, cosa che io avrei evitato di fare".
"Ma non sono arrivati".
"No, si sono presentati quei due cagnoloni".
"Ma cosa lo ha fatto arrabbiare in quel modo? È successo dopo le mie risposte, non è vero?"
"Ah, le sue risposte, sì. No. Non direttamente. Certo, lui leggendole si era un po' agitato – gli ho anche dato un calmante".
"E lui?"
"Sembrava disponibile al dialogo. Mi ha chiesto conferma, io, per quel che sapevo, ho confermato: siamo in pace con gli usastri, sotto tiro dei kamikaze libici, eccetera. A ogni conferma, lui s'innervosiva di più. Ha chiesto una… una carta geografica".
"No".
"Naturalm non ne avevamo, ma per calmarlo ho provato a mostrargliene sul Supernet".
"Non era una buona idea".
"Tante grazie, adesso lo so. Quando ho preso in mano la consolle del Supernet, lui ha maturato la convinzione d'essere preso in giro. Non so perché. Ha farfugliato qualcosa sul fatto che era troppo vecchio per… per i videogiochi".
"Ah, non ci avevo pensato. Ma deve fare qll'effetto".
"In che senso?"
"La consolle del Supernet. È stata mutuata dai videogiochi degli anni Novanta, le playstation. A casa mia usiamo ancora una vecchia consolle per connetterci".
"Pittoresco, ma questo non spiega del tutto la sua reazione. Si è liberato, ha afferrato la consolle e me l'ha spaccata in testa, ha steso i due badanti e ha sfondato la porta".
"E ora è là fuori che cerca una cartina geografica".
"Dice? Farà fatica a trovarla. Io stesso ne ho viste ben poche in vita mia. Ma perché ci tiene tanto?"
"Sappiamo che è molto interessato alla geopolitica, a modo suo. Qlle strane domande su usastri e Iraq e il resto, rimandano al dibattito politico di vent'anni fa. A quei tempi si parlava sempre di politica con una cartina sullo sfondo. Tutti i tg avevano un planisfero per scenografia. Gli serve per riprendere contatto con il mondo. Peraltro, quando ne troverà una si arrabbierà ancora di più".
"È molto difficile che la trovi".
"Potrebbe imparare a consultare il Supernet".
Un'altra mano sulla testa. "Non mi sembra molto portato".
"Va bene, che ci resta da fare? Chiami i Vigili, qlli veri, e gli chieda di cercare un uomo in calzamaglia blu".
"Un pigiama a righe, magari. La calzamaglia è in lavanderia".
"Ahi".
"Comunq ha ragione Immacolato, chiamerò i Vigili e gli dirò che un supereroe in pigiama a righe è evaso dall'ospedale dopo vent'anni di ibernazione, in cerca di una carta geografica, e di stare attenti che ha una forza sovrumana".
"No, forse è meglio se proviamo a trovarlo noi. Con l'aiuto dei due cagnoloni, magari".
"I cagnoloni non sono qui per Taddei".
"No?"
"Sono qui per me. Non credo che mi lasceranno uscire dall'ospedale per un po'. Mi faranno domande e quant'altro. Immacolato, dovrebbe pensarci lei".
"Da solo?"
"È l'unica persona di cui lui si fidava. Credo che prima o poi tornerà da lei con altre domande. Faccia in modo di farsi trovare".
"Devo fare l'esca, adesso? E perché?"
"Perché, perché. Lasci che le spieghi un'altra volta cos'è Taddei per lei e per me. È una miniera di denari se lo troviamo e lo rendiamo collaborativo. È un guaio immenso se lo perdiamo – un guaio con l'Esercito e, da oggi, anche col MinInt. Tra parentesi, quei due adesso la conoscono".
"Sì, e ho detto che collaboravo con lei. Ma maledetto me…"
"Quando mi ha incontrato, sì. Immacolato, lasci perdere. Non guardi indietro. Non si guarda mai indietro negli affari. Esca di qua e lo trovi. O si faccia trovare. Lei è l'unico che ha un effetto calmante su quell'uomo. E io ho fiducia in lei"

Ha fiducia in me.
Per dire in che guai siamo.
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