Il Signor G invecchia

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Tra tante cose che Primo Greganti potrebbe aver fatto nell'ultimo anno - la magistratura accerterà - ce n'è una sulla quale mi posso già esprimere con una relativa sicurezza: in febbraio dovrebbe aver compiuto settant'anni. All'età in cui tutti ci auguriamo di aver tirato finalmente i remi in barca, il signor G è ancora saldamente attaccato a un telefono da cui passano affari. La sua tenuta in fondo non ci stupisce - non nel paese in cui un 77enne ex presidente del Consiglio non esclude di ricandidarsi, dopo aver estinto la sua pena in una casa di cura dove abitano ospiti anche più giovani di lui.

È forse più sorprendente rendersi conto che nel nel 1993, quando fu arrestato con l'accusa di aver intascato una tangente da un miliardo e 200 milioni di lire, Greganti non ne aveva ancora compiuti cinquanta. Un giovanotto, diremmo oggi. Un funzionario nazionale del PDS, con un ruolo delicato e responsabilità pesantissime: la sua età nel '93 era una non-notizia. A voler cercare il bicchiere mezzo pieno - arte in cui conviene allenarsi - il suo arresto significa che il passaggio generazionale è ostruito anche tra i tangentari. Ci sbagliavamo a immaginarcelo come un mondo di lupi senza scrupoli, un mondo in cui se chini la testa qualcuno è pronto a staccartela. Evidentemente per costruire il know-how di un G. o di un Bisighini servono decenni di relazioni. Eppure G. e Bisighini (e Scajola) hanno in comune di aver cominciato relativamente giovani. In seguito, evidentemente, nessuno è riuscito a scalzarli.

Ora Matteo Renzi promette una task force (continua sull'Unita.it, H1t#230)succede, in casi come questi, di promettere qualcosa in inglese. L’inglese è più succinto, consente ai giornali di usare un carattere più grosso (task force in italiano sarebbe una commissione straordinaria, non suona davvero altrettanto bene). Speriamo che sia la volta buona; sarebbe bello poter pensare che anche le mazzette siano una questione generazionale, una triste abitudine dei nati negli anni Quaranta e Cinquanta. Renzi è del 1975, forse ne siamo fuori. Io però devo confessare una cosa orribile.

Se finalmente arrestassero un tangentaro della mia età, ne sarei quasi sollevato: significherebbe che anche noi siamo in grado di delinquere. Che non siamo una generazione di marziani ancora completamente impermeabili al tessuto sociale che non ci sta assorbendo. Mentre i nostri genitori e nonni continuano a intascare buste per noi. Come se non ne fossimo capaci. E forse davvero non ne siamo capaci. Ma anche l’onestà dovrebbe essere una scelta, non il posto in cui ti rassegni a sedere perché gli altri sono già tutti occupati. http://leonardo.blogspot.com
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Sex machine

get up!... get up!
stay on the scene...


Diciamo la verità: non riusciamo a tenere il passo.
Il fatto è che noi abbiamo case e famiglie da mandare avanti: poi, nei ritagli di tempo, certo, si fa una riunione, un convegno, un’assemblea, un forum, una manifestazione, però a volte si avrebbe voglia anche di stare a casa, dare l’aspirapolvere, stendere la sfoglia, vedersi con gli amici.

Berlusconi no. Lui, è risaputo, dorme quattro ore per notte. Gli amici li ha già messi al lavoro, Confalonieri alla Mediaset, Galliani al Milan, e quindi ha tutto il tempo che gli serve per fotterci, davanti, dietro, dovunque, con un’energia e un fervore che hanno quasi del comico. Immunità parlamentare. Legge Bossi-fini sugli immigrati. Articolo 18. E già che ci siamo un bel condono edilizio in Sicilia – d’accordo, non è Berlusconi, questo, ma ormai che differenza fa.
Siamo sfibrati. Non reggiamo il ritmo. Non ne possiamo più. E lui è sempre dietro a spingere.
Non c’è più il tempo di pensare. Non c’è più il tempo di ridere. È come un comico che tira fuori tutte le gag nei primi cinque secondi: si resta fulminati. Guardate un po’ questa:

ghe pensi mi

In altre occasioni sarebbe bastato il titoletto per fare ironia e scompisciarsi. Il flagello più vecchio del mondo ha i minuti contati, adesso se ne occupa lui personalmente. O non vuol dire forse che, dopo il dicastero degli Esteri, ha intenzione di fare anche la puttana ad interim? Un’opera lodevole, visto che, come gli ha ricordato lo stesso Don Benzi, si tratta di “mantenere l'appetito sessuale di dieci milioni di clienti”. Ma lui è capace di questo e altro: “ha detto che dopo i 100 provvedimenti di questi primi mesi di governo, comincerà con la prostituzione” Così, da solo? No. “Mi ha detto che ne parlerà con i suoi collaboratori". Ah, meno male. Ma spero che anche in questo caso Giuliano Ferrara si limiti a parlare e non faccia nulla di concreto. L’impatto ambientale sarebbe devastante.

Volendo – già che ci siamo – mancare di rispetto a un sacerdote e a due povere ragazze, si potrebbe fare facile ironia su quello che è successo: perché per andare a trovare Berlusconi Don Benzi se ne è portate proprio due? Che all’uscita trattenevano entrambe un assegno da cinque milioni? È un vero cavaliere, ha offerto il giro. Come dice Carla Corso, la sindacalista più vecchia del mondo (ha sotterrato Lama e Trentin, e sopravviverà anche a Cofferati), “hanno finalmente fatto la più bella marchetta della loro vita". Piaccia o no, è così.

Va bene, ci siamo fatti la risata, ci sentiamo un po’ più liberi, si torna al lavoro. No, alt, mi era sembrato di vedere qualcosa. Ahi…

ghe pensi mi

Ecco cosa c’è che non va.
Ma guarda com’è strano il mondo. E come sono strane le emergenze. La prostituzione, per esempio, è un’emergenza da più di dieci anni. Ogni tanto qualcuno la tira fuori, l’Espresso e Panorama ci fanno la copertina, intervistano la “storica sindacalista”, poi tutto torna in naftalina. È l’emergenza buona per tutte le stagioni. C’è uno scandalo, una trattativa indecente da far passare sotto silenzio? Ma perché non parliamo d’altro? Di prostitute, per esempio, che girano in tanga per le nostre belle città. Che vergogna. Bisogna fare qualcosa. Adesso me ne occupo personalmente. Gianni (Letta), chiama quel prete, si quello lì, come si chiama, quello che le salva dal marciapiede, convoca una conferenza stampa e vammi a comprare le calze a rete…

get up!... get up!
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