"son pieni di energia gli uomini"
13-02-2007, 17:42Chaplin, cinema, generazione di fenomeni, Moretti (Nanni), nicchia, non ho voglia di tuffarmi in un gomitolo, snobismi, tvPermalink
Anche noi, venerdì, invece di uscire e recarci in qualche covo di snobisti, siamo rimasti sul divano davanti alle Invasioni Barbariche. Così effettivamente non ci è sfuggito lo scoop più controverso dell’anno (il servizio di Matteo Bordone, travestito da Matteo Bordone, che passa un pomeriggio intero in un ipermercato e poi va a non-ballare la salsa).
E non ci è piaciuto. Forse per snobismo antisnobista di ritorno, boh. Ma sicuramente non per antipatia preconcetta nei confronti di Bordone, tutt’altro. Di tutto si potrebbe accusare la mia coinquilina, salvo di antipatia preconcetta nei suoi confronti. E tuttavia avreste dovuto vedere la tristezza nei suoi occhi.
Allora: ci sarà in giro chi odia Bordone per motivi suoi e ha voglia di parlarne male: ma forse c’è anche chi c’è rimasto male perché Bordone in radio e altrove sembra molto, molto più simpatico di quello andato in onda venerdì. Una simpatia che nel servizio non c’era più: annullata. La tv ha masticato Bordone e ha risputato l’ennesimo snob-demofobo alla Zecchi. Non doveva finire così.
Poi, per un colmo di snobismo, ha iniziato a pioverci in casa. Quando ho riattaccato il PC, ho visto che ne avevano già parlato tutti. A questo punto che faccio? Sono più snob se mi attacco anch’io, o se faccio finta di niente?
Ho finto di essere un laureando di scienze della comunincazzone e mi sono brevemente rivisto il servizio (via macchia), cercando di capire cos’è che rendeva Bordone così irritante. Il montaggio? Le luci? La fotografia? No, direi che è tutto ok. Ma sin dalle prime riprese è chiaro un fatto: non c’aveva voglia. Certo, sempre meglio che simulare finti entusiasmi. Ma per tre minuti il personaggio barbuto non fa che spostarsi da una poltrona a una panchina, sembra invecchiato di 30 anni. A un certo punto prova anche un divano automassaggiante e dice che sembra di stare sull’intercity (un treno da snob: ma anche i regionali non vibrano mica male). “A fine serata sono stravolto” dirà alla fine. Guarda, senza acrimonia ti giuro: sembravi stravolto da subito. Il servizio funziona male soprattutto perché non c’è trama: il personaggio nasce stanco e stanco muore. Ma la gente in tv vuole colpi di scena.
E poi vuole che tu faccia il primo passo. Cioè, lo sappiamo tutti benissimo che 6 ore in un centro commerciale sono da ricovero, ma almeno la prima mezz’ora ci devi provare. Devi prendere in mano un oggetto che ti piace. Solidarizzare col vecchietto o la commessa. E se ti chiedono un ballo, porco cane, devi ballare. Nella sua replica, Bordone cita il Battiato di E ti vengo a cercare,

Gratta gratta, il meccanismo è lo stesso dei grandi film di Chaplin: nel labirinto disumano della città moderna il Vagabondo prova qualunque mestiere, qualunque esperienza di vita. Non è mai a suo agio, ma riesce sempre a regalare all’ambiente qualcosa di originale. E tutto, per un attimo, funziona: finché non arriva qualcuno a dire che non si può stare lì. Ai tempi di Chaplin era un poliziotto-con-sfollagente. Moretti di solito si fa cacciar via da qualche "persona normale". La banalità della prepotenza.
Io credo che la modernità debba essere esplorata con un po’ più di energia, di coraggio, al modo in cui lo faceva il Vagabondo: è un centro commerciale disumano in cui scavarti la tua nicchia, consapevole che l’estraneo, il poliziotto, la pioggia dai tegoli, può portarti via tutto in poche ore. Puoi lavorarci, ma puoi anche nasconderti, pattinarci, giocarci. Dopodiché capita anche a me di addormentarmi in piedi, se accompagno qualcuno lungo certe rotte dello shopping. E allora metto su una musichetta interna, uno di quei pezzi da pianoforte che accompagnavano i film muti. E guardo in camera e tiro avanti. Qualcuno, da qualche parte, ride di me: è una cosa che a volte consola.
mi piace "dispenser" su radio 2, bordone in radio mi piace.
tuttavia, effettivamente, devo ammettere, leonard, che qui il bordone risulta alla stessa stregua di un zecchi, di un facci, di un quaquaraquá qualunque nella classica ospitata dalla bignardi.
credo sia il ruolo.
guardando il filmato, figurati, mi veniva da dare ragione alla parietti. alla parietti!
lebbia
Idem al centro commerciale. La gente va là perché ha da fare la spesa, comprare un abito, un servizio di bicchieri, un libro. Insomma, perché Bordone avrebbe dovuto divertirsi, provarci? Ma provare a far cosa?
Il servizio era tendenzioso e provocatorio, il risultato già stabilito, prevedibile. Bordone forse non l'ha intuito, c'è cascato. Ai centri commerciali ho fai la spesa o t'annoi. Bordone non doveva comprar nulla, s'è annoiato. Lapalissiano, banale, ma a quanto pare provocatorio.
Francesco, come ho già scritto, in casa porto i pantaloni, ma non il telecomando. Il dvd ce l'abbiamo, ma non lo guardiamo, perché sarebbe snob (o non abbastanza snob, non lo so). Bisogna seguire il popolo, capire cosa guarda.
("J'avais la télé, mais ça m'ennuyait
Je l'ai r'tournée... d'l'aut' côté c'est passionnant!
J'suis snob... J'suis snob
J'suis ravagé par ce microbe")
Anonimo più sopra, se mi dici "viva la parola scritta" sfondi una porta aperta. Però, visto che si parlava di un servizio tv, la finestrella su youtube permette di capire subito se ho ragione o sono orbato dai pregiudizi rosiconi.
Quanto al video in fondo, se fossi riuscito su google images a trovare una foto decente di "Charlot che pattina di notte al centro commerciale", ne avrei fatto a meno. Ma c'ero molto legato perché quello che forse è il primo centro commerciale della storia del cinema è gia un posto postmoderno in cui ci si nasconde, si dorme, si gioca, ci si perde.
Piuttosto, vai a tirare fuori quello che pubblicavamo sui centri commerciali dieci anni fa? :-)
GePs
io ne ho uno in più, che era in offerta alla coop e non ho saputo resistere. se vuoi te lo impresto.
saluti
francesco
Insomma, la colpa è della tivvù.
(in effetti non leggo il suo blog. È grave?)
volpice
E poi, no, dai, pure tu, non cedere alla tirannia del video, no, dai, per favore!
(so che non son li solo per far mostra di se, finio a se stessi. So che son funzionali al testo: ma viva la parola scritta, senza ammenicoli, e viva chi sa usarla bene)