In questa pagina ho riportato gli ultimi articoli che ho scritto per il quotidiano ambientalista Terra, il settimanale Carta, Manifesto, per siti come Global Project, FrontiereNews o siti di associazioni come In Comune con Bettin e altro ancora.

«Riprenidiamoci la città». Il corteo No Bezos a Venezia

VENEZIA In centinaia contro «il simbolo di quel capitassimo che nutre e si arricchisce con le guerre»


L’ultimo appello alla mobilitazione è arrivato venerdì sera dal palco del festival di Radio Sherwood. «Il terzo uomo più ricco del mondo è venuto nella nostra città, l’ha noleggiata, l’ha militarizzata per garantire la celebrazione del suo potere – grida Martina Vergnano del comitato No Bezos, No Way – l’uomo che è il simbolo dello sfruttamento lavorativo, l’uomo che siede alla corte di Donald Trump e che è il volto del nuovo fascismo economico, l’uomo che vende e che guadagna dalla vendita di software militare che vengono utilizzate dagli Usa e da Israele. Jeff Bezos è il simbolo di quel capitassimo che nutre e si arricchisce con le guerre».


APPELLO CHE NON È STATO lanciato invano. Almeno cinquemila attiviste e attivisti si sono ritrovati ieri pomeriggio nel piazzale della stazione di Venezia per dare vita ad un corteo colorato, dove le bandiere della pace e i gonfaloni di San Marco sventolavano assieme a quelle della Palestina. Striscioni contro la guerra, cartelli inneggianti alla pace o con scritte ironiche come «Di male in Bezos», salvagenti colorati e paperelle galleggianti per una mobilitazione come non si vedeva da tanto tempo nella città dei dogi. Sono state organizzate partenze dai principali capoluoghi del Veneto, Vicenza, Padova, Treviso ma anche da Trento e da Bologna. Presente anche una folta delegazione del gruppo inglese “Everyone hates Elon” (tutti odiano Elon Musk) che nei giorni precedenti ha letteralmente tappezzato calli, campielli e fondamenta con cartelloni con la scritta «Nel tempo che tu impieghi a leggere queste righe, la ricchezza di Jeff Bezos è aumentata di più del tuo stipendio mensile».


TRA I MANIFESTANTI, abbiamo trovato alcuni rappresentanti di Amnesty International. «Siamo qui per monitorare la protesta – hanno spiegato -. Siamo molto preoccupati di cosa potrebbe succedere dopo l’approvazione del decreto Sicurezza».

Un corteo festoso che ha mobilitato quella Venezia che non si arrende e non si rassegna a diventare una Disneyland per ricchi. Angelo, 50enne veneziano doc, è la prima volta che partecipa a un corteo. La politica, racconta, non lo aveva mai interessato prima. «Giovedì sera stavo tornando a casa dal lavoro – spiega -. Abito in fondamenta della Madonna dell’Orto (dove Bezos ha noleggiato un intero palazzo, ndr). Ho trovato la polizia con le moto d’acqua e subacquei dentro il rio. A cento metro da casa, uno sbarramento di vigili mi ha impedito di passare. Non ho potuto andare a casa mia! Gli dicevo che abito da 40 anni ai piedi del ponte la davanti. Niente. Non mi hanno lasciato passare. E meno male che il sindaco aveva giurato che non ci sarebbero stati disagi».


AD APPLAUDIRE BEZOS, oltre al sindaco Luigi Brugnaro e al presidente della Regione Luca Zaia che ringraziano umilmente per il «dono» di tre milioni di dollari ad associazioni come l’Unesco e la Venice International University, ci hanno pensato gli albergatori. «Il matrimonio di Bezos è un esempio del turismo di qualità che vorremmo per Venezia», ha dichiarato Antonio Onorato di Ava-Federalberghi.

«Questo matrimonio invece è l’ennesima dimostrazione della trasformazione della città in vetrina per i potenti, a scapito dei suoi abitanti e della sua identità – ribatte Luana Zanella, capogruppo di Avs alla Camera che ha partecipato alla manifestazione con altri attivisti Verdi e Avs – Ma Venezia non è un set cinematografico né un parco giochi per miliardari. È una città viva e fragile che ha bisogno di politiche pubbliche coraggiose, partecipazione democratica e giustizia ambientale e sociale».

Il corteo si snoda senza incidenti tra calli e campielli sino a Rialto dove viene appeso un grande striscione «No Space for Bezos, no Space for War», proprio di fronte al Comune e all’hotel extra lusso da 11 mila euro a notte dove alloggiano Bezos e Lauren Sanchez. «Il messaggio che vogliamo portare con questa manifestazione è un messaggio di pace, un messaggio che dice che non è questo il mondo in cui vogliamo vivere – grida Federica Toninello al megafono – Vogliamo spostare i riflettori da tutto quel lusso costruito calpestando i diritti di tante persone e lavoratori per ribadire che non possono essere pochi miliardari a decidere delle vite di tutti».

La manifestazione si chiude in campo San Giacomo. «Adesso loro sono rintanati dentro all’Arsenale – conclude Federica, alludendo allo spostamento per questioni di sicurezza del party inizialmente previsto nell’Abbazia della Misericordia -, noi siamo qui a Rialto, nel centro di Venezia, a riprenderci il cuore della nostra città».

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