Jet privati e yacht giganti: «Bezos paghi più tasse»
24/06/2025Il ManifestoDavvero una bella cartolina con tanti saluti da Venezia, quella che Greenpeace ha spedito a Jeff Bezos per il suo matrimonio. Una dozzina di attiviste e di attivisti dell’associazione ambientalista e del gruppo d’azione britannico Everyone Hates Elon ha srotolato ieri mattina un lenzuolo di ben 400 metri quadrati con la faccia sorridente del padrone di Amazon e la scritta: «If you can rent Venice for your wedding, you can pay more tax», se puoi affittare Venezia per le tue nozze, allora puoi pagare più tasse.
Il riferimento è alla mancata tassazione dei beni dei grandi oligarchi come i loro enormi yacht che battono bandiere di comodo.
«Se i super ricchi fossero tassati insieme alle industrie del fossile e al comparto della difesa, non solo sarebbe possibile accelerare la giusta transizione verso forme di energia pulita, ma anche contribuire a finanziare un sistema di welfare che garantisca giustizia sociale e benessere per tutti – ha spiegato Simona Abbate, responsabile della campagna Clima di Greenpeace -. Questo modello economico che privilegia i super ricchi invece non solo non è giusto, ma sta portando l’intero pianeta al collasso».
Greenpeace è arrivata a Venezia una settimana fa per la sua campagna Stop Fossil Gas, a bordo della rompighiaccio Artic Sunrise.
Una nave di quasi 500 tonnellate di stazza, con una lunghezza di 50 metri, ma che, ormeggiata in Riva dei Sette Martiri accanto al lussuoso yacht di Michael Jordan – uno degli ospiti very vip di Bezos – sembrava una barchetta qualsiasi. E quello dell’ex giocatore di pallacanestro è solo uno dei nove mega yacht attesi per le celebrazioni. A questi vanno aggiunti i 95 jet privati di altrettanti altri ospiti attesi per le nozze del secolo. Neppure all’ultimo G7 si è visto un movimento simile di voli privati.
Sbarcheranno in laguna circa 200 ospiti. Sono attese star di Hollywood come Lady Gaga, Barbra Streisand, Leonardo DiCaprio, ma a festeggiare Bezos e la sua compagna Lauren Sanchez ci saranno anche Ivanka Trump e Bill Gates. Solo per citare i personaggi più noti. Per “difendere” le celebrità venute a rendergli omaggio, Bezos ha assoldato un esercito di ex marines e per mettere a tacere le voci di chi protestava per la svendita della città a uno dei massimi oligarchi del pianeta che ha proibito la sindacalizzazione delle sue aziende e collabora con lo Stato israeliano fornendogli servizi cloud illimitati, il magnate ha cominciato a firmare assegni a destra e manca ad associazioni locali che, a suo insindacabile giudizio, lavorano per il bene di Venezia. Città che, ha dichiarato mr. Amazon «ama dal profondo del cuore».
E così, mentre il presidente della regione Veneto, Luca Zaia, ringrazia pure lui dal profondo del cuore, l’ufficio veneziano dell’Unesco, il Corila e la Venice International University si preparano a intascare generose offerte per circa un milione di dollari. Dollari che saranno spesi per studiare progetti di sostenibilità ambientale dedicati alla laguna. E pazienza se questa stessa sostenibilità mal si sposa con lo spostamento di yacht che sembrano grattacieli galleggianti e lo svolazzo di aerei privati de luxe.
«Venezia ha una sua dignità e non ci interessa raccogliere le briciole che cadono dalla tavola del re – spiega Federica Toninello del comitato No Space For Bezos -. Non siamo contro le nozze di persone famose nella nostra città. Qui si sono sposati George Clooney e Woody Allen, tanto per fare un esempio, e non c’è nulla di male. Ma Bezos è un’altra faccenda. Non siamo di fronte solo all’arroganza del super ricco che trasforma un’intera città nel suo parco giochi. Bezos è uno dei maggiori protagonisti del cosiddetto complesso industriale militar-digitale che costruisce profitto sulla guerra e sulla morte di centinaia di migliaia di innocenti. Per questo il 28 giugno ci mobiliteremo con pacifica determinazione per gridare «No Space for Bezos, No space For War!».