Da Terni a Roma. The Climate Ride conclude la sua corsa di 700 chilometri a Forte Prenestino con Genuino Clandestino
Ultima tappa per la carovana The Climate Ride che comincia a fare i conti con la stanchezza. Da Terni a Roma sono più di 130 chilometri da percorrere, per di più lungo sterrati e strade secondarie. Le gambe, messe a dura prova nelle tappe precedenti, cominciano a diventar pesanti. Il cedimento di una catena e qualche errore nella scelta della strada hanno contribuito a rendere questa tappa laziale la più pesante di tutto il tour. Anche la via Flaminia non è certo fatta per la mobilità alternativa.
Ultima tappa per la carovana The Climate Ride che comincia a fare i conti con la stanchezza. Da Terni a Roma sono più di 130 chilometri da percorrere, per di più lungo sterrati e strade secondarie. Le gambe, messe a dura prova nelle tappe precedenti, cominciano a diventar pesanti. Il cedimento di una catena e qualche errore nella scelta della strada hanno contribuito a rendere questa tappa laziale la più pesante di tutto il tour. Anche la via Flaminia non è certo fatta per la mobilità alternativa. Si corre su un guscio di tartaruga, tra buche, dossi e laghetti causato dalla rottura delle condutture idriche. Vien da pensare che, magari, ci sarebbero ben altre “grandi opere” su cui impegnare le risorse del Paese, piuttosto che la Tav! Come se non bastasse, di piste ciclabili neppure l’ombra e l’educazione degli automobilisti nei confronti dei ciclisti è tutta da rivedere. Come dire che il nostro non è un Paese per biciclette!
Ma i segnali di una doverosa inversione di rotta ci sono. Ce lo dimostra il sindaco Alfredo Graziani del Comune di Magliano Sabina che accoglie The Climate Ride nella piazza centrale della città, concedendo il patrocino del suo Comune all’iniziativa. Magliano Sabina si è aggiudicata il premio di Comune Riciclone e sta attuando una serie di politiche virtuose per combattere inquinamento e cambiamenti climatici: raccolta differenziata porta a porta, divieto di uso di stoviglie di plastica, colonnine di ricarica per le auto elettriche, fotovoltaico negli edifici pubblici. Magliano Sabina insomma, è la dimostrazione vivente che, se un Comune lo vuole davvero, può fare molto per combattere il Climate Change.
Lasciato il Comune Riciclone, The Climate Ride corre finalmente a tagliare il traguardo dell’ultima tappa: Roma. Una dozzina di ciclisti locali ci viene incontro nella prima periferia per farci da scorta sino all’inceneritore di Colleferro, teatro di una lunga lotta per la salute e l’ambiente, dove ci attende un gruppo di cittadine e cittadini che si sono battuti per la chiusura di questo impianto inquinante.
In serata, a Forte Prenestino, dove movimenti e comitati stanno preparando alla marcia di domani per la Giustizia Climatica, i ciclisti per l’ambiente ricevono gli applausi dei partecipanti all’assemblea di Genuino Clandestino. La lotta per l’ambiente, alla fin fine, è sempre una lotta per la democrazia. Un lotta per la difesa dei beni comuni contro lo sfruttamento del capitale. E se ieri era solo una lotta per la giustizia sociale, oggi, in virtù della carattere di improrogabile urgenza dei cambiamenti climatici, è una lotta per la sopravvivenza dell’umanità su questo pianeta che chiamiamo Terra. Una lotta che non ha alternative.
Ma i segnali di una doverosa inversione di rotta ci sono. Ce lo dimostra il sindaco Alfredo Graziani del Comune di Magliano Sabina che accoglie The Climate Ride nella piazza centrale della città, concedendo il patrocino del suo Comune all’iniziativa. Magliano Sabina si è aggiudicata il premio di Comune Riciclone e sta attuando una serie di politiche virtuose per combattere inquinamento e cambiamenti climatici: raccolta differenziata porta a porta, divieto di uso di stoviglie di plastica, colonnine di ricarica per le auto elettriche, fotovoltaico negli edifici pubblici. Magliano Sabina insomma, è la dimostrazione vivente che, se un Comune lo vuole davvero, può fare molto per combattere il Climate Change.
Lasciato il Comune Riciclone, The Climate Ride corre finalmente a tagliare il traguardo dell’ultima tappa: Roma. Una dozzina di ciclisti locali ci viene incontro nella prima periferia per farci da scorta sino all’inceneritore di Colleferro, teatro di una lunga lotta per la salute e l’ambiente, dove ci attende un gruppo di cittadine e cittadini che si sono battuti per la chiusura di questo impianto inquinante.
In serata, a Forte Prenestino, dove movimenti e comitati stanno preparando alla marcia di domani per la Giustizia Climatica, i ciclisti per l’ambiente ricevono gli applausi dei partecipanti all’assemblea di Genuino Clandestino. La lotta per l’ambiente, alla fin fine, è sempre una lotta per la democrazia. Un lotta per la difesa dei beni comuni contro lo sfruttamento del capitale. E se ieri era solo una lotta per la giustizia sociale, oggi, in virtù della carattere di improrogabile urgenza dei cambiamenti climatici, è una lotta per la sopravvivenza dell’umanità su questo pianeta che chiamiamo Terra. Una lotta che non ha alternative.