Venezia Today

"La polizia ostacola gli attivisti a Idomeni, poi lascia il passo. Tra gli applausi dei profughi"

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Stavolta è stata dura. Arrivati alle porte del campo di Idomenei, gli attivisti di #Overthefortress hanno trovato ad attenderli uno sbarramento di blindati e un cordone di poliziotti in assetto antisommossa. Vietato proseguire.
"Una sorpresa davvero inattesa - commenta Rolando Lutterotti, attivista del Loco di Mestre -. Ieri abbiamo distribuito i giocattoli, saponi e i vestiti per bambini senza nessun problema. Oggi che siamo venuti a portare medicinali, scarpe, vestiti per uomini e donne, ci dicono che non è possibile proseguire con la scusa che potremmo innescare rivolte. La verità è che in Europa oramai, è diventato illegale fare la cosa giusta come aiutare chi ha bisogno. Ma, divieto o no, noi continueremo a fare quello che va fatto".
Continua

#Overthefortress a Idomeni: distribuzione dei beni di prima necessità

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La carovana #OverTheFortress arriva al campo profughi di Idomeni a mezzogiorno, dopo quattro ore di viaggio da Igoumenitsa. Per strada, gli attivisti italiani sono stati calorosamente accolti da varie associazioni greche per i diritti umani. Il tempo è bello e la strada che corre sotto un monte Olimpo ancora innevato, è splendida. Scorre sopra un manto verde, dolcemente ondulato, che sembra un inno alla vita.
Le tende appaiono all'improvviso. Il primo campo che ci troviamo ad attraversare è gestito dall'Unhcr, l'agenzia Onu per i rifugiati. Vi ospita qualche migliaio di profughi. La Grecia, va sottolineato, non ha militarizzato i campi. Dopo gli accordi di Bruxelles, la politica del Governo è quella di dividere i profughi di Idomeni per nazionalità e assegnare ad ognuna di queste un campo gestito da una diversa onlus. Il che significa per i profughi ancora stanziati a Idomeni, abbandonare per sempre qualsiasi speranza di varcare la frontiera con la Macedonia e di entrare nel cuore d'Europa. La situazione è molto tesa e rischia di precipitare da un momento all'altro perché è proprio la speranza di raggiungere e di essere accolti in Europa quello che ha spinto queste donne e questi uomini a lasciare i loro Paesi in guerra. Continua

Dopo il ritrovo ad Ancona, la partenza alla volta di Idomeni. Dove la situazione è tesa

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Appuntamento in piazza del Teatro, a due passi dal porto di Ancona, alle dieci della mattina. Dal nord est arriva un pulman a due piani di attivisti, più alcuni furgoncini carichi di coperte, vestiti e altri generi di prima necessità da portare al campo profughi.
Altri arrivano dal sud. Verso mezzogiorno la piazza del teatro è piene di gente e di striscioni colorati che inneggiano ad una Europa senza frontiere. Tra i tanti che vengono a salutarci alla partenza c'è anche Karim Franceschi, l'italiano che ha combattuto contro l'Isis e che ha raccontato la sua esperienza nel libro "Il combattente", Rizzoli.
La nave salpa alle 13,30. C'è tempo per una conferenza stampa. Ai giornalisti che li intervistano le ragazze e i ragazzi di #OverTheFortress raccontano perché hanno deciso di rinunciare alle feste pasquali per portare aiuti e solidarietà a profughi che l'Europa delle banche non vuole. "Un perché difficile da spiegare a parole - sussurra una ragazza - se uno già non lo capisce da solo". Continua

Da Venezia al campo profughi, comincia il viaggio via mare verso la Grecia

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Se vero che da soli possiamo fare ben poco, è anche vero che quello che possiamo fare va fatto. Oggi, la Grecia, che ha insegnato all’Europa e al mondo cosa è la democrazia, si è ridotta a fare da prigione a cielo aperto per oltre 48 mila profughi. Una prigione che non concede ai suoi detenuti nessuno di quei diritti che altri detenuti hanno nelle normali carceri. Una prigione che viola i più elementari diritti umani di persone che non hanno fatto niente di male se non cercare di fuggire dalla guerra per portare in salvo i propri figli e i propri familiari. Donne e uomini in fuga dagli stessi terroristi che hanno martirizzato il Belgio, senza che nessuno colori con la loro bandiera il suo profilo di Facebook.Continua