Non avrai altro giuslavorista

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Gli ichinoduli

Una delle poche cose che ho capito della riforma Fornero è che non è, tra le altre, la riforma Ichino: e questo lo ha riconosciuto con molta serenità Ichino stesso. Non è nemmeno un'evoluzione, una variazione, una rielaborazione della bozza Ichino; è proprio un altro progetto, scritto da una persona che aveva una visione diversa dell'Italia e del lavoro e degli italiani. Fin qui penso che siamo d'accordo tutti.

E quindi insomma per mesi - per anni - abbiamo litigato, tra PD e dintorni, su una cosa che alla fine è rimasta una bozza, una lista di buoni propositi; come i capponi di Renzo, ci siamo beccati tra noi mentre il padrone ci spennava. Non c'è nemmeno motivo per cui smettere adesso: con un po' di impegno, finché la temperatura del forno ce lo consente, possiamo continuare a litigare su Ichino. C'è per esempio una corrente di pensiero, ben rappresentata da Francesco Costa, che se la prende con gli ichinoclasti del PD: se la riforma Fornero picchia duro è colpa loro che non hanno voluto la riforma Ichino. Chi troppo vuole nulla stringe, il meglio è nemico del bene eccetera.

Senza dubbio molte critiche che venivano fatte a Ichino e alle sue proposte erano pregiudiziali. Però c'erano anche i capponi che scuotevano la testa ritmicamente non per inerzia, ma perché banalmente Ichino non li convinceva. Non è che fosse un brutto concetto la flexsecurity, anzi, bellissima: ma con che soldi? In Danimarca credo anch'io che si stia bene: ma è verosimile pensare di trasferire un modello che è prima di tutto culturale, partendo dalla normativa sul lavoro? Io ero uno di quei capponi che diceva no, no, no, e qualche beccata me la sono presa, per carità, robetta.

In generale noi ichinoscettici, più che ichinoclasti, pensavamo che tante buone idee sarebbero restate slogan, buoni per aizzare i giovani arrabbiati contro la casta dei sessantenni col posto fisso, ma senza altre conseguenze pratiche; che di quanto Ichino prometteva, la parte "flex" sarebbe passata liscia liscia per le camere fino alla Gazzetta Ufficiale e agli uffici legali delle aziende; la parte "security" invece si sarebbe incagliata in qualche angusto anfratto dell'iter parlamentare; magari impigliata a vecchi faldoni, gli ammortizzatori sociali del pacchetto Treu, o quelli della legge Biagi. Eravamo prevenuti, decisamente. E adesso ci becchiamo la Fornero e ce la meritiamo.

Eppure dal nostro scettico punto di vista le cose sono proprio andate così. Dopo mesi di slogan e contrapposizioni generazionali, quando si è trattato di mettersi a tavolino e scrivere una legge praticabile, la bozza Ichino non è stata presa nemmeno come punto di partenza. Forse a causa del livore degli ichinoclasti, è un'ipotesi. L'altra ipotesi è che semplicemente la bozza Ichino non sia praticabile. È una bellissima bozza, contiene meravigliose danimarche flessibili smontabili trasportabili e rimontabili in loco, e altri mondi immaginari, come quel bel libro di Tommaso Moro, come si chiama. Però quando si tratta di riformare realisticamente il mercato del lavoro in Italia, magari cercando di attirare qualche negriero, pardon, delocalizzatore (un tentativo disperato, ma a questo siamo), ecco, semplicemente non c'è più tempo per le fiabe nordiche, che pure sono tra le mie preferite.

A questo punto però assistiamo a uno di quei fenomeni sui quali secondo me non si riflette abbastanza, ovvero: la nascita di una religione. Proprio nel momento in cui la bozza Ichino viene rigettata, e anche Ichino lo sa e legittimamente continua a fare controproposte, i suoi seguaci (molto più ichinoduli di lui) elaborano la sconfitta in forma di Martirio: la bozza non è caduta perché non funzionava, ma perché noi eravamo troppo peccatori per meritarcela. Se solo avessimo accettato nel nostro cuore la verità della Bozza... ma noi, che pure abbiamo veduto, non abbiamo creduto: guai a noi, guai a Fassina, guai alla CGIL, guai insomma un po' a tutti. Non meritiamo di partire per la danimarca promessa dove scorrono il latte, il miele e la security.

Ecco, devo dire che questa reazione mi inquieta un po'. Di solito l'utopismo sta ai margini del dibattito politico; il caso degli ichinoduli mi sembra una cosa curiosa, un utopismo moderato, ma comunque abbastanza irrazionale. E poi sto in pensiero per Ichino, che mica voleva fondare una religione. Con quel che costano in sacrifici. A volte anche, ehm, umani.
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