Io sciopero quanto posso, finché posso, perché posso

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Domani venerdì 17 novembre, sarebbe stato difficile trovare una data più lugubre ma la scaramanzia rovina solo chi ci crede, io sciopero per otto ore, e spero anche voi. Magari qualcuno è curioso del perché, ebbene: io sciopero perché posso. È un mio diritto, ne approfitto. Potremmo anche finirla qui. Invece no, andò avanti: a questo servivano i blog, ad andare avanti fino a esaurimento della pazienza dei lettori. Domani sciopero perché:

– Scioperano le scuole e io ci lavoro, e sono stanco di sentirmi ogni giorno più povero mentre cercano di vendermi tablet e lavagne interattive (per quelle i soldi ci sono sempre) e mi tagliano le cattedre, i sostegni, i fondi per le supplenze brevi, tutte quelle cose che mi consentirebbero di fare davvero il mio mestiere e non passare il tempo a tappare i buchi dei tappi precedenti. Ma a parte questo:

– Sciopera il settore scuola, il mio comparto, ed è da anni che io me la prendo coi miei colleghi perché non scioperano abbastanza o aderiscono a scioperi civetta, scioperi ballerini promossi da sigle fantasma, scioperi farsa. Questo è uno sciopero compatto, promosso dalle principali sigle sindacali, e tiriamo una tendina pietosa sulla cosiddetta Cisl. Ma a parte questo:

Sciopera il mio sindacato, che non è immune da difetti ed errori e in tanti anni ne ha commessi tanti, ma è ancora il mio sindacato e io mi fido. Ma a parte questo: 

– Non mi piace la finanziaria del governo, anche se devo ammettere che poteva andare molto peggio, vista la feccia da cui provengono. No, chiedo scusa, non dovrei parlare in questi termini. "Provengono" implica che a un certo punto se ne siano andati e invece no, io questo governo continuo a vederlo galleggiare nella feccia. Dopodiché da gente di così pochi scrupoli, di scarsa nulla dirittura morale e di risibile cultura potevo anche immaginarmi una finanziaria più genuflessa ai padroni, e tuttavia non sarò io a tendere una mano a codesta gente, non è così che funziona la democrazia, finché c'è. Io la mano devo già tenderla agli ex grillini, credete non mi costi? Se voi volete aiutare aa Meloni e la sua corte dei miracoli, prego. Io sciopero. È un mio diritto. Ma a parte questo:

– Questa cosa di esser nato nell'unico Paese in Europa dove più o meno da quando mi sono messo a lavorare non è mai cresciuto il salario medio, capisco che non dipenda da un solo fattore ma da un complesso insieme di fattori, ma ugualmente non mi va più di tanto giù. E a proposito:

– Questa cosa che probabilmente non andrò mai in pensione, perché la dovrei prendere così sportivamente? Va bene, in pensione non avrò mai il diritto di andarci, ma di scioperare sì. E inoltre:

– Salvini si è molto arrabbiato e sta precettando alla cazzo; ora ditemi che questo non fa venire voglia di scioperare anche a voi? Io ne avevo già, di sicuro non me la stanno facendo passare. Ma più in generale:

– Quella storia del premierato, ora io lo so che probabilmente non ce la faranno neanche stavolta, visto che sono più sgarrupati del solito (ma lo stesso mi fa paura); lo so che rispetto a quegli improvvisati dei renziani almeno Meloni & co. sono coerenti, il desiderio di oltrepassare il parlamentarismo è una loro costante sin dal 1919; lo so che gli scioperi non sono lo strumento tecnicamente più preciso per protestare contro una riforma costituzionale; e però qui abbiamo già al governo gente che non sa cos'è il diritto allo sciopero: vogliamo anche dargli il premierato, e poi cosa? In attesa che salgano al balcone a spiegarci gli imperativi categorici e con chi belligereremo l'anno prossimo, io sciopero: giusto per ricordare a lorsignori che è un diritto, e che se vogliono togliermelo serviranno come minimo mazzate. E quindi, in definitiva:

– Io sciopero perché posso, davvero. Ho la sensazione che qualcuno questa cosa non la capisca, e non è la prima volta che gliela provano a spiegare. C'è una specie di analfabetismo selettivissimo che coinvolge gente che sui social e in tv ti spiega l'economia, ti spiega il mondo del lavoro, ti spiega la qualunque e poi al primo sciopero casca dal pero, non ne ha mai sentito parlare, è convinto che non sia un diritto, tra le altre cose ignora il concetto di riduzione del trattamento economico, di trattenuta insomma. Credono che siamo come i ragazzini che saltano scuola a gratis, ebbene no, no, no. Se questo fosse l'unico motivo per scioperare, sarebbe comunque un ottimo motivo: io sciopero perché me lo posso permettere, lavoro, produco, guadagno e sciopero, capito? E se non lo hai capito, chi ti ha venduto la laurea ti ha fregato, furbacchione. Certo, questo implica anche che:

– Io sciopero perché sono un privilegiato. Altri non se lo possono permettere. Non lavorano, o non lavorano e guadagnano abbastanza, e quindi non possono. Precisamente. E io sciopero anche per loro. Per quel che posso, finché posso, siccome posso, io sciopero. Spero anche voi. 

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