06-03-2003, 02:43attivismo, indymedia, manifestaiolismi, prima pagare, tvPermalink
Ci insospettisce anche il fatto che l'attentato terroristico casualmente fallito era stato programmato nello stesso giorno e nelle stesse ore in cui il PMLI commemorava solennemente a Firenze Stalin, quasi che si volesse oscurare questo evento storico. Ciò conferma che l'altro obiettivo dei mandanti del terrorismo è quello di spingere i sinceri rivoluzionari a compiere azioni avventuristiche e sanguinarie per sottrarli alla lotta per buttar giù il governo del neoduce Berlusconi, per l'Italia unita, rossa e socialista....
Per la rubrica: “Chi ci paga i politici”...
...questa settimana esaminiamo il caso di uno dei più surreali partiti italiani: il PMLI. ML sta per Marxista-Leninista; in realtà il PMLI è la piccola conventicola degli stalinisti italiani. Le loro bandiere mettono ben in evidenza i profili dei “Cinque maestri”: Marx, Engels, Lenin, Stalin, Mao (li vedete, no?). Il loro sito (www.pmli.it) sembra una retrospettiva sulla propaganda comunista anni ’50, e ci vuole un po’ di tempo prima di rendersi conto che nei proclami inneggianti a Stalin nel cinquantenario della morte non c’è nessuna ironia.
Ora, è ben vero che in Italia non esistono (o non dovrebbero esistere) i reati d’opinione. Come è vero che i Marxisti-Leninisti, pur giustificando i morti di Stalin e Mao, non hanno mai ucciso nessuno.
Eppure io non sono d’accordo con chi li trova più patetici che pericolosi. C’è qualcosa che non mi torna.
Per esempio, i manifesti in quadricromia.
Chi ha fatto un po’ di politica ‘dal basso’, cioè distribuendo volantini, capirà quello che intendo: di solito i volantini sono tristi, in bianco e nero, con macchie grigie là dove un grafico improvvisato aveva immaginato di inserire una fotografia. Quando ci si vuole rovinare, quando c’è qualche soldo in cassa (e quando mai?), alcuni comitati o associazioni si spingono fino a stampare manifestini a due colori. E non di più, coi tempi che corrono.
Ma i Marxisti.Leninisti, che sono con tutta evidenza tre-quattro gatti, hanno manifesti in quadricromia, con tutti i colori dell’iride (il rosso specialmente). E quando vogliono ne stampano a volontà, e li affiggono dove gli pare.
Per esempio: nella mia città, dove i Marxisti-Leninisti si contano sull’unghia di un dito, sul palazzo di fianco alla sede di Rifondazione c’è un loro manifesto, abusivo, ma incollato così bene che in due anni non è ancora venuto via. È un montaggio di dubbio gusto e di sicuro effetto: un martello (contornato di falce) picchia sulla testa di un Berlusconi travestito da Mussolini. Gli automobilisti che passano di lì (e ne passano tanti), danno un’occhiata al manifesto e lo identificano con Rifondazione, che ha la sua bandiera sul terrazzo a pochi metri di distanza.
La stessa malizia che mostrano nell’arte di attaccare manifesti, si riscontra anche durante le manifestazioni di piazza. Da quando c’è il Movimento… diciamo da Genova in poi, il PMLI non s’è perso un corteo. Ma siccome sono quattro gatti e non hanno nessuna intenzione di allargare la base (se si iscrivesseo altri cinque gatti il Comitato Centrale sarebbe messo in minoranza), di solito preferiscono non marciare compatti. Piuttosto si mescolano tra la folla, con le loro belle bandierine colorate con Stalin in evidenza, e cercano di sventolarle davanti al maggior numero di teleobiettivi – preferibilmente quelli del Tg4 e di StudioAperto. Così la prima Fallaci che si sveglia durante il servizio può tuonare che è una vergogna, tutti questi milioni nelle piazze in realtà sono i soliti stalinisti, che lei quelle bandiere se le ricorda bene.
Succede la stessa cosa anche in provincia, badate: a ogni manifestazione, presidio, sit-in, ce n’è sempre uno con la sua brava bandierina che cerca di venderti il Bolscevico. Naturalmente nessuno lo ha invitato. Ma nessuno ha il coraggio di mandarlo via. Poi arriva il fotografo del giornale… ecc..
Insomma: dietro un'apparenza di partitino settario anni'70, qui c'è gente che sa fare branding in modo spregiudicato. (Dicesi branding l'abitudine dei pubblicitari di mostrare continuamente il marchio di un prodotto, per imprimerlo sulla coscienza del consumatore). Forse un po' troppo spregiudicato per degli anti-capitalisti, ma le vie della rivoluzione sono infinite, diceva Mao... o non lo diceva? Beh, avrebbe potuto dirlo.
Un discorso a parte meriterebbe il contributo del pmli a Indymedia: quando il newswire era ancora un ambiente vivibile, i marxisti-leninisti facevano del loro meglio per intasarlo con lunghissimi polentoni a base di lotta di classe e citazioni del libretto rosso, nell'ilarità generale dei frequentatori, dapprima increduli, poi divertiti, infine mortalmente scocciati. Anche qui, non sai dove l’ingenuità cede alla malizia: nell’estate del 2001 i marxisti-leninisti terminavano una loro torrenziale analisi, firmata Koba (nomignolo di Stalin), auspicando “la nascita del Forum Sociale Italiano”. Sai che roba, Koba, in quei mesi ne parlavano tutti. Ma loro lo mettono per iscritto: vuoi scommettere che tra qualche anno uno studioso, un editorialista, un magistrato, ritrova i documenti in archivio e si mette a dire che il Forum Sociale l’hanno inventato gli stalinisti?
L’ultimo episodio, forse il più significativo, è quello di ieri sera: in occasione del cinquantenario della morte di Stalin, un rappresentante del PMLI (Mino Pasca) ha avuto a disposizione una buona mezz’ora di diretta televisiva in prima serata per attaccare lo Stato Borghese e difendere le politiche di Stalin e della Terza Internazionale. Il tutto, mi duole dirlo, a “Otto e Mezza”, su La7. Va bene, Giuliano Ferrara e Luca Sofri hanno il diritto di invitare chi vogliono.
Quello che non capisco è come mai stavolta da nessun pulpito non sia partita la domanda rituale: chi vi paga? Ammesso e magari concesso che siate stalinisti per scelta di vita, chi vi finanzia le stampe in quadricromia, le bandiere serigrafate? I lettori del Bolscevico coi bollettini postali? Ma andiamo.
Ferrara invece s’interrogava sul perché un neo-stalinista possa essere invitato a un anniversario in tv e un neo-nazista no. Bella faccia tosta, visto che la scelta d’invitarlo è stata sua.
Dal mio punto di vista di spettatore di Otto e Mezza, mi sento di poterlo rassicurare: la presenza di un neo-stalinista in tv m’indigna come la presenza di un neonazista. Stavo per dire “esattamente come”, ma non mi piacciono certe simmetrie. PMLI e Forza Nuova mi fanno schifo entrambi, ma non è lo stesso schifo. E non sono nemmeno in grado di fare una graduatoria dello schifo.
Se poi Ferrara (e con lui Sofri) preferisce dare visibilità a un neo-stalinista e glissare sui neo-nazisti, il minimo che possa fare è assumersene la responsabilità.
(Piccola curiosità: lo sapevate in che partito milita attualmente il fondatore del PMLI? E' il terzo della lista)

Per la rubrica: “Chi ci paga i politici”...
...questa settimana esaminiamo il caso di uno dei più surreali partiti italiani: il PMLI. ML sta per Marxista-Leninista; in realtà il PMLI è la piccola conventicola degli stalinisti italiani. Le loro bandiere mettono ben in evidenza i profili dei “Cinque maestri”: Marx, Engels, Lenin, Stalin, Mao (li vedete, no?). Il loro sito (www.pmli.it) sembra una retrospettiva sulla propaganda comunista anni ’50, e ci vuole un po’ di tempo prima di rendersi conto che nei proclami inneggianti a Stalin nel cinquantenario della morte non c’è nessuna ironia.
Ora, è ben vero che in Italia non esistono (o non dovrebbero esistere) i reati d’opinione. Come è vero che i Marxisti-Leninisti, pur giustificando i morti di Stalin e Mao, non hanno mai ucciso nessuno.
Eppure io non sono d’accordo con chi li trova più patetici che pericolosi. C’è qualcosa che non mi torna.
Per esempio, i manifesti in quadricromia.
Chi ha fatto un po’ di politica ‘dal basso’, cioè distribuendo volantini, capirà quello che intendo: di solito i volantini sono tristi, in bianco e nero, con macchie grigie là dove un grafico improvvisato aveva immaginato di inserire una fotografia. Quando ci si vuole rovinare, quando c’è qualche soldo in cassa (e quando mai?), alcuni comitati o associazioni si spingono fino a stampare manifestini a due colori. E non di più, coi tempi che corrono.
Ma i Marxisti.Leninisti, che sono con tutta evidenza tre-quattro gatti, hanno manifesti in quadricromia, con tutti i colori dell’iride (il rosso specialmente). E quando vogliono ne stampano a volontà, e li affiggono dove gli pare.
Per esempio: nella mia città, dove i Marxisti-Leninisti si contano sull’unghia di un dito, sul palazzo di fianco alla sede di Rifondazione c’è un loro manifesto, abusivo, ma incollato così bene che in due anni non è ancora venuto via. È un montaggio di dubbio gusto e di sicuro effetto: un martello (contornato di falce) picchia sulla testa di un Berlusconi travestito da Mussolini. Gli automobilisti che passano di lì (e ne passano tanti), danno un’occhiata al manifesto e lo identificano con Rifondazione, che ha la sua bandiera sul terrazzo a pochi metri di distanza.
La stessa malizia che mostrano nell’arte di attaccare manifesti, si riscontra anche durante le manifestazioni di piazza. Da quando c’è il Movimento… diciamo da Genova in poi, il PMLI non s’è perso un corteo. Ma siccome sono quattro gatti e non hanno nessuna intenzione di allargare la base (se si iscrivesseo altri cinque gatti il Comitato Centrale sarebbe messo in minoranza), di solito preferiscono non marciare compatti. Piuttosto si mescolano tra la folla, con le loro belle bandierine colorate con Stalin in evidenza, e cercano di sventolarle davanti al maggior numero di teleobiettivi – preferibilmente quelli del Tg4 e di StudioAperto. Così la prima Fallaci che si sveglia durante il servizio può tuonare che è una vergogna, tutti questi milioni nelle piazze in realtà sono i soliti stalinisti, che lei quelle bandiere se le ricorda bene.
Succede la stessa cosa anche in provincia, badate: a ogni manifestazione, presidio, sit-in, ce n’è sempre uno con la sua brava bandierina che cerca di venderti il Bolscevico. Naturalmente nessuno lo ha invitato. Ma nessuno ha il coraggio di mandarlo via. Poi arriva il fotografo del giornale… ecc..
Insomma: dietro un'apparenza di partitino settario anni'70, qui c'è gente che sa fare branding in modo spregiudicato. (Dicesi branding l'abitudine dei pubblicitari di mostrare continuamente il marchio di un prodotto, per imprimerlo sulla coscienza del consumatore). Forse un po' troppo spregiudicato per degli anti-capitalisti, ma le vie della rivoluzione sono infinite, diceva Mao... o non lo diceva? Beh, avrebbe potuto dirlo.
Un discorso a parte meriterebbe il contributo del pmli a Indymedia: quando il newswire era ancora un ambiente vivibile, i marxisti-leninisti facevano del loro meglio per intasarlo con lunghissimi polentoni a base di lotta di classe e citazioni del libretto rosso, nell'ilarità generale dei frequentatori, dapprima increduli, poi divertiti, infine mortalmente scocciati. Anche qui, non sai dove l’ingenuità cede alla malizia: nell’estate del 2001 i marxisti-leninisti terminavano una loro torrenziale analisi, firmata Koba (nomignolo di Stalin), auspicando “la nascita del Forum Sociale Italiano”. Sai che roba, Koba, in quei mesi ne parlavano tutti. Ma loro lo mettono per iscritto: vuoi scommettere che tra qualche anno uno studioso, un editorialista, un magistrato, ritrova i documenti in archivio e si mette a dire che il Forum Sociale l’hanno inventato gli stalinisti?
L’ultimo episodio, forse il più significativo, è quello di ieri sera: in occasione del cinquantenario della morte di Stalin, un rappresentante del PMLI (Mino Pasca) ha avuto a disposizione una buona mezz’ora di diretta televisiva in prima serata per attaccare lo Stato Borghese e difendere le politiche di Stalin e della Terza Internazionale. Il tutto, mi duole dirlo, a “Otto e Mezza”, su La7. Va bene, Giuliano Ferrara e Luca Sofri hanno il diritto di invitare chi vogliono.
Quello che non capisco è come mai stavolta da nessun pulpito non sia partita la domanda rituale: chi vi paga? Ammesso e magari concesso che siate stalinisti per scelta di vita, chi vi finanzia le stampe in quadricromia, le bandiere serigrafate? I lettori del Bolscevico coi bollettini postali? Ma andiamo.
Ferrara invece s’interrogava sul perché un neo-stalinista possa essere invitato a un anniversario in tv e un neo-nazista no. Bella faccia tosta, visto che la scelta d’invitarlo è stata sua.
Dal mio punto di vista di spettatore di Otto e Mezza, mi sento di poterlo rassicurare: la presenza di un neo-stalinista in tv m’indigna come la presenza di un neonazista. Stavo per dire “esattamente come”, ma non mi piacciono certe simmetrie. PMLI e Forza Nuova mi fanno schifo entrambi, ma non è lo stesso schifo. E non sono nemmeno in grado di fare una graduatoria dello schifo.
Se poi Ferrara (e con lui Sofri) preferisce dare visibilità a un neo-stalinista e glissare sui neo-nazisti, il minimo che possa fare è assumersene la responsabilità.
(Piccola curiosità: lo sapevate in che partito milita attualmente il fondatore del PMLI? E' il terzo della lista)
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