Non andremo in pensione a 75 anni (e lo sappiamo)

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Con tutto il rispetto per il presidente Boeri, sappiamo tutti che non andrà così. Non andremo in pensione a 75 anni. 

Oddio, qualcuno ce la farà. Qualche stakanovista, qualche assenteista - buffo come gli estremi si incontrino. Ma la maggior parte di noi non andrà in pensione a 75 anni, e lo sappiamo. Voglio dire, basta guardarsi attorno.

Vedete molti colleghi di 74 anni?

E allora lo avete capito anche voi. Non ci succederà di andare in pensione a 75.

Cosa ci succederà?

Continuate pure a guardarvi attorno. Prima o poi bisogna cominciare. È fastidioso, è proprio questo il punto. Malattie, congedi, prepensionamenti, a parlarne sembra quasi che tu abbia poca voglia di lavorare. Ed è proprio in quel momento che arriva la mazzata.

C'è qualcosa che non va.

Fai più fatica ad alzarti, ti addormenti prima. C'è un dolorino che non passa. Un po' di pelle si desquama. Ma soprattutto c'è un bambino nel cervello che continua a ripeterti che non è niente, non è niente, puoi farcela, sei immortale. È quello che ti frega, in molti casi. Coi dolorini puoi venirci a patti, negoziare paci separate. Ma quel bambino prima o poi ti fa commettere un'imprudenza. Esci senza sciarpa. Oppure fuori piove ma fanculo, prendo la bici lo stesso.

Ti rompi un femore, resti a casa.

Ne approfitti per riposare, perché diciamocelo, negli ultimi tempi eri un po' esaurito. Torni dopo un mese e senti qualcuno che mormora. Te la sei presa comoda, hanno dovuto sostituirti, certo, è stato un incidente, però anche tu, in bici alla tua età, non hai giudizio. I colleghi ti guardano strano - cioè, strano. Ti guardano. Prima non ci facevi caso.

Il capo deve farti un discorso.

Con la tua assenza hai fatto perdere tempo a tutti, per cui adesso ci si aspetterebbe da te un po' più di impegno. Oppure, se proprio non ce la fai...

Come sarebbe a dire che non ce la fai? È il tuo mestiere, hai dovuto fermarti per un incidente, ma...

Ma non sei più produttivo come prima.

Ma stanno scherzando? stai facendo esattamente quello che facevo prima! (il bambino nella testa è molto incazzato)

Si vede che non basta più. Mettiamola così. Prima dell'incidente davi un certo affidamento. Nel meccanismo generale eri un pezzo magari un po' usurato, non abbastanza perché qualcuno si desse la pena per immaginare come sostituirti. Poi è successo qualcosa. Hai cominciato a sanguinare. Lo sai cosa succede intorno a te quando cominci a sanguinare?

C'è gente che ha fame.

Sono giovani.

Tu sanguini.

È stato solo un incidente!

Il bambino nella tua testa ha paura. Forse non sei così immortale dopotutto.
Ti guardi intorno. Di chi ti puoi fidare? Bisogna anche stare attenti a non diventare paranoici. Dovrai lavorare un po' di più e fargliela vedere. Peccato che

non ce la fai a lavorare di più.

Dieci anni fa, magari, ma adesso no. La famiglia si è presa i suoi tempi, e anche la salute reclama i suoi. Se tiri troppo una corda si spezza - tutte queste corde, poi, neanche le vedevi fino a qualche anno fa. E adesso devi calibrare tutto al centimetro. Se prendi un permesso per una visita medica, qualcuno mormorerà. Se smetti un'abitudine per risparmiare il tempo e il denaro, poi sarai nervoso per mesi e mesi. Litigherai con qualcuno che a tempo debito te la farà pagare. Insomma è dura e dopo un po' - senza neanche accorgertene, sei a casa di nuovo. Malattia.

Si sta bene a casa in fondo.

Certo, a voler pensare a quel che ti aspetta quando torni, i colleghi che ti odiano, il capo che ti vuole fuori dai piedi... però non è che ci devi pensare per forza. Sei malato. Devi concentrarti su te stesso.

Quando torni, non li guardi neanche più. Separare gli amici dagli ipocriti è già troppa fatica. Ti vogliono fuori dai piedi? Devono avere almeno il coraggio di dirtelo.

Nel frattempo ti hanno cambiato posto. Sembra che qualcuno si sia messo d'impegno ad affidarti tutti quei progetti che nessun altro voleva. Nessuna volontà punitiva, ti spiegano. È solo che tu non c'eri e gli altri si sono presi lo spazio. Ma se riesci a resistere fino alle ferie... ah, e poi devo dirti che non puoi sempre andare in bagno alle dieci. La gente mormora.

La gente cosa? È da quando lavori qui che vai in bagno alle dieci. È un tuo diritto! E anche se non lo fosse, è il tuo corpo. Non puoi sostituire quella parte del corpo che ha bisogno di andare in bagno alle dieci. Ma insomma è mobbing questo? Ti stanno mobbizzando?

Ma no.

È solo che sanguini.

E loro hanno fame.

Va bene. Però in pensione non puoi ancora andarci. Se ci vai adesso, prendi una miseria.

Il capo ti vuole parlare.

Quel progetto lì, è andato da schifo. I clienti si sono lamentati.

Certo che è andato da schifo. Tanto per cominciare non era tuo, te l'hanno appioppato quando sei tornato dalla convalescenza. Grazie alla tua esperienza hai ridotto i danni, ma -

C'è un reclamo scritto.

Lo sa che non è obbligato a lavorare con noi, vero? e lo sa che non siamo obbligati a tenerla.

Allora, questa è una porcheria. Una grossa porcheria. Non hai fatto niente di male. Hai lavorato più di tanti altri qui dentro. Ti vogliono punire soltanto perché...

Dillo.

Stai invecchiando?

Puoi stringere i denti e andare avanti. Ma per quanto? Dieci anni? Cinque? L'hai capito almeno che il tempo non è una linea retta? Potresti ammalarti sul serio. Forse sei già ammalato sul serio. Una cosa è certa.

A 75 anni non ci arrivi.

Vabbe', che posso dirti, a me stavi simpatico. Mi dispiace per come ti hanno trattato i colleghi, e anche il capo, davvero - non farmelo dire. Fortuna che queste cose a me non succedono. Sai che non vado mai in mutua io. Certe volte sono andato al lavoro con trentasette e sette. Anche adesso, la mattina prendo la bicicletta, anche se piove -
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