Burning bright
26-08-2010, 00:00jukebox '10, musica, OttantaPermalinkOggi poteva anche essere la volta di Coltrane che interpreta Gershwin, ma mi sono reso conto che l'estate sta finendo, il juke box è agli sgoccioli, e non è ancora uscito un vero pezzo da autoscontro. Questo è semplicemente inverosimile, quindi tante scuse Johncoltrane, ma qui scatta il momento Baby Records. Siete pronti?
Io non so se abbia ragione Jo Squillo quando dice che Lady Gaga le ha copiato la frangetta. Ho il terribile sospetto che le acconciature siano un numero finito, così come le melodie, e che le popstar abbiano finito entrambe da un pezzo. Però è indiscutibile che la Germanotta debba molto all'europop Ottanta, e forse questo si capisce meglio in America che da noi, dove certi ritornelli cacchi (catchy) non sono mai veramente scomparsi dall'orizzonte radio. Perché insomma, al netto delle indiscutibili trovate di scena (non scorderò mai la pelliccia di rane Kermit), musicalmente cosa può dire a un italiano della mia generazione Lady Gaga? Niente che io non abbia già ascoltato ruotando intorno a un calcinculo al Festival dell'Avanti di San Prospero nel 1984. La situazione cambia già se siamo negli States: un mio coetaneo americano gravitante intorno a un analogo calcinculo, probabilmente ci ascoltava i Boston o i Foreigner, e questo gli ha impedito di immunizzarsi contro i ritornelli cacchi. Quindi non c'è da stupirsi se al primo po-po-po-po o al primo wa-wa-wa o Ale-ale-ale cascano tutti come mosche. È come se non si fossero fatti il vaiolo. Cioè, il vaiolo, parliamone: Tom Hooker. Den Harrow (che era sempre Tom Hooker). Spagna. Sabrina Salerno. Tracy Spencer. Gli Industry. Gli Scotch. Noi siamo sopravvissuti a tutto questo, cosa vuoi che ci potesse fare il vaiolo.
Ne portiamo i segni, comunque. Dobbiamo provarne nostalgia? È inevitabile, e ribadisco: gli amori non si scelgono. Se da bambino ti è piaciuta Tarzan Boy non è colpa di nessuno (o al limite di Claudio Cecchetto, che ha responsabilità ben più gravi). Tutto quello che ti si chiede è un po' di contegno in società. Quindi se qualcun altro la mette su a una festa puoi ballarla, purché goffamente e con autoironia, e deve comunque essere una festa di coetanei: i figli non dovrebbero nemmeno sospettare quello che succedeva intorno ai nostri autoscontri. Noi non commetteremo gli errori dei nostri genitori, non infliggeremo i vari bobbysolo o litteltoni a innocenti che non se li meritano...
Il guaio, però, è che in questo modo anche loro rischiano di cadere come mosche alla prima tizia stravagante che azzecca un po-po-po o un wa-wa-wa. E che male c'è?
C'è che... come faccio a dirlo... oh, vabbe', me ne prendo le responsabilità.
C'è che forse Baltimora era meglio.
Potrebbe essere una mia valutazione errata, viziata da quel famoso effetto doppler del giudizio estetico, lo spostamento verso il rosa di tutto quello che ci scivola all'indietro, la nostalgia insomma.
Però potrei anche aver ragione. Insomma, ritengo che ci siano parametri oggettivi per affermare che l'oh-oh-oh di Tarzan Boy suoni meglio del wa-wa-wa 2010. C'è una freschezza che nelle versioni surgelate si è perse. C'è la sporcizia degli strumenti ancora un po' analogici, ingredienti non ancora ben dosati: ancora qualche anno e tutto sarebbe quagliato perfettamente in quella confezione di plastica che ci affligge da vent'anni. E un meraviglioso senso di dissipazione: quelli che montavano i “progetti musicali” come Baltimora non vedevano più in là di un'estate o due, e sapevano di dover sparare tutte le cartucce alla svelta. Non c'era nessun olimpo pop da scalare, Madonna era una sciamannata e Michael Jackson su un altro pianeta, il successo in questo tipo di cose era vissuto come un assalto alla diligenza. Piazzi tre singoli, te li fai infilare in qualche compilescion, e scompari col malloppo. Poi, se le cose andavano bene ti trovavi un altro mestiere (Hooker si diede alla fotografia) e magari dopo vent'anni t'invitano a uno show per nostalgici. Se invece andavano male... Jimmy McShane ci ha lasciato nel 1995. È lui che cantava Tarzan boy.
Ora provate ad ascoltarla come se non foste mai saliti su un autoscontro in vita vostra, come se fosse la prima volta. Lo so che è difficile. Provate a fare a meno dei ricordi, del sapore del Magic Cola che cola sulla pelle e s'impiastriccia col Coppertone. Fate finta che sia il tormentone 2010. Che ne pensate? Io penso: non male, ma che spreco. Va bene il ritornello catchy, ma qui è catchy anche la strofa, l'inciso e il mini-stacchetto di organetto roland. Ci si potevano scrivere tre successi e mezzo, con la roba che hanno messo in Tarzan Boy. Uno che vuole imbastire una carriera, uno che ha una mentalità industriale, con le idee di Tarzan Boy oggi ci annacqua quattro singoli; ci vende suonerie per due anni. C'è che oggi sappiamo che le melodie cacchie sono un numero finito, come le frangette, e bisogna economizzare. E negli anni '80 non lo sapevano? Lo sapevano, ma avevano una fretta dannata di crescere e fare altro, diventare fotografi o al massimo morire. A rivederlo Jimmy McShane sembra un replicante alla Rutger Hauer, uno che a vivere si deve sbrigare. The light that burns twice as bright burns for half as long.
Io non so se abbia ragione Jo Squillo quando dice che Lady Gaga le ha copiato la frangetta. Ho il terribile sospetto che le acconciature siano un numero finito, così come le melodie, e che le popstar abbiano finito entrambe da un pezzo. Però è indiscutibile che la Germanotta debba molto all'europop Ottanta, e forse questo si capisce meglio in America che da noi, dove certi ritornelli cacchi (catchy) non sono mai veramente scomparsi dall'orizzonte radio. Perché insomma, al netto delle indiscutibili trovate di scena (non scorderò mai la pelliccia di rane Kermit), musicalmente cosa può dire a un italiano della mia generazione Lady Gaga? Niente che io non abbia già ascoltato ruotando intorno a un calcinculo al Festival dell'Avanti di San Prospero nel 1984. La situazione cambia già se siamo negli States: un mio coetaneo americano gravitante intorno a un analogo calcinculo, probabilmente ci ascoltava i Boston o i Foreigner, e questo gli ha impedito di immunizzarsi contro i ritornelli cacchi. Quindi non c'è da stupirsi se al primo po-po-po-po o al primo wa-wa-wa o Ale-ale-ale cascano tutti come mosche. È come se non si fossero fatti il vaiolo. Cioè, il vaiolo, parliamone: Tom Hooker. Den Harrow (che era sempre Tom Hooker). Spagna. Sabrina Salerno. Tracy Spencer. Gli Industry. Gli Scotch. Noi siamo sopravvissuti a tutto questo, cosa vuoi che ci potesse fare il vaiolo.
Ne portiamo i segni, comunque. Dobbiamo provarne nostalgia? È inevitabile, e ribadisco: gli amori non si scelgono. Se da bambino ti è piaciuta Tarzan Boy non è colpa di nessuno (o al limite di Claudio Cecchetto, che ha responsabilità ben più gravi). Tutto quello che ti si chiede è un po' di contegno in società. Quindi se qualcun altro la mette su a una festa puoi ballarla, purché goffamente e con autoironia, e deve comunque essere una festa di coetanei: i figli non dovrebbero nemmeno sospettare quello che succedeva intorno ai nostri autoscontri. Noi non commetteremo gli errori dei nostri genitori, non infliggeremo i vari bobbysolo o litteltoni a innocenti che non se li meritano...
Il guaio, però, è che in questo modo anche loro rischiano di cadere come mosche alla prima tizia stravagante che azzecca un po-po-po o un wa-wa-wa. E che male c'è?
C'è che... come faccio a dirlo... oh, vabbe', me ne prendo le responsabilità.
C'è che forse Baltimora era meglio.
Potrebbe essere una mia valutazione errata, viziata da quel famoso effetto doppler del giudizio estetico, lo spostamento verso il rosa di tutto quello che ci scivola all'indietro, la nostalgia insomma.
Però potrei anche aver ragione. Insomma, ritengo che ci siano parametri oggettivi per affermare che l'oh-oh-oh di Tarzan Boy suoni meglio del wa-wa-wa 2010. C'è una freschezza che nelle versioni surgelate si è perse. C'è la sporcizia degli strumenti ancora un po' analogici, ingredienti non ancora ben dosati: ancora qualche anno e tutto sarebbe quagliato perfettamente in quella confezione di plastica che ci affligge da vent'anni. E un meraviglioso senso di dissipazione: quelli che montavano i “progetti musicali” come Baltimora non vedevano più in là di un'estate o due, e sapevano di dover sparare tutte le cartucce alla svelta. Non c'era nessun olimpo pop da scalare, Madonna era una sciamannata e Michael Jackson su un altro pianeta, il successo in questo tipo di cose era vissuto come un assalto alla diligenza. Piazzi tre singoli, te li fai infilare in qualche compilescion, e scompari col malloppo. Poi, se le cose andavano bene ti trovavi un altro mestiere (Hooker si diede alla fotografia) e magari dopo vent'anni t'invitano a uno show per nostalgici. Se invece andavano male... Jimmy McShane ci ha lasciato nel 1995. È lui che cantava Tarzan boy.
Ora provate ad ascoltarla come se non foste mai saliti su un autoscontro in vita vostra, come se fosse la prima volta. Lo so che è difficile. Provate a fare a meno dei ricordi, del sapore del Magic Cola che cola sulla pelle e s'impiastriccia col Coppertone. Fate finta che sia il tormentone 2010. Che ne pensate? Io penso: non male, ma che spreco. Va bene il ritornello catchy, ma qui è catchy anche la strofa, l'inciso e il mini-stacchetto di organetto roland. Ci si potevano scrivere tre successi e mezzo, con la roba che hanno messo in Tarzan Boy. Uno che vuole imbastire una carriera, uno che ha una mentalità industriale, con le idee di Tarzan Boy oggi ci annacqua quattro singoli; ci vende suonerie per due anni. C'è che oggi sappiamo che le melodie cacchie sono un numero finito, come le frangette, e bisogna economizzare. E negli anni '80 non lo sapevano? Lo sapevano, ma avevano una fretta dannata di crescere e fare altro, diventare fotografi o al massimo morire. A rivederlo Jimmy McShane sembra un replicante alla Rutger Hauer, uno che a vivere si deve sbrigare. The light that burns twice as bright burns for half as long.
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