E fascista qua e fascista là

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Questa cosa dei paragoni col fascismo magari ci sta un po’ sfuggendo di mano, come accade spesso verso la fine di aprile. Renzi è uno sbruffone, ma non è Mussolini. Vuole comandare per 5 anni senza darsi pena di ottenere la maggioranza dei suffragi, ma l’Italicum non è la legge Acerbo...

…E stavo quasi per buttar giù 1500 caratteri sul tema, quando ho sentito il ministro dell’istruzione definire “squadristi” gli insegnanti che, non apprezzando una riforma pasticciata che trasferisce tutti i poteri delle scuole a una specie di preside-prefetto, osavano contestare il suo comizio. La Giannini, che ha idee vaghe su chi siano questi dirigenti scolastici che tra pochi mesi dovrebbero governare la scuola, forse è parimenti inconsapevole del fatto che gli squadristi, di solito, non interrompevano i discorsi dei ministri, ma le manifestazioni dei lavoratori: e non facendo un po’ di chiasso, ma con bastoni e armi da fuoco.


Conviene rassegnarsi: dal ‘45 in poi l’accusa di fascismo è un’iperbole a cui attingiamo tutti troppo spesso, per comodità e scarsa fantasia. In fondo è meglio così che se ce lo fossimo dimenticato. Invece, a furia di lanciarcelo addosso, siamo costretti a ripassarlo. Ne possiamo ottenere addirittura parametri oggettivi: ad esempio, Mussolini pretese un premio di maggioranza al 25%, Renzi si accontenta del 40. Non solo possiamo dire che non è fascista, ma abbiamo anche una cifra precisa: non lo è per un 15%. È tanto, è poco? Io non mi accontenterei.
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