Come stai vecchia stragista

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Non è commovente che papa Bergoglio telefoni a Emma Bonino per chiederle come sta? Un po’ sì. Però è assurdo.

Non mi considero molto radicale, ma stimo la Bonino; nemmeno così cattolico, ma rispetto Bergoglio. Gran parte della mia considerazione per loro, tuttavia, poggia sul fatto che non possano andar d’accordo, e nemmeno rispettarsi. La Bonino ha combattuto in prima linea la lotta non violenta ma acerrima per la legalizzazione dell’aborto. In un anno si autoaccusò di avere aiutato diecimila madri ad abortire. Non se n’è mai pentita e che io sappia non ha mai rivisto la sua posizione. Il papa dirige l’organizzazione che nel mondo ha più osteggiato la legalizzazione dell’aborto.

Se per Bergoglio la vita inizia col concepimento, e interrompere una gravidanza equivale a interrompere una vita, non si vede come Emma Bonino possa essere per lei altro che un’assassina seriale, e della peggior specie: non avendo lei ucciso per passione o convenienza, ma perché lo riteneva giusto e legalizzabile. Il capo di una religione che costringe le donne ad abortire di nascosto e un’assassina seriale di feti cos’hanno da dirsi di gentile al telefono? Onestamente non lo capisco.

L’unica ipotesi che mi riesce è che sia un gioco delle parti: e che a questa storia dell’aborto-assassinio persino il papa creda fino a un certo punto. Un’iperbole retorica, che si mette via quando è ora di telefonare a una brava persona e chiederle come sta. Ma ai suoi fedeli sta bene? Non ci trovano niente da ridire?
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