Ma i dinosauri, poi, chi è stato?

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Non pensare all'asinello

A questo punto cara Repubblica, caro Ezio Mauro, io da lettore ed elettore del PD credo di meritare qualcosa di più. Perché noi abbiamo in Italia un partito, direi il solo, in cui esiste oggi una dialettica, un confronto tra diverse “non-si-possono-chiamare-correnti”. Guarda caso è l'unico partito che ogni tanto cambia leader: gli altri senza il loro capo naturale sono quasi inimmaginabili (SEL senza Vendola? UDC senza Casini?), quasi tutti sono semplicemente comitati elettorali intorno a un personaggio televisivo di riferimento. Il PD invece è un partito. Possiede una dialettica interna, appassionata, a tratti violenta. Evviva. E voi scegliete di raccontarla, in prima pagina, come fosse un episodio della Pimpa. Bersani a Renzi: basta calci / lui replica: non sono un asino. È una notizia? Che Renzi non sia un asino, dico. Capirei Libero o il Giornale. Ma il lettore di Repubblica non si merita di più? Un sunto delle idee di Renzi, le divergenze col gruppo dirigente che contesta, qualcosa di sinistra, qualcosa anche di destra, qualcosa? Ed è colpa di Bersani e di Renzi che per sentirsi più vicini al territorio continuano a colorare i loro discorsi con scipite metafore contadine, asini e bastoni, sembra che stiano già pensando allo sketch di Crozza; o è colpa di chi nei titoli (ma anche negli articoli) riprende i colori e non si preoccupa dei contorni? Vale veramente la pena di comprare un quotidiano per trovare un riassunto scadente di quello a cui posso assistere gratis on line? Ieri la Leopolda prendeva due pagine in cui, a parte il dibattito asino vs bastone, la retorica su rottamatori e dinosauri che, tra parentesi, nessuno sa ancora bene perché si siano estinti, non c'era una sola riga che aiutasse a capire che tipo di Italia e che tipo di PD vorrebbero Renzi & co: che ne pensano dei licenziamenti facili? Della pensione a 67?

Forse è un'esigenza mia: io, di fronte a Renzi, vorrei concentrarmi sui contenuti. La cosa mi risulta faticosa perché tutt'intorno a Renzi continua a vorticare una coreografia che magari è irrilevante, eppure sembra studiata apposta per dar fastidio a me: cioè è proprio come se dietro la Leopolda ci fosse un team di strateghi della comunicazione che, per nessun motivo al mondo, si fossero detti: mettiamoci dentro tutto quello che può risultare molesto a Leonardo, avete presente? Quel blog che fa sì e no mille accessi. Per cui: Jovanotti. L'autocoscienza di Baricco, uno che si presenta ciao non voglio fare il presidente. E meno male, sennò al Teatro Valle Occupato dovresti mandarci i carri armati. Il frigorifero Smeg che fa pendant col Mac.(Donde il dubbio: ma la Smeg ha capito tutto perché fa i frigoriferi a forma di Mac o è Steve Jobs che...) Potrei andare avanti a lungo, però non vorrei farne una questione estetica. Anche Veltroni aveva intorno a sé un'estetica che mi urticava, ma non era quello il suo problema. Il problema non era il suo ridurre il Novecento a figurine: in fondo era una cosa anche simpatica, funzionale a un certo tipo di divulgazione eccetera. Il problema è che sotto la figurina non c'era niente: che quando Veltroni si ritrovò a dirigere il PD, per sei mesi non fece niente. Io vorrei capire cosa farebbe Renzi e non m'interessa se Jovanotti gli piace o no.

E così, a occhio, mi pare che Renzi sia quel tipo di personaggio in grado di fare quello che tutto il mondo chiede al PD (meno forse gli elettori del PD), ovvero sfrattare Berlusconi da Palazzo Chigi. Il che è un valore in sé, per i mercati, la credibilità delle istituzioni eccetera. Dopodiché non è che resterebbe molto da fare, visto che la Repubblica continuerebbe a essere commissariata da Bruxelles e Francoforte. Così, con la sua umoralità che divide più che conquistare, Renzi sembra fatto apposta per battere Berlusconi di striscio alle elezioni e farsi odiare dai suoi stessi elettori a partire dalla settimana successiva. A quel punto improvvisamente tanti aspetti che abbiamo digerito fingendo di trovarli simpatici improvvisamente li riconosceremmo indigesti, e a quel punto vedrete che glielo faremmo pagare il frigorifero Smeg, e la biblioteca proiettata, e Jovanotti, e la toscanità piaciona e pacciana, tutte cose che appena sanguinerà un po' attireranno i blogger come squali. Questo, a occhio, il destino di Renzi. Non è che sia colpa sua: i margini probabilmente sono questi, a questo punto dalle sorti del PD dipende semplicemente se coleremo a picco con Berlusconi o un po' più tardi senza di lui. Io ovviamente preferisco senza, ma è un po' come il diritto di scegliere che tipo di orchestrina vuoi a bordo del tuo titanic.
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