Amen, dissero le pietre

Permalink
2 marzo: San Luca Casali di Nicosia (IX secolo), che predicò alle pietre

Voi ogni tanto vi chiedete cosa lo fate a fare? Perché io più o meno tutti i giorni. Prima o poi inventeranno un arnese che sa farlo al vostro posto – se non l'hanno già inventato. Anche questi pezzi sul santo del mese, c'è sicuramente un algoritmo che sa già scriverli meglio. C'è un algoritmo per tutto ormai. L'unico di cui sento la mancanza, è l'algoritmo che legga quello che invece scrivo io. L'algoritmo che mi faccia i complimenti, l'algoritmo che mi voglia bene. Visto che di esseri umani ne passano sempre meno, e un bel giorno non ne passeranno più: già adesso, se togli quello che viene a litigare, a spacciare un link, quello che stava cercando tutt'altro ma Google non ha del tutto smesso di farlo passare da qui... rimane una manciata di persone, l'età media delle quali non mi lascia molte speranze. Poi ogni tanto boom! Un migliaio di accessi dalla Bassa Sassonia si riversa su una agiografia, una recensione di un Marvel del 2014 o un lato B di Battiato, non è chiaro perché succeda; forse ogni tanto a Google avanzano dei cookies e li nasconde sotto il primo tappeto che trova, che a volte è un post mio. Va' a sapere. E io qualche volta ci casco pure eh, mi domando: ma come mai stanno tutti leggendo il mio pezzo sul lato B di Battiato? Forse qualche pezzo grosso ne ha parlato? Ma pezzo grosso di che. No, sono tutti algoritmi ormai, e io a volte mi sento l'ultimo blogger sulla Terra, oppure Bernardino Lamis, che nella novella L'eresia catara impartisce la lezione della sua vita a una classe vuota, scambiando per alunni gli impermeabili che sgocciolano. E anche un po' Luca Casali di Nicosia.

Divenuto monaco in giovanissima età, e cieco nella vecchiaia, Luca Casali è ricordato soprattutto per un miracolo seguito a uno scherzo di cattivo gusto. Stava ritornando da una visita di parenti a Nicosia, che non è la capitale di Cipro ma il comune dell'entroterra siciliano, quando i confratelli che lo accompagnavano gli dissero, in fondo a una pietraia: ehi, la gente ha saputo che passavi ed è venuta a sentirti, non è che hai una predica pronta? Luca, commosso dalla considerazione in cui è tenuto dalla gente del posto, improvvisa lì per lì un sermone coi fiocchi: peccato non ci sia nessuno ad ascoltarlo, tranne i confratelli che si tengono il saio dal ridere. Ma il riso muta tosto in sbigottimento quando al termine del discorso, dopo che Luca ha impartito la benedizione, le pietre prorompono in un sonoro "Amen". 

È un caso davvero particolare – di solito i miracoli servono a guarire le persone, o a risolvere i loro problemi. Ma Luca Casali non smette di essere cieco. Per un attimo ha la sensazione di essere ancora utile. Ma è solo un'illusione, il miracolo è funzionale a un'illusione. La storia è senz'altro ispirata al passo in cui Gesù spiega che Dio può trasformare in figli di Abramo anche le pietre (Matteo 3,9; Luca 3,8). E però le pietre di San Luca dopo aver risposto restano pietre. Di questa storia dal retrogusto un po' aspro avrebbe potuto ricordarsi Luigi Pirandello, quando inventò il personaggio patetico di Bernardino Lamis. Non so se ci avete fatto caso, ma le prediche migliori le facciamo ai sassi e alle sedie vuote. Sarà che fanno silenzio, ci danno spazio, ci confortano con la fiducia che sembrano concederci, e a quel punto ci lasciamo andare e facciamo discorsi bellissimi, e i sassi se ne rendono conto, e se potessero applaudire lo farebbero – grazie, grazie, basta così per carità, siete troppo buoni. 
Comments (16)