Contro il terrore chiudiamo il Giornale
23-03-2016, 23:34giornalisti, terrorismoPermalinkLe quinte colonne del terrore.
Dite che siamo in guerra, va bene. Mi domando come reagirete nel momento in cui in guerra ci andremo seriamente (ormai ci siamo). Comunque, se volete sentirvi già in guerra, se la cosa vi aiuta in un qualche modo, se vi dà una forma di speranza, non ho obiezioni.
Vorrei però che vi fosse chiaro che in guerra certi atteggiamenti non si tollerano. Seminare il panico, ad esempio, in tempo di pace può essere una fruttuosa strategia editoriale che porta qualche migliaio di clic in più e la pagnotta ai redattori. In guerra è tradimento: c'è la corte marziale.
Dite che siamo in guerra: traetene le conseguenze. Secondo me siamo in pace, e quello del Giornale è semplicemente abuso della credulità popolare, forse anche procurato allarme.
Da quando ho preso questa istantanea, il contatore di facebook ha raddoppiato: il falso allarme della madonna brasiliana sta "piacendo" a diecimila lettori. Tra questi ci saranno anziani, ci saranno adolescenti, ci saranno persone che ci ridono sopra e altre che non hanno i filtri culturali necessari a identificare la monnezza. Vogliamo dire che su diecimila persone sono riusciti a spaventarne mille? Mi sembra un buon risultato, qualcosa che l'Isis può apprezzare.
(Per par condicio, ecco il pezzo di Libero, che rettifica: la madonna di Bahia non avrebbe mai indicato il 23. Comunque anche a Libero ci tengono a puntualizzare che l'Italia trema. Siamo in guerra del resto, cagarsi addosso dev'essere una specie di imperativo morale).
Dite che siamo in guerra, va bene. Mi domando come reagirete nel momento in cui in guerra ci andremo seriamente (ormai ci siamo). Comunque, se volete sentirvi già in guerra, se la cosa vi aiuta in un qualche modo, se vi dà una forma di speranza, non ho obiezioni.
Vorrei però che vi fosse chiaro che in guerra certi atteggiamenti non si tollerano. Seminare il panico, ad esempio, in tempo di pace può essere una fruttuosa strategia editoriale che porta qualche migliaio di clic in più e la pagnotta ai redattori. In guerra è tradimento: c'è la corte marziale.
Dite che siamo in guerra: traetene le conseguenze. Secondo me siamo in pace, e quello del Giornale è semplicemente abuso della credulità popolare, forse anche procurato allarme.
Da quando ho preso questa istantanea, il contatore di facebook ha raddoppiato: il falso allarme della madonna brasiliana sta "piacendo" a diecimila lettori. Tra questi ci saranno anziani, ci saranno adolescenti, ci saranno persone che ci ridono sopra e altre che non hanno i filtri culturali necessari a identificare la monnezza. Vogliamo dire che su diecimila persone sono riusciti a spaventarne mille? Mi sembra un buon risultato, qualcosa che l'Isis può apprezzare.
(Per par condicio, ecco il pezzo di Libero, che rettifica: la madonna di Bahia non avrebbe mai indicato il 23. Comunque anche a Libero ci tengono a puntualizzare che l'Italia trema. Siamo in guerra del resto, cagarsi addosso dev'essere una specie di imperativo morale).
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